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Autore: Nerea_V    02/02/2013    4 recensioni
"Era ormai due giorni che gli stavo dietro, ma di lui nessuna traccia. Aveva lasciato una scia di persone scomparse e di cadaveri da un mese ormai e c’era di sicuro qualcosa sotto. [...]"
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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Tornati al motel trovammo ad aspettarci solo Bobby intento a leggere uno di quei suoi tomi polverosi. Sembra che se ne porti dietro sempre qualcuno per ogni evenienza. Si sa però, faceva quel lavoro da tutta la vita e aveva imparato a prendere delle precauzioni, a volte eccessive, ma che lo facevano stare tranquillo. Una cosa era certa, se lui non ci fosse stato non so quanti casi sarebbero andati nel verso sbagliato per me.
Appena entrata mi diressi al frigo e presi una birra. – Ne vuoi una?- Chiesi a Dean.
- Sì, perché no.-
Gliela lanciai e lui la prese al volo. Mi diressi verso Bobby che senza alzare lo sguardo disse. – Scoperto qualcosa?-
Io mi sdraiai sul letto tenendo la bottiglia in mano sulla mia pancia. – Certo, e saremmo tornati prima se questo qui non volesse fare sempre lo sbruffone.- Dissi con un tono scherzosamente scocciato.
- Beh, vedo che stai imparando a conoscerlo.- Disse Bobby.
Dean era appoggiato al muro con la spalla, bevve un lungo sorso di birra e disse. – Va bene, sono un tipo particolare. Dov’è Sammy?- Chiese guardandosi intorno.
- è andato a prendere da mangiare al fast food in fondo alla strada.-
In quel momento la porta della stanza si aprì ed entro proprio Sam. Urca, non me lo ricordavo così alto! Ci salutò venendo verso di noi con due sporte in mano. Le poggiò sul tavolo e incominciò a estrarre i vari contenitori.
- Spero tu mi abbia preso qualcosa che non sia dietetico.- Dissi vedendo che in un contenitore c’era dell’insalata.
Si girò verso di me sorridendomi e porgendomi un contenitore. – Tranquilla ho chiesto a Bobby.-
Aprii il contenitore e vi trovai uno splendido hamburger col bacon. – Grazie a dio hai una memoria fantastica Bob. Muoio di fame!- Dissi gettandomi sul letto a gustarmi il mio panino e la mia birra.
Nella stanza non volava una mosca, mentre tutti mangiavamo. Ogni tanto lanciavo delle occhiate a Dean intento a mangiare il suo doppio hamburger, ma dopo un paio di volte che lo trovai sua volta a osservarmi mi girai verso la vetrata e cercai di ignorarlo. Aveva una strana luce negli occhi, riuscivo a distinguere chiaramente che in fondo a tutta quella spavalderia nascondeva un mucchio di cose. Dolore, perdite, rimpianti. Proprio come me. Ormai io non riuscivo quasi più a fissarmi allo specchio per quel motivo. Se incrociavo i miei stessi occhi riflessi, questi non facevano che scatenarmi orrendi ricordi a cui non avrei voluto mai più pensare.
Tornai a guardare verso di lui e lui mi stava ancora fissando. I nostri occhi s’incrociarono, ma stavolta non distolsi lo sguardo. Volevo leggerci dentro. Volevo scoprire se quello che avevo visto era vero e se provavo e sopprimeva i miei stessi problemi. Continuando a scrutare in lui e lui in me, capii che era proprio così. Man mano che il tempo passava il suo sguardo si faceva più serio e capii presto perché. Osservandolo mi tornarono in mente brutti ricordi e molto probabilmente per lui era lo stesso.
 
Ero legata e imbavagliata. Non potevo ne muovermi, ne gridare. Era una delle mie prime caccia con mio padre e avevo fallito il semplice incarico che mi aveva affidato. “tieni d’occhio quel lato del corridoio, qualunque cosa vedi entrare spara.” Ecco cosa avrei dovuto fare. Invece avevo esitato. Il mostro aveva preso l’aspetto di una bambina e io non ero riuscita a premere il grilletto. Mio padre non si era accorto di niente, semplicemente lei mi aveva afferrato e mi aveva portato via prima che lui potesse girarsi. E adesso il fantasma, o almeno credevo che lo fosse, mi aveva torturato. Mi aveva picchiata, tagliata e fatto dio solo sa cosa. Anche se avessi potuto in partenza, adesso non avevo le forze sufficienti a liberarmi. Pian piano sentivo le forze scorrere via da me come il sangue che colava giù dagli squarci che mi coprivano tutto il corpo. Volevo rivedere mio padre e sapere che stava bene. Poi poteva succedermi qualsiasi cosa. Percepii appena il tonfo che fece la porta quando fu buttata giù e così anche lo sparò che seguì. Poi improvvisamente non avevo più nulla che mi tenesse su e crollai, ma non mi sentii cadere. L’ultima cosa che ricordo è che mi stavo spostando, anche se non ero io a muovermi. Poi la voce tremante di mio padre – Andrà tutto bene piccola…Andrà tutto bene…-
 
Dopo quell’episodio ci volle un bel po’ per convincere di nuovo mio padre a portarmi a caccia, nonostante mi fossi ripresa completamente, i dottori lo definirono un miracolo, ma non lo era stato. Io sapevo cosa era successo veramente.
