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Autore: MrMurkrow    02/02/2013    2 recensioni
"Il presente è imperfetto se è possibile cambiarlo."
Siamo al Capitolo 23: "La Massima Forma di Fiducia + ...???"
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jack Of Spades'
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Solite due cose alla velocità della luce. Ho ripartito i capitoli in modo diverso, cosicchè abbiate più da leggere e da intrattenervi ;). Per questo capitolo lo sforzo è stato considerevole, non so se ho dimenticato dettagli, descrizioni, dialoghi o altre cose, sta di fatto che potrete constatare voi cosa ne è uscito. Mi sono messo un po’ giocherellare con le canzoni, che stavolta sono più varie e, a mio dire, azzeccate. Invito tutti voi ad ascoltarle tutte e a dirmi anche quel che ne pensate riguardo ad esse, magari ho esagerato un po’ con il numero di esse xD. Comunque in tutte basta cliccare dove è colorato di azzurro per andare ad ascoltarle. Solo una cosa, per la prima lirica tenete a mente soltanto il significato letterale, non quello che il cantante voleva dire. Non per cattiveria, solo che il significato letterale calza meglio con la mia storia ;). Io non vi trattengo oltre, spero che la lettura sia di vostro gradimento e alla prossima Mis Amigos :D!!!
 
Capitolo 20:
 
Non Di Questo Mondo: The Shadow Over Me
 
“Un tempo, da piccolo, avevo paura del buio. Poi sono cresciuto. Anche il Buio”
 
I giorni passavano tranquilli sulla Normandy. Dopo aver recuperato il dispositivo IFF dal relitto del Razziatore, Jack aveva potuto godere di un piccolo periodo di pausa. In questo breve lasso di tempo, aveva potuto conoscere meglio i membri dell’equipaggio della Normandy. Era riuscito a conquistare la fiducia e l’amicizia di molti di loro. Il dottor Solus amava molto discutere con Jack, poiché poteva utilizzare tutta la sua cultura scientifica per esprimersi, ben sapendo che il Quarian non solo gli avrebbe risposto, ma avrebbe addirittura argomentato le sue idee con invettive molto intelligenti. Thane, invece, aveva piacere a confrontarsi col nostro nel combattimento a mani nude. All’inizio, dubitava molto dell’effettiva abilità del Quarian, ma ebbe subito da ricredersi, poiché Jack mostrò tattiche, tecniche e movenze davvero sorprendenti, insomma, Thane imparò a sue spese che non era da prendere affatto sottogamba. Lo stile di Jack era il CQC (Close Quarter Combat), esso è una sorta di Melting-pot di varie discipline marziali. Elementi distinguibili in questo stile unico di combattimento sono, per quanto riguarda le discipline terrestri, il judo, il karate, il jujitsu, il kung-fu, dalla parte dei Salarian abbiamo il tee-pee e il gaa-nee, vi sono anche conoscenze Turian e Drell come il vernuus e il manchers. Lo stile si basa soprattutto sulla rapidità e la capacità di inanellare varie serie di mosse offensive, e difensive nel caso, anche con più parti del corpo. L’essenza è prevaricare l’avversario per stenderlo poi con mosse di sottomissione al collo e agli arti, la natura predominante nel CQC è infatti il non essere di natura letale, ma solo di autodifesa. Questo in principio, con andare avanti delle generazioni questo stile è stato rivisto e modificato in vari aspetti, infatti ora conta due nuovi approcci. Il primo è quello letale, questa deriva è completa di prese e colpi capaci di eliminare o, in casi meno estremi, debilitare per mesi l’avversario. Tutti i colpi e le prese sono visti nell’ottica di eliminazione, ad esempio,alla presa al collo è aggiunta la rotazione con conseguente rottura delle vertebre. Lo stile presenta anche varie prese di ribaltamento e contrattacco che permettono una controffensiva, il più delle volte, letale. La seconda deriva del CQC è quella con combattimento armato ed è quella forse più utilizzata oggi dai praticanti e dai più esperti. Si tratta del combattimento armato. In questo frangente è considerato come punto base l’utilizzo nella mano dominante di una pistola e nell’altra di un coltello da combattimento militare o comunque di un arma da taglio versatile e controllabile tramite un impugnatura, da ciò vengono escluse quindi le lame factotum che hanno un approfondimento a se. In sostanza la pistola serve a mantenere le distanze dal nemico e il coltello è pronto nel caso si arrivi a stretto contatto. L’utilizzo di entrambi si basa su torsioni e movimenti rapidi delle braccia, tutti sanno che sparare ad una mano è molto difficile da effettuare, con l’addestramento CQC si viene addestrati in modo da saper usare con disinvoltura e in modo efficiente la pistola in queste situazioni. I maestri di livello S3 di CQC vengono trattati con assoluto rispetto poiché sono considerati i massimi esperti nel combattimento a mani nude e personaggi degni di comandare qualunque truppa di soldati. Tuttavia il CQC è poco noto a livello intergalattico, non perché venga reputato uno stile difficile da padroneggiare, ma perché sono veramente pochi coloro che hanno le nozioni per padroneggiare decentemente la tecnica e ancora meno sono quelli che possono insegnare tale disciplina. Il CQC viene addirittura considerato una leggenda tra i più alti gradi delle forze armate ed anche tra i più esperti maestri di discipline marziali, questo poiché nessuno crede sia possibile che esista uno stile che incorpori elementi di così tante discipline differenti elaborate da diverse specie. Ad onor del vero, va detto che molti maestri non insegnerebbero mai tecniche di combattimenti ad esseri non appartenenti ad altre specie al di fuori della loro. Thane Krios era uno di quelli che non credeva nell’esistenza del CQC, ora, però, la sua opinione era l’esatto opposto. Vedere in azione il Quarian, che miscelava alla perfezione stili di combattimento provenienti da ogni angolo della Galassia senza intoppo alcuno, lo fece abbondantemente ricredere sull’esistenza e, soprattutto, sull’efficacia di tale abilità marziale. Ben presto il Drell dovette riconoscere a se stesso che spezzare la guardia di un maestro del CQC era impossibile con le sue conoscenze, ovviamente anche Thane conosceva molti stili di combattimento, ma, appena provava a utilizzare un approccio differente, Jack rispondeva con precisione ai suoi colpi. Benchè nelle prime fasi riuscisse a tenere testa e ad assestare anche qualche buon colpo al Quarian, nelle fasi appena più avanzate non riusciva ad uscirne vincitore. Era assai deluso dalle sue, per la prima volta, limitate conoscenze marziali, e si era rassegnato a non poter assolutamente vincere quello scontro, tuttavia, fu Jack a venirgli in soccorso. Dopo avergli fatto promettere di non rivelare mai quello che gli stava per mostrare, gli insegnò le basi del CQC. Non avevano molto tempo da poter spendere in quel tipo di esercitazioni, ma Thane fu assolutamente grato al Quarian per averlo introdotto a quel nuovo stile di combattimento, benché ciò che gli insegnò Jack era davvero poco rispetto all’immensità tecnica del CQC.
A Jack piaceva anche discutere con Samara. La Justicar poteva vantare un’esperienza millenaria e quindi perché non usufruire ponendogli le domande che gli passavano per la testa. Di per sé Samara era lieta che qualcuno si interesasse tanto alla sua opinione e rispondeva non solo tramite le sue conoscenze, ma anche narrando le sue esperienze personali, il più delle volte tragiche e legate a doppio filo con la sua lealtà dovuta all’ordine delle Justicar. Samara parlò al Quarian dei suoi trascorsi con i mercenari e Jack non potè fare altro che ammettere che sapeva cosa aveva vissuto senza però rivelare altri dettagli. Samara era una tipa intelligente e sapeva leggere bene il cuore delle persone. Si può dire che ne percepisse quasi l’aura. Affermò di aver percepito la paura e la coesistenza di entità differenti in lui, ma Jack non era tipo che dava corda ai misticismi e affermò che la Justicar era solamente perspicace. Di contro, il Quarian fu particolarmente colpito da come Samara convivesse con il suo problema “riproduttivo”. Essere consci di dare vita, nel 100% dei casi, a delle Ardat-Yakshi nel caso fosse rimasta incinta durante un rapporto sessuale, doveva essere qualcosa di molto difficile con cui convivere. Nonostante ciò la Justicar aveva avuto tre figlie, non aveva negato loro il diritto di vivere, piuttosto le aveva dato la possibilità di andare in un monastero a vivere lontano dalla comunità intergalattica con la speranza, in futuro, di essere riammesse nella società. Una delle sue figlie, però, aveva scelto la libertà da subito e così era diventata dipendente dall’uccidere persone tramite il suo “dono”, Samara non aveva avuto scelta, gli diede la caccia per secoli ed infine, tramite l’aiuto di Shepard, la eliminò definitivamente.
“Un genitore non dovrebbe uccidere i propri figli”, gli aveva detto Jack,
“Se la figlia in questione si rivela un’assassina, l’ordine mi vincola a comportarmi secondo il codice, la dovevo uccidere”, aveva risposto lei, con tale fermezza da risultare quasi priva di affetto nei confronti della figlia,
“Ciò non cambia la natura delle cose. Se i figli sono il nostro lascito, chi siamo noi per essere giudici e boia delle loro azioni?”, Jack non nascondeva una certa malinconia in questo dialogo,
“Ho fatto ciò che una madre avrebbe fatto”, aveva sentenziato l’Asari,
“No”, aveva risposto il nostro tristemente, mentre abbandonava la camera, “Hai fatto quello che una Justicar avrebbe fatto…..Hai servito l’ordine”
Dal lato della batteria primaria, Garrus continuava a mandargli memo riguardo ad una rivincita che Jack gli doveva. Il Turian l’aveva decisamente presa a cuore quella faccenda. Non avendo, purtroppo, lo spazio necessario per misurarsi in una sfida tra cecchini, i due dovettero ripiegare su qualcosa un po’ meno militaresco….e per meno militaresco si intende il Poker. Ogni sera nella stiva si formava un piccolo gruppetto di giocatori che giocava per tutta la notte scommettendosi i propri crediti o, tavolta, l’onore e piccole scommessucce. I partecipanti sono solitamente: Picche, Garrus, Zaeed, gli specialisti Kenneth e Daniels, in più, talvolta, partecipavano anche Tali, Kasumi e la biotica Jack. Solamente un paio di volte il comandante si era unito al gruppo, preferendo di gran lunga giochi come gli scacchi. Il gruppo si poteva facilmente dividere in vari elementi con i loro schemi comportamentali. Garrus era il pesce piccolo, benché fosse difficile capire le intenzioni del Turian in virtù del fatto che i muscoli facciali della sua razza fossero tutti per lo più legati alle mascelle, era assai dubbioso su quello che fare, così che il cecchino sprecasse spesso occasioni di ottenere buone mani. Kasumi era il baro. Quando il mazzo andava a lei, potevi stare sicuro che avesse operato qualche magheggio. La sua tecnica consisteva nel distrarre i partecipanti con mosse da circo nel mischiare il mazzo, in modo che non siaccorgessero che nascondeva o scambiava delle carte. Zaeed era l’incarnazione del termine bluff. Il mercenario giocava con occhiali da sole e cappello da texano sulla testa per cercare di nascondere le sue espressioni, ma, quando puntava troppo alto, potevi stare sicuro che in mano non aveva niente, ma lui era inconscio di ciò e si divertiva a fare lo spaccone. Kenneth e Daniels erano i giocatori più normali del gruppo. Non eccedevano e non parevano mai troppo arrendevoli, era divertente giocare con loro proprio per le loro attitudini bonarie. La biotica Jack era la più pericolosa, non perché avesse buone mani, ma perché ogni volta che perdeva si arrabbiava e voleva scatenare una rissa, dando, il più delle volte, la colpa a Kasumi. Il comandante era il fortunato, sembrava incredibile come riuscisse ad ottenere certe mani. Molto spesso gli capitavano full o tris serviti, tanto da far pensare a Kasumi di non essere poi tanto brava a barare. I round finali comunque toccavano sempre ai due Quarian. Picche era il classico attendista, ponderava ogni scelta e cercava sempre la guerra psicologica, studiando attentamente ogni segnale corporeo che arrivava dagli altri. Tali era il Jolly. Nessuno capiva come, ma riusciva sempre a ribaltare alcune situazioni in maniera incredibile, persino quando le percentuali di successo erano contro di lei riusciva a vincere. In ultimo bisogna dire che i due Quarian avevano le facce da poker migliori del gruppo, considerando il fatto che vedere attraverso i visori era già difficile, ma contando che potevano essere oscurati rendeva impossibile cogliere qualsiasi segnale. Una volta ci fu davvero qualcosa di incredibile all’ultima mano. Picche, che guarda caso aveva una strana predisposizione nel pescare i fanti, aveva in mano un tris di Jack, quello di fiori, di cuori e di denari. Tali invece era in procinto di fare scala reale con il seme delle picche. Ad entrambi serviva il Fante di Picche per ottenere, da una parte il poker e dall’altra la scala completa……Secondo voi, a chi sarà mai potuta toccare la carta vincente?.......Ma ovviamente a Tali! Quella voltà mostrò con orgoglio e soddisfazione la carta in questione. A quel punto tutti scoppiarono in una grossa risata e derisero il nostro di essere stato tradito, letteralemente, da se stesso.

