Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Alkimia    01/02/2013    5 recensioni
[CONCLUSA]
***SEGUITO di "A series of unfurtunate events"***
Ognuna delle opzioni possibili è rischiosa e potrebbe danneggiare Nadia. Per non parlare dell'altra faccenda in ballo: qualcuno vuole distruggere la Terra... tanto per mantenersi nel solco della tradizione.
Nadia è in America per cercare, insieme allo S.H.I.E.L.D, un rimedio ai danni provocati dall'energia della pietra. Loki è prigioniero sul pianeta dei Chitauri ma ha ancora dei piani. Eppure, ancora una volta, troppe cose non vanno come lui sperava. Vecchi nemici tornano da un passato lontano che lui continua a rinnegare, costringendo gli Avengers a tornare in campo; episodi e sentimenti inaspettati lo porteranno a dover decidere da che parte stare. E non è detto che la decisione finale sarà quella giusta...
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A waltz for shadows and stars'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo diciannovesimo
It'd be good for them


Tony sghignazza davanti allo schermo del computer. È quasi tentato di iscriversi a quel forum – con uno pseudonimo, per la buona pace di Nick Fury – e commentare la storia che ha appena letto: lui e Steve Rogers che si ubriacano e fanno sesso. Geniale!
Sarebbe ancora più geniale stampare quella fanfiction, imbustarla e spedirla a Rogers. E naturalmente inserire una qualche microtelecamera nella graffetta che tiene insieme i fogli, tanto per vedere la sua espressione, sarebbe epocale.
«Certo che ti diverti con poco» borbotta Pepper alle sue spalle.
Tony ha un sussulto e allunga la mano verso il mouse con un gesto rapido.
«Non serve che tu chiuda la pagina. Ho già letto» dichiara lei, tirandogli un buffetto nemmeno troppo leggero dietro la nuca. «Fammi capire: hai passato la notte sveglio a leggere racconti erotici su te e Steve Rogers? Da che parte devo iniziare a sentirmi sconvolta?».
«No, no, questo sito l'ho scovato solo ora» replica Tony. «Stavo controllando la cronologia del computer di Banner, è così che l'ho trovato».
Pepper scuote la testa. Ha l'aria di una che ha bisogno di un caffè o magari di una sbronza, per dimenticare la serata appena trascorsa. Il party non è andato poi così male, comunque, se si esclude l'improvvisata di Loki. Va detto che non è un bravo guastafeste, il piccolo cervo, non ha nemmeno tentato di uccidere un cameriere, forse sta perdendo colpi, forse pensava che la sua sola presenza sarebbe bastata a mandare tutti in tilt. Forse voleva fare il novello Cenerentolo e chiedere un ballo a Nadia... ah, dannazione! Deve smetterla di pensare a Loki e a Nadia, è quasi più scioccante che pensare a lui e a Steve Rogers che si ubriacano e finiscono a fare acrobazie da letto in una stanza di un motel... all'autrice della fanfiction come diamine sarà venuto in mente?!
«Aspetta... perché stavi controllando la cronologia del computer di Bruce Banner?» domanda Pepper in tono di protesta. «Non dovresti... ah, ma immagino non serva a niente fartelo notare!».
«Stavo controllando tutti i computer» precisa lui. «Speravo di trovare qualcosa».
«Qualcosa? Qualcosa tipo?».
Tony strabuzza gli occhi. Il cervello di Pepper non carbura prima del primo caffè, a volte se ne dimentica.
«Qualcosa tipo da quale rivenditore on-line Natasha Romanoff compra i suoi prodotti per il make-up!»
«Non essere scorbutico con me, signor Stark...»
«Sto cominciando a pensare che possa esserci qualcuno che fa il doppio gioco» conclude lui con un sospiro. Ora Pepper gli dirà che la paranoia è sempre stata una delle sue migliori qualità, dopo la mente geniale e le abilità amatorie, ma lo sguardo della donna si fa cupo. Non ha dimenticato nemmeno per un momento il pericolo al quale sono esposti, il fatto che ci sia un nemico che agisce nell'ombra e che complotta contro di loro, e se non lo ha dimenticato lui è certo che non lo abbia dimenticato nessun altro.
Odia dover ammettere di aver paura, che le cose sono fuori controllo, ma è quello che si porta scritto in faccia, negli occhi arrossati per la notte insonne passata a controllare i computer che ha hakerato. E non è stata nemmeno la migliore idea che abbia avuto in termini di azioni deterrenti, lo ha fatto solo perché era incapace di restare senza far niente e non riusciva a prendere sonno. E non ha trovato niente, ha solo scoperto che Natasha Romanoff ordina on-line una crema all'olio di argan prodotta da qualche parte in Europa...
Non che stesse sospettando dei suoi compagni, comunque, ma di qualcuno vicino a loro. E, ora che ci pensa, il sospetto è piuttosto immotivato e privo di fondamenta, gli è semplicemente balzato in testa perché era agitato, perché il pensiero di Clint Barton ferito e allettato è poco rassicurante, perché la comparsa di Loki al party lo ha comunque scombussolato, perché Nadia è tornata a casa da sola e non in compagnia di Mike, come lui aveva sperato.
«Jarvis, avvia la macchina del caffè» borbotta svogliatamente, allungando un braccio a cingere il fianco di Pepper, attirandola a sé e posando la testa sul suo petto.
«Non c'è caffè nel filtro, signore» annuncia il robot.
«Come non detto. Jarvis, sai se Nadia è sveglia?». Magari al piano di sotto la macchina per il caffè è piena.
«No, signore, la signorina e il suo ospite non si sono ancora alzati».
Tony spalanca gli occhi e guarda Pepper. Un sorriso sardonico gli increspa le labbra ma quando incontra lo sguardo della sua compagna si accorge che lei lo sta fissando come un bambino al quale si deve negare un dolcetto.
«Cosa c'è? I ragazzi ce l'hanno fatta, dopo mesi! Potrei mandare giù una bottiglia di champagne se non temessi di sembrare invadente...»
«Ehm... Tony, io credo che non sia il caso di...»
«Pensandoci, anche se è invadente, chi se ne frega? Jarvis! Qual'è il miglior champagne che abbiamo in cantina?».
L'uomo scatta in piedi, diretto fuori dalla stanza alla ricerca di coppe di champagne. Pepper lo afferra per un lembo della maglia e lo costringe a guardarla. Oh, andiamo! Perché diamine ha quell'aria così sconsolata? Dovrebbe essere contenta che finalmente Nadia e Mike... oh, cazzo!
«Io non sono proprio sicura che tu voglia festeggiare questa cosa» mormora la donna, guardando con apprensione il suo viso come a cercare di prevedere di quale morte morirà da lì a pochi istanti.
No, non può essere successo davvero. Va contro ogni logica, contro ogni previsione, contro ogni cosa!
«Ma... Mike...» balbetta, rendendosi perfettamente conto di quanto sembri davvero una donnicciola sull'orlo di una crisi isterica. Di nuovo.
«Mike è un bravo ragazzo e sono certa che Nadia gli voglia molto bene. Ma ieri sera... oh, tu e gli altri eravate troppo allarmati per rendervi conto di cosa stava succedendo» mormora Pepper battendogli una mano sulla spalla, come se avesse perso una corsa automobilistica o come se una sua invenzione si fosse guastata. Che poi l'idea è più o meno quella: che gli piaccia o no, ha perso una battaglia. «Nadia è l'unica ragione per cui Loki era lì. E, per quanto assurdo possa sembrare, penso che dovremmo davvero cominciare a pensare che è l'unica ragione per cui è tornato e per cui resta».
«Jarvis... quante probabilità ci sono che mi venga un infarto anche se il reattore Arc è perfettamente funzionante?»  
«Considerando la sua età e il suo stato di salute, signore, direi...»
«Era retorica, Jarvis» sbotta Tony, massaggiandosi nervosamente le tempie. «Cosa si suppone io debba fare, adesso?».
Pepper gli passa un braccio attorno alle spalle. Ecco, a parte Nadia, l'idea del dio bastardo a pochi metri da lei lo disturba alquanto. Hanno appurato che Loki è momentaneamente innocuo, d'accordo. Ma no, assolutamente no, mille volte no!
Tony sente qualcosa di sgradevole rimbalzargli in fondo allo stomaco, un misto da nausea e rabbia. Non la rabbia furiosa che porta a tirare pugni al muro, quella rabbia pesante e un po' sgomenta, un po' come quando torni a casa e la trovi svaligiata dai ladri.«Dipende dal risultato che vuoi ottenere» gli mormora la donna.
«Uccidere Bambi e appendere la sua testa in una riserva di caccia. Ma immagino che non sia una mossa molto saggia...»
«No, non lo è»
«Pensandoci: quando mai io sono stato saggio?!».

