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Autore: BalthierMid    02/02/2013    3 recensioni
Ormai sono passati due anni. Due anni da quando il mondo è andato a rotoli. O almeno, la città di Collinwood. Due anni fa era una ricca e fiorente cittadina, ora è solo il LORO territorio di caccia. I sali da bagno hanno cambiato tutto. Trasformano realmente la gente in mostri cannibali. Non credete al governo e all'esercito cittadini americani, qui dentro al Recinto non ci sono solo LORO. Ci siamo ANCHE NOI, persone indifese. L'esercito non ci vuole aiutare a debellarli dalla città. Ormai per loro siamo solo carne da macello. Persone inutili. Non sappiamo se potremo passare la giornata. Se avete un po' di buonsenso, aiutateci. Sapremo come ricompensarvi.
Qui è Howard Burton, passo e chiudo. Spero non per sempre.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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CAPITOLO 5
 
Hannele scese velocemente le scale, recuperando la distanza dal soldato.
“Quanto è importante questa cosa ?” chiese schiarendosi la voce.
“Non lo so, ma, a quanto ho potuto vedere, lo sembra molto” rispose il soldato guardandosi intorno.
Hannele sospirò e sollevò lo sguardo al cielo: vedeva in lontananza degli aerei. Molta gente non sapeva praticamente nulla di tutto questo. Vivevano felici ed ignari la loro vita. Beati loro, pensò Hannele. Quasi malediva il giorno in cui era entrata nell’esercito. Percorse a lunghi passi il Campus vuoto e silenzioso, seguita dal soldato, assorto nei suoi pensieri. Arrivarono infine davanti alla tenda. Si sentivano degli urli soffocati. Il caporale fissò con sguardo interrogativo il soldato, che abbassò lo sguardo ed entrò nella tenda.
“Il … Il caporale è qui, signore”
“Bene … Non abbiamo tempo da perdere … Falla entrare”
Il soldato scostò la tenda e si guardò intorno sospettoso: poi le fece cenno di entrare. Hannele guardò dentro, e vide un uomo legato ad una sedia, imbavagliato e con il volto completamente tumefatto: fece per chiedere cosa succedesse, ma il soldato la trascinò dentro. Come al solito, ad illuminare la stanza c’era una fioca luce proveniente da una lampada, che gettava lunghe ombre sulle pareti della tenda. Il colonnello si girò verso di lei ed incrociò le braccia.
“La prego di saltare tutte le cerimonie, caporale. Abbiamo cose ben più importanti da fare”
“Sì … Signore” disse confusa Hannele. Si avvicinò all’uomo e lo osservò: dovevano averlo picchiato molto, ma per quale motivo ? “Chi … Chi è lui ??” chiese indicandolo.
“Questa è una bella storia” disse ridendo il colonnello “Questi pezzenti schifosi si vogliono ribellare ! Ribellare a quelli che li hanno salvati !” urlò colpendo l’uomo con un pugno allo stomaco. L’uomo cercò di divincolarsi ed urlare ma, essendo imbavagliato, l’urlo fu attutito ad un fioco rumore di sottofondo.
“S … Si calmi signore, la prego” disse avvicinandosi un soldato.
“Io non mi calmo ! Non accetto queste cose sotto la MIA giurisdizione !” urlò colpendolo di nuovo.
“Signore !” il soldato prese il colonnello per un braccio e lo trascinò il più possibile lontano dall’uomo imbavagliato, che però fu colpito da vari calci.
Hannele osservò sbigottita la scena: l’uomo si divincolava, urlava, ma non poteva fare nulla. Il sangue usciva dalle ferite, gli occhi erano viola, quasi socchiusi e pieni di lacrime. Poi si girò verso Emmett, che era fuori di sé. Non lo aveva mai visto così. Aspettò paziente che il colonnello tornasse in sé, poi chiese:
“Quindi per quale motivo mi avete fatta chiamare ?”
“Oh, mi stavo dimenticando la cosa più importante: tutto per colpa di quel sudicio topo di fogna. Tu hai sempre svolto gli ordini senza esitare, sei diligente nel tuo lavoro”
“Arrivi al punto”
“Ho bisogno che oggi tu faccia un’esecuzione pubblica a questo …” disse indicandolo.
“Cosa ?!” disse arretrando di poco.
“Non mi dica che ora non se la sente …” disse ridacchiando Emmett.
“Non … Non è questo … Cioè …”
“Caporale, mi sta dicendo che non vuole farlo ?” chiese alzando la voce il colonnello.
Hannele si ricordò delle parole di Allyson: “Non sai pensare con la tua testa ?”. questa domanda le rimbombò nella testa: cosa avrebbe dovuto fare ? Cos’era giusto fare in quella circostanza ? Fissò con sguardo vacuo il colonnello, pensando a mille cose. Doveva eseguire gli ordini. L’esercito non ammetteva insubordinazione o decisioni personali. Ma lei lo voleva fare ?
“Ma … Cosa ha fatto esattamente ?” chiese per saperne di più.
