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Autore: Oceans_216    01/02/2013    5 recensioni
Blaine è gay ed è costretto a trasferirsi in una scuola pubblica, il Mc Kingley High School. Qui incontrerà nuovi amici e un possibile nuovo amore. Tra litigi, scommesse e fraintendimenti, Blaine e Kurt si conosceranno. Ma non tutto è come appare. Kurt è impegnato e gli Warblers dovranno intervenire per aiutare Blaine a conquistarlo.
Dal capitolo 5:
“E come si chiama?” mi chiese Sebastian, pensieroso.
“Beh in realtà... oddio. E’ lui” dissi, sbiancando.
“Lui chi?” mi chiesero tutti e sette in coro.
“Lui” dissi, fissando uno stand di crepes. Tutti i Warblers si girarono per guardarlo.
“Ahh però Blaine, punti in alto” mi disse Wes, sorridendo e annuendo contemporaneamente.
“Che figo!” disse Richard, guardandolo intensamente.
Ero così intento a fissarlo, che non notai lo sguardo di Sebastian passare da sorpreso a immensamente soddisfatto.
“50 dollari e ci vado a parlare, portandotelo qui” mi propose il ragazzo, porgendomi la mano.
“Te ne do anche 100 – risposi scettico, stringendogliela- ma non credo che si farà ammaliare dal tuo charme.”
“Oh, vedremo”
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAN’T FIGHT THIS FEELING

Appena mi svegliai, sentii delle forti e calorose braccia che mi circondavano i fianchi e un Sebastian mezzo addormentato che mi stringeva a sé.
“B-Bas?”
“Shh Kurtie torna a dormire, ne riparliamo domani” mi rispose, girandosi e sfiorando il mio naso con il suo.
“Io-scusa, scusami tanto.. avevi ragione tu” dissi, sentendo qualche lacrima solcarmi il volto.
“Hei Kurt no, no! Non è colpa tua! E’ colpa di quel deficiente che ti trovi come fratellastro! Tu non hai fatto niente”
“Sì invece, è tutta colpa mia. Se non fossi stato un codardo, niente di tutto questo sarebbe successo” gli risposi, tirando su con il naso.
“Infatti sarebbero potute succedere cose molto peggiori! E’ vero, hai un livido, ma stai bene e questa è la cosa più importante per me, chiaro? E non sei un codardo!”
“Ma se avessi fatto coming out invece di mentire magari-“
“Magari cosa?!  Magari il bullismo avrebbe toccato vette che nemmeno puoi immaginare e magari avresti perfino dovuto cambiare scuola per la situazione ormai diventata insostenibile”
“Ma non eri tu quello che mi diceva di dichiararmi?” gli chiesi dubbioso.
“Kurtie, io volevo solo...volevo solo che capissi che in quella scuola non eri il vero te e che venissi alla Dalton, dove c’è tolleranza zero per le discriminazioni. Sicuramente lì non ti sarebbe successo nulla.. al McKingley invece sei in pericolo” mi disse, con un tono triste.
“Bas, sarò anche un codardo, ma tutte le persone con cui sono cresciuto e i miei amici sono lì in quello schifo di scuola..non riuscirei mai ad andarmene”
“Kurt, ti capisco, davvero. Anche io ho dovuto lasciare i miei amici di Parigi e l’unica cosa che è riuscita a convincermi a venire qua in Ohio è stato il fatto che ci sei tu, ma io non posso essere sempre e costantemente preoccupato per te! E dalla Dalton non posso fare niente...”
“Ma Bas, tu non devi fare niente. E’ la mia guerra!”
“Come puoi dirmi che non devo fare niente? E secondo te dovrei stare a guardare mentre i bulli ti picchiano?”
“No, certo che no, ma dammi un po’ di tempo! Sono sicuro che troverò una soluzione...”
“E quale sarebbe?”
“Non lo so, ma la troverò! Costi quel che costi! Io non mi faccio spaventare da quattro scimmioni”
“Kurt... io non posso stare alla Dalton e fare finta che mio cugino ogni giorno stia bene e viva serenamente mentre so che invece viene quotidianamente violentato. Magari se..”
“Se?..”
“Se cambiassi scuola e venissi lì al McKingley, potrei proteggerti…”
“No no Sebastian, non se ne parla!”
“Ma- perché?”
“Ho detto di no! Io ti voglio un bene dell’anima –dissi, stringendomi più vicino a lui- e non voglio che tu rinunci alla tua felicità per la mia. So che lì alla Dalton ti trovi bene e che non vorresti veramente cambiare scuola e-“
“Ma lo farei per te. Farei di tutto per te”
“Lo so Bas, ed è per questo che non puoi farlo. Perché loro non solo mi spintonano e mi tirano le granitate, ma mi insultano. E pesantemente. E tu non riusciresti a trattenerti dallo spaccare la faccia a tutti se sentissi i loro insulti..”
“E avrei ragione, cazzo! Non si devono permettere!”
“Bas, calmati” gli dissi, baciandogli una guancia, sapendo che quel gesto aveva il magico potere di calmarlo all’istante.
“Andrà tutto bene” gli sussurrai.
“Non dovrei essere io quello che rassicura te?” mi chiese.
“Beh, credo che ci dovremmo rassicurare a vicenda. Io ti prometto che troverò una soluzione e sarò finalmente felice”
“E io ti prometto che ci sarò sempre per te, qualunque cosa succeda. Chiamami, dovunque tu sia, e correrò da te. Promesso”
“A proposito... come hai fatto a sapere del casino che era successo. E’ stato papà a dirtelo?”
“No, è stato Blaine”
“Blaine?”
“Sì, mi ha mandato un messaggio perché era preoccupato per te”
Blaine era preoccupato per me e ha perfino mandato un messaggio a Sebastian?
“Oh, sembra che dovrò ringraziarlo di nuovo...ma lo farò lunedì. Domani possiamo stare a casa e starcene un po’ da soli? Mi sei mancato così tanto”
“Riesci a rigirare la frittata sempre a tuo favore, eh?”
“…ti prego?”
“E va bene, solo perché sei tu Kurtie”
“Ti adoro” gli risposi, baciandogli un’altra volta la guancia.
“E’ stata una giornata pesante, è meglio dormire. Buonanotte cuginetto”
“Buonanotte Bas”
 