- Allora ci volete dire cosa avete scoperto?- Chiese impaziente Sam guardando verso di me.
Io distolsi gli occhi da Dean, nonostante procurasse tanto dolore non sarei riuscita a spostare lo sguardo senza un pretesto e nonostante quello i miei occhi tornarono spesso nella sua direzione. Così come i suoi.
- Io sto mangiando e non parlo con la bocca piena di questa delizia.- Dissi nonostante avessi un bel boccone di cibo in bocca che contestava la mia precedente affermazione. – Chiedi a lui.- Dissi indicando il fratello.
- Mi spiace, ma vale anche per me.- Ribattè con la bocca piena anche lui. – Potrebbe bloccarmi la digestione, e non voglio che questo fantastico panino lasci il mio stomaco troppo presto.
Lo guardai e risi del suo modo di fare, aveva un’espressione buffissima in faccia. Sentendomi ridere mi guardò sorpreso e infine scoppiò anche lui. Gli altri due ci guardarono strano.
- Vabbe lasciamo questi due alle loro isterie. Tu cosa hai scoperto Bobby?- Continuò Sam sbuffando divertito un po’ anche lui.
- Nulla di nuovo purtroppo.- Disse prendendo il libro in mano. – I libri sono sempre gli stessi e se questi due non mi danno nuove informazioni posso leggerli quanto voglio, ma non ho nulla di specifico da cercare.-
I due si voltarono a guardarci, ma noi gli ignorammo continuando a mangiare. Io scossi la testa prima di dare un altro enorme morso al mio hamburger.
Dopo averlo finito mi mangiai metà delle patatine di Bobby, non si lamenta mai quando lo faccio, e poi finii la mia birra. Poi mi buttai stesa sul letto, cercando di rilassarmi un attimo.
Sentii rovistare nelle borse di plastica rimaste su tavolo, sembravano movimenti frenetici, quindi mi tirai su per capire cosa stava succedendo. Vidi Dean che aveva praticamente rivoltato le sporte in cui noi avevamo rimesso le cartacce dopo aver finito d mangiare. – Beh? Dov’è?- Disse mentre spostava i rifiuti tentando disperatamente di trovare qualcosa, che a quanto pare non c’era. – Dov’è Sammy?!- Continuò alzando lo sguardo allarmato su Sam. Vedendolo così mi agitai e cercai di capire cosa poteva aver perso Sam di così importante.
Anche Sam sembrava non capire, ma conoscendo il fratello era meno agitato, sapeva che si sarebbe risolto tutto nella solita cavolata che secondo lui ‘prendeva troppo alla leggera. - Di che stai parlando?-
- La mia TORTA! – A quel punto lo guardai in tralice e mi ributtai sul letto. Non era possibile, non potevo crederci. – Lo sai che devi prenderla! È così tutte le volte, perché te ne dimentichi?!-
- Dean andiamo… perché tutte le volte devi prendertela così. È solo una torta.- Disse Sam. Non potei fare a meno di sorridere a quel battibecco.
- E allora perché te ne dimentichi se sai che me la prendo.- Continuò Dean.
A quel punto non ce la feci più e scoppiai di nuovo a ridere, senza più riuscire a fermarmi. Loro mi guardarono di traverso e Bobby sbuffò anche lui una risata. Non so a quanto non mi divertivo così, forse per questo mi era bastato così poco per farmi venire due attacchi di ridarella in un solo giorno. Mi mancava ridere. Mi ero dimenticata cosa voleva dire stare con altre persone, che non mi volessero uccidere ben inteso. La mia risata presto coinvolse anche gli altri. Non sapevo bene per cosa stessero ridendo, probabilmente per come mi stavo contorcendo sul letto, ma presto mi accorsi che la mia risata si stava spegnendo e presto o tardi sarebbe diventata un pianto ininterrotto. Così cercai di calmarmi prima che potesse succedere. Non volevo sembrare una ragazzina fragile a due cacciatori sconosciuti e nemmeno a Bobby. Dovevo far vedere che me la sapevo cavare da sola.
Appena mi fui calmata, mi girai verso di loro e dissi. – Scusate, non volevo. Non so che mi prende.- Dissi sorridendo.
