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Autore: Gloria Bennet    01/02/2013    9 recensioni
Bonnie si ritrovó a pensare a Damon, quello vero e, per puro caso o forse per destino, i suoi occhi si posarono sull'alta e stretta libreria a destra del camino. Tenendo in braccio il gatto si avvicinó e vide incise nel legno, all'altezza dei suoi occhi delle lettere. Formavano una parola, un nome. "DAMON"
In quel momento la serratura scattò...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8. Il legame
 


Passarono i giorni e la neve si sciolse completamente per dare spazio a un gennaio freddo e soleggiato. Bonnie continuò a provare e riprovare il "legame" finché il nono giorno di prove, avvenne la svolta. In quei giorni di continuo provare e riprovare non aveva visto Damon neanche una volta, l'aveva solo sentito per messaggio.

In realtà Damon, ogni sera, andava a trovarla, ma la rossa era profondamente addormentata e non si accorgeva di lui. Quando poi trascorreva la notte abbracciato a lei, circondando il suo esile corpo con le sue braccia muscolose, vedeva il suo sorriso stendersi felice. Razionalmente inconsapevole che lui le fosse accanto, ma istintivamente cosciente. Di mattina, quando lui se ne andava, Bonnie era ancora addormentata. Qualunque cosa le stesse facendo fare la vecchia Flowers, la stava stancando parecchio. Prima di andarsene però, doveva sempre combattere contro il bisogno di svegliarla. Voleva baciarla, stringerla a sé, ma voleva anche che riposasse. Così si limitava a darle un bacio sulle labbra, un bacio troppo casto, ma sempre meglio di niente e poteva giurare di averla sentita sussurrare il suo nome almeno un paio di volte mentre la baciava.

 


 

Tornando a quel giorno, Bonnie fece la stessa cosa dei giorni precedenti. Guardò a lungo gli oggetti e si concentrò su di loro. Niente. Finché non sentì qualcosa dentro di sé. Qualcosa che non le aveva suscitato l'oggetto che stava considerando (una spazzola argento per i capelli), ma lo specchio, lo specchio di rose nere. Concentrò la sua attenzione su di esso e lo guardò. Non sapeva neanche chi fosse, sapeva solo che c'era quello specchio. Era l'unica certezza. Senza neanche accorgersene, la cucina di Theophilia sparì per dare spazio al suo salotto. Ma non era arredato come lo aveva sempre visto lei, era diverso. All'improvviso apparve Theophilia ed era più giovane. I suoi capelli non erano ancora bianchi, ma castano chiaro. Stava camminando incontro a qualcuno. Bonnie si voltò. Era...Damon.

«Damon?» chiese la signora Flowers, riflettendo l'eco dei pensieri della ragazza.

«Ti voglio ringraziare per la tua ospitalità. So quanto ti è costato fidarti di me e aprirmi le porte del tuo pensionato. È per questo che ti ho preso un pensiero»

Bonnie lo osservò bene. Naturalmente era uguale a come l'aveva sempre visto lei, ma sembrava più ingenuo. Era qualcosa che riusciva a scorgergli dall'espressione. Per non parlare poi del taglio di capelli da ragazzino. Ma doveva ammettere che gli donava. Sarebbe stato perfetto anche con un casco di banane in testa per lei. Theophilia lo guardò, sorpresa.

«Damon, caro. Non dovevi disturbarti»

Damon le porse un pacchetto. «Non è niente di speciale»

La signora Flowers scartò il regalo, sorridendo. Era uno specchio. Lo stesso specchio che aveva guardato Bonnie. Allora si trattava di un regalo di Damon!

«È bellissimo» esclamò Theophilia. Damon le sorrise...

La sua immagine si dissolse insieme a quella del salotto e della "giovane" Theophilia. Bonnie si ritrovò di nuovo in cucina. La signora Flowers era al suo fianco.

«Ce l'hai fatta! Ce l'hai fatta!»

«Non riesco a spiegarmi come sia successo, ma é successo»

«Questo significa una sola cosa. Adesso sei pronta, adesso riesci a isolarti da tutto e a vedere oltre. E sottolineerei, vedere oltre senza alcun contatto»

Bonnie non riusciva a smettere di sorridere.

«Chi l'avrebbe mai detto che Damon ti avesse regalato questo specchio?»

«Quella volta mi ha stupito. É stato il primo e l'ultimo regalo che abbia mai ricevuto da Damon»

«È per questo che i suoi regali si apprezzano di più»
«Sei la sua protettrice, cara?»

