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Autore: Bitchesloveklaine    30/01/2013    2 recensioni
Dal prologo:
Perché è così che funziona, quando sei una ragazza. Vivi la tua vita con spensieratezza fino ai tredici anni, poi inizia l’angoscia fino ai diciotto. Non esci da sola, chiudi la porta a chiave quando dormi e, se ti è possibile, cerchi di stare sempre in compagnia. Dopo i diciotto anni sai che sei fuori pericolo, e ti godi i tuoi ultimi momenti di vita in tranquillità o ti carichi di lavoro, a seconda dei casi. È questa la vita del genere umano femminile da sessanta anni a questa parte.
Nasci, vivi la tua infanzia nell’innocenza e nell’ignoranza, cresci, capisci come gira il mondo, e muori.
- - -
Volevo specificare che sarà principalmente una Klaine, con molta Brittana, un po' di Finchel e accenni alla Quick. Coinvolgerò tutti i personaggi di Glee di cui alcuni saranno OOC.
Fatemi sapere tutto quello che pensate, critiche ben accette.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Blaine Anderson, Brittany Pierce, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4


Incontri (in)desiderati
 


Ho capito cosa intendono le persone quando parlano di “nervosismo”.

Non mi sono mai posta questo problema, vivo la vita come viene e riesco a vedere il lato positivo in tutto ciò che mi capita. Ad esempio, lavoro qui invece che in un bar dove l’unica cosa che dovevo fare era pulire i tavolini.
In questa casa, invece, le cose da fare sono molte di più. Oltre ad occuparmi della mia assistita, devo anche svolgere tutti gli altri compiti del personale, quindi pulire o aiutare in cucina.
Certo, non sono tra le spose, ma non sono nemmeno rimasta in quella camera al buio. E poi preferisco in questo modo, mi sento più libera di loro.

Ho capito cosa significa davvero essere nervosi quando mi hanno riferito che dovrò assistere Santana.
Non so perché ma da questa mattina non ne ho combinata una giusta: mi sono alzata troppo presto e non mi sono riaddormentata, svegliando la povera Kitty. Mentre preparavo la colazione ho rovesciato per ben due volte l’acqua calda, ricevendo un rimprovero dalla signora Rose. E mi hanno consigliato più volte di evitare i rimproveri da quelli di prima generazione.
Mentre preparavo il vassoio, mi sono caduti un paio di biscotti e ho dovuto perdere tempo per spazzare le briciole. Infine mi sono accorta di avere ancora le pantofole, e sono dovuta tornare in camera di corsa per cambiarmi.

E ora sono qui, davanti alla camera 215, quella di Santana. Sono le dieci passate, mentre mi hanno raccomandato di essere sempre puntuale.
Teoricamente lo sono, dato che sono arrivata un quarto d’ora fa, è solo che non so cosa fare. Con Kurt è stato tutto più semplice, non voleva parlare e io non l’ho infastidito finché non è stato lui a fare il primo passo.
Con lei non so come comportarmi, dato che sotto un certo punto di vista ci  siamo già conosciute. È passata circa una settimana, e ci siamo viste quella sera e un altro giorno, dove ci siamo presentate.
Mi è sembrata gentile, e piacevolmente sorpresa nel vedermi. Chissà, forse non credeva che mi trovassi qui.

Busso alla porta, aspetto qualche secondo, abasso la maniglia ed entro nella camera.
La trovo vuota, con le serrande alzate e il letto rifatto. Non faccio in tempo a girarmi che la porta del bagno si apre e... Oh.

È Santana.
È Santana appena uscita dalla doccia.
È Santana appena uscita dalla doccia che indossa solo un asciugamano, decisamente troppo corto.

Ha ancora i capelli bagnati, e qualche goccia sulla pelle. Ad esempio quella che dal collo le sta scendendo giù e...

Improvvisamente rientra in bagno e ne esce con un accappatoio più coprente e un po’ di rossore sulle guance.
Posso dire che quel rossore le da un’aria molto più bella e genuina.
Posso, vero?
Posso perché ormai l’ho pensato.

Mi ricordo di chiudere la porta della camera, gesto che osserva molto attentamente, e mi avvicino col carrello.

Tutte le frasi intelligenti che mi ero preparata sono improvvisamente sparite dalla mia testa, poiché mi accorgo solo ora che mi sta guardando in un modo stupito e piuttosto imbarazzato.

“Oh, ehm, ciao, credevo fossi Blaine...”

Ah, si spiega tutto. Si era messa in asciugamano per Blaine, non è così? Kitty l’altro giorno mi raccontava di alcune voci che girano su loro due.

