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Autore: _World_    02/02/2013    1 recensioni
Hawke-Fenris.
Ormai era passato più di un anno, e i componenti stavano imparando a conoscersi, a capirsi. Cominciavano a saper che fare.
Forse, l’unico punto interrogativo rimasto era Fenris, così distante e schivo, con il palese odio verso i maghi, ma paradossalmente, l’unica che riusciva ad avvicinarlo era proprio Amaranta Hawke.
PS: Il raiting è momentaneamente giallo ma potrebbe variare anche a rosso, credo.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 4


Gli anni erano passati velocemente, ma le lotte tra templari ed eretici erano sempre più aspre, si cominciava a raggiungere il punto di rottura.
Ormai non si sperava più se durerà, ma quanto quel periodo di pace apparente avrebbe resistito.
Ogni mago cominciava a temere di non rivedere più l’alba, ogni templare s’interrogava se tutti erano eretici. La tensione e la paura di propagava a macchia d’olio per l’intera Kirkwall, e poche erano le figure come punto d’appoggio.
Il comandante Meredith incuteva terrore ad ogni mago, e incentivava i guerrieri.
Il primo incantatore Orsino un faro per l’opposizione.
E Amaranta Hawke, un collante che impediva guerre civili e fiumi di sangue.
Finché avrebbe cercato un punto d’incontro tra i due qualcosa poteva ancora salvarsi. Al momento, l’unica cosa in comune tra Meredith e Orsino, era solo il rispetto per la sacerdotessa.

Delle supplice si levarono tra i bassi fondi della città. Amaranta sospirò pesantemente: “Siamo alle solite” penso avvicinandosi. Fermando immediatamente la mano di un templare che brandiva la sua spada contro una maga.
<< Sapevo che prima di giustiziare un eretico bisognava processarlo. >> insinuò freddamente. << Che succede qui? >>
<< Questo abominio ha usufruito di magia. >> fece sprezzante l’uomo liberandosi dalla stretta di Hawke.
<< Per guarire mia figlia! >> si difese la donna.
La ragazza posò le sue iridi scure sul guerriero. << La magia del sangue non è concessa, non quella benigna. Vuole davvero privare ad una bambina sua madre solo per averle fatto del bene? >> chiese retorica.
<< Poteva andare a farla guarire da un buon medico. >> obbiettò.
<< E se fosse stato troppo tardi? >> chiese avvicinandosi all’uomo scrutandolo. << Se la bambina fosse morta, te la saresti presa tu la responsabilità? >> fece notare arrabbiata. << Torna alle tue mansioni, e pensa prima di colpire. >>
L’uomo fece come gli era stato detto, e Amaranta affiancò la maga. << Quel che hai fatto è giusto, ma la prossima volta cerca di dare meno nell’occhio. >> l’ammonì dolcemente, rifiutando successivamente dei soldi che la donna le offrì.


<< Buongiorno ciurma >> salutò sorridente Isabela sedendosi al solito tavolo, gremito del gruppo al completo.
<< Non lo è poi molto. >> fece preoccupata Aveline.
<< Che succede? >>
<< Ho molti incarichi da svolgere, la città è in subbuglio. >>
<< ABBIAMO >> la corresse Amaranta. << Sai bene che quelle missioni le svolgiamo sempre insieme. >> La donna guardò scettica l’amica. << Per quanto hai intenzione di rinfacciarmi quell’episodio? >> chiese offesa.
<< Ci hai fatto preoccupare, non ha poi tutti i torti >> diede man forte Varric.
<< Avanti ti ci metti anche tu? Ormai son passati anni! >>
<< Non è che hai imparato proprio la lezione. >> la riprese la pirata.
<< Si è preoccupato persino Fenris >> continuò Merrill ingenuamente.
L’elfo - che fino a quel momento aveva osservato con estrema attenzione il suo boccale, - alzò lo sguardo fulminando i presenti. Quell’occhiata bastò a far intendere l’esatto opposto, ma Isabela ghignò non lasciandosi confondere.


