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Autore: Enid    22/08/2007    1 recensioni
Due parole sulla trama: a Hogwarts c'è un nuovo arrivo, anche se tardivo: è Eleanor Caroline Riddle (appunto, ecco il titolo :P). Alcuni dei segreti che si nascondono dietro di lei, li ignora lei stessa, e sarà Eleanor a dover decidere cosa fare: nascondersi o lottare? Beh, credo che qualcuno di voi che frequentava Ioscrivo e FF.it già conosca questa storia, visto che l'avevo già postata in quei luoghi^^... beh, ora c'è anche in EFP, che oltretutto è un sito molto ben fatto^^... Ciao a tutti! Enid/Niobe/MammaCo
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Spero che fin qui vi sia piaciuta. Volevo solo ringraziarvi tutti per le recensioni, e spero che gradiate che dopo aver interrotto per così tanto tempo la pubblicazione, adesso la stia postando tutta di seguito... a volte ci sono dei problemi di internet qui :)... Per quanto riguarda una certa vostra antipatia per Malfoy, vedo che sono riuscita a fare quello che volevo fare... hihihi... ma continuate a leggere!! Uff. con questo html sto facendo un gran casino... :)

Capitolo 7

D’amicizia e di fiducia

 

Al mattino dopo, quando si svegliarono, erano ancora gasati per la vittoria. A colazione Malfoy non s’azzardò nemmeno ad avvicinarsi al quartetto…anche perché dopo la sfuriata di Eleanor era diventato un po’ più…timoroso.

Uscendo di Sala Grande videro un cartello, attaccato alla bacheca.

“ Aperto il Club Dei Duellanti”. Insegnante: Valenta Riley. Chi vuol iscriversi segni il proprio nome qui sotto. Le lezioni cominceranno lunedì alle 18:00“

Harry, Hermione e Ron avevano già partecipato ad un Club dei Duellanti. Ma l’insegnante era quell’incapace di Allock e avevano imparato solo come far cadere le bacchette, da lui. Invece la professoressa Riley era un’insegnante molto valida. Eleanor prese la penna e s’iscrisse. Hermione fece lo stesso, seguita da Ron ed Harry. Videro che anche Malfoy s’era iscritto.

- Speriamo che stavolta non ci sia Piton a far da assistente. – sospirò Hermione. – non vorrei ritrovarmi di nuovo con Millicent Bulstrode. –

- Già…e io con Malfoy. L’ultima volta fu un disastro. –

- Perché? – chiese Eleanor. I 3 ragazzi le raccontarono tutto quel che era accaduto il 2° anno.

- Tu sei un Rettilofono, Harry? – chiese sorpresa. Il ragazzo annuì.

- Già – rispose – Silente mi ha spiegato che quando mi fu inferta questa – e indicò la cicatrice – una parte delle sue capacità passò in me…tra cui la capacità di parlare il Serpentese. –

- Ah…anche io lo parlo. – disse Eleanor, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Hermione e Ron furono colti alla sprovvista da questa dichiarazione. Vedendo le loro facce Eleanor disse:

- Beh, sono sua figlia, è logico che lo sappia parlare. – Hermione e Ron annuirono, rendendosi conto dell’ovvietà della situazione.

Il giorno dopo, alle 18:00 in punto, quasi tutti gli studenti si ritrovarono in Sala Grande. Esattamente come 3 anni prima, i tavoli erano stati spinti alle estremità, ma non c’era nessun palco dorato (per fortuna! Ci sarebbe mancato solo un altro Gilderoy! NdComy^^)). La professoressa Riley era in piedi ad attendere che tutti si sistemassero. Accanto a lei c’era l’ultima persona che Harry, Ron ed Hermione si sarebbero aspettati di vedere: il professor Remus J. Lupin.

- Salve a tutti, ragazzi. – disse la professoressa. – credo conosciate quasi tutti il signor Lupin, visto che è stato vostro insegnante 2 anni fa. Diciamo che ho approfittato della sua presenza per fini dimostrativi. Oggi, infatti, si apre il Club dei duellanti: vi insegnerò quello che serve per un duello regolamentare. – fissò tutta la platea con lo sguardo, poi, fatto un cenno a Lupin, si misero in posizione. Si inchinarono, e cominciarono.

- Expelliarmus! – gridò Lupin.