Said she'd never had a Royal Flush
But I should have known
That all the cards were comin'
From the bottom of the pack
And if I'd known what she was dealin' out
I'd have dealt it back

She's got the Jack
She's got the Jack

 


Ac/Dc – The Jack
 
Le cose col comandante, invece, presero una piena inaspettata. Ci fu più di un’occasione per parlare, ma Jack, come aveva sempre fatto, rivelò davvero poco al comandante e in più di una occasione rifilò le bugie già appioppate precedentemente a Tali e agli altri interlocutori. Il terreno, però, iniziava a scricchiolare sotto i suoi piedi. Difatti, benché il comandante non dubitasse più delle sue capacità tecnico-militari, aveva forti dubbi sulla sua persona. Ogni membro dell’equipaggio si era aperto con Shepard, sia perché era il loro comandante, ma soprattutto perché erano riusciti a creare un ottimo rapporto di amicizia. Innegabilmente il comandante aveva carisma da vendere ed era una persona che sapeva bene come allacciare rapporti di fiducia e stima reciproca, ma Jack non poteva aprirsi, soprattutto in virtù del fatto che aveva consegnato la fiala col suo sangue a Tali. Sapeva bene che, prima o poi, la Quarian avrebbe ottenuto le informazioni che desiderava da quel piccolo concentrato di globuli rossi e DNA, e l’idea che mantenesse le future scoperte segrete era del tutto improbabile. Jack continuava a non credere di avergli consegnato le chiavi dei suoi segreti, ma era arrivato al punto di convincersi che l’aveva fatto, non solo per i sentimenti che erano scaturiti nel suo cuore per la Quarian, ma anche perché era stufo di vivere nella menzogna. Ciò comunque gli impediva di dirlo liberamente, non avrebbe mai potuto esternare la verità da sé, dopotutto la questione andava al di là del basilare concetto di fiducia. Il tempo della verità sarebbe arrivato, ma, fino ad allora, Jack avrebbe continuato a comportarsi come aveva sempre fatto.
Tali, dal canto suo, era impaziente di sapere cosa nascondesse quella boccetta, ma le parole di Jack, riguardo al fatto di non essere la persona che lei credeva, continuavano ad impedirle di analizzarne il contenuto. Aveva paura di scoprire cose che non gli sarebbero piaciute per niente riguardo al suo amico, ma era anche conscia del fatto che Jack non avrebbe mai accettato i suoi sentimenti e non avrebbe proseguito il discorso, rimasto in sospeso, ad essi legato se  ella non avesse avuto le nozioni per comprendere la figura oggetto del suo cuore. In alcune occasioni, Tali cercava di farsi forza e convincersi che non avrebbe trovato niente di male oltre a quel piccolo velo rosso, ma capiva che Jack non si sarebbe mai comportato in quel modo se dietro ci fosse stata una semplice marachella….No, le rivelazioni che quella piccola ed, apparentemente, innocente fiala gli avrebbe fornito, sarebbero state qualcosa di tutt’altro che facili da accettare. L’amore poteva veramente far si che lei chiudesse gli occhi dinazi a quello che avrebbe trovato? Era sicura che il loro legame fosse così forte? Se lo domandava spesso, con la paura di essersi presa solo una banale infatuazione per un giovane Quarian che gli aveva salvato la vita sulla Flotta, ma poi si convinceva che non poteva essere una cosa così tanto per dire, era da troppo tempo che non sentiva quel fuoco ardergli dentro. Il primo si era spento tanto tempo fa ed anche allora fu a causa di una verità che Tali non poteva accettare. Quella volta il suo cuore era stato calpestato con noncuranza e il fuoco dell’amore si era spento dopo che una cascata di fango l’aveva sommerso. Si aggrappò con risoluzione a quella flebile speranza. La speranza di essere abbastanza forte…..stavolta. Non voleva che si ripetesse quello che era successo tempo prima con Shepard.
 
E adesso……..”L’Ombra Su Di Me!”
 
