Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: ObscurePrincess    24/08/2007    4 recensioni
Prima di quattro storie (la quarta la completerò a breve!): l'ex mangiamorte Lucius Malfoy (la storia è ambientata prima del quinto libro, perciò per ora è ancora ECS ^^) si trova una "distrazione" con una giovane strega purosangue(ovviamente!)e aspirante Auror. Io (la mitica autrice u.u) mi sono sempre chiesta cosa si provi a stare con un (concedetemelo!) bastardo del genere. Così ho fatto parlare la mia protagonista. Se volete un assaggio del contenuto, ascoltate "Minuetto" di Mia Martini. Ma sia chiaro che è LEI che si è ispirata a me perchè io al tempo della stesura (4 annetti fa!!) la sua canzone non la conoscevo!! ^^ ENJOY!
Genere: Malinconico, Introspettivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dedicata A: Elwy, la mia gemella nell’anima, Federica, la mia cuginetta che adoro, Ale, il ragazzo che mi ha fatto conoscere l’amore e a tutte coloro che semplicemente amano Lucius e i Serpeverde, In particolare Ida, Caty e Silphie.



Che ore saranno? Dovrebbero essere più o meno le 3. Osservo il soffitto di ebano finemente decorato ascoltando il respiro regolare di Lucius addormentato al mio fianco. Stringo forte il lenzuolo di seta che copre il mio corpo nudo e ancora una volta mi chiedo cosa ci faccio qui.
“Narcissa e Draco passeranno la notte fuori. Ti aspetto a casa mia a mezzanotte”. Questo era stato il suo invito. Come se fosse un incontro di lavoro. Mi disgusta l’idea di essere trattata con sufficienza ma non posso, non riesco a fare a meno di obbedire. E adesso eccomi qui.  E anche dopo aver fatto l’amore con lui più volte mi sento schifata da tutto. Dai disegni di quel soffitto che ormai conosco a memoria, all’odore di gelsomino che invade la stanza, a questo delicato lenzuolo di seta che di solito avvolge il corpo di un'altra. Ma forse la verità è solo che mi sento schifata di me stessa. Poggio il corpo su un fianco e osservo le magnifiche curve della sua schiena. Accenno un avvicinarsi della mia mano che vorrebbe accarezzarlo ma ritiro subito il mio gesto, intimorita dalla sua reazione. Vorrei svegliarlo e stringermi a lui ma mi sforzo disperatamente di controllarmi. So di non essere per lui ciò che lui è per me.
Mi giro nervosamente nel letto, vorrei solo addormentarmi e non pensare più a niente. A che serve avere un’anima mi chiedo. A farti amare disperatamente qualcuno per cui tu sarai sempre poco più di niente? Ora mi alzo. La vestaglia di sua moglie… Mentre la indosso il profumo di lei che tanto conosco e altrettanto odio riempie i miei sensi. Esco sul balcone e l’aria fresca della notte mi fa sentire subito meglio. Osservo il bellissimo giardino che circonda il castello dei Malfoy illuminato dalla luce argentata della luna.
La luna piena… mi ero dimenticata quanto fosse bella. Anche quella sera di sei mesi fa. Eravamo stati invitati qui io e i miei genitori. Lucius voleva discutere di alcune questioni riguardanti il Ministero della Magia dove anche mio padre lavora e aveva chiesto ai colleghi di portarsi dietro le famiglie per una serata in grande stile che, l’avevo capito dopo, potesse ostentare la sua ricchezza e il suo potere. Mio padre per l’occasione mi aveva addirittura comprato un vestito nuovo. “Tiene molto alle apparenze” aveva detto e quando mi aveva presentato al padrone di casa avevo capito dal suo sguardo che avevo speso bene tutto quel tempo davanti allo specchio. Non so dire se fu un vero colpo di fulmine, so solo che quando ci aveva presentato sua moglie e suo figlio mi ero sentita morire e quando avevo sorriso a lei stringendole la mano mi era sembrato di sorridere alla morte. La cena mi era parsa lunghissima e ogni sua parola sulla sua famiglia mi stringeva lo stomaco sempre di più tanto che a metà ero scivolata fuori silenziosamente non riuscendo più a controllare le lacrime. Avevo vagato tra le tetre armature che ornavano i freddi e bui corridoi del castello senza chiedermi né preoccuparmi di dove fossi finché una voce risuonando mi aveva fatto sobbalzare. “Che cosa ci fai qui?”.