*

Loki apre gli occhi, quasi incredulo. Il sonno è un lusso che non era più riuscito a concedersi fin da quando era stato catturato da Thanos; in quelle lunghe settimane di prigionia e tortura non era mai esistito il riposo e anche quando era scappato, gli era rimasto dentro un senso di agitazione, come se non si sentisse mai al sicuro, come se chiudendo gli occhi quell'agonia avrebbe potuto ricominciare. Di certo, nei pochi momenti di agitato dormiveglia che aveva avuto negli ultimi giorni, i suoi sogni non erano stati popolati che dal dolore.
Quella notte non aveva sognato affatto. Dietro le sue palpebre chiuse era scivolato placido un buio silenzioso, privo di insidie, privo di ogni paura. Non aveva mai temuto il buio, nemmeno da bambino; il silenzio aveva imparato ad apprezzarlo per necessità.
Sbatte le palpebre e mette a fuoco lo sbuffo dorato sotto il suo naso. I capelli della ragazza gli solleticano il mento; lei è rannicchiata contro il suo petto e lui impiega qualche secondo a rendersi conto di quanto forte la tenga stretta a sé. Loki la guarda, guarda la schiena nuda che spunta oltre la piega del lenzuolo, osserva i lividi e i graffi, ricorda di averli tormentanti con le sue mani la prima volta, quando l'ha presa sulla porta. E poi ricorda che dopo si sono succeduti momenti strani, momenti di tenerezza; ricorda di essersi sentito in dovere di essere... dolce, di esserlo stato d'istinto; ricorda di aver sentito le labbra di Nadia sorridere mentre si premevano contro le sue, e gli è sembrato così strano. Gli sembra ancora tutto dannatamente strano, ma è lì perché lo ha voluto, è una sua scelta e troppe cose sono accadute contro la sua volontà, troppe cose ha dovuto subire passivamente per non rallegrarsi semplicemente di quella conquista. Perché è ciò che è: la ragazza è sua, non è un fatto opinabile, è una certezza che non poteva fare a meno di realizzarsi. E lui non ha nessuna voglia di alzarsi, quasi preferirebbe che nemmeno lei si svegliasse, che restasse così fino a sera, perché sa di non avere nessuna parola per gli occhi di lei, quando saranno aperti.
Ma Nadia comincia a muoversi piano, rigirandosi lentamente nel suo abbraccio fino a quando non apre gli occhi e li strizza per rischiararsi la vista.
«Buongiorno» mormora, in tono neutro. Niente che dia a Loki un appiglio su cosa dire o cosa fare; resta semplicemente a fissarla.
«Spero che ti piaccia quello che vedi» dice lei, divertita.
«Che razza di domanda».
Nadia si stropiccia il viso con le mani e ridacchia. Cosa avrà mai da ridere?
Si solleva, puntellandosi sul gomito, lo scruta in viso per qualche secondo e gli stampa un bacio sulle labbra, poi scalcia via le coperte.
«I vostri risvegli sono tutti così disordinati?» borbotta il dio.
«Perché, su Asgard vi svegliate come in una pubblicità delle merendine?»
«Dove stai andando?».
Dove va? Cosa diamine ha intenzione di fare? Perché deve per forza rammentare a lui e a se stessa che c'è dell'altro fuori da quella stanza? Non è un ricordo che Loki gradisce, al momento e davvero non sarebbe male rimandarlo per una lunga manciata di ore.
«Sono sicura che il materasso non ti fagociterà mentre vado in bagno» gli dice sarcastica. Si alza e recupera un indumento dal pavimento, poi sparisce oltre una porta.
Loki si stende di schiena e guarda il soffitto. Dopo qualche secondo gli sovviene che esattamente sopra la sua testa si trova la casa di Tony Stark, quella che aveva già violato una volta, il luogo dal quale ha assistito alla distruzione della città. Il ricordo della sua mancata vittoria sfuma in dissolvenza verso un passato di cui ora non gli importa; guarda avanti, il dio dell'inganno, guarda a nuove opportunità, a nuovi progetti da fare. Anche se non ha nessuna idea precisa, il suo futuro gli sembra un immenso mondo pieno di tesori nascosti, un luogo dove il suo destino e la sua rivincita sono lì ad attenderlo in tutta la loro meravigliosa e legittima violenza.
Sente il materasso smuoversi accanto a sé e la sua mente torna al presente. Nadia appoggia la testa sulla sua spalla e Loki si sente come se riuscisse ad assaggiare una fetta di quel trionfo che gli è stato negato così tanto a lungo.
Lei è mia, Stark, pensa guardando il soffitto con un'occhiata penetrante, come se potesse far salire quel pensiero fino al piano di sopra, come una spira di fumo. Poi tutto si sgretola in una pioggia di quelle che sembrano schegge di vetro, piccole e taglienti.
Il futuro che desidera e verso il quale ha proiettato ogni suo sforzo, getta un'ombra cupa su quel presente dove ha tanto penato per giungere a una conquista tanto inaspettata quanto voluta. È un vicolo cieco, lo sa, e sa che prima o poi dovrà tornare sui suoi passi e cercare una strada nuova, abbandonando quel sentiero. Lo sa, e probabilmente lo sa anche lei, lo hanno sempre saputo entrambi, ma non c'è alcun bisogno di pensarci in quel momento.
«Dovrei avere del miele nella credenza in cucina» dice Nadia all'improvviso. «Noi umili mortali la mattina abbiamo bisogno di cibo per carburare. Ho anche delle merendine dietetiche che ha lasciato qui Pepper, nel caso tu voglia persistere nel non assumere zuccheri complessi che potrebbero migliorare il tuo umore».
«Giusto. Forse faremo in tempo a mangiare qualcosa, prima che arrivi il tuo Tony Stark armato delle sue peggiori diavolerie».
Nadia si irrigidisce per un attimo. Si era dimenticata dei suoi amati Avengers: notevole! Ma adesso sta realizzando di averli in qualche modo traditi, forse; sta realizzando di aver compiuto una scelta o magari il primo passo verso un tipo di scelta più decisiva. Forse Loki non deve per forza escluderla dai suoi progetti per il futuro, forse c'è ancora speranza che lei decida di seguire lui un domani, può ancora strapparla alle grinfie di quegli smidollati, può ancora fare in modo che sia sua e sua soltanto, del resto ha tutto il tempo che gli occorre.
«Tony ci ucciderà...» mormora Nadia, dondolando il capo, come se fosse una verità assoluta della quale è profondamente convinta.
«Ne dubito fortemente» replica Loki alzandosi. «Ma sarei compiaciuto se ci provasse».