- Locomotor Mortis! – disse, di rimando, la Riley dopo aver schivato. Lupin si ritrovò le gambe legate dall’incantesimo della pastoia e cadde a terra, non prima, però, di esser riuscito a disarmare la Riley. Valenta sciolse l’incantesimo della Pastoia, e aiuto Lupin ad alzarsi.

- Questa è una semplice dimostrazione: sono incantesimi che siete tutti in grado di usare. Ho messo i vostri nomi in questa ciotola – disse poi. – li estrarrò due a due e così si formeranno le coppie. – pescò con la mano nella ciotola – Granger e Bell. Thomas e Finnigan. Weasley Fred e Weasley George (Yuhuu! Gridarono i gemelli, contenti di potersi sfogare l’un con l’altro nelle maniere più “cattive” possibili!), Weasley Ron e Potter…- continuò ad assegnare le coppie quando – Riddle e Malfoy. – completò con altri nomi. Le coppie così selezionate si misero l’una davanti all’altra.

- Non lanciate maledizioni è l’unica regola, per il resto potete usare quel che volete. – disse la Riley – cominciate. –

Malfoy scrutò a lungo Eleanor. La ragazza aveva accolto con grande delusione l’estrazione, ma non poteva tirarsi indietro.

- Bene, bene…Eleanor. –

- Draco. –

- Sai cosa pensavo? –

- Tu pensi? – disse, sarcastica. Malfoy la ignorò.

- Pensavo che potresti non essere così male. In fondo, quel che ti rovina, sono solo le amicizie. Il tuo sangue è purissimo e discende da Serpeverde in persona. Mi chiedevo perché non fossi stata assegnata alla nostra casa. Ne saresti stata la regina. – Malfoy aveva cambiato tattica: visto che non poteva sconfiggerla, aveva deciso di farsela amica.

- Meglio ultima in Grifondoro che prima in Serpeverde. – rispose lei, sprezzante.

- Ma perché, Eleanor? – stavano girando in tondo, controllando l’uno le mosse dell’altra, aspettando il momento in cui uno dei due avrebbe abbassato la guardia, per poter attaccare.

- Vuoi sapere perché, Malfoy? Perché sono figlia di un piano ben congegnato, che però andrà a rotoli per il fatto che mio padre non ha tenuto conto della mia volontà –

- Non ne sarei tanto sicuro. Mi sarebbe piaciuto averti in Serpeverde. Potremmo andare d’accordo, se tu seguissi la tua…sete di sangue. –

- Io non ho sete di sangue. –

- Oh, sì, invece. L’ho visto quando mi hai affrontato l’altro giorno. I tuoi occhi ardevano di sete. –

- No! – Eleanor abbassò la guardia e Malfoy ne approfittò.

- Expelliarmus! – Eleanor fu colpita abbastanza forte, e buttata a terra. Ma non perse la bacchetta. Da terra, ancora semi distesa, del tutto accecata dall’ira, urlò

- Stupeficium! – e colpì Malfoy in pieno. Il ragazzo finì lungo disteso, schiantato. Era riverso a terra, con la bacchetta tirata diversi metri più in là, e si era creato attorno ai due un vuoto. Eleanor era ancora fuori di sé, si era rialzata e guardava storto chiunque le si avvicinasse. Harry, Hermione e Ron si erano avvicinati al limite della folla, e quando videro la scena rimasero più che male. Lupin e la Riley corsero dal ragazzo. Eleanor aveva mandato uno Schiantesimo di inaudita potenza. Quando si rese conto dell’accaduto, la ragazza si accasciò a terra. Lupin fece riprendere i sensi a Malfoy.

- Lo sapevo! – sussurrò il ragazzo, ancora un po’ inebetito.  – il sangue del Signore Oscuro è forte e tu sei tanto simile a lui! Vedrai, riuscirà nel suo piano: tu sei la sua creatura e tale rimarrai. - poi si riaccasciò indietro, tossendo.

Eleanor cominciò a piangere. Tutti la guardavano con paura e timore. Si rialzò e corse fuori di Sala Grande. Harry stava per rincorrerla, quando la professoressa Riley lo fermò.

- Vieni con me, Silente vuole te e i tuoi amici Granger e Weasley. –

- Ma Eleanor…-

- Lascia che si sfoghi. Poi la potrai andare a cercare. – il tono della professoressa non ammetteva repliche, e così, anche se di malavoglia, Harry, Hermione e Ron la seguirono. Entrarono nell’ufficio di Silente. Harry vide che non era solo: c’erano anche Remus Lupin e un grosso cane nero.