Voltandomi avevo visto lui che si avvicinava e mi ero sentita mancare il pavimento sotto i piedi. Cosa potevo mai rispondergli? Non sapevo neanch’io cosa ci facessi lì.
“Volevo… volevo stare un po’da sola!” avevo risposto.
“Ti stai annoiando vero?”
“Si…NO!!” Non mi ero mai sentita così in vita mia. Ero così agitata che mi tramavano le mani. Lui ovviamente l’aveva notato e aveva saputo approfittarsi abilmente della situazione.
“Vuoi visitare il castello?” mi aveva chiesto con una specie di gelido sorriso. Non avevo risposto. Lo desideravo con tutta me stessa ma sapevo che non dovevo.
“Se preferisci restare sola me ne vado!” aveva continuato lui allontanandosi.
“NO!!” avevo gridato io impulsivamente in un tono implorante. In  quel momento lui aveva probabilmente capito di avermi in pugno.
Si era messo a camminare davanti a me senza dire una parola. E io l’avevo seguito.
Aveva aperto una porta che dava su una stanza buia e mi aveva fatto entrare. Poi era entrato lui e l’aveva richiusa dietro di sé. E prima che i miei occhi si potessero abituare al buio mi aveva afferrato il collo con una fermezza tale che mi aveva fatto paura.
“Attenta” mi aveva detto “uomini come me sono abituati a prendere ciò che vogliono”
“E cosa vuoi da me?” gli avevo chiesto in un sussurro spaventato guardandolo in quei suoi occhi di ghiaccio.
“Tutto” aveva risposto trascinandomi con forza verso di lui, premendo le sue labbra sulle mie e invitandole a dischiudersi per rendere il bacio più intimo. Forse sarebbe stato meglio scappare e dimenticare tutto. Io invece ero rimasta e avevo stretto il suo corpo al mio come per paura che potesse svanire come un sogno spezzato dal primo raggio di sole. Ed ero stata io a cominciare a sciogliere i suoi bottoni da quelle asole d’argento a forma di serpente mentre le sue mani esploravano il mio corpo liberandolo dal vestito ormai superfluo. Poi mi aveva preso in braccio e fatto stendere sul letto sul quale, ancora non lo sapevo, avremmo condiviso tanti momenti d’amore clandestino, e aveva esplorato con le labbra ogni centimetro del mio corpo facendomi gemere di piacere. Mentre slacciavo i suoi eleganti pantaloni neri avevo sentito che condivideva la mia stessa eccitazione e mi ero lasciata trasportare nel mondo più magico che avessi mai conosciuto affondando le dita nei suoi capelli biondissimi e guardando il suo viso illuminato dalla luce della luna che ci spiava dalla finestre. Le mie dita erano scivolate sul suo corpo perfetto lasciando che il suo profumo mi invadesse i sensi e ascoltando i suoi respiri mescolarsi ai miei mentre i nostri corpi si univano con crescente passione fino a raggiungere insieme l’apice del piacere.
E poi era stato nuovamente lui a ributtarmi nella realtà con la stessa violenza con cui mi ci aveva portato via.
“Aspetta a scendere non voglio che ci vedano tornare insieme” mi aveva detto finendo riabbottonarsi la giacca e sparendo dietro la porta.
Rimasta sola mi ero ricordata dov’ero e avevo compreso che quel momento di felicità suprema se n’era andato forse per non tornare mai più. Cercando di ingoiare le lacrime mi ero alzata ed ero uscita su questo balcone ammirando il giardino immobile e silenzioso di quella bellissima notte di febbraio pensando e ripensando a ciò che era successo finché il freddo pungente non mi aveva riportata in quella stanza maledetta in cui avevo vissuto il più bel sogno della mia vita.
