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Autore: xblack    01/02/2013    2 recensioni
Ever Black era un miscuglio di persone, identità, sangue. Tutto in lei era cambiato quella notte e lei stessa cambierà la vita di molte persone.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
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Cosa si prova quando si ha freddo dentro?

 “Tu, non fai che guardarmi, non fai che osservarmi e
io sto provando davvero ad essere felice,
ma non posso respirare,
non posso respirare se tu mi guardi in quel modo,
quindi smettila!”
-grey's anatomy.

Lago Nero, ore 7.00:
Camminavo lungo la riva del lago Nero alle prime luci dell'alba, l'aria fredda e pulita di Ottobre riempiva i miei polmoni. Non c'era nessuno, avevo campo libero, potevo rilassarmi senza intrufolarmi nella vita delle persone senza il loro permesso, potevo ritornare nel mio piccolo e strano mondo. Accesi una sigaretta, camminavo lentamente, odiavo il fumo fino a qualche mese fa ma dopo quella notte ogni tanto ne sentivo l'esigenza. Quelle maledette mi facevano sentire libera e leggera «ti rovinerai con quelle cose schifose» continuava a ripetermi Ariana ma cosa potevo farci? Erano le uniche che riuscivano a farmi staccare la spina dal mondo per qualche minuto. Poggiai la testa ad un albero e mi feci coccolare dai primi raggi del sole che si posavano sul volto pallido e freddo. Mi strinsi nel mantello, pensai alle prossime ore di lezione, avevo due ore di storia della magia con i Grifondoro che equivalevano a due ore di tortura. Elena Baston che rompeva le balle con le sue seghe mentali su James Potter, Freddie Weasley che non faceva altro che fissare Peyton, Lucy e Ariana che amoreggiavano tramite sms, Andy che pensava male di Freddie e James che..aspetta non mi ero mai fermata ad ascoltare i suoi pensieri. Ci pensai su e giunsi ad una conclusione: non prestavo attenzione a James sonounidiota Potter dopo la sua sfuriata al terzo anno.

 
..«Elena è distrutta lo capisci? Ti sei comportata come una serpe Black. Non se lo meritava, sei una stronza. Non esce dalla sua camera da due giorni, si vergogna e tu..tu non fai altro che fregartene. Odio la tua sfacciataggine, odio te e Dio ma hai un cuore? Io penso di no» aveva la faccia rossa, alzava la voce e cercai in tutti i modi di non ridergli in faccia «Potter quando hai finito mi fai uno squillo okay?» lo sentii borbottare qualche cosa simile ad un "brutta serpe stronza", lo superai come se non fosse successo niente..
 
Sorrisi pensando a quella scena e alla faccia della Baston verde, mi beccai quasi due mesi di punizione per quello scherzetto ma la soddisfazione di vedere la faccia di quella biondina stupida colorarsi di verde mentre mi urlava di essere gelosa di lei fu qualche cosa di stupendo «gelosa di te? Quella che ha la faccia verde sei tu» le dissi mentre incominciava ad urlare e piangere. Ne avevo fatte passare di tutti i colori a quella ragazza ma pensandoci bene era stata lei ad incominciare quella stupida guerra «mai mettersi contro una Black» le disse Andy quando le misi una pozione rivela verità e le avevo fatto urlare davanti a tutta la scuola di amare James, altro mese di punizione. Ero sempre  io quella che finiva in punizione perché i suoi scherzi non riuscivano mai e nessuno se ne accorgeva, sfigata.
Ero persa nei miei pensieri quando quelli di un'altra persona mi invasero la testa, mi voltai e vidi Lily Potter rannicchiata ai piedi di un albero. Mi avvicinai «Lily?» alzò la testa, i grandi occhioni erano pieni li lacrime, mi sedetti vicino a lei e aspettai che fosse lei a raccontarmi quello che le era successo invece di leggere la sua mente «sempre lo stesso sogno, da mesi, sto impazzendo Ever..aiutami» singhiozzava «sono in una cattedrale che non ho mai visto, James è steso per terra morente, Albus cerca di liberarsi da un incantesimo e poi ci sono io che osservo la scena. Non sono con loro, li guardo da fuori, come se stessi vedendo un film» le passai un fazzolettino «da quanto va avanti?» si asciugò le lacrime «dalla fine di agosto, non ricordo di preciso quando» le accarezzai la testa e feci comparire un muffin al cioccolato, lo mangiò lentamente. Lily era una ragazza dolcissima, era la migliore amica di mia cugina Sophie, e più di una volta durante l'estate si era presentata a casa mia per chiedere consigli a mia madre sulla moda. Senza aggiungere altro ci alzammo e ci avviammo silenziosamente verso il castello per fare colazione, davanti all'entrata dalla sala grande mi chiese di non dire niente ai suoi fratelli o cugini, io e Sophie eravamo le uniche a sapere sei suoi incubi.
La seguì con lo sguardo fino al tavolo dei Grifondoro, si sedette lontana da tutti e bevve con lo sguardo perso nel vuoto un bicchiere di succo di zucca. Mi fece pena, vederla così piccola e così indifesa ma grazie al cielo Albus e  Sophie corsero in soccorso della rossa distraendola dai suoi pensieri.
 
