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Autore: Oblivion1039    31/01/2013    0 recensioni
«Lui. I suoi occhi eran perfetti. Vivi, profondi, luminosi. Per non parlar del suo sorriso, pure lui perfetto. Vivevo di quel sorriso. Quel suo sorriso così magnetico, radioso, contagioso, sincero. Così perfetto, che avrei voluto tanto appropriarmene.
Si può morire di sorrisi?»
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo
 
II

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Domenica 3 Agosto.
 
Mal di schiena. Mi svegliai sdraiata sul pavimento. L’unico suono che sentivo, seppur soffuso per essermi appena svegliata, era quello della tv: mia mamma era già andati al lavoro.
Debolmente mi alzai, solo dopo alcuni istanti realizzai che Ade dormiva beatamente sul divano sul quale ci eravamo addormentate la sera prima, e dal quale, a quanto pare, io ero caduta mentre dormivo.
«Ade, sveglia!!» Nessuna risposta.
«ADE!» le dissi alzando il tono della voce, e dato che non bastò la feci cadere dal divano, sperando non mi ammazzasse dopo.
«ELI! SEI IMPAZZITA??» mi disse scioccata per il risveglio traumatico, in piedi davanti a me e con gli occhi sgranati.
«Scusa Ade, ma non ti si riesce proprio a svegliare da quanto dormi profondamente.» dissi ridendo un po’, e avviandomi verso la cucina. «E poi hai da fare oggi no? Non ti sei scordata quello che è successo ieri sera, no?»
«Come potrei dimenticarlo..»
«Appunto! Quindi vieni che facciamo colazione e poi ci prepariamo.»
Una volta pronte uscimmo di casa ed accompagnai Ade da Will, ma per non essere il terzo incomodo sarei andata a fare un giro e poi sarei tornata da loro dopo avergli lasciato il loro spazio.
«Ok, siamo arrivate. Pronta?»
«No.»
«Ade! E’ tanto che aspetti questo momento, non fartelo sfuggire. E anche se hai paura io sono qui fuori, puoi chiamarmi in qualunque momento.»
«Non ce la faccio a parlargli! Mi svaniscono tutte le parole quando lo vedo! Farò soltanto una brutta figura.»
«Ma cosa stai dicendo! Guardati, sei la ragazza di cui è innamorato. Basterà andare da lui e poi tutto andrà per il verso giusto, vedrai.» le dissi abbracciandola per incoraggiarla.
«Mmh.. ok. Vado. A dopo.»
«A dopo. In bocca al lupo!» Mi fece un sorriso ed entrò.
 
Erano passate ormai 2 ore. Ero andata per le vie della centro a fare una passeggiata perché proprio non sapevo cosa fare.
Mentre stavo tornando da loro mi arriva un messaggio di Ade “Sono fuori casa di Will, mi vieni a prendere?” e senza risponderle mi avviai verso di lei. Arrivai nemmeno 5 minuti dopo dato che ero già vicina a casa di Will.
«Allora??» le chiesi tutta sorridente e curiosissima.
«Ehm..»
«Ade non puoi tenermi sulle spine! Parla, subito!»
«Va bene va bene! Ti racconto tutto!» disse ridendo, ci sedemmo su una scalinata vicino a casa di Will e iniziò a raccontare.
«Quando gli ho suonato il campanello stavo morendo dall’agitazione: mi sudavano le mani e non smettevo di torturarle. Poi, quando mi ha aperto, non so nemmeno descrivere le sensazioni che ho provato. So solo che il suo sorriso era una cosa perfetta. Mi ha fatto entrare e ci siamo seduti sul divano. Abbiamo iniziato a chiacchierare.. stavamo così bene a parlare che è volato il tempo. Poi dopo aver parlato, ci siamo guardati negli occhi per un po’ di istanti e.. ci siamo baciati. Non abbiamo nemmeno dovuto parlare su quello che è accaduto ieri sera perché già sapevamo cosa voleva dire quel bacio. E’ stato bellissimo Eli.»
«Sono contentissima per te, finalmente vi siete fatti avanti! Ora che hai intenzione di fare?»
«Andrò a casa, devo fare alcune cose. Poi stasera esco con Will, mi ha invitato ad uscire. Quindi.. potresti venire da me per aiutarmi a decidere cosa mettere? Sono agitatissima. Eppure non dovrei.. ma lo sono. E’ la prima volta che usciamo non da amici. Ti prego!»
«Ok, passo da te dopo pranzo. Ma non potrò stare molto perchè devo uscire con Harry.»
«Oh, ok. Mi andrebbero benissimo anche cinque minuti, basta che mi aiuti! A dopo, ciao.» Mi abbraccia e se ne va.
Saperla così felice rendeva felice anche me. Il suo sorriso era stupendo, ma soprattutto contagioso.
 
Tornata a casa mia da quella di Ade e avendola rassicurata un centinaio di volte sul fatto che stesse bene vestita in quel modo e sarebbe andato tutto per il meglio, mi sdraiai sul letto e continuai  a leggere un libro, quando sento qualcuno bussare alla porta della mia camera. Sentii la porta aprirsi ma non sentii nessuno parlare, così appoggiai sulle gambe il libro in modo da lasciare libera la visualeInizio moduloFper poter vedere chi era entrato.
Appoggiato allo stipite della porta trovai Harry con una faccia dubbiosa e le braccia incrociate.
«Che c’è?!»
«Non dovevi essere pronta alle sei??» mi disse con un leggero tono accusatorio.
«Ma io sono pronta!!»
«Si come no. Ed esci in quel modo?»
«Ah-Ah che divertente. Dai esci, cinque minuti e sono fuori.»
«Ti cronometro.»
«Oddio ma oggi sei diventato la simpatia in persona??» Rise mentre lo buttai fuori dalla porta della camera.
Quando aprii la porta, lui, che era appoggiato alla porta, cadette per terra. Non potei fare a meno di ridere a crepapelle.
«Ma non ci mettevi cinque minuti??»
«No, ti ho dimostrato che so essere più veloce! Ma la prossima volta sii più intelligente e non appoggiarti alla porta se sai che la devo aprire dopo!» Ridendo ancora lo scavalcai per uscire dalla porta e scendere le scale di corsa.
«Forza, andiamo!!»
«Si si arrivo..» lo sentii borbottare sulle scale.
 
