Il più grande rimase zitto
per qualche istante richiudendo
poi per bene la porta alle sue spalle prima di muovere qualche passo
verso il letto sul
quale l’altro era sdraiato, si
sedette a punta sullo spigolo del materasso tenendo le braccia mentre
premeva
le mani sulle ginocchia e incassava il collo fra le spalle
-Sai cosa? Dopo un po’ ho
cominciato a considerarti mio… io
non riesco nemmeno a guardare qualcun altro immaginando con quello le
cose che
faccio con te…è difficile da spiegare-
Mentre quello parlava con la voce
interrotta dalle
riflessioni, piccole pause di qualche secondo
e sospiri clamorosi il più piccolo
spirò allungando la mano rattrappita
verso il comodino per sfilare dal pacchetto di Mikado un bastoncino di
biscotto
ricoperto di cioccolato fondente, lo pizzicò fra le labbra
per poi tenerlo
dritto stringendolo con i denti così da poter parlare
-Questa è gelosia,
è normale.-
-So che è normale, ma lo
è per le
coppie che stanno insieme- in quel momento
voltò lentamente il capo verso il maknae steso e fece
scivolare la vista lungo
tutto il suo corpo orizzontale fermandosi a deglutire quando gli occhi
arrivarono a fissarsi sulle sue labbra impegnate a sostenere quel
bastoncino,
con un andamento simile a quello di un giaguaro alle prese con un
agguato
risalì il letto a quattro zampe sistemando poi le gambe ai
lati dei suoi fianchi
stringendo bene le ginocchia con un ghigno malevolo delineato
perversamente in
faccia, l’altro inarcò stranito il sopracciglio
scrutando il suo sguardo
scellerato nel
tentativo di leggerci
dentro il riflesso dei suoi desideri o meglio delle sue intenzioni. Il
maggiore
si chinò in avanti pizzicando con le labbra
l’altra estremità del biscotto come
volesse giocare al pepero game, oppure era proprio quello
ciò che voleva,
infatti sporse la mascella inclinando di poco la testa e con pochi
morsi avanzò
verso le labbra del panda che intanto non smetteva di fissare,
l’altro stette
al gioco stranamente disinteressato, avanzò anche lui e
quando giunse a pochi
millimetri dalle sue labbra si staccò dal biscotto
voltandosi di lato
-Hai vinto, come sempre.-
-Ancora non riesci a sostenere il mio
sguardo quando ti sto
vicino?-
-No Seung, non riesco a
baciarti…dopo aver baciato quel
ragazzino, perché sì l’ho baciato, non
riesco a avere lo stesso contatto con
altri, mi spiace. Cercherò di risolvere la situazione il
prima possibile e
tornerò ad appartenerti.-
Troppo bello se lo avesse detto
davvero, sarebbe davvero il
finale che voi tutti avete deliziosamente pregustato, peccato che il
sentimento
che il maknae portava verso il suo hyung lo costringeva a zittirsi
malgrado in
un mondo parallelo lui aveva già pronunciato queste parole.
-Si Seung, mi è difficile
perché il mio non lo merita…mi
vergogno.- Disse in verità stendendosi poi sul letto con un
sospiro, il più
grande però non si perse d’animo e si
abbassò ancora verso di lui strofinando
il naso sulla sua guancia
-Il tuo sguardo è
perfetto, smettila con questi complessi.-
-Se non avessi le occhiaie lo
sarebbe, non riesco a
sostenere la vicinanza di uno splendido come te, perfetto in ogni
dettaglio…mi
sento stupido, sminuito. Tutto questo porta anche una sfumatura di
egoismo, lo
so.-
Seunghyun rise, una delle sue risate
carismatiche,
affascinanti, nel quale nascondeva gli angoli esterni degli occhi sotto
gli
zigomi innalzati che lasciavano allargare le sue splendide labbra,
l’altro non
poté fare a meno di fissarlo male… per
l’ennesima volta aveva riso delle sue
parole e si sentiva ancora più sciocco.
-Dai Seung, facciamo
l’amore e poi esci…sono un po’ stanco.-
Poche volte SeungRi aveva usato il
termine “fare l’amore” in
quanto ciò che praticava lui era tutt’al
più sesso, le opzioni erano due: o era
così disinteressato dalla situazione da usare un termine
così pieno solo per
far sbrigare il compagno o quella era una dichiarazione che avvisava di
come i
suoi sentimenti, riguardo la loro relazione traballante, fossero
cambiati, si
fossero approfonditi.
Seung volle credere nella seconda e
senza farselo ripetere
due volte prese il più piccolo per i fianchi rigirandolo
sopra di sé mentre
lambiva un lembo di pelle fina tra il suo collo e l’orecchio,
in pochi minuti
la scena era completamente cambiata, il pavimento era costellato di
vestiti
lanciati con forza, strappati via dalla pelle con
pretenziosità, e i due sul
letto già da un po’ si strusciavano
l’uno sull’altro, liberi da ogni tessuto,
si leccavano i colli e le clavicole e ansimavano pesantemente
già eccitati.
