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Autore: Valeriagp    03/02/2013    3 recensioni
Attenzione! Spoiler sulla 5a Stagione.
Merlin ha cercato Arthur ogni momento delle sue innumerevoli vite. Ormai rassegnato a non vederlo mai più, un viaggio in Metro gli cambierà la vita.
Primo capitolo ispirato ad una fic breve letta su Tumblr mesi fa, di cui purtroppo non ho mai più trovato l'autore.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Thousand Years and Back'
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Quella mattina il cielo grigio non rifletteva per niente l’umore di Gwaine, perché la sua vita era MERAVIGLIOSA!

Aveva appena firmato un contratto da molte migliaia di Sterline per la prossima campagna pubblicitaria di L’Oreal, era reduce da una favolosa settimana di vacanza in Provenza con la sua fidanzata Elena, i preparativi per il matrimonio fervevano e la loro nuova casetta (finalmente nel Centro di Londra!) era quasi pronta... cos’altro poteva desiderare dalla vita?


Di ritorno dall’incontro con la sua agente, con cui aveva fissato un appuntamento quella sera per festeggiare il nuovo contratto, Gwaine decise che aveva proprio voglia di un caffè... aveva chiamato Elena per sapere se lo potesse raggiungere in centro, ma purtroppo lei era in riunione e non sarebbe riuscita a liberarsi, quindi aveva deciso di fermarsi in un qualsiasi bar vicino alla fermata della Metro per rilassarsi un attimo e poter fare qualche telefonata.


Agli occhi di chiunque lo incrociasse, era ben evidente che questo ragazzo fosse un fotomodello: capelli castani mossi e luminosi, occhi castani con lunghissime ciglia, barbetta apparentemente incolta, ma dietro cui c’erano molte ore di studio e lavoro davanti allo specchio; Gwaine possedeva una bellezza dal sapore leggermente etnico che lo rendeva irresistibile a chiunque, uomo o donna che fosse.


Per la firma del suo contratto, aveva scelto un look sportivo ma curato: t-shirt bianca aderente al corpo, jeans scoloriti ad arte che mettevano in risalto il suo delizioso posteriore, e una giacca di pelle nera che ora, visto il tepore che c’era nonostante la giornata grigia, portava poggiata ad una spalla. A completare il tutto, un paio di occhiali da sole stile Aviator che portava sempre nonostante il frequente grigiore del cielo di Londra.


Camminava sull’anonima strada guardandosi intorno, vide un paio di bar che potevano fare al caso suo e del suo appetito, ma qualcosa gli diceva di continuare a cercare... Improvvisamente Gwaine si sentiva strano, come attratto da qualcosa di indefinibile che lo trascinava prima in una direzione, subito dopo in un’altra. Era lievemente confuso, ma imputava il suo disagio alla fame (era ancora digiuno dalla cena di ieri sera) e alle emozioni di quella mattina.


Finalmente quel senso di “attrazione” che provava lo portò davanti alla porta di un anonimo Caffè a poca distanza dall’uscita della Metro, e lui sentì che era il posto giusto. Ma giusto per cosa, si chiese?


Gwaine aprì la porta del Caffè ed entrando a testa bassa si tolse gli occhiali da sole. Sentì delle voci e risate provenire dall’interno del locale, voci maschili, che si stavano avvicinando alla porta mentre lui entrava. Qualcosa gli disse di alzare lo sguardo... E improvvisamente un’ondata di sensazioni, ricordi, familiarità, affetto, sofferenza... lo assalirono contemporaneamente.


Due nomi gli vennero in mente: Arthur e Merlin. Sentiva di conoscere quei due giovani che aveva davanti, ma com’era possibile, dato che non li aveva mai visti in tutta la sua vita? ‘In questa vita, vorrai dire...’ il pensiero si formò nella mente di Gwaine come se fosse lui stesso a rispondere alla propria domanda: un ALTRO sé stesso, vissuto in altri tempi, centinaia di anni fa.


“Gwaine?!?” esclamarono entrambi i giovani.


E allora finalmente Gwaine ricordò chiaramente: chi era stato, cosa aveva fatto, come aveva vissuto e come era morto. E il sovraccarico di informazioni che esplose nella sua testa fece sì che tutto intorno a lui si oscurasse rapidamente.... e poi si spense.


