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Autore: cecyxx    03/02/2013    5 recensioni
Tratto dal settimo capitolo:
"- Un masso ha perforato la finestra della mia stanza, non colpendoci per poco, non può essere casuale, non trovi? Siamo già nei guai.
-Ma se la preside lo sapesse però, tutto si sistemerebbe.
-Non si sistemerebbe niente Harry. So che è difficile, ma devi fidarti di me. So che è come camminare su un filo bendati ad una distanza pazzesca dal suolo, ma devi sapere che ci sarò io a guidarti.
-Va bene Celeste. Mi fido di te."
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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cap.5

P.V. CELESTE
Un altro giorno era cominciato. Un’altra mattina era all’orizzonte, mentre il sole si nascondeva tra le nubi. Mi sembrava di somigliargli. Siamo molto simili, tutti e due ci stiamo nascondendo da una dura realtà che non vogliamo affrontare, come se fosse la cosa giusta da fare. Non lo era di certo, ma io non sapeva proprio cosa fare, come davanti ad un vicolo cieco. Harry di sicuro sarebbe stato molto meglio senza di me. Sono la causa di tutto ciò di male che gli accade.
-Celeste.. Celeste… Ci sei Celeste???- Mi svegliò dai miei pensieri Luna. Diciamo che ci provò piuttosto.
-Terra chiama Bella Addormentata…- Mi rifugiai sotto le coperte. Di voglia di andare a scuola proprio non ne avevo. Di solito sì, tanto per vedere Harry, ma stavolta era diverso. Non avevo voglia di far niente piuttosto.  Allora Crystal prese un bicchiere d’acqua, vidi le coperte scostarsi e un getto d'acqua arrivarmi in faccia, mentre chiusi gli occhi.
- Hey!!!!! Ma ti pare il modo di svegliare una persona?- Sbraito arrabbiata mentre mi dirigo verso il bagno per asciugarmi la faccia. Luna e l’altra si guardano sopprimendo un sorrisino.  Appena pronte ci dirigemmo verso la mensa per la colazione, dove come tutti i giorni incontrarono i ragazzi. Harry non era ancora con loro.
-Ciao belle.- Ci salutarono loro. Noi sorrisimo, o almeno chi riusciva. Io sussurrai  solo un lieve ciao, mentre continuai a fare colazione.
- Harry non sta ancora bene? Dovrei parlargli.- Chiesi ai ragazzi. Avrei almeno dovuto dirgli qualcosa riguardo a ciò che aveva fatto per me. Avevo deciso di scrivergli una lettera, tanto per non dovergli parlare di persona o rispondere ad alcune sue domande.
- No, ancora dorme, non sappiamo quando si rimetterà. Però probabilmente domani riprenderà le lezioni, anche se penso che avrà ancora un po’ di febbre.- Rispose Liam. Io tornai pensierosa, mentre gli altri continuarono a ridere e chiacchierare. La mattinata passò in fretta, mentre fuori dal nuvoloso si passò ad una violenta tempesta. Io adoro i temporali da un lato, mentre li odio dall’altro. Li odio perché mi mettono tristezza e non si può uscire, mentre li adoro dall’altro perché il suono che rimbomba insistentemente dei tuoni o la pioggia sul tetto che si sente benissimo dalla mia camera, mi aiutano a rilassarmi. Era così bello quell’insistente ticchettio. Ormai non mi chiedevo neanche più come facevano a piacermi certe cose, mi ero abituata all’idea di essere completamente fuori. Intanto mi era riuscita a distrarre abbastanza, così ora pensavo ad altro e ridevo durante il pranzo con i ragazzi e le mie amiche.