- Forse non sei mai stata in compagni di gente affascinante e divertente come noi.- Disse Dean provocandomi. Quando incrociai il suo sguardo, capii che aveva intuito molto di più su quell’episodio di quanto avessi voluto.
Lo guardai accigliata, ma scherzosa. – Veramente non ho mai conosciuto gente simpatica come Bobby, probabilmente anche Sam, ma tu, tu non sei assolutamente nessuno di quei due aggettivi. È un po’ come le sindromi psicotiche, non trovate? – Mi guardarono strano. – Dicono tutti che quando te le riconosci, vuol dire che non ce le hai.- Dissi sorridendo compiaciuta.
A quel punto furono Sam e Bobby a scoppiare a ridere e Dean, dopo avermi guardato sorridendo per un po’, abbozzò una risata anche lui.
- Adesso torniamo al lavoro.- Dissi tornando seria. Quei ragazzi mi stavano facendo un strano effetto. Non ero mai stata così spensierata. Ero dovuta crescere in fretta e avevo passato tutta la mia vita con Bobby e mio padre, pochissimo tempo con ragazzi della mia età. Non potevo permettermi distrazioni, soprattutto durante una caccia e loro sembravano propensi a crearne. Non intenzionalmente certo, ma di sicuro non mi piaceva quella sensazione che mi stava nascendo dentro ogni volta che stavo con loro. Ero abituata a stare da sola e dopo questa caccia lo sarei tornata ad essere. Loro non dovevano entrare a far parte della mia vita. Erano colleghi che mi stavano dando una mano, nulla più.
- Giusto, torniamo a noi.- Disse Dean schiarendosi la gola, come un oratore professionista. – Allora abbiamo trovato, anzi ho trovato, visto che l’ho fatto per primo…-
Non lo lasciai finire. – Questo non è vero, sarai stato il primo a trovare l’articolo, però non hai detto niente. E soprattutto hai lasciato trascrivere tutte le informazioni a me. Tu non hai fatto niente a parte prendermi in giro.- Dissi, mi incominciava a piacere battibeccare con lui, forse un po’ troppo. Avevo conosciuto poca gente capace di tenermi testa, forse solo mio padre, che comunque dopo un po’ dava forfeit.
- Beh, devo dire che è stato divertente vederti concentrata su quel documento, eri così attenta a trascrivere tutti i più piccoli dettagli.- Disse lui ridendo. – In più il merito va comunque allo scopritore, anche se il lavoro lo hai fatto tu. Colombo ha scoperto l’America, mica ha guidato la nave fin lì.-
- Beh, però lui non voleva scoprirla. Il tuo ragionamento non fila. Lui voleva arrivare all’India, quindi….- Ma non riuscii a finire.
- Bene bambini. Non litigate per favore. Smettetela e diteci quello che avete scoperto.- Disse Sam.
- Ho scoperto, prego.- Disse Dean.
- Ti ho detto che…- ma anche adesso non mi lasciarono finire.
- Bambina, lascia perdere e andiamo avanti.- Disse Bobby.
Sbuffai e guardai in tralice Dean che mi stava sorridendo soddisfatto. – Lasciami le mie convinzioni da psicopatico.- Disse facendomi l’occhiolino.
Io, da donna matura quale ero, gli feci una linguaccia e mi sedetti con le braccia incrociate al petto. Cercando di non dare a vedere l’effetto che quel piccolo gesto aveva avuto su di me. Lui sghignazzò, poi incominciò a raccontare loro quello che avevamo scoperto. Quando ebbe bisogno degli appunti si girò verso di me e me li chiese.
- Beh se ti servivano dovevi trascriverteli da solo, non ti pare.- Gli dissi imbronciata.
Lui sbuffò. – Dai divido l’onore della scoperta con te, facciamo pace e continuiamo a risolvere questo caso?-
Mi tirai su scocciata. – Okay.- Mi diressi verso la borsa  dicendo nella mia lingua madre –Pazzo.-  Bobby, l’unico che conosceva un po’ di Italiano rise sotto i baffi, mentre Dean non capiva cosa avessi detto e si innervosì. Penso proprio che lo farò più spesso.
- A questo punto penso sia un semplice fantasma vendicatore. Probabilmente manovrato da qualcuno, dati presagi che abbiamo trovato. Ma a rapire e uccidere quelle persone deve essere stato per forza lui. Stesso modus operandi delle precedenti vittime, ha semplicemente dato un po’ più sfogo alla sua rabbia. - Tirai fuori il blocco degli appunti e glieli porsi. Dai fogli cadde una fotografia in cui eravamo raffigurati io mio padre e mia madre. Mi affrettai a raccoglierla e a buttarla nella borsa. Poi senza guardare la loro reazione e sperando non l’avessero notata, andai ad appoggiarmi al muro cercando di non ricadere nei ricordi. Quella giornata stava diventando parecchio pesante e con troppi sbalzi d’umore.