***

Io ero gay ed ero fiero di esserlo. Non era stato per la vergogna che non mi ero dichiarato con i miei amici, ma per la paura che le conseguenze di tale azione fossero troppo gravi.
Meglio mentire ed essere al sicuro, che dire la verità e ritrovarsi all’ospedale, no?
Era questo il ragionamento che avevo in testa da maggio e che nessuno era riuscito mai a cambiare. Fino a quel momento.
Nel momento in cui finalmente ero stato sincero con i miei amici, un grosso macigno sul mio cuore si era dissolto ed era come se avessi iniziato a respirare serenamente.
Ma gli spintoni, gli insulti e le granitate mi ricordavano costantemente che essere gay a Lima, Ohio, non fosse di certo la cosa più facile del mondo.
Dopo aver parlato con Sebastian e poi sabato con mio padre, mi resi conto però che io ero finalmente il vero Kurt, e nessuno mi avrebbe potuto togliere questo.
E nel profondo del mio cuore speravo che presto un nuovo pettegolezzo sarebbe arrivato al McKingley e avrebbe distratto almeno in parte i miei persecutori dal degnarmi di tutte quelle attenzioni non richieste.
Era solo lunedì, ed io avevo già ricevuto tre granite. Una alla fragola, una all’uva e una al limone, per l’esattezza.
Ma qualcosa era cambiato da giovedì. Qualcosa era scattato in me e la paura, almeno in parte, se ne era andata. Probabilmente ero rimasto shockato soprattutto perché stare con Santana mi aveva abituato a sentirmi in salvo, al sicuro, un privilegiato. E invece in men che non di dica ero ritornato a maggio.
Anzi, era diverso. A maggio giravano voci che io fossi gay. Quelle di ottobre erano certezze. E quando  finalmente ero il vero me stesso, non mi sarei tirato indietro rimangiandomi tutto. Non che qualcuno mi avrebbe creduto, comunque.
L’ora del glee arrivò stranamente in fretta e quando arrivai, la prima cosa che feci fu andare verso Blaine, che mi stava guardando e che sembrava particolarmente vigile.
“Blaine, ti volevo ringraziare ancora” gli dissi, sorridendo.
Lui rimase per un momento pietrificato, probabilmente sorpreso dal mio cambio di umore da giovedì, e mi sorrise di rimando.
“M-ma figurati, Kurt..non ho fatto niente”
“Tu hai fatto tantissimo, invece! Hai chiamato Sebastian e ti assicuro che non avresti potuto scegliere persona migliore”
“Sono felice di esserti stato utile... e scusa se mi sono fatto i fatti tuoi...”
“Stai scherzando spero! E’ solo grazie a te che oggi il mio umore è migliorato... io non avrei avuto il coraggio di chiamarlo..” dissi, distogliendo gli occhi dai suoi e rabbuiandomi.
“Beh, non sempre è facile chiedere aiuto, ma l’importante è saperlo accettare, no?” mi disse.
Alzai gli occhi e incontrai i suoi. Erano davvero particolari. In quel momento, con quella luce, sembravano di un marrone chiarissimo, e sorridevano.
Sì, i suoi occhi mi stavano sorridendo.
“Giustissimo” gli risposi sorridendogli.
Quel ragazzo era veramente buonissimo.
“Beh... se mai tu avessi bisogno di qualcosa, non esitare a chiedermelo. So di essere nuovo e di non poter fare molto, ma se posso aiutare...”
“Oh, sei davvero gentilissimo”
Mi addolcii guardandolo e in uno sprazzo di gioia e gratitudine improvvisa, lo abbracciai.
“Grazie Blaine, davvero. Mi hai salvato” gli sussurrai.
“F-figurati, K-Kurt, è stato un piacere” mi rispose, ricambiando l’abbraccio.
Dopo pochi secondi –troppo pochi per i miei standard, ma in fondo ci conoscevamo appena- sciolsi l’abbraccio e non potei che addolcirmi ulteriormente vedendo le sue guance tingersi di un bellissimo rosa.
Abbassò gli occhi ma dopo poco lì rincatenò con i miei e fece un’espressione tra l’imbarazzato e il lusingato.
Era la cosa più adorabile che avessi mai visto. Sembrava un cucciolo.