-Giochiamo a obbligo o verità?- Propose Niall, che aveva sempre voglia di giocare,ti pareva.
-Sì!!- Annuirono tutti convinti, compresa io.
-Ok, inizio io. Obbligo o verità Celeste? – Chiese Louis.
-Obbligo, è più divertente.- 
Louis ci pensò un po’ su e poi disse:
- Ok, allora devi…- Cominciò, mentre gli altri facevano il sottofondo di quando si aspetta qualcosa, il classico:
-ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooohhhhh- (?)
- Devi tirare un hamburger alla preside!-
- Ma sei diventato pazzo??? Mi fucila se mi scopre!
-Non farti scoprire!
-Oook…- Dissi io poco convinta. Tanto peggio di così non poteva andare. Aspettai l’arrivò della preside, ma pensai che mi sarebbe piaciuto di più mangiarmelo il mio panino con  hamburger. E avevo un conto in sospeso con qualcuno… Che guarda caso stava al tavolo lì a fianco. Passai vicino al tavolo delle Smorfinator (?), mentre loro erano andate al bagno, come tutte le volte insieme e rubai dal panino l’hamburger. Aspettai che fossero lì vicine e mi nascosi sotto il tavolo dalla lunga tovaglia gialla e lanciai l’hamburger. Colpii la preside in piena faccia e intanto io mi godevo il momento in cui lei si tolse l’hamburger dagli occhi per poter fissare in modo maligno il tavolo delle tre ragazze. Quando la vidi dovetti soffocare una risatina: era davvero ridicola con il sughetto dell'hamburger a innondarle la faccia.
-Ok, chi è stato di voi tre?- Chiese la  preside con fare accusatorio.
-Nessuno, noi non abbiamo fatto assolutamente niente!-
- Ah no?- Chiese la preside constatando che nel panino di Katherine mancava l’hamburger. Intanto gli occhi di tutti gli alunni nella mensa si erano voltati nelle loro direzione.
-Ma non è possibile!- Si giustificò lei con quella voce da gallina che si ritrovava.
-Ora lei viene subito in presidenza con me!- Ribattè l’altra prendendola per un braccio e trascinandola via seguita da quelle oche delle sue amiche, mentre tutte e tre urlavano come oche cercando di trovare una motivazione plausibile per spiegare che loro non avevano colpa Io sbucai da sotto il tavolo appena gli occhi di tutti i ragazzi che fissavano la scena a bocca aperta si voltarono da un’altra parte. Raggiunsi gli altri che mi schiacciarono il cinque e si congratularono con me. Mi ero anche vendicata. Forse le cose non andavano male come pensavo. Mentre stavo per andarmene, una voce mi chiamò da lontano gridandomi:
- Celeste aspetta un secondo! – Era Louis. Io mi fermai e lui mi venne incontro.
-Che hai tanto da urlare?- Gli chiesi io con un po’ di ansia.
-Volevo solo dirti che Harry si è svegliato, quindi se dovevi dirgli qualcosa ora puoi!-  Io mi rabbuiai di colpo, cercando di non farmi notare, poi dissi:
- Perché non gli dai questa? Penso varrà di più delle mie parole.- Gli porsi la lettera. Lui la prese e poi si salutarono, dirigendosi ognuno nelle rispettive stanze.
 