- Grazie.- Mi disse Dean.
Dopodiché iniziammo a cercare informazioni sul corpo di George Rookvelt. Tutte le fonti che trovammo dicevano che era sepolto all’Union Cemetery, che si trovava lì ad Elmore.
- Beh almeno è qui vicino.- Disse Sam.
Io sbirciai da dietro la sua ricerca in internet. – Hai trovato anche dove abitava o se aveva altre proprietà? Dovremmo controllare se ci sono dei sopravvissuti, non si può mai sapere.- Dissi.
- Sì, ecco qua.- Disse lui. – Abitava fuori città e quella era l’unica proprietà che aveva. Una casa familiare lasciatagli in eredità dalla madre.-
- Bene ma pensiamoci domani. Tra un po’ farà buio e almeno per una volta vorrei cuocere un fantasma alla luce del sole.- Disse Dean.
- Che carino, non dirmi che hai ancora paura del buio alla tua età?- Dissi.
Lui sembrò offeso. – No, è che quando ci vai di notte succede sempre qualcosa che non dovrebbe succedere.-
Lo guardai sorridendo sotto i baffi.
- Beh ragazzi, rimarrei volentieri ancora per un po’. Ma visto che qui sembra tutto risolto andrei da Rufus, mi ha chiamato perché ha bisogno di una mano a Davenport. -
- No, te ne vai di già?- Chiesi triste, chissà quando lo avrei rivisto.
- Vieni qui dolcezza.- Disse stringendomi forte. – Su, non far così. Basta che mi vieni a trovare, sai dove vivo, non mi muovo da lì.- Mi sorrise e in quel sorriso lessi che anche lui era dispiaciuto di doversene andare. – Anche voi ragazzi. Non chiamatemi solo se avete bisogno per una caccia.-
- Certo Bobby.- Disse Sam dandogli una pacca sulla spalla.
Lo stesso fece Dean. – Contaci. Ti chiamiamo appena abbiamo finito qui. Salutaci Rufus.-
- Certo ragazzi.- Disse.
- Salutalo anche da parte mia. Digli che mi è stato molto utile il suo regalo di compleanno.- Dissi. – Senza quella pistola non so come avrei sconfitto quel mutaforma.-
- Certo El. Ci vediamo.- Poi uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Quando mi girai vidi i due ragazzi che mi guardavano sorpresi. – Che c’è?- Chiesi, incrociando le braccia.
- Niente. È che sembri conoscere tutti quelli che conosciamo noi, anche meglio di noi, ma non ti abbiamo mai incontrata ne sentita nominare.- Disse Sam
Lo guardai. – Sì, in effetti è strano. Ma alla fine ci siamo incontrati.-
- Bene che dite di andare fuori città per cena? Penso di aver mangiato in tutti i posti possibili qui ad Elmore.- Dissi.
- Andiamo a trovare una pizzeria decente.- Assentì Sam.
-Fantastico.- Dissi prendendo le mie cose e riordinando un po’ gli appunti sparsi sul tavolo.
Mi girai e vidi i due ragazzi un po’ confusi. Vedendo Dean con la faccia di chi non sa se ha sentito bene o se ha problemi di udito risi allegra. – Sarà divertente.- Continuai a dire in Italiano.
- Potresti parlare in modo comprensibile?!- Disse Dean che aveva capito che lo stava prendendo in giro. La seguì fuori dalla porta della stanza, seguito da Sam.
- Perché? È divertente vedere qualcuno che ti tiene testa ogni tanto.- Disse quest’ultimo ridendo.
Dean lo guardò male. – E tu che vuoi. Non lo sai l’italiano o qualunque altra lingua strana parli. Potrebbe benissimo aver detto qualcosa di brutto su di te.-
- Oh, sono sicuro che non stesse prendendo in giro me.- Disse Sam avviandosi verso la macchina.
Arrivati alla macchina mi girai ricordandomi immediatamente di una cosa. – Sentite mettete la mia borsa in macchina io vado un attimo nella hall.-
- Perché? Qualche problema?- Chiese Sam.
- No, a parte il fatto che stanotte dovrei dormire nella vostra stanza.- Risposi.
Dean sorrise malizioso. – Beh sono sicuro che se ci stringiamo ci stiamo in due sul mio letto.-
Lo guardai tralice. – Beh ne dubito visto la stazza di Sam, scommetto che da piccoli dividevate il letto, ma siete un po’ cresciuti per starci adesso.- Dissi con un sorriso maligno mentre mi allontanavo. Quanto adoravo punzecchiarlo.






**______Angolo dell'autrice______**

Eccomi con un nuovo capitolo!
volevo aproffittarne per ringraziare chi segue la mia fanfiction,
soprattutto Lavandarose e Concy_93_  che seguono e recensiscono sempre la mia storia, grazie mille!  :)
  
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