Gli sorrisi per l’ennesima volta e mi andai a sedere vicino a Mercedes che, vedendomi sereno, per poco non scoppiò a piangere, stringendomi fortissimo a lei e sussurrandomi quanto era felice e fiera di me.
Piano piano arrivarono anche gli altri membri del glee, compresa Santana che, scannerizzandomi con lo sguardo, mi baciò.
“Rimarrai sempre il mio ragazzo preferito” mi disse.
“E tu la mia fidanzata prediletta” le risposi, ed entrambi scoppiammo a ridere.
Sì, qualcosa era cambiato nell’aria.  E non potevo esserne più felice.
Appena il professore entrò nell’aula, mi alzai e mi diressi verso di lui.
“Scusi professore, posso dire due parole?” gli chiesi.
“Certo. E, Kurt? Sono felice che tu stia meglio” mi rispose.
“Anche io professor Schue, anche io”
Camminai fino in mezzo alla stanza e mi voltai verso i miei amici.
“Ragazzi, mi volevo scusare ufficialmente con tutti voi. Voi siete la mia seconda famiglia e io non sono stato sincero con voi e mi dispiace. Vi assicuro che non ho mentito perché non mi fido di voi, ma solo perché la paura che la voce della mia omosessualità potesse uscire dai muri di questo coro era troppo grande” dissi.
Presi un grande respiro e continuai.
“Solo pochi in questa stanza sapevano la verità ma vi posso assicurare che non l’ho detto a loro perché per me sono più importanti degli altri o perché mi fido più di loro, ma perché o fanno parte della famiglia, come Rachel e Finn, e quindi era inevitabile che lo sapessero, perché a casa era l’unico luogo in cui potevo essere sincero; o perché, come nel caso di Mercedes, avevano capito che io fossi gay prima di me” dissi, ridacchiando e molti di loro si unirono alla mia risata.
“Ma vi giuro che nemmeno per un secondo ho pensato che voi mi avreste potuto tradire – dissi, rattristandomi per un secondo pensando a Finn, che da quando avevo iniziato a parlare, aveva abbassato il capo-  o fare qualcosa contro di me, perché so che quello che ci lega è speciale. E spero davvero che questo non cambi le cose tra di noi” dissi, sorridendo.
Calò il silenzio, finchè Noah non si alzò e mi venne in contro.
Si mise davanti a me, mi fissò per qualche secondo e poi mi stritolò in un abbraccio.
“Certo che non cambieranno le cose, coso! Noi ti vogliamo bene!” mi disse.
Una lacrima mi scese sulla guancia e prima che me ne potessi accorgere, tutti i ragazzi mi stavano abbracciando, compreso il professore.
Ero serio quando avevo detto loro che erano la mia seconda famiglia, perché lo pensavo davvero.
In quel momento l’idea di avergli mentito mi fece sentire in colpa, ma l’abbraccio in cui mi stavano stringendo significava che per loro era tutto a posto, che non era cambiato niente e che mi volevano bene come prima.
Ero davvero fortunato ad averli come amici. Non sapevo cosa avrei fatto senza il loro sostegno.
“Ora, una canzone è d’obbligo!” urlò Tina.
“E’ vero Kurt, devi cantare” mi disse Rachel, sciogliendo l’abbraccio.
Piano piano tutti tornarono al loro posto e notai le uniche due persone che non si erano unite all’abbraccio.
Finn e Blaine.
Blaine perché probabilmente ancora non si sentiva parte del gruppo e non voleva interferire. E Finn.. beh, perché ancora non ero riuscito a perdonarlo.
Volevo farlo, ma non ci riuscivo… lui, mio fratello, mi aveva tradito. Anche se involontariamente, l’aveva fatto.  Dopo il litigio di lunedì non avevamo più parlato.
Fui riscosso dai miei pensieri quando Brittany urlò “ II mio unicorno canta! Evviva!”
“Va bene ragazzi, se ci tenete tanto..” risposi, sorridendo. Quel giorno non sembravo capace di fare altro.
Mi avvicinai a Brad, il pianista-soprammobile, e gli dissi il titolo della canzone.
Tornai in mezzo alla stanza e cantai.
 