P.V HARRY
Appena i miei compagni lasciarono la stanza, presi la lettera ed iniziai a leggerla:
Ciao Harry,
Devo dire che non ho molto da dirti, ma ho preferito scriverti una lettera,
non so bene neanche io il perché. Comunque,
volevo ringraziarti per quello che hai fatto. So che ci sarei io al tuo posto,
se tu non fossi intervenuto. Per questo veramente, grazie. Spero che tu starai presto meglio, spero di averti reso felice, prima di questo piccolo incidente, spero tanto che d’ora in poi tutto andrà nel verso giusto per te. Quindi, grazie e tanta fortuna.
 
Ops, Celeste si era dimenticata di dirgli che l’avrebbe evitato per tutto il resto del tempo. Certo, se l’era dimenticato. Nascosi la lettera nel cassetto del mio comodino e tornai a dormire, addormentandomi con un sorriso stampato sul volto. Insomma,  non stavo certo benissimo, ma mi ero guadagnato la fiducia di Celeste, finalmente pareva che lei mi fosse vicina. Sentirglielo dire di persona sarebbe stato meglio, ma mi andava bene anche così.
 
P.V CELESTE
Il giorno dopo fummo di nuovo a scuola. Un’altra giornata in cui diluviava. Almeno non aveva smesso di piovere proprio nella notte, il momento in cui mi piaceva di più la pioggia perché mi cullava nel sonno. Di solito nella mia città, smetteva di piovere al momento migliore.  Mi alzai a fatica dal letto e come stabilito dalla routine di tutti i giorni, andai insieme alle mi amiche a fare colazione. Io odio la routine, preferisco fare cose nuove. Ma quel giorno avrei preferito la routine, soprattutto quando incontrai Harry, mentre stavo raggiungendo le ragazze che erano già al tavolo con gli altri. Mormorai un “ciao” e un “devo andare” e tornai in camera, evitandolo, come stabilito dal piano. Anche a lezione cercai di evitarlo. Si può dire che io ed Harry ci eravamo messi d’accordo come per il primo giorno, di metterci sempre in ultima fila, così potevamo vederci tutte le volte dalla porta aperta. Ed io tanto per cambiare mi misi in seconda fila, quello che bastava per non essere vista. Come se non bastasse, sentivo le voci delle tre oche alle mie spalle, che oltre a fare il filo ad Harry (?) dalla classe, avevo capito che architettavano una vendetta nei miei confronti. In teoria eravamo pari, ma loro dovevano averla sempre vinta. Capii poco o niente della lezione di matematica e poi corsi verso la mensa, tanto per riuscire a prendermi qualcosa da mangiare e portarmelo in camera prima che arrivassero tutti. Ecco, questa era la mia nuova routine. Carina? Non troppo. Per niente. Ma dovevo farlo, per Harry. Sono disposta a qualsiasi cosa per lui.
 
P.V HARRY
- Hey Harry !- Mi salutò Louis entrando in stanza. Io rimasi a testa bassa, immerso nei miei pensieri.
- Harry,  è per Celeste? – Chiese lui preoccupato, mentre si abbassava tanto per riuscire ad intravedere i miei occhi. Io invece cercavo di nasconderli alla sua vista. E intanto mi chiedevo come aveva fatto a capire che si trattava di Celeste. Evidentemente mi conosceva meglio di quanto mi conoscessi.
- Che cosa è per Celeste?- Chiesi facendo finta di niente.
- Dai Harry non fare il finto tonto. Si vede lontano un miglio che c’è qualcosa che non va ed ogn…- Si bloccò di colpo pensando che non fosse la cosa più adatta da dire.
-Che cosa? Vai avanti. – Lo incitai io, curioso di sapere che cosa ne pensava l’amico.
- No, niente.-
- Come niente? Dai Louis che stavi dicendo?
- Ok, stavo dicendo che ogni problema ha sempre lo stesso nome, Celeste.-
Quella fu la goccia che face traboccare il vaso: un lacrima mi percorse la guancia, finoad arrivare al mento e cadere.
-         Non intendo accusarla di niente, ma ti sta distruggendo Harry. Devi reagire. Fai qualcosa invece di piangere.
-         Non riesco Louis, cerca di capirlo!- Esplosi io, mentre le lacrime continuavano a scendere. Poi Louis mi lasciò solo a riflettere. Tanto succedeva sempre così, di solito mi diceva la verità dura e cruda e alla fine mi lasciava riflettere: aveva sempre funzionato, perché dopo averci pensato un po’ su accoglievo i suoi consigli e guarda caso funzionavano la maggior parte delle volte.
 
