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Autore: drewsvoice    02/02/2013    9 recensioni
Quando abbiamo terminato entrambi, colgo l’attimo. «Niall, posso chiederti una cosa?»
«Certo!» dice sorridente.
Prendo fiato. «Insegnami ad essere rozza come te.»
Lui aggrotta la fronte ed abbozza un sorriso. «Non so se prenderlo come un insulto, ma va bene.» accetta lui, stringendomi la mano. «Preparati ad essere una scaricatrice di porto, principessa.»
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sembra un tappeto -come ogni mia altra os/ff lol-, quindi mi scuso perché può davvero rendere la lettura noiosa.
Ringrazio subito chi leggerà, ci vediamo giù (?) jfkdbgk.


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«Zoe!» mi chiama papà a qualche metro distante, sventolando in aria i biglietti.
Abbozzo un sorriso e mi avvicino a lui, prendendoli in mano.
«Mi raccomando...» comincia lui, ansioso.
Roteo gli occhi al cielo e mi lascio scappare una risata. «Devo mantenere il nome di famiglia alto, non devo accettare passaggi dagli sconosciuti e non devo perdermi le partite di hockey che tanto ti piacciono.» recito a memoria, a mo’ di cantilena. Poi poggio la mano sulla sua spalla. «Pa’, ho diciotto anni. So badare a me stessa, non pensi?» chiedo ovvia, alzando un sopracciglio.
Lui mi abbraccia di scatto, così mi lascio cullare. «Lo so, solo che... sarai sempre la mia bambina, Zoe.» mi ricorda, appoggiando il mento sul mio capo.
Il megafono avverte che bisogna salire sull’aereo, così mi stacco da lui.
«Nonostante tutto mi mancherai.» constata lui in un sospiro.
Ridacchio e mi aggiusto la borsa in spalla. «A me invece mancheranno le tue frittelle!» dico ironica, allontanandomi di qualche passo.
Lui mi fissa sorridente, mentre dico una volta per tutte addio alla mia cara Irlanda.


Salgo sull’aereo, porgo il mio biglietto alla hostess e mi siedo.
Alla mia destra una ragazza bionda mi tende la mano. «Piacere, Amber!» si presenta, aprendo subito le labbra in un sorriso.
«Zoe» mi presento io, stringendole la mano. «Allora.. Londra?» domando imbarazzata.
«Sì, devo trovare lavoro. E dove meglio della bellissima Londra?» racconta entusiasta. «E tu?» mi domanda poi, accavallando le gambe.
«Vado lì per l’università» rispondo fiera, mostrando un sorriso a trentadue denti.
Lei mordicchia il labbro inferiore. «Oh, quale?»
«Oxford.» dico, mettendo il cellulare in modalità aereo.
Lei boccheggia per un istante, fissa il cellulare e poi me. «Cosa?» chiede incredula.
Aggrotto la fronte. «Oh, adesso ho capito!» batto il palmo della mano sulla fronte, dandomi mentalmente della stupida. «Giurisprudenza.»
Lei mi fissa ammutolita. «Davvero? Cioè, non pensavo fossi una di quelle riccone!»
«Non sono una riccona!» mi difendo, allontanandomi. «Okay lo sono, però non sono una di quelle avide.» chiarisco, sospirando.
Lei appoggia il mento sul palmo della mano e mi fissa. «Non è che mi pagheresti.. beh, l’affitto?» domanda ironica, facendomi ridere.
Arriccio il naso, divertita. «Andremo d’accordo noi due, lo sai questo?»
«Wow, questo sì che è entusiasmante. Insomma, ho appena conosciuto una persona e l'aereo non è ancora atterrato!» esclama lei, strofinando ironicamente le mani.
Mi irrigidisco sul posto, sentendo sul sottofondo la voce che avvisa l’inizio decollo a qualche minuto distante.
Alzo prontamente la mano, intrappolando l’attenzione dell’hostess.
Questa si avvicina, cordiale. «Ha bisogno di qualcosa?» domanda.
Annuisco, allacciando la cintura. «Una camomilla, per favore» chiedo, sistemandomi meglio sul sedile.