*

«Tony ci ucciderà...» lo dice come se ne fosse certa, del resto non le sembra un'ipotesi tanto improbabile.
«Ne dubito fortemente ma sarei compiaciuto se ci provasse» le risponde Loki, mettendosi a sedere in mezzo al materasso e guardandosi attorno probabilmente alla ricerca dei vestiti.
Nadia si mette a cercare dei pantaloni e una maglietta. Quando Tony verrà a spaccarle la testa contro il taglio del tavolo, vuole almeno essere vestita in maniera decorosa.
Quando si volta, Loki è tornato ad essere... Loki, in perfetta tenuta asgardiana. Chissà se quei vestiti sono a prova di proiettile, presto potrebbero scoprirlo.
«Devo dedurre che sei rammaricata?» domanda lui, inarcando un sopracciglio.
«Niente affatto».
Si veste frettolosamente e si dirige in cucina. Mentre il dio la segue, pensa che sì, l'unica cosa per la quale potrebbe provare rammarico è il fatto che i suoi amici – alcuni di loro, almeno – la prenderanno male, ma non le importa perché non può farci niente. Nel momento esatto in cui ha aperto la porta e si è trovata davanti Loki ha capito che non stava facendo una scelta, che non stava decidendo davvero di prendere lui e rinunciare ad altro. Non è stata una scelta, era esattamente così che doveva andare; non sa da quanto avrebbe dovuto rendersene conto, forse da quando lui era in quell'infermeria a raccontare a Natasha che era tornato per lei, forse ancora prima, da Venezia, da quando scoprire la verità sul ragazzo della numero 7 le aveva quasi spezzato il cuore. Ha resistito per così tanto tempo, ha mentito così a lungo fingendo di volere una normalità che era in ogni caso ben lontana dalla sua portata e dai suoi stessi desideri, fino a quando si è resa conto che non aveva senso.
Loki le spezzerà il cuore, la salverà come ha promesso di fare e poi l'abbandonerà, ne è perfettamente consapevole, oppure sarà lei a far del male a lui, il giorno in cui diventerà una questione di scegliere da che parte stare, che direzione prendere. Ma quello che sta facendo ora, quello che sta provando, non è una scelta, non c'è un'alternativa che possa risparmiarle le sofferenze che sicuramente verranno, e dopotutto è anche certa che queste sofferenze valgano tutto quello che sta provando adesso, tutto quello che ha provato fino a quel giorno, la freschezza dell'aria dopo una forzata apnea. Tutto il resto perde di significato e va meravigliosamente bene così.
Loki si siede su uno sgabello attorno alla penisola di acciaio, con quel suo fare composto, come se cercasse di occupare il minor spazio possibile. La ragazza sente i suoi occhi fissi su di lei mentre fruga nei mobili della cucina alla ricerca del miele che gli aveva promesso e di qualsiasi altra cosa commestibile e adatta alla colazione.
«Decisamente meglio morire a stomaco pieno» conclude, versando dei cereali al cioccolato in una scodella.
«Immagino potrebbe essere una buona morte, se succedesse stamattina» risponde Loki, prendendo il barattolo di miele. A Nadia sembra di aver ricevuto un colpo allo stomaco, ma invece della scia di dolore sente qualcosa di caldo e confortante.