Il giorno dopo decisi che era il momento di fare qualcosa. Ma non avevo la più pallida idea di che cosa. La mattina purtroppo non riuscii a vedere Celeste. Avevo passato tutto il tempo a scrutarmi intorno senza notare nemmeno una persona lontanamente somigliante a Celeste. Anche le sue amiche parevano preoccupate. Tutti parevano preoccupati. Si guardavano intorno come matti e gli occhi sembravano le biglie del flipper. A lezione non riuscivo a pensare ad altro, anche quando il prof di scienze continuava a guardarmi. Non sentivo tutto il casino che facevano i compagni, nè quello che il prof diceva.
-         Styles! Chissà quante volte sono che la riprendo! È così difficile prestare attenzione alla lezione?
-         Eh prof?- Dissi io per tutta risposta.
-         Se non ha voglia di ascoltare la lezione può anche andarsene fuori! Lei è deprimente, non voglio vedere alunni così annoiati durante la mia lezione!
-         Ma se fosse per me prof può anche deprimersi, così sarebbe più interessante la sua lezione, riusciremmo a capire perché è sempre così scorbutico con tutti! Forse è per questo che è single… - Dissi, mentre delle risate di gusto aleggiavano nella classe.
-         Styles! Vada subito fuori dall’aula!- Mi condannò il prof. Mi alzai ed uscii silenzioso. Mi appoggiai ad un armadietto, quando vidi Celeste dirigersi verso la sua aula. Le andai incontro. Appena lei si accorse della mia presenza cercò di fuggire, ma io la afferrai per il polso:
-         Aspetta Celeste, parliamo!
-         Tu che ci fai qui?
-         Mi hanno sbattuto fuori dall’aula. TU piuttosto, che ci fai qui?
-         Devo rientrare in classe, lasciami!- Disse con fretta di lasciarmi lì da solo. Io però non mollai la presa.
-         Non puoi andartene così! Anzi, tu non te ne vai finchè non mi dici che succede!-
P.V CELESTE
Inizialmente c’ero rimasta davvero male quando Harry mi rivolse quello sguardo così duro e inespressivo. Poi mi chiesi cosa dovevo aspettarmi dopo averlo evitato per giorni.
-         Allora resteremo qui in eterno!-
-         Ma perché non me lo vuoi dire?-
Perché manderei tutto all’aria.
Non ti sei mai chiesta perché ti ha cercato?
Oh, perfetto ci mancavi solo tu.
 Non era la prima volta che la sua coscienza le parlava. Era successo già un milione di volte, tanto che ci aveva fatto l’abitudine e non le dava più retta.
Non ti sono mancata neanche un pochino? È da un po’ che non ci sentiamo!
Si stava meglio! Perché sei tornata?
Perché ad una cretina come te serviva proprio una mano.
Cretina vallo a dire a tua sorella!
Guarda che io sono te e noi non abbiamo sorelle!
Era un modo di dire! E poi vieni a chiamare cretina me?
Perché invece di discutere non rispondi alla mia domanda? Forse c’è un motivo se ti sta cercando. Forse così lo ferisci di più.
Io non risposi. Non sapevo cosa dire. E se avesse ragione?
Certo che ho ragione, io ho sempre ragione!
Finiscila di dire cavolate e se non è troppo difficile per te cerca di stare zitta.
Non posso stare zitta, questo è il mio lavoro.
Vai a lavorare da un’altra parte!
-Celeste, allora ti vuoi decidere a dirmelo? Perché mi eviti così?- Mi risvegliò dalla mia discussione accesa Styles, che ora aveva uno sguardo cupo e duro. Mi vennero le lacrime agli occhi, ma la voce di un prof intervenne fortunatamente.
- Styles ? Willson? Che ci fate qua? Non dovreste essere a lezione?- Harry dovette lasciarmi, così io mi precipitai in classe, mentre lui se ne restava là fuori aspettando la fine dell’ora.
 
