Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: NoaLillyORiordan    01/02/2013    2 recensioni
Come possono cambiare due vite con un solo incontro? Ed è davvero possibile? Due sconosciute, piene dei loro silenzi si incontreranno prima sul campo sportivo, compagne di squadra, amiche e poi? Questa è la storia di due anime che prese dalla difficoltà della vita, finiranno per incontrarsi e scontrarsi...come potrebbe capitare a tutti noi, del resto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buona sera, lettrici e lettori, dopo un lungo ed estenuante pomeriggio dal medico (non per me, per fortuna), ecco che ho deciso di proporvi ugualmente il nuovo capitolo. Sempre ben felice se vi fermate a recensire e sentire qualche dritta. Buona serata, Noa.


“Ti va di uscire con me?” Michela si guardava allo specchio. “No troppo diretto”

“Ciao Chiara, perché non ci facciamo una birra insieme una di queste sere?” l’espressione della ragazza non era per niente convinta. Cagnone la fissava incuriosito. “Cagnone che ne pensi?” chiese Michela. Poi proseguì. “Sai ho conosciuto il tuo ragazzo l’altra sera…” Michela poggiò le mani al lavandino, esasperata. “Seh, un vero stronzo”. La ragazza girò il rubinetto dell’acqua fredda. Unì le mani a coppa. Le porse sotto il getto d’acqua. Le portò al viso. L’acqua colpì il viso, schizzandole la maglietta e il collo. I muscoli si contrassero, i pori si chiusero, gli occhi si strinsero. 

Chiara fissava la sua immagine allo specchio. Una strana morsa le stringeva lo stomaco. I pensieri fluttuavano liberi e indisturbati tra il cervello e l’intestino. Guardò il bigliettino della pizzeria. Pensieri che fluivano tra i neuroni e le vene, passando direttamente per il cuore. 
“Buonasera, ragazzuole!” esclamò Fabiana contenta. “Che si dice? Che avete fatto nel fine settimana?” il chiacchiericcio nello spogliatoio era crescente. Ma tutte avevano notato la tensione attrazione che si era creata tra Michela e Chiara. Se una entrava l’altra usciva e viceversa, e se la cosa non era possibile, rossori a parte, gli sguardi si incrociavano il minimo indispensabile. A fine allenamento erano sempre maggiori le chiacchiere fuori dallo spogliatoio. “Secondo voi che è successo?” Chiese una ragazza. “Ma che ti devo dire? Michela non è mai stata cosi chiusa come in questo periodo” ribattette Fabiana. “Secondo me c’entra il ragazzo di Chiara… e se Michela…” continuò Sara lasciando intendere ad un triangolo amoroso. Fabiana scoppiò a ridere sonoramente “Non credo proprio” disse quasi con le lacrime agli occhi andandosene. “Mah” dissero le ragazze in coro, e sospirando per un mancato succulento pettegolezzo, si sciolsero. Intanto le due dirette interessate erano di nuovo sole in spogliatoio. “Sembra lo facciano apposta” mormorò Michela. Chiara muta non rispose. Michela tentennava, prendeva fiato per parlare, ma le parole le morivano in gola. Proprio quando aveva trovato il coraggio, una sonora suonata di clacson richiamò all’ordine Chiara facendola filare fuori, lasciando di fatto Michela a bocca asciutta, se non secca. La ragazza fissò la sua immagine allo specchio. “Ma piantala, a chi vuoi darla a bere? Fanculo Michela!” si disse e se ne andò. 