*

Jane tira un pugno alla macchinetta del caffè che ha deciso di andare in tilt giusto quella mattina.
Thor sta spostando il divano per recuperare il suo cellulare che lei proprio non sa come sia potuto finire lì sotto, ma che squilla imperterrito da un bel po'.
Se il buon giorno si vede dal mattino, quella giornata potrebbe non essere molto promettente. La macchina per il caffè decide di dare finalmente segni di vita, ma quando la dottoressa Foster riempie il filtro, l'aggeggio esala il suo ultimo respiro e si lascia sprofondare nell'oblio.
No, decisamente quella giornata non è cominciata nel migliore dei modi, ma può ancora migliorare, pensa Jane... ci pensa fino a quando non sente squillare il campanello.
Il campanello che suona è sempre un pessimo segno, lì a New York. Non c'è nessuno che conosce in città e che può passare da lei per una visita di cortesia, quindi se qualcuno bussa alla sua porta è certamente foriero di problemi o altre cose poco gradevoli. O al massimo è qualche rappresentante della parrocchia metodista in fondo alla strada che vuole fare due chiacchiere sulla parola di Dio. Qualche giorno prima hanno bussato due signori della chiesa ed è capitato che fosse stato Thor a rispondere.
«Lei crede in Dio, giovanotto?»
«Ma certo! Di quale dio vogliamo parlare?»
«Mio caro ragazzo, esiste un unico Dio»
«Sei in errore, di sicuro. Io li conosco tutti, personalmente».
È stato divertente. Per un po', almeno...
E adesso il campanello sta suonando di nuovo, e nella migliore delle ipotesi sono quelli della parrocchia che hanno portato con loro un esorcista o un agente di polizia.
«Thor, ci penso io! Tu non... tu resta qui, per favore» esclama Jane, correndo fuori dalla cucina.
Non sa se può farcela a fronteggiare qualche altra situazione problematica, non ha dormito bene quella notte – il ricordo del dialogo avuto con Loki di certo non ha aiutato a conciliare il sonno – ma non può semplicemente fingere di non essere in casa, anche se è molto tentata. Alla fine sospira e apre la porta.
«Buon giorno dottoressa Foster! Ho provato a chiamarla al cellulare ma non ha risposto, volevo essere certo di non interrompere niente venendo a casa sua ma, toh! Eccomi qui. Posso entrare? Grazie».
Tony Stark scivola dentro con un unico movimento fluido, senza aspettare un invito o un cenno di assenso. Non che sia il tipo d'uomo che si possa fermare con un «No», comunque.
«Oh, era lei al telefono, signor Stark? Non riuscivo a trovarlo...» balbetta lei con un sorriso nervoso.
«Sì, posso immaginarlo».
«Amico caro!» esclama Thor giovale, spuntando in fondo al salotto. «Sii il benvenuto, anche se porti brutte notizie. Porti brutte notizie?».
Stark si gratta il mento e fa una strana smorfia,
«Dipende dai punti di vista» borbotta sedendosi sul divano e accavallando le gambe.
«Posso offrirle un caffè... cioè, no, non un caffè, la macchinetta si è rotta. Immagino che lei sia in grado di aggiustarla, perché lei è un genio dell'ingegneria, ma non le chiederei di aggiustarmi la macchina del caffè, eheh...». Jane si accorge di star parlando a raffica e star dicendo una marea di stupidaggini, ma a quanto pare non riesce a fermarsi. «Insomma, posso offrirle qualcosa che non sia caffè? Non so cosa ho in casa a parte il caffè che non posso preparare, ma lei provi a chiedere e vedremo di accontentarla».
Persino Thor la sta guardando un po' perplesso.
«Non ho capito esattamente tutto quello che ha detto, dottoressa, ma la ringrazio, sulla fiducia. Ora perché non si siede? Sono più o meno sul punto di vomitare e non c'è motivo che si agiti anche lei, ok?».
Jane sbatte le palpebre e si siede vicino a Thor. Perché la gente non è semplice come l'astrofisica?
«C'è qualcosa che ti turba, amico Stark?» domanda il dio.
«Perspicace, Boccoli d'Oro. Immagino tu possa riuscire anche a indovinare cosa. Ti do qualche indizio: è sgradevole, pericoloso e lo chiami fratello...».
Sì, in effetti si poteva indovinare anche senza indizi. A Stark non deve essere piaciuta l'improvvisata di Loki la sera prima, non è piaciuta a nessuno.
«Cos'altro ha fatto?» esclama Jane. «Non sapete dove si trova e credete stia architettando qualcosa di preoccupante?»
