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Autore: Jonas_sister    01/02/2013    3 recensioni
Da Roma a New York.
Un viaggio come regalo di compleanno. Un viaggio che non sarà solo questo perché cambierà la vita di Selene,diciannovenne timida ma pazza,appassionata di moda e con un sogno:diventare una stilista.
Sarà grazie a questo sogno che incontrerà Blaze,ventiduenne,bello da morire,modello per Abercrombie e fidanzato di Gisèle sua collega.
I due ragazzi saranno legati da un profondo sentimento di amicizia ma non sarà sempre così.
Tra alti e bassi Selene scoprirà di provare qualcosa di più per il suo amico e collega Blaze, ma riuscirà a dichiarare i suoi sentimenti o preferirà reprimerli per paura di essere rifiutata?
Saranno i suoi amici a cercare di farle capire come fare per poter essere felice ma non sempre i consigli vengono ascoltati giusto?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 15

Era il giorno del compleanno di Blaze. Compiva 23 anni e non aveva nessuna intenzione di festeggiare. Sotto questo punto di vista eravamo molto simili, infatti anche a me non piaceva festeggiare perché stare al centro dell’attenzione non mi era mai piaciuto particolarmente.
Aveva deciso di stare a casa sua e passare una serata con me, Alex, Giorgia, Maja e Lucas. Una cosa per pochi “intimi” insomma.
-Ti piace questa pasta tesoro?- mi chiese premurosamente Desy. 
Cassie aveva dato la giornata libera ad entrambi per festeggiare, quindi avevamo deciso di andare a pranzare dalla “nostra” nonna preferita.
Prima di risponderle ingoiai un boccone enorme. Ero affamata e andavo matta per la pasta –Si, mi piace da morire! Amo la pasta, in qualunque modo-
-Nonna però ti prego non farla scoppiare, altrimenti mi farai rimanere zitello e triste- disse Blaze con un’espressione affranta.
-Certo che più ti fai vecchio più diventi idiota. Però diventi anche più bello- Avevo le guance rosse e un sorriso imbarazzato perché improvvisamente mi ritornò in mente il fatto che non eravamo soli, ma con sua nonna.
Il mio modello da strapazzo mi sorrise dolce e si alzò –Ma com’è dolce il mio amore. Vieni fatti dare un bacio- Fu solo uno sfiorarsi di labbra, anche perché mi vergognavo ad amoreggiare col mio ragazzo davanti le persone, figuriamoci davanti a sua nonna.
-Ragazzi così mi fate commuovere. Selene sono contenta che tu sia entrata a far parte della vita di mio nipote. Lo vedo felice dopo tanto tempo, gli occhi gli brillano solo quando sente il tuo nome. Ragazzi continuate così e non fatevi del male perché è tanto bello amare qualcuno- e nonna Desy fece venire gli occhi lucidi anche a me. Di mia spontanea volontà mi alzai e andai ad abbracciarla.
Finimmo di mangiare e salutammo la signora che, allegramente, si appoggiò sul divano per riposarsi.

Eravamo in macchina quando mi resi conto che non stavamo andando a casa mia.
-Festeggiato scusa ma dove stiamo andando?- domandai molto curiosa.
Si schiarì la voce e poi parlò –Di solito il giorno del mio compleanno io vado a trovare mia madre-
Spensi immediatamente la radio. Bastò quella frase a farmi perdere il sorriso e a farmi assumere un tono serio –Vuoi portare me?-
Ci fermammo perché il semaforo era rosso, così ne approfittò per girarsi verso di me –Si. Vedi, tu sei molto importante per me e lo sai bene. Oggi è un giorno speciale, non solo perché è il mio compleanno, ma perché ho deciso che con te non voglio avere più segreti, così ti porterò nel posto dove mi sento ancora un bambino- Aveva già gli occhi lucidi. Se non si sarebbe calmato avrebbe fatto piangere anche me.
