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Autore: MartaJonas    01/02/2013    8 recensioni
Nessuno dei due ragazzi sapeva che era appena cominciato a piovere e due piccole gocce d’acqua erano cadute nell’oceano.
Quanto poteva essere grande l’Oceano Atlantico? Quello stesso oceano che li separava dalla terra in cui si sarebbero trovati neanche un mese dopo.
Eppure quelle gocce erano cadute vicine, e i cerchi formatosi al contatto con l’acqua agitata si stavano allargando, e si sarebbero incontrati.
A cosa portano due cerchi d’acqua che si scontrano? che si incontrano? A tanto, a poco e a tutto. Tutto ciò può portare a nulla, e a tutto nello stesso momento.
Si tratta di incontri, si tratta di scontri, si tratta di impatti.
Quanto può compromettere uno scontro, o un’incontro in una vita? Quanto due mesi possono cambiarla?E se ci fossero tanti incontri in una volta soltanto? Se il significato di “vita” venisse messo in discussione? Se tutto quello che si pensava fosse fondamentale, non assumesse più significato?E se tutto, da un momento all’altro, a causa di due gocce cadute fin troppo vicine, cambiasse?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Chapter 20

 

Circles 

 

 

La guerra continuava, e nessuno si sentiva al sicuro. La situazione, però, per fortuna era migliorata, anche se di poco. Si stava attraversando quella fase stazionaria in cui non bisognava far altro che aspettare. A Maun erano rimaste soltanto delle pattuglie di ribelli, gli altri si erano trasferiti nella cittadina vicina, perché probabilmente chi cercavano era lì. Erano inesperti, non sapevano gestire bene quella situazione. In realtà erano soltanto dei civili, niente di più. Civili arrabbiati, ma pur sempre civili che, molto probabilmente, secondo Claire, avrebbero fallito. Non perché non fossero motivati abbastanza, ma soltanto perché continuavano ad essere troppo deboli pur con un’arma in mano. 

I trasporti continuavano a non essere possibili, quindi la possibilità per Joe, Claire e gli altri volontari di tornare nel loro paesi era praticamente nulla. In compenso, erano tutti tornati a dormire nel dormitori, in dei veri letti. L’area ricreativa era stata pulita, e un letto per i pazienti era stato trasferito nello studio di Claire che era momentaneamente usato come infermeria, visto che quella vera era stata per la maggior parte distrutta, sia da quella bomba, che da pattuglie di ricognizione che avevano fatto piazza pulita di tutto ciò che era rimasto lì dentro. 

Joseph stava miracolosamente bene. Doveva cambiare le fasciature una volta al giorno ma stava bene ed era felice. Quello fu il primo vero miracolo che Claire vide avverarsi sotto i suoi occhi. 

Tutti fingevano che non stesse succedendo nulla, che quella fuori da quello stabilimento non fosse una guerra. Però anche i bambini, a cui all’inizio si voleva far credere che quello fosse tutto un grande gioco, avevano capito cosa stesse succedendo. 

L’aria che si respirava dentro quell’area ricreativa, quel pomeriggio, era davvero triste. Così Claire si avvicinò a Joseph e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. Subito dopo, Joe annuì e entrambi sorrisero. 

Dovevano far qualcosa per sollevare gli animi, e visto che non potevano uscire a far giocare i bambini, perché sarebbe stato troppo pericoloso, avevano optato per qualcosa di diverso. 

-Allora ragazzi! – disse Joseph richiamando l’attenzione di tutti – oggi faremo un gioco, che si chiama “maschi contro femmine”. Ci dividiamo in due squadre, tutti i maschi con me ovviamente, e tutte le femminucce con Claire. Ognuna delle due squadre preparerà una canzone o un balletto, e, alla fine, ci esibiremo, e una giuria scelta decreterà il vincitore! – disse il ragazzo – Ovviamente vinceremo noi ragazzi, avete un professionista dalla vostra parte! 