«So esattamente dov'è Loki in questo momento, è dove è rimasto tutta la notte: alla Stark Tower, nell'appartamento sotto al mio, più precisamente in zona camera da letto e dintorni»
«Oh. E Nadia dov'era?» domanda Thor, innocente. Talmente tanto innocente che sembra che Stark stia per collassare. Jane invece ha un sussulto.
«Nello stesso posto. Ai dettagli preferisco non pensare...»
«E tutto ciò ti sconvolge, Stark? Credevi che non sarebbe successo, prima o poi?»
«Ci speravo. Troppo stupido da parte mia? Sarà... ma io adesso voglio sapere, Thor, devi dirmi cosa hai in mente, cos'è questa storia di te che confabuli con Fury e tutto il resto. Nadia può fare quello che vuole, ma io ho bisogno di sapere che è al sicuro».
Jane si rende conto di avere le unghie affondate nella tappezzeria del divano. Spera solo che quei due non finiscano a menare le mani, perché l'appartamento finirebbe distrutto e non è sua quella casa. Per tutto il resto, le stanno venendo le vertigini e si sente molto solidale con Tony Stark che poco prima ha detto di star per vomitare.
«Se io ti dicessi che è così, non ti basterebbe la mia parola» mormora Thor con un sospiro.
«D'accordo... ragioniamo: dimmi perché ti ostini a non dirci cos'è che bolle in pentola».
«Bella domanda» esclama Jane, facendo un energico cenno di assenso con il capo. Le dispiace vedere Thor in difficoltà e la preoccupa vederlo rischiare di litigare con i suoi super-amici, ma Stark non ha tutti i torti: Thor sta chiedendo a tutti loro di fidarsi di lui, ma non gli sta concedendo altrettanta fiducia tenendoli all'oscuro di tutto.
«La questione è assai delicata, più gente lo sa più c'è il rischio che venga scoperta, ma devi credermi quando ti dico che in nessun modo Nadia ne verrà danneggiata» conclude il dio, sporgendosi in avanti e puntando in viso a Stark i suoi occhi azzurri. Quello sguardo la fa sempre sciogliere, ma lei non è Tony Stark.
«E quando verrà attuato questo piano segretissimo e delicatissimo?»
«Appena Nadia sarà guarita dai suoi problemi con la pietra».
Il signor Stark si getta con la testa all'indietro e fa un pesante sospiro. Se adesso si mettesse ad urlare, Jane lo capirebbe.
«State pensando di privare Loki dei suoi poteri e confinarlo quaggiù sperando che diventi un onesto cittadino per amore di Nadia o qualcosa del genere?» domanda, scettico.
«Vorrei che fosse così semplice...»
«Meno male, per un attimo ho pensato che tu, tuo padre e Fury foste ammattiti».
Thor accenna un sorriso malinconico e scuote la testa. Un silenzio pesante cala nella stanza e Jane si sente piccola e inutile, come al solito. Pensa a Loki e a Nadia, si chiede se in fondo a quel groviglio di cose complicate che entrambi hanno dentro, ora sono almeno un po' felici. Si chiede se lui abbia abbastanza onore da rispettare la sua promessa di aiutarla e che non stia in realtà cospirando per farle del male per vendicarsi degli Avengers. Si chiede se Nadia è più pazza o più coraggiosa, perché se fosse coraggio, sarebbe davvero da ammirare. Ma forse non è coraggio, e Loki è troppo orgoglioso per ricorrere a un mezzo così infimo come sedurre una ragazza solo per ripicca verso qualcun altro... forse è proprio quello che sembra, forse è proprio... Jane ci rinuncia, non saprebbe come chiamarlo.
Stark si guarda intorno, quando torna a guardare Thor c'è un sottinteso piuttosto manifesto nei suoi occhi da furetto: non-finisce-qui. No, decisamente; non arrivi a possedere e mantenere un impero miliardario per due generazioni se non sei eccessivamente caparbio.
«Bene. E io ora cosa devo fare? Tornare a casa e lanciare coriandoli?» dice Stark dopo qualche secondo. Quanto deve costare a uno come lui ammettere che non sa che fare?
«No, probabilmente lanciare coriandoli è quello che farei io» scherza Thor.
«Non c'è niente da fare, signor Stark» interloquisce Jane, scrollando le spalle. «Sono certa che se ci fosse stato un rimedio o una qualche precauzione da prendere, ci avrebbe pensato Nadia, da sola. Sono certa che Nadia sarà già abbastanza confusa, non mettiamola in condizioni di scegliere tra voi e Loki...».
L'uomo sospira,
«D'accordo, Boccoli d'Oro, andiamo a comprare i coriandoli...»
«Eh?».
Stark fa un sorrisetto a metà tra l'infantile e il rassegnato.
«Nah, dicevo: andiamo a comprare delle ciambelle, recuperiamo Rogers e Banner e andiamo a trovare il pennuto».