-------


“Merlin, fai qualcosa!!” disse Arthur.


Sollevarono Gwaine dal pavimento su cui era caduto e lo adagiarono delicatamente su una sedia al tavolo a cui erano stati seduti fino a poco prima. La cameriera del bar si avvicinò preoccupata al vedere il ragazzo privo di sensi, ma Merlin le rispose “Non preoccuparti, è un nostro amico, ha solo avuto un calo di zuccheri, portaci un caffè e qualcosa da mangiare, ci occupiamo noi di lui”.


Merlin era incredulo - il suo amico, il suo più caro amico dopo Arthur, era arrivato davanti a loro così, per caso, inaspettatamente. E sembrava essersi ricordato di loro.
 

Arthur diede voce ai pensieri di Merlin e disse: “Non può essere un caso che ci abbia trovati, giusto?”

Merlin rispose: “Non posso credere che si tratti di casualità, Arthur... sappiamo bene che il Fato ha dei disegni inesplicabili ed altri più chiari e di facile interpretazione, e questo sicuramente rientra nella seconda categoria.” Arthur guardò Merlin incitandolo a continuare con lo sguardo.
 

“Arthur, ho l’impressione che il Fato stia riportando insieme il Re, il suo Stregone e i suoi Cavalieri.

Scommetto che Gwaine è solo il primo della lista... Ora che io e te ci siamo ritrovati, dobbiamo aver messo in moto una serie di eventi che faranno sì che gli altri arrivino da noi pian piano per portare a termine il nostro destino, lasciato incompiuto centinaia di anni fa.” Quale fosse il modo in cui ci sarebbero riusciti, Merlin non ne aveva ancora idea...
 

La cameriera arrivò con il caffè ed un croissant alla cannella, e guardò preoccupata Gwaine ancora incosciente.

Arthur disse a Merlin: “Puoi risvegliarlo con la magia? Delicatamente, così che non abbia un altro shock.”
 

Merlin attese che la cameriera si allontanasse da loro, quindi alzò la mano destra e sussurrò un incantesimo... I suoi occhi diventarono d’oro per un istante e Arthur si trovò ad ammirare il suo amico in quell’atto così piccolo, ma che ancora lo affascinava enormemente - visto che aveva potuto vederlo in azione solo per poco tempo prima di andarsene, nella loro precedente vita.


Gwaine aprì gli occhi, ma il suo sguardo era ancora confuso e perso nel vuoto. Dopo qualche secondo, i suoi occhi focalizzarono quello che aveva davanti...


------


...Gwaine non poteva crederci! Il suo amico Merlin, il suo Re e fratello d’armi Arthur, erano lì davanti a lui, in abiti moderni, che lo guardavano con curiosità e un filo di preoccupazione.

Ora ricordava tutto... era come se al vedere i loro volti, la barriera mentale che bloccava tutta la consapevolezza della sua altra vita fosse crollata e avesse fatto uscire tutto insieme. Ora ricordava perfettamente Camlann, Eira e il suo tradimento, la sua decisione di partire per andare a cercare Morgana con Percival - PERCIVAL! Dov’era il suo compagno? Si guardò intorno e vide che erano solo loro 3. La delusione fu scottante ma durò solo qualche momento.


Finalmente reagì alla confusione che ancora lo avvolgeva e si lanciò ad abbracciare i suoi amici.

“Merlin! Arthur! Cosa... cosa? Cosa fate qui? siete voi? Vi ricordate di me? E’ incredibile rivedervi!”


Merlin e Arthur lo strinsero forte, e fu Arthur a parlare per primo: “Gwaine, è bellissimo rivederti! Certo che ci ricordiamo di te, come potrei mai dimenticare il cavaliere più pigro e ubriacone che io abbia mai avuto?” I tre si fecero una sonora risata e sciolsero lo strano abbraccio che li univa.


Merlin sorrise e diede una pacca sulla spalla a Gwaine, che ricambiò il gesto anch’egli con un enorme sorriso sul volto. Merlin disse: “Gwaine, cosa ricordi?”


Il giovane rispose: “Adesso, tutto. Fino a 5 minuti fa non avevo nemmeno idea di aver vissuto in un altro tempo prima di questo. E’ stato lo stesso anche per voi? Quando vi siete incontrati?”