-Io non so cosa dire. Aspetta mi devo riprendere- dissi con un sorriso.
-Wow ti ho addirittura zittita. Devo averti colpito molto- mi rispose Blaze con un sorriso tranquillo. Per fortuna era ritornato quello di sempre. Non riuscivo a vederlo debole.
-Certo che mi hai lasciato senza parole. Ti rendi conto che con quelle parole hai rischiato di farmi morire? Vieni cucciolo- ridacchiai. Sapevo che anche lui era particolarmente contrario ai nomignoli.
Si avvicinò e gli baciai una guancia. Il semaforo era verde, così partimmo di nuovo.
Dopo circa mezz’ora arrivammo a destinazione.
Odiavo con tutto il mio cuore i cimiteri sin da bambina, ma quella era un’occasione speciale, così per tranquillizzare Blaze lo presi per mano e gli rivolsi un sorrisone.
Prima di entrare mi strinse a sé e mi baciò una tempia.

Camminammo per circa dieci minuti quando arrivammo davanti la porta di una cappella. Entrammo e rimasi colpita dalla bellezza della donna raffigurata sul marmo.
-Ciao mamma. E oggi sono 23. Sto diventando vecchio vero? Però sono felice. Oggi c’è una visita speciale, c’è la mia ragazza qui. Si chiama Selene e se potessi parlare diresti sicuramente che è la ragazza che hai sempre sognato per me. Le voglio tanto bene perché lei è semplice e ti da tutto quello che può solo per farti stare bene. Ho scelto bene- rise. Ero imbambolata. Essere lì per me significava molto. In questo modo Blaze mi aveva dimostrato che ci teneva davvero a me.
-Beh direi che è tutto merito mio se adesso siamo qui. Tu che volevi fare il farfallone, ma dove devi andare- dissi ridendo per sdrammatizzare un po’.
-Eh infatti, dov’è che devo andare? Ah si a casa per preparare la cenetta di stasera. Beh mammina io ti saluto. Ci vediamo presto- prima di allontanarsi diede un bacio alla foto e poi mi raggiunse.
Ero rimasta colpita dal modo in cui Blaze aveva parlato con sua madre. Sembrava che fosse lì accanto a noi.
Lo abbracciai di slancio senza un reale motivo. Era un po’ sorpreso –A cosa devo tutta questa dolcezza?- mi strinse ancora di più.
-Sei stato tenero prima. Mi hai ricordato il mio cuginetto quando parla con mia madre. Ed è meglio se la smetto di parlare di lui o piango- sorrisi con gli occhi lucidi.
Blaze mi prese il viso tra le mani –Ti manca tanto vero?- strofinò il suo naso contro il mio. Annuii e mi tuffai nuovamente tra le sue braccia.
Dopo esserci consolati a vicenda tornammo in macchina.
Ovviamente accesi la radio.
La canzone che cominciò a risuonare mi lasciò senza fiato. Era “I have nothing” di Whitney Houston. Amavo quella canzone e in quel momento decisi di continuare ad essere sdolcinata –No. Senti. Questa canzone è bellissima e mi ricorda troppo te che sei bellissimo, e quindi è uno dei miei regali di oggi. Questa è la canzone per noi. Oddio sembro una bimba demente- dissi tutto d’un fiato.
Non poteva guardarmi perché stava guidando, ma potevo vedere il suo enorme sorriso –Come sei dolce oggi. Grazie. Ti prometto che sarà la nostra canzone amore-
Fermi tutti.
Mi aveva chiamata amore? Cuore, cervello? Erano andati a farsi una vacanza a Honolulu. Stavo amando quella giornata alla follia, e non solo la giornata.

Finalmente arrivammo a casa di Blaze. Erano le sei del pomeriggio e tra due ore sarebbero arrivati i nostri amici.
-Oddio non posso neanche tornare a casa per cambiarmi- affermai affranta.
