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Autore: Nezu    22/08/2007    5 recensioni
Un ricordo che mi ossessiona fa apparire all'improvviso un ragazzo che non pensavo avrei più rivisto... (Demyx/Zexion, Axel/Roxas, Axel/Marluxia, Saix/Xemnas)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Organizzazione XIII, Riku
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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6.Tenken no hassou – Spedizione di controllo

< E così, adesso stai con questo Roxas?>

< Sì. Va nella nostra vecchia scuola, sai?>

< Bene, sono contento che tu sia riuscito a sistemarti. In fondo sembra un ragazzo simpatico.>

< Già. Mi dispiace per Marluxia, ma ormai è andata così.>

< Sembra che tra un po’ tutti i pezzi del puzzle andranno a posto.>

< E con il tuo tossico? Come va?>

< Non ha fatto cenno all’Hollow Pub, ma voglio vederci chiaro. Voglio andare in quel posto. Ho deciso che lo pedinerò e scoprirò perché va là!>

< Vuoi un accompagnatore?>

< Ti offri tu?>

< Possiamo venire io e Roxas, se vuoi. Non mi piace l’idea di mandarti allo sbaraglio da quelli del Mickey.>

< Per me va bene. Almeno verremo picchiati in tre.>

< Ti sento molto allegro! Bé, allora domani dopo la scuola?>

< Sì, avvisa Roxas. Ci vediamo, Axel.>

< Ciao, Dem.>

Demyx riattaccò il telefono. Aveva deciso di agire, ora che le cose si stavano sistemando. Axel si era trovato un ragazzo e sembrava molto più felice, Marluxia si era ripreso ed era tornato l’amico di sempre, Saix aveva finalmente potuto lasciare quella valle di lacrime e starsene tranquillo col suo Xemnas, Luxord e Larxen erano sempre più appiccicati e Xaldin e Xigbar si facevano gli affaracci loro negli angoli del cortile.

Cosa voleva di più? Zexion.

Zexion era la cosa più importante per lui ed era anche la situazione più incasinata. Non aveva potuto chiedere aiuto a Lexaeus perché il ragazzo era dovuto partire con i suoi genitori per un viaggio di lavoro del padre. Aprì l’armadio di camera sua per tirare fuori la sua amata Sitarra, un dono del suo nonno paterno. Era tramandata da generazioni nella sua famiglia, derivava da uno strumento dell’India, il Sitar appunto, ed era stata regalata ai suoi antenati secoli prima da non sapeva chi.

Si sedette sul letto impugnando lo strumento. Ora che ci pensava, gli sarebbe davvero piaciuto suonare qualcosa per Zexion, e presto ne avrebbe avuto la possibilità: il concerto di Natale della scuola, dove avrebbe suonato anche lui.

La prof gli aveva detto di portare il brano che preferiva, ma lui voleva qualcosa di speciale. Si mise a scorrere mentalmente tutti i pezzi che conosceva.

Aveva sentito suonare il Trillo del diavolo, ma non sapeva se sarebbe riuscito a suonarlo con la sitarra, visto che il brano era per violino. Forse poteva anche portare un brano moderno invece della solita pappardella classica. Pensò alle canzoni che gli piacevano particolarmente…

Poi finalmente si ricordò di una canzone...

Contento di aver trovato il brano giusto, cominciò a provarlo all’infinito, tanto non si stancava mai di suonare. Continuò fino a quando non appoggiò la testa contro lo strumento, addormentandosi all’istante.

La mattina dopo prese l’autobus per puro miracolo, anche perché cozzò rumorosamente contro Axel, anche lui in ritardo, di fronte alle porte del mezzo che si stavano chiudendo.

Quando entrambi riuscirono a sedersi col fiatone sui sedili dell’autobus, Axel tirò fuori dallo zaino un manga.