Aula di storia della magia, ore 10,00:
La lezione come al solito era noiosa, il professore volteggiava tra i banchi parlandoci di maghi e streghe che avevano fatto la storia della magia, nessuno prestava attenzione. Per una volta mi intrufolai spontaneamente nella mente di un paio di ragazzi: Finn Parker aveva intenzione di organizzare una festa, Consuelo Jepsen era indietro con i compiti, la Baston come al solito si faceva seghe mentali su Potter e stranamente fui curiosa di sapere cosa stava pensando quest'ultimo.
Mi voltai verso di lui, ma niente. Riprovai, niente ancora. Aveva messo un blocco tra me e lui, aveva alzato un muro. Riprovai, niente per l’ennesima volta. Come diavolo era possibile? Riuscivo a leggere i pensieri di tutti ma non i suoi, non conosceva il mio potere e quindi non poteva essersi fatto qualche incantesimo, non poteva essersi fatto niente di niente. Si voltò e si accorse che lo guardavo «che vuoi?» alzò un sopracciglio «fottiti Potter» volsi il mio sguardo altrove. Cercai di prestare attenzione alla lezione ma puntualmente mi ritrovavo a provare a leggergli la mente, trovai solo il buio totale. Stavo impazzendo. «Non riesco a leggere nella mente di Potter, Andy.» bisbigliai al mio compagno di banco, si voltò verso di me «è impossibile, ci riesci con tutti» scossi la testa «riprova» ci riprovai per la millionesima volta «forse sei stanca» ipotizzò, risposi con un'alzata di spalle e poggiai la testa sul banco. Andy forse aveva ragione, poteva essere stanchezza, ma come si spiega che succedeva solo con Potter? Maledetto.
La lezione finalmente finì e corsi fuori dalla classe con Andy che ipotizzava un miliardo di cose «forse hai ragione tu: sono solamente stanca» tagliai corto mentre mangiavo dell'insalata «io non mi spiego ancora come possa essere una mezza vampira vegetariana» «io sono Ever Marie Black e posso tutto» dissi in tono solenne, mi scompigliò i capelli ridendo. Ariana si sedette di fronte a noi «sono esaurita» le chiedemmo il perché e incominciò ad elencarci tutto quello che c'era di sbagliato nella sua vita, sul fatto che suo padre insisteva per conoscere la persona che amava e che lei non poteva presentargliela perché quella persona era Lucy Weasley, sul fatto che avrebbe creato un casino in casa Zabini se suo padre avesse scoperto che non solo era lesbica ma che stava pure con una Weasley «essere gay è una cosa normale, Blaise Zabini è un uomo dalle ampie vedute, stai facendo tutto tu» dissi interrompendo il suo monologo, si lasciò cadere sulla panca con un gesto teatrale «oh povera me, povera sventurata! Ho avuto il coraggio di affidare il mio cuore ad una donna ma non ho il coraggio di dichiararlo al mondo intero» si portò una mano al cuore e finse di asciugarsi una lacrima «molto commovente Ari, davvero» Peyton si sedette al tavolo sorridendo, ci chiese il perché di quella sceneggiata «Blaise è un uomo di mondo, suvvia non si sconvolgerà per questa banalità» azzannò un pezzo di pollo, la guardai schifata «la smetti di guardarmi così ogni volta che mangio? Pensa che tu hai ucciso un'insalata per nutrirti» le diedi uno schiaffo dietro la testa «idiota».
 