Tornando nel salone ero riuscita a sopportare per poco il fatto che lui sembrava aver già dimenticato  tutto e, silenziosamente quanto prima, avevo lasciato quel castello, camminando per miglia fino al mio e perdendo ad ogni passo la speranza che ancora aleggiava nel mio cuore di vederlo davanti a me e sentirlo pregarmi di restare con lui.
Com’era possibile che quei pochi minuti con lui costassero alla mia anima così tanto?
Nei giorni successivi avevo cercato in ogni modo di evitare anche solo di sentir pronunciare il suo nome mentre i miei genitori non facevano che chiedermi il motivo della mia fuga dal ricevimento.
E io ripetendomi di non pensare a lui ci pensavo di continuo e lo ritrovavo nella mia mente ogni giorno e nei miei sogni ogni notte, al tempo stesso glaciale e passionale come l’avevo conosciuto, cercando di convincere me stessa che questo avrebbe dovuto bastarmi perché non avrei dovuto mai più rivederlo.
Ciò nonostante quando poche settimane dopo mi aveva scritto “Voglio vederti. Vieni da me stasera” non avevo esitato a mettere il mio vestito più bello e a correre da lui di nascosto. Entrambi sapevamo come sarebbe finita la serata, tuttavia solo quando mi ero ritrovata ansimante tra le sue braccia sul  tappeto mi ero sentita rinascere dal nulla. Non avevamo parlato per tutta la cena, che io avevo passato a lanciargli sguardi furtivi e ad abbassare gli occhi prima che lui potesse notarli. E ad ognuno di quegli sguardi rubati sentivo la passione pulsare sempre più forte sotto la mia pelle e il desiderio di possederlo all’infinito che cresceva in me. Poi lui finalmente aveva posto fine a questo tormento. Si era avvicinato a me, ancora una volta senza dire una parola. Mi aveva preso una mano e fatto alzare dal tavolo. Poi con un cenno aveva spento tutte le torce intorno a noi lasciando acceso solo il camino dall’altra parte della stanza, creando una semioscurità che lo rendeva ancora più diabolicamente affascinate. È questo che mi ha sempre fatto impazzire di lui. La forza e il potere che ha dentro. Anche la casa sembrava piegarsi al suo volere e niente agiva se non sotto il suo controllo. E con quella stessa determinazione mi aveva passato impetuosamente la mano tra i capelli afferrandomi la nuca e baciandomi con passione. Un istante dopo io mi ero liberata dalla sua presa e l’avevo spinto via con la sua stessa violenza. Il suo sguardo leggermente interrogativo carico di disappunto mi aveva fatto capire che avevo ottenuto quello che volevo. Per un solo istante l’avevo stupito e gli avevo fatto sfuggire la situazione di mano. Per un solo istante ero stata io quella che dominava. Ma il desiderio pulsava troppo nelle mie vene per far durare quell’emozione un secondo di più. Con un gesto veloce mi ero slacciata il vestito rimanendo in intimo nero e dal suo sguardo e dal suo sorriso compiaciuto avevo capito che aveva gradito ciò che avevo fatto. Ricominciando a baciarmi con desiderio le labbra, il collo, il seno mi aveva liberata dagli ultimi rimasugli di vestiti, mentre le mie mani scoprivano fin troppo lentamente il suo corpo perfetto, che tanto avevo sognato in quei giorni, dagli eleganti abiti neri. Mi aveva messa a sedere sul tavolo, aveva infilato due dita in un bicchiere di cristallo e me le aveva passate sulle labbra facendomi gustare il sapore dell’assenzio impregnato su di esse. Io avevo fatto lo stesso facendo scorrere le dita sul mio corpo e ansimando di piacere mentre la sua lingua lo assaggiava dalla mia pelle. Forse stavo osando troppo. Ma allora non me ne importava. Fino a qualche ora prima avrei dato l’anima per qualche altro istante di passione con lui e in quel momento avrei assecondato ogni sua fantasia. Poi mi aveva fatta stendere sul tappeto e riportata in quel mondo che tanto avevo agognato di provare di nuovo e mentre i nostri respiri si facevano sempre più ansimanti avevo sentito la sua saliva mescolarsi con la mia, i suoi muscoli tesi sotto le mie dita e il suo corpo nudo a contatto con il mio seno. E anche quella volta mi era sembrato che la magia che ci legava in quegli attimi di perfetta intesa non sarebbe svanita mai. Ma ogni sogno è destinato a finire e questo non faceva eccezione.