Someone to hold you too close
Someone to hurt you too deep
Someone to sit in your chair
to ruin your sleep

Someone to need you too much
Someone to know you too well
Someone to pull you up short
to put you through hell

Someone you have to let in
Someone whose feelings you spare
Someone who like it or not
Will want you to share a little,a lot

 
Someone crowd me with love
Someone to force me to care
Someone to make me come through
I’ll always be there

As frightened as you to help us survive,
Being alive, being alive, being alive, being alive
 
Essere vivo. Sì, era questo che dovevo fare. Vivere. E potevo farlo solo essendo me stesso e avendo i miei amici e la mia famiglia che mi supportavano. E io ce li avevo.
 
Somebody hold me too close
Somebody hurt me too deep
Somebody sit in my chair
And ruin my sleep
And make me aware of being alive, being alive

 
Somebody need me too much
Somebody know me too well
Somebody pull me up short
And put me through hell
And give me support for being alive, make me alive
Make me alive, make me confused
Mock me with praise, let me be used
Vary my days, but alone is alone, not alive!

 
Somebody crowd me with love
Somebody force me to care
Somebody let me come through
I’ll always be there
As frightened as you to help us survive,
Being alive, being alive, being alive!

 
Sì, io avrei vissuto come volevo io, amando chi volevo io e pensando quello che volevo io. Perché il vero Kurt era finalmente uscito dal guscio e niente e nessuno ce lo avrebbe fatto tornare. E nemmeno quei vichinghi senza cervello mi avrebbero fatto cambiare idea. Dovevo solo trovare un modo per rimanere “vivo”, e lo avrei trovato in fretta. L’avevo promesso a Sebastian, ma soprattutto, a me stesso.
 