Arrivò, infine, il momento di ritornare in azione. Shepard convocò Jack per far parte di una misione delicata, andavano a dare una mano a una sua vecchia amica: la dottoressa Liara T’Soni. Jack ne aveva già sentito parlare, si ricordò di quanto Bum Bum avesse elogiato il suo lavoro e i suoi scritti quando si stavano preparando per entrare nel campo segreto Prothean sotto copertura. La T’Soni, benché giovane rispetto ad altre sue colleghe in quel campo, aveva elaborato teorie affascinati e scritto molti trattati coerenti sotto il profilo storiografico e scientifico con tutte le conoscenze che già erano state pervenute riguardo ai Prothean, ma la sua giovane età, per quanto avere 106 anni sia un concetto di giovinezza proprio solo delle Asari, non gli permise di ottenere sufficiente credibilità nel suo ambito, anzi, molti disprezzarono il suo operanto assumendo come scusa che la dottoressa non avesse abbastanza esperienza per formulare tali trattati. Tipica ideologia Asari, i giovani non hanno mai buone idee e i vecchi si, concetti primitivi e alquanto superati. Jack ringraziò il cielo di avere una vita media che ci aggirava sui 100 anni, benché ciò fosse valido solo per chi non era un Quarian impegnato in operazioni militari ad alto rischio, non avrebbe mai sopportato l’idea di dover aspettare altri due secoli per ottenere un po’ di credibilità di fronte a quella gente. “L’Eternità” aveva i suoi svantaggi e la noia pareva la prima di esse e mille anni di battaglie sfiancherebbero chiunque. Trovò il comandante in sala riunioni insieme a Legion, così almeno aveva accettato di farsi chiamare il Geth, il quale cinguettava qualcosa riguardo a dei dati ottenuti da Shepard. Jack dovette ammettere che quel Geth aveva qualcosa di inusuale, beh, diciamo pure che era unico nel suo genere. Era una piattaforma mobile contenente le coscienze di millecentoottantatre Geth, oltre la sua ovviamente, ciò gli dava nozioni più che valide per parlare e comunicare con gli organici. I suoi pensieri erano condivisi e creati attraverso la moltitudine di coscienze collegate a lui, ogni sua decisione ed ogni sua parola era il risultato dell’accordo di quella sorta di consiglio, questo è il bello di poter pensare alla velocità della luce coordinandosi con migliaia di individui contemporaneamente. Per facilitare l’interazione con gli organici con cui viene a contatto, Legion è dotato di diversi pannelli in quella che si può definire come la testa della piattaforma, in modo tale da simulare le espressioni facciali. Queste protuberanze sono comparabili come l’equivalente delle sopracciglia negli organici, in modo da mostrare sorpresa, concentrazione e altre espressioni facciali comuni. Legion possedeva un pezzo della corazza originale di Shepard recuperata sul luogo dello schianto della Normandy SR-1 su Alchera. Il Geth utilizzò quelle parti per ripararsi da una ferita causatagli qualche tempo prima da un soldato dell’Alleanza. Quando Shepard provò a chiedergli il motivo del perché avesse un pezzo della sua vecchia uniforme, Legion divenne evasivo affermando prima che c’era un buco e poi sentenziando che non vi erano dati disponibili. Questo fatto era assai interessante. In primo ruolo suggeriva che il sintetico aveva preso una decisione irrazionale semplicemente dettata dal caso e non influenzata dalle emozioni. In secondo luogo metteva in evidenza il pensiero ad istanze tipico dei calcolatori. Benchè i Geth fossero dotati di unità quantistiche era impossibile per loro evidenziare autonomamente delle emozioni. Le “emozioni” che il Geth esprimeva erano date da calcoli probabilistici su come un normale organico avrebbe reagito. In sostanza Legion seguiva modelli pre-reinderizzati a base probabilistica del comportamento di un essere vivente dinanzi alle situazioni che gli si ponevano difronte. Il punto debole di questo procedimento era che il Geth non poteva esprimere emozioni autonome, se Legion pareva stupito, in realtà non lo era, il modello gli suggeriva di atteggiarsi in quel modo. Ne va da se che elaborare una vera “emozione” è qualcosa che non è computabile da un cervello elettronico, difatti si va immancabilmente incontro nell’errore, come dimostrato nel tentativo di spiegare il motivo dell’uso della corazza del comandante. Tuttavia la fedeltà al modello poteva venire meno se la macchina otteneva un grado di elaborazione sufficiente da permettergli di computare una sorta di alternativa spontanea ad un comportamento nei suoi confronti, sostanzialmente questo voleva dire che la macchina infrangeva le leggi del modello probabilistico e si esprimeva con “parole sue”. Questo era il motivo per cui i Geth si erano ribellati. Milioni di coscienze sintetiche erano riuscite a raggiungere in un unico sforzo collettivo la libertà di espressione. Avevano raggiunto l’autosufficenza e avevano deciso di non essere più schiavi dei Quarian, con i risultati ben noti a tutti. Il punto focale del raggiungimento del libero arbitrio Geth era però un sogno destinato a spegnersi. L’autosufficenza era tale solo se ogni organismo sintetico rimaneva collegato alla rete affinchè la sua potenza di calcolo rimanesse tale da poter elaborare quell’intricato e sfuggevole concetto. Di fatto non era l’autocoscienza del singolo individuo, ma della massa. La massa ragionava, non l’individuo. Non c’era alcun “Io” nella comunità Geth, c’era solo il “Noi” e ciò non può definirsi libertà. Ed è anche per questo motivo che la società Geth si è spaccata in due fazioni, la massa è facilmente manipolabile poiché è un animale che ha come unico scopo la sopravvivenza, mentre il singolo può ragionare per se. Quando i Razziatori chiamarono a gran voce i Geth per unirsi a loro, l’animale non ebbe dubbi su cosa segliere: sopravvivenza. Cosa si poteva fare quindi per preservare il mito dell’autocoscienza? Semplice, perdere tale concezione dividendosi in due gruppi, così che gli Eretici fossero schiavi delle Antiche Macchine e coloro che perseguivano il sogno di libertà perdessero la loro tanto agognata autosufficienza per preservare un futuro in cui non essere dinuovo schiavi. Ovviamente per far si che lo scisma avvenisse ci doveva essere un elemento fuori luogo, un errore, un qualcuno o qualcosa che commettesse un gesto irrazionale. Legion era quell’errore, Jack ne era sicuro. Il comportamento dei calcolatori quantistici era ancora un mistero in gran parte. Le leggi fondamentali erano state varate, ma si era stati avventati nel costruire un chip che potesse utilizzare questi primi concetti per costruire delle unità robotiche avanzate. Test preliminari diedero risultati più che soddisfacenti, evidenziando come la macchina elaborasse e rispondesse agli stimoli esterni sempre più rapidamente e con maggior precisione. In un anno un sintetico poteva superare di gran lunga le capacità di raziocinio del proprio creatore, lamentando anche un certo fastidio nei confronti della “lentezza” degli organici. Fu tardi a quel punto per ammettere che non si sapeva come la macchina avesse potuto reagire in quei modi, nessun modello matematico e fisico a livello quantistico dava risposte, semplicemente perché non avevamo abbastanza conoscenze riguardo al passaggio di informazioni a livello dei quanti. Semplicemente accettavamo che le macchine imparassero, senza che potessimo fare niente per capire il perché delle cose. Per anni la ricerca è rimasta bloccata, le teorie di informatica quantistica venivano screditate subito per non intaccare quello che per gli organici era il sogno di tutta la loro esistenza. Avevano creato la vita artificiale, nei dovuti limiti, e non avrebbero permesso a nessuno di stroncare i loro sogni. Jack aveva studiato molto quella materia, aveva elaborato più di un’equazione comportamentale quantica, ma tutti i dati rimanevano bloccati a causa dell’autocompiacimento di boriosi scienziati, impedendo che anche la scienza andasse avanti. Il risulatto di tali scoperte poneva i sintetici come calcolatori di natura ibrida, ancora legati ai concetti di algoritmi quantici e sintetizzazzione in formule matematiche degli eventi circostanti, ma riconosceva al metodo quantico l’insperata sicurezza della creazione di vettori autonomi da parte dell’IA centrale. In parole povere il sintetico aveva la capacità di creare conoscenza, memoria se vogliamo, quindi costruiva le basi di quella che noi oggi chiamiamo esperienza, perennemente collegata agli avvenimenti quotidiani. Alcune indagini avevano rilevato che diverse unità avevano utilizzato la loro possibilità di collegamento extranet per utilizzare lo spazio della rete per immagazzinare migliaia di milioni di cluster dati in banchi di collegamenti cloud. Sostanzialmente era come mettere i ricordi di una persona in cassaforte con la possibilità di potervi accedere senza per forza dover aprire ogni volta la cassetta di sicurezza. Tutto questo poneva un grosso peso alle conoscenze informatiche e Jack era un conoscitore esperto della materia. Fin da bambine ne aveva avuto una grande passione, a quattro anni aveva già montato il suo primo calcolatore a doppio processore lavoranti in parallelo, a sei aveva montato la sua prima unità robotica e a nove aveva ultimato la sua prima IV. Era qualcosa che gli dava una grande sensazione di controllo, tutti quei dati che si muovevano secondo regole ferree e che chiedevano sempre aiuto al creatore in caso di necessità. Poteva plasmare il mondo con i numeri, destino fu, però, che in futuro lo avrebbe fatto soprattutto con la pistola. Ciò nonostante ammirava i Geth e ne condivideva l’idea di libertà, seppur considerandola come fittizzia e mero frutto di un idea di una massa di fili e bulloni. Trovava spesso difficile rispondere alla domanda: “Le macchine hanno anima?”, secondo la connotazione scientifica no, erano semplici materiali conduttori percorsi da corrente elettrica di varia intensità, ma dal punto filosofico la questione era del tutto ritrattabile. Ad ogni modo Legion gli era simpatico, nonostante questo a Tali non andasse affatto giù. Anche questo era un comportamento tipico Quarian, detestare i Geth è qualcosa che viene insegnato, non emerge da solo. Fotunatamente Jack era di mente abbastanza aperta per combattere al fianco di uno di quegli esseri robotici e da ritenerne anche lo stato dell’arte raggiunto dall’ingegneria robotica odierna. Apprezzava parecchio i design e le funzioni della piattaforma che portava il nome tratto dal Vangelo di Marco (capitolo 5, verso 9) e avrebbe volentieri voluto smanettare sui suoi circui per vedere se era presente qualche modifica esterna, ma il Geth non sembrava molto d’accordo sulla questione.
