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Autore: DarkRozan    28/01/2013    1 recensioni
ATTENZIONE contiene riferimenti e spoiler su Lost Canvas
Si desta una nuova minaccia per Atena ed il mondo intero, e i cavalieri d'oro sono chiamati a rispondere a nuovi nemici. Ma uno di loro, Milo di Scorpio, dovrà fare i conti col suo passato e dalle sue decisioni dipenderà il destino del mondo.
Prima fanfic che scrivo, spero vi piaccia
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scorpion Milo, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'ascesa dell'Apocalisse Le pesanti porte della Tredicesima Casa si aprirono mostrando agli occhi del Saint dell'Ariete una stanza illuminata solo dalla tenue luce dei braceri accesi ai lati della Sala del trono. Un ambiente che trasmetteva tristezza e malinconia, paura ed ansia. Tutto ciò Mu poteva leggere sul volto della sua Dea, solitaria e pensosa sul suo trono argenteo, con il capo leggermente chinato verso destra. I suoi lunghi capelli cadevano elegantemente sull'abito bianco e sulla pelle liscia, bianca tanto da sembrare pallida.
Mu si inginocchiò a pochi passi dalla sua Signora << Posso disturbarvi nobile Atena?>>
La Dea abbozzò un sorriso in segno di assenso << Parla Cavaliere, che notizie porti?>> La sua voce, seppur ferma, lasciava trapelare non pochi segni di incertezza.
Mu alzò lo sguardo << I Cavalieri inviati a Capri sono tornati con informazioni di notevole importanza...nonostante sia difficile credere a quanto affermano, ma dati i fatti appena accaduti niente dovrebbe più sorprenderci.>> ed attese qualche secondo, cercando di trovare un modo per dire ciò che stava per dire.
 << Il fatto, Mia Signora, è che i nostri nemici sono più imprevedibili di quanto potessimo aspettarci. Stando a quanto ci ha riferito Milo di Scorpio i Cavalieri dell'Apocalisse sono riusciti in qualche modo a risvegliare il precedente Custode dell'Ottava Casa. Cardia di Scorpio>>
Atena non rispose e si limitò ad abbassare lo sguardo facendo cenno al cavaliere di continuare.
<< Unendo le informazioni in nostro possesso con questa sconcertante notizia, siamo giunti a conclusione che abbiano intenzione di risvegliare il loro signore Kyor e di donargli un nuovo corpo in cui ospitare il suo spirito.
 L'unico corpo che possegga le determinate caratteristiche affinché questo possa accadere è appunto quello del Saint dello Scorpione.>>
Solo in quel momento Mu si accorse che le candide gote della sua Signora erano rigate dalle lacrime, che cadevano lente lungo il suo viso. Il Cavaliere si alzò e facendo un lieve inchino indietreggiò verso l'uscita quando la voce di Atena lo trattenne.
<< Cosa possiamo fare?>>
Mu si voltò << Aspettare, attendere che facciano la prima mossa. Per prima cosa dobbiamo sapere dove si nascondono, poi potremo andare a combatterli. In questo momento Shake ed io stiamo usando il nostro potere per creare un portale in grado di portarci in ogni parte del globo. Quando riusciremo ad individuarli...partiremo.>>
<< Non voglio che lo facciate>>
<< M..Mia signora?>> Mu era rimasto totalmente spiazzato da quella affermazione.
<< Non voglio...perdervi ancora. Siete i miei protettori, i miei paladini, e la vostra presenza ravviva queste stanze e queste Dodici Case...non potrei sopportare...non voglio che tutto questo finisca...io...>>
Ma prima che Isabel potesse continuare trovò la mano del Cavaliere sulla sua spalla destra. Mu la fissava con dolcezza, così come un padre osserva la figlia, come Atena era solita guardare i suoi guerrieri.
<< Quello che provate, queste emozioni...sono ciò che ci da la forza di lottare, che ci spinge oltre i nostri limiti. L'affetto che provate per noi ci darà il coraggio di andare anche incontro al nostro destino. Non rattristatevi se qualcuno di noi dovesse morire per la causa che difendiamo. Garantire pace alla terra è ciò per cui viviamo, ed è anche ciò per cui siamo disposti ad affrontare qualsiasi minaccia.>>
Dunque si voltò e si diresse nuovamente verso la porta, ma prima di uscire si girò un'ultima volta a fissare la sua Dea
<< Torneremo>> disse ancora e si chiuse la porta alle spalle.

