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Autore: Allegra_    02/02/2013    4 recensioni
"Noemi, per tutti conosciuta come Noe, è una sedicenne fiorentina che ha solo un pilastro portante nella sua vita: l'amore che provano verso di lei i suoi amici ed i suoi familiari, i quali la sostengono sempre e la accompagnano in ogni sua mossa.
Ma il suo equilibrio inizierà a rompersi man mano dopo la separazione dei suoi genitori ed il suo trasferimento a Torino, città nella quale Noe imparerà cosa significa amare ed essere amata davvero."
Spero vi piaccia, mi sono impegnata davvero molto per scriverla, quindi lasciate una recensione se avete cinque minuti, ve ne sarò grata
Genere: Commedia, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 23
Amarti Senza Riserva

 

<< Sono già tuo >>
E finalmente seppi cosa pensare.
Liberai la mia mente da qualunque dubbio, da qualunque fantasma di Ste’ vi si nascondesse, da ogni paura e preoccupazione.
E seppi cosa dire.
<< Mio e di nessun’altra ?? >>
<< Tuo e di nessun’altra >>
E cosa fare.
Con un’irruenza di cui non credevo essere capace afferrai il suo volto con le mani e lo baciai con tutto l’amore e la passione che avevo in corpo.
Sarebbe stato il nostro bacio più bello se ci fossimo amati davvero come meritavamo.
Sarebbe stato il nostro bacio più bello se fosse stato tutto infinitamente spontaneo, come la mia mano stretta al suo volto e la sua sulla mia schiena.
Sarebbe stato in nostro bacio più bello se nessuno dei due avesse voluto staccarsi per nessuna ragione al mondo.
E lo fu.
Quello fu il nostro bacio più bello fino a quel momento e per me, il più bello che avessi mai dato in assoluto.
Perché nemmeno con il mio primo ex c’era stata tutta quell’attesa, quella sofferenza, quell’amore.
<< Hey tesori andateci piano o vi ritroverete senza fiato !! >> esclamò Claudia scendendo le scale proprio in quel momento.
Dopotutto, per quanto potesse essere discreta, era pur sempre una donna e si sa che starcene per i fatti nostri non è proprio nella nostra indole.
Imbarazzata mi staccai da Fra’ arrossendo di colpo e solo in quel momento mi resi conto di essere stata per oltre dieci minuti spalmata su quel meraviglioso torso nudo.
<< Andiamo ma’, siamo giovani ed innamorati … cosa dovremmo fare ??? >> sorrise lui ironico guardando la donna.
E per la prima volta ebbi la certezza che la nostra non fosse una messa in scena per accontentare le fantasie di Claudia.
Fra’ era un meraviglioso attore, ma in quel momento non stava recitando.
La donna sospirò divertita.
<< Potreste studiare ad esempio !! >> esclamò e in un attimo mi ricordai dei compiti arretrati che avevo.
<< Oppure potresti metterti una maglietta già che ci sei !! >> rise guardando suo figlio ancora solo con i pantaloni, per poi rivolgere uno sguardo malizioso verso di me << Do per scontato che Noe ti abbia visto meno vestito di così, ma almeno un po’ di contegno !! >>
Avrei voluto ridere, ma invece arrossii soltanto fino alla punta delle orecchie.
Come faceva ad essere così certa che io e suo figlio fossimo già andati avanti ???
 I due risero soprattutto guardando la mia espressione, prima che Fra’ mi prendesse la mano e mi guidasse fino alle scale.
<< Andiamo di sopra a studiare >> disse a sua madre con voce più o meno convincente, mentre io ancora in imbarazzo non proferii parola.
E come se fosse il suo riflesso in uno specchio, quella camera era meravigliosa.