- Tartufo! – esclamò. Silente disse:

- Ora siamo tutti, Sirius, ti puoi anche ritrasformare. – il cane nero ridivenne l’uomo alto che era Sirius Black, il padrino di Harry.

Harry lo abbracciò: non lo rivedeva dal giorno dopo la finale del torneo Tremaghi.

- Adesso sedetevi, vi prego. – disse Silente. Poi fu Valenta Riley a parlare.

- Signor Potter, signorina Granger, signor Weasley, vi abbiamo convocati qui a causa degli ultimi avvenimenti. Voldemort sta diventando sempre più forte, e temiamo che i fatti ci sfuggano di nuovo di mano. Vedete, Eleanor Caroline Riddle non è solo la figlia di Voldemort: è anche il mezzo attraverso cui il Signore Oscuro vorrebbe perpetrare alcuni dei delitti più atroci. La madre di Eleanor insegnò alla ragazza a controllarsi, ma quando perde il controllo di sé…beh, quello successo oggi con Malfoy è solo una delle possibilità. Per questo vi chiedo di raccontarci, ancora una volta, tutto quello che successe ad Halloween. – Harry, Hermione e Ron rimasero basiti dopo aver sentito il discorso. Poi acconsentirono alla richiesta, e Harry cominciò a raccontare quello che avevano visto, integrato da Hermione e Ron nei punti dove non ricordava bene.

- La ragazza subisce molto l’influsso di Voldemort. – disse Sirius.

- Vorrei anche vedere! – esclamò Hermione – è sua figlia! –

- Non è quello che intendevo. È solo che, crescendo la forza di Voldemort, cresce anche l’influenza che lui ha su di lei. Forse Malfoy ha ragione a dire che dovete stare attenti. – i tre ragazzi non potevano credere alle loro orecchie. Eleanor era davvero così pericolosa per loro? Eppure…non poteva essere, cioè; era una Grifondoro, non avrebbe mai tradito i suoi amici. Silente sembrò leggere nei pensieri dei tre ragazzi.

- Non tradirebbe mai di sua volontà, ma l’influenza di Voldemort è forte. –

- Io…io non voglio credere che lei possa essere un pericolo. È solo una quindicenne, come me! – protestò Hermione.

- Non potete continuare a rifiutare di vedere la realtà, ragazzi. – disse Lupin – Eleanor è pericolosa solo perché è figlia di Voldemort, non perché è Eleanor. Non lo è certo di sua volontà. –

- Io…io non posso…accettare questo fatto. – disse Ron. – Noi siamo suoi amici, e questo è quanto: non possiamo abbandonarla. –

- Non è quello che vi si chiede di fare. – disse la Riley. – quello che vi si chiede è di riferirci ogni comportamento strano. –

- Adesso basta con questi discorsi. – sbottò Harry, largamente stufo – La state trattando come se fosse una…una…una spia, come se fosse una Mangiamorte! E Eleanor non lo è. Eleanor è esattamente come me, Ron ed Hermione. Non c’è alcuna differenza! Quella volta, ne sono sicuro, Voldemort usò una qualche formula, aveva una coppa, in mano, mentre parlava con lei, e ne aveva riversato il contenuto a terra, prima di sparire. E adesso chiedo scusa, ma c’è una persona che ha bisogno dei suoi amici. – i tre ragazzi si alzarono, aprirono la porta e uscirono, lasciando gli insegnanti del tutto spiazzati.

Quando la porta si fu chiusa, l’espressione sui volti degli insegnanti cambiò:

- Esattamente quel che avevamo previsto. – disse Silente. – La loro amicizia è salda: possono aiutare Eleanor. –

- Zio. – disse la Riley. – pensi che dovrò intervenire di nuovo, come 11 anni fa? –

- Forse no, Valenta, forse no. –.

Harry, Ron ed Hermione perlustrarono tutto il dormitorio di Grifondoro alla ricerca di Eleanor, senza successo. Poi si divisero, per cercarla nel parco. Il sole era tramontato da un pezzo, erano le 19 e la cena era già servita in Sala Grande. Di Eleanor, però, nessuna traccia. Si rincontrarono al campo di Quidditch, senza averla trovata.

- Lumos. – disse Hermione. La punta della sua bacchetta s’illumino e sparse un po’ di chiarore sui visi dei tre amici.

- Non l’avete vista da nessuna parte? – chiese ai due ragazzi.

- No. Ho anche chiesto in giro ai ragazzi che incontravo, ma nessuno l’ha vista. – disse Ron. – e Hagrid nemmeno.