Guerra fissava lo sterminato mare di sabbia che lo circondava. Il grande deserto del Shaara, una landa desolata che si estendeva per miglia e miglia, un luogo selvaggio e mortale, privo di pietà per chiunque lo attraversasse. Un luogo giusto verso tutti... Equo.
 La mappa li aveva condotti fino a lì, nel luogo dove tremila anni prima il loro Signore era caduto. Si era sigillato in un sonno eterno per rallentare il più possibile la maledizione che lo affliggeva, una morte lenta e dolorosa che anche in quel momento lo colpiva, nascosto da qualche parte in quel dedalo di dune e sabbia arsa dal sole.
Finalmente la loro ricerca era terminata, il Tempo degli uomini giungeva a termine.
"Il Mondo brucierà, e dalle sue ceneri nascerà un Nuovo Regno. Il mio Padrone ci condurrà alla gloria."
Il mondo sarebbe dovuto diventare come quel deserto immenso, sterile, privo di vita. Ma equo.
Il Cavaliere si voltò ad osservare la comitiva che lo seguiva a distanza. Lo Scorpione era legato da solide catene imbrigliate del potere di Pestilenza, colui che tra tutti e quattro possedeva il Cosmo più vasto e potente, per fare in modo che non scappasse e da questo era affiancato nel cammino. Per ulteriore precauzione inoltre, Morte lo seguiva costantemente assieme a Loth, il traditore di Apollo. A chiudere la fila stava Carestia, perso nei suoi pensieri.
<< Un posticino veramente accogliente>> disse Cardia osservando il panorama << Capisco perchè il vostro Signore si sia costruito una casa quì>>
 Se c'era una cosa che persino Guerra non riusciva a sopportare era il continuo sorrisetto stampato sulla faccia di Cardia, il suo spirito fin troppo allegro data la situazione.
<< Sono contento che ti piaccia, dato che tra poco diventerà la tua Casa>>
<<...non saprei, non è nel mio stile. Insomma non fraintendetemi, mi piace il calore e la sabbia, ma non riuscirei mai a vivere solo con voi cinque tra i piedi. Ma pensa un po', sono passato da avere una Casa ad Atene ad una tomba di ghiaccio ad Atlantide ed ora mi tocca vivere in un deserto>>
<< Non la smetti mai di parlare?>> chiese Pestilenza infastidito dal suo piccolo monologo.
Cardia si voltò verso il suo carceriere << No, mai. Hei tritaghiaccio>> disse rivolto a Loth << Comincio a sentire caldo, potresti raffreddarmi?>>
<< Non sono la tua balia, vedi di stare zitto>>
<< Che caratterino>> commentò sarcasrico lo Scorpione << Ora capisco perchè non stai simpatico neppure a loro quattro>>
Morte si piazzò davanti a Cardia con fare minaccioso, il volto scoperto, piuttosto innervosito. La sua pelle chiara ed umida ed i suoi capelli lunghi e neri gli conferivano un aspetto tenebroso e minaccioso in netto contrasto con la sua corazza nero pece.
<< E tu che vuoi, bel viso?>>
<< Forse non lo sai, ma quano il nostro Signore si sarà impadronito del tuo corpo, della tua anima non resterà neanche il ricordo. Non farai altro che vagare per l'eternità su questa terra sospinto dal vento, come un cumolo di polvere.>>
<< Potresti rimetterti la maschera? Osservare un'ostrica mi da meno il voltastomaco>> disse prima di ricevere un potente destro all'altezza del plesso solare. L'aria gli mancò per qualche istante, poi dopo aver respirato un paio di volte tornò a fissare Morte negli occhi, sempre sorridendo << Non sai fare di meglio?>>
Ma prima che potesse sferrare un secondo colpo la voce di Guerra lo interruppe.
<< Venite quì. Ho trovato la porta.>>
Loth rimase a guardia di Scorpio mentre i 4 Cavalieri dell'Apocalisse si misero a ripulire il terreno dala sabbia. Ciò che era celato ai loro occhi presto divenne chiaro. Era una lapide a forma circolare di circa venti metri di diametro tassellata da 7 piccole concavità e da quattro piccoli cerchi disposti al centro.