Il modello da strapazzo si girò verso di me –Hai lasciato il pigiama qui, se vuoi- sghignazzò.
Simulai una risata –Molto, ma molto simpatico. Vorrà dire che rimarrò così, però a te ci penso io- mi strofinai le mani.
-Allora mi salterai addosso visto che l’ultima volta che mi hai vestito tu la mia accompagnatrice ha tentato di avvinghiarsi a me per tutto il corso della serata- affermò ironico.
Chiusi gli occhi per il nervosismo che quel ricordo mi faceva provare –Per favore, non mi nominare quella polipa dissennatrice o inizio a sbraitare- lo avvisai amorevolmente.
Mi strinse le guance con le dita –Bella la mia gelosona- e mi lasciò un bacio sulle labbra.
-Bando alle ciance, andiamo in camera tua che è già tardi- lo presi per mano e lo condussi nella sua camera come se fosse casa mia.
Ero davanti il suo armadio da circa dieci minuti quando l’illuminazione divina mi colpì in pieno.
Presi un jeans chiaro e stretto, una semplicissima maglietta bianca a manica corta e una giacca non troppo elegante nera. Mancavano solo le scarpe e, siccome sapevo che Blaze non amava particolarmente vestire elegante, optai per le converse nere.
-Wow, è proprio un talento naturale il tuo- rimase piacevolmente colpito dalle scelte che avevo fatto.
Sorrisi –Visto? Dai cambiati-
Adesso era lui quello che sorrideva, ma maliziosamente –E perché non lo fai tu?-
Sgranai gli occhi. Ma che razza di richiesta era? –Ma che stai dicendo?-
-Se mi vesti tu. E dai accontenta questo povero festeggiato- fece il labbruccio e mi convinse.
-Ma vedi che mi tocca fare- sospirai e alzai gli occhi al cielo. In realtà era una cosa che divertiva anche me, altrimenti non l’avrei mai fatto, ma adoravo fare la scema con lui.
Gli tolsi il maglioncino e con la scusa di spogliarlo ne approfittai per toccargli il petto e gli addominali. Rimase a petto nudo e la prima cosa che pensai fu che quei maledetti tatuaggi mi avrebbero fatto morire prima o poi.
Presi dal suo letto la maglia bianca e lo vidi con le braccia già in alto. Ridacchiai perché sembrava un bambino. Feci lo stesso con la giacca e la parte superiore era pronta.
Diventai leggermente rossa –Si però per i pantaloni fai tu, no?-
-No- rispose subito –Scusa hai già visto tutto quello che c’era da vedere- ridacchiò –devi soltanto mettermi un insulso jeans-
Lo guardai torva e portai le mie mani al bottone dei jeans che portava in quel momento. Cercavo di non sfiorare il “piccolo Williams” per evitare di morire d’imbarazzo.
Finalmente riuscii anche ad abbassare la lampo e adesso era in boxer davanti a me.
Gli feci una radiografia completa e, con la testa abbassata verso destra, sospirai. Era un sogno.
-Sono contento che ti piace quello che stai vedendo, però ho un po’ di freddo- scoppiò a ridere.
Mi ridestai e mi avvicinai a lui –Adesso taci. Ho fatto quello che mi hai chiesto, quindi adesso una bella visione me la merito che dici?-
Non gli lasciai neanche il tempo di rispondere perché ero già intenta a baciarlo.
Blaze mi strinse i fianchi e camminò fino al letto. Avrei tanto voluto continuare a baciarlo, però dovevamo finire di prepararci, o meglio dovevo finire di prepararlo.
Sussurrai sulle sue labbra –Vorrei continuare, però tra un’ora arriveranno gli altri e non possiamo farci trovare in queste condizioni- sorrisi.