Lei prende la borraccia e versa il contenuto in una tazza di carta, simile a quella di starbucks.
«A lei.» mi porge la camomilla e si congeda, gentilmente.
Rigiro la tazza fra le mani, chiudendo gli occhi e respirando il profumo che emana.
«Hai paura di un decollo?» domanda divertita, battendo una mano sul sedile.
Annuisco e sorrido spontanea, sorseggiando la camomilla. «Sta’ zitta, o non ti pago più l’affitto.» l’avverto, scoppiando poi a ridere.
 



«Ecco qui!» esclama la segretaria, porgendomi la chiave.
Le sorrido, riconoscente. «Grazie mille per la sua pazienza.» la ringrazio, congedandomi.
Esco dalla casetta a mattoni rossi e mi dirigo verso il grande edificio alla sua destra, cioè l’alloggio.
Quando entro, vengo sommersa da un’aria calda e confortante.
Salgo rapidamente le scale, fino ad arrivare al mio mini appartamento, che si trova al terzo piano.
Estraggo la chiave dalla tasca dei miei jeans ed apro la porta, guardandomi attorno.
Il mio sorriso si trasforma in una smorfia alla vista dei mobili di legno e dei componenti che popolano il soggiorno.
«Cos’è questo scempio?» domando inorridita, fissando i due ragazzi spaparanzati sul divano con una lattina di red bull in mano.
Tossisco, così da richiamare la loro attenzione. Il biondino si gira e mi guarda dalla testa ai piedi.
«Cos’hai da guardare, maniaco?» sbotto, afferrando il cellulare.
Lui ride e si alza, mettendosi di fronte a me. «Prima di tutto non sono un maniaco, fatti meno viaggi mentali principessa. In secondo luogo, questa è anche la mia camera» chiarisce serio, parandosi di fronte a me.
Sposto il peso sulla gamba destra, indicando il riccio stravaccato sul divano. «E lui? Ho preso questo appartamento, sempre se si può definire così, proprio perché c’era scritto “un solo coinquilino”!» alzo il tono, gesticolando.
Lui mi blocca le mani. «È il “vicino”, principessa.»
«Smettila di chiamarmi così, non sei nessuno!» sbotto isterica, roteando gli occhi al cielo.
Lui irrigidisce la mascella. «Stammi bene a sentire, ragazzina. Io vengo dall’Irlanda, tutta la mia famiglia ha lavorato sodo per farmi studiare qui e non voglio che sia una riccona del cazzo a rovinarmi il mio sogno, okay?»
Prendo un grosso respiro e picchietto il piede sul parquet. «Pensavo dovessi dividere l’appartamento con una ragazza, mi sarei sentita più a mio agio.» sussurro imbarazzata, nascondendo il viso.
Il ragazzo riccio fissa entrambi e, a disagio, sgattaiola fuori lasciandoci ai nostri litigi.
Il biondino sospira, massaggiandosi la nuca. «Comunque, sono Niall.» si presenta, afferrando la lattina e bevendone un sorso.
Mi allontano di poco e mi sporgo in una camera da letto, dove noto i miei due trolley ed un bagno.
Chiudo la porta e guardo di nuovo il soggiorno.
Lui si volta verso di me e mi guarda, socchiudendo le labbra per dire qualcosa.
Mi appoggio con la schiena alla porta di prima, a disagio, e sorrido appena. «Anche io vengo dall’Irlanda.» dico fievole, chiudendomi dentro la stanza.
Appoggio la borsa sulla scrivania, estraendone il cellulare.
Pigio i tasti e porto l’iphone all’orecchio. «Pa’?» lo chiamo, sedendomi al bordo del letto.
«Principessa!» esclama lui dall’altra parte.
Roteo gli occhi, infastidita. «Puoi evitare di chiamarmi così?» chiedo stizzita, buttandomi sul letto.
«Brutto arrivo, eh?» ci scherza su lui, ridacchiando.
«Meglio cambiare argomento.» sbuffo, spostandomi una ciocca dietro l’orecchio.
«Domani è Domenica, vero?» domanda lui, confuso.