*

Clint punta con decisione i piedi sul pavimento. Le ferite gli bruciano ancora un po' e dicono che probabilmente gli resteranno le cicatrici.
Buffo, in tanti anni di servizio, dopo tante missioni pericolose la sua collezione di cicatrici era piuttosto esigua, e adesso si ritrova con due bei solchi rosa per un semplice sopralluogo in un dannatissimo magazzino. Chissà se ancora vero che alle donne piacciono le cicatrici...
«Fa' attenzione». Natasha gli si avvicina e gli cinge il petto con un braccio.
Clint la guarda con la coda dell'occhio. Non c'è alcun bisogno di sorreggerlo, ha così tanta voglia di alzarsi da quel letto che sente di avere le ali ai piedi, e poi se cadesse lei riuscirebbe a tenerlo?
Che domande. Ci riuscirebbe di sicuro perché lei è... beh, è una che riesce nelle cose, ecco cos'è.
Rovinare sul pavimento davanti a Natasha comunque gli sembra una pessima idea e questo è un motivo in più per tenere duro e mettere un piede avanti all'altro, fare perno come si deve sulle gambe indebolite dallo stare a letto.  
«Ehi, non sono mica uscito da un decennio di coma» borbotta con un sorriso, che è più una smorfia per nascondere la fitta di dolore proveniente dalla ferita al fianco.
Lei ritira immediatamente il braccio, come se si fosse scottata. Come se si fosse resa conto solo in quel momento del fatto che sono soli nell'infermeria e che i loro visi si trovano in una posizione che lascerebbe pensar male se qualcuno entrasse in quel preciso istante.
Con Natasha le distanze sono sempre una cosa assai relativa. Ed è per questo che lui si sente sempre così dannatamente disorientato.
«Questo è amore, agente Romanoff?»
«No».
Il video di quell'interrogatorio era saltato fuori qualche giorno prima, mentre la Hill stava revisionando il materiale sull'attacco a New York, per archiviarlo definitivamente.
Sapeva che quel dialogo era studiato, le parole di Natasha erano calcolate per cogliere Loki in fallo e fare in modo che rivelasse qualcosa sui suoi piani, ma Clint avrebbe voluto mandare indietro la registrazione per ascoltare di nuovo quel «No» e vedere se riusciva a trovare in quell'unico piccolo suono una traccia di verità o di menzogna.
Non ci aveva più pensato nei giorni a venire. Non ci avrebbe più pensato se non fosse successo quello che è successo a Boston.
Ha sempre incolpato Loki di avergli insegnato a temere la paura. Nell'ultimo istante in cui è stato cosciente prima dell'esplosione nel magazzino, ha capito da dove venisse la sua paura.
«Questo è amore, agente Romanoff?»
«No. L'amore è per i bambini».
Sospira. L'aria satura dell'odore di disinfettante gli punge la gola e lui si stropiccia il viso con una mano.
«Tutto bene, Clint?». Natasha lo guarda inarcando un sopracciglio e lui si sente davvero un bambino perché si chiede come sarebbe stato se le cose in quel magazzino si fossero messe peggio, prova a contare le domande alle quali non ha ancora trovato risposte e gli sembrano una valanga. Decisamente troppa roba per uno che fa il suo mestiere e ha un'aspettativa di vita non proprio altissima.
«Come è andato il party, ieri sera?» le chiede, cercando di scacciare quei pensieri. Forse è solo colpa degli antidolorifici, non ha mai retto bene a certi medicinali.
«Non è stato male. Aveva un po' l'aria di rimpatriata tra amici, solo con vestiti più scomodi» replica lei, scrollando le spalle. «Persino Loki ci ha onorati della sua presenza».
Clint sgrana gli occhi. Dovrebbero sorvegliarlo meglio, se può imbucarsi al party di Stark chissà quante altre cose può fare, chissà in quanti altri posti può andare.
«E cosa ci faceva lì Loki?» domanda, aggrottando le sopracciglia e muovendo qualche passo incerto verso la finestra.
«Immagino volesse solo dare fastidio. E vedere Nadia» conclude Natasha. «Se mai ho sperato che tra loro non succedesse niente, comincio a ricredermi».
«Andiamo, cosa vuoi che succeda? Prima o poi ci libereremo di Loki e poi... l'amore è per i bambini».
Non sa perché lo dice, sputa le parole senza rendersene conto. Lei non dà alcun segno di ricordare da dove venga quella frase, ma si zittisce.
Clint continua a camminare, lasciandosela alle spalle e raggiunge il davanzale. Appoggia i palmi della mani sul vetro e guarda fuori. Non c'è niente di interessante e davvero non vede l'ora di poter lasciare quella stanza.
Chiude gli occhi e per un attimo il boato dell'esplosione gli rimbomba nelle orecchie, tanto che sussulta e si volta di scatto. Natasha è proprio alle sue spalle, si è avvicinata senza che lui riuscisse a sentire i suoi passi e ora è a un palmo dal suo naso.
