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Autore: reggina    29/01/2013    3 recensioni
Olga, Tatiana, Maria, Anastasia: quattro granduchesse, quattro giovani ragazze che la guerra e la rivoluzione hanno trasformato in giovani donne.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
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 “In molta saggezza è molto dolore. E colui che aumenta la conoscenza aumenta il dolore.”

 


                                                                                                                                                    (Ecclesiaste. 1, 18)


1916


Gli occhi azzurri di Olga Nikolaevna, fino a ieri sorridenti, sono socchiusi in un sofferente e silenzioso rifiuto. Il nasino all'insù dei Romanov, "il mio piccolo camuso" lo chiama Olga, è schiacciato contro un morbido asciugamano di lino.


Vomita la granduchessa.


Si è rifugiata in un armadio dell'ospedale militare dove da bambina è diventata infermiera. All'improvviso.


Lei non è come la zarina. Non è forte come Tatiana.


Ha cercato di sfuggire dalle brande piene di lamenti orrendi e pietosi, dalle ferite infestate di vermi che degenerano in cancrene, dall'afrore del sangue e del sudore.


È fuggita da quell’ossario di morte.

 


"Sono così grata di vivere in un'epoca in cui le persone sono così gentili!"


Quella frase innocente, ingenua, detta a Miss Eagar quando ancora era bambina ora ad Olga suona di scherno. Si era impietosita alla storia di Llewellyn, il principe del Galles a cui mozzarono la testa dopo morto.


Si raggomitola, con il corpo esile e tremante di una ventenne, contro l'anta di legno. Stanca e inqueta sembra una vecchia piuttosto che la timida e malinconica primogenita dello Zar. La ragazza che i principi di mezza Europa, fino a poco tempo fa, volevano come loro sposa.


Olga non lo vuole uno straniero. Non vuole lasciare la sua amata Russia eppure, in questo momento, tempo di pensare all'amore non ne ha. Pavel Voronov, l'ufficiale dello Standart di cui è stata innamorata appena ragazzina e che le ha spezzato il cuore sposando un'altra, le si affaccia prepotentemente tra i pensieri di morte che si rincorrono, si affastellano nella sua testa.


Olga lo scaccia con fastidio. Vorrebbe che suo padre fosse qui.


Le mancano le lunghe passeggiate con lo zar Nicola, le appassionate discussioni sulla letteratura e sulla politica. Lo zar è partito. Ha assunto personalmente l'alto comando generale delle truppe al fronte. Di quegli uomini, sprovvisti e impreparati, mandati ad un macello annunciato.


Quegli uomini che la zarina e le due figlie maggiori si vedono morire ogni giorno davanti agli occhi.


Resiste la Russia. Resiste Olga.


Cresce l'odio del popolo verso i regnanti. Cresce la sofferenza della lunatica e depressa Olga.


La lisa divisa da crocerossina ha preso il posto del vaporoso e sontuoso abito rosa indossato nella prima occasione ufficiale a Livadia. A sedici anni. La prima cerimonia da granduchessa, da donna.


Un giorno sarebbe zarina Olga se in Russia non esistesse la legge salica. Vedrebbe riconosciuti i privilegi che, da piccola, credeva spettassero ai primogeniti. Avrebbe ragione di non condannare i fratelli di Giuseppe perchè lo gettarono in una fossa. La colpa era del padre che negò la pelliccia al figlio maggiore.


Forse capirebbe i problemi del suo Paese meglio di qualsiasi altro. Dicono sia la più intelligente e consapevole la sensibile Olga.


Ma è anche la più fragile. Una ciocca bionda sfugge dal velo e si appiccica alla fronte sudata.


Ansima Olga. Non vuole tornare di là, nel terrore tra amputazioni e operazioni. Vorrebbe guarirli tutti quei valorosi soldati, trovare una parola di incoraggiamento, aiutarli come ha fatto con un bambino zoppo che, con i primi soldi che ha avuto da gestire, ha mandato in un sanatorio.


Non sapeva nemmeno usarlo il denaro fino all'altro ieri Olga! Cresciuta tra sete e velluti  è troppo fragile per sopportare le sofferenze degli altri per troppo tempo.


Vuole il suo pianoforte e le sue poesie. Vuole parlare di cose belle come il cielo e il sole. Vuole le affettuose fusa di Vaska.


Gli orrori della guerra l'hanno resa ancora più silenziosa e religiosa. Quando è troppo stanca sta un sacco di tempo a pregare, da sola, nella cattedrale di Sobor Feodorovski.


Sua sorella Maria, l'altro ieri, l'ha sorpresa a distruggere una finestra con il suo ombrello. Una di quelle sul ponte Khrestovi dove vi sono le scale e la pagoda in cima.


Ha un esaurimento nervoso. Le fanno iniezioni d'arsenico.


Resta ancora a tormentarsi Olga per ciò che ha visto, per quello che ha vissuto, per quello che non è riuscita a dare.


Sente l'ombra della morte ormai alitare, minaccioso, su di lei.


Poco cambia se è l'ultima volta che vede corpi straziati e occhi vuoti. Poco importa se da domani le assegneranno solo lavoro d'ufficio.
 

******


Questo primo capitolo è collocato, storicamente, durante la prima guerra mondiale quando la zarina Alessandra e le figlie maggiori Olga e Tatiana diventarono crocerossine.

* Lo Standart era la nave era lo yacht imperiale russo.

*Margaretta Eagar è stata bambinaia delle quattro Granduchesse dal 1898 al 1904.

*Vaska era il gatto di Olga.

*Le iniezioni di arsenico, a quei tempi, erano considerati un rimedio contro la depressione.

   
 
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