- A questo punto c’è solo un posto dove non abbiamo controllato…- disse Harry.

- La Foresta Proibita. – finirono in coro Hermione e Ron. Prima di avventurarvisi, presero i mantelli. Faceva molto freddo. Hermione prese anche quello di Eleanor. Non l’aveva preso, e probabilmente stava tremando di freddo. Harry aveva preso anche il mantello dell’invisibilità di suo padre. Non si sapeva mai

- Non separiamoci. – disse Hermione – la foresta è troppo pericolosa per andare da soli. - 

- Ok. – risposero gli altri. Badarono che non ci fosse nessuno in vista, e si inoltrarono nella foresta, per la seconda volta in meno di due settimane.

Utilizzando la Lumos fecero in modo di rischiararsi il terreno. Ad un tratto un fruscio li fece sobbalzare. Spianarono le bacchette innanzi a loro. Era un centauro.

- Fiorenzo! – esclamò Harry. Era il centauro che 4 anni prima lo aveva salvato dalla morte.

- Harry Potter! Che piacere vedere che sei ancora vivo. – una frase del genere, che detta da un umano poteva essere del tutto malaugurale, detta da un centauro era molto più un “che piacere vederti”. Strani esseri, i centauri.

- Che ci fai qui, Harry Potter? –

- Sto cercando una persona. È alta come la mia amica Hermione – e indicò la ragazza – coi capelli lunghi bianchi e neri. –

- La figlia di Tom Orvoloson Riddle. – commentò Fiorenzo. – perché la cerchi? –

- Perché è una nostra amica,  siamo preoccupati per lei. – rispose Ron, spazientito.

- Allora, Fiorenzo, l’hai vista? –

- Sì. O meglio, l’ho intravista. Stava scappando in quella direzione. – e indicò la sua destra.

- Grazie, Fiorenzo. – disse Harry.

- Di niente, Harry Potter. – e scappò via. Harry, Hermione e Ron presero il sentiero

 indicato loro dal centauro.

Camminarono per una buona mezzora, stando ben attenti a tenere gli occhi aperti: la foresta Proibita era davvero molto pericolosa. Ad un tratto Hermione li trattenne per una manica. Vicino ad una grande quercia, che aveva almeno 2 o 300 anni, era accovacciata una figura che sembrava umana. La luna calante, prima dell’ultimo quarto, fino ad allora coperta, sparse i suoi raggi per le fronde e attraverso i fori in alto, anche sul terreno. Un raggio colpì i capelli di Eleanor, il bianco più che mai risaltava sul nero. Tremava, Hermione non sapeva se dal freddo o dalla tristezza. Si fecero avanti lentamente, senza far rumore. La ragazza era accucciata a piedi della quercia, con le braccia che cingevano le ginocchia e la testa appoggiata su di esse. Le arrivarono da dietro e Hermione le mise il mantello sulle spalle.

- Chi c’è? – chiese, voltandosi. – Hermione, Ron…Harry. – disse poi, vedendoli.

- Ciao Eleanor. – le disse Hermione – non ti faceva freddo? –

- Sì, grazie per avermi portato il mantello. – disse. Una lacrima le scivolò sulla guancia, impiastricciandole i capelli sul viso. Aveva una mano escoriata.

- Che hai fatto alle mani? – chiese Ron, accucciandosi davanti a lei, e prendendole le mani.

- Sono inciampata e volata per terra. Ma non mi fa male. –

- Sono ore che ti cerchiamo, lo sai? – le disse Harry, mettendosi accanto a lei. – ci hai fatto prendere un colpo, quando sei scappata così. – era tranquillo, e la voce, pacata, non nascondeva rimproveri.

- Scusate, ma…dopo quello che ha detto Malfoy…-

- Quello apre bocca e le da fiato, non pensa mai a quello che dice. – le disse Hermione.

- Sì, ma gli ho mandato uno Schiantesimo fortissimo…per un attimo ho temuto di averlo fatto fuori. –

- Non sarebbe stata una gran perdita…- commentò Ron sottovoce.

Eleanor lo guardò. Vide dal viso che stava solo scherzando, perché una smorfia birichina gli apparve sul volto.

- Non te ne devi preoccupare. – disse Hermione – In fondo, non c’era una regola che vietava gli Schiantesimi, no? È colpa tua se lui non l’ha schivato? –

Eleanor recuperò un vago sorriso.