-Non ci sottovalutare troppo, cantante! – ribatté Claire facendo sorridere il moro che gli rispose facendole un occhiolino. 

Tra bambini, ragazzi, animatori e volontari non si riusciva a capire chi fosse più emozionato a un’idea del genere. 

Ci vollero ore prima che ognuno imparasse la sua parte, prima che riuscissero ad andare a tempo, ma ogni singolo minuto di quel pomeriggio non fu passato senza il sorriso sulle labbra di ognuno dei presenti in quella struttura. Tutti si dimenticarono di tutto. Non era nulla di particolare quello che avevano pensato, soltanto qualcosa per distrarre tutti da quello che li preoccupava. Erano tutti emozionati quando lo “spettacolo” andò in scena. 

Il gruppo di Claire aveva preparato un balletto con l’accompagnamento musicale e canoro di Joe che aveva prestato il suo servizio in via del tutto straordinaria con il solo aiuto della sua chitarra che aveva fortunatamente ritrovato sotto il suo letto nel dormitorio. 

I ragazzi invece avevano cantato una canzone dei Jonas Brothers. In realtà non soltanto una canzone, piuttosto era un medley. Cosa aspettarsi da un membro dei Jonas se non delle canzoni dei Jonas?

La giuria, formata da Falala e altri membri dello staff dell’orfanotrofio, aveva votato, e le due squadre avevano pareggiato, perché, alla fine, avevano vinto tutti. Avevano vinto perché avevano dimenticato, almeno per un po’, perché avevano sconfitto la paura con la sola forza di un sorriso. 

 

*

 

Erano andati tutti a dormire quando Joseph vide la fioca luce nello studio di Claire, e si avvicinò piano alla porta. 

-Ehi – disse piano entrando e abbracciando da dietro la ragazza che finiva di mettere apposto i medicinali. 

-Joe – rispose lasciandogli un bacio sulla guancia. – Devi ancora cambiarti le fasciature, ricordi?

-Vero! – disse il moro sedendosi sulla parte di scrivania libera e togliendosi subito dopo la maglia restando a torso nudo. Claire prese i teli sterili che dovevano sostituire le fasciature, e un paio di forbici da infermeria e si avvicinò al ragazzo. 

-Ti hanno fatto male oggi? – chiese, ormai di rito, la ragazza.

-Per niente – rispose continuando a tenere gli occhi fissi su di lei. 

-Bene – rispose lei tagliando via la fasciatura al braccio, poi quella al fianco. Non c’erano problemi, le ferite si erano quasi rimarginate completamente. 

Mentre ricostituiva le fasciature, Joseph si tratteneva a baciarla, così, la guardava. 

-Dovresti smettere di fissarmi, di tanto in tanto – rise lei cominciandolo a guardare negli occhi dopo aver terminato il bendaggio al fianco. 

-Non posso farne a meno. – rispose il moro lasciandole un bacio sulla labbra, mente Claire cercava di terminare di fissare il telo sterile al braccio. 

-Non sono poi questo grande spettacolo- rispose lei sminuendosi dopo aver finito la bendatura.

-Non sono d’accordo.  – sorrise il moro mentre la ragazza metteva a posto quello che aveva utilizzato, e Joseph scendeva dalla scrivania e andava ad assicurarsi di chiudere la porta, a chiave. 

C’era un gran silenzio intorno a loro, e una luce fioca di una candela che presto si sarebbe spenta da sola, quando Joseph si avvicinò a Claire e cominciò a baciarla. 

Le spalle della ragazza aderirono alla parete proprio quando Joseph le poggiò dolcemente le labbra sul collo facendola rabbrividire. 

-Che … che  stai facendo, Joe? – disse quasi balbuziente la ragazza mentre il giovane continuava a baciarle, con tutta la dolcezza del mondo, il collo. 