“Oh Michela ma mi ascolti?” chiese stizzito Angelo. “Eh?” lo sguardo di Michela diceva chiaramente “Ma da dove sbuchi fuori? Chi sei??”. Angelo rise “Michela mi caschi da pero! Eheh, so io so…” continuò andando incontro a nuovi clienti. “Cosa?” chiese la ragazza, senza ottenere risposta. La porta si aprì piano. Una ragazza face capolino. Entrò intimidita e si guardava intorno spaesata. Michela la riconobbe subito e sentì i piedi sollevarsi da terra. “Appunto! Ti sei innamorata” asserì Angelo sorridente. “Ma va che dici?” disse distrattamente Michela. Si avvicinò ad una spaurita Chiara, che aveva le mani strette una dentro l’altra. “Ciao” disse Michela avvicinandosi. Le due ragazze si guardarono negli occhi. “Tutto bene? Vuoi delle pizze? Stai bene?” chiese a raffica Michela. Chiara scosse la testa ad ogni domanda. Cosi facendo una ciocca le scivolò davanti al viso. Era cosi carina che quando la ragazza se la spostò Michela istintivamente le fermò il braccio dicendo “No! Sei cosi carina lasciala dov’è”. Ma chiara impaurita dal gesto improvviso fece un passo indietro. Michela la lasciò immediatamente facendo anch’essa un passo indietro. “Scusami, scusami davvero” disse auto rimproverandosi. Se il ragazzo è cosi violento come lo è stato con me certo non apprezza scatti improvvisi!” pensò tra se e se. “Volevo vedere dove lavoravi” disse finalmente Chiara. Michela era certo alquanto sorpresa. “Faccio solo la cameriera in una pizzeria, niente di interessante” ribattette la ragazza. Chiara fece spallucce. “Visto che ci sei perché non ti siedi e mangi qualcosa, ti va?” Chiara rispose con un cenno d’assenso. La cameriera l’accompagnò a un tavolo. “Non abbiamo tavoli all’angolo o tavoli con grandi vetrate” scherzò Michela spostando la sedia per far sedere la ragazza. “Torno subito” disse Michela dileguandosi. “Mettici impegno, voglio la pizza più buona che sai fare!” ordinò la ragazza al pizzaiolo. Di rimando il ragazzo fece un cenno sorridendo. “E una porzione di antipasto all’italiana” ordinò nella cucina. Michela era molto esaltata, e mentre saltellando da una parte all’altra stappava una bottiglia di minerale Angelo le chiese ironico “Ah e tu non saresti innamorata?”. Michela continuava a servire, in attesa dell’ordinazione di Chiara, volteggiando sorridente tra i tavoli. Di tanto in tanto sbirciava la ragazza sola al tavolo, ora sorridendola, ora facendole l’occhiolino. “Questo offre la casa” disse Michela porgendo il piatto alla ragazza. Non aveva mai detto quella frase e ora le faceva un certo effetto. “Ti porto una birra? Ci sta benissimo una birra che abbiamo qui, con la pizza” chiese. “No, non voglio” disse contrariata Chiara. Michela non si perse d’animo e incalzò “Cosa desideri allora da bere?” voleva sentirla parlare. Aveva una voce cosi dolce. “Solo l’acqua va benissimo” rispose Chiara sorridendo. “È già troppo non posso ingrassare mica” concluse ridendo. Michela si allontanò entusiasta. Sospirò da dietro il bancone. Angelo l’abbracciò improvvisamente. “È cosi bella quando ride!” disse Michela. “Sono felice per te lo sai? Non ti vedevo tanto felice da Laura”. Michela tornò al tavolo, si sedette di fronte Chiara e la guardò fissa. “Perché continui a stare con lui?” chiese seria e d'impulso. Chiara s’incupì un secondo poi alzò la testa e disse tranquilla “Sono curiosa di vedere dove abiti”. Michela non capiva questo desiderio di “perlustrare” la sua vita, ma accettò, seppure titubante. Non proseguì oltre, non voleva metterla in imbarazzo e a quanto pareva comunque Chiara non ne avrebbe parlato. “Uno di questi giorni se vuoi ci vediamo a casa mia”. Chiara prese il braccio di Michela “Vorrei vederla adesso”. Michela capì allora che era più una richiesta d’aiuto che di una curiosità. “Ok, se aspetti mezz’ora