- Perché ti sei avventurata fino qui? Lo sai che è pericoloso. – le chiese Harry.

- Sì, lo so…ma almeno qui non avrei incontrato nessuno che non m’avesse cercato. –

Harry si alzò da terra. Le tese la mano.

- Su torniamo al castello. Dobbiamo ancora cenare e il mio stomaco fa già i capricci. – le disse, con un sorriso. In quel momento lo stomaco di Ron lanciò un gorgoglio disperato, che scatenò l’ilarità di tutti.

Si rialzarono e si incamminarono verso il castello. Sulla porta c’erano Lupin e Tartufo.

- Harry. – disse Lupin.

- Scusi, professore, per prima. Ma i discorsi di quel genere mi fanno quell’effetto. –

- Abbiamo notato. – disse. – Adesso andate a mangiare. Miss Riddle, sta bene? –

- Po…potrebbe evitare di chiamarmi per cognome? Sono Eleanor Caroline, e basta. –

- Va bene, Eleanor Caroline. Come vuole lei. – strizzò l’occhio ai 4 ragazzi. Tartufo si fece accarezzare a turno da tutti e quattro e gratificò Harry con uno sguardo d’intesa. Salutarono il quartetto e se ne andarono. Portarono Eleanor a farsi curare in infermeria le mani, e quando madama Chips le ebbe disinfettate e guarite, andarono a mangiare.

Sala Grande era deserta. Cosa normale, visto che erano quasi le 21. Al tavolo di Grifondoro c’erano ancora pietanze fumanti, pronte per i 4 amici.

Si servirono abbondantemente, vista la fame, e anche Eleanor mangiò di gusto. Poi, ad un tratto, si fermò.

- Harry, di che stavate parlando, prima, col professor Lupin? –

Harry la fissò, poi passò uno sguardo ai due amici, che annuirono. Il ragazzo le raccontò quello che era accaduto nell’ufficio del Preside. Eleanor per poco non si mise a piangere di nuovo, ma Harry le disse:

- Noi sappiamo che tu sei perfettamente in grado di resistergli. E non ti abbandoneremo. – Eleanor cacciò le lacrime indietro. Alle 22 rientrarono in dormitorio. I ragazzi di Grifondoro erano ancora piuttosto sospettosi e diffidenti nei confronti di Eleanor. Solo Fred e George (come al solito) non avevano preso la cosa tanto sul tragico, e quando il quartetto fece il suo ingresso in Sala Comune, cominciarono ad applaudire freneticamente al suo indirizzo, seguiti a ruota da Lee Jordan.

- Grande! – esclamarono – Malfoy se l’è proprio meritata! È una cosa che andava fatta molto tempo fa…mi chiedo perché non ci abbiamo pensato noi… – Eleanor sorrise, confortata da queste dimostrazioni di solidarietà. In camera, però, Lavanda e Calì erano diventate, se possibile, ancor più paranoiche. E la mattina, oh gioia, le aspettava una lezione della Cooman, che era stata rimandata per “influenze negative”.

Hermione cominciò a spazzolarle i capelli, che erano ancora pieni di foglie e rametti. (insomma, sembrava lei stessa un arbusto…eheh NdComy^^)

- Sei caduta proprio male, ma come hai fatto? –

- Sono inciampata su un sasso…stavo piangendo e non vedevo dove andavo. –

- Adesso a letto. Un buon sonno e quel che ci vuole…a tutt’e due. – disse.

- Ma i tuoi capelli...–

- Oh, le tue mani non stanno ancora bene, perciò devono riposare. –

- Ma…-

- La dottoressa Granger ha parlato così. E ora a letto. – le sorrise e si ficcarono sotto le morbide coperte rosse e oro, il baldacchino semi aperto.