Certe distanze sono troppo esigue per essere calcolate, anche se dall'altro lato c'è la famigerata Vedova Nera. Clint ci pensa mentre si china su di lei, le sfiora le labbra con le proprie.
Sente ancora dei suoni che si avvicinano, ma non gli importa.
«No, Thor non entr...». La voce di Stark, è un sussurro e sembra venire da una specie di incubo.  
«Buongiorno amici!» Thor compare sulla soglia della porta, con un sorriso smagliante. Clint vorrebbe farglielo sparire a suon di pugni.
Natasha è scattata all'indietro e ha messo su un'espressione tremendamente tranquilla e professionale. Non sembra chiedersi da quanto tempo gli altri fossero lì fuori; è evidente che fossero lì da abbastanza tempo.
Clint si passa una mano sugli occhi, per tentate di cancellare l'immagine di se stesso che massacra gli Avengers a colpi di arma da fuoco e per cercare di riacquistare un'espressione normale. Accidenti a loro!
A parte Thor, che non ha capito un fico secco, Rogers, Stark e Banner sembrano davvero mortificati – sì, persino Stark – e se ne stanno stretti stretti sulla soglia, come bambini che temono di venir messi in castigo. Bruce Banner ha ancora il braccio teso in avanti nel vano tentativo di acciuffare Thor per un lembo della camicia.
«Buongiorno» gracchia Clint, lanciando a tutti loro un'occhiata al vetriolo. «Sì, sto bene. Potrei stare meglio, comunque».
«Noi avevamo... ehm, portato le ciambelle» annuncia Rogers, guardando ora il supporto per la flebo ora il cestino dei rifiuti, spingendo avanti a sé la scatola con il logo di una caffetteria del centro.
«Ehi, ragazzi? Siete lì?». La voce di Nadia arriva dal fondo del corridoio.
Stark fa un'espressione strana, Rogers e Banner si scambiano un'occhiata smarrita. Sembrano tutti una brutta copia degli animaletti parlanti di Alice nel Paese delle Meraviglie e Clint si domanda che diamine sia successo.
La ragazza fa capolino oltre la porta, sorride e fa un cenno di saluto.
«Oh, Clint, che bello vederti alzato!». Entra, gli si avvicina e gli dà un bacio sulla guancia.
«Noi avevamo portato le ciambelle» ripete Rogers.
«Posso fare una domanda?» squittisce Stark, senza motivo.
Che accidenti c'era da fumare a quel party?!
Nadia è ancora accanto a lui, per questo Clint la vede irrigidirsi e voltarsi verso gli altri con aria grave.
«Tony, lo so che lo sai e che sei corso a dirlo agli altri e che ora che gli Avengers sono tutti qui riuniti dobbiamo fare un discorsetto. È per questo che vi ho raggiunto» dice la ragazza.
«Io non sto capendo, e tu?» bisbiglia Clint all'orecchio di Natasha. Lei fa un cenno negativo con la testa, poi guarda gli altri,
«Stiamo parlando di cosa, esattamente?» chiede.
«Di Loki. Cioè, di me... di me e di Loki, quello che vi pare...»
«Thor voleva comprare i coriandoli, per inciso» mugugna Stark a denti stretti.
Ok, ora Clint ha bisogno di sedersi. Ma che cazzo! Finisce a letto un paio di giorni e lì fuori va tutto in malora...
«Quante speranze ci sono che io abbia capito male?» esclama, lasciandosi cadere seduto sul bordo del materasso.
Nadia fa qualche passo indietro, è di spalle alla finestra. Passa in rassegna tutti loro con lo sguardo, e Clint non sa come sia per gli altri, ma a lui sembra che quell'occhiata della ragazza duri un'eternità e che pesi come una montagna.
«Mi sono puntata una pistola carica alla testa, lo so» dice, con una calma che la fa sembrare grande. «E l'unico rimpianto che ho è che quando partirà il colpo, prima o poi, anche voi starete male per me».
Si è puntata una pistola carica alla testa? Clint le vorrebbe scaricare addosso un kalashnikov!
Rogers tiene ancora in mano lo scatolo delle ciambelle. «Dopo invasioni aliene e l'apocalisse dietro l'angolo, ce la caveremo anche con questa cosa» asserisce con un sorriso che è più una smorfia. E sembra più un incoraggiamento verso i suoi compagni che non una risposta per la ragazza, sembra una sorta di rassegnato invito a mantenere la calma.
Sì, come no. Clint vorrebbe avere un po' della sua fede e della sua fiducia nell'universo in generale.
L'agente Barton guarda Nadia, poi lancia un'occhiata agli altri. Ci sarebbero molte altre cose da fare, cose da dirle, ma sembrano tutti perfettamente consapevoli che le parole di Rogers sono le uniche che abbiano senso, al momento.
Avrebbe senso anche spaccarle la testa, così, per principio... ma se poi esplodesse?
Poi si inventeranno qualcosa. Poi verrà il giorno in cui Loki vedrà la sua fine e a Nadia toccherà rimettere insieme il cuore pezzo per pezzo, e in fondo in fondo lui è grato che la cosa non rientra nelle sue competenze e che l'onere non ricadrà su di lui.
Benedetta ragazza, vorrebbe dirle, aiutarti è un conto, salvarti da te stessa è ben altra cosa.
Ma non è quello il momento di dire altro.


