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Autore: brutongaster    01/02/2013    1 recensioni
Shawn è appena tornato da un impegno che lascerà i suoi amici un po' di stucco, nel mentre Juliet ha sviluppato un'abilità che l'ha aiutata nel suo lavoro di detective. Questa abilità, purtroppo, le si è ritorta contro, decide così di ingaggiare i detective Psych per indagare.
(Per ora sto guardando la quarta stagione, quindi non prendo in considerazione nulla successo da li in poi!)
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Juliet non aveva idea del perché i suoi sogni, ultimamente, fossero dal punto di vista di Gus. Era da qualche giorno che si svegliava con un senso di appiccicoso disagio sulla pelle. Insomma, Gus è un ragazzo simpatico e tutto, ma non aveva molto interesse nella sua vita, nei suoi pensieri, nel suo svegliarsi nel bel mezzo della notte per mangiare qualche schifezza, tipo sandwich al ketchup (senza nient'altro dentro), fettine impanate semi-congelate, avanzi inguardabili (figuriamoci mangiabili). Insomma le abitudini notturne alimentari di Gus sono disgustose. E lei non faceva altro che vederle in sogno.
Ma c'era stato qualcosa di più inquietante quella notte. E Juliet era assolutamente sicura, al cento per cento, di tenere con molta passione al suo sorriso smagliante. Non avrebbe perso i denti. Per questo chiamò Lassiter e iniziò a fargli domande inquisitorie a proposito di una certa parrucca blu.
«Hey Carlton» esordì la poliziotta al telefono.
«O'Hara» rispose il collega, affettuoso come al solito, certo.
Juliet decise che era meglio iniziare con un po' di informalità «Come va? Tutto bene?» chiese.
«Cosa vuoi?» fu la risposta. Come non detto.
«Senti, tu hai mai avuto qualche idea folle nella tua vita?»
«Mi stai prendendo in giro?» Juliet si diede dell'ingenua da sola.
«Hai mai avuto interesse nelle, mh, parruccherie?» tentare non nuoce.
«Non lo so O'Hara, sei seria? Vediamo, una volta ho accompagnato mia sorella a tagliarsi i capelli. È stato un incubo se proprio lo vuoi sapere»
«Non è proprio ciò che intendevo dire» rispose Juliet.
«O'Hara non ho tempo da perdere, sputa il rospo» disse Lassiter, questa volta un po' spazientito.
«Mh, vediamo. Ti sei mai interessato alle parrucche e i colori sgargianti nei capelli, che magari vorresti, non so, lunghi e fluenti?» questa volta Juliet temette di essersi sbilanciata troppo.
«Mi stai chiedendo se sono una Drag Queen O'Hara? Sei impazzita? Cosa te lo ha fatto pensare?» e infatti si era spinta troppo oltre.
«NONFANIENTECIAOCARLTON» disse la ragazza tutto d'un fiato il più vicino possibile alla cornetta, dopodiché chiuse la telefonata. E pensare che fare gli interrogatori è più o meno il suo lavoro. Rise istericamente.
Pensò a come sarebbe stato ridere senza denti e chiuse immediatamente la bocca. Perfetto.
Si alzò di controvoglia dal letto e fece dieci flessioni. Primo, perché lei non si alza controvoglia dal letto senza una punizione, secondo, per smaltire un po' di quelle lasagne dall'aspetto terribile di Gus. Quei sogni erano così maledettamente reali che le sembrava di ingrassare nel sonno.
La sua preveggenza doveva finire una volta per tutte.
Si buttò dentro la doccia, cercando di scacciare via i pensieri con il flusso dell'acqua, convinta che se fosse riuscita a concentrarsi abbastanza profondamente i suoi incubi sarebbero fuoriusciti dai follicoli, e scorrendo sul suo corpo sarebbe riuscita a vederli fino a che, neri e malvagi, avrebbero vorticato fino a giù, dentro lo scarico della doccia.
Ma qualcuno suonò il campanello proprio in quel momento, rovinando tutto.
 
«No» disse Juliet aprendo la porta e ritrovandosi di fronte Carlton Lassiter. Con in mano una parrucca blu.
«Juliet» disse il collega abbracciandola «sono così contento che tu mi abbia chiamato».
«No» ripeté Juliet inebetita. Ma Lassiter si fece spazio dentro casa sua ignaro dei suoi peggiori incubi.
«Stavo pensando a quello che hai detto O'Hara. Devi chiamare Spencer e Guster» disse lui.
«Non credo che sia una buona idea Carlton, ti senti bene?» chiese Juliet preoccupata per un momento più per il comportamento del collega che per il suo problema dentistico.
«Forse potrei chiamare il mio dentista» disse Juliet pensando a voce alta.
«Vuoi fare uno scherzo anche a lui?» chiese Lassiter mettendosi la parrucca blu.
«Uno scherzo?» chiese Juliet confusa.
«Ma si ma si O'Hara! Tu prima mi hai fatto uno scherzo telefonico, ho pensato, vorrà assolutamente fare uno scherzo anche a Spencer e Guster!»
«Okay» disse Juliet confusa, sedendosi sul divano. Lassiter era molto imbarazzante da guardare con indosso la sua parrucca blu.
«Prima di tutto, li chiamiamo» disse il collega «poi anche tu ti inventi qualcosa di strano, dopodiché gli apriamo la porta come se niente fosse»
«Carlton, sei impazzito per caso?» chiese Juliet con fare preoccupato.
«Non sono mai stato meglio in vita mia O'Hara, ho iniziato a bere quel tè prima di andare a dormire, quello che mi hai consigliato. È incredibile quanto faccia bene allo spirito» disse Lassiter togliendosi la frangia dagli occhi. La ragazza si tranquillizzò. Quel tè alla valeriana era una benedizione.
«Dove hai preso la parrucca?» chiese Juliet divertita.
«Non chiedermelo» rispose Lassiter improvvisamente serio.
«Va bene va bene» disse Juliet «Comunque, io farò finta di non avere più i denti, che ne dici?» Juliet piegò le labbra all'interno della bocca, coprendo i denti e parlando come un'anziana.
«Inquietante» rispose Lassiter «Ma efficace».
Juliet pensava ancora che il collega fosse impazzito, ma non si era mai sentita così sollevata in vita sua. Prese il telefono e compose il numero di Shawn.

  
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