Harry e Ron si erano addormentati appena messa la testa sul cuscino. Eleanor, invece, non riusciva a dormire: aveva gli incubi. Decise di leggere un po’, così pronunciò la Lumos e iniziò a leggere. Era un vecchio libro di favole, leggende e profezie che le aveva regalato sua madre tanti anni prima, e che adorava leggere allorché aveva gli incubi. Le figure, animate, delle illustrazioni, mostravano cavalieri al salvataggio di principesse in balìa di stregoni neri, streghe e maghi impegnati in lotte per liberarsi di un mostro, e tutto ciò che la fantasia di un bambino può apprezzare e assimilare. Sapeva a memoria la gran parte di esse, ma ce n’era una che non osava mai leggere, infatti, narrava di una profezia. Essa diceva che il Signore Oscuro avrebbe vinto se la sua discendenza gli fosse stata fedele. E Eleanor sapeva che Voldemort, suo padre, era disposto a tutto pur di avere la sua fedeltà. Con sua madre era fuggita per anni dai Mangiamorte che volevano prenderla per allevarla secondo le loro regole. Per anni aveva temuto che ciò si avverasse. Specialmente quando di notte sognava di segrete umide e puzzolenti, dove uomini alti e vestiti di nero, incappucciati, l’avevano obbligata a usare le formule più abbiette. Erano solo incubi, ma alcuni di essi erano così nitidi da sembrare reali. Si svegliava sempre di soprassalto, sudata e impaurita. Finché sua madre era in vita andava a cercare il suoi abbraccio, ma ora, l’unica cosa che poteva ricordarglielo era quel libro.

Riuscì a riaddormentarsi, col libro sul petto. Al mattino fecero tutti molta fatica a svegliarsi, specialmente pensando che avrebbero avuto lezione con la Cooman.

Si incrociarono, assonnati, in Sala Comune, e poi scesero in Sala Grande, a fare colazione.

- Uff…che incubo. – sospirò Eleanor.

- Hai avuto un incubo? – le chiese Hermione.

- No: è un incubo il modo in cui mi fissano. -

- Su, prima o poi smetteranno. – disse Ron. – Comunque l’incubo deve ancora arrivare:: stamani abbiamo la Cooman. – sospirò.

- Ugh…non so se sarò in grado di sopportarlo, oggi. – disse Eleanor – e poi chissà che razza di predizioni ci farà fare. Si scatenerà, con tutto quello che è successo ieri. –

- Davvero non capisco perché non l’abbiate mollata…- disse Hermione.

- Perché l’alternativa sono materia troppo impegnative: già facciamo fatica così. – rispose Ron – Non siamo mica dei geni come te. –

Finirono la lauta colazione, poi si divisero, Hermione andò ad Aritmanzia mentre Harry, Ron ed Eleanor salivano su, verso la torre Nord. Entrando nella stanza, l’atmosfera sembrò loro ancora più opprimente. Il fuoco scoppiettava, con le erbe aromatiche dentro che spandevano un odore pungente. Le finestre erano coperte dalle solite tende rosse, e la luce era così soffusa che dubitavano di riuscire a vedere qualcosa, anche con l’Occhio interiore.

- Salve, ragazzi. – disse la professoressa, sbucando fuori alle loro spalle – Buongiorno. –

si andò a sedere sulla sua poltrona, seguita da Calì e Lavanda, che si sistemarono davanti a lei.

- Oggi voglio che leggiate i tarocchi, però ognuno li leggerà a sé stesso. Prendete gli arcani completi e usate la smazzata che preferite. Io passerò tra i banchi a controllare che stiate leggendo in modo corretto. –

Harry e Ron sbuffarono, recuperarono il mazzo dalla pila che c’era nell’armadio, e cominciarono. Eleanor prese il suo mazzo personale, e cominciò a mescolarle.

Cominciò a tirare fuori le carte, una ad una. Era un’azione meccanica per lei, come leggerle. Ad un tratto aggrottò la fronte a lei s’avvicinò la Cooman

- Cara, ma che carte sfavorevoli…non è una bella smazzata…mi spiace. –

Harry e Ron si voltarono verso l’amica per dirle di non farci caso, ma l’espressione corrucciata di Eleanor fece capire loro che, una volta ogni tanto, la Cooman aveva ragione.

- Eleanor, tutto ok? – chiese Ron.

- No. Le carte dicono che la morte s’avvicina a me. Ma non mi dicono se mi toccherà o se mi lascerà. Inoltre dicono che i miei amici saranno in pericolo. – si prese la testa fra le mani. – Tanto va sempre a finire così: sono un pericolo per chi mi sta accanto. –

Harry s’alzò e si avvicinò a Eleanor. Le posò una mano sulla spalla.

- Dai, su: qualunque cosa sia non sei sola: ci siamo anche io, Ron ed Hermione. –

Eleanor si voltò verso di lui.

- Grazie. –

Harry finì la sua lettura in grande stile: inventando disgrazie su disgrazie, così come Ron. La Cooman, soddisfatta, li lasciò andare, alla fine dell’ora, senza compiti.

Arrivarono a Trasfigurazione, dove si riunirono a Hermione. Eleanor non volle far parola con lei della lettura.

   
 
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