Lui fece lo stesso e poi si staccò. Adesso indossava anche i jeans che avevo scelto –Spero che almeno le scarpe le metterai da solo-
-Si non ti preoccupare- rise –Però prima dammi un bacino-
Era troppo carino con gli occhi chiusi e le labbra già pronte per ricevere un bacio. Mi ricordava Cucciolo di Biancaneve, così lo presi per le orecchie e gli lasciai un bacio a stampo.
Ridendo tornai nel salone e chiamai la pizzeria per ordinare sei pizze. Quando chiusi la chiamata sentii due braccia avvolgermi.
-Sono le sette e mezza. Che si fa mentre aspettiamo?- chiesi voltandomi verso Blaze. Aveva la testa appoggiata contro la mia spalla, così ci ritrovammo  con i visi vicinissimi.
-Non lo so. Guardiamo un po’ di televisione?- strofinò il naso contro la mia guancia. Era un gesto che faceva spesso e che mi faceva sciogliere ogni volta. Sembrava un cucciolo bisognoso di tanto affetto.
Annuii sorridendogli, così ci dirigemmo verso il divano. Stavo per sedermi quando mi sentii afferrare per i fianchi. Mi ritrovai in braccio a Blaze –E’ più bello stare seduti così- mi strinse ancora di più e, come sempre, riappoggiò la testa sulla mia spalla, mentre io mi rilassai contro il suo petto.
Mentre stavo facendo zapping mi fermai immediatamente –Si vede assolutamente questo. Non giro neanche se mi pagano- esclamai con gli occhi sognanti davanti ad un bellissimo Damon, alias Ian Somerhalder, mentre era impegnato a ballare a petto nudo con una bottiglia in mano.
-Ecco potrei considerarmi geloso di questo tizio- affermò Blaze.
Scoppiai a ridere –E fai bene! Ma no scemino lui si è bellissimo, affascinante, meraviglioso, un sogno-
Non terminai perché il modello da strapazzo mi interruppe –No ma devi aggiungere qualcos’altro?-
Che tenero che era. Parlai di nuovo –Stupendo. Però il mio amore sei tu- dissi baciandolo a stampo.
-Adesso va bene- disse.

La puntata purtroppo terminò. Erano le otto in punto e il citofono suonò.
-Wow, meglio di un orologio svizzero- ridacchiai.
Blaze rispose e indicò ai nostri amici il piano che dovevano raggiungere.
Dopo pochi minuti suonarono alla porta e furono accolti dal mio ragazzo, mentre io ero intenta ad apparecchiare. Per vedere la televisione e battibeccare ci eravamo completamente dimenticati della tavola.
-Buonasera bella fanciulla- mi salutò con un bacio sulla guancia Alex.
-Maestro- risposi.
In cucina entrarono anche gli altri e ci salutammo.
-Lucas ma che cos’è?- domandai vedendo un pacco abbastanza grande tra le sue braccia.
-Questo è il nostro regalo per Blaze! Potresti metterlo in frigo per favore?- mi chiese gentilmente. Quel ragazzo mi piaceva tanto. Era pacato, dolce ed educato. Con Maja formava una coppia perfetta perché lei invece era esuberante e pazza e si completavano a vicenda.
-Ma io avevo detto niente regali- esclamò Blaze che entrò in quel momento.
-Cognato non parlare. Stasera si festeggia e il regalo era d’obbligo!- rispose subito Giorgia.
Finii di preparare la tavola, così ci dirigemmo in salone. Ci sedemmo sul divano e sulle poltrone e cominciammo a parlare mentre attendevamo le pizze.
-Oddio ragazze mi sono scordata di dirvi una cosa- urlò all’improvviso Maja.
-Dica- rispose Giorgia.
-L’altro giorno ho mandato a quel paese l’amabile Cristina. Mi aveva scelta come modella per le foto e sbraitava. Allora dopo che le ho detto che è una stronza viziata me ne sono andata- Meno male che non ero l’unica a pensare che fosse una stronza. Mi sentivo sollevata.
-Meglio che non mi esprimo- sospirai.