I nostri incontri erano poi diventati regolari tanto che a volte passavo ore intere a scrutare il cielo dalla finestra della mia stanza in trepidante attesa di un suo messaggio che sarebbe stato il mio lasciapassare per il nostro universo segreto. Fare l’amore con lui era ogni volta un’esperienza nuova e entusiasmante che ripetevamo più volte nelle poche ore che avevamo. Forse perché non avevamo nient’altro da dividere. Lui voleva conoscere il mio corpo non la mia luce, che tanto desideravo mostrargli. Ma sembrava che niente riuscisse a sciogliere quegli occhi di ghiaccio che riuscivano a penetrare gli angoli più remoti della mia anima. Perfino ogni suo sorriso più bello assumeva tutte le fattezze del male fino quasi a spaventarmi.
E così sono passati i mesi.
Tra di noi continua, rubando tempo al tempo. Mai una parola dolce o un gesto tenero, niente che possa lasciarmi sperare in un futuro per noi due come lo vedo nei miei sogni in cui lui mi appare come da piccola ero solita sognare l’amore della mia vita. Solo fredda, glaciale indifferenza. Eppure questo suo agire mi fa accanire ancora di più.
Ho imparato a vivere per quei pochi attimi che condividiamo di nascosto chiedendomi come riesco ad amare così tanto il male che vedo nei suoi occhi. Ogni volta che faccio l’amore con lui lo aiuto a strapparmi pezzi di anima e brandelli di sogni, provando un immenso piacere nel farlo e mordendomi le labbra fino a farle sanguinare per non gridargli quanto l’amo. Quella volta, la prima e unica, in cui avevo pronunciato la parola Amore lui mi ha riposto “L’amore è solo un’illusione tesoro, così come la vita”. E dopo tutto questo tempo devo dire che comincio a dargli ragione.
Ma oggi doveva essere una giornata diversa. Oggi avevo deciso che sarei venuta qui e gli avrei detto addio per sempre. Ma ho imparato a non prendermela con me stessa. Anche l’ultima volta che c’eravamo visti mi ero ripromessa che non ce ne sarebbero state altre. E anche la volta prima. Ma appena lo vedo solo l’idea di fare a meno di lui, del suo corpo, di quei minuti di perfetta sintonia che abbiamo mi è inaccettabile. Ma so che lui questo non lo capirà mai, o forse fingerà di non capirlo. L’unica certezza che ho è che questa storia finirà così com’è iniziata. Sono la sua amante a scadenza e nient’altro. Quando si sarà stancato di me mi scaricherà senza rimpianti. E io mi ritroverò completamente svuotata di tutto ciò che già adesso mi sta già scivolando via tra le dita.
Ma non piango. Sono mesi che non piango più. Ho imparato che è inutile. Me l’ha insegnato lui.
“Che cosa ci fai qui Sylvia?”. La sua voce mi risveglia da questo lungo sogno. E mi volto quasi spaventata che abbia sentito i mie pensieri.
“Stavo pensando… non riesco a dormire” rispondo. Ammiro estasiata il suo corpo perfetto colorato della luce argentea della luna e sento in me il desiderio crescere ancora una volta.
Come può sconvolgermi tanto?
Mi avvicino lentamente a lui cercando di non far trasparire nessuna emozione sul mio viso e mi lascio stringere nella dolce prigione delle sue braccia. Le sue labbra mi riempiono di brividi viaggiando sul mio collo. Le sue mani mi liberano dalla vestaglia che scivola via delicatamente dal mio corpo poi mi sollevano e mi spingono con fermezza contro il muro.