stacco il turno e ce ne andiamo” disse alzando le spalle. Le sorrise e le accarezzò la mano. A fine turno, vedendo le due ragazze andar via insieme sulla moto di Michela, Angelo le fece l’occhiolino tirando su il pollice. Era quasi mezzanotte e Michela non sapeva se avrebbe dovuto poi riaccompagnare Chiara a casa. Non sapeva nulla, neppure perché lei fosse con lei. Ogni battito erano mille pensieri, paure, felicità. Entrate in casa Cagnone corse loro incontro tutto eccitato per il nuovo ospite. Cominciò ad annusare e sbavare ovunque per la contentezza, sbattendo la sua lunga coda ovunque. “Cagnone sta buono, buono bello, non fare  il solito esaltato” disse la ragazza cercando di calmarlo. Michela chiese sciolta, se Chiara avesse voglia di bere qualcosa. “Birra no, vuoi una coca?” Chiara fece segno di diniego. “Una tisana? Un Tè?” chiese ancora ricevendo solo cenni negativi. Michela si stappò una birra e si infilò i pantaloncini del pigiama. Intanto Chiara girava liberamente per casa osservando ogni cosa, sfiorando gli oggetti più particolari, fino a soffermarsi ad una cornice. Michela, che fino ad allora, appoggiata al lavandino, sorseggiando una birra fresca guardava la ragazza girare per casa, le si avvicinò. Nella semplice cornice, appoggiata su uno scaffale c’era una foto. Campi d’estate, due volti freschi, felici. Un bacio lieve tra due ragazze. “Era la mia ragazza” disse Michela senza imbarazzo. “Mi ha lasciato qualche mese fa, partendo per l’estero. Non so nemmeno dove sia di preciso”. Chiara carezzò lieve la foto con la punta delle dita. La prese per osservarla meglio. “Come si chiama?” chiese piano Chiara girandosi. “Laura” rispose Michela trovandosi faccia a faccia con una imbarazzata Chiara. Pochi centimetri le separavano. Cosa stava succedendo tra di loro? Non poteva crederci, Michela. Solo poche settimane prima non poteva soffrirla. Ora sentiva qualcosa. Un’attrazione, una fora magnetica la riportava a lei. Michela sfiorò il viso timido di Chiara, che chiuse gli occhi e chinò il volto verso la mano. Ad entrambe le ragazze batteva forte il cuore. Michela si chinò su di lei, quando squillò il cellulare improvvisamente. Chiara scattò e come ripresasi da uno stato di trance arrossì violentemente e si divincolò dalla presa di Michela. Sospirando Michela prese il cellulare e rispose. “Non ti ho mai dimenticata” una voce femminile al telefono, uno squillare in contemporanea alla porta. Cagnone cominciò ad abbaiare. Chiara l’aprì e si ritrovò di fronte il fresco volto della foto. “Chiara, no!” disse Michela lanciando il telefono sul tavolo. “Non sei contenta di rivedermi?” disse Laura, incurante della ragazza in fuga. “Chiara aspetta!” disse Michela correndo anch’essa a piedi nudi per le scale. Ma Chiara era avvantaggiata, e a Michela sfuggì il braccio della ragazza, lasciandole nient’altro che un pugno di mosche in mano. Non poteva far altro che osservare la ragazza che fuggiva via nella notte. “Chi era quella?” chiese Laura. “Che vuoi Laura? Sono mesi che sei sparita! Sparisci di nuovo” disse Michela quasi urlando, totalmente accecata dalla rabbia. “Sono tornata” disse semplicemente allargando le braccia, aspettandosi un abbraccio. Abbassò nuovamente le braccia quando capì che non avrebbe ricevuto nessun abbraccio. Perfino Cagnone, capito la situazione, si rifugiò con la coda tra le gambe sotto il tavolo della cucina. “Chi era quella? La tua nuova ragazza?” chiese incuriosita e con aria triste. “Non sono affari tuoi. Sei sparita, mi hai lasciato, ora che vuoi?” chiese Michela. “Ho comunque bisogno di un posto dove stare stanotte” concluse la ragazza con aria triste. Per tutta risposta Michela si chiuse in stanza sbattendo la porta.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: NoaLillyORiordan