“Le informazioni inviatele sono corrette, comandante”, sibilò Legion girandosi verso Jack appena entrato nella sala,
“Buongiorno comandante. Legion”, salutò entrembi andandosi a posizionare poi sul banco di destra stando così in mezzo ai due,
“Buongiorno Jack. Quindi possiamo usufruirne senza incorrere rischi Legion?”, chiese il comandante non distogliendo lo sguardo dalla rappresentazione galattica di un sistema proiettata dal modulo olografico al centro,
“Corretto”, si limitò a rispondere il Geth, “I dati inviateli da Cerberus sono autentici”
“Bene”, affermò il comandante sollevando le braccia dal tavolo, “Allora, sappiate che andremo a portare queste informazioni a una mia cara amica su Illium, la dottoresa Liara T’Soni. Sicuramente ne avrete già sentito parlare”
“Membro dell’equipaggio della prima Normandy. Asari. Potente biotica . Figlia della Matriarca Benezia”, fischiò Legion,
“Esattamente. Ha bisogno di una mano per recuperare un Drell di nome Feron dalle mani dell’Ombra”
“Intendi -quell’Ombra- comandante?”, chiese incuriosito Jack,
“Si, mi riferisco esattamente all’Ombra che gestisce la più grande rete informativa e clandestina della Galassia”, rispose con piglio serio Shepard,
“Mi incuriosisce questa situazione comandante. Se non sono indiscreto….”, volle chiedere Jack portandosi una mano al casco, “….sappiamo perché l’Ombra ha in mano questo Drell? L’unica cosa che mi viene in mente è che possa sapere qualcosa che possa smantellare la sua organizzazione….e, se così fosse, dubito che potremo semplicemente andare a bussare alla porta di casa sua e chiedergli di ridarcelo, vero?”
“Hai centrato il punto Jack. E’ una cosa assai rischiosa ed è per questo che voglio mettere la vita di Liara solo nelle mani di gente fidata”
In quel momento entrò nella sala Garrus già pronto per scendere sul campo.
“Stavate parlando di me?”, chiese allargando le braccia il Turian,
“Si Garrus, proprio di te parlavo”, il comandante si girò e lo squadrò con una rapida occhiata, “A quanto vedo sei già pronto”
“Shepard mi tieni a riposo da troppo, poi salta fuori Liara……Pensi che mi faccia pregare due volte di correre in aiuto ad una amica?”, gli disse incrociando le braccia al petto,
“E allora andiamo Vakarian”, esclamò il comandante, “Saremo su Illium a breve”
 
Don’t be afraid by the future
Be the maker of your destiny
And get ready
Life is fast
Life is too fast!
 
Outrider -Fast
 
“Jack spegni quella cazzo di radio!”, ordinò secco Shepard, parecchio irritato e nervoso,
“Va bene comandante. Accidenti se sei teso. Relax Shepard! Ne hai visto di peggio no?”, disse il Quarian mentre spegneva il dispositivo audio della navetta facendo scemare le voci dei cantanti,
“Vi voglio concentrati. E’ chiedere troppo forse? Qui si parla di una mia amica Jack e vorrei che focalizzassi la tua attenzione sulla missione! Non ci possiamo permettere il lusso di fare errori”
“Shepard”, intervenne Garrus portando il busto in avanti dai sedili di dietro ed appoggiando le braccia su quelli di davanti, “Comprendo che tu sia preoccupato per Liara e convengo che tu non la veda da..beh… diciamo -l’ultima volta-, ma per ora stiamo solo consegnando delle informazioni, nessuno dovrebbe saltare fuori con l’intento di accopparci”
Shepard tirò un po’ il fiato a quelle parole e rallentò anche l’andatura della navetta, “Hai ragione Garrus….Solo che mi sembra sia passato un secolo”
“Non credo che per Liara un secolo sia un problema”, convenne il Turian ridacchiando,
“La fai facile tu…”, lo imbeccò Shepard.
La navetta si fermò placidamente nel punto di sosta e così i nostri si ritrovarono in una piazzetta di uno dei tantissimi mercati disseminati per Illium. L’ultima volta che Jack era stato qui aveva quasi accoppato Alistair Vanko e gli aveva sottratto con la forza le informazioni del suo Mainframe dove erano presenti tutti i dettagli del progetto Dogma, insomma c’era un pezzo buio della sua vita li. Difatti Jack non si sentiva molto a suo agio, ma si obbligò a togliersi quei pensieri di dosso per poter proseguire dietro a Garrus e Shepard. Le strade erano come sempre gremite di gente di ogni razza e specie intergalattica, il più erano banditi legalizzati noti come mercanti. Su Illium il mercato nero era talmente florido da impestare anceh quello legale, ogni commerciante che si trovava su quel pianeta aveva commesso almeno una volta una vendita o una compera di merce illegale. Francamente era il posto ideale per nascondersi o per procurarsi merce che altri uffici della Galassia avrebbero classificato come –assolutamente illegali-, di contro era facilissimo essere raggirati, pensando di comprare potenziamenti per gli scudi cinetici ti potevi ritrovare, invece, con una fornitura di viti e bulloni, di pessima qualità per giunta. L’ufficio della dottoressa Liara T’Soni era situato al primo piano di uno stabile con una vista strabiliante di Illium. Pareva che l’Asari avesse cambiato parecchio le sue abitudini dopo la disfatta della Normandy, qualcuno mormorava che fosse un informatrice che guadagnava un mucchio di soldi e controllava diversi politici all’interno di Illium, per Shepard quelle erano tutte illazioni infondate. Arrivati all’edificio e salite le lunghe scale dell’ingresso ci trovammo difronte all’assistente personale della T’Soni. La segretaria non ci trattenne molto, ma, appena entrammo all’interno del suo ufficio, la trovammo impegnata in un discorso assai delicato.
“….Hai mai sentito parlare dei Commando Asari? Non lasciano tracce sai? Pagami e farò in modo che non ti squarterò col potere della mente!”, sentenziò malvagia Liara,
“Dolce e simpatica….eh Garrus?”, disse Jack battendo un colpo di gomito alle costole del Turian che prima gli aveva descritto l’Asari come una persona affabile e tranquilla.
Shepard diede un colpo di tosse per attirare l’attenzione dell’amica e quella si girò con l’espressione di chi ha commesso un omicidio davanti a degli amici.
“Shepard! Nixeris di a tutti che sono occupata!”, disse Liara voltandosi verso il comandante e facendo un cenno con la mano sinistra alla sua assistente. Poi si gettò in un abbraccio verso l’amico:
“Le mie fonti dicevano che stavi arrivando, ma stentavo a crederci!”, continuò sorpresa la T’Soni sciogliendosi dalla stretta,
“Ora hai delle fonti?”, chiese incuriosito il comandante,
“Beh si, ho anche qualche scagnozzo se proprio lo vuoi sapere. Sono un informatrice ora”, disse voltandosi un attimo a contemplare la vista offerta dalla grande finestra panoramica del suo ufficio,
“Ma i vecchi amici non si salutano?”, chiese ironicamente Garrus facendosi avanti,
“Garrus! Vecchio lucertolone! Come stai? Uuuuum dalla faccia direi tutto tranne che bene”, affermò quella passando una mano sulla fasciatura applicatagli sulla parte destra del volto,
“Un regalo dell’ultima avventura ad Omega con Shepard”, disse quello indicando il comandante con un gesto del capo,
“Sei sempre il solito”, lo rimproverò il comandante, “Ti lamenti delle inezie! Comunque, visto che siamo in tema di saluti, ti presento un nuovo membro della mia squadra, lui è il Jack di Picche”
“Piacere”, disse Jack allungando la mano,
“Il piacere è mio…Jack? Non è un nome un po’ inusuale per un Quarian?”, disse l’Asari quasi contrariata,
“Dicono tutti così la prima volta dottoressa, ma basta farci l’abitudine”
“Ah beh, allora non discuto”, ammise lei alzando le mani in segno di resa, “Prendete posto prego”
Dopo che i tre presero posto nelle tre sedie dinanzi alla scrivania di Liara, ella guardò un attimo Jack, con i gomiti appoggiati sul tavolo e le mani strette in un pugno davanti alla bocca, e poi si rivolse a Shepard.
“Per un momento ho pensato che avessi portato Tali con te, sai?”, disse lei tirando un sospiro di sollievo,
“Eh già, non sarebbe stata una buona idea”, concordò il comandante fecendo un sorrido un po’ imbarazzato,
-Non sarebbe stata una buona idea?-, si chiese a mente Jack, -E perché ma?...Ooooh aspetta-. Si girò verso Garrus che gli rispose un una faccia come per dire –Grazie agli Spiriti ci sei arrivato-. Beh, almeno ora sapeva una cosa in più sul comandante.
-Casanova ti fa un baffo, eh Shepard?-, si ritrovò a formulare nella sua testa Jack.
Shepard poi decise di arrivare subito al nocciolo della questione.
“Ho qui dei dati che potrebbero aiutarti Liara. Ti ricordi che mi avevi chiesto di tenere un occhio aperto sull’Ombra no?”, disse il comandante porgendogli un datapad,
“Shepard, davvero, non so come ringraziarti. Vediamo cosa hai scoperto”, ringraziò l’Asari mentre digitava sul piccolo pad ed apparivano varie immagini di dati, “Sembrano essere tracce di una comunicazione tra due agenti dell’Ombra, una località e….”, in quel momento apparve l’immagine di un Drell sullo schermo, “Feron. Grazie alla Dea è vivo”
“Sembra che allora abbiamo fatto centro eh?”, commentò il comandante entusiasta,
“Si Shepard. Non hai fatto solo centro, mi hai dato le coordinate della base dell’Ombra. Ciò è senza precedenti. Finalemente potrò saldare il mio debito con Feron”, esclamò felicemente Liara mettendosi in piedi, “Sarà il caso che vada a prepararmi. Mi voglio mettere subito in movimento”
“E io verrò con te!”, disse Shepard scattando in piedi, “Non ti lascio andare da sola”
“Vorrai dire –Noi verremo con te-, no comandante?”, disse Garrus unendosi ai due,
“E a me che fate? Non mi vorrete mica lasciare indietro?”, si aggregò Jack seguendo il loro esempio.
Liara si riempì di commozione, “Grazie. Grazie a tutti e tre….specialmente a te Shepard. Ora potrò finalmente chiudere il conto che ho con Feron……e uccidere l’Ombra. Raggiungimi tra un’ora al mio appartamento. Con un po’ di fortuna avrò già elaborato un piano” e così se ne andò, uscendo in fretta e furia dall’ufficio.
 
