6.
Mi fido di te?
Spamano
mi fido di te
mi fido di te
mi fido di te
mi fido di te
io mi fido di te
ehi mi fido di te
cosa sei disposto a perdere
[Mi fido di te; Jovanotti]
{Conquista del regno delle due Sicilie da parte della Spagna}
-Fidati di me-
Spagna non cercò di prenderlo per mano, quando ci aveva provato aveva ricevuto una testata nello stomaco, ma rimase quieto ad aspettare la reazione del piccolo bambino spaventato e testardo che aveva rubato a Francia.
Lovino continuava a guardarsi intorno, a scrutare gli occhi smeraldini del suo nuovo padrone, ad ascoltare con angoscia il respiro roco e profondo del "fratellone" che dopo così poco tempo lo aveva perso, i lamenti della sua gente misti a quelli delle due nazioni straniere.
Gli diceva di fidarsi, il figlio di Hiberia, ma come poteva farlo?
Anche del Nonno si era fidato e aveva lasciato lui e suo fratello in balia dei barbari, anche di Francis si era fidato, si era fatto vessare di tasse e ora era di nuovo solo e il desiderio di tornare da suo fratello si faceva sempre più irrealizzabile.
Non avrebbe mai più commesso lo stesso errore, mai più!
Il suo intelletto da bambino cresciuto troppo in fretta lo promise a se stesso nello stesso momento in cui la sua anima aveva preso una decisione totalmente diversa, guidata e ammaliata com'era dalle iridi dello spagnolo, così belle, sincere, profonde, troppo limpide per poter mentire.
Così mentre la sua testolina urlava mai più e piangeva e singhiozzava lui alzò la mano tremante verso il ragazzo e strinse forte la stoffa del suo logoro mantello.
-Io non mi fido di te...- ci tenne subito a precisare quando vide nascere sul viso di Antonio un sorriso vittorioso e gongolante -solo ho fame e ho voglia di levarmi tutta questa polvere di dosso, quindi portami a casa!-
{Scoperta dell' America}
-Fidati di me!-
Il tono di Spagna era perentorio, incalzante, mentre depositava con attenzione Lovino su di una cassa di legno, tra la confusione che animava il molo.
Osservò il bambino, i suoi grandi occhi nocciola, le guanciotte rosse e gonfie di stizza e l'unico sentimento che riuscì a provare fu di noia; nella trepidazione della partenza l'unica cosa di cui non aveva voglia era una delle solite bizze di Lovino.
-Io...io mi fido, ma tu non partire! Stupido bastardo è troppo semplice fare così!-
Quella sua frase, così diversa e sincera dal solito, fece capire ad Antonio che non si trattava di una marachella come le altre ma i suoi occhi erano già induriti dall' avidità delle scoperte, erano simili a pietre preziose, luccicanti e belli ma irrimediabilmente insensibili al mondo.
-Sarà questione di sei mesi, una sciocchezza per noi nazioni! Forza, fai il bravo e torna a casa da Belgio, non preoccuparti Lovinito!-
Il piccolo italiano non aveva ascoltato nulla di ciò che aveva detto, colpito com' era dalla voce forzatamente allegra ed incoraggiante del padrone, poi se ne era andato, gli occhi asciutti da un ira che ricacciava indietro la paura di perdere l'unico adulto che si era realmente preso a cuore la sua esistenza.
Nonno Roma diceva sempre che l'amore e l'amicizia se autentici ti portano a fare delle scelte, dei sacrifici, Antonio invece per il suo bene non aveva rinunciato all'unica cosa che gli avesse mai chiesto espressamente,non lasciarmi di nuovo solo, così aveva gettato ai porci tutto quello che di bello si era creato tra loro.
Ok, questo è uno schifo completo.
E' lungo ma fa schifo e io ci ho messo due settimane per pensarlo e scriverlo.
Lapidatemi, vi prego!
Akai