Le missioni che le offriva Aveline parevano non bastare mai, infatti non si capiva per quale strana ragione, continuava a ricevere commissioni che puntualmente non riusciva a rifiutare.
L’alba era sorta da poco, ma Fenris era già alle porte della città. Non aveva dormito poi molto, come al solito del resto. E preferì avviarsi, infondo tra non molto gli altri si sarebbero presentati.
Sfruttando quella calma, osservò le catene montuose che ben presto avrebbero esplorato, ancora. Gli piaceva guardare il levarsi del sole oltre le montagne.
I tiepidi raggi scacciavano una delle classiche tenebrose notti di Kirkwall, creando l’illusione di un giorno diverso, forse anche migliore. Ovviamente poi non cambiava mai nulla, ma gli piaceva poterlo credere.
Rifletté anche sul suo cambiamento. Da quando aveva ricominciato a sperare? Da quando aveva ricominciato a guardare l’alba?.
Quella risposta non l’avrebbe mai ottenuta, rimembrava poco del suo passato a causa di tutti gli esperimenti. Solo grida e dolore l’attanagliavano durante la notte.
Ma quei momenti gli erano impressi, incisi come il Lyrium sulla sua pelle. Forse l’unico ricordo che riusciva ad addormentarlo nei momenti più bui.
Non si accorse nemmeno della presenza di Amaranta che lo chiamava da un po’. Si riscosse osservandola, oggi sembrava diversa.
Studiò i tratti del suo volto, le labbra carnose flesse in un sorriso, la pelle forse un po’ troppo chiara rispetto al solito, i capelli mossi ora più disordinati, e gli occhi leggermente gonfi.
<< Tutto apposto? >> gli chiese indagatore.
<< Ovvio! >> rispose sorpresa.
L’elfo tornò a guardare il paesaggio. Aveva notato un altro aspetto, non riusciva più ad osservare quelle iridi che brillavano come ossidiana. Gli ricordavano l’abisso in cui era sprofondato, un baratro nero che lo risucchiava come le volte che i due si osservavano.
Un altro motivo per starle lontano, appena il suo debito sarebbe stato saldato. Ciò nonostante, continuò a darle un occhio di riguardo per l’intero viaggio. Era più che convinto che qualcosa non andasse in lei quel giorno, qualcosa che cercava di nascondere, ma fin troppo cristallina per riuscire a mentire davvero.


<< Ripetimi ancora perché siamo partiti così presto. >> la incitò malamente Carver.
<< Perché vorrei tornare in città prima del tramonto. Un viaggio a piedi richiede molto più tempo, fratellino! >> rispose asettica l’altra.
Anders le prese istintivamente la mano, Amaranta gli sorrise apprezzando il gesto, ricambiando la stretta.
Quella volta il gruppo era composto da due maghi e due guerrieri. Una formazione azzardata perché destabilizzava la comitiva, ma che altro avrebbe potuto fare? Si chiese.
Merrill era ancora lievemente ferita per la missione precedente, Isabela troppo ubriaca assieme a Varric, ed Aveline impegnata fino al collo con questioni burocratiche.
Dovette obbligare Carver a seguirla, Fenris venne come volontario, e Anders riuscì a liberarsi da tutti gli impegni, sostenendo di non volerla lasciare sola.
Nell’ultimo anno aveva trovato nel mago un buon amico, premuroso e presente. Gli sarebbe stata eternamente grata per tutto il supporto fornitole.
Lasciò il calore della mano dell’uomo per precedere i tre, creando il tragitto. << Seguiremo un sentiero più nascosto. Dobbiamo raggiungere la fossa delle ossa, è li che gli schiavisti si nascondono. >>

<< Tu perché sei venuto? >> sentì bisbigliare dal fratello minore.
<< Per la giusta causa. >> rispose relativamente tranquillo l’elfo.
Successivamente, il silenzio calò sovrano. Finche dopo ore di camminata, fermandosi la ragazza non riuscì più a sopportare le lamentele del fratello.
<< Ora basta! >> sbottò alzandosi dal tronco che le faceva da sedia. << Sei stanco? Non ti vado a genio? Benissimo! La strada del ritorno la conosci. Lo so che sono stata io a chiederti di venire ma non credevo davvero che potessi essere tanto infantile! Giuro che per un effimero momento ho sperato davvero che questa missione potesse avvicinarci. Evidentemente mi consideri un abominio più di quanto mi consideri tua sorella. E sono stanca di dover fingere che questo non faccia male. Non so davvero come tu faccia a trattarmi così dopo anni di momenti felici. Condividiamo lo stesso sangue eppure sembro una perfetta estranea. Allora addio Carver. >> riuscì a dire tutto d’un fiato liberandosi di quel peso.
<< Non capisci niente! >> replicò il fratello. << Non ti odio perché sei una maga, per quanto questo possa compromettere la mia carriera da futuro templare. Ti odio perché non voglio più essere la tua ombra, perché non voglio più essere il fratellino piccolo da proteggere. Ma rimarrò sempre quello per una come te. Non me ne andrò, non ora che la missione è iniziata. >> disse infine, andando a cercare legna, ma Amaranta sapeva che in realtà aveva cercato la prima scusa per allontanarsi. Faceva sempre così quando aveva bisogno di sfogarsi, e ne aveva anche la maga. Crollò nuovamente sul tronco appoggiandosi al petto di Anders, mentre l’altro le avvolgeva il braccio attorno alle spalle.
Fenris che come il mago aveva assistito, osservò un’ultima volta Hawke tra le braccia dell’altro per poi seguire Carver.


  
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