P.V  HARRY
 
Non sapevo che stesse succedendo. Sentivo solo un gran casino attorno a me. Poi dei passi. Forse erano i miei. Sentivo come se mi stessi muovendo, ma che non fossi più io a dettare i miei movimenti. Non so dove stessi andando. Non vedevo chiaramente ciò che ci fosse intorno a me. Mi stavo chiedendo se ero davvero io. Mentre penso che stessimo camminando, mi sono accorto di non sentire più il terreno sotto i piedi. Quel poco che si vedeva si nascose, come tutto il resto. Il buio fu l’unica cosa che si parò davanti ai miei occhi.
 
Mi svegliai. O almeno penso che stessi dormendo. Di quello che era successo non ricordavo più niente. Ero in una stanza. La mia stanza.  Vidi Louis che stava guardando il computer portatile su una sedia girevole davanti alla scrivania.
- Louis?- Chiesi io che non ero molto sicuro nemmeno che fosse lui.
- Harry, ti sei svegliato finalmente.- Rispose. Sì, era Louis.
- Che è successo?
- Non te lo ricordi? – Mi chiese preoccupato. Cominciai a pensare di aver fatto qualcosa che non andava. Scossi il capo.
- Forse non sono la persone giusta a dirtelo…-
- Dai Louis, spara che è successo? Non può essere così grave!
- Tu dici?
- Sì, dimmi che è successo!
- ok… Ieri sera… Ecco.. Non so come dirtelo… - feci per alzarmi, ma mi sentivo troppo debole.
- Tu stai calmo Harry. Ora non puoi alzarti.
- Mi dici che caz… cavolo ho fatto ieri sera!?!
- Ti sei ubriacato!
- Che? Non è possibile!
- Invece è così!-  Non capivo. Com’era potuta succedere una cosa simile? Come? No, non era mai accaduta, era tutto un sogno.
Ero distrutto. Lì c’era quella ragazza che mi faceva girare la testa, che si nascondeva sotto un cappuccio per non farsi riconoscere da me. Ma lei non sa che io la riuscirei a riconoscere fra mille altri cloni. Io so chi è lei e non può farci nulla. Me lo ricordo. Mi ricordo perfettamente la scena. Da quando l’avevo afferrata per il braccio a quando il prof ci aveva interrotti.  Poi mi ricordo che l’avevo ancora rivista per i corridoi. Ma poi me n’ero andato senza dire niente.  Quella ragazza mi faceva girare la testa. Mi avrebbe fatto impazzire, già allora lo sapevo. Non ci voleva un granché a capirlo.  Aveva stravolto la mia vita da quando era arrivata. Sì, ma in meglio.  So solo che dopo tante difficoltà mi ero arreso. Volevo dimenticare. Ed è quello che è successo. Mi ero allontanato nel cuore della notte facendo attenzione a non svegliare i ragazzi. Mi ero diretto verso una festa lì nell’accademia, una tra le proibite. Non c’ero mai andato perché non c’era gente che mi piaceva molto. Tutti fumavano o si ubriacavano o drogavano. Per questo era il posto migliore per ricominciare. Poi avevo iniziato a bere. Quando avevo deciso di fermarmi però era già troppo tardi. Il controllo non ce l’avevo già più. Ho continuato ad andare avanti e avanti, finchè non ho più retto.
Ora ricordavo tutto.  In fondo era andato tutto come previsto. Ma come c’ero arrivato in camera?
-         Ora ricordo Louis. Ma qui come ci sono arrivato?- Lui sembrò pensarci su, come a non sapere bene cosa dire.
-         Beh… Ti ha trovato la preside. Lo sapevi che ti pedinava. L’avevamo intuito tutti. Perché l’hai fatto Harry?- Chiese Louis di colpo, come voler nascondere qualcosa.
-         Louis… Mi hai detto tutto?- Chiesi sperando in un sì, anche se ero certo che non lo era.
-         Ecco… La preside ha convocato i tuoi genitori e…
-         E…
-         Probabilmente dovra'…- Non fece a tempo a finire la frase che la porta si spalancò di botto. Erano tutti i ragazzi, più Crystal e Luna. Di Celeste neanche l’ombra.
-         Harry!!! Stai bene?- Chiesero tutti, chi in un modo, chi nell’altro.
-         Tutto bene ragazzi, state calmi!- Risposi io sorridendo, per tranquillizzarli. Per fortuna non si notò che era un sorriso falso.
-         Come facevate a sapere che ero sveglio?- Chiesi curioso.
-         Louis ha lasciato la chat. Sapevamo che se avrebbe lasciato la chat per così tanto tempo l’unico motivo potevi essere tu, così siamo accorsi subito, dopo aver chiamato le ragazze.- spiegò Niall. Quel suo fare sempre così allegro mi metteva di buon umore.
-         Celeste non so dove sia finita, non era in stanza e non ci ha detto dove andava. In verità non l’abbiamo neanche vista uscire.-
-         Siamo tutti così felici che ti sia svegliato! Ci hai fatto preoccupare tremendamente Harry! – Disse Liam.
-         Sì, non provarci mai più!- Concordarono le ragazze in coro.
-         Be, festeggiamo?- Esordì Zayn mostrando un vassoio pieno di cose buone.
 