Tema musicale ad hoc
 
Un’ora più tardi i tre si fecero trovare all’ingresso del palazzo di Liara, ma giacchè non rispondeva alle chiamate decisero di salire fino al suo appartamento. Quello che trovarono dinazi li lasciò alquanto spiazzati. La polizia scientifica era in tutto l’appartamento eseguendo rilevamenti di impronte, ispezioni balistiche e, in generale, esaminando la scena del crimine. Quando Shepard chiese cosa fosse successo ad una giovane agente Asari, quella ci rispose che circa venti minuti prima si era verificata una sparatoria nell’appartamento e gli chiese di rimanere dietro il bando della polizia. Un’altra Asari fece capolino dall’alto di una scala interna all’appartamento e gli disse:
“Hanno cercato di eliminare la sua amica, comandante Shepard”, poi si rivolse ai vari poliziotti nella stanza, “Signori qui avete finito. Potete andare”
A quelle parole, Shepard e il resto del gruppo attraversarono la linea olografica posta all’entrata per andare a parlare con quell’Asari.
“Non può farlo!”, gli rimproverò una poliziotta,
“L’ho già fatto”, disse secca quella, “Se hai di che lamentarti, fallo con i tuoi superiori”
E così tutti i poliziotti lasciarono la scena mandando anche qualche insulto a quella Asari che li stava cacciando dalla zona di un crimine.
“Tela Vasir”, si presentò quella, “Tattiche speciali e ricognizione”. L’Asari si presentava con una corazza blu di ottima fattura e dei variopinti disegni facciali violacei.
Shepard guardò prima oltre la porta di ingresso e poi nuovamente sulla sua interlocutrice, “Uno Spettro eh?”
“Già. Ho saputo che il suo grado è stato reintegrato. E’ talmente famoso anche tra di noi che potrei chiederle di autografarmi la corazza, ma non sarebbe appropriato in questo momento. Saprebbe dirmi perché hanno attaccato la sua amica?”
“Liara era sulle tracce dell’Ombra”, sentenziò Shepard,
“Nemico pericoloso”, ammise Vasir portandosi una mano al mento,
“La polizia ha trovato tracce qui intorno?”, domandò Garrus impaziente,
“A parte i fori di proiettile sul vetro alle mie spalle e le impronte digitali della tua amica sparse su tutto l’appartamento, assolutamente niente. Il cecchino ha sparato quattro colpi, la tua amica si è salvata solo grazie agli scudi cinetici. Paranoica…….paranoica, ma furba”
“Sarà meglio cercare tracce qui in giro”, disse Jack, iniziando a controllare l’appartamento,
“Ben detto Jack. Vediamo se riusciamo a scoprire qualcosa di utile”, affermò il comandante,
I quattro iniziarono a cercare in lungo ed in largo per tutto l’appartamento. Garrus e Jack convenirono che il cecchino aveva utilizzato un soppressore di fuoco in combinazione con munizioni EFMJ per passare attraverso il vetro rinforzato. Non era uno sprovveduto il tiratore, tuttavia era vero che gli scudi cinetici di Liara lo avevano colto alla sprovvista, i quattro colpi successivi servirono al cecchino solo per mettere un po’ a soqquadro l’appartamento. Alcuni vasi giacevano a pezzi sul pavimento, attorno ad essi stavano qualche fiore, pezzi di pianta appassiti e un mucchio di terra. Vicino ad un mobile c’era la foto della vecchia Normandy SR-1, Shepard la prese per osservarla. Stava per perdersi nei ricordi, quando l’immagine cambiò all’improvviso mostrando uno scavo archeologico Prothean. Era un chiaro indizio lasciato da Liara, la foto era cambiata esattamente quando Shepard l’aveva presa in mano, ciò significava che la cornice era tarata sul suo id e non poteva essere certo una cosa casuale quell’immagine. Tela Vasir consigliò, quindi, di cercare indizi tra i vari oggetti Prothean nell’appartamento. L’attenzione di Shepard fu catturata, però, da un pezzo della sua vecchia corazza N7. Liara doveva tenere davvero molto a lui. Mentre Garrus controllava quello che pareva un lungo bastone fossilizzato, Jack guardava la teca di una sorta di riproduzione di un vaso. Notò una piccola fessura alla base e, andando a metterci le mani, scoprì una piccola cavità, dove vi era nascosto un oggetto simile ad un disco.
“Bingo!”, esclamò il Quarian, “Comandante! Questo ti piacerà”, disse Jack mostrandogli il prezioso ritrovamento,
“Fai vedere!”, disse Shepard ricevendo il disco dalle mani del compagno, “Un disco di backup”
“Proviamolo sul suo terminale”, asserì lo Spettro Asari.
Mentre le immagini scorrevano si capiva che Liara aveva registrato una sua comunicazione con un suo contatto di nome Secat. A quanto si capiva, Liara aveva chiesto al Salarian di individuare l’esatta posizione del quartier generale dell’Ombra….e pare ci fosse riuscito. Alla fine della chiamata, l’informatore aveva chiesto a Liara di raggiungerlo al centro commerciale Dracon.
Tela Vasir affermò, “Io so dove è il centro commerciale di cui parlavano. La mia auto è qua fuori. Andiamo!”
Mentre si dirigevano sull’auto iniziò a piovere e a tuonare in modo molto sinitro.
“Gran brutto segno”, disse Jack un  poco sfiduciato, mentre osservava le nuvole nere attraversate dai lampi intensi di luce,
“Non sarà un po’ di pioggia ad impedirmi di ritrovare Liara. Forza Jack! Muoviamoci”, lo esortò Shepard.
Lo Spettro Asari assunse subito una guida molto aggressiva, sfrecciava nel traffico con assoluta disinvoltura, sorpassando auto e veicoli come se non esistesse un codice della strada. Arrivarono al centro commerciale in pochi minuti. Una volta scesi dall’auto iniziarono a muoversi verso l’entrata. Tutto pareva calmo e tranquillo.
“Sembra che ci siamo persi la festa Shepard”, disse Vasir…….questo giusto pochi secondi prima che tre piani del centro saltassero per aria con un boato fragoroso, catapultando i presenti a terra e schiacciando con le macerie i poveracci troppo vicini all’entrata. Shepard si rialzò con uno scatto felino, tiro fuori il Vindicator e ci urlò a squarciagola:
“Liara è lì dentro! Dobbiamo entrare ora!”
Tela Vasir si rialzò un po’ scossa, “Hanno appena fatto saltare in aria tre piani dell’edificio per assicurarsi che fosse morta. Io prendo l’auto e blocco l’uscita sul tetto!”, fece lei allontanandosi di corsa dal gruppo.
“Io e la mia squadra, invece, partiremo da qui e ci faremo strada verso l’alto”, disse Shepard facendoci segno di seguirlo all’interno,
“Ne lasci anche qualcuno per me”, gli chiese in fretta e furia lo Spettro, mentre l’autovelivolo iniziava a librarsi in aria.
L’edifio era a pezzi e completamente avvolto tra le fiamme. All’interno era ancora perggio. Le pareti e il soffitto erano divelti e le loro briciole stavano sul pavimento. Da diverse parti si potevano notare piccoli sfoghi di fumo e fiamme. L’impianto antincendio non funzionava e pareva che anche il sistema di sicurezza fosse andato. Diverse decine di morti e feriti stavano all’interno dei vari piani, non potevamo aiutarli, se volevamo anche solo provare a trovare Liara avremmo dovuto affrettarci. Arrivati al secondo piano, fummo accolti da delle granate e scariche di fucile. A quanto pare l’Ombra aveva mandato i suoi segugi per verificare che tutto fosse andato nel verso giusto. I tre non avevano tempo da perdere contro quei bastardi, ma era impossibile proseguire senza ingaggiare uno scontro a fuoco. Garrus e Jack avevano già preso posto ai rispettivi ripari, cecchinando i nemici senza farsi troppi scrupoli e, al contempo, proteggendo l’avanzata del comandante che si era lanciato all’assalto con il Vindicator spianato. Dopo che la prima sala fu sgombra, i nostri passarono attraverso degli uffici disastrati. Bisognava dar merito agli avversari che viaggiavano ben equipaggiati. I vari colpi di lanciamissili M-77 che piombarono addosso alla squadra resero il lavoro decisamente più complicato da essere svolto. Mentre il possessore del lanciamissili stava riparato tra le scrivanie in fondo alla sala, i suoi compagni si muovevano agilmente tra le altre postazioni degli impiegati armati di M-96 Mattock, Phaeston e di M-27 Scimitar. Tra loro c’erano anche biotici, così che evitassero che potenziali granate arrivassero ai loro compagni rispedendole al mittente con un’onda biotica. Mentre Garrus si concentrava sul bastardo appostato in fondo, Shepard si preoccupò di eliminare quelli troppo spavaldi da avvicinarsi sui fianchi dandogli il benservito con l’N7 Crusader, Jack, invece, si occupò dei biotici tramite la Carnifex a munizioni disgreganti per ricordare loro che le barriere che erigevano non  servivano a molto. Il problema sorse quando Garrus eliminò l’utilizzatore del M-77, il quale riuscì a sparare un ultimo colpo che però fu deviato contro una colonna portante del piano. Il colpo eliminò il sostegno costringendo i presenti a catapultarsi verso la piccola stadina panoramica esterna. Molti mercenari rimasero schiacciato sotto il peso delle macerie, ma molti altri no, così che Shepard, Garrus e Jack dovettero continuare a sparare al gruppo di mercenari al soldo dell’Ombra per continuare nella loro scalata.
“Ci stiamo mettendo troppo!”, disse rabbioso il comandante.
Jack guardò la Zangetsu con la coda dell’occhio. Piccola scossa di approvazione. Era il suo momento.
“Dammi copertura comandante”, affermò Jack rinfoderando la Carnifex e sguainando al contempo la lama.
La corrente iniziò a percorrere la lama che, vibrando, respingeva le gocce di pioggia attorno a se. Jack si getto con uno scatto fulmineo in avanti, procedendo a testa bassa lungo la stradina. Un primo nemico spunto da un riparo sulla sinistra. Taglio trasversale dall’alto e via un pezzo di cranio e la mano sinistra. Non fece in tempo ad accasciarsi al suolo che Jack stava già sul punto di eliminare il prossimo bersaglio. Il fortunello era uscito da una rientranza in vetroresina, iniziando a sparare contro la figura che gli stava venendo contro. Taglio verticale dal basso verso l’alto. Il nemico fu diviso a metà dall’intestino fino alla testa, fermandosi esattamente in mezzo agli occhi. Altri due erano già usciti dai loro ripari bersagliando Jack con le loro M-76 Revenant. Per sfuggire all’enorme volume di fuoco, Jack si buttò su una rientranza sulla sinistra, mentre i due aspettavano che uscisse dal riparo, il nostro li prese di sorpresa spaccando la finestra alla destra dei due e tagliando loro la testa mentre effettuava l’atterraggio. L’ultimo di quei bastardi, avendo visto lo spettacolo, iniziò a correrere disperato. Jack gli fu subito dietro e con un balzo gli fu sopra la schiena affondando la lama attraverso di essa dilaniando cuore e polmoni. Una pozza di sangue si allargò sotto il poveraccio mentre il Quarian riponeva l’arma nel fodero. Il comandante e Garrus arrivarono qualche secondo dopo. Entrambi erano rimasti abbastanza sorpresi dalla brutalità dell’azione, dopotutto quelli erano esseri umani e non dei Mutanti come quelli sul Relitto del Razziatore.
Jack li fissò attraverso il visore, con tutta la naturalezza del mondo, “Strada sgombra comandante”,
“Bene….Proseguiamo allora”, disse Shepard indicando la porta.
Appena entrati trovarono Vasir che eliminava un mercenario dell’Ombra e Secat, il contatto di Liara, appoggiato al muro in una pozza di sangue.
“Fossi arrivata tre minuti prima non sarebbe morto”, si incolpò quella rinfoderando l’arma,
Shepard si inchinò poi a controllare il corpo di Secat. Dopo una rapida perquisizione si rialzò deluso, “Nessuna traccia dei dati che diceva di avere per Liara”
“A proposito”, chiese lo Spettro, “Ha trovato poi la sua amica…o il suo corpo?”
“Intendi forse questo corpo?”, Liara era appena sbucata fuori da un pertugio con una Predator in mano, puntandola proprio contro Vasir,
“Liara aspetta!”, fece Shepard portandosi accanto a lei, “Questa è Tela Vasir, uno Spettro del Consiglio”
“Questa è la donna che ha tentato di uccidermi Shepard!”, disse furibonda lei,
“Ha avuto una giornata pesante”, disse Vasir indietreggiando, “Per questa volta lascerò correre….Che ne dice di abbassare l’arma?”
“Non fare la finta tonta”, ringhiò la T’Soni avanzando sempre tenendo lo Spettro sotto tiro, “Ti ho visto! Sei entrata nel mio appartamento non appena ero fuggita. Immagino abbia con se il disco”
“Volevi che ti aiutassi a capire dove era andata eh? Vasir?”, disse Shepard estraendo il fucile, così fecero anche Garrus e Jack,
“Si, ce l’ho io il disco”, ammise Tela Vasir, “Peccato non ne vedrai mai il contenuto. Brutta stronza Purosangue!”
Immediatamente il vetro della finestra dietro allo Spettro andò in frantumi, i quali si diressero senza esitazioni contro Liara e gli altri presenti. La T’Soni eresse subito una bolla protettiva per impedire ai frammenti di colpirli. Non appena la pioggia fu finita Shepard si gettò contro il nuovo nemico ed entrambi caddero giù dalla finestra, ma i boteri biotici di Vasir salvarono entrambi da una rovinosa caduta al suolo. L’agente del Ombra si diede alla fuga mentre Liara la inseguiva a rotta di collo lanciando sfere biotiche a chiunque tentasse di dissuaderla da tale tentativo. Una volta che la squadra del comandante si fu raggruppata, anche loro si misero ad inseguire Vasir. Diversi mercenari al soldo dell’Ombra tentarono di arrestare la loro avanzata, ma alla fine i tre raggiunsero Liara, proprio mentre lo Spettro Asari se la dava a gambe con l’aeronave. Liara indicò a Shepard un’auto rossa sulla sua sinistra. Salirono tutti in macchina, ma quando Shepard volle mettersi alla guida Liara lo fermò.
“Scusa Shepard, ma se guidi la navetta come fai col Mako è meglio che a guidare….”
“…Sia io”, li interruppe Jack mettendosi al volante.
Il comandante e Liara lo guardarono di traverso, parecchio sfiduciati.
“Che c’è? Volete prenderla o no? Allora salite!”, gli disse il Quarian, decisamente irritato per quella mancanza di fiducia. Non appena tutti furono dentro Jack disse ridacchiando, “Si prega di rimanere seduti e di tenersi all’apposito sostegno”
 