< Che roba è?>

< Me lo ha prestato Roxas. Si intitola “La stirpe delle tenebre”.>

< Ma è un manga yaoi!>

< Ti pare che mi faccia schifo?>

< Ah, hai ragione… Devo aver visto la serie animata, ma si chiamava “Gli eredi del buio”.>

< Già, almeno la versione animata era completa, il fumetto l’hanno bloccato all’undici…>

< Come mai?>

< Non ne ho idea, dovrò chiedere a Rox… Ha detto che viene anche lui, oggi.>

< Bene. Dove ci troviamo?>

< Si è fatto una giustificazione falsa per uscire prima da scuola, ci aspetta all’uscita principale.>

< Ok, Zexion esce sempre da quella.>

< Sicuro che andrà in quel bar?>

< No, ma lo spero. Altrimenti Roxas dovrà farsi continue giustificazioni.>

< Non è un problema per lui, ha una famiglia così ricca che praticamente tutti i prof lo trattano con i guanti!>

< Non è che gli corri dietro per i soldi?>

< Io non ne ho bisogno, anch’io nuoto nelle banconote, sai?>

< Sì, come no…>

Scesi dall’autobus, corsero verso la scuola e riuscirono a evitare Roberto, il bidello che li piantava una grana enorme tutte le volte che arrivavano a pelo. Entrati in classe, si accorsero subito che c’era qualcosa di diverso: dietro la cattedra non c’era soltanto il professore di tecnica come di dovuto, ma anche una bella ragazza sulla ventina, vestita con un camice bianco.

Sgattaiolarono al loro posto il più silenziosamente possibile.

< Allora ragazzi, questa è la signorina Quistis Trepe, un’insegnante della scuola vicina, il Mickey’s Istitute. – fece il prof – Questa scuola, insieme alla nostra, ha aderito ad un progetto che prevede lo studio della chimica già dal primo anno scolastico. Questa materia si baserà soltanto sulla pratica, con una breve parte di teoria all’inizio di ogni lezione, che durerà tre ore. L’attività verrà svolta da due classi per volta nel laboratorio di scienze, un giorno a settimana. La vostra classe lavorerà con la 1° C e sarete divisi in gruppetti da due.>

< Gruppi che deciderò io.> sottolineò Quistis lanciando un’occhiata ad Axel e Demyx.

< Già… quindi ora prendete l’astuccio, un quaderno e mettetevi in fila in corridoio che dobbiamo raggiungere il laboratorio.> concluse il professore.

In fretta Demyx si mise in fila accanto ad Axel.

< Cosa ne pensi di quella?> gli chiese il rosso indicando Quistis.

< Non saprei… È una del Mickey…>

< Ma l’hai sentita? Gruppi che deciderò io. Ma chi si crede di essere?>

< Chissà con chi ci metterà in gruppo… è un peccato, per un attimo ho sperato di lavorare con la classe di Zexion.>

< Tanto non ti avrebbe mai messo in gruppo con lui, con tutti gli sguardi languidi che gli lanci!>

< Io non gli lancio sguardi languidi!>

< Ehm-ehm.>

I due si voltarono di scatto e si trovarono accanto Quistis che li superò dopo averli uccisi con lo sguardo.

< Ti prego, fa che non ci abbia sentito.>

< E se ha sentito, sono affari suoi! Sai cosa me ne frega di quella vecchia racchia…>

< Ehm-ehm.>

Axel venne ucciso un’altra volta dal professore che passava accanto a loro e che lanciava sguardi di apprezzamento all’insegnante del Mickey.

< Dem, la prossima volta tagliami la lingua.>

< Va bene.>

Finalmente arrivarono al laboratorio dove i ragazzi della C erano in piedi uno accanto all’altro.

< Oddio, sembra un lager nazista…> sussurrò Ax.

< Zitto, o mi toccherà tagliarti la lingua.>

Anche i ragazzi della D si distribuirono uno accanto all’altro. Quistis passò tra le due file.

< Bene, ora vi divideremo in gruppi. È possibile che finiate in gruppo anche con uno non della vostra classe, intesi?>

Cominciò subito a dividere i ragazzi.