P.V SIGNORINA TUNDERSOON
- Buongiorno signori Styles. Vi prego accomodatevi.- Non ero proprio molto sicura su ciò che dovevo dire, o meglio, sapevo come sarebbe andata a finire, ma non come esporlo ai genitori. Era il secondo giorno dopo che l’aveva visto ubriacarsi. Aveva deciso di aspettare a fermarlo per vedere fino a che punto si sarebbe spinto. E per essere andato così a fondo doveva essere successo qualcosa di grave.
- Come vi ho già esposto per telefono, abbiamo avuto qualche problema con vostro figlio.  In questi giorni, beh dall’inizio dell’anno avevamo notato che aveva qualcosa di diverso. Più del solito intendo. Sembrava sempre distratto, pensava ad altro ed era veramente difficile riuscire a cogliere la sua attenzione. All’inizio tutto andava abbastanza bene, ma poi non so cosa sia successo, ma la situazione è degradata incredibilmente. Penso che Styles abbia cominciato a frequentare delle feste. Ovviamente potrebbe essere un motivo secondario, ma…-
- Perché, voi organizzate delle feste?!?
- Ovviamente non le organizziamo noi, ma i ragazzi.
- E voi lo sapete e non fate nulla per fermarli?- Il padre di Harry pareva un po’ scioccato.
- Il problema è che non possiamo fare niente per fermarli. Ma tornando a vostro figlio. Come sapete, una settimana fa si era stranamente ammalato. Avevo il sospetto che fosse successo tutto ad una festa, ma non ne ero sicura. Così ho cominciato a tenerlo d’occhio per il suo bene. Fino a quando l’altra sera è andato ad una festa e non so il perché, ma si è ubriacato. Sta di fatto che si è spinto al limite. Quando poi l’ho trovato insieme ad alcune infermiere l’abbiamo curato e portato nel suo letto. Ora si è ripreso. Pare si ricordi di nuovo di cosa sia successo. Io purtroppo parlandoci non sono riuscita a capire cosa possa essere. Quindi credo che sia opportuno che Harry torni a casa per tre giorni, in modo che magari possiate parlare con lui, cercare di capire qualcosa, e magari prendersi una pausa per vedere se il problema è a scuola. Possiamo dargli il programma delle lezioni, così potrà svolgere il tutto da casa. Cosa ne pensate?-
I signori Styles si guardarono. Poi il signor Styles annuì  ed entrambi andarono a prendere il figlio e a ritirare il programma.
 