Arthur rispose: “Io e Merlin ci siamo incontrati questa mattina, poche ore fa, ma abbiamo sempre ricordato i tempi di Camelot, fin dalla nostra infanzia. O dalle molte infanzie, nel caso di Merlin...”

Gwaine guardò il suo amico con aria perplessa e Merlin continuò il discorso che Arthur aveva iniziato, spiegando a Gwaine cosa gli era successo da quando si erano salutati davanti alla grotta dei Cristalli.

Nel mezzo del racconto, arrivò il momento che Merlin temeva di più: doveva rivelare la sua magia a Gwaine.

“Gwaine... c’è una cosa che non sai di me. Ed è tra l’altro il motivo per cui io ho vissuto molte vite nell’attesa del ritorno del Re. Io...”

Al che Gwaine si intromise nel discorso e disse “...tu hai la magia vero? Sei uno stregone...”

Merlin ed Arthur si guardarono stupiti e Merlin chiese: “Lo sapevi?!?”


Il giovane rispose: “L’ho sempre sospettato. Quando sei venuto a cercarmi per aiutare Arthur nella sua ricerca del Re Pescatore, ho ascoltato di nascosto quello che ti ha detto il Guardiano del Ponte, che tu eri la Magia; all’inizio non ci potevo credere, tu eri lo sbadato e buffo servitore senza particolari abilità che conoscevo, ma da lì in poi ho cercato di fare più attenzione a te, e a come ti comportavi, e quello che ho visto mi ha completamente convinto.
 

Sei sempre stato il più coraggioso di noi tutti, non ti sei mai tirato indietro davanti a nessuna sfida, mostro o minaccia; eri sempre in prima linea per salvare la vita di questo babbeo qua” - Arthur rifilò un sonoro e amichevole ceffone dietro il collo a Gwaine, a questo punto - “E soprattutto ne uscivi sempre vivo e illeso. Le parole di quell’uomo avevano assolutamente senso!”
 

Merlin allora sorrise, piuttosto colpito dalle parole di Gwaine, e gli disse “E che cosa pensi dei miei poteri? Non ti spaventa sapere che se volessi potrei trasformarti in un rospo seduta stante?”

Gwaine rispose: “Il fatto che tu potresti farlo, e non lo abbia mai fatto, mi basta come dimostrazione della tua buona fede, amico mio. Vuoi sapere cosa penso davvero? Che sono orgoglioso di poter chiamare ‘amico mio’ uno stregone così potente, nonché una persona dall’animo gentile e generoso come te.” Sottolineò questa frase con un cerimonioso inchino della testa, che sicuramente era un gesto che apparteneva più alla sua vita passata che a questa.


Merlin gli sorrise a questo punto, imbarazzato ma profondamente compiaciuto della reazione del suo amico, e Gwaine pensò bene di rompere l’atmosfera seria che si era instaurata dicendo: “Merlin, quindi quanti anni hai vissuto? Millecinquecento? ma sei decrepito! mi sa proprio che da ora in poi ti chiamerò Nonnetto!” Gwaine si guadagnò un ceffone anche da Merlin, ma tutti e 3 i ragazzi si misero a ridere, molto più sereni ora che questo punto chiave del racconto era stato superato.


Dopo qualche secondo, Gwaine si fece serio e pensoso, il che stupiva anche lui stesso, ma improvvisamente aveva ricordato una cosa importante che doveva dire.

“Arthur, Sire, io devo chiederti perdono” e a dire ciò si inginocchiò di fronte a lui.

Arthur, un po’ allarmato dal fatto che la cameriera del Caffè a questo punto li guardava piuttosto esterrefatta, cercò di far alzare Gwaine che però rimaneva fermamente a terra.

“Gwaine, di cosa mai dovresti chiedermi scusa? Alzati ti prego!”


Gwaine era così addolorato a ricordare gli ultimi momenti della sua vita precedente, che non riusciva nemmeno ad alzare il viso per guardare negli occhi Arthur.

“Mio Re, sono stato io che vi ho traditi. E’ stata colpa mia se Morgana vi ha trovati. Lei ti ha ucciso per colpa mia. Non farò mai abbastanza nei tuoi confronti per espiare questa colpa.”