“Lo hanno beccato mentre portava dei biglietti riguardanti una rivolta … A chi non lo sappiamo ancora … Non lo ha voluto dire …” disse sputando addosso all’uomo.
“Dove sono questi biglietti ?”
“Sta cercando di tirarla lunga ?!” sospirò “Eccoli qui …” le tese dei biglietti stracciati, ma ancora leggibili. Li prese in mano e cominciò a leggere:
“Sono quasi tutti pronti. Abbiamo preso il necessario di nascosto dal magazzino, tanto non si accorgeranno. Stiamo spargendo la voce, così da avere più gente possibile quando ne avremo bisogno. Ci manca soltanto un tuo ordine. Dicci appena puoi il giorno e l’ora esatti. Riusciremo a cambiare questo schifo di posto in meglio, ne sono certo. Tutto questo grazie a te.
 
Zeta”
“Usano dei nomi in codice, questi bastardi” disse digrignando i denti Emmett.
“Signore … Questo è solo un portalettere. Non crede sia un po’ eccessivo … Ucciderlo ?”
“Eccessivo ?! Trovi eccessivo tutto questo ?!” urlò sbattendo le mani sul tavolo.
“Non … Intendevo …”
“Decidi immediatamente ! Lo farai o no ?!”
Hannele rimase qualche secondo in silenzio. Allyson poteva aspettare. Prima c’era il dovere.
“Lo … Lo farò, signore”
“Bene. Non avrei mai dubitato di lei, caporale”
“G … Grazie signore” rispose abbassando lo sguardo.
“Tra qualche ora farò radunare tutta la popolazione del Campus e … Sa cosa deve fare”
“C … Certo signore”
“Puoi andare ora … Verrai chiamata quando sarà ora”
Hannele fece il saluto militare ed uscì dalla tenda, visibilmente sconvolta. Cosa stava facendo ? Il suo dovere, continuava a ripetersi.
“Questo è solo il mio dovere …” ripeté a bassa voce.
Camminò velocemente verso il dormitorio dei soldati, con la testa bassa. Arrivata, decise di non entrare: non voleva parlare con nessuno. Si nascose in un boschetto poco lontano e si sedette a terra, appoggiandosi ad un albero. Sospirò. Si accese nuovamente una sigaretta, e la fumò con molta calma. Arrivata a metà, la fissò qualche secondo, poi la buttò lontano, imprecando sottovoce.
“Forse è meglio riposarsi un po’ prima del fatidico momento …”
Si rialzò e si diresse verso la sua camera, una stanzetta di pochi metri quadrati con una branda sul lato destro ed un piccolo armadietto su quello sinistro. Si buttò letteralmente sulla branda e si addormentò di lì a poco, smettendo per un attimo di assillare la sua mente.
Fu svegliata da uno spintone. Era lo stesso soldato della mattina. Si mise a sedere sul letto e si stiracchiò un po’. Poi prese una pistola dall’armadietto, non guardò quale, prese la prima che le capitò tra le mani. La caricò e la mise nella fondina: era pronta.
“Andiamo” disse al soldato con voce calma, senza esitare.
Il soldato non disse nulla ed uscì dalla stanza, dirigendosi verso il cortile interno.
“Attenzione per favore, attenzione. Tutti gli abitanti del College si rechino nel cortile interno. Ripeto, tutti gli abitanti del College si rechino nel cortile interno”disse una voce metallica dagli altoparlanti, probabilmente Emmett in persona.
“Che succede ?”
“Tutti ?”
“Ma perché dobbiamo andare lì ?”
“Cosa sta succedendo ?”
“Deve essere importante …”
“Secondo me sarà soltanto un altro dei noiosi discorsi del vecchio …”
Hannele percorse i corridoi scansando la gente che si dirigeva verso il cortile. Tutti si chiedevano il perché e facevano supposizioni, ma nessuno sapeva cosa li aspettava veramente. Alla fine arrivò quando il cortile era già quasi pieno, e la gente si accalcava per entrarci. Le voci si sovrapponevano, si confondevano, si spegnevano nella confusione più totale. Il colonnello aveva anche montato un piccolo palco, così che tutti potessero vedere bene ciò che toccava ai traditori. Ma dov’era l’uomo ? Lo cercò guardandosi attorno, ma non lo vide.
“Caporale, di qua” disse il soldato prendendola per un braccio e portandola dietro il palco. Lì vide l’uomo, ancora imbavagliato e legato alla sedia.
“Eccola qui, è pronta ?” chiese con un sorriso Emmett, girandosi.
“Sono pronta, signore”
“Ottimo. Ora comincio io” salì sul palco da una scaletta e si schiarì la voce, attirando l’attenzione di tutti, che si zittirono “Cittadini, la convivenza tra noi è molto difficile, lo so. Ma non credevo lo fosse così tanto” schioccò le dita e due soldati portarono sul palco la sedia con l’uomo. In quel momento dalla folla si levò un grido unico.
“Oh mio Dio ! Cosa succede ?!”
“Ma quello non è John ?!”