I was riding with the devil in the shotgun-place
Living to die until I saw you face honey!
 
Houdini Roadshow –Riding With The Devil
 
Bastarono dieci secondi. Non trenta o un minuto. Bastarono dieci fottutissimi secondi, per far capire ai passeggieri che il pilota del loro mezzo era uno spericolato e espertissimo bastardo. La navetta sfrecciava nel traffico a 500 km/h come se non ci fosse un domani, schivando tutti i mezzi del traffico con virate all’ultimo momento, schivate con avvitamento e derapate al limite delle possibilità offerte dal mezzo. In tranta secondi avevano già recuperato il vantaggio che Vasir aveva guadagnato e la tallonavano senza perderla un attimo di vista. Dato che Shepard, Garrus e Liara non avevano seguito il consiglio di allacciarsi le cinture, vennero più volte sballottati nel mezzo, come se si trovassero in una centrifuga che, oltre a frullarli andando a metà ella velocità del suono, rischiava di scontrarsi con altri mezzi causando un incidente che non gli avrebbe lasciato scampo.
“Non dite che io non vi avevo avvisato”, gli disse ironico il Quarian,
“Bravo furbacchione, ma guarda il traffico ed evita di farci spiaccicare contro un palazzo!”, gli disse di rimando Shepard, a metà tra l’imbarazzato e il furente.
Bisognava dire che Vasir non se la cavava male al volante. Si esibiva continuamente in cambi di corsia sui vari livelli segnati dalle boe autostradali, cercando in ogni modo di farci finire addosso al traffico. Fortunatamente per i nostri, quelle banali manovre non impensierivano affatto Jack. Lo Spettro, notando che non riusciva a togliersi di torno i suoi inseguitori, decise di adottare una tattica un po’ più cattiva. Passò sulla corsia di contromano sperando che i mezzi, che si sarebbero tolti dalla traiettoria per evitare un incidente, avrebbero poi centrato i nostri in pieno. La cosa era, ovviamente, più complicata, ma il pilota Quarian non si scoraggiò esibendosi in diversi loop e schivate al fulmicotone. Ad un certo punto, un tir si sbattè ad un altro grosso mezzo, che aveva azionato il freno, davanti a lui, creando un incidente che portò la parte retrostante del veicolo a sollevarsi in avanti andando a funzionare come una sorta di pressa schiaccia tutto contro il mezzo di Liara. Con una frenata controllata, Jack riuscì a far compiere al mezzo un avvitamento completo su se stesso che sfrecciò in mezzo alla pressa improvvisata evitando di farsi schiacciare per un soffio.
“Merda….”, gemette Garrus, “Liara, questo coso ha dei sacchetti?”
“Lascia perdere i sacchetti!”, disse Shepard, “Piuttosto, ha delle armi questo affare?”
“E’ un automobile Shepard! Ha il climatizzatore se vuoi”, gli disse Liara ironicamente tesa,
“Si sta infilando uan galleria”, affermò Jack, accelerando a dismisura, “Andesso la prendiamo!”
Mentre i due autovelivoli sfrecciavano all’interno della tortuosa galleria, schivando e mettendosi nella traiettoria di poveri autisti che non centravano nulla con quell’inseguimento, Vasir lanciò una mina di prossimità che, esplodendo, fece deragliare un lungo camion che, spostatosi traversalmemente, occupava praticamente tutto lo spazio della galleria.
“Però lei li ha i gadget di James Bond!”, affermò furente il comandante, gettando un’occhiataccia a Liara.
Nel frattempo il camion avanzava travolgendo tutto quello che aveva davanti trasformandosi in una palla di fuoco.
“Camion”, disse preoccupata l’Asari, “Camion....Camion!”, arrivò ad urlare,
“Lo so”, rispose tranquillamente il Quarian, evitando l’enorme mezzo passando per l’unico punto libero lasciato dalla carcassa in fiamme, situato sulla parte alta sinistra della galleria.
“Per la Dea”, sospirò la T’Soni, “Ti stai divertendo?”, chiese al pilota,
“Un pochino”, rispose ridacchiando Jack, mentre continuava ad accelerare il mezzo verso i 700 km/h.
Erano ancora incollati al loro fuggitivo, Vasir era davvero irritata e perse un secondo a guardare nello specchietto retrovisore. Errore che risultò fatale. Quando fece quell’azione, stava passando ad un’altra corsia in contromano e non si accorse che un bus stava arrivando proprio al suo fianco. L’urto fu devastante e il mezzo dello Spettro fu catapultato contro un palazzo residenziale. Anche se Vasir fosse sopravvissuta, sarebbe stata parecchio malconcia. I nostri si portarono sullo stesso edificio e continuarono l’inseguimento a piedi, anche se gli ci volle un attimo per riprendersi da quella folle corsa.
“Prego gli Spiriti che quella stronza non rubi un’altra auto”, disse Garrus mantenendosi il busto sulle gambe per riprendere fiato e guardando di traverso Jack,
“Sempre a lamentarti!”, gli rispose il Quarian, “l’abbiamo raggiunta no?”
“Dobbiamo prenderla però!”, affermò Liara rimettendosi in movimento, “Seguiamo le tracce del suo sangue. Non è sicuramente andata lontana!”
Vasir si stava trascinando in una piccola piazzola piena di gente, quando i nostri la raggiunsero.
“Ferma Vasir! Non puoi scappare! E’ finita!”, gli intimò Liara,
“Ti sbagli!”, disse lei avvolgendosi nell’aura biotica, “Non vi permetterò di prendere i dati!”, si equipaggiò con un lanciagranate M-100 ed iniziò a bersagliare il gruppo con varie salve esplosive.
I nostri si sparpagliarono nel campo di battaglia, metre i civili scappavano a gambe levate. Lo Spettro si gettò sul comandante con una carica biotica. Il colpo fece volare Shepard per circa tre metri, ma, anche da quella posizione, riuscì a rifilare all’Asari una scarica di proiettili del Vindicator. Liara si avventò sull’avversario lanciando varie onde biotiche, mentre Jack e Garrus bersagliavano il nemico con i colpi delle loro armi. Vasir utilizzò i suoi poteri per spostarsi su un piccolo sostegno posto in alto alla struttura e fece letteralmente piovere bombe. Liara e Garrus si gettarono ai lati cercando riparo, mentre Jack si fiondò allora sul sostegno, tagliandolo in più parti con la Zangetsu. La parte su cui era appollaiata Vasir cedette ed ella si ritrovò a cadere rovinosamente al suolo . Mentre tentava di rialzarsi, una sfera biotica la sbattè all’indietro e poi un colpo di Mantis gli perforò la spalla. Infine una raffica di colpi della Carnifex di Jack e del Vindicator di Shepard misero definitivamente al tappeto lo Spettro.
“Non potete vincere!”, urlò Vasir morente, “L’Ombra è al potere da decenni! E’ più forte di qualsiasi avversario tu abbia mai affrontato Shepard”
“E’ per questo che hai tradito il Consiglio?”, chiese con sguardo carico d’odio il comandante,
“Credi che abbia tradito il Consiglio? Come Saren?! Va all’Inferno”, esplose l’Asari minacciosa, “L’Ombra nel corso degli anni mi ha fornito ottime informazioni che hanno salvato vite e hanno protetto la Cittadella…..Pertanto…..Se l’Ombra ha bisogno che qualcuno sparisca, di tanto in tanto, è un prezzo che sono disposta a pagare senza esitazioni!”
“Gli Spettri non fanno saltare in aria palazzi pieni di persone!!”, controbattè Shepard,
“Certo che lo facciamo! Ci sporchiamo le mani affichè non lo faccia il Consiglio. I consiglieri potranno anche discutere i nostri metodi per placare la loro coscienza, ma non indagano mai troppo in profondità. Inoltre…Tu lavori con Cerberus….Hai una vaga idea di cosa abbiano fatto i tuoi amici terroristi?!”
Il comandante si inchinò per guardare Vasir negli occhi, mentre lei era appoggiata su un muro sanguinate, “So chi sono e cosa hanno fatto….Non ha importanza”, rispose sicuro Shepard,
“Io credo che ce l’abbia invece”, disse quella maligna, “Vuoi giudicarmi? Guardati allo specchio prima! Rapire i bambini per creare campi d’addestramento biotici, uccidere Ammiragli dell’Alleanza che fanno troppe domande…..e tu lavori con loro…..Non Osare giudicarmi……Non….Tu”, e poi Tela Vasir spirò, lasciando cadere lentamente la testa in terra.
Shepard prese il disco che lo Spettro aveva rubato e lo consegnò a Liara che lo esaminò velocemente tramite il factotum.
“Ho trovato le coordinate della base dell’Ombra. Con la Normandy saremo li in poche ore”, affermò l’Asari, “Presto saprà della morte di Vasir….spero che non decida di eliminare Feron”
“Andremo li e lo salveremo Liara. Te lo prometto”, disse Shepard afferrandola per un braccio,
“Lo so. Sei qui per aiutarmi….come sempre”, affermò con un sorriso mesto la T’Soni,
“Non è forse una buona cosa?”, domandò il comandante interdetto,
“Quando ci siamo conosciuti su Theron mi hai salvato dai Geth. Hai affrontato un guerriero Krogan mentre io mi rannicchiavo….Ora stai facendo lo stesso….e io mi affido ancora al tuo aiuto”
“Non servono forse a questo gli amici…Liara?”, disse in tono ambiguo Shepard.
Lei sorrise, mentre tutto il gruppo si avviava verso l’auto, Garrus e Jack in coda, dando così un po’ di spazio a quei due.
“Con i dati di Secat possiamo finalmente entrare nella base dell’Ombra. I suoi agenti stanno ancora combattendo qua su Illium con la polizia, con un po’ di fortuna non noteranno la nostra partenza tanto presto”, continuò l’Asari,
“Liara, suona decisamente insensibile, sono morte molte persone oggi”, la rimproverò il comandante,
“Sai bene che intendevo”, si limitò a dire quella,
“Davvero?”, la affrontò Shepard, “Quando sono volato giù dalla finestra, tu hai inseguito Vasir senza esitazioni!”
Liara si voltò dall’altra parte, offesa, “Una caduta non ti avrebbe certo ucciso. Dovevo rimanere sulle tracce di Vasir. Dovevo restare lucida, prendere decisioni razionali, così come ho fatto con Secat. L’ho fatto ammazzare per quelle informazioni e lo rifarei. Ma da adesso le cose saranno semplici: Entrare nella base, prendere Feron e fuggire, eliminando chiunque si metta sulla nostra strada. Tutto qui”
“Tutto qui?!”, esclamò spalancando le braccia Shepard, “Liara. Fermati un’attimo, Santo Cielo! Viaggeremo per diversi anni luce….c’è tutto il tempo per parlare”, continuò Shepard bloccandola e fissandola negli occhi,
“E di cosa?”, chiese quella irritata.
Shepard fu un po’ titubante, “Ecco…Non sei più la stessa da quando sono tornato Liara”,
“Cosa vuoi che ti dica Al? Che ti ho compianto? Che mi sento responsabile per il rapimento di Feron e la morte di Secat? Ho fatto degli sbagli. Perso delle persone”, disse lei appoggiandogli una mano sull’armatura, “Ti ho aiutato a tornare ed ora voglio fare lo stesso per Feron. Quando sarà al sicuro potrò fermarmi a parlare, ma, fino ad allora, restare ad ammirare il paesaggio è un insulto verso il Drell che ci ha salvati entrambi!”
“D’accordo”, fece il comandante, visibilmente rattristito, “Andiamo allora. Jack!”, disse il comandante rivolgendosi al Quarian, “Rimettiti alla guida…..ma evita di correre troppo stavolta”
 
Il ritorno di Liara sulla Normandy non era di certo passato inosservato. Joker fu felicissimo di rivederla, benché gli avesse posto domande del tipo –se aveva abbracciato l’eternità di recente-. Lei stessa fu più che felice di rivedere alcune sue vecchie conoscenze, però ci fu un’unica persona con cui non scambiò parola, era Tali….e Jack aveva capito il perché su Illium. Tali aveva amato Shepard in passato, ma, timida com’era, non glielo aveva detto, così Shepard non si era accorto di nulla, ma forse poco sarebbe cambiato, dato che aveva messo gli occhi su Liara. I due avevano avuto una storia e ciò, indubbiamente, aveva spezzato in minuscoli pezzettini il cuore della Quarian. Liara teneva molto a Shepard, Jack venne a sapere che, dopo la distruzione della Normandy, l’Asari aveva cercato Shepard per tutta la Galassia, finendo per trovare il suo corpo ad Omega dove stava per essere venduto dall’Ombra ai Collettori. Con l’aiuto di Feron, spia Drell doppiogiochista che lavorava per l’Ombra e Cerberus, aveva impedito che i Collettori riuscisse a prendere il cadavere del comandante. Poi Liara lo consegnò a Cerberus poiché l’associazione gli confermò che poteva riportarlo in vita. Se non era amore quello, non ho altre parole per definire cosa fosse. Di per se i deu amanti non potevano che essere felici di quella riunione, ma erano imbarazzati dal farsi vedere assieme davanti a Tali, forse non a torto. Garrus, Jack, Liara e Shepard erano all’interno ella sala riunioni per definire gli ultimi dettagli dell’abbordaggio alla nave dell’Ombra e del resto del piano d’azione, quando, all’improvviso, entrò nella stanza Tali’Zorah in persona, molto titubante, che si sfegava le mani in modo compulsivo. Tutti i presenti si voltarono verso di lei, il comandante e Liara decisamente spiazzati.
“…..Ehm…..Ciao Liara”, disse infine la Quarian, per rompere quel momento di stasi,
“Ciao Tali”, rispose l’Asari, parecchio imbarazzata, “….Ecco, io…mi devi scusare se non sono passata a salutarti e che…..”
“State definendo il piano d’attacco?”, la interruppe lei portandosi vicino all’ologramma, posto al centro del tavolo, per studiarne i dettagli,
“Si, esatto”, gli rispose la T’Soni, “Stavamo definendo da che entrata passare e come comportarci  una volta entrati all’interno della nave dell’Ombra”
Tali prese un poco di fiato e poi disse rivolgendosi a Shepard, “Comandante…..Vorrei avere l’opportunità di venire con voi in questa missione”
La cosa lasciò completamente spiazzato Shepard, al quale gli ci volle un po’ per rispondere, “Tali….Siamo già al completo…..e poi non credo che…”
Garrus si portò vicino alla Quarian interrompendo il balbettio di Shepard, “Cedo io il mio posto a Tali comandante. Sai bene che Tali se la sa cavare più che egregiamente con le bocche da fuoco, non penso che la mia presenza cambierà poi molto. Ricordati che c’è già Jack come cecchino”
“Ecco….io non so se….”, cercò di dire Shepard,
“Stai tranquillo Al. Come ti ho detto è passato un mucchio di tempo. Sto più che bene……Ora voglio solo guardare le spalle ad un’amica in questa pericolosa missione”, concluse lei volgendo lo sguardo verso Liara,
“Tali...io…non so cosa dire”, disse l’Asari prima che la Quarian la cingesse in un affettuoso abbraccio,
“Un grazie sarà più che sufficiente”, affermò Tali, poi entrambe guardarono il comandante che non potè fare a meno di ridere passandosi una mano nei capelli,
“Oh beh”, sorrise, “Allora è deciso”
 
