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Autore: chiara05    03/02/2013    4 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SEI MIA

 

C'era troppo spazio. Quando Caroline si rigirò tra le lenzuola il letto le parve incredibilmente freddo e vuoto. Aveva forse sognato di dormire insieme al suo peggior nemico, Klaus? No, era stato tutto reale, poteva capirlo dal calore che le braccia di lui avevano lasciato sul suo corpo e dall'odore di uomo sul cuscino.

«Ti sei svegliata finalmente» una voce femminile la fece sobbalzare. Non si era accorta che Rebekah, comodamente seduta sella poltrona di fianco al letto, si stava facendo le unghie aspettando il suo risveglio.

«Rebekah» disse posandosi una mano sul petto cercando di rallentare il battito cardiaco «Cosa ci fai qui?»

«Mi pare ovvio» affermò la vampira.

«Non per me» precisò l'umana quando capì che l'altra non le avrebbe fornito ulteriori spiegazioni.

«Aspetto pazientemente che tu ti prepari per poter fare una passeggiata. C'è un grazioso laghetto nel bosco della proprietà che devi assolutamente vedere. Quindi su su, alzati e preparati, se tra cinque minuti non sarai pronta verrò a prenderti io e non sarò molto buona» e sparì prima che Caroline potesse dire una parola.

 

 

Perchè se ne era andato? Si era pentito? Era la prima volta che dormiva con un uomo, o con un altra persona, e non sapeva cosa pensare. Giuseppe si sarebbe sicuramente infuriato e preoccupato per la sua virtù, Damon si sarebbe fatto una bella risata e Stefan avrebbe temuto che lei potesse soffrire.

«Cosa ti prende oggi? Hai spiccicato si e no due parole da quando siamo uscite» la riprese Rebekah. Caroline arrossì di colpo sentendosi colpevole e imbarazzata.

«È rossore quello che vedo sulle tue guance?» continuò l'altra. Intuì subito quale doveva essere la causa.

«Mio fratello ha qualcosa a che fare con tutto questo?»

«Non capisco a cosa ti riferisci» tentò di difendersi la Forbes.

«Mi riferisco a quel ragazzo che questa mattina è sgattaiolato fuori dal tuo letto poco prima che tu ti svegliassi» asserì con un sorriso di trionfo.

Caroline capì che tentare di negare era inutile «Abbiamo solo dormito, lo giuro»

«Non ti devi giustificare» sicuramente non con me pensò l'Originale che in tutti quei secoli non si era limitata a dormire con il sesso opposto.

«Non è esattamente il comportamento che una donna nubile dovrebbe tenere» riflettè la ragazza.

«Credevo che grazie alla tua... possiamo chiamarla professione? Fossi più libera delle donne comuni» Rebekah pensava che, essendo una cacciatrice, fosse esonerata da quella barbara convenzione che imponeva la subordinazione del gentil sesso rispetto all'uomo e tutto ciò che comportava.

«Si lo sono, ma ecco, io non...non ho mai trasgredito a nessuna regola in quel senso»

«Lascia che ti sveli un segreto Caroline» le disse ammiccando «La vita è molto più divertente quando puoi usufruire della distrazione di un bel corpo maschile»

Era la frase più dissoluta che avesse mai sentito pronunciare da una donna. Dopo gli ultimi giorni passati con Klaus, però, non poteva che darle ragione. Questo pensiero fece riaffiorare il rossore sulle sue gote così decise di cambiare argomento.

«Perchè non volevi far sapere a Niklaus che ci eravamo già incontrate?» questa domanda le frullava nel cervello da quando era arrivata nelle tenuta Mikaelson per la prima volta.

«Vedi, per mio fratello la fiducia è tutto. Non volevo che si sentisse tradito sapendo della nostra breve tregua. Teoricamente avrei dovuto ucciderti, non proporti un'amichevole chiacchierata» come dovrebbe uccidermi lui non potè fare a meno di dirsi l'umana.

«Pensi che mi farà del male?» magari sua sorella non era la persona migliore da cui ottenere una risposta oggettiva ma doveva esprimere i suoi dubbi o sarebbe esplosa.

«No, almeno non fisicamente» le rispose la vampira «Siamo arrivate».

Quello che si estendeva di fronte a loro non era esattamente un lago. Era più un grande bacino d'acqua all'interno di un fiumiciattolo. Era circondato da alberi e roccia, l'acqua mantenuta fresca e pulita da una piccola cascata. Era un panorama bellissimo che trasmetteva una sensazione di tranquillità e pace. Ancora più bello fu lo spettacolo che seguì. Klaus che emergeva dalle profondità della pozza con la camicia bianca e i pantaloni blu incollati al corpo mentre con una mano si ravviava i capelli color miele per scostarli dagli occhi. Caroline dovette ricordarsi di respirare, le aveva tolto il fiato.