< Tra poco ci passa anche col metal detector… ma da dove viene questa? Non siamo mica all’accademia militare.>

< Axel, chiudi quella bocca, altrimenti ci ammazzano.>

Quistis arrivò a loro due.

< Bene…> mormorò fissando Demyx che non aspettava altro che la terra sotto di lui lo inghiottisse. Quando l’insegnante lo prese per il polso e lo mandò in coppia con Larxen, decise che avrebbe preferito essere sepolto vivo.

Ad Axel venne il colpo della strega appena Quistis lo trascinò accanto al suo nuovo compagno: Saix.

< … quasi quasi era meglio se perdevo l’autobus, ‘sta mattina.>

< Anch’io non sono felice di stare in coppia con te, testa quadra! Perché mi deve toccare un cretino del tuo calibro?>

< Chiudi il becco, cane pulcioso! Perché non corri dal tuo padrone, eh? Il tuo Xemnuccio ti starà aspettando…>

Una scarpa arrivò in faccia ad Axel.

< Che schifo, hai i piedi che puzzano!>

< Ma ti sei mai annusato? Puzzi da carne bruciata!>

< E tu da cane!>

< Zitto, encefalogramma piatto.>

< Microcefalo.>

< Verme bavoso.>

< Cane bagnato.>

< Piromane fallito.>

< Schizofrenico bavoso.>

< L’ho già detto io bavoso!>

< E chi se ne frega! Lo dico quanto voglio, bavoso, bavoso!>

I due continuarono il loro litigio culturale sotto gli occhi esterrefatti dei prof che non erano minimamente intenzionati a bloccarli.

< Signorina, è sicura dei gruppi che ha deciso?>

< Sì… più o meno. Ora basta, cominciamo la lezione!>

I gruppetti di due si misero uno per banco e cominciarono a lavorare su una roba non meglio identificata che doveva diventare in qualche modo satura.

Demyx non sapeva che cavolo volesse dire “saturo”, ma era molto più impegnato ad evitare le gomitate di Larxen che a trasformare quella sostanza in provetta.

Dal canto suo, Axel cercava in tutti i modi di spingere Saix contro l’armadio che conteneva l’acido solforico e gli altri corrosivi. Riuscì per un pelo a schivare un bisturi che lo sfregiato gli aveva lanciato contro e, voltandosi, gli prese un colpo: Marluxia si stava avvicinando in modo decisamente equivoco al ragazzo con cui doveva far coppia, un tizio dai capelli chiari e dagli occhi verdi stranissimi. D'altronde, pareva che il compagno di Marluxia avesse una vera e propria vocazione per la chimica, dato che aveva già concluso l’esperimento. Axel non poté più seguire la scena a causa della sedia che gli sfrecciò davanti al naso e all’infuriato Saix che gli si fiondò addosso.

Marluxia si avvicinò al ragazzo.

< Come ti chiami?>

< Vexen.>

< Hai già finito l’esperimento?>

< Sì, era una cavolata. Una soluzione satura è proprio una cosa di base.>

< Avevi già fatto chimica?>

< Vengo da una famiglia di scienziati, lavoro con le fialette da quando avevo tre anni. Tu, come ti chiami?>

< Marluxia.>

< Ah, sei quello dell’agenzia “Cuori infranti”.>

< Sono così conosciuto?>

< Tutte le ragazze della mia classe ci sono rimaste malissimo quando hanno scoperto che sei gay.>

< E tu?>

< Neanche tanto, in fin dei conti.>

< Mi fa piacere.>

< Bene.> tagliò corto Vexen.

I due si lanciarono un intenso sguardo, poi Marluxia improvvisò.

< Sbaglio o dobbiamo andare in sgabuzzino a prendere gli ultimi materiali?>

< Sì, hai proprio ragione.> mentì Vex alzandosi.

I due si diressero nel buio e intimo sgabuzzino della scuola, situato nell’area meno usata della scuola. Nessuno dei professori si accorse della loro scomparsa, anche se durò per parecchi minuti.