Molto ampia, con una grande finestra dalla quale si ammirava una Torino davvero bellissima, per niente uguale a quella che prendevo in giro da casa mia, il letto con sopra diverse mensole, l’armadio enorme la scrivania con la libreria in legno laccato, e poi diverse cornici sparse qua e la.
Erano tutte fotografie, qualcuna più grande e seriosa, altre piccole e buffe.
Le guardai una ad una cercando di collegare nella mia mente i vari soggetti.
Quella più grande era in un parco e raffigurava Giò, Dodo, Ste’ e Fra’ in divisa da calcio con in mano palloni e una coppa color oro.
Dovevano avere giusto qualche anno in meno, perché erano palesemente più piccoli, ma comunque simili alla loro figura attuale.
Accanto tante foto più piccole dei quattro, poi una di grandezza media dove c’erano Fra’ e Ste’ che sorridevano sornioni.
Erano veramente bellissimi, e soltanto da ciò che si poteva vedere nell’oggettiva prospettiva fotografica, si volevano bene più di due semplici amici: erano come fratelli.
Ed io avevo rovinato quel bellissimo rapporto in una maniera che ancora non riuscivo a comprendere.
Fotografie di Fra’ con ragazze di ogni forma e colore, tra le quali riuscii a scorgere di sfuggita Mic e Hill dallo sguardo perso e cotto.
E poi c’era quella fotografia che mi emozionò più di tutte.
Ritraeva un uomo sulla cinquantina di bell’aspetto, moro e con gli occhi color smeraldo, divisa da militare in dosso e fucile sottobraccio, e al suo fianco un bambino di circa dieci anni identico a lui se non per l’età, vestito anche lui da militare con tanto di arma, probabilmente per carnevale.
Fra’ sorrideva orgoglioso mentre suo padre lo guardava con uno sguardo carico d’amore.
Probabilmente un giorno sarebbe divenuto un militare anche lui, in realtà ce l’avrei visto proprio benissimo.
Sentii le sue braccia cingermi la vita da dietro dolcemente.
<< Tu e tuo padre siete identici >> mormorai senza riuscire a togliere gli occhi di dosso a quell’immagine.
<< Lo so, anche caratterialmente lo siamo >> rispose fiero lasciandomi un leggero bacio tra i capelli.
Mi voltai allacciandogli le braccia al collo.
<< Quand’è che torna ?? >> gli domandai stringendolo forte.
<< In realtà le sue ferie terminano la settimana prossima, quindi adesso è uscito a fare delle commissioni, ma torna per pranzo >> mi spiegò brevemente prima di sussurrarmi all’orecchio con dolcezza << Voglio fargli conoscere la bellissima ragazza che ha visto sul mio cellulare >>
Risi emozionata per poi fiondarmi sulle sue labbra irruente.
<< Hai già fame ?? >> domandò divertito staccandosi per un secondo.
<< Ho sempre fame >> sorrisi maliziosa << Fame di te >>
Ricambiò il mio sorriso, ma mettendoci molta più intensità di quanto io avrei mai potuto fare, e riprese a baciarmi con passione, stringendomi sempre di più e accarezzandomi la schiena.
Indietreggiammo lentamente fino a quando non inciampai nei miei stessi piedi e mi ritrovai spalmata addosso a lui, stesi sul morbido letto azzurro.
Gli scompigliai i capelli con le mani mentre le sue scendevano meccanicamente sul mio sedere.
Continuavamo a baciarci, quando io stessa slacciai il mio cappotto frettolosamente, troppo accaldata per sopportarlo oltre.
Sorrise sulle mie labbra allungando poi le mani ai lembi della mia felpa e sfilandola lentamente, lasciandomi soltanto con la mia leggera canotta nera.
Trasportati in un limbo di baci e carezze dal quale ci riportò alla realtà soltanto il suono odioso ed irritante del mio cellulare.