Sento qualcosa allo stomaco.

È il nervosismo.


“Oh, scusa, ci avevano raccomandato di non avvisarti ma... ci hanno scambiati, lui ora sta da Kurt” Lei mi guarda perplessa, poi un lampo malizioso le illumina gli occhi e sembra che stia per dire qualcosa di estremamente interessante, ma si limita a un “Ah, sono felice per lui. Kurt è proprio un... buon ragazzo.”

No, a dir la verità non ho capito cosa intende con questa frase. Che sia stata anche con Kurt?
Non posso chiederlo, non sono affari miei e lei non me lo può dire, o sarebbe finita.

Però un briciolo di curiosità rimane. Lei sorride, alza le spalle e si dirige verso il guardaroba alla ricerca di qualcosa da indossare.

Io capisco che forse è arrivato il momento di andarmene, sono stata già abbastanza invadente, così le lascio il vassoio sul tavolo e mi dirigo verso la porta.

“Allora a tra qualche ora, Britt.” Mi dice sorridendo e... è un occhiolino quello? E a cosa si riferisce? Ah, giusto, al pranzo.


Mi ha chiamata Britt.

Dopo le devo portare il pranzo.

Mi ha chiamata Britt facendomi l’occhiolino.

Il pranzo.

L’occhiolino
.

“Certo” non so quanto sia alto il mio tono di voce, né se mi ha sentito, ma voglio solo uscire dalla camera il prima possibile, con ancora lo stomaco che si lamenta per non so che cosa.

È davvero questa l’ agitazione? A me sembra una cosa diversa da quello che mi hanno detto a riguardo.


* * *


Entro.

È la prima volta che devo pulire la camera accanto alla biblioteca, fino a ieri ci pensava Mercedes, ma visto che ‘lavoro’ da queste parti, hanno pensato di lasciare il compito a me.
E poi non la usa quasi nessuno, quindi una spolverata a settimana può bastare.

È una sala strana, c’è un pianoforte al centro, una piccola libreria e una scrivania ricoperta di carte ed altri oggetti di cui non conosco l’uso.

La cosa che mi ha colpito di più, oltra al pianoforte, è un mappamondo abbandonato per terra, in un angolo. È la prima volta che ne vedo uno.
Uno di quelli vecchi, intendo.

Ho sentito raccontare tante vole che un tempo esistevano altre terre, con altre lingue e culture. Non mi sono mai soffermato più di tanto a pensarci, anche perché non so proprio come potrebbe essere il mondo coperto da altre terre e non acqua. Ora, però, ho davanti un piccolo modellino di com’era la Terra prima della terza guerra mondiale. Riesco a riconoscere quella che io chiamo semplicemente nazione, ma dove qui c’è scritto si chiama America del Nord.
Sotto non c’è il mare, come rappresentato nel libro di nuova geografia, ma un’altra regione dell’America, specificata come ‘del sud’.
La curiosità mi sta divorando, così giro il mappamondo con delicatezza. Sembra che si distrugga al solo tocco, il che è molto plausibile, dato che ha più di cent’anni.
Accanto alla nazione America c’è un’altra distesa di mare solo che viene interrotta da un’altra terra e... oh.
È enorme.
Sono tipo tre blocchi di terra uniti, con in mezzo altri oceani. Leggo l’Europa, l’Asia e l’Africa. Per quel poco che so di storia, è stata l’Asia la prima ad aver iniziato i bombardamenti, distruggendo l’America del sud, ed è stata ripagata da quella del nord. Poi le cose sono degenerate con il coinvolgimento degli altri paesi.

Oggi non rimane niente di tutto ciò, solo qualche libro illustrato e vecchi siti internet. Ed io personalmente non so niente di questi posti, né riesco ad immaginarmi lingue diverse dalla mia. Come si fa a parlare in modi diversi?

Lascio il mappamondo e mi avvicino alla libreria.
Libri di geografia, libri di vecchia geografia, per tutto il primo scaffale.
Nel secondo, però, l’argomento è un’altro.

Musica.

Ne prendo uno e vedo fogli pieni di righe e pallini, con qualche parola inserita a inizio o fine pagina.
Credo siano spartiti, il signor Schuester mi ha detto che suo nonno gli aveva insegnato la chitarra e lui usava un tipo di fogli la cui descrizione è simile a quello che mi ritrovo davanti. Ripongo con attenzione il libro al suo posto, e mi dirigo verso il pianoforte. Questo l’ho già visto. Non  so dove, non so quando, ma l’ho già visto.
Sono spesso soggetto a questo tipo di deja vu, la maggior parte delle volte sono legati a mia madre.