“Cosa gli avete fatto ?!”
“Sono impazziti ?!”
“Perché lo hanno picchiato così tanto ?!”
“Cosa ha fatto per finire così ?!”
“Non posso guardare …”
“Oddio !”
“SILENZIO !” urlò il colonnello, battendo a terra un piede “Non fate i finti tonti, lo so che siete tutti coinvolti ! Volevate ribellarvi, eh ? Ma ora vi farò vedere cosa succede a chi si ribella al colonnello Emmett ! Qui non si accettano insubordinazioni !” continuò ad urlare. La folla era visibilmente spaventata “Caporale, lo mostri al nostro pubblico …”
Hannele salì le scale lentamente ed a testa bassa, cercando di non mostrare la sua faccia. Sapeva che tra la folla c’era Allyson, ma non pensava fosse proprio in prima fila. Appena alzò lo sguardo, la vide lì, che la fissava con uno sguardo tra lo spaventato e il disorientato. Si bloccò.
“Vada avanti, si muova !” disse dietro di lei un soldato.
Alla fine salì sul palco ed osservò la folla: tutti la guardavano. Deglutì e si avvicinò al colonnello, che le fece segno di estrarre la pistola. Esitante, la estrasse. Deglutì ancora, poi la puntò contro la testa dell’uomo, mentre le tremava la mano. Lo guardò negli occhi. Piangeva. Si capiva anche se aveva gli occhi gonfi e viola. L’uomo tentò di dire qualcosa, ma non si capì, a causa del bavaglio.
“Cosa sta aspettando ?! Faccia vedere cosa succede ai traditori !” urlò spazientito Emmett.
Si girò un’ultima volta verso Allyson, che abbassò lo sguardo. Stava solo facendo il suo dovere. Niente di più. Si devono sempre eseguire gli ordini. SEMPRE. Prese la mira, cercò di tremare il meno possibile e si preparò. Era il suo dovere, continuava a ripetersi. Anche se andava contro ciò che pensava lei. Ciò che pensavano tutti, eccetto quel pazzo del colonnello. Sparò. Ma non sparò all’uomo: sparò in aria, girandosi verso la folla, che osservò tutto senza battere ciglio.
“Non … Non posso farlo. Uccidere degli innocenti … Non è ciò che faccio” disse buttando a terra la pistola.
“I … INNOCENTI ?!” urlò il colonnello, diventando rosso.
“Guardi ciò che sta facendo ! Eravamo venuti qui per proteggerli, non per ucciderli !” urlò a sua volta Hannele.
“NESSUNO DI LORO PUO’ ESSERE DEFINITO INNOCENTE !” urlò più forte.
“Tutto questo … Tutto questo è solo causa sua ! Lei ha fatto in modo che cercassero di ribellarsi ! Lei è solo un pazzo desideroso di gloria !” urlò avvicinandosi al colonnello, e puntando i piedi a terra. La folla cominciò a rumoreggiare in sottofondo.
“QUESTI SCHIFOSI TOPI DI FOGNA ! A COSA SERVE PROTEGGERLI SE CI VOLIONO UCCIDERE ?!” detto questo, prese la pistola e la puntò alla testa dell’uomo. Sparò, colpendolo in pieno. La testa esplose in migliaia di pezzi, ed il sangue schizzò dappertutto, colpendo la gente in prima fila, che urlò ed arretrò.
La folla cominciò a correre via ed a ripararsi dove poteva dalla cieca furia del colonnello, che si mise a sparare alla folla, colpendo molta gente. Allyson ed i suoi amici si nascosero sotto il palco. I soldati cercarono di fermare il colonnello impazzito, che riuscì a liberarsi e continuò a sparare, ricaricando la pistola. Alla fine fu Hannele a fermarlo definitivamente, assestandogli un pungo in piena faccia. Emmett si accasciò a terra e si tenne tra le mani il naso sanguinante, urlando.
“BRUTTA SGUALDRINA ! COME HAI POTUTO ?!”
“Questo è ciò che ti meriti !”
“PORTATELA VIA ! SUBITO !” urlò fuori di sé il colonnello, rialzandosi. I soldati accerchiarono Hannele. Lei non oppose resistenza e si lasciò prendere “IN PRIGIONE ! IN ISOLAMENTO !”
I soldati presero il caporale e la ammanettarono con ciò che avevano tra le mani. Lei non fece nulla, si lasciò ammanettare.
“Ne è valsa la pena” disse sputando addosso al colonnello.
“Via dalla mia vista … Immediatamente” disse digrignando i denti e girandosi dall’altra parte.
I soldati la spintonarono e la trascinarono verso la zona sotterranea adibita a prigione, sotto lo sguardo incredulo di Allyson, Alice e Roger.




 
*sbuca fuori dall’inferno* BUONGIORNO !!!!
Lo so che sono stato assente per un casino di tempo, ma ultimamente non avevo inspirazione né voglia, poi con la scuola … Comunque siamo al quinto capitolo !!!!
Che ne pensate ?? :D
   
 
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