Uscii fuori e mi sedetti sui gradini. Qualche istante dopo sentii Harry sedersi accanto a me.
«Allora.. non mi hai ancora detto cosa dobbiamo fare.»
«Andiamo a comprarmi dei vestiti.»
«Comprarti dei vistiti? Cosa? Perché? Che centro io?»
«Perché mi servono. E tu mi accompagni.»
«E chi ti ha detto che ho voglia di accompagnarti a comprare vestiti?»
Lui accennò un sorriso. Infatti mentre lo dicevo non mi accorsi che eravamo già alla fermata dell’autobus, come se avessi accettato di accompagnarlo fin dall’inizio.
Saliti sull’autobus ci sedemmo in fondo, nei posti a quattro: io affianco al finestrino dando le spalle al conducente, lui dalla parte opposta ma seduto al posto più interno.
Non fiatavamo. Lui ascoltava con una sola cuffietta la musica, ma riuscivo a sentirla piano pure io, tanto da poterne battere il tempo con le dita sulle cosce. Io alternavo lo sguardo sul cellulare e poi fuori dal finestrino, poi di nuovo sul cellulare e infine uno sguardo veloce a cosa faceva lui. Mentre guardavo il cellulare mi stupii del fatto che messaggiassi così poco, nonostante avessi tormentato i miei per avere una promozione con una marea di messaggi gratis che poi non usavo.
Mi dovette dare un colpetto sulla gamba perché m’ero persa nel guardare ciò che avevo intorno a me e non avevo notato che il tempo trascorreva ed eravamo arrivati al centro commerciale.
Entrammo dentro e fui invasa dal fracasso della folla che camminava veloce davanti alle vetrine, per poi fermarsi di colpo quando qualcosa esposto attirava la sua attenzione. Mi voltai per qualche istante per vedere Harry che concentrato cercava qualche negozio adatto a lui, poi tornai con lo sguardo sulla gente sempre camminando svelta accanto ad Harry.
Quando rivolsi lo sguardo verso di lui fui sorpresa, mi guardava sorridendo.
«Che c’è??» chiesi curiosa e leggermente ansiosa avendo il dubbio di aver qualcosa che non andava.
«Niente, eri buffa perché avevi lo sguardo tutto concentrato ad osservare gli altri.»
«Oh.» dissi arrossendo leggermente rendendomi conto della verità della sua affermazione ma anche sollevata perché non avevo nulla fuori posto.
Lui intanto camminava sempre svelto, facevo persino fatica a stargli dietro col passo. Poi si fermò di colpo ed entrò in un negozio. Avevano molte cose belle, gliele vedevo bene addosso, erano il suo stile.
«Bello il negozio.»
«Lo so.» disse compiaciuto.
Mi fermai vicino all’ingresso, e intanto lui girava tra i vari filari di capi.
Lo vidi prendere due capi e dirigersi verso il camerino. Facendo scorrere lo sguardo sui vari vestiti ne adocchiai qualcuno che gli sarebbe stato veramente bene, così glieli portai.
«Harry..» dissi a bassa voce fuori dai camerini, non sapendo in quale fosse andato. Subito dopo in risposta vidi una chioma castana spuntare fuori dalla tenda del camerino più in fondo e mi diressi verso di lui.
«Prova questi.» Glieli porsi e senza aspettare una risposta gli richiusi la tenda in modo tale che potesse cambiarsi.
Dopo un po’ finalmente aprì la tenda.
«Avevo ragione.» gli dissi compiaciuta e sorridendo.
«Su cosa?»
«Sul fatto che ti sarebbero stati bene i vestiti che ho scelto.»
«Si hai ragione, mi piacciono. Grazie.»
«Figurati, ti aspetto fuori mentre paghi.»
 
Quando uscì dal negozio si erano fatte già le otto.
«Contento? »
«Eccome!»
«Lo spero che ti piacciano! Mi hai fatto girare per più di un’ora per i negozi!»
«Più di un’ora?? Che ore sono??»
«Le otto! Non hai fame? Io tantissima..»
«No non me ne ero reso conto! Devo assolutamente sbrigarmi sennò i miei mi ammazzano stavolta!»
Senza che potei chiedere spiegazioni per la sua improvvisa agitazione mi stava già tirando per la borsa correndo verso l’uscita.
Varcate le porte di vetro del centro commerciale fece una svolta brusca girando verso sinistra rischiando di farci cadere rovinosamente a terra entrambi.
Arrivammo alla fermata dell’autobus nel giro di pochi secondi da quando avevamo iniziato a correre, mi sembrava persino impossibile di aver corso così tanto. In effetti però si poteva capire dal fiatone che avevo.
«Già ti siedi? Che sfaticata.»
Non riuscii a rispondergli ma gli lanciai un occhiataccia fulminante che gli fece capire tutto quello che non riuscivo a dirgli per il respiro affannato.
«Ok ok scusa. E’ arrivato l’autobus.»
Senza aggiungere altro lo seguii sopra l’autobus.


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Ciao :)
Ecco il secondo capitolooo! (scusate per la mia PESSIMA fantasia nel nominare i capitoli!)Recensite! mi farebbe molto piacere!
A presto!

Elisa.
  
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