Quando
arrivammo in infermeria Jack era a dir poco euforico: il dolore di
pochi attimi
prima sembrava essersi trasformato in energia, ma la cosa non mi
piaceva.
Si
agitava, continuava a camminare in circolo scuotendo la testa e
ripetendo cosa
sussurrate troppo a bassa voce perché capissi. Gli tremavano
le mani ed era
pallido, tranne le labbra che avevano assunto un colorito molto
più scarlatto
del solito.
Anche
se
la cosa avrebbe dovuto preoccuparci eravamo tutti attratti da quel suo
aspetto
così turbato che aveva però una sfumatura di
potere, di sviluppo.
Era
un’attrazione sbagliata. Sentivo, attraverso
l’Imprinting con Jack, che quel
cambiamento si muoveva nella direzione sbagliata.
“Rifallo.”
Ordinò lui a Zy, senza preavviso o una vera motivazione.
I
suoi
occhi brillavano di luce scarlatta amara e pericoloso, dello stesso
colore
delle ombre che lo aveva circondato quando si era arrabbiato con me e
ormai
avevo imparato a capire che quello era male, soprattutto
perché avevo iniziato
ad associarlo alla parte malvagia del suo marchio, quella rossa.
“Co-cosa?”
mormorò Zoey, senza capire, ma io, che invece avevo intuito,
mi inserii nella
conversazione attirando l’attenzione di Jacky su di me:
“Perché lo vorresti? Ti
ha fatto male.”
A
quel
punto sapevo che anche il resto del gruppo aveva capito a cosa ci
stavamo
riferendo, ma quel bel biondino di cui sono innamorato mi
impedì di rivolgere
loro nemmeno un’occhiata. Si avvicinò con passi
rapidi a me, afferrandomi il
viso con entrambe le mani e fissandomi con gli occhi spalancati ed
un’espressione quasi folle.
“Come
puoi capire, tu? Non lo hai provato, ti è arrivato solo il
riflesso di ciò che
ho sentito io, ma se ci ripensi capirai che è stato
così… così…” si
allontanò
da me senza finire la frase e quasi fece una giravolta per quanto era
entusiasta.
“Jack,
io
ho sentito solo il tuo dolore…” risposi, senza
capire da dove gli venisse tutta
quella malsana energia.
“Esatto!”
urlò lui tornando verso di me e tendendo le labbra in un
sorriso che lo fecero
solo sembrare ancor più folle: “Anch’io
in quel momento sentivo solo dolore, ma
ora ripensaci, non è stato fantastico? Era potere, Damien,
potere allo stato
puro, ed era così forte ed intenso… hai idea di
cosa potremmo fare con quel
potere dalla nostra parte: a quel punto anche il dolore
svanirà e… e… dio,
sì!”
Si
stava
per allontanare di nuovo, ma lo afferrai con forza costringendolo a
guardarmi
negli occhi: infondo a quella luce rossa vedevo ancora i grandi occhi
dolci del
mio Jack.
Mi
trasmetteva una serie infinita di emozioni: euforia, piacere,
soddisfazione,
follia, desiderio di potere, rabbia… decisamente troppe per
distinguerle tutte,
ma quelle in cui lui si stava crogiolando a me sembravano solo
terribilmente
sbagliate, così distanti dall’amore di
Nyx…
“Ti
ascolti mentre parli?” nonostante tutto non riuscii a non
usare un tono dolce
con lui,
perché rimaneva sempre il mio
ragazzo: “A che noi ti stai riferendo?”
“Non
lo
capisci?” per un attimo pensai che fosse arrabbiato, ma
invece sembrava solo un
bambino deluso: “Credevo che con te sarebbe stato
diverso… va beh, non importa
ora ti spiego: tu, io, Elizabeth, Elliot, Neferet e tutti i novizio
rossi con
Tenebra prenderemo senza difficoltà il potere di Nyx!