«Dormito bene amore?» le domandò lui avvicinandosi alla riva, immerso fino alle ginocchia. Era aprile, non il periodo ideale per fare una nuotata, ma quella mattina era stato necessario. Quando si era svegliato la ragazza era ancora parzialmente sdraiata su di lui, sentiva il suo respiro sul collo e la sua gamba destra che continuava a stuzzicare la sua “felicità” mattutina. Un bagno freddo era stato l'unico rimedio per non strapparle i vestiti di dosso e svegliarla con un appassionato assalto amoroso.

«Non bene come avrei dormito se fossi stata sola» gli mentì lei, era stata la dormita più bella e riposante della sua vita, si era sentita al sicuro tra le sue braccia e doveva fare il possibile per soffocare questi sentimenti, odiarlo era la missione della sua vita.

«Si» replicò lui con un sorriso furbo sul volto «immagino sia per questo che sei stata avvinghiata a me tutta la notte»

«Probabilmente stavo sognando qualcun'altro. Non ero cosciente, altrimenti non l'avrei mai fatto. Io ti detesto» una parte di lei desiderava che fosse vero.

Klaus non riusciva a capire se era più deluso, triste, arrabbiato per le sue parole o geloso per questo fantomatico altro. Nel dubbio la prese e la buttò in acqua.

«Farabutto è gelata» gli ringhiò contro Caroline. Adesso anche lei era avviluppata dal vestito color panna a maniche corte che, così stretto intorno al corpo, lasciava ben poco all'immaginazione. L'Originale senza riuscire a controllarsi si avvicinò pericolosamente a lei. Tra di loro c'era soltanto una spanna d'aria. La ragazza, capendo il pericolo che correva di cedergli, cercò con lo sguardo Rebekah nella speranza di un aiuto.

«Dov'è tua sorella?» gli chiese non vedendola

«Se n'è andata quando sei caduta in acqua» strano non se ne era neanche accorta. Aspetta un secondo ragionò subito dopo.

«Caduta?» gli urlò infuriata «Io non sono caduta in acqua. Sei stato tu, essere spregevole, a buttarmici dentro» lo accusò puntandogli il dito contro il petto.

«Spregevole eh?» era stranamente divertito dalla situazione e dall'affettuosa collera della cacciatrice.

«Assolutamente si» non parve convincente nemmeno alle sue stesse orecchie. Come poteva esserlo quando era distratta da quegli occhi blu e da quel petto solido e invitante che stava toccando? Inevitabilmente diminuì di un poco le distanze tra i loro corpi.

«Non ti disgustavo così tanto quando l'altra notte mi hai baciato» il tono di lui si era fatto più basso e roco, le loro labbra a tre centimetri di distanza.

«Ti sbagli, cercavo solo di distrarti per scappare» era senza speranze, anche a lei era sembrata la scusa più idiota che avesse mai propinato.

«Solitamente tu fuggi avvinghiandoti al tuo rapitore?» rispose lui ridacchiando «Salvatore non deve averti insegnato bene» Caroline ricordandosi improvvisamente della sua famiglia piombò nella tristezza. Cosa stava facendo? Avrebbe dovuto pianificare la morte del vampiro non cedere pian piano alla sua seduzione.

Klaus vedendo il cambiamento d'animo della ragazza si maledisse per aver tirato fuori l'argomento. Si sentiva stranamente e sorprendentemente turbato nel vederla amareggiata. Voleva tirala su di morale ma non sapeva come fare. Seguendo l'istinto le accarezzò dolcemente il viso. Capì che stava facendo la cosa giusta quando ella appoggiò la guancia sulla sua mano e chiuse gli occhi. Lei sapeva che stava sbagliando ad incoraggiare il suo gesto, ma quando la toccava non riusciva a ragionare, diventava sua.

Quando riaprì gli occhi incontrò quelli di lui che bruciavano di passione tanto da sembrare neri. Era certa solo di una cosa. Lo voleva.

«Baciami» gli sussurrò. E lui, senza farselo ripetere due volte, l'accontentò. Era dalla notte precedente che desiderava farlo, la bramava a tal punto da esserne consumato. La afferrò alla vita stringendola a lui e si impossessò delle sue labbra bruciandola con la sua passione. Lei rispose con altrettanto ardore gettandogli un braccio al collo, l'altro braccio era ripiegato tra i loro corpi e, con la mano infilata sotto la camicia di lui, gli sfiorava il petto con le dita facendolo rabbrividire. Quando Klaus capì che stava per perdere il controllo si stacco da lei e appoggiò la fronte sulla sua. Rimasero così fino a quando il battito dei loro cuori e i loro respiri tornarono normali.