Verso le nove meno un quarto suonarono alla porta. Andai ad aprire io e mi trovai davanti un ragazzo con le nostre pizze.
-Ciao bella- mi fece l’occhiolino. Mi innervosii parecchio. Non amavo particolarmente i tipi come lui, soprattutto perché mi sembravano viscidi.
-Salve. Mi può dire quanto viene?- risposi cercando di mantenere la calma, cercando soprattutto di non tirargli un pugno.
-Per te 20 dollari dolcezza- Come mi aveva chiamata? Non lo permettevo a Blaze, tantomeno a uno sconosciuto idiota.
-Amore vieni- mi voltai verso Blaze. Quell’idiota rimase sconvolto. Non si aspettava che la “dolcezza” fosse fidanzata felicemente.
-Eccomi- appena vide il tizio capì all’istante –tesoro- aggiunse circondandomi la vita con un braccio.
-Sono 20 dollari. Non so dove hai il portafoglio- dissi.
-Ce l’ho qui, ecco a lei- lasciò i soldi a quel cafone e, dopo aver preso le pizze, gli chiuse la porta in faccia.
-Hanno anche il coraggio di far lavorare certi coglioni- sussurrò nervoso.
-Ehi non ci pensare più. Non ti rovinare la serata per un buzzurro- lo rassicurai passandogli una mano tra i capelli.
-No, buzzurro sono io- rise.
-Giusto, buzzurro- risposi abbracciandolo.

Ci sistemammo a tavola e mangiammo tra le risate. Eravamo tutti dei comici nati in quella casa.
-E’ il momento dei regali- urlò come al suo solito Giorgia –Vieni con me in cucina- mi prese per mano e andai con lei.
Quando fummo da sole Giorgia parlò –Screanzata, tu non dovevi dirmi qualcosa?-
Mi sbattei una mano in fronte –Oddio è vero. Perdonami è che in questi giorni non siamo state sempre insieme. Comunque sai l’altro giorno quando sono rimasta da Blaze e poi siamo arrivati insieme a lavoro?- Cercavo di allungare il brodo perché temevo la sua reazione. Sarebbe stata capace di farsi sentire anche in Italia.
-Si ho presente tutto. Dimmi quello che mi devi dire, forza tesoro, forza!- disse a denti stretti.
-Ecco.. siamo caduti sul divano, ci siamo baciati e poi un bacio tira l’altro.. e siamo finiti in camera sua. Vabbè hai capito no?- ero abbastanza imbarazzata e stavo per soffocare. Avevo una serpente a sonagli che mi stava stritolando, non una persona.
Dopo aver parlato ancora un po’ tornammo con la torta in salone da tutti gli altri. Poggiammo quel dolce che aveva un aspetto meraviglioso e, quando tolsi il sacchetto che la copriva , rimasi leggermente scioccata come anche il mio fidanzato.
Sull’ostia, infatti, c’erano rappresentati i nostri visi. Stavamo sorridendo e riconobbi quella foto. La facemmo il giorno della prova dove io avevo il compito di vestire Blaze e Giorgia quello di scattargli delle foto seguendo le mie indicazioni.
-Ragazzi giuro che è bellissima- ringraziò commosso i suoi amici il mio modello da strapazzo.
-Modestamente siamo degli esperti in fatto di regali. Ma adesso è il momento delle foto! Dai amore inizia a scattare- esclamò felice Alex.
La prima foto fu proprio con il suo migliore amico. Messi vicini erano un mix letale. Erano bellissimi.
Poi fu il turno di Maja e Lucas. Anche in questo caso il trio era caratterizzato da una bellezza non comune. Poi andò Giorgia che prima di mettersi in posa disse –E facciamo questa foto con il mio cognatino preferito- e lo abbracciò.
Poi arrivò il momento tanto atteso, la foto con la sottoscritta. Mi diressi verso di lui con un grande sorriso.