Poco ci volle per dare tempo al più grande di preparare il
suo ometto
penetrandolo dall’inizio con due dita, SeungRi allora
urlò il suo nome, un urlo
che venne bloccato come al solito dalla mano libera
dell’altro che gli tappò la
bocca sperando magari che il torturato si sfogasse su quel palmo teso,
mordendolo magari o addirittura succhiando una di quelle dita
affusolate
facendo così alludere a tutt’altro; nemmeno il
piccolo fosse capace di
leggergli nel pensiero prese subito fra le labbra l’indice di
Seung portandolo
fino al fondo della lingua lì dove non riusciva
più a sopportare e intanto con
la mano stimolava la sua eccitazione lampante notando come gli umori
fuoriuscissero
dalla punta arrossata, sentendosi pronto abbastanza accostò
le labbra ora
libere al suo orecchio leccandone l’interno prima di
sussurrare
-Fammi tuo.-
E di nuovo l’altro non se
lo fece ripetere, sostituì le dita
con qualcosa di ben più grande, tanto da far urlare
l’altro di un dolore misto
a sorpresa e estremo piacere, piacere che avrebbe preso il sopravvento
non
appena quella punta calda avesse premuto contro la prostata, e pregava
che lo
facesse in fretta perché ora come ora, data la situazione,
non voleva far altro
che godere, cosa che invidiava dell’altro che invece
già gemeva liberamente
leccandosi talvolta gli angoli delle labbra. Un amplesso scandito era
il loro,
il gemito del primo provocava quello del compagno e viceversa, le mani
si
intrecciavano, graffiavano le schiene altrui così da
lasciare segni possessivi,
le lingue schioccavano sui palati umidi che spesso si ritrovavano ad
essere
riempiti non solo da uno di quei muscoli ma da tutte e due le lingue
quando i
due si baciavano vogliosi e al contempo stesso accontentati. Si ritrovarono a cambiare
posizione più d’una
volta, il più grande provò a tenere SeungRi a
carponi davanti a sé fin quando
non avrebbe raggiunto l’orgasmo, ma l’altro non
accettò e dopo qualche minuto
passato a quel modo, sfinito dal peso che batteva sulle braccia
tremanti, si
divincolò rialzandosi dal letto e tendendo la mano al
compagno per essere
seguito, Seung obbedì. Il piccolo si schiacciò
contro al muro legando strette
le braccia attorno al collo dell’altro per poi saltargli
praticamente in
braccio incrociando le caviglie alla base della sua schiena,
nell’incavo
naturale creato dalla colonna, si fece possedere di nuovo in quella
posizione,
mai adoperata prima se non per gioco e da vestiti, tanto colse
impreparato il
suo hyung che quest’ultimo si ritrovò il leggera
difficoltà per potersi muovere
liberamente in lui, ma dopo vari baci e incoraggiamenti
riuscì a portare avanti
il rapporto da dove lo avevano interrotto. Infondo era normale, SeungRi
era
giovane e voleva provare cose nuove, ma si maledì mille
volte quando l’altro
cominciò a lasciare una serie di spinte che gli percuotevano
quell’angolo
sensibile dentro di sé, infatti non riusciva per niente a
trattenere quei
terribili gemiti urlati, carichi del suo nome e quasi di disperazione,
la
fronte corrugata e il viso contratto in un’espressione
sfinita, il sudore prese
a rigargli la fronte più di prima e i suoi versi amplificati
non fecero altro
che far eccitare ancora Seunghyun che di conseguenza spingeva
più a fondo.
Tutto durò finché SeungRi non riuscì
più a trattenersi dallo svuotare il suo
seme direttamente sull’addome del compagno posando poi la
fronte sulla sua
spalla cercando di riprendere fiato e supplicandolo di venire in quel
momento
perché se si fosse mosso ancora avrebbe fatto tornare
l’eccitazione e si
sarebbe dovuto sorbire un nuovo rapporto sfiancante. Quella sarebbe
diventata
la sua posizione preferita, ne era convinto. Ci vollero pochi istanti
per
permettere anche al più grande di raggiungere
l’apice rilasciando il liquido
dentro il corpo del ragazzo prima di issarlo un ultima volta su di
sé così da
permettersi di sfilarsi senza farsi del male, eccitato come pochi il
maknae non
riuscì a resistere all’istinto perverso di
inginocchiarglisi davanti per
leccare via il suo stesso seme dall’addome non troppo
muscoloso dell’altro che
lo guardava ancora con la vista appannata. Si stesero allora sul letto,
i
sospiri riempivano la stanza silenziosa finché una delle due
voci non ruppe in
modo irrimediabile quella sottospecie di pace.
-Ti amo, Seung.-
[datemi pure della
bastarda ma
io a finirlo così questo capitolo l’ho fatto
proprio apposta in quanto si
chiamano tutti e due Seunghyun, AMATEMI. E poi penso che sia davvero
troppo
lungo, non credo ci siano capitoli così lunghi in futuro
perché magari
annoiano, ma davvero mi era impossibile interrompere il momento xD
avvisate se
annoia ;;]