Sì, forse Zoey dovrà
morire, ma i suoi poteri ci servono!”
Diedi
un’occhiata
a Zy e vide che non si era mossa di un millimetro: si limitava a
fissare Jack
come se avesse davanti qualcuno con un grande bisogno di aiuto, ma
infondo
capivo che un po’ era risentita per la naturalezza con cui
Jacky aveva parlato
di ucciderla.
“Ehi,
piccolo…” mormorai, consapevole che in quel
momento i miei amici mi avrebbero
volentieri disconosciuto per la dolcezza con cui stavo trattando il
biondo, ma
qualcosa mi diceva che in quel momento la rabbia o qualsiasi altro
sentimento
negativo non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione.
E
poi,
nemmeno lui si stava comportando male, infondo: non c’era la
cattiveria della
prima volta in cui lo avevo circondato dalle ombre viventi, ma era come
se
quella strana esperienza lo avesse reso un bambino euforico ed ingenuo.
Forse
per
gli altri era sbagliato, ma io non potevo far altro che stringerlo a me
e
cercare di fargli capire che stava sbagliando completamente per
ritrovare il
mio dolce Jacky: lo amavo davvero troppo. Ma ne ero felice.
“Piccolo,
ora ascoltami per favore: io non voglio far parte di questo
noi…” Jack cercò di
allontanarsi, stizzito, ma lo tirai ancor più contro di me,
guardandolo fisso
negli occhi: “E quello non è il noi di cui nemmeno
tu vuoi far parte.”
“Non
mi
dire ciò che voglio!” il suo tono stava cambiando,
avvicinandosi sempre più a
quello arrabbiato e pericoloso che usava quando la sua parte malvagia
prendeva
il sopravvento, ma ero pronto: “Non sono io a dirti
ciò che vuoi, è solo che ti
conosco, Jacky. Conosco il vero te, quello che ama i suoi amici, quello
dolcissimo che si fida di me, quello che ha solo tanto bisogno di
essere amato…
ci sono ancora così tante cose che devo chiederti, che devo
sapere…” mano a
mano che parlavo sentivo il mio piccolo tesoro rilassarsi sempre
più contro di
me e contemporaneamente però sentivo la parte malvagia di
lui spegnersi e a sua
mente farsi sempre più confusa: “Lo sai che ti amo
vero?” mormorai direttamente
contro il suo orecchio, carezzandogli i capelli per poi sfiorargli il
Marchio
bicolore con due dita. A quel punto Jack mi svenne fra le braccia.
Sospirai,
sollevandolo ed adagiandolo delicatamente sul lettino
dell’infermeria,
sedendomi poi su uno sgabello che posizionai lì accanto,
rimanendo a fissarlo
con un sorriso ebete.
Pochi
istanti dopo Neferet entrò insieme a Lenobia, Anastasia e
Dragone, seguiti a
ruota dall’infermiera.
“So
che
avete chiesto di stare un attimo fuori ad aspettare, ma ora era
decisamente il
momento di entrare.” Decretò Neferet con la sua
solita calma decisione: “Come
sta?”
“Bene,
se
ne vada.” Risposi secco io ancor prima di pensare: cavolo,
dovevo proprio imparare
a stare zitto. E dire che prima di conoscere Jack mi veniva benissimo!
Sorrisi
nuovamente guardando il suo visino delicato, un po’ pallido e
stanco, con le
labbra leggermente dischiuse e il petto che si solleva ed abbassava a
ritmo del
respiro.
“Come
scusa?” sibilò la Somma Sacerdotessa, ma
fortunatamente intervenne Lenobia con la sua stoica calma:
“Il ragazzo sta
bene. Io propongo di lasciarlo riposare: può fargli solo
bene.”
La
donna
annuì lentamente, soffocando a stento la rabbia, quindi i
professori e l’infermiera
se ne andarono nuovamente. Pochi secondi dopo, senza dire nulla, anche
Zoey se
ne andò e il resto del gruppo la seguì in
silenzio, quindi rimasi solo con
Jack.