Ma i ricordi stanno ancora scorrendo nella mia mente. Ricordi degli ultimi rimasugli della ragazza che ero stata prima di conoscere lui, non ancora contaminata nell’anima, dove ancora il dolore non esisteva. Ricordi che prendono la forma di lacrime calde che mi accarezzano il viso come lame taglienti mentre tra le sue braccia abbandono la realtà due, tre, quattro volte, cogliendo un piacere inesorabile e continuo, denso e fragile allo stesso tempo, e sentendomi viva solo quando ancora una volta lo aiuto ad annullare me stessa.
Lo stringo sempre più forte assaporando questi brevi momenti in cui lui è mio e mio soltanto, in cui mi sembra di avere tutto qui con me, e li sento scivolare via più velocemente di quanto vorrei, convincendomi sempre di più che non mi basteranno mai.
Non voglio che lui veda le mie lacrime, non voglio che la mia anima gli riveli quanto lo amo e lo odio per quello che mi sta facendo. Fargli comprendere il mio dolore sarebbe esprimergli quei sentimenti che lui non vuole conoscere. Ma non ne posso fare a meno. E piuttosto di incontrare il suo sguardo in questo momento preferisco afferrare i miei vestiti e fuggire.


Ho vagato tutta la notte senza sapere dove andare, senza guidare i miei passi. Mi sentivo come se un dissennatore mi stesse camminando vicino e tenendo la mano. Ho pensato e ripensato alla mia situazione, non trovando nessun altro da incolpare se non me stessa e ho dovuto lottare aspramente contro la mia volontà di riportare i miei passi verso il suo castello.
È passata una settimana da quella notte. Ora sono qui e lo sto aspettando. Gli ho mandato un gufo e gli ho scritto che volevo vederlo. Avrei tanto voluto mandargli un messaggio senza emozioni né profondità come i suoi, ma per una volta, dopo tanto tempo ho deciso di essere me stessa.
È già più di un’ora che l’aspetto. Devo dirgli addio. Non ho altra scelta. Troppo a lungo ho accettato i suoi patti a testa china e mi sono illusa che, se non voleva amare me, avrebbe amato la passione che ho dentro tanto da non poterne più fare a meno. E che questo prima o poi l’avrebbe fatto completamente mio.
Vorrei andarmene ma sento che se fuggo adesso non avrei più la forza di lasciarlo. Mi sento morire solo al pensiero ma ormai sono arrivata a un punto in cui devo scegliere tra lui o me stessa. Non riesco più a stare né bene né male, la cosa inquietante è che “non sto”. Mi sento ormai in perenne conflitto con me stessa. Mi amo e punisco allo stesso tempo. Mai amore e odio sono stati così complici in me.
Potessi tornare indietro e ricominciare una nuova vita… vorrei non averlo mai visto né conosciuto, vorrei tornare a scuola in cui lui per me era solo un nome importante del Ministero della Magia, o almeno vorrei poter tornare a far affidamento sulla vivace e spensierata Sylvia su cui ho sempre contato. Sono sempre stata la migliore amica di me stessa e ho sempre pensato che mai avrei potuto tradirmi o abbandonarmi. Ma la sua indifferenza a poco a poco mi sta uccidendo e lo sta facendo in modo così impercettibile e così sensuale da sembrare persino piacevole.
Ho solo vent’anni, così pochi per morire.. il tempo dicono che guarisce tutto. Forse un giorno lo dimenticherò, forse mi innamorerò di nuovo. Di nuovo felice e spensierata. O forse no, forse non riuscirò mai a dimenticarlo. Questi pochi momenti che abbiamo condiviso sono troppo da cancellare anche per la vita più lunga. Forse in fondo è uno come lui che ho sempre sognato. E non ho il coraggio di ammetterlo a me stessa. È un uomo che non inciampa nella vita, ha sempre ottenuto tutto quello che voleva, io ne sono la prova. Sarebbe stato in grado di asciugare tutte le mie lacrime per sempre, sarebbe riuscito a scacciare tutte le paure dalla mia anima.