Mi siedo sullo sgabello, che scricchiola un po’, e mi ritrovo davanti a una tastiera con tasti bianchi e neri.
Ne premo uno con il pollice destro.

Do.

So che è un do. Non so cosa significhi, ma so che quel suono è collegato a questa parola.
La mia mano si sposta, ma non mi sembra di averle dato questo comando.
Gli studi sull’inconscio sono arrivati a dire che anche questo può succedere. La mano sinistra si unisce a quella destra, e improvvisamente mi ritrovo a suonare.
Io, che suono, senza neanche sapere cosa sia questa melodia.

Le mie mani stanno prendendo velocità, intensificando il tocco, quando mi interrompo.
Qualcuno ha aperto la porta.

Ma certo, è Kurt, come potevo pensare che non mi sentisse?
Non che io mi sia davvero posto il problema, ma comunque non mi è concesso usare gli oggetti del Governatore o la sua famiglia.

Kurt ha l’aria di qualcuno che sta per dire qualcosa, più precisamente qualcuno che sta per arrabbiarsi. Ma non fa niente.

Si  morde le labbra, si gira e se ne va, richiudendo la porta dietro di se.

Non senza avermi prima lasciato un’occhiata davvero troppo profonda.

E strana. L’espressione più strana, ma allo stesso tempo bella, che io abbia mai visto negli occhi di una persona.

Riesco a collegarla a una sola parola, e credo sia sempre colpa dell’inconscio.

Sogno.



* * *


Noah entra in camera. Mi sembra giusto, mi aveva lasciato troppo in pace negli ultimi tempi.
In fondo è la sua seconda notte da uomo nuovamente sposato, e non c’è miglior modo di passarla con suo fratello.
Mezzo fratello, per la precisione.

So che è lui anche se non mi giro nel letto, d’altronde chi potrebbe essere a quest’ora?

Si infila sotto le mie lenzuola, senza neanche preoccuparsi di dire una parola. È questo il nostro accordo. Lui fa in modo che io venga rispettato, e io faccio quello che vuole lui.
Un giorno ha voluto provare cosa significasse stare con un ragazzo, e da quel giorno succede una o due notti a settimana. Spesso dopo che ha bevuto abbastanza per venire con me, o le notti in cui per problemi vari le mogli non sono ‘disponibili’.

Lui non è gay.
Non lo è perché l’unico piacere che prova, è quello di essere dentro di me, che può essere considerato simile a quello che succede con una ragazza.

Io non sono così.
Io non riuscirei mai a stare con una ragazza, neanche se è bella come Santana o Brittany.

Io semplicemente non provo emozioni per le altre persone, e non mi traumatizzo all’idea di stare con un altro uomo. Prima di pormi il problema della mia sessualità, mi sono imposto di non amare nessuno.
E a cosa serve l’orientamento sessuale se non ho intenzione di trovare una persona?
E a cosa serve trovare una persona se tra un po’ di tempo non starò più su questo mondo?

Per questo ho acconsentito.

Per questo non dico niente mentre le mani di Noah vagano su di me.
Quando, però, mi lascia un leggero morso sul collo, dentro di me arriva un flash.

Sembra un deja vu, ma so che non è un ricordo.

È più simile a una parola.

È una parola, un aggettivo.

Adolescienziale.   





L’angolo di Pervinca:

Ciao, eccomi con questo capitolo.

Oggi ho delle note un po’ meno random dell’altra volta.

Prima di tutto ho cambiato il titolo, è sempre una klaine ma avranno tanto spazio anche gli altri personaggi, quindi non mi sembrava giusto specificare.

Poi la Brittana mi sta prendendo più di quello che immaginavo, forse è colpa del fatto che Ryan sembra essersi dimenticato di quella coppia.

Non odiate Puck, perché Kurt è d’accordo.

I flash come quelli della klaine non saranno presenti proprio in tutti i capitoli, ma avranno una loro logica a fine storia.


Ora scrivo delle note più per noi (?)

Io mi sto impegnando ad aggiornare ogni settimana, e vi volevo chiedere se ne valesse la pena. Mi farebbe piacere qualche recensione in più, tutto qui.

Ma è uguale, non vi preoccupate.  

Ringrazio chi ha già recensito e inserito nelle seguite, mi fa davvero piacere.

Al prossimo mercoledì.
Ps: (lo so, non finisco più) fin'ora nei fine settimana ho pubblicato OS Klaine, ma sto elaborando una Crisscolfer. Sareste ugualmente interessati?

   
 
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