«Devo andare adesso, ho del lavoro da sbrigare» le disse soavemente.

«E io cosa faccio?» domandò lei perplessa. Avrebbe voluto baciarlo per tutto il giorno ed era sicura che lui sarebbe stato d'accordo se avesse potuto.

«Cosa facevi di solito a casa tua?» le chiese pensieroso.

«Mi allenavo» Klaus sorrise, sapeva esattamente cosa fare.

«Vieni con me» con un movimento fluido la prese in braccio ed uscirono dall'acqua.

 

* * *

 

Damon si trovava davanti al negozio di stoffe di Liz Forbes.

La notte precedente, lui e Rose, si erano dati appuntamento lì davanti per cercare informazioni sul Grimorio Bennett.

In un'altra situazione avrebbe indagato insieme a Stefan ma aveva deciso di lasciare tutti all'oscuro della sua alleanza con la bella vampira; per quanto sembrava volesse aiutarli era sempre una non morta e non si fidava completamente di lei. Il rischio del doppio gioco da parte della donna era alto e voleva proteggere suo fratello.

«Buon giorno Damon» una voce dietro di lui lo riscosse dai suoi pensieri.

«Buon giorno a voi dolcezza. Sono felice di constatare che siete splendida anche alla luce del sole» le disse seducente provocando un sorriso a Rose.

«Riservate i vostri complimenti per situazioni più divertenti, abbiamo del lavoro da svolgere»

«Avete ragione» le rispose diventando serio «Io so il motivo per cui mi trovo qui, ma mi domandando quale sia il vostro» non potè fare a meno di domandarle.

«Vi basti sapere che voglio eliminare Niklaus. Potete fidarvi di me Damon, ve lo assicuro»

«Come fa mio padre?» ancora non riusciva a comprendere cosa avesse spinto Giuseppe, l'uomo più inflessibile su questa terra, a scambiarsi informazioni con lei.

«Dubito che vostro padre si fiderebbe di me se sapesse che sono un vampiro»

«Come potrebbe non saperlo? È piuttosto evidente» replicò indicandola con una mano. Lui aveva capito tutto guardandola solo di sfuggita, come era possibile che il patriarca Salvatore non se ne fosse accorto? Con l'età stava forse perdendo colpi? Eppure non era così vecchio.

«Semplice. Non vuole vedere»

Damon annuì. Questo poteva concepirlo, in fondo lui aveva scoperto che voleva essere un cacciatore solo dopo quell'episodio a Parigi, prima aveva sempre dato la colpa della sua condizione a suo padre.

«Cosa ci facciamo qui?» le domandò cambiando argomento. Non voleva pensare a quel periodo doloroso e confuso della sua vita.

«La strega Bennett era amica con Mrs Forbes. Forse questa donna può darci qualche indizio su dove sia nascosto il Grimorio. A dire il vero mi chiedo come mai voi e vostro padre non ci abbiate pensato prima» era strano che non avessero considerato quell'opportunità. Il ragazzo sapeva bene qual era la risposta. Liz Forbes era la madre di Caroline. Sapeva che la sua sorella adottiva era molto affezionata alla donna quando era piccola, ma da quando era entrata a far parte della sua famiglia non aveva più avuto nessun contatto con lei, come nessuno di loro. L'ultima volta che aveva visto Mrs Forbes era stato dieci anni fa, quando una Caroline bambina, triste e spaventata era stata scaricata davanti ai cancelli della tenuta Salvatore.

«Motivi personali» replicò lui vago.

«Siete pronto ad accantonarli?» si assicurò Rose. Dopo un cenno di assenso da parte dell'uomo continuò «Bene. Fingeremo che io sia la vostra amante londinese e che voi mi dobbiate regalare un abito nuovo. Cosa ne pensate?» che vorrei fosse vero pensò Damon guardando la figura snella e slanciata della vampira.

«Non vedo perchè no, dolcezza» la prese a braccetto ed entrarono nel negozio.

 

* * *

 

Caroline fu condotta in un'ampia stanza circondata da armi e specchi. Una stanza per l'allenamento. Davanti a lei Giles, il maggiordomo, l'aspettava vestito con una tunica bianca.

«Non capisco» chiese a Klaus perplessa «cosa ci facciamo qui?»

«Il signor Giles ti insegnerà delle nuove tecniche di lotta. Se ne hai voglia naturalmente» le rispose cercando di capire cosa le passasse per la testa.