Senza perdere altro tempo disposero i sigilli sulla lapide andando ad incastrarli nei rispettivi buchi, poi si posizionarono nei cerchi a loro assegnati.
Guerra fu il primo a parlare, recitando la preghiera nera necessaria per quel momento.
<< Io ti invoco, Signore della Distruzione, ti invoco assieme ai miei fratelli quì riuniti. Il tempo è ormai giunto, Sorgi ancora Potente Kyor, Sorgi ancora in questo Mondo. Sorgete da ogni dove creature della notte, servi del mio giusto Signore, sorgete anime dannate e date nuovo vigore a colui che vi priverà da ogni sofferenza. Sorgete per colui che dominerà Cieli e Terre. Kyor, io ti invoco nel nome di Guerra>>
Il suo cerchio prese a pulsare di una luce nera ed un liquido scuro e viscido iniziò a traboccare dal centro della lapide andando lentamente a coprire l'area circostante.
<< Io ti invoco nel nome di Pestilenza>>
<< Io ti invoco nel nome di Morte>>
Shadir esitò un istante. Lui era l'anello mancante di quella catena, lui era l'ago della bilancia. Poteva liberare quel male...oppure opporsi.
Ma se ciò fosse successo...no, doveva procedere. Doveva procedere perchè il suo piano potesse realizzarsi.
Non una nota di esitazione, non un segno di debolezza. Solo una lacrima versata.
<< Io ti invoco nel nome di Carestia>>
Non appena Shadir terminò la formula si udì un boato provenire da sotto i loro piedi, dunque qualche breve scossa simile ad un terremoto.
Improvvisamente la lapide si spezzò in mille pezzi ed i quattro cavalieri vennero inghiottiti dal terrenosottostante. Caddero per qualche metro per trovarsi distesi su un cumolo di sabbia.
<< State tutti bene?>> chiese Guerra ricevendo dei grugniti di assenso. Tutti si alzarono e si ripulirono dalla sabbia, dunque ordinarono a Loth di portare giù Cardia.
<< Andiamo amici miei. Il Nostro Signore ci aspetta>>

Shake e Mu stavano facendo bruciare i loro Cosmi come mai prima di allora. L'impresa che si erano proposti non aveva precedenti.
Nella sesta casa ora stavano tutti i dodici Cavalieri d'oro, Andur del Triangolo Australe e Due Guardiani del Cielo. Saga e Shion invece erano già partiti assieme a Hyoga, Shyriu ed Ikki per incontrare Sorrento della Sirena, l'ultimo Marine di Nettuno.
Mai prima di allora i servitori di tre diverse divinità si erano riuniti per combattere gli uni accanto agli altri, e anche l'appoggio di Nettuno sarebbe stato ben gradito. Date le circostanze ogni aiuto era necessario, la situazione volgeva al peggio.
Lo avevano avvertito subito, quel cosmo oscuro che si era liberato, quella terribile potenza che per milleni era rimasta celata. Era finalmente venuto il tempo di affrontarla.
Tutto era pronto per la partenza, ora dovevano solo creare il portale.
<< Preparatevi>> disse Shake << Tra poco giungeremo a destinazione>> Dunque chiuse gli occhi ed un mondo di luce pura inondò la Sesta Casa per poi lasciarla nel silenzio.
Dei valorosi guerrieri non era rimasta traccia.

Guerra sfondò l'antica porta di roccia che gli sbarrava il cammino. In quella angusta galleria avevano incontrato diversi ostacoli, ma nessuno insuperabile, tra bivi e passaggi nascosti, trappole e vicoli ciechi.
Se uomini comuni avessero osato entrare in quel luogo non sarebbero certo riusciti a tornare a vedere la luce del giorno.
La roccia si sgretolò ed innanzi al cavaliere apparve la stanza che aveva lasciato tanto tempo addietro. I bracieri erano spenti, e tutto ciò che riusciva a vedere era illuminato dalla fioca luce proveniente dalla breccia. Ma non gli servivano parole per descrivere ciò che per anni aveva osservato costantemente.
Quasi nulla era cambiato, la sala rotonda ornata da splendide armature di acciaio ormai ricoperte di polvere e ragnatele, il tavolo al centro su cui era solito progettare attacchi ed azioni difensive. Quanti ricordi affioravano nella sua mente, quanto aveva sperato di vedere tutto ciò ancora una volta. Infine, quasi con timore, posò il suo sguardo sul grande trono posto di fronte a lui, quasi totalmente oscurato, un tempo lucido, degno del migliore marmo bianco italiano ed adornato da splendidi leoni, con le fauci spalancate come se ruggissero, che sorreggevano il luogo ove il suo Signore riposava.