***

 
Boom.
Pavimento. L’ennesimo spintone.
Mi stavo rialzando quando vidi tre giocatori di football dei quali nemmeno ricordavo il nome, con delle granite in mano.
Addio mio adorato foulard. Ti ho voluto così bene.
Chiusi gli occhi, aspettando la bevanda gelida sul viso. Avevo promesso a me stesso che avrei combattuto, e difendersi non equivale a scappare.
Quindi sì, mi sarei rovinato i miei preziosissimi vestiti e avrei sopportato, perché in fondo, la fortuna gira.
E spero proprio che  prima o poi si metta dalla mia parte!
Ma, stranamente, la granita non arrivò.
“PORCELLANA” tuonò la Sylvester.
Aprii gli occhi appena in tempo per vedere i tre simpaticoni scappare sotto lo sguardo inceneritore della donna.
“Grazie, coach” le dissi, aggiustandomi la tracolla sulla spalla e avviandomi in classe. Era solo la prima ora, e la prima ora del martedì avevo francese. La professoressa era molto buona con i voti, ma non tollerava minimamente i ritardatari, quindi era meglio sbrigarsi.
E poi, pensandoci un attimo, la coach Sylvester mi aveva appena aiutato? Strano...molto strano...
“Porcellana! Dove credi di andare? Torna subito qui!”
Appunto.
Tornai davanti alla donna e le rivolsi il più finto dei miei sorrisi. Benedette lezioni di recitazione.
“Mi dica, coach” le dissi.
“Ti ricordi quando due anni fa ti avevo detto che non avevo capito cosa fossi? Io ho un’ottima memoria”
“Ehm...sì..”
“Beh, finalmente l’ho capito!”
“Ohh, ma davvero? In realtà lo sa tutta la scuola, è arrivata tardi!”
“Non sottovalutarmi, ragazzina”
“Prego, vada avanti! Sono etero, bisessuale o addirittura un travestito? Mi illumini!” le risposi scettico.
Pazzesco, quella donna si sentiva una divinità e credeva di sapere tutto di tutti. Incredibile!
“No, nessuno dei tre” mi rispose soddisfatta.
“...quindi?” le chiesi, curioso di sapere le sue strane teorie.
Mi sorrise con un ghigno e si allontanò. Quando arrivò alla fine del corridoio, si girò verso di me e mi urlò.
“Sei il mio nuovo capo cheerleader. E non ammetto repliche!”
Capocheerleader. Stava scherzando?
“Scherza, vero?”
“Non scherzo mai sui miei Cheerios, porcellana” disse, sparendo dalla mia vista.
Un Cheerios. Un cheerleader.
Era la risposta a tutti i miei problemi.
Essere nei Cheerios significava essere sotto la protezione della Sylvester...essere intoccabili.
Era molto più che stare con Santana.Era come.. essere Santana, cioè immuni.
Fortuna, finalmente hai capito che avevo bisogno di te!
Non ci potevo credere. Era impossibile.
Era fantastico. Perfetto.
Sì, era perfetto.
Senza nemmeno accorgermene presi il cellulare e chiamai Sebastian.
“Kurt? Tutto bene? E’ successo qualcosa?” mi chiese con voce preoccupata.
“Tutto bene!.. Hei, ma non dovresti essere in classe?”
“Potrei farti la stessa domanda”
“Touchè” risposi.
“Come mai mi hai chiamato?”
“Ti ricordi la nostra promessa?”
“Quella di non andarci con lo stesso ragazzo?”
“Ma fai davvero?No, l’altra, stupido maniaco”
“Certo che me la ricordo! Perché?”
“Beh, non puoi dire che non mantengo le promesse”
“Cosa intendi?”
“Caro Sebastian la mangusta, stai parlando con il nuovo capo cheerleader dei Cheerios. Ed entrambi sappiamo cosa significa” gli dissi, fiero di me stesso.
 
 
 
 
 
Angolo delle squilibrate
Ciao ragazze/i!
Se ve lo state chiedendo, sì: Kurt e Sebastian sono cugini così che (per la gioia dell’Arianna) possiamo scrivere sia scene Klaine che Kurtbastian ;)  (Saranno dolci? <3)
Finalmente in questo capitolo, che è molto più leggero dei precedenti, Kurt risolve almeno in parte i suoi problemi e finalmente abbiamo una scena Klaine con un minimo di Fluff che non guasta mai!
Ovviamente, il fatto che sia diventato un cheerios non c’entra niente con il fatto che Chris Colfer con la divisa da cheerleader stia divinamente.. no, no! Brutte pervertite!
Nel prossimo capitolo – per un’ulteriore gioia dell’Arianna- arriverà il nuovo personaggio, mooolto amico di Kurt... Via alle scommesse sulla sua identità! Chi vince potrà avere o un ulteriore spoiler o la possibilità di scegliere una canzone da far cantare a un determinato personaggio!
 

Spoiler al prossimo capitolo:  “Kurt.. io la notte non voglio dormire da solo, ho molti incubi. Posso dormire con te? A quanto mi ricordo, il tuo letto è spazioso” mi sussurrò all’orecchio e sperai che nessuno avesse sentito quelle parole, soprattutto Blaine. Non volevo che si facesse un’idea sbagliata di me.
“Oh si certo, come no! ********, o la smetti, o dormi di fuori insieme al cane che non ho” gli dissi, guardandolo male.
“Beh.. ma al tuo ex gli hai dato il permesso di dormirci. Come si chiamava? Ah sì, Adam..” ribattè malizioso.
“Per prima cosa, Adam non è nemmeno mai entrato in casa mia. Per seconda cosa, non stavamo nemmeno veramente insieme...”
“Se quello là era uno stupido, non è mica colpa nostra!”
“Verissimo” gli risposi e scoppiamo a ridere in perfetta sincronia.

  
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