«Nuove?» la ragazza era ancora più confusa. Che abilità poteva insegnarle che già non conoscesse? Si domandò spostando lo sguardo sull'uomo dai capelli grigi.

«Si signorina, vi mostrerò le arti orientali» le spiegò l'umano «Non è facile impararle, ma quando lo si fa si acquista una potenza non indifferente» aveva un'espressione cordiale che la mise subito a suo agio.

«E tu mi lasceresti acquisire delle tecniche con cui in futuro potrei batterti?» esclamò incredula tornando a concentrare la sua attenzione sul vampiro che scoppiò a ridere.

«Diventerai più forte amore, ma non abbastanza da battermi te lo assicuro» il suo tono sicuro di sé la irritò.

«Lo vedremo» replicò altezzosa Caroline.

«La affido a te Giles» disse tranquillamente Klaus al maggiordomo, ma il suo sguardo gli trasmetteva un ulteriore messaggio: se le capita qualcosa dovrai vedertela con me.

«Si signore» rispose l'altro. Quando l'Originale uscì dalla stanza si piegò fin quasi a toccare il pavimento. La gamba destra piegata, quella sinistra distesa in avanti e le braccia speculari ai suoi arti inferiori.

«Cominciamo?» le domandò invitandola ad avanzare verso di lui con la mano sinistra.

«Si» la ragazza imitò la sua posizione di lotta «sono pronta».

 

* * *

 

Damon e Rose entrarono nel negozio e guardarono un paio di stoffe fino a quando Liz non si accorse di loro.

«Buon giorno signori, posso aiutarvi?» chiese cordialmente ai giovani. Il ragazzo non rispose ma la fissò intensamente. Non era cambiata molto in dieci anni e somigliava a Caroline, avevano gli stessi occhi azzurri. La vampira, vedendo che il suo complice non apriva bocca parlò.

«Io e il mio amico siamo qui per farmi confezionare un abito. Non è vero Mr Salvatore?» al suono di quel nome la donna bionda perse tutta la sua gentilezza e piantò lo sguardo freddo su Damon.

«Cosa volete da me?» anche la sua voce era diventata dura.

«Mi pare che la signorina ve lo abbia già spiegato. Sento questo strano desiderio di comprarle un abito» sorrise a Rose nonostante fosse teso.

«Non usate trucchetti con me Mr Salvatore, so chi siete» ribattè sprezzante.

«Bene allora» il ragazzo era contento di poter abbandonare quella farsa «Vorremmo delle informazioni su Emily Bennett» le comunicò andando dritto al sodo.

«Dovreste lasciare che i morti riposino in pace»

«Lo farò quando otterrò quello che voglio»

«E cosa sarebbe di grazia?»

«Il Grimorio» era un brivido di paura quello che aveva appena attraversato la spina dorsale di Mrs Forbes?

«Non so dove sia» replicò dopo un attimo di silenzio «Non posso aiutarvi»

Rose decise di intervenire «Forse conoscete qualcuno che possa saperlo» Liz non sapeva cosa fare, aveva giurato a sé stessa che non avrebbe mai più avuto niente a che fare con quella strega.

«Il vostro aiuto potrebbe essere decisivo per il futuro di vostra figlia» tentò di convincerla Damon captando il suo tentennamento. Non si aspettava che la risposta della donna potesse essere così glaciale e piena di odio.

«Non ho più una figlia. È vostra adesso»

Damon era infuriato per colpa del suo atteggiamento e delle sue parole «Magari non vi interessa il destino di Caroline ma con il vostro intervento potremmo evitare una miriade di omicidi per colpa di quei maledetti succhia sangue».

La sua complice vampira ignorò l'esplicito insulto che conteneva la sua frase, era incuriosita dal dramma familiare che stava avendo atto davanti ai suoi occhi.

«Andate da Megan Fell. Se c'è qualcuno con delle informazioni è lei. Ora vi chiedo di uscire dal mio negozio» ordinò sparendo nel retro del locale.

La coppia soddisfatta se ne andò.

 

* * *

 

Stefan, come ogni giorno, stava facendo delle serie di addominali sdraiato sul tappeto della sua camera. Si sarebbe allenato con Damon ma non riusciva a trovarlo.

«Se alzi i piedi dal pavimento non vale fratellino» ed ecco che, come al suo solito, sbucava quando meno te lo aspettavi.

«Dove sei stato?» lo interrogò ignorando la provocazione «è tutto il giorno che ti cerco»

«Avevo un appuntamento» gli rispose vago ma cercando di essere il più sincero possibile. Odiava mentirgli.

«Non cambierai mai» Stefan scuoté la testa