Fanfic su artisti musicali > Muse
Segui la storia  |       
Autore: mairileni    30/01/2013    10 recensioni
«Io odio arrabbiarmi con te, lo sai questo?»
«Sì.»
«E... ti sarai accorto che non è un grande periodo per me e la mamma, sì?»
Faccio sì con la testa.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buondì! \(*v*)/ 
 
Eccomi tornata con il capitolo 4! *v*
Per la prima volta da quando ho iniziato questa storia è stato proprio difficile scrivere ç_ç. Speriamo bene! 
 
Ma veniamo a voi! Non so che dire, sul serio, siete tantissime! *O* non so far altro che ringraziarvi e scusarmi se a volte non sono velocissima a rispondere alle recensioni o ad aggiornare! ç_ç
Quindi grazie davvero, di recensire e di leggere questa fic triste triste. <3 
Non sono una scrittrice troppo allegra, lo so. *pwo_, veramente non sei neanche una scrittrice*.
 
Comunque, io vi mando un bacio e vi auguro buona lettura *v*
 
Enjoy!
 
pwo_
 
 
*** *** ***
 
Matthew, soluzione
 
 
 
Martedì, 9 giugno 1992
 
 
Mi sveglio con la faccia premuta contro il cuscino, vestito esattamente come ieri, ad eccezione di pantaloni e scarpe, che giacciono da qualche parte per terra - ebbene sì, ho tenuto anche i calzini.
C'è qualcosa che mi disturba.
 
Realizzo solo dopo qualche secondo che è il mio compleanno e che ciò che mi disturba è il bussare continuo alla mia porta.
 
Dio, che palle.
Mi alzo ad aprire e mi rilancio immediatamente sul letto, senza nemmeno fare caso a chi ci sia sulla soglia.
Una voce sussurrata. Mia mamma.
«Buongiorno, Matthew, au-- oddio, ma cosa hai fatto ai capelli?»
«'Gliati.» soffio contro il cuscino.
«M-ma...quando?»
«Ieri.»
 
La sento sedersi accanto a me e cominciare a percorrermi il corpo con lunghe carezze, dalla testa alla schiena.
«È tutto ok, tesoro?» chiede in un sussurro, dopo un po'.
«Mh-mh.» rispondo, faccia contro la federa.
«Mi dispiace tanto per quello che è successo ieri, a cena. »
«'On importa.»
«Hey. Sì, che importa. Papà non voleva offenderti.»
E perché non è venuto lui a dirmelo?
«Tanto a lui quel taglio non piaceva.»
«Ma, no, tesoro, perché dici questo?»
«Non so.» e premo ancora di più la faccia contro il cuscino, mentre mento.
«Ma no, Matt, ora farete pace, oggi è un gran giorno, no? Auguri, quattordicenne!»
«'Anks, mom
«Ti alzi?»
«Mmmh...»
«Hey, ti ho accordato l'assenza da scuola, ma tu vienimi incontro!»
 
Mi tiro in piedi con l'agilità di un ottantenne e inizio a scegliere i vestiti da mettermi.
 
 
*
 
 
«Auguri, Bells!» esclama Dom, lanciandomisi contro non appena gli apro.
«G-grazie, Dom.»
«Oddio, ma cosa hai fatto ai capelli?»
Questa frase deve avere un qualcosa di speciale, a quanto pare.
«Tagliati.»
«Qu--»
«Ieri. Entra!»
«Oh...ok...per te.» dice, porgendomi un pacco abbastanza grande «Però aprilo quando te lo dico io, sì?»
«Sì. Grazie, Dom.»
«Ma figurati.»
 
In cucina mia madre sta sistemando le ultime cose per il picnic.
«Buongiorno, signora Bellamy!»
«Oh, ciao, Dominic, benvenuto! Come stai?»
«Bene, grazie, mia madre la saluta.»
«Ah, salutamela tanto. Sei pronto, per oggi?»
«Ovvio che sì! Ah, a proposito» dice, guardandomi con la coda dell'occhio «per caso stasera Matthew è libero? Cioè, se avete programmi non importa--»
«Beh, direi proprio di sì. È libero, intendo. Vero, tesoro?»
«Sì! Sì, lo sono.»
«Allora può dormire da me?»
«Per me non ci sono problemi! Oggi è un giorno speciale.» dice mia madre.
 