Merlin allora posò una mano sulla spalla dell’amico, e con voce dolce e gentile disse: “Gwaine, il fatto che Morgana ci abbia trovati non ha causato la morte di Arthur. Lui sarebbe comunque morto, è stato Mordred a Camlann a trafiggerlo, ed una scheggia della sua lama è rimasta nel corpo di Arthur e si è spostata lentamente fino ad arrivare al suo cuore. Il fatto che Morgana ci abbia trovato ha fatto solo sì che io potessi ucciderla. Sei un eroe Gwaine... sei stato tu a mettere fine a quella guerra. Solo grazie a te la follia di Morgana fu finalmente fermata!”


Gwaine rimase un momento in silenzio, poi finalmente raccolse il coraggio per alzare gli occhi e guardare i suoi amici. “Dici... davvero? Merlin non lo stai dicendo per consolarmi vero?”

“No Gwaine,” disse Arthur, “E’ andata esattamente così. Ti sono grato, ora che so che è grazie a te che abbiamo sconfitto Morgana.”

E Arthur si chinò appoggiando a terra un ginocchio, e strinse la mano di Gwaine. Il cavaliere era commosso, nella sua testa passavano mille pensieri, ma il principale era che non aveva tradito i suoi amici, e di questo era enormemente felice. Arthur lo aiutò ad alzarsi, e si scambiarono il saluto dei cavalieri, finalmente sorridenti entrambi.


“Cosa ne dite, voi due, di spostarci da qualche parte dove non attireremo così tanta attenzione?” disse Merlin, adocchiando con aria preoccupata la cameriera che stava parlando al telefono in maniera concitata.

Arthur ribadì quanto detto prima a Merlin, cioè che potevano spostarsi a casa sua, così i ragazzi pagarono il conto alla preoccupata cameriera (che aveva evidentemente ascoltato parte della loro conversazione e pensava che fossero dei pazzi) ed uscirono.

Il viaggio in Metro fu molto silenzioso: avevano tutti e 3 imparato la lezione! Non volevano attirare ulteriore attenzione su di loro.


Scesero alla fermata che distava un centinaio di metri da casa di Arthur, e Gwaine e Merlin camminavano fianco a fianco seguendo il loro amico mentre li guidava verso l’ingresso del suo appartamento. Gwaine guardò Merlin con un’aria sorniona, e dopo aver dato all’amico una leggera spallata, gli disse: “Allora, Merlin, come è stato reincontrare l’amore della tua vita?”

Merlin sgranò gli occhi, guardò verso Arthur (che miracolosamente non dava segni di aver sentito), si girò verso Gwaine e, con espressione indignata, disse: “Gwaine! Ma cosa stai dicendo!! Arthur è..” “Si, lo so, è un tuo ‘amico’... vecchia storia Merl, ma ho vissuto abbastanza con voi per sapere che questa è la risposta che vi siete sempre dati per non affrontare la questione... E anche adesso, mio caro... i miei occhi funzionano molto bene, e vedo perfettamente il modo in cui vi guardate: vi mangiate con lo sguardo, mi chiedo come sia possibile che non vi siate ancora saltati addosso!”


Merlin, rosso in viso e con un’espressione che era un misto di imbarazzo e indignazione, stava per rispondere a Gwaine, quando Arthur si girò e disse: “Siamo quasi arrivati, è dietro l’angolo.”

Merlin fissò Gwaine con uno sguardo che significava “Questa me la paghi” e “Ne riparliamo dopo”, e i due seguirono Arthur fino al portone di un condominio di lusso.
Arthur digitò un codice sul tastierino numerico accanto alla vetrata che componeva la porta, che si aprì scorrendo lateralmente.


Gwaine commentò “Wow, che gran figata!” e tutti e 3 entrarono nell’ingresso del palazzo, dove vennero accolti da un omone dalle spalle incredibilmente larghe, alto almeno due metri, in completo nero, con un auricolare inserito all’orecchio destro, che fissò Merlin e Gwaine, come per studiarli, e fece il saluto militare a Arthur, dicendogli “Signore”; Arthur ricambiò il saluto, formale, e si diresse verso l’ascensore.
 

Merlin e Gwaine sgranarono gli occhi, seguirono Arthur, e una volta che le porte dell’ascensore si furono chiuse, Gwaine chiese: “Arthur, ma chi diamine sei in questa vita?”
 

Arthur dopo qualche secondo di esitazione, rispose: “Sono un Agente Segreto, al servizio di Sua Maestà.”
  
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