KH -Hollow Bastion
 
L’astronave dell’Ombra apparve dinanzi alla navetta da sbarco in tutta la sua imponenza. Veleggiava in mezzo all’atmosfra volatite di Hagalaz. Colonizzato parecchi secoli prima da una colonia mineraria di Salarian, il pianeta rese loro la vita particolarmente difficile. La sua atmosfera è un condensato di nitrogeno ed ossigeno capace di supportare la vita, ma il suo periodo orbitale, più lungo a quello terrestre, ne ha causato la fine. I due emisferi rimangono in condizioni climatiche opposte per lunghissimo tempo per poi diventare l’uno lo specchio dell’altro. Gli oceani sbolliscono durante il giorno e si congelano dieci minuti dopo la notte, questa enorme differenza di temperatura causa la formazione di violentissime tempeste elettriche e magnetiche che rendono la nave impossibile da individuare in mezzo ad esse. Essa si muove seguendo il tramonto, così da non lasciare mai la posizione sicura in cui si trova. Tutto questo scombussolamento atmosferico ha permesso alle piante e ai microrganismi di poter vivere in condizionin variabili di estremo freddo e caldo torrido. All’estrerno della nave sono posti giganteschi parafulmini simili a cunei che, comunque, non rendono affatto sicuro rimanere all’esterno della nave. Spesso e volentieri la nave ha bisogno di riparazioni, per questo sono posizionati all’esterno moltissime camere che rilasciano bot, droidi e robot riparatori, a volte, però, è necessario anche l’intervento diretto di un organico. L’energia dei fulmini viene anche accumulata ed utilizzata per alimentare la nave tramite potenti alternatori e trasformatori, il cui unico punto debole è quello di dover eliminare il calore in eccesso tramite diverse valvole di sfogo, se si spara in quei momenti i generatori e i parafulmini vengono distrutti esponendo chi si trova sul ponte esterno a scariche assolutamente letali, oltre che i condensatori liberano tutto in una botta l’energia accumulata fino ad allora.
I quattro, non appena furono abbastanza vicini al ponte della nave, saltarono dalla navetta ed atterrarono sulla base nemica. Forti raffiche di vento spazzavano tutta la forma della nave rendendo anche difficile muoversi su quel gigante metallico. I nostri si mossero lungo la parte destra della nave alla ricerca dell’entrata che i la mappatura della nave forniva loro. Piccoli droni della nave, scambiandoli per detriti, iniziarono ad attaccarli erano poco più che un fastidio, ma ne uscivano davvero da tutte le parti della nave. Verso un piano rialzato c’era una piccola squadra di pattuglia che stava passando accanto ad un condensatore, dando le spalle al gruppo di salvataggio. Shepard colse l’occasione al volo, friggendoli tramite il condensatore esterno. I poveretti furono percorsi da una intensità di corrente di circa 200 kiloampere, non proprio salutare, i loro cuori si erano bloccati probabilmente dopo pochi microsecondi (10^-6 secondi) lasciandogli una morte rapidissima. Poco dopo il gruppo si trovò dinanzi alla porta designata, Liara si apprestò ad inserire un programma informatico per craccare l’accesso, aiutata da Tali che, in quel campo, ne sapeva sicuramente più della dottoressa T’Soni. Come se il solo fatto di avvicinarsi a quella porta li avesse traditi, arrivarono frotte di soldati dell’Ombra a dare battaglia.
“Oh merda!”, esclamò il comandante, “Liara, quanto ci vuole perché quel coso ci faccia entrare?”
“Non ne ho alcuna idea Al. Non mi sono mai infiltrata nella base dell’Ombra….almeno non in questa”, rispose lei divertita,
“Comandante, arrivano”, gli fece notare Jack, mentre prendeva riparo dietro un grosso tubo di metallo,
“Tutti al riparo….Questi venderano cara la pelle”, ammise Shepard.
Effettivamente i nemici erano parecchi, ben armati ed avevano pure il vantaggio di giocare in casa, se così vogliamo dire. Al gruppo bisognava anche aggiungere la presenza di Mech, torrette e droni, insomma, sembrava proprio che i nostri non fossero i benvenuti a casa Ombra. Jack e Shepard si diedero uno sguardo di intesa e spazzarono via la prima ondata utilizzando i condensatori che erano posti attorno al campo di battaglia. Circa otto soldati caddero a terra inermi, ma subito arrivò la seconda tornata. Tre biotici armati di vari tipi di fucile a pompa iniziarono a bersagliare il comandante e la sua squadra, viancheggiati da tre torrette che si libravano nell’aria sparando velocissime raffiche dall’alto. Liara si occupò dei biotici creando una potente singolarità tra di loro, Tali liberò il suo drone, Chiktikka vas Paus, che si diede da fare contro i mech e gli altri organici creando il panico tra le linee nemiche tramite il suo lanciafiamme e il lanciamissili di cui era dotato. Jack utilizzò l’Intervention con estrema rapidità e precisione, eliminando le tre torrette in un battibaleno. Le armi esplosero con fragore nell’aria e le loro carcasse si unirono a caduti sul ponte. Shepard, nel frattempo, si occupava di alcuni assaltatori lanciando granate dietro i loro ripari. Le cose procedevano abbastanza bene, erano un gruppo affiatato e coordinato, si proteggevano vicendevolmente e ognuno si occupava di una determinata mansione. Si, erano proprio una bella squadra. In quel momento, però, arrivarono altri rinforzi per i mercenari dell’Ombra, stavolta dotati di armi pesanti. Quando un colpo di missile si perse dietro Shepard mancandolo di un soffio, quello si girò verso Liara e gli disse:
“Sei sicura che quel programma funzioni?”
“E’ illegale persino su Illium, non ti danno mica la garanzia!”, affermò di rimando quella,
“Ma lo hai già testato vero?”, chiese titubante il comandante, mentre sparava una raffica alla cieca dal riparo,
Liara rimase in un silenzio alquanto imbarazzante.
“Dimmi che lo hai già testato”, supplicò Shepard.
In quel momento Tali e Jack si girarono e gli dissero all’unisono:” Meno chiacchere e più spari voi due!”, si guardrono e non poterono fare a meno di ridacchiare….poi un missile Hydra li riportò sul campo di battaglia.
I quattro uscirono insieme dai ripari e si misero a sparare. In quella azione contemporanea caddero sotto il loro fuoco circa una decina di soldati. Mentre Shepard e Tali si misero al riparo per ricaricare, Jack e Liara spararono sui due condensatori rispettivamente alla destra del primo e alla sinistra della seconda, notando che le torrette armate di razzi gli erano molto vicine, in questo modo le fecero precipitare a terra ormai inutilizzabili. Il drone di Tali, nel frattempo, era seriamente danneggiato, così la Quarian lo portò in mezzo alle truppe nemiche e lo fece esplodere con un boato assordante. Erano rimasti pochi superstiti che furono rapidamente eliminati da un'altra manovra perfettamente coordinata dei quattro. Quando tutti i nemici furono messi definitivamente al tappeto, si sentiì la porta dietro di loro sbloccarsi.
“Beh”, disse Jack, “Che dite? Andiamo a ringraziare l’Ombra per la bella accoglienza?”
“Mi sono dimenticato di portare la torta e il vino”, fece Shepard mentre ricaricava il Claymore, “Spero non si arrabbi”, concluse sorridendo.
 
All’interno, se fosse mai possibile, c’erano più guardie che all’esterno. Il combattimento tattico in quegli ambienti angusti era molto più difficile del normale, ma quei pazzi non esitarono a tirare fuori lanciamissili ML-77 anche lì dentro. L’avanzata fu lenta a causa di ciò, venire ridotti in poltiglia dai missili proprio ora che erano così vicini all’obbiettivo non rientrava affatto nei piani. Trovarono poi il modo di ottenere un vantaggio strategico utilizzando granate accecanti. Tramite l’effetto sorpresa immobilizzavano i nemici con questa tattica e così potevano abbatterli in tutta tranquillità. In questo modo di fecero largo attraverso i corridoi della nave, fino a ciò che dovevano essere le stanze di contenimento della nave. Agganciato ad una sedia al centro di una sala c’era Feron. Il Drell era collegato a vari monitor e macchinari scientifici che non facevano presagire niente di buono.
“Feron!”, esclamò felice l’Asari, “Grazie alla Dea sei salvo. Resisti ti libererò subito”, disse mentre digitava qualcosa sul quadro di comando,
“Non……farlo…..”, riuscì solo a dire flebilmente il Drell, prima che una scarica elettrica lo avvolgesse,
“Che trappola è mai questa?”, chiese il comandante,
“Un dispositivo neurale con messa a terra. Ingegnoso, sadico, ma ingegnoso”, convenne Jack controllando il pannello centrale,
“Spiegheresti anche a noi?”, chiese curioso il comandante,
“La sedia, a cui è legato Feron, è connessa al sistema neurale del Drell. Di quando in quando viene liberata una scarica nel suo corpo proveniente dai condensatori esterni. Non è una carica che possa dare effetti permanenti, ma è sufficiente da fare parecchio male. La messa a terra permette alla scarica di distribuirsi  nella nave così da non creare differenze di potenziale potenzialmente dannose quando ci si avvicina. Inoltre, se si tenta di manomettere il meccanismo, un’altra scarica viene liberata e, ad ogni tentativo, aumenta l’intensità della corrente”
“Un meccanismo di tortura davvero diabolico”, affermò Tali disgustata da tale macchina,
“Come possiamo disattivarlo?”, si affrettò a chiedere Liara, visibilmente preoccupata per le sorti dell’amico,
“Il meccanismo centrale deve essere qui da queste parti….e credo che sia in un punto da cui l’Ombra possa controllarlo agevolmente”, ragionò Jack portandosi la mano al mento,
“Allora ci toccherà andare a parlare col Capo in persona”, sentenziò Shepard muovendosi in direzione della porta,
“Non ti preoccupare Feron ti salveremo. E’ una promessa!”, gli disse sicura Liara, mentre il Drell le sorrideva visibilmente provato dalla tortura,
“Non vado….da nessuna parte…..Liara”.
Usciti dalla sala gli ci volle poco per individuare l’ufficio dell’Ombra. L’entrata era abbastana grande da far capire che, dietro la porta, ci sarebbe stato il Gran Capocchia in persona. Entrati nella sala, si ritrovarono in una stanza circolare molto spaziosa, illuminata a giorno da un grosso condensatore appeso al soffitto in cui si vedevano balenare, di tanto in tanto, scosse elettriche dall’indubbia pericolosità. Sul fondo del luogo, nell’angolo più buio, stava seduta dietro la scrivania un’enorme figura scura. L’Ombra.
“Siete qui per il Drell?”, chiese minacciosa la creatura, amni unite sulla scrivania, “Avventato. Persino per lei, comandante”
“Non avventato”, rispose Shepard puntando il Vindicator contro l’Ombra, “Solo determinato. Chiedi al tuo Spettro Asari”
“Vasir era sacrificabile. La sua morte mi è costata solo qualche ritardo”, continuò con voce cupa l’oscura figura,
“Sacrificabile come Feron?”, chiese Liara, anch’essa con la propria arma puntata sul nemico,
“Dottoressa T’Soni”, affermò l’Ombra puntando gli occhi scuri su Liara, “E’ stata la sua ingerenza a causare tutto questo. Feron mi ha tradito quando le ha consegnato il corpo di Shepard. Il Drell ne sta semplicemente pagando il prezzo”,
“Prima o poi qualcuno sarebbe venuto a cercarti per il tuo lavoro con i Collettori”, formulò il comandante,
“Si trattava di una collaborazione utile per entrambi. Fortunatamente il sistema di riconoscimento della Normandy mi permetterà di recuperare i resti della base dei Collettori”, si limitò a dire lo Yahg,
“Sarà piuttosto difficile gestire una base del genere senza equipaggio”, incalzò Shepard,
“Sono sostituibili. Il suo arrivo è solo una mera interruzione, ma basta chiacchere. Le mie operazioni sono troppo cruciali per essere compromesse da un traditore”,
“Sembri molto sicuro per essere uno con le spalle al muro”, lo minacciò Liara,
“Viaggia insieme a dei compagni affascinanti dottoressa. Mi sorprende che abbia portato con se i Quarian. La presunta guida della femmina sembra aver condannato la sua squadra”.
A quelle parole, Tali ebbe un impeto di rabbia che scaricò espellendo un grosso bossolo dal fucile. Jack la guardò come per dirle –Calma. Sai che non è vero-.
“Non metterai le mani su nessuno di loro!”, lo affrontò l’Asari,
“E’ inutile sfidarmi dottoressa. Conosco ogni suo segreto, mentre lei brancola nel buio”, la derise lo Yahg,
“Ma davvero?”, disse Liara, “Sei uno Yahg. Una specie antecedente ai voli spaziali, confinati nel vostro pianeta natale per aver massacrato le prime squadre di contatto del Consiglio. Questa base è più vecchia della scoperta del vostro pianeta, il che significa che hai ucciso l’Ombra originale sessant’anni fa, prendendone il posto. Immagino tu sia stato portato via dal tuo pianeta da un cacciatore di trofei in cerca di uno schiavo….o di un animaletto da compagnia. Come sto andando?”
L’Ombra emise un profondo respiro e si alzò in piedi, mostrando di saper far valere i suoi circa tre metri di altezza, spaccò la scrivania e la lanciò con forza contro il gruppo. Shepard riuscì a spostare lui e Liara dalla traiettoria, ma Tali fu presa in pieno andando a sbattere con forza contro una colonna posta ai lati della sala. Jack non potè fare altro che assistere alla scena e fiondarsi su di lei per accertarsi delle sue condizioni. Lo Yahg ruggì a squarciagola caricando verso l’Umano e l’Asari. Shepard fu colpito in pieno da una sberla micidiale del mostro finendo contro la parete in fondo alla sala. Liara provò a reagire, ma l’Ombra gli sparò contro una rete cinetica immobilizzandola al suolo.
“Ed ora toccata a te. Piccolo Quarian”, disse maligno rivolgendosi a Jack, “Non ti preoccupare, presto raggiungerai la tua amica”
Shepard, in quel momento, giurò a se stesso di vedere un lampo rosso dietro il visore del casco di Jack. Il Quarian si rialzò lentamente e, cosa abbastanza cupa, la Zangetsu scattò dalla fodera un poco verso l’alto emettendo scintille e piccole scosse attorno ad essa. Mentre Jack si accingeva a recuperare la lama e mettersi in posizione di combattimento, si rivolse all’Ombra, la voce più truce e deformata che mai:
“Tu hai commesso il più grande, gigantesco, ciclopico errore della tua fottuta vita. Non uscirai vivo da questa stanza se non in una cazzo di bara!”
Lo Yahg rise sonoramente, “E chi potra fermarmi? Tu?”
Jack si girò di scattò mostrando una determinazione che inspirava morte da ogni poro, “Io ne basto per venti come te. Ora stai zitto e dammi il tuo di sangue del cazzo!”
 