La giovane arrossì.

«Difendo sempre le persone a cui tengo»

«Lo so. E so anche che se sei riuscita a trovare la forza di instaurare il "legame" è perché c'è qualcuno che ti rende felice. E so di chi si tratta»

Bonnie rimase zitta. Si limitò a preparare un tè caldo alla pesca per festeggiare il risultato ottenuto. Ora sapeva di potercela fare. Continuare a provarci, senza arrendersi, si era rivelata la scelta migliore.


 


 

Le uniche persone che non falliscono mai, sono quelle che non provano mai.

[Og Mandino]


 


 

Era tramontato il sole quando ritornò in camera. Damon era sdraiato sul divano, a zampe in su. «Ciao tesoro» gli disse Bonnie e solo avvicinandosi si rese conto che Damon era steso vicino al gatto.
Da quando, quei due, avevano fatto amicizia? Damon stava dormendo e c'era un libro (quello che le aveva regalato) sulla sua pancia.
Sorrise. L'avrebbe svegliato. Aveva sentito la sua presenza in tutte quelle notti, ma non sapeva se era solo perché lo stesse sognando o perché era effettivamente lì con lei. Pensava di conoscere la risposta.

«Damon» gli sussurrò all'orecchio.

«Smettila di sognarmi quando hai il sogno reale davanti agli occhi»

L'effetto di Damon si stava mostrando anche nelle sue battute. Il vampiro borbottò qualcosa e aprì gli occhi. I suoi capelli erano tutti spettinati. Sembrava un cane dal pelo arruffato.

«Forse hai davvero bisogno di un bagno»

Damon non le rispose. Si limitò a prenderla per le braccia e a spingerla sul divano, facendo scappare il suo omonimo.
E poi, beh, la baciò. Coprendo la distanza che li separava, colmando l'assenza di quei giorni con la giusta riunificazione. Le sue labbra accarezzarono quelle del suo pettirosso mentre le accarezzava la cascata incandescente dei suoi capelli. Prese possesso completo delle sua bocca, fondendo il suo respiro con quello di Bonnie, rendendolo un solo respiro. Stavano respirando, insieme. E c'erano solo due rumori in quella stanza. Il battito del loro cuore e lo scoppiettio delle fiamme.


 

 

Il rumore di un bacio non è così forte come quello del cannone,

ma la sua eco dura molto più a lungo.

[Oliver Wendell Holmes]


 


 

Quella notte non dormirono, si guardarono a lungo e si parlarono con gli occhi.
«Perché mi guardi così?» le chiese Damon.

Bonnie lo stava fissando da almeno 10 minuti e sembrava molto concentrata.

«Stai forse provando a stregarmi?» chiese, col suo sorriso sghembo.
«Stavo provando una cosa» gli rispose lei.
«Quella che ti ha insegnato la vecchiaccia in questa lunga e dolorosa assenza di 9 giorni?»
«Si. Stavo provando a instaurare il "legame". Oggi sono riuscita a instaurarlo con uno specchio» «Tesoro, nel nostro caso non c'è bisogno di instaurarlo. C'è già»

Bonnie gli sorrise «Lo sento»

Si guardarono e si risposero, con un bacio.


 

La mia notte non porta consiglio.
La mia notte pensa a te,

come un sogno a occhi aperti.
[Frida Kahlo]


 


 

Quando Damon stava ormai per appisolarsi, lasciando cadere il suo viso sulla spalla di Bonnie, la ragazza si mise a scrivere sul suo diario.

Caro diario,

è trascorso un po' di tempo dall'ultima volta che ti ho scritto e, ora, posso dirti con certezza di sentirmi meglio. Sono felice e sono grata. Mi sento bene così come sto e, guardando Damon dormire sulla mia spalla, come un bambino sincero e ingenuo, riesco davvero a vedere il suo lato più fragile, il suo lato più umano. E' inutile tentare di nascondere quello che ho sempre provato. Non riesco a dormire, non riesco a chiudere gli occhi se so che lui è accanto a me. Potrei morire per non dormire mai? Probabilmente sì. Ma in quel caso non potrei guardare Damon lasciarsi andare al mondo dei sogni, lasciarsi trasportare in una dimensione immaginaria, creata da lui. Mi domando cosa stia sognando. Qualunque cosa sia, lo sta rallegrando (lo capisco dal suo sorriso). Non posso fare a meno di sorridere anche io. Damon mi rende stupida, ma non mi importa. Perché mi rende libera. Questi giorni, senza di lui, sono trascorsi lenti e inesorabili, ma ora, mi sembra di rinascere a contatto col suo sguardo dormiente. Sto bene e sono grata. Grata di averlo al mio fianco e grata che questo momento sia solo per noi. Un momento semplice, scontato e banale, ma un momento che è solo nostro e che mi fa stare bene. E' per questo che non dormirò, ma lo continuerò a guardare tutta la notte”