Lo vidi sbuffare mentre lo afferravo dalla tasca dei jeans e mi mettevo a sedere in braccio a lui accettando la chiamata.
<< Pronto Noe, ti ho chiamata venti volte a casa … si può sapere perché diamine non rispondi ?? >> strillò Giorgio irritato.
Se solo in quel momento avessi potuto raccontarglielo.
<< Non sono in casa tesoro, calmati >> risposi con voce rassicurante.
<< E dove cavolo sei ?? Mi stai facendo preoccupare >> sembrò ancora più agitato.
<< Sono uscita stamattina presto >> dissi senza specificare il luogo << Sei dolce quando ti preoccupi per me >>
<< Beh, lo so >> rise facendo ridere anche me.
<< Allora stasera ti vedrò in compagnia da Mic ?? >> gli domandai allusiva.
<< Yesss >> esclamò eccitato << A stasera >>
<< Un bacione enorme >> conclusi staccando e riportando il cellulare nella mia tasca.
Mi voltai verso Fra’ che era stato in silenzio per tutto il tempo scorgendo un’espressione sconosciuta sul suo volto.
L’avevo visto felice, triste, arrabbiato, indifferente, cattivo, dolce, innamorato, ma mai in quel modo.
<< Chi era a telefono ?? >> mi chiese scocciato.
<< Giò >> risi comprendendo il suo atteggiamento, nonostante stentassi a crederci.
<< Sei forse geloso Fra’ ?? >> domandai divertita e al contempo speranzosa.
<< Assolutamente no !! >> una punta di inclinazione nervosa nella sua voce mi diede ragione.
<< Bene >> mormorai fingendomi delusa e alzandomi camminando lentamente verso la porta.
Nemmeno un secondo e sentii le sue braccia forti cingermi i fianchi da dietro, mentre le sue labbra scendevano a lasciare delicati baci sul mio collo.
<< Non mi compri così, Livelli >> biascicai a fatica mentre sentivo i brividi farsi spazio lungo la mia schiena.
<< Hm … io non credo >> mormorò continuando il suo giochino.
Mi staccai di scatto incapace di sostenere il confronto, guardandolo poi dritto negli occhi.
<< Ammettilo. >>
<< Mai >>
<< Sei geloso Fra’ !! >>
<< No invece !! >>
<< Si !! >>
<< No !! >>
Due bambini che litigavano per una stupidata: ecco cosa sembravamo.
E ridevamo mentre continuavamo ad urlarci contro tenendoci anche il muso.
Bambini idioti, ovviamente, ma quanto mi mancava poter essere una bambina senza dover rendere conto a nessuno.
Piangere quando mi pareva, sbattere i piedi contro il pavimento per ottenere ciò che volevo, baciare mio padre come se fosse un peluche, sporcare la casa e nascondermi sperando che mia madre non mi sgridasse.
Sorridere vedendo i miei genitori abbracciati sul divano, con gli occhi a cuoricino vedendoli baciarsi.
Sognare il mio principe azzurro con tanto di cavallo bianco e altissimo, che però di azzurro non aveva nulla se non il nome stereotipato.
Prendermi una cotta per un bambino e dire che era il mio fidanzato senza che lui neppure mi conoscesse, arrossire ogni volta che ci sfioravamo la manina per afferrare un pastello, sorridere come solo una bambina innamorata sa fare se gli piaceva un mio disegno.
Mi mancava essere una bambina, e sentirmi così con Fra’ non faceva altro che accrescere il mio amore ogni momento di più.
Perché potevo essere me stessa e fargli vedere ciò che ero veramente, con tutte le mie odiose ed adorabili al contempo sfaccettature.
<< Se lo ammetto ti lascerai baciare ?? >> mi domandò sorridendo con il labbro inferiore sollevato a mo di cucciolo.
<< Può essere … >> mormorai ridendo.
Si avvicinò prendendomi la mano e intrecciando le mie dita con le sue.
<< Hai vinto tu >> esclamò per poi sussurrare dolcemente sulle mie labbra << Sono fottutamente geloso di te >>

