Ed è il
più testardo bambino del mondo. Ha la testa dura come il marmo e sembra
assolutamente impossibile smuoverlo dalla sua posizione. Perde presto la
pazienza, quindi è snervante combatterci.
O, almeno,
questa è la linea di pensiero del piccolo Al, che vede
il fratellone rifiutarsi con tutte le sue forze di
bere il latte. Lo guarda, scettico, mentre s’inventa ogni scusa umanamente (e
non) possibile ed immaginabile per non farlo.
“Non voglio!! Mi verranno le pustole!!”
“Mi riempirà
lo stomaco e diventerò una bolla rotolante e mi perderò nei boschi e dovrò
nutrirmi di bacche velenose e morirò prima di aver raggiunto il metro e
settanta!!”
“Mamma,
dentro al latte ci sono milioooooooni
di piccoliiiiiiissimi alieni che mi attaccheranno da
dentro e tu avrai un figlio mostro governato dagli extraterresti!”
“Diventerò
una mucca!!”
“Mi fa schifooooooo!!!”
Al vede suo fratello scalciare e protestare per non bere una
cosa così buona, ed inarca un sopracciglio per l’età mentale che ora lui dimostra.
In fondo il latte è quello che lo farebbe crescere, quindi sarebbe
doppiamente utile.
Il piccolo
Elric, a furia di vedere il suo niisan così immaturo per una questione così
stupida, capisce che deve farsi più furbo e complice della madre.
Un po’ per
evitare di farsi frastornare le orecchie dalle urla ancora per molto, un po’
per farlo smettere di essere così cocciuto e testardo, un po’ per fargli
ingurgitare il latte che deve per forza bere.
Così,
mentre Ed dorme, Al prende per mano la loro bella mamma
e va al mercato con lei, per scegliere il più cesto di fragole di tutti.
Insiste per tornare a casa il prima possibile, preoccupato al pensiero che suo
fratello possa svegliarsi e trovare la casa vuota. Dev’essere una sensazione così brutta…
Ringrazia di
trovarlo ancora a poltrire con la pancia scoperta, come al
solito.
Questa
volta, però, non si preoccupa di coprirlo perché potrebbe prendere
il raffreddore, ma si precipita in cucina con la mamma. Sale
su uno sgabello per arrivare al tavolo e tagliare le fragole per il frullato.
“Niisan, ti
ho portato una cosa buona da bere! E’ con le fragole, ti
piace!”
“Grazie!”
Ed si
mette a gambe incrociate sul letto, aspettando trepidante la sorpresa. Al gli
dà un bicchierone colmo fino all’orlo di qualcosa di rosa, di bell’aspetto. Ed guarda il liquido
con espressione incuriosita.
“Cos’è?”,
domanda, fissando a turno il frullato e Al.
“Bevilo, niisan. Ti piacerà!”, lo
incoraggia lui, sorridendogli.
Ed lo
fissa l’ultima volta, poi fa spallucce e beve. Lo finisce in pochi attimi e si
lecca le labbra. Ha le guance sporche e un’espressione felice.
“E’
buonissimo, Al!”
Sul faccino
rotondo di Al si apre un piccolo ghigno.
“Sai, è fatto…”
Poi
incrocia gli occhi di suo fratello. Li vede così felici per qualcosa di così
buono e capisce che se gli avesse rivelato la natura
di quel che aveva appena ingollato, lui avrebbe iniziato a sputare e pulirsi la
lingua e a fare scenate. E la sua mente di bambino
preferisce usare una bugia bianca, in fondo più utile.
“… con le
fragole più buone di tutto il mercato!”
“Sei andato
al mercato?”
“Sì, con la
mamma, mentre dormivi.”
“Potevi
svegliarmi!”
“Ma volevo farti una sorpresa…”
E sale sul letto, di fianco al suo fratellone,
a raccontare le avventure di quella mattina passata tra le bancarelle.
E’
soddisfatto di se stesso, perché ha trovato un modo per far bere il latte al
suo adorato niisan.
… almeno
finché non troverà sospetto l’aumento esponenziale dei
cartoni di latte in casa.