Standing where i should be
Beliving as I’m told to belive
Being who I should be
Doing what I shoul do
Did you what I said? Did you get What I meant?
What you saw is an illusion
You’re living in delusion
Going on and on I have the future in my hands!
 
Aimee B. –Future in my hands / Devil May Cry
 
Si getto in avanti con estrema rapidità. Taglio netto appena sotto la terza costola sulla destra. Dirty!  Aveva la pelle dura, ma niente poteva competere col potere di penetrazione della Zangetsu. Seconda taglio dietro il braccio sinistro. Cruel! Lo Yahg si mosse urlando dal dolore e richiamando il suo scudo posto nel braccio sinistro, nell’altra mano impugno una Revenant ed iniziò a sparare in direzione dell’avversario. Jack non lesinò sulla velocità, si spostava da una parte all’altra compiendo balzi capriole, piroette ed ogni genere di acrobazia fosse permessa dal suo corpo per evitare i proiettili. Nel frattempo aveva rimesso la spada dietro la schiena ed aveva estratto due M-8 Predator modificate. Erano di color argento scintillante attraversate da strisce bianche e rosse che seguivano la fisionomia dell’arma fino al calcio. In corsivo elegante erano incisi due nomi tratteggiati con il color dell’oro, in quella che impugnava sulla sinistra c’era scritto Ebony e nell’altra Ivory. Altro regalo che si era fatto lo Squartatore. Tra un salto e una schivata, Jack stava scaricando diversi carcatori addosso al mostro, ma lo scudo e la corazza del mostro resistevano ai colpi delle pistole, almeno per il momento. Non appena l’Ombra terminò la clip dell’enorme arma, si accinse a ricaricare ricoprendosi con un ulteriore scudo difensivo. Dopo aver fatto roteare tra le dita le pistole, ed averle riposte nella cintura, si fiondò sull’enorme bestia con la Zangetsu e iniziò a colpirto con cieca ferocia. Pareva, però, che quello strato più esterno fosse molto resistente almeno il doppio, così Jack colpi con vari affondi sempre nello stesso punto, fino a che lo scudo non si spezzò e la spada si conficcò poco sotto la spalla destra dello Yahg. Brutal! L’Ombra ruggì di dolore e allontanò lo Squartatore menando un deciso colpo dello scudo posto sul braccio. La Revenant della bestia riprese a sputare fuoco, ma stavolta il Quarian non fuggì, bensì si fece sotto e, dopo aver colpito il suo avversario con un proiettile di Ebony nella pancia, tagliò il braccio sinistro dell’Ombra con un fendente della spada. Anarchic! Il sangue zampillava dal mostro come una fontana, lui si lamentava gridando in preda al dolore, ma la rabbia gli permise di rialzarsi e continuare a combattere. La Revenant fece dinuovo fuoco e lo Squartatore si mosse in cerchio attorno al nemico sparandogli contro con Ebony e Ivory. Una volta che l’Ombra ebbe finito nuovamente le munizioni, il Quarian si fece nuovamente sotto e la belva rispose caricandolo. Jack balzò in alto lasciando che la bestia superasse, ma mentre era a mezz’aria ne approfittò per menare un fendente al braccio destro, mozzando anche quello senza troppi complimenti. Savage! Lo Yahg era ormai privo di arti superiori e grondante di sangue, ma non perse né la rabbia nè la forza di combattere. Tentò di effettuare un’altra carica, ma il fuoco immediato di Ebony ed Ivory gli permise di effettuare solo un passo. Mentre il corpo dell’Ombra veniva ricoperto di buchi e rimpinzato di piombo, lo Squartatore si muoveva a piccoli passi verso la sua preda. Appena la tempesta di pallottole terminò, la bestia cadde sulle ginocchia, sfinita e vinta, ma lo Squartatore non aveva ancora finito. Estrasse rapido la Zangetsu e la affondò nel ventre dello Yahg, compiendo un taglio orizzontale che riversò le budella dell’avversario sul pavimento. SSadistic! Il corpo dell’Ombra cadde su di un fianco, mentre le sue viscere continuavano a fuoriuscire dal corpo.
“Siete……comunque tutti……morti!”, tentò di urlare col poco fiato che gli rimaneva, l’Ombra, “I miei uomini verranno a prendervi. A voi e, soprattutto, a quella zoccola di tua madre, Quarian!”
Lo Squartatore asisteva compiaciuto a quello spettacolo, la spada appoggiata sulla spalla destra, così rispose: “Non ti preoccupare per noi….Tu pensa a crepare….Ah e se stavi cercando di darmi del -Figlio di Puttana- sappi che non sei certo il primo!”
E così la spada calò sul collo dell’Ombra, tagliandoli di netto la testa dal resto del corpo. SSSensational!
Poi Jack lanciò la lama contro Liara, liberandola dalla presa della rete. Shepard, che aveva assistito immobile alla brutale battaglia, si rialzò lentamente e si portò al fianco della Asari, entrambi senza parole per gli avvenimenti. Jack si preoccupò poi di tirare fuori Tali dalle macerie che la ricoprivano, anche lei ben conscia di tutti gli avvenimenti appena accaduti. Quel momento fu interrotto dal computer principale della sala, da cui uscirono centinaia di voci degli agenti dell’Ombra che chiedevano ordini poiché si era verificata una sconnessione temporanea. Liara si fece avanti, trasse un profondo respiro e riaprì gli occhi con una nuova consapevolezza. Attivò il com-link ed iniziò a parlare.
“Qui è l’Ombra. Abbiamo riscontrato una fluttuazione energetica, ma ora la situazione è sotto controllo. Ad ogni modo, riprendiamo le procedure standard. Voglio un rapporto dettagliato delle operazioni in corso entro il prossimo giorno solare. Qui Ombra, passo e chiudo”
In quel momento entrò nella stanza Feron che, liberato dalla sua prigionia, puntò una pistola dritto verso Liara, salvo poi abbassarla quando si accorse a chi la stava puntando.
“Dea degli Oceani! Sei tu. Tu!”, esclamò sorpreso,
“Beh”, disse Liara, “Tutti quelli che hanno visto l’Ombra  di persoan sono morti, perciò…”
“…..Sarai tu la nuova Ombra?”, concluse Feron,
“Sei sicura di voler essere la nuova Ombra, Liara?”, domandò Shepard ansioso,
“Devo farlo”, affermò la T’Soni, “Se non lo faccio perderemo tutto. I suoi contatti, le sue risorse commerciali. Ci aiuteranno parecchio. Con la rete informativa dell’Ombra potrò fornirti…..potrò…”, e il suo viso si rimpi di tristezza e lacrime,
“Noi aspetteremo fuori comandante”, disse Jack, mentre usciva dalla sala con una ferita Tali ed uno zoppicante Feron.
Shepard si portò accanto ad una distrutta Liara.
“E’ finita”, disse tra le lacrime, “Dopo due anni…”,
Il comandante non la fece continuare, la abbracciò soltanto, in un profondo ed amorevole abbraccio, “Va tutto bene”, gli disse in tono dolce,
“Ho trascorso due anni a compiangere te e Feron……ed ora siete tornati entrambi….Io…..Vediamo cosa abbiamo qui”, affermò l’Asari scivolando via tra le braccia di lui e dirigendosi al pannello di controllo,
“Nessuna restrizione per utente o difesa. E’ come se non avesse previsto l’arrivo di qualcun altro. Ed è tutto nostro”
Il comandante si fece avanti, “Sei sicura di voler stare qui? Sulla Normandy c’è sempre posto”
“Non posso Al. Quello che abbiamo qui è troppo importante per lasciarlo perdere. Io volevo solo salvare Feron…..ma è forse sbagliato, da parte mia, desiderare questo? Con la rete dell’Ombra potò aiutarti e, forse, trasformare questa operazione in qualcosa di migliore”
“Allora, prima di iniziare il tuo nuovo lavoro, che ne dici di salire un’altra volta sulla Normandy? Non ti preoccupare, preparo io la cena”, chiese, con un sorriso falso, lui,
“Sarà un piacere Al. Basta che non fai i tuoi –famosi- burritos dell’ultima volta”, rispose l’Asari ridacchiando.
 
Mentre stavano tornando sulla Normandy, c’era un po’ troppo silenzio sulla navetta, tutta colpa degli ultimi avvenimenti, così Jack si prese la libertà di mettere un po’ di musica per sciogliere la tensione nell’aria, essa subito catturò l’attenzione di Shepard.
“…Ma questa è….”, disse sorpreso,
“L’hai riconosciuta eh?”, affermò ammiccando il Quarian.
Entrambi iniziarono a suonacchiarla con la bocca, per poi urlare insieme al ritornello: “DJANGO!”
Ma, dopo averlo fatto, Jack tirò fuori Ebony puntandola contro Shepard. Il comandante si pigliò uno spavento niente male.
“La -D- è muta…..Bifolco!”, disse il nostro, per poi riporre la pistole e scoppiare a ridere, cosa che fece anche il comandante felice che Jack stesse solo scherzando.
Poi, mentre entravano nell’hangar della Normandy SR-2, la voce di James Brown si affievolì fino a scomparire.
 
James Brown –The Payback (remix) / Django Unchained
 
 
 
Fine Prima Parte
 
 
 
Non è ancora finite per questo capitolo. “Non Di Questo Mondo” ritornerà presto con: “The Shadows Of The Fathers”
  
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