Mio padre entra nella stanza con passo pesante, un sorriso tirato sulle labbra.
«Allora, siete pronti? -- Oh, ciao, Dominic.»
«Buongiorno, signore.»
«Preparate le vostre cose, saliamo in macchina.»
 
 
***
 
 
Il viaggio nel grande suv di George Bellamy si prospetta più che piacevole; l'auto è comoda e spaziosa e sono seduto accanto a Matt, il che è sempre una garanzia.
 
Io e Matt chiacchieriamo, Paul ascolta la musica e i genitori, davanti, stanno in silenzio, la radio accesa al volume minimo.
«Ho sonno.»
«Oh, e andiamo, Bells!»
«Senti, non rompere, Dom.»
«Matt, ogni volta che saliamo su un mezzo di trasporto o vomiti o dormi!»
«E allora? È il motore che mi culla -- o che mi nausea, certo.»
Scuoto un po' la testa e porto gli occhi ai capelli del mio amico.
«Ma te li sei tagliati da solo?»
«Sì.»
«Ma sai che non sono per niente male, dico, sei bravo! Forse perché sei spettinato--»
«No, Howard, sono bravo, dici bene!» replica lui, occhi chiusi e testa rilassata contro il sedile, pronto ad una lunga dormita.
«Se non sfondi nella musica sappiamo che lavoro farti fare!» 
 
 
*
 
 
Dopo neanche dieci curve, Matthew si è sbilanciato fino a cadermi addosso, come previsto, quindi ora la sua faccia è spalmata contro la mia spalla destra, il suo respiro caldo sulla mia pelle.
 
E mi manca subito il fiato quando i miei occhi captano il movimento veloce dei tergicristalli sul parabrezza.
Piove.
Il padre di Matt impreca, la madre si prende la testa tra le mani e Paul accarezza velocemente la testa del fratello, ancora ignaro, addormentato contro di me.
«Quando si sveglierà...»
«Non preoccuparti, Mary, troveremo una soluzione.»
«Torneremo a casa?» chiede Paul.
«Ormai siamo troppo lontani, e--»
«Scusate! Io starei dormendo.» pigola la voce di Matt, gli occhi ancora chiusi.
«Tesoro, non so come dirtelo...»
 
Matt apre gli occhi e sbadiglia. 
Guarda distrattamente fuori dalla finestrino, e la sua espressione si trasforma in una smorfia di dispiacere e delusione.
«Ma-- ma piove...»
La madre compare dal sedile davanti.
«Tesoro, mi dispiace tanto...»
Matt si stropiccia gli occhi per eliminarne le rimanenti tracce di sonno.
«Non importa.» bisbiglia.
«Hey, Bells, non c'è problema, troviamo una soluzione!» cerco di rallegrarlo io «C'è qualche altro posto dove vorresti andare?»
 
Matt scrolla le spalle e mi sento inutile, perché sembra un bambino inconsolabile.
«Ci sarebbe il luna park, ma con la pioggia non so se--»
«Non importa, mamma.» la interrompe Matt «A me va bene se mangiamo in macchina e torniamo a casa, davvero, non c'è problema.» dice, sorridendo.
«Se no c'è sempre il Mac Donald's!» si inserisce Paul.
«Non è una cattiva idea!» rincaro.
«Mh...sì, perché no? Va bene!» esclama Matt, un sorriso da orecchio a orecchio.
 
Sorride sinceramente e sono invidioso del modo in cui riesce a farlo.
 
 
***
 
 
Il pranzo da Mac Donald's mi va bene.
 