***
Lentamente
aprii gli occhi sentendo una mano gentile carezzarmi i capelli.
Nemmeno
mi ero accorto di essermi addormentato, ma sapevo di essere molto
stanco quindi
la cosa aveva senso… sorrisi riconoscendo il tocco di Jack
in quella carezza
gentile e avrei davvero potuto rimanere così per sempre, con
lui.
“Guarda
che lo so che sei sveglio…” sussurrò
dolcemente senza però spostare la mano dai
miei capelli.
Rimasi
immobile ancora qualche istante, ispirando a fondo il suo profumo,
quindi sollevai
lentamente la testa incatenando i
miei occhi al suo sguardo blu intenso.
“Ciao,
piccolo…”
“Ben
svegliato Damien.” Mormorò sorridendomi
dolcemente, ma, nonostante la sua
innata bellezza, non potei fare a meno di notare la stanchezza sul suo
viso: “Come
stai?” chiesi quindi, sollevando una mano fino a sfiorare il
suo marchio
bicolore.
“Confuso…
l’ultima cosa che ricordo è Zy che evocava il
fuoco e poi solo troppo dolore…”
Non
volevo raccontargli la verità, non volevo dirgli cosa aveva
fatto, ma sapevo
che dovevo farlo. Glielo dovevo. Lo
amavo troppo per nascondergli la verità su lui stesso: gli
avrebbe fatto male,
questo era vero, ma almeno avrebbe avuto una base da cui partire per
imparare a
combattere quella parte di lui.
Così,
pazientemente, gli raccontai tutto, vedendo il suo viso contrarsi
sempre più
mano a mano che procedevo con la narrazione.
Quando
gli disse della naturalezza con cui aveva nominato la possibile morte
di Zy,
scoppiò a piangere, mettendosi a sedere di scatto sul
lettino e nascondendo il
viso fra le mani: “Ora ricordo…”
mormorò fra un singhiozzo e l’altro:
“Ora
ricordo tutto! Davvero ho anche solo considerato l’ipotesi di
preferire quel
gruppo di pazzi al seguito di Neferet al tuo? Sono un mostro!”
“No…
amore mio, piccolo, no!” mi sedetti accanto a lui,
stringendolo piano e
cullandolo: “Non devi nemmeno pensarci! E’ la
più grande stupidaggine che io
abbia mai sentito! Sei
la creatura più
dolce e gentile e perfetta che io abbia mai incontrato…
solo, come fai a sapere
che oltre ad Elizabeth ed Elliot esistono altri novizi con il Marchio
rosso?”
“Non
lo
so, ma quando tutto quel dolore è passato ha avuto la
certezza che esistano
novizi rossi, che dietro a tutto ciò ci sia Neferet e una
qualche strana entità
chiamata Tenebra, ma non ho la minima idea di come io faccia a
saperlo…”
Passai
qualche lungo, infinito minuto a coccolarlo, stringerlo, sussurrargli
che
sarebbe andato tutto bene e che lui era fantastico, perfetto, stupendo
e che lo
amavo da morire.
“Ti
amo
come non ho mai amato nessuno… sei l’unica persona
veramente importante ora.
Sei tutto ciò che amo…” per qualche
strano motivo tutto il mio infinito
dizionario mentale sembrava in grado di sfoderare solo queste e frasi
simili.
“Oh,
ma
quanto siete carini!”
“Porca
troia!” urlò Jack sobbalzando.
Scusate
tutti quanto per l’infinito, tremendo ritardo con cui
aggiorno! Avrei davvero
voluto farlo prima, ma spero mi crederete se vi dico che non ho avuto
un
secondo di tempo in questo momento! Ora riprenderò ad
aggiornare con
regolarità, spero che lasciate qualche commento!!