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Autore: Sheireen_Black 22    28/01/2013    5 recensioni
Da "Harry Potter e l'ordine della fenice", capitolo 38:
"Questo è uno specchio a doppio senso. Io ho l'altro. Se avessi bisogno di parlarmi, ti basterà pronunciare il mio nome: apparirai subito nel mio specchio, e io nel tuo. James e io li usavamo quando ci mettevano in punizione separati".
Come James e Sirius sono entrati in possesso degli specchi? Come li hanno utilizzati? Come Sirius ha preso la decisione di regalarne uno ad Harry?
(Raccolta di flashfics e one shots)
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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 Prigione di Azkaban, 31 Ottobre 1982
 

 
 
 

Il freddo ormai familiare gli congelò il sangue nelle vene, scuotendolo dall’apatia dietro la quale Sirius Black si trincerava per conservare quel poco di sé che ormai gli rimaneva.
Gli capitava sempre più spesso di perdere coscienza di dove si trovasse o di chi fosse realmente; il risveglio era la parte più difficile, l’amara constatazione che la morte non l’aveva colto nel sonno e che lo attendevano altre ore, giorni, mesi o forse anni di una lunga e dolorosa agonia.
Sirius strisciò verso la parete rocciosa in fondo alla minuscola cella, raschiando debolmente la superficie ruvida con l’unghia spezzata dell’indice per ricordare che un altro giorno era passato. Eppure, non avrebbe saputo dire con certezza se in quel momento fosse stato giorno oppure notte; l’aria fumosa e gelida di Azkaban rendeva le giornate piatte e sempre uguali a se stesse.
Con una rapida occhiata alla parete, constatò con amarezza che il giorno dei ricordi era arrivato e che, in quel giorno, i Dissennatori non avrebbero potuto aggravare le sue sofferenze; per un attimo si ritrovò a desiderarne un bacio, che avrebbe cancellato ogni consapevolezza, annegandolo nell’oblio.
Non poteva essere peggio dell’assoluta certezza di aver ucciso il suo migliore amico, esattamente un anno prima…
 
 

Era la notte di Halloween e Sirius camminava svelto, oltrepassando infastidito orde di bambini festanti e mascherati. Aveva deciso di passare a controllare che Peter stesse bene, nel suo nascondiglio, per tenergli compagnia. Sapeva che Codaliscia odiava restare troppo a lungo da solo…
 
 

Il prigioniero lanciò un grido di dolore e si aggrappò disperatamente alle sbarre della cella, come per tenersi a galla, attirando l’attenzione di un Dissennatore. La creatura si avvicinò fluttuando, arrestandosi a pochi centimetri da lui.
Sirius accolse con gioia la sua vicinanza, mentre il dolore diveniva talmente insopportabile da trascinarlo nell’incoscienza…
 
 

L’ultimo tratto lo fece di corsa, guardandosi attorno in silenzio, per non rischiare di condurre qualcun’altro nel nascondiglio del Custode Segreto. Sentì il cuore più leggero quando scorse da lontano il rifugio di Peter, consapevole che tra qualche istante la sua solita ansia immotivata sarebbe terminata nel vedere che tutto andava bene.
Invece il suo cuore saltò parecchi battiti quando Sirius trovò il luogo deserto, senza alcun segno di lotta. Non era possibile, Peter doveva essersi allontanato per qualche momento…
 
 

“Peter! Peter!”. Sirius urlò con tutte le sue forze, chiamando l’amico a gran voce, mentre lacrime di dolore gli rigavano le guance incavate…
 
 

Un terribile presentimento, la folle corsa verso la motocicletta e poi a Godric’s Hollow.
Il tempo si era fermato e Sirius era immobile davanti a ciò che restava della casa dei Potter.
Scavò a mani nude tra le macerie, gridando il loro nome, gridando il suo nome. Scorse una chioma rosso fuoco e poi Lily Evans, la più brillante studentessa di Hogwarts, giaceva tra le sue braccia, senza vita…
 
 

“No! Lily! Harry! James! James!”. Le grida folli di Sirius Black rieccheggiarono nelle spoglie pareti di pietra di Azkaban e gli altri prigionieri pensarono che un altro di loro stesse perdendo il senno…
 
 

La speranza di trovarlo ancora vivo non voleva sapere di abbandonarlo, nonostante continuasse a scavare sempre più a fondo, sempre più giù.
Poi riconobbe l’inconfondibile massa informe di capelli corvini, il suo volto graffiato e gli occhiali di traverso, ed ebbe la certezza che, malgrado le apparenze, James non era più con lui.
Solitudine. Abbandono. Colpa.
Sirius accarezzava i capelli di James e lo chiamava ancora, nonostante fosse evidente che James non avrebbe risposto. Rimase lì per molto tempo, prima che il pianto di un bambino lo riportasse alla realtà, dividendolo tra la gioia di ritrovarlo ancora vivo e la colpa di averlo lasciato orfano.
Prima di precipitarsi da lui, notò un rigonfiamento nella tasca dei pantaloni di James e prese con sé lo specchietto che vi era contenuto, perché il suo migliore amico non lo abbandonasse mai per davvero…
 
 

Sirius respirava a fatica, steso sul pavimento buio e umido della cella. Tremava ancora mentre afferrava entrambi gli specchietti dalla tasca e, seppur consapevole che sarebbe stato inutile, sussurrava: “James”…
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’ “autrice”
Finalmente sono riuscita a completare questo capitolo, è stato ancora più difficile di quanto pensassi. Mi rendo conto che l’atmosfera è molto diversa dai capitoli precedenti ma, tenuto conto degli avvenimenti, non poteva essere diversamente. Spero che il cambiamento non vi abbia disorientato troppo :)
Essendo narrato dal punto di vista di Sirius, alcune parti sono volutamente confuse, sia nei ricordi del 1981 sia nei momenti dell’anno successivo, ad Azkaban.
Mi scuso per l’enorme ritardo, spero che sia rimasto ancora qualcuno a cui interessa il proseguimento della raccolta!
Ringrazio, come sempre, FioreDiMeruna ed EmmaStarr che continuano a seguire la raccolta ^^ Grazie mille!!
Un ringraziamento particolare a _Falsa Pista_ e ad Avventuriera che hanno letto e commentato tutti i capitoli precedenti :)
Grazie a chi leggerà e a chi vorrà lasciare un commento! A presto :)
Sheireen_Black 22


  
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