***

Tentavo di sistemarmi i capelli mentre Fra’ indossava un maglione caldo.
Inutile dire quanto fossi nervosa al pensiero che avrei conosciuto suo padre, l’uomo di cui mi aveva da sempre parlato meravigliosamente, la fotocopia con qualche anno in più del ragazzo che amavo.
E per di più, l’idea di conoscerlo vestita in modo trasandato era quella che mi allettava di meno.
Se solo quella mattina l’avessi saputo avrei sicuramente messo qualcosa di più carino.
Gli stivali di lana beige erano bassi e caldi, i jeans stretti blu scuro, la felpa rosa brillante di Dolce & Gabbana attillata metteva in risalto il mio fisico magro, ma avrei decisamente preferito un paio di tacchi per apparire almeno un po’ più alta com’ero.
Il trucco a cui quella mattina non avevo più di tanto pensato era fortunatamente nella mia borsa, così almeno sotto quell’aspetto non ero in condizioni così disastrose.
Il problema peggiore erano decisamente i capelli.
Come mettere in ordine quel groviglio senza fine che erano diventati ??
La spazzola quasi si perdeva al loro interno, e mentre io mi disperavo il cretino accanto a me rideva di gusto.
Alla fine optai per l’unica maniera di metterli a posto che mi era venuta in mente: li raccolsi in una coda che poi girai su se stessa, abbozzando uno chignon più o meno fatto bene.
Sorrisi alla mia immagine riflessa: dopotutto avrebbe anche potuto andare bene.
<< Stai benissimo >> mi abbracciò Fra’, mentre io mi domandavo come potesse lui essere bellissimo in qualunque momento.
Scendemmo le scale entrando nell’enorme cucina del piano terra, dove Claudia e l’uomo della foto chiacchieravano tenendosi per mano dolcemente.
Una lacrima scese veloce lungo la guancia al ricordare quando anche tra i miei genitori era così, ma rapidamente l’asciugai gettando anche quello alle mie spalle.
Non potevo vivere nei bei ricordi, non più.
<< Finalmente siete scesi !! >> esclamò Claudia sorridendo.
Suo marito si voltò con uno scatto mettendo a fuoco prima suo figlio, poi me.
<< Papà, lei è Noe >> sorrise questo a suo agio << Noe, questo è mio padre >>
Era proprio come avevo sempre immaginato Fra’ adulto: uguale a quello a me coetaneo, ma con quella punta di esperienza e maturità che poteva caratterizzare solo un uomo sulla cinquantina.
Mi sorrise venendomi incontro.
<< Certo che la foto non ti rende proprio giustizia >> esclamò guardandomi negli occhi << Sei veramente bellissima >>
Risi imbarazzata non sapendo come rispondere.
<< Non mi sorprendo che mio figlio abbia perso la testa per te >> continuò mentre la mano di Fra’ scese subito a cercare la mia che ovviamente stava solo aspettando quel contatto.
<< Io non ho perso la testa … >> mormorò Fra’ timidamente.
<< Certo che no !! Se chiamare le sue cugine Noe e parlare di te continuamente non è perdere la testa !! >> rise il padre di Fra’ facendo ridere di gusto anche noi altri.
Non avrei davvero potuto chiedere di meglio.

 
Piccolo Angolo Di Luce
Heii !! Chiedo umilmente perdono per il ritardo e per il capitolo orrendo, ma mi scuso dicendo che è di passaggio, e che andando più avanti la storia prenderà una piega del tutto inaspettata.
Spero continuiate a seguirmi e a recensire, e vi ricordo inoltre della mia pagina facebook “ Perché La Scrittura è Lo Specchio Dell’Anima”
Ci vediamo al prossimo capitolo, fatemi sapere cosa vorreste che succeda, cosa pensate succeda e tutto ciò che vi viene in mente !!
Un bacino <3
xoox

   
 
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