*

< Eccolo, sta uscendo.>

< Shhh, ci sentirà!>

Axel, Roxas e Demyx stavano spiando Zexion da dietro un muretto.

< Ecco che si dirige verso la stazione…>

< Basta, Ax! Non voglio la cronaca.>

I tre continuarono a seguire Zex per tutto il percorso finché non s’infilò nel labirinto di vicoletti che Demyx aveva già visto.

< Ehi, Dem. È questo il posto?>

< Sì, ne sono sicuro. Forza, muoviamoci!>

Corsero per il solito via e vai di stradine fino ad arrivare al famigerato bar. Demyx non riusciva a non guardarsi intorno col timore che l’orso Xaldin spuntasse all’improvviso e lo riportasse da Xemnas.

< Molto bene, uomini, stiamo per entrare nella tana del nemico. Forti e coraggiosi, ecco i nostri intrepidi eroi che vanno dritti alla meta...>

< Axel, se continui così ci scopriranno subito!>

Roxas afferrò Axel per il polso e, tappatagli la bocca, lo costrinse a entrare, seguito da Demyx. Avvistarono subito Zexion seduto al banco e corsero subito ad un tavolino coperto in parte da un paravento: perfetto per spiare senza essere visti.

Una ragazza mora dai capelli lunghi li si avvicinò.

< Desiderate?>

< Tre Radhler.> rispose Axel.

< Ax, io non bevo...> fece Dem mentre la ragazza si allontanava.

< Lo so, infatti sono per me!>

La ragazza tornò con le birre e Roxas riuscì a fregarne una al suo ragazzo.

< Meglio che ne prenda una io o un giorno ti ritroverò sotto un ponte.>

< Di sicuro un ponte è più pulito di casa mia. Ehi, chi è quello?>

Un ragazzo dai capelli argentati si era seduto accanto a Zexion e lo trattava in maniera decisamente equivoca. Roxas per poco non affogò nella birra.

< Quello è Riku!>

< Riku? E chi sarebbe?>

< E' un amico di mio cugino Sora, fa il primo anno al Mickey e faceva le medie nella vostra vecchia scuola.>

Demyx fissò attentamente il ragazzo argentato: era sicuro di averlo già visto, ma non ricordava dove...

All’improvviso Zexion si alzò dalla sedia, ma Riku gli afferrò il polso e lo trascinò con la forza in cesso. Demyx scattò in piedi pronto a seguirli: aveva avuto un lampo, un ricordo decisamente vivido. Axel lo bloccò.

< Dem, se ti scoprono ti ammazzano. Non puoi seguirli...>

< Mi sono ricordato, quello era uno dei teppisti che picchiavano Zex alle medie. Di sicuro è anche quello che l'ha massacrato l'altra sera.>

Axel lo lasciò subito andare e lo seguì verso il bagno con Roxas alle calcagna.

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Suspance!!! Oh, yes! Ok, scusate il ritardo, che non è un vero e proprio ritardo perché questo chap era pronto da più di un mese, ma volevo farvi attebdere ancora un po'... Sì, lo so, sono perfida! Ah Ah Ah!!! Vebbè, ammetto che Roxas è un po' troppo piccolo, ma cercate di capirmi, per me è un colpo al cuore dover aumentare l'età ai personaggi, già con Riku mi si erano torte le budella... Potete sempre far finta che Roxas abbia 13 e non 11 anni, tanto la sua età è ininfluente per la fic! Spero vi sia piaciuto il chap, io mi sono divertita molto a scriverlo, soprattutto grazie ad Axel e a Saix. Mi dispiace di aver fatto apparire Quistis (from Final Fantasy VIII) come una antipatica, ma in questo contesto ci stava troppo bene! Ringrazio tutte quelle che recensiscono e invito a continuare a farlo, mi aiutano davvero molto i vostri commenti! A presto, sciau sciau ^__^

   
 
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