Arrivai a fianco a lui e la nostra foto non poteva essere normale, infatti mi venne spontaneo dargli un bacio mentre lui sorrise con una dolcezza infinita. Ovviamente Giorgia seppe cogliere l’attimo perfetto e scattò.

Dopo il momento delle foto e dei baci, mangiammo la torta.
-Ma non credere che i regali siano finiti qui- sghignazzò Lucas.
-Ragazzi avevo detto niente regali, non riempitemi di pacchetti- sorrise imbarazzato il festeggiato passandosi una mano tra i capelli.
Maja andò un attimo in camera da letto e ritornò con un pacchetto tra le mani. Lo porse a Blaze che, emozionatissimo, lo aprì. Era un orologio bellissimo. Lo mise subito al polso e ringraziò tutti.
-Però amico cerca bene, c’è un’altra cosa- lo richiamò Alex.
Il modello da strapazzo fece come gli era stato detto e quello che tirò fuori fece emozionare anche me. Era una cover per telefono e il tema era rappresentato da un’altra foto sempre nostra. Questa era recente, infatti risaliva all’ultimo servizio che avevamo realizzato per Cassandra. C’eravamo noi che ci baciavamo sorridendo vestiti con abiti eleganti. Prima di ringraziare gli altri, però, Blaze si diresse verso di me. Mi baciò e poi andò ad abbracciare tutti gli altri.
Erano le undici e mezza quando i ragazzi decisero di tornare a casa. Ovviamente avvisai Giorgia che avrei passato la notte con il mio ragazzo, anche perché le sorprese per lui non erano ancora terminate.
Rimanemmo da soli e ci sedemmo sul divano –Prima che scatti mezzanotte devo darti il mio regalo, altrimenti non ha senso!- ridacchiai andando in camera.
-Anche tu mi hai fatto un regalo?- mi domandò stupito Blaze.
Tornai da lui e ghignai –So che già la mia presenza è un grandissimo dono, ma, si, anche io ti ho fatto un pensierino-
Adesso non ero più spavalda, e con mani tremanti gli consegnai una busta blu elettrico. La prese e l’aprì.
Stava rigirando l’album fotografico tra le sue mani, quando finalmente si decise a sfogliarlo.
Sulla prima pagina c’era la nostra prima foto insieme, quando ancora pensavamo che tra di noi non ci sarebbe potuto essere niente oltre l’amicizia. Più girava le pagine, più il suo sorriso si addolciva, perché in un certo senso stava ripercorrendo tutta la nostra storia.
Arrivò all’ultima pagina e lì la mia situazione peggiorò. Quasi mi pentii di aver scritto le cose che adesso lui stava leggendo silenziosamente.

Sai che la dolcezza non è il mio forte, ma oggi per te è un giorno speciale e per poche ore smetterò di fare l’acida e cercherò di dimostrarti l’amore che provo per te. Mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati, o meglio scontrati da Starbucks. Ho pensato sin da subito che tu fossi un bel ragazzo, ma la tristezza si impossessò di me quando pensai che non ti avrei rivisto più. Poi ,però, quando ti ho visto entrare nella sala di Cassandra ho rischiato davvero di rimanerci secca. I nostri sguardi si sono incrociati subito e, probabilmente, da lì ho capito che mi sarei innamorata di te. All’inizio ho cercato di considerarti come un amico, ma i sentimenti non si possono comandare. La mia mente già precaria ha cominciato ad essere piena solo di te. Poi quando abbiamo scoperto Gisèle con quel tizio e tu mi hai voluta come sostegno e hai pianto tutte le tue lacrime sfogandoti, questa mia “fissa” è aumentata. Sono stata male quando hai deciso di dimenticare il nostro bacio in piscina. Quando poi, invece, ci siamo baciati di nuovo nella casa delle streghe e abbiamo deciso di non reprimere il bellissimo sentimento che a quell’epoca era appena nato e adesso ci lega la mia felicità era indescrivibile. Se ripenso a tutti i nostri momenti belli mi vengono gli occhi lucidi perché non sono mai stata così felice in vita mia, lo giuro. Sei diventato importante nel giro di due giorni. Mi sei entrato dentro subito. Diciamo che dopo aver incontrato te ho iniziato a pensare che il colpo di fulmine esiste davvero e che ha colpito proprio me. Sono felice di aver accettato di venire qui a New York per questo stage perché, oltre a poter praticare la mia passione più grande, ho incontrato te. Non mi pentirò mai delle scelte che ho fatto e posso dirti sicuramente che tu sei la scelta migliore della mia vita. Quando poi l’altro giorno abbiamo fatto l’amore per la prima volta ho rischiato di non avere più un cuore perché batteva furiosamente come non aveva mai fatto. Ho avuto seriamente paura di morire. Sto diventando troppo sdolcinata ma sappi che è solo colpa tua. Credo di aver scritto anche troppo mio bellissimo modello da strapazzo (amo questo soprannome, oltre che buzzurro ovviamente). Un bacio, anzi tantissimi baci. Tua Sel.