P.V. HARRY
- Harry, dobbiamo tornare a casa. È solo per pochi giorni, solo per aiutarti.
- Non ne ho bisogno, voglio restare qua.- Mi opposi alla richiesta dei miei genitori. Andarsene sarebbe come abbandonare Celeste. Ed era l’ultima cosa che volevo fare.
- Non fa niente Harry se non vuoi, ormai è deciso, devi tornare a casa. Poi saranno tre giorni, dopo tornerai qua.- Io non dissi niente e abbattuto presi alcune cose indispensabili da portare a casa, mentre il resto decisi di lasciarlo là per il mio ritorno. I miei genitori ora mi stavano aspettando in macchina, mentre io stavo salutando i compagni e il college. Mi diressi verso l’auto, quando sentii una voce che mi chiamava:
- Harry! Aspetta un secondo!- Mi girai di scatto e notai Celeste che mi correva incontro. Correva gridando il mio nome e dicendomi di aspettarla. Io feci qualche passo verso di lei. Quando finalmente arrivò cinse le mani al mio collo e mi baciò. All’inizio ero veramente sorpreso. Poi decisi di lasciarmi andare e le cinsi i fianchi. Dopo qualche minuto ci staccammo.
- Eem.. Lo so che in questi giorni non sono stata molto d’aiuto e ti ho fatto passare delle cose orribili. Però sul serio, mi dispiace, io non volevo sol…- Non fece in tempo a finire la frase che la baciai ancora. Non riuscivo più a starle lontano. Mi ero trattenuto fin troppo. Mi staccai tanto perché si era fatto tardi e perché volevo che comunque finisse di dirmi ciò che aveva cominciato prima.
-Solo che pensavo di essere la causa di tutto ciò che ti è accaduto in questi giorni, ero distrutta. Ma io non voglio che tu te ne vada. Resta ti prego. Non lasciarmi sola.
- Per prima cosa, tu non sei la causa di tutto ciò che mi è successo, ma la soluzione. Tu sei la luce che illumina il mio mondo. Io non sarei niente senza di te. Per seconda cosa, io non vorrei mai lasciarti andare, vorrei restare con te per sempre, anche se tu mi evitassi ancora. Tornerò il prima possibile te lo giuro. Tu mi stavi evitando, solo per il mio bene quindi? Solo per questo?- La vidi puntare lo sguardo verso il basso. Le alzai il viso con due dita e la vidi triste, con le lacrime all’orlo degli occhi.
- Ti aspetterò. Sarò sempre qua. Scrivimi messaggi. Mi mancherai.- Sussurrò lei
- Lo farò, te lo prometto. Ora devo andare.- Ci salutammo e feci per dirigermi verso l’auto, quando Celeste si girò verso di me,io verso di lei e le nostre bocche si incontrarono di nuovo. Come avrei fatto a sopravvivere senza di lei? Mi rivolse un ultimo sorriso e ci lasciammo andare a malavoglia.
 
Hey ragazze!
Vi piace il capitolo? A me solo l’ultima parte! Spero tanto che a voi piaccia. Mi lasciate una piccola recensione? Ne sarei felice.. Ed io ricambio sempre!! Viprevipregovipregovipregovipregovipregovipregovipregovipregovipregoviprego… Potrei andare avanti all’infinito! Comunque! Avete qualche consiglio per la storia? Vi avviso che io so già come sarò il prossimo: tanto romanticismo tra le coppie Louis/Crystal e Zayn/Luna. Vi piacciono queste coppie? Spero di sì. Nel prossimo Celeste verrà messa un po’ in ombra, ma ha spiccato tanto in questo e negli scorsi capitoli. Se avete qualcosa da dire, bello o brutto che sia, scrivetemelo, vorrei tanto sapere ch ene pensate e poii le vostre recensioni mi incoraggiano sempre! Comunque, grazie a tutte le ragazze che hanno messo la storia tra le preferite,seguite o ricordate, vvtttttttttttttttttttttttttttttttttttttttttb a tutte! Un grazie speciale alle ragazze che recensiscono anche se sono poche, Vi voglio davvero un bene dell’anima!!! Beh, ci sentiamo al più presto ciao a tutte!! 
 

  
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