10- You don't deserve this
Erano due giorni che Daphne non faceva altro che sorridere, non sapeva fare altro perché era felice, da quando era uscita con Joe si sentiva così bene con se stessa, come se avesse ritrovato la vera felicità.
Negli ultimi due giorni lui è stato molto impegnato con il lavoro, l'album è finalmente uscito e il rapporto si era ridotto a sguardi e sorrisi lontani, nessuno sapeva di loro a parte Ginny e Mercedes.
A Daphne non era neanche venuto in mente il pensiero del tradimento, forse le sembrava di aver tradito se stessa con Benjamin per tutto quel tempo.
La giovane cameriera uscì dallo spogliatoio con il sorriso stampato in faccia, prese il tesserino e registrò l'uscita. Si sentì tirare per un braccio e si ritrovò in un piccolo stanzino a contatto con un corpo che lei conosceva bene
“Joe cosa stai facendo?” sussurrò, ma lui non rispose, le mise le mani sulle guance e cominciò a baciarla dolcemente, la tenne a se coinvolgendola in quel bacio che la fece rimanere senza fiato
“scusami, ma mi sei mancata tanto” sussurrò lui sulle sue labbra
“anche tu mi sei mancato” sorrise lei accarezzandogli la barba ispida
“il lavoro mi impegna, poi tenere tutto nascosto è sempre più difficile” Daphne si staccò dal ragazzo e abbassò lo sguardo
“lo so, io...mi dispiace, la situazione...”
“non mi importa te l'ho detto, voglio solo stare il più possibile con te”
“davvero?”
“sì, vieni nella mia camera, ordiniamo qualcosa, mangiamo e ci guardiamo un film, come ai vecchi tempi”
“lo vorrei tanto...ma Ben”
“hai ragione scusa, non fa niente”
“aspetta un secondo” Daphne uscì dalla piccola stanzetta e prese il cellulare, aveva così tanta voglia di stare con Joe, non voleva passare la sera da sola a rimuginare sui tradimenti del marito
“pronto Ben, volevo dirti che questa sera non torno a casa per cena, Mercedes mi ha chiesto di fare da baby sitter ai suoi figli, ci vediamo più tardi” chiuse la chiamata e mise il cellulare in borsa, aveva usato una scusa semplice e credibile siccome a volte Mercedes le chiedeva favori di questo genere
“Daphne non fa nulla sul serio”
“cosa vuoi mangiare per cena?” sorrise lei guardandolo
“quindi rimani?”
“sì, allora vogliamo andare?”
Erano seduti l'uno accanto all'altra sul divano a gustarsi delle semplici patatine fritte con ketchup e maionese
“era una vita che non le mangiavo” disse lui mettendosene una in bocca e masticando con gusto
“io ormai vivo di cibo d'asporto, non ho tempo di cucinare” rise lei pulendosi le mani con un tovagliolo
“ah perché mangi ancora? Sei così magra”
“oh beh sai io ho una vita stressante, non sono tutti al mio servizio” lo prese in giro lei, Joe in risposta le lanciò una patatina suscitando una grossa risata della ragazza
“mi mancava sentirti ridere” Daphne arrossì e spostò leggermente lo sguardo
“a me mancava come mi facevi ridere” ammise mordendosi un labbro
“sembra così semplice, io e te”
“e invece è tutto complicato, Ben, la mia vita, me stessa”
“tu non sei il problema” la interruppe lui avvicinandosi a lei e guardandola
“oh invece sì, non sono più quella di 7 anni fa”
“beh ma anche io sono cambiato”
“sì ma io nono sono più me stessa, avevo promesso a te e a Chelsea di seguire i miei sogni, di essere felice, ma proprio non ci riesco” cominciò a sentirsi gli occhi bruciare per le lacrime trattenute, Joe sospirò e le prese la mano
“raccontami del tuo matrimonio, ho sempre pensato ti saresti sposata con un vestito bianco in una chiesa, con tutti i parenti”
“beh sì, è quello che avrei voluto”
“e?” la cameriera sospirò pesantemente
“in municipio, cerimonia lampo, i testimoni erano due impiegati del comune, io indossavo un paio di jeans” scrollò le spalle con noncuranza
“ah...” il ragazzo non sapeva neanche che dire, sentiva tutti quei sogni infrangersi e gli faceva male
“non potevamo permetterci molto e forse è stato meglio così, alla fine non è neanche un vero matrimonio”
“e allora perché stai ancora con quello?”
“è complicato Joe....tu non sai com'è”
“spiegami allora!” non rispose, stette in silenzio a fissare le loro mani intrecciate, delle piccole lacrime le inumidirono le guance e prontamente Joe le asciugò “non ti meriti questo” si avvicinò ancora di più eliminando lo spazio tra di loro e la baciò facendola stendere sul divano. Continuò il bacio accarezzandole il fianco, mentre lei aveva le dita tra i suoi capelli e continuava ad accarezzarlo dolcemente, sarebbe andata avanti, lo avrebbe voluto suo, ma non era pronta. Lo staccò leggermente e si perse ancora una volta negli occhi color nocciola
“dovrei andare” sussurrò
“va bene” rispose lui sfiorandole il naso con la punta del suo.
Daphne frugò velocemente nella borsa in cerca delle chiavi di casa mentre si avvicinava sempre di più al portone del palazzo, alzò per un attimo lo sguardo e vide suo marito attaccato alle labbra di una mora tutta curve, prese un grosso respiro e si affrettò ad entrare in casa. Era sicura l'avesse vista, i loro sguardi si era incrociati per un secondo.
La ragazza cominciò a girare per l'appartamento passandosi più volte le mani tra, sentì la porta aprirsi e vide comparire Benjamin
“Daphne ascoltami...”
“no! Eri lì, con quella....sotto casa, Benjamin dai!” urlò lei in preda alla rabbia
“hai ragione scusa, non ci ho pensato”
“riesci solo a chiedere scusa? Le stavi esplorando la gola sotto i miei occhi!” l'uomo la prese in un forte abbraccio e cominciò ad accarezzarle la schiena
“ho sbagliato lo so, non ho pensato potesse farti così male, devo stare lontano da casa” in quel momento Daphne stava ribollendo di rabbia, si stava scusando per essersi fatto vedere, non per averlo fatto, per averla tradita, ma non riuscì a dire nulla, in fondo prima lei era in una camera d'albergo a baciare deliberatamente un uomo che non era suo marito
“come hai fatto a non pensare a me?” sibilò
“ma non pensare a quella donna, tu sei mia, tu sei mia moglie, quella che amo” Ben stampò le labbra su quelle della ragazza e la baciò molto dolcemente, ma la mora lo staccò dopo qualche secondo
“mi dispiace, sento il suo profumo addosso a te”
“non fare tutte queste storie forza”
“mi dispiace, domani devo svegliarmi presto, dormirò sul divano, buonanotte” si liberò dalla presa e salì in camera a cambiarsi, si sentiva così mortificata, umiliata e colpevole, stava sprofondando.
Le scuse sono d'obbligo, mi dispiace essere così lenta,
ma ho anche 42948 idee per due nuove FF e devo organizzarmi,
ma prometto che prima concluderò questa.
Grazie per le splendide 5 recensioni,
dire che vi amo è poco.
Un bacio Debby!