Il pomeriggio passò veloce, una lezione tira l'altra come diceva sempre la professoressa Sprite, pensai per tutto il pomeriggio a Potter e al suo blocco mentale. Come ci era riuscito? Perché succedeva solo con lui? Perché doveva sempre farsi odiare? Perché?
Girovagavo per la scuola cercando un posto vuoto dove fumare in pace, finalmente trovai un angolino vuoto e nascosto da tutti sulla torre d’astronomia, presi dalla tasca del mantello il pacchetto di sigarette e l’accendino azzurro con due muffin e una ridicola scritta “yep” disegnati sopra, regalo di Andy. L’accesi, aspirai e mi sedetti per terra «avis» dalla punta della bacchetta comparvero un una serie di uccellini che incominciarono a volteggiare sulla mia testa, li guardai volare per un pochino e poi li feci sparire. Stavo per fare l’ultimo tiro quando qualcuno mi raggiunse borbottando qualche cosa, pensai ad un professore e alla punizione che avrei avuto se mi avesse visto fumare, cercasi di leggere la mente ma non ci riuscii. Mi voltai nascondendo la sigaretta che avevo in mano «Black dannazione» James Potter mi guardò male «che ci fai qui?» gli mostrai la sigaretta, annuì tirando dalla tasca del pantalone un accendino e un pacchetto si Malboro light, ne prese una e l’accese «tu quale fumi?» non risposi, non avevo voglia di fare conversazione con un tipo che mi stava facendo impazzire da tutta la giornata, ero salita sulla torre per stare da sola, non pensarlo e lui che fa? Giustamente viene a trovarmi, maledetto.  Feci l’ultimo tiro, gettai la sigaretta e con un tocco di bacchetta feci sparire il mozzicone e la puzza di fumo dai vestiti e dal corpo. Si era poggiato al muro e guardava dritto di fronte a se «cercati un posto tuo dove fumare, questo è il mio» sottolineò la parola mio «te lo sei comprato per caso?» sorrise «no, solo che mi è venuto un colpo quando ti ho visto pensavo fossi un professore» dovessi sapere a me, mi ero abituata ad essere sempre un passo davanti agli altri, sapere cosa stavano per dire, pensare «anche a me è venuto un colpo» mi alzai, non eravamo mai stati da soli e così vicini, constatai che era più alto di me di quasi dieci centimetri «vabbè io vado, ciao» «Black devo farti una domanda, aspetta» mi voltai verso di lui, corrugai la fronte, non sapere cosa stava per chiedermi mi stava facendo uscire di testa «perché oggi mi guardavi come se volessi uccidermi?» restai sorpresa da quella domanda pensavo che volesse l’accendino, un’altra sigaretta, l’assegno di storia della magia o chi sa cosa. Lo guardai per qualche istante «io, beh ecco..» tentennai «niente, lascia perdere» spense con un piede la sigaretta «ne sei sicura?» domandò scrutandomi al meglio «si.» bugiarda non è vero «perché?» alzò le spalle «curiosità» il suo sguardo pesava, osservava ogni mia piccola mossa e sentii improvvisamente freddo. Il mantello e la sciarpa mi tenevano calda e capii che avevo freddo dentro, non fuori. Il respiro si fece corto, mi morsi l’interno della guancia per colpa dell’ansia. Non riuscivo a trovare un termine per definire quella sensazione, cosa si prova quando si ha freddo dentro? Fu la prima volta che me lo chiesi «comunque io vado, ciao» trovai la forza di dire piano quelle quattro parole, mi sorrise ancora e mi voltai «devi ancora dirmi quali sigarette fumi Black» non risposi, ero troppo presa da quella strana sensazione.
 
 
 
 
Grazie per aver letto, davvero.
Ah una recensione non ha mai ucciso nessuno lol
@bloodyweasley su twitter.
Xblack.
  
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