Questi pensieri mi stanno distruggendo… sento che se una piccola parte di me desidera ancora che lui mi accompagni avanti nel brivido dell’amore clandestino che abbiamo condiviso fin ora non riuscirò mai a dirgli addio.
Si materializza di fianco a me. Balzo in piedi e gli do le spalle. Non voglio guardarlo… non ce la farei mai.
“Sono venuto solo perché mi hai supplicato. Che c’è?”
Mi ero imposta di non piangere ancora per questi pochi minuti ma non riesco a controllarmi. Questo è tutto quello che riesce a dirmi. Dopo che per mesi la mia anima ha sanguinato accarezzata dalle sue mani, so che non mi ascolterà neanche.
“Lucius… io…” dico in un sussurro spezzato. Con quali parole posso rinunciare spontaneamente a ciò che più desidero?
Lo sento avvicinarsi a me. Mi afferra le spalle e mi volta verso di lui con la sua solita fermezza e decisione. Ma questa volta c’è qualcosa di diverso. Tra le lacrime riesco a vedere nei suoi occhi una luce nuova che non ho mai visto prima. Lo stringo forte e sento le sue braccia avvolgersi intorno al mio corpo, ma così delicatamente che sembra quasi che abbia paura di farmi male. Mi accarezza la testa dolcemente mentre io piango e comincio a tremare.
Perché mi fa questo? Perché deve rendere un incubo così bello anche il mio addio?  Mi solleva piano il viso, affonda le mani nei miei capelli e mi bacia.
Ecco. Sto morendo ancora una volta.
Ma questa volta riesce a farmi sentire felice di morire tra le sue braccia. Mi stringe e mi accarezza come ha sempre fatto nei miei sogni più belli. E nelle sue labbra sento un fuoco talmente intenso che potrebbe far ardere la mia anima per tutta la vita.
Ma chissà perché sento che non può durare. Le nostre bocche si disgiungono ma le sue braccia continuano a stringermi. E il suo viso è ancora a pochi centimetri dal mio. Mi bacia sulla guancia, un bacio che mi gela il sangue.
Poi mi sussurra: “Addio” e si allontana.
Se mi avesse piantato un coltello nel cuore mi avrebbe fatto meno male di quell’unica parola che io ho cercato di dirgli per mesi e che lui mi ha detto in un istante senza guardarmi negli occhi.
Ma non riesco ad odiarlo. Perché ora ho finalmente capito tutto. Non ha mai provato alcun piacere nel vedermi soffrire. Non ha del tutto perso la sua anima anni fa per un po’ del potere del Signore Oscuro. Ha insegnato a me che l’amore è un’illusione ma adesso è lui a non crederci più. Sono sempre stata una ragazza forte, bastava fargli conoscere questo mio lato e sarebbe stato mio per sempre. Adesso gli ho fatto capire che conosco solo il dolore, che sono disposta a perdere me stessa per lui. E questo gli è inaccettabile. Dirmi addio senza spiegarmi il perché è il suo modo per farsi odiare. È  il suo modo per smettere di uccidermi. Rinuncia a me perché mi ama. E in un modo incredibile. L’unica cosa che avrei dovuto fare sin dall’inizio era essere me stessa, dimenticare l’autocommiserazione e dirgli che lo amo perdutamente. Adesso capisco che l’unica cosa che voleva veramente insegnarmi è che non serve a niente piangere per sé stessi. L’ha imparato anche lui anni fa nel sangue delle persone che ha ucciso. Ma adesso l’ho capito. E lui non potrà più farmi male. Adesso l’unica cosa che serve sono due semplici parole. E trovo finalmente il coraggio di pronunciarle. Ma forse è troppo tardi.
“Ti amo Lucius!” gli dico in un sussurro.
“Ti amo anch’io Sylvia” mi risponde piano senza voltarsi “ma non mi è così facile piangere per te”.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ObscurePrincess