Mi alzo e mi avvio dentro al bagno. «Sì, c’è la partita. Fortunatamente la tv è decente, al contrario del mobili» ridacchio io, dando uno sguardo alla vasca.
«Principessa!» Mi chiama ironico Niall, entrando nella mia stanza.
Papà scoppia a ridere, ma riesco a percepire una punta di tristezza. «Ora capisco. Adesso devo andare, tesoro.»
«Che diavolo hai capito?» gli chiedo, ma è troppo tardi: ha già chiuso la chiamata.
«Allora principessa, vieni a mangiare?» domanda il biondino, facendomi voltare.
«Ho un nome.» sbuffo, superandolo.
Lui mi guarda ovvio. «Non me l’hai detto, principessa.»
Ringhio e sbatto un piede per terra, frustata. «Zoe, mi chiamo Zoe!»
Esco dalla camera e mi dirigo in cucina, con lui alle calcagna.
«Allora Zoe,» comincia lui, con un sorrisino furbetto dipinto sul volto. «sei dell’altra sponda?»
Strabuzzo gli occhi. «Che cosa?», gli urlo contro.
Lui alza le mani in alto, come per discolparsi. «Beh, ho trovato il numero di una certa Amber sulla tua scrivania, pensavo...» lascia in sospeso.
Scuoto la testa. «Mi piacciono i ragazzi.» dico sedendomi.
«Quindi ti piaccio anche io?» domanda alle prese con la padella, facendomi quasi strozzare con la mia stessa saliva.
Lo fulmino con lo sguardo, sistemo il tovagliolo sulle gambe e attendo che la cena sia pronta. «Tu sei un animale, non un ragazzo.» rispondo con tono atono.
«Non mi conosci, come fai a giudicarmi?» domanda apparentemente calmo.
«Tu mi hai dato della ragazzina, riccona del cazzo. Eppure nemmeno tu mi conosci, o sbaglio?» chiedo retorica, sfoderando un finto sorriso.
«Okay, colpito ed affondato!» dichiara, discolpandosi nuovamente. Poi si avvicina a me e mi bacia la guancia. «Scusa principessa.»
«Zoe», lo correggo.
Lui prende i piatti e li poggia sulla tavola. Faccio una smorfia, afferrando la forchetta.
«Non ti piace l’hamburger?» chiede dispiaciuto, facendo per prendere il piatto.
Lo blocco. «No, è solo che... non l’ho mai mangiato.» ammetto imbarazzata.
Lui resta imbambolato, poi si riprende e sorride. «Be’, vorrà dire che lo assaggerai per la prima volta.» sorride lui, emanandomi coraggio.
Poi afferra il panino e lo porta alla bocca, mordendolo.
«Con le mani?» chiedo allibita, fissandolo.
Lui annuisce. «Non c’è gusto con le posate!» ridacchia, sputacchiando di qua e di là.
Socchiudo gli occhi, schifata. Allungo le mani verso il panino e lo porto alla bocca, mordendolo.
È buonissimo, quasi meglio del caviale.
«Com’è?»
Do un altro morso, facendolo scoppiare a ridere. «È davvero buonissimo!» esclamo.
Lui finisce il panino e mi osserva, aspettando che finisca anch’io.
Quando abbiamo terminato entrambi, colgo l’attimo. «Niall, posso chiederti una cosa?»
«Certo!» dice sorridente.
Prendo fiato. «Insegnami ad essere rozza come te.»
Lui aggrotta la fronte ed abbozza un sorriso. «Non so se prenderlo come un insulto, ma va bene.» accetta lui, stringendomi la mano. «Preparati ad essere una scaricatrice di porto, principessa.»


Ragazzuole, eccomi qua jkfngkj.
Allora, vi piace la trama? Sinceramente io ce lo vedo Niall 'rozzo' e 'mestruato' AHAHAHAHAHAHAHAHAH.
Okay, che ne pensate di Zoe? Io la immagino con il viso di Lucy Hale, poi ditemi la vostra lol.
In realtà non so molto su Oxford, quindi mi scuso per eventuali errori.
Comunque sia, adesso vi saluto e... boh, spero vi piaccia jkfbgk.
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