 

 __________________________________________

Note:

Sapevo che sarebbe venuto il giorno in cui mi sarei messa a clintashare anche io. E alla fine è successo, l'ho fatto poco e forse male, ma ci sono ancora tanti capitoli e un terzo episodio prima che la storia finisca...

Io e questo capitolo ci odiamo, ci siamo presi proprio male, fin da quando era solo una riga sulla bozza della scaletta. Penso sia quello che è stato fatto, sfatto e rifatto più volte, e tutt'ora non è esattamente tra le cose che mi rendono più soddisfatta.

Dal prossimo capitolo la storia comincia ad avviarsi verso la parte conclusiva, si cambia un po' “registro” e... ci sarà una “sorpresa”. 
E visto che vi voglio bene (grazie a tutti voi  **), vi anticipo che il capitolo 20 si intitola "Lese-majesty".

E vi do anche una notizia che suonerà tipo le trombe dell'Apocalisse... l'ho quasi finitaaah! Mancano un paio di capitoli e poi questa follia... aehm... fanfiction è finita. E ho cominciato a buttare giù la scaletta dei capitoli per il terzo racconto conclusivo. E poi prevedo di aprirmi la testa a martellate per far uscire Loki da lì dentro...

As usually, ci leggiamo venerdì con l'aggiornamento. ^^

Per domande sulla fanfiction o curiosità in generale su la vita, l'universo e tutto quanto: HERE
(e visto che mi è stato chiesto in altra sede: no, non ci si deve registrare al sito per fare domande).
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Alkimia