A presto, la tua Bonnie rincitrullita (o semplicemente innamorata)”


 

Naturalmente Damon aprì gli occhi proprio nel momento in cui Bonnie stava chiudendo il suo diario e riuscì a scorgere l'ultima parola che aveva scritto.

L'ultima cosa che fece, prima di addormentarsi definitivamente, fu sorridere, come un bambino ingenuo e sincero.


 

Il giorno seguente, Theophilia aveva concesso a Bonnie un giorno di pausa. Il primo di 3 giorni. Era talmente fiera della sua allieva che voleva concederle una meritata pausa in cui divertirsi e fare quello che voleva. Una parte di sé sapeva già con chi avrebbe trascorso quelle giornate e ne ebbe la risposta quando vide Bonnie scendere le scale, raggiante come non mai.

«Vado al parco con Damon» esclamò lei.
«Buona giornata, cara»

La giovane diede un bacio a Theophilia e uscì verso l'alba di un nuovo giorno. Questa volta però, ci sarebbe stato Damon.

Il sole era alto nel cielo. Luminoso e splendente. Il giardino di Theophilia era in ottime condizioni, nonostante la neve e il gelo dell'ultimo periodo. I tulipani rossi e le rose nere schiudevano i loro boccioli alla luce del sole.
Damon non era ancora arrivato. Bonnie inspirò il loro profumo e guardò il cielo. Si sentiva felice. Libera. E non c'era niente che avrebbe cambiato. Era come se fosse parte di quel cielo che la sovrastava. Non c'era nessun rumore, a parte il respiro della natura e il cinguettio degli uccelli. Ascoltando meglio, sembrava che qualcuno stesse fischiando..


 

Damon si divertiva a fischiare. Si divertiva a spazientire il suo pettirosso. Era così vicino al cielo in quel momento eppure aveva occhi solo per Bonnie. Si sentiva stupido e cretino, ma parte di sé sapeva che lo era sempre stato perciò non ci fece caso più di tanto. Era rinato, lo sapeva.

Era trascorso praticamente un mese e sembrava fossero passati anni. Anni di gioia e felicità.

Per questo, quando distolse lo sguardo dalla sua musa lo fece soltanto per posarlo pochi secondi verso il cielo e disse, con sincerità, “Grazie”.

Non sapeva perché lo stesse facendo, sapeva solo che era giusto ringraziare il cielo per quello che gli aveva dato. E poi anche Damon Salvatore poteva essere grato.

Il cielo limpido sembrò rispondergli, in quel momento, un raggio di sole lo investì fino ad andarsi a posare sulla figura incantevole della sua strega.


 

Un solo pensiero di gratitudine rivolto al cielo è la migliore delle preghiere.

[Gotthold Ephraim Lessing]


 


«Buongiorno raggio di sole» disse Damon.

Bonnie sobbalzò. Da quando aveva ricominciato a parlarle telepaticamente?

«Damon» sussurrò, spazientita.

«Ovunque tu sia, non é divertente»

«Cosa non é divertente?»

«Che tu mi stia parlando senza che io ti riesca a vedere»

«Mmm..è eccitante vederti arrabbiare»

«Damon! Dove sei?»

«Forse dovresti guardare più in alto»

Bonnie guardò in alto verso la fonte dei fischi. Damon. Come aveva potuto pensare che gli uccelli facessero quel rumore? Gli sorrise. Non riusciva a vederlo perché la sua figura era abbagliata da un raggio di sole. Era su uno dei rami più alti della quercia, nascosto dalla possente chioma dell'albero. «Che aspetti a salire?» le fece l'occhiolino.

«Ahahah! Salire? Non ci penso neanche»

«E come mai, bella fanciulla?»

«Perché non sono un vampiro e potrei rompermi l'osso del collo o anche morire se cadessi»

«Come sei tragica! Vengo a prenderti pettirosso»

Bonnie non si accorse neanche che era sceso dall'albero. Semplicemente se lo trovò di fronte. Si chinò per darle un bacio.