-Ti bacio – sussurrò semplicemente quelle parole fin troppo scontate al suo orecchio, e la fece di nuovo rabbrividire. Joseph poggiò la sua mano fredda tra la leggera maglietta di Claire e la pelle nuda del suo fianco, la ragazza quasi sobbalzò. 

-Hai ancora le fasciature … - disse Claire come per dissuaderlo, anche se Joseph non sembrava dare segni di voler smettere di baciarla, e quella barba che sfiorava fugacemente ogni singolo centimetro del suo collo, e quelle morbide labbra bagnate che continuavano a non star ferme, cominciavano a farla eccitare. – E siamo nel mezzo di una guerra, potrebbe succedere qualunque cosa. – continuò quando poi fu interrotta dalle stesse labbra del ragazzo che presero a baciarla. Claire aveva paura, soltanto paura, perché in fondo, non c’era proprio nulla che non volesse che accadesse tra lei e quel ragazzo. –Potrebbero aver bisogno di noi. – disse quando Joseph finalmente si fermò e la fissò negli occhi sorridendo piano. 

-Se non vuoi farlo, basta dirlo. – sentenziò lui sorridendo un’ultima volta e si girò, prese la sua maglietta che aveva lasciato sulla scrivania, e si diresse verso la porta. 

Prima che la sua mano afferrasse la chiave per girarla e aprire la porta, Claire aveva già preso la sua mano e un istante dopo fu lui quello messo spalle al muro. La ragazza aveva preso a baciarlo, più appassionatamente di quanto avesse fatto lui in precedenza.

-Non ho mica detto questo. – bisbigliò la giovane all’orecchio del ragazzo, e sentì formarsi un sorriso sulle sue labbra quando ricominciò a baciarlo. Joseph lasciò cadere la maglietta a terra, e con un solo gesto tolse la maglia alla ragazza. 

Claire non potette nascondere a se stessa che, quando lo stava per perdere, non sognava niente di diverso da quello che stava per accadere. Soltanto la speranza del suo amore era riuscita a non farla mai demordere. Aveva avuto soltanto paura, poco prima, forse perché era stata colta di sorpresa. 

Joe la prese in braccio, dolcemente, senza smettere di baciarla, senza che le loro labbra si staccassero davvero, fece pochi passi e la poggiò delicatamente su quel letto per i pazienti che avevano trasferito lì da poco.

 Probabilmente, pensò Joe, avrebbe dovuto aspettare più tempo prima di far arrivare il loro rapporto a quel punto. Ma la loro relazione era arrivata fino a quell’intimità senza che nessuno dei due se ne accorgesse davvero. Era successo e basta. Forse perché l’amore quando è vero, è irrefrenabile, è passionale, è più forte di qualsiasi altra esplosione

Claire distesa su quel letto, guardava Joseph, con negli occhi un milione di emozioni e domande, ma una sola sicurezza: il suo amore nei confronti di quel ragazzo. Joe ancora non si spiegava perché le sue mani fredde continuassero a tremare. Poteva essere davvero così emozionato, impaurito dal solo pensiero di farle male, così tanto da tremare? Possibile che una ragazza le facesse quell’effetto? Probabilmente sì, visto che non c’era nessun’altra spiegazione. 

Joseph avvicinò il suo viso a quello della ragazza le lasciò un bacio sulle labbra, poi si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò una frase quasi come se fosse un segreto, come se fosse la cosa più importante del mondo, come se da quella frase dipendesse la sua intera vita. 

-Ti amo – bisbigliò Joseph, e Claire si aprì in un sorriso così vero che i suoi occhi diventarono lucidi. Lo vide da quei suoi occhi color ambra, appena illuminati dalla fioca luce di quell’unica candela che si sarebbe spenta in pochi minuti, che stesse dicendo la verità. Quegli occhi erano fin troppo veri per mentire. 

-Ti amo anche io, Joe – disse Claire guardando negli occhi, così intensamente da provocare un sorriso spontaneo e del tutto naturale al giovane. 