Una mano scheletrica, consumata dal tempo era l'unica cosa che era in grado di vedere. Si avvicinò seguito dai suoi compagni e dal prigioniero e si inginocchiò a pochi passi dal trono, chinando il capo.
<< Siamo tornati, Maestro>>
Le sue parole, udite quasi fossero un sussurro riecheggiarono nella stanza per qualche secondo per poi tacere. Alzò lo sguardo aspettando una risposta che non tardò a giungere.
Dalle tenebre due grandi occhi rossi, due fiamme vive che guizzavano selvagge, si aprirono, la mano si contrasse come piena di nuovo vigore ed infine una voce sottile e debole giunse alle loro orecchie.
<< Ben...trovati amici miei. Sono...con..contento di vedervi>> le parole erano accompagnate dal suo respirare profondo ed ansioso di aria pura.
<< Mio Signore>> disse ancora Guerra << Vi abbiamo portato un dono. Un corpo degno di ospitare la vostra potenza>>
Dunque fece segno a Loth di avvicinare Cardia che, stranamente, non sembrava affatto turbato dalla situazione.
Kyor si alzò uscendo dall'ombra con difficoltà, sorretto da Guerra e Pestilenza ed avanzò. Il suo corpo mortale era ricoperto da diverse rughe e macchie nere, la sua pelle era raggrinzita e fragile ed il suo volto, tranne che per gli occhi, aveva un aspetto più morto che vivo. Il suo Potere lo stava distruggendo, lentamente, ma inesorabilmente. Il vestito una grande toga che cadeva fino alle caviglie, un tempo lucida e pulita, ora era scolorita e pallida, lacerata in diversi punti.
Kyor si dispose di fronte a Cardia osservandolo con i suoi occhi ardenti << Sì. Tu..sei degno>> disse additandolo con l'indice destro, dunque prese a ridere e a tossire convulsamente.
<< Non mi fai paura>> disse Cardia con tranquillità << E se credi che mi arrenderò senza combattere allora ti stai solo illudendo>>
La sua risata si fece più forte e rauca, quasi folle. Quando si ricompose mostro allo scorpione un sorriso maligno << Non puoi opporti a me>>
Dunque il suo corpo anziano si contorse, il suo volto si trasfigurò in una maschera di dolore ed un fumo denso e nero prese ad uscire dalla sua bocca fino a formare una nuvola scura dagli occhi rossi.
Cardia chiuse gli occhi, avvertendo lo spirito di Kyros insinuarsi nelle sue membra. Poteva sentire la sua volontà perforargli le carni, passando per muscoli, ossa tessuti, ogni singolo atomo del suo essere che veniva piegato al suo volere. Infine colpì la mente, prese a scorrere ogni suo ricordo ed ogni immagine che vedeva era un dolore ulteriore. Immagini di tempi che furono, immagini di amici che riposavano ormai da tempo, l'immagine di un Cavaliere in una tomba di puro ghiaccio.
"Non ancora Degel. Non ancora"
E fu l'ultimo pensiero che percorse la sua mente, prima che un mondo di tenebra calasse su di lui.
Kyros aprì gli occhi nel suo nuovo corpo, nel corpo che tanto aveva aspettato in quegli anni di attesa e sofferenza, ammirando la sua nuova ed eterna potenza.
<< Amici miei, il tempo è giunto>> Proclamò a gran voce alzando le mani verso il cielo << Giunto è ormai il momento di continuare l'opera che iniziammo Tremila anni fa. Diamo inizio ad una Nuova Era.>> dunque si rivolse ai quattro Cavalieri lì presenti << Mostratemi la vostra fedeltà, giurate di seguirmi ancora, giurate...>> Ma prima che potesse finire qualcosa lo interruppe.
Tutti si voltarono verso l'uscita della sala. Qualcosa aveva attirato la loro attenzione.
<< A quanto pare abbiamo visite, I cavalieri di Atena sono arrivati. Che siano i primi a morire>> sentenziò Kyros prima che una luce accecante lo investisse
<<SHINING STORM>>



  
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