«Sei bellissima, sai?»
La ragazza arrossì «Grazie, anche tu non sei per niente male»
«Per niente male?! Stai parlando del vampiro più sexy dell'universo, dimentichi?»

Bonnie gli accarezzò il viso. «Sei troppo modesto»

Lui la strinse e senza ulteriori preavvisi, la portò sulla quercia. Bonnie urlò e si tenne aggrappata stretta a lui.

«Giuro che se muoio per colpa tua, ti uccido Damon»

«Peccato che nell'eventualità, saresti già morta»

Senza accorgersene neanche, Bonnie realizzò che i suoi piedi avevano toccato terra, o meglio ramo. Infatti, si trovavano su un possente ramo. Erano ancora stretti l'uno all'altro e i loro profumi, l'uno di mughetto e l'altro di menta si fondevano in una deliziosa armonia.

«Ricordami di non guardare giù» esclamò lei.

«Ricordati di guardare me»

Lo guardò. Non era difficile farlo. Al contrario, era così facile perdersi nei suoi meravigliosi abissi. Erano dello stesso colore della notte. Una notte limpida e serena. Una notte piena di stelle. Quelle stelle non erano ancora tutte chiare, ma lei riusciva a scorgerle comunque. Alcune erano oscurate dalle cose che ancora Damon si ostinava a tenerle nascoste, ma le avrebbe schiarite, avrebbe scoperto il suo segreto ora che era in grado di instaurare il legame.
Damon era il suo legame. Per questo ogni volta che lo guardava negli occhi si sentiva a casa, legata a lui da un invisibile filo d'argento. Non serviva guardare il cielo che la sovrastava, anche se ora era talmente vicino da poterlo toccare con un dito, a lei bastava guardare il cielo nei suoi occhi.


 

Io non ti chiedo di andarmi a prendere
una stella celeste
solo chiedo che il mio spazio
sia pieno della tua luce.
[Mario Benedetti]


 


 

Damon, intanto, si perdeva nei suoi occhi castani. Era felice. Libero. E tutto ciò di cui aveva bisogno era quello che stava di fronte a lui. La persona che teneva stretta a sé. Bonnie. Sentiva di poter essere libero con lei. Sentiva di poter essere libero perché in lei trovava accettazione, comprensione e soprattutto amore. Qualcosa che aveva sempre provato, ma che nessuno gli aveva mai dato, prima di lei. Ora sapeva cosa significasse essere amati. Era sentirsi liberi, nonostante le catene della vita. Era sentirsi liberi, stando legati a una persona nelle cui mani si mette la propria vita.
«Non avrei mai pensato di trovarmi quassù con te» disse lui.

«Neanche io»
«La verità è che non so più cosa pensare quando mi stai vicino»
«Allora non pensare. Pensavo fosse facile per te non farlo, soprattutto quando puoi stare sempre così vicino al cielo» disse lei, alzando il suo sguardo al cielo terso che li avvolgeva.
«Niente é facile, anche a due passi dal cielo. Neanche fingere che non me ne importi. In realtà mi importa, mi importa di tutto, ma ho imparato a distinguere il fondamentale dal necessario»
«E io sono fondamentale o necessaria?»
«Devo ancora scoprirlo» le disse, facendole l'occhiolino.
«Ora mi sento offesa»
Damon le sorrise. La guardò negli occhi, cercando di trasmetterle la risposta. Bonnie la colse e gli rispose.


 


 

 Non c'è miglior domanda di uno sguardo, non c'è miglior risposta di un sorriso.

 

 

 


 

A/N

Chiedo umilmente perdono per il ritardo.

Credo dovreste prendervela coi miei malvagi professori! In ogni caso questo capitolo è stato molto semplice e vi avviso che la situazione si inizierà a complicare dal prossimo capitolo. Perciò, non temete, i nostri Bamon non saranno felici ancora per molto * la mia cattiveria sta per farsi vedere * Detto questo, ringrazio ancora infinitamente tutti coloro che continuano a mostrare entusiasmo per la mia “creatura” (mi permetto di rivolgermi alla mia storia in maniera un po' umanizzata). Vi sono davvero grata. E, stando sul tema della gratitudine, ci ho tenuto a mostrare la gratitudine dei nostri eroi in questo capitolo perché volevo mostrare in maniera ancora più marcata quanto fossero felici.

Fatemi sapere cosa ne pensate, il vostro parere conta più di quanto voi possiate pensare ;)

Un bacione ;*

Gloria


 

   
 
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