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Autore: Karrysmiles    31/01/2013    2 recensioni
Daphne Ludson e Logan Holse avevano appena firmato il loro patto con la morte.
Sopravvivere ricevendo fama e fortuna o morire e mantenere i propri principi?
-Congratulazioni, siete stati scelti come tributi per i 72esimi Hunger Games, ora stringetevi la mano!- esclamò lei.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Un'incubo infranse il mio sonno, mi svegliai di soprassalto cominciando ad ansimare.
Sognai l'arena, sognai i miei genitori e i miei amici mentre morivano lentamente ed in dolore.
Portai le ginocchia al petto cercando di calmarmi, mi distesi nuovamente per poi osservare il soffitto fino ad addormentarmi.
-Daphne- disse mia madre scuotendomi. 
Aprii gli occhi e guardai il finto sorriso di mia madre, dai suoi occhi traspariva preoccupazione.
-Ti ho preparato la tinozza per il bagno, sono riuscita a bollire l'acqua ed è calda, fai in fretta prima che si raffreddi-
disse per poi andarsene.
Mi diressi in bagno per poi infilarmi nella tinozza e cominciare a strofinare lo sporco.
Il nostro distretto era uno dei migliori, ma le condizioni economiche dei miei genitori non erano altrettanto migliori, la mia casa non possedeva un
buon impianto idraulico, niente acqua calda.
Ma non mi lamento.
Il 4 è uno dei distretti più ricchi, l'intera economia è basata sulla pesca.
Mio padre è un pescatore e mia madre vende il pesce catturato. Purtroppo non frutta granchè quindi a cena si mangia il pesce avanzato di fine giornata.
Oltre al pesce di mio padre delle volte raccolgo dei funghi, stando attenta a quelli velenosi.
Un solo morso e sei morto.
Dopo essermi asciugata mia madre mi diede un vestito cucito interamente da lei, era di un semplice abito corto fino al ginocchio di un color acqua
marina sbiadito. Pettinò i miei capelli lasciandoli sciolti impreziosendoli con piccoli fermagli con su delle perle, erano di quando era giovane. 
-Grazie- dissi con un filo di voce.
Gli occhi di mia madre erano lucidi ma mantenne comunque il suo finto sorriso.
-E' presto, andando a palazzo di giustizia passa a salutare tuo padre, ci vediamo a pranzo- disse per poi abbracciarmi.
Chissà se ci rivedremo a pranzo.
Cercavamo entrambe di illuderci con false speranze ma solo il destino poteva decidere della mia sorte.
Mi diressi al mare, da mio padre.
-Ciao papà- dissi io.
-Piccola- disse per poi abbracciarmi.
-Andrà tutto bene- continuò lui.
Rimasi in silenzio, dopo essermi goduta quell'abbraccio dovetti lasciare mio padre per dirigermi al Palazzo di Giustizia.
Oggi è il giorno della mietitura, sceglieranno una ragazza ed un ragazzo da ognuno dei 12 distretti per mandarci al macello in un'arena da cui su 24 solo
1 ne uscirà vivo. Tutto questo per intrattenere Capitol City, la città che schiavizza i nostri distretti per tenere il potere e fare la bella vita.
Era il mio quinto anno nel sorteggio dei partecipanti. Anche se le mie condizioni economiche erano disastrose i miei genitori mi hanno categoricamente
vietato di aggiungere il mio nome più volte per avere degli extra in cibo. 
-Ahia- esclamai quando mi perforarono il dito per lasciare il sangue su di un grande registro. 
L'ansia mi stava mangiando viva, cercai di rassicurarmi guardando tutte le persone che c'erano e sperando che vengano estratte al posto mio. 
Spostai la mia attenzione sul palco davanti al palazzo, le bocce di vetro da cui venivano estratti i nostri nomi erano già posizionate e Millicent Fischer,
l'accompagnatrice del distretto 4, era accanto ad esse con un sorriso gioioso. 
Dopo il noioso filmato sugli Hunger Games che ci propinano ogni anno Millicent Fischer si schiarì la voce avvicinandosi al microfono.
-E adesso sceglieremo i due tributi per gli Hunger Games- disse con il suo stupido accento di Capitol City. 
-Prima le donne!- replicò.
Infilò la mano nella prima boccia indugiando un po' per poi afferrare una strisciolina di carta.
Si avvicinò al microfono.
Non io, non io, non io, ti prego non io, non io, non io, non io.
-Valery Bauer- disse Millicent.
Sospirai dal sollievo. Non ero io.
-Valery Bauer? fatti avanti, coraggio!- disse Millicent. 
Sentii le persone accanto a me mormorare che quella Valery fosse morta ieri notte. 
Il nostro sindaco si avvicinò a Millicent sussurrandole qualcosa nell'orecchio.
-Deve esserci stato un piccolo errore, Valery non può partecipare agli Hunger Games, riposa in pace Valery,  scusate il malinteso!- disse Millicent
ridacchiando.
Si avvicinò di nuovo alla boccia, questa volta estrasse la strisciolina senza indugi e tornò al microfono.
Ti prego, non io, ti prego, fa che non sia io, non io, non io. 
-Daphne Ludson- esclamò Millicent euforica.
Strabuzzai gli occhi. 
Silenzio.
Se fosse caduto uno spillo si sarebbe sentito l'eco. Mi guardai intorno, tutti quelli del mio distretto mi guardavano con un'espressione indecifrabile.
Millicent mi fece cenno di raggiungerla.
Salii sul palco lentamente, rimasi impietrita.
-E adesso, tocca agli uomini!- disse lei. 
Si avvicinò alla seconda boccia e di nuovo silenzio. 
-Logan Holse- esclamò Millicent mantenendo la sua euforia.
Silenzio. 
Mi girai verso il sindaco, era il figlio.
Vidi lo sguardo di un padre terrorizzato. Logan salii sul palco e si posizionò accanto a Millicent.
-Congratulazioni, siete stati scelti come tributi per i 72esimi Hunger Games, ora stringetevi la mano!- esclamò lei.
Lessi negli occhi color ghiaccio di Logan la paura mentre stringeva la mia mano.
Felici Hunger Games - disse.
-E possa la fortuna essere sempre a vostro favore- aggiunse Millicent come ogni anno.
Congratulazioni? fortuna? avevamo appena firmato un patto con la morte.



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