Ah ho dimenticato di dirti la cosa più importante. Sei davvero un mito perché sei riuscito a farmi innamorare di te. Ringrazia la tua semplicità amore”

Continuava ad avere gli occhi fissi su quel foglio mentre io rischiavo di andare in iperventilazione. Mi stavo seriamente sentendo male.
Dopo minuti che a me sembrarono ore finalmente alzò la testa. Avevo lo sguardo terrorizzato puntato nel suo. Aveva gli occhi lucidi e a quel punto temetti davvero per la mia salute.
Poggiò con cura l’album fotografico sul tavolino davanti al divano e poi si avvicinò a me. Non riuscii a chiedergli niente perché mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
Gli presi il viso tra le mani, mentre lui mi strinse i fianchi prendendomi in braccio. Adesso ero a cavalcioni su di lui. Ci staccammo per riprendere fiato e ne approfittai –Allora, ti è piaciuto il regalo?- la voce mi uscì decisamente bassa e roca.
-Si, amore- Quell’ “amore” mi mandò in tilt il cervello e ripresi a baciarlo con più intensità, mentre lui mi toccava ovunque.
Si alzò dal divano con ancora me in braccio e mi portò in camera sua. Cominciò a baciarmi il viso, il collo, le spalle e poi mi tolse la maglietta.
Ovviamente non rimasi immobile e, passando le mani sui suoi addominali e sul suo petto, lo feci rimanere a petto nudo.
Era bellissimo.
Tutto si bloccò nell’esatto momento in cui le sue labbra mi sussurrarono una frase che non mi sarei mai aspettata –Sei il regalo più bello che la vita potesse farmi mia dolce e acida Sel-
Lo guardai negli occhi e mi rituffai sulle sue labbra.
Quella notte facemmo l’amore appartenendoci completamente. Non avevamo usato nessuna precauzione e sapevamo che rischiavamo molto, ma la voglia di stare insieme era troppa.
Quando poggiai la testa sul suo petto per addormentarmi serena tra le sue braccia mi stupì un’altra volta pronunciando parole che non avrei dimenticato mai più –Anche io mi sono innamorato di te-
Mi addormentai stritolandogli il collo e con un sorriso ebete e sereno sulle labbra.





Ciao a tutti. Perdonatemi, ma da quando la scuola è ricominciata non ho avuto un attimo di tregua.
Spero di meritare la vostra comprensione con questo mega capitolo. E' sdolcinato, cosa molto strana per una come me ahah Sono di corsa, quindi vi dico soltanto che spero che vi sia piaciuto e che non mi lincerete *-*
Un bacio e alla prossima, e giuro che sarà presto! Anche perché i capitoli finali sono in fase di elaborazione :D Finalmente vi libererete di me ahah
 

  
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