Si erano già detti che si amavano altre volte, quando Joseph non era ancora fuori pericolo, e quando l’unico obbiettivo di Claire era quello di dirgli cosa provava per lui prima che fosse troppo tardi, oppure quando Joseph si era risvegliato e stava bene, davvero bene. Erano stati dei momenti fin troppo veloci, in cui l’amore si sarebbe potuto confondere con della semplice paura

A entrambi, invece, in quel momento serviva una conferma di quel sentimento, serviva capire se fosse stata semplice paura, un sogno fin troppo strano, oppure del vero amore. Quella semplice frase, pronunciata da entrambi, aveva tolto ogni dubbio.  Non era un sogno, perché erano svegli; non era paura, perché non c’era nulla da temere; ma erano semplicemente innamorati. 

Quando capirono questo, i vestiti di entrambi non ci misero poi così tanto tempo a finire sul pavimento, tra sospiri di piacere e parole d’amore sussurrate. Si ritrovarono, insieme, innamorati, nudi, su uno stesso letto. Furono privati di ogni ostacolo, di ogni barriera, di ogni paura. 

Fecero l’amore. Non soltanto del sesso, ma dal vero amore. Claire, quando la stessa notte tra le forti braccia di Joe cercava di prendere sonno, riusciva ancora a sentire le mani del ragazzo ovunque, ricordava i suoi respiri fin troppo rumorosi, sentiva l’eccitazione salire e le sue labbra umide baciarla. A Joseph bastava chiudere gli occhi per sentire le mani della ragazza che percorrevano la sua schiena e riuscivano a eccitarlo con soltanto un semplice tocco, ricordava i gemiti smorzati, sentiva ancora quella sensazione di piacere ogni volta che le sue morbide labbra lo baciavano proprio sotto l’orecchio. 

Si erano concessi l’uno all’altra, si erano amati, come mai fatto in precedenza, si erano amati fin nel profondo.

Non sapevano dove quell’amore li avrebbe portati, non sapevano se stavano facendo l’unica cosa giusta, ma di sicuro, stavano seguendo il cuore, e il cuore ha sempre la risposta giusta. 


 

I due cerchi, formati dall’impatto di quelle due gocce con quella immensa distesa d’acqua salata, si erano toccati. In realtà, tanti cerchi di tante gocce diverse si incontrano, ma soltanto quelli provocati da gocce che faranno davvero la differenza riescono a raggiungere il centro dell’altro cerchio, dove c’è la goccia che li ha provocati. Soltanto i cerchi davvero importanti riescono a mettersi in contatto, a cambiare, a arrivare alla vera goccia, alla vera anima. E quei due cerchi, erano arrivati nello stesso istante, proprio l’uno nel centro del cerchio dell’altro. 











Buonasera!
Bene, siete autirizzati a uccidermi se volete, visto l'enorme ritardo. Prima sono stata occupata con le ultime verifiche del quadrimestre poi mi sono beccata una bellissima influenza, e tipo adesso mi sono ripresa ma non ho voce. In ogni modo spero solo di essermi fatta perdonare con questo capitolo. 
A proposito, ogni volta che scrivo capitoli del genere preferirei sotterrarmi per la vergogna, ma, sapete, non ho ancora trovato una pala (?) adatata per farlo! Sul serio, datemi un opinione, perché non è esattamente il mio forte ahahahah
In ogni modo, voglio ricordarvi, giusto così, che per ogni cosa sono sempre disponibile su twitter e ovviamente qui su efp
E, un'altra cosa, per chi non se ne è accorto, all'inizio di ogni capitolo c'è linkata una canzone che dovrebbe fare tipo da colonna sonora al capitolo, e per questo capito non posso scegliere altro che Kiss me di Ed. 
In ogni modo, grazie per tutto il supporto che mi date, davvero. Spero di non deludervi mai, 
un bacione grande, 
Marta <3

  
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