E per quanto possa essere triste ammetterlo, nella mia testa ora lo ammetto, sì, che il picnic era solo un pretesto per costringere mio padre a stare con me.
Niente chiamate di lavoro a casa e niente possibilità di andarsene all'improvviso.
E Mac Donald's o picnic non fa differenza, no?
 
È per questo che sorrido, a venti chilometri da Teignmouth, in un giorno di pioggia.
 
 
*
 
 
«Doppio...Cheeseburger...perfetto, e per te?»
«Mmmh...che sorprese avete, nell'Happy Meal?»
«Oddio, Bells, davvero
Mi volto verso Dom lentamente, in modo teatrale, come piace a me.
«Non mi pare ci sia un limite d'età.» dico, per poi rivolgermi alla cameriera «C'è un limite d'età, per l'Happy Meal?»
Lei ride insolentemente sotto i baffi - e in questo caso non è solo un modo di dire.
«No, no, certo che non c'è.»
«Bene. Che sorprese sono rimaste?» chiedo ancora, pazientemente.
«Er...ci sono...dunque, la macchinina dei pompieri» inizia, trattenendo a stento un risolino «e poi l'ambulanza--»
«I pompieri, i pompieri, grazie.»
«Perfetto, allora. Ci vorrà solo un minuto.» conclude, una smorfia tremolante dipinta in viso nel tentativo di non scoppiarmi a ridere in faccia.
 
Cameriera Insolente se ne va, e mi accorgo solo ora del fatto che i componenti della mia famiglia al completo - e Dom - mi stanno fissando sbigottiti.
«Che c'è?» sbotto.
«Bells, hai appena preso un menù studiato apposta per bambini di età compresa tra i quattro e i sette anni.»
«Hey, Dom.» replico serissimo, puntandogli il dito contro con fare accusatorio «Ti danno una macchinina in regalo. È una cosa seria.»
Dom ride, e quando ritorna Cameriera Insolente con i nostri ordini è curioso di aprire la sorpresa anche lui.
 
 
***
 
 
Ecco.
Lo sta facendo ancora.
Matt solleva la fetta di pane che chiude il suo toast e osserva il ripeno di prosciutto e formaggio.
 
E potrei scherzarci ancora su, ma è suo padre a prendere la parola, e non so come, ma so già che andrà male.
«Matthew
«Mh?» è la sua risposta, mentre è intento a toccare con diffidenza gli ingredienti del panino.
«Smettila subito. Ci stanno guardando tutti.»
Matt solleva finalmente la testa, lo guarda, e non dice nulla, e immagino che se oggi non fosse il suo compleanno probabilmente gli avrebbe già risposto male.
«Stavo solo controllando che non ci fosse nulla di strano.»
«Cosa vuoi che ci sia, di strano? È un panino!»
 
Matt abbassa gli occhi, umiliato davanti a noi e a chi ci stava guardando incuriosito, e prenderei le patatine e le rovescerei in testa a George Bellamy, in questo momento, se potessi.
 
Perché sì, non saprà trattare con suo figlio, però a quanto pare è sempre capace di farlo stare male.
E lo odio.
 
 
***
 
 
Com'era prevedibile, durante il pranzo mio padre ha dato il meglio di sé, nascondendo dietro a sorrisetti forzati tutte le critiche che non aveva il coraggio di rivolgermi apertamente.
 
Però non riesco a non essere contento.
 
 
*
 
 
«Er...wow, una videocamera! Grazie, papà.»
«È professionale.» dice lui, avvicinandosi per mostrarmi alcune funzioni «Così puoi coltivare un nuovo interesse!»
Ignoro il messaggio subliminale come da prassi e annuisco, riflettendo su cosa dovrei fare adesso.
 
Aspetta, forse sarebbe carino se lo abbracciassi. 
No, non è vero, sarebbe tremendamente imbarazzante, e comunque è passato il momento, ora, si sta già accendendo una sigaretta.
 
D'accordo. 
Grazie papà. 
 
Chissà quanto hai speso.
 
 
***
 
 
«Grazie della giornata, signori Bellamy! Perdonatemi se vi rubo Matt, stasera!»
«Ma figurati, caro! Se non ti è di disturbo, siamo solo contenti di saperlo con te!» esclama mamma Marilyn.
 
Saluto casa Bellamy e porto il mio amico con me, come da programma.
La strada è praticamente deserta, l'odore di pioggia preme nel naso e una brezza calda accarezza la pelle scoperta dai vestiti leggeri. 
 
«Sei contento dei regali, allora?»
«Certo che sì!» sorride lui.
«È molto bella quella videocamera, sai?»
«Sì, mi sembra...buona, ecco.»
«Sì.»
«A proposito, quand'è che posso aprire il tuo regalo?» chiede, facendo cenno con la testa al grande pacco sotto al suo braccio.
«Sei impaziente, eh?» sorrido.
«Sì.» risponde lui imbronciato, cercando di tastarlo, come se fosse possibile capire che cosa c'è all'interno.
«Manca poco, manca poco.» sorrido io, con l'aria di chi sa.
 
«E comunque sì, mi sa che sei stupido, Dom.»
Lo dice talmente all'improvviso che scoppio a ridere: «E perché, di grazia?»
«Mi hai appioppato questo pacco enorme, mentre potevi darmelo a casa tua direttamente.»
«Non ero sicuro che saresti venuto.»
Mi allunga un'occhiata compassionevole: «Oh, e andiamo, Howard.»
 
Sorrido, e siamo quasi arrivati.
 
 
*
 
 
«Allora, questo regalo!»
Guardo l'orologio. 
«Un attimo, cazzo!»
«Dio, Dom, sto iniziando a pensare che sia una bomba.»
«Stai tranquillo, Bells.»
«Vabé, senti, io intanto mi metto a letto che ho sonno.»
«Ah, grazie della compagnia!»
 
Smette per un attimo di trafficare con il suo zaino da Stasera-Sto-A-Casa-Di-Dom e si volta: «Ma tu vieni con me.»
«Ma scusa, io non ho sonno.»
«Cazzi tuoi! A nanna, Howard!»
 
Nel poco credibile completo mutande-maglietta mi si lancia addosso a peso morto - dev'essere divertente, perché lo fa spesso - e mi costringe ad entrare nel letto.
 
Eseguo gli ordini di buon grado, perché mi fai ridere, Bells, e mi metti estremamente di buonumore. 
 
«Ora aspetta un attimo.»
Il mio amico esce dalla stanza e io aspetto, come mi è stato ordinato.
«Eeecco qua!» esclama Matt, tornando nella stanza con due coperte di lana tra le braccia.
Oh, no.
«No, Bells, no!»
«Cosa "no"?» chiede distratto, mentre stende le coperte una sopra all'altra sulle lenzuola - su di me.
«Fa un caldo cane, smettila!» grido, togliendomi quella lana ingombrante di dosso.
«Ma che cazzo dici, Dom, sei impazzito? Di notte la temperatura di abbassa!»
«Sì, ma di un grado o due, non di trecento! Io sudo, con queste!» 
«E cazzi tuoi!»
«Ma siamo a casa mia!»
«A casa tua non c'è un microclima, Howard, sai?»
«Ma che c'ent-- intendo dire che non puoi venire a casa mia e dettar legge!»
«Ah, no? Aaah, buono a sapersi!» dice, sfoggiando una finta espressione indignata «Buono davvero, Howard!»
Rido: «Sei un coglione, Bells. E comunque è ora di aprire il tuo pacchetto!»
«Cos-- adesso?»
«Sì. Mezzanotte.»
 
Mi godo la sua espressione serena mentre rompe la carta e attendo trepidante che finisca di aprire il suo regalo. 
 
 
 
*** *** ***
 
 
 
 
 
Eccomi ancora! •υ•
 
È stato terribile? ç_ç Spero di no, davvero! 
 
Grazie di aver letto, grazie se recensirete! Siete belle belle *v*
 
Un bacio, ci vediamo con il capitolo 5!
 
pwo_
 
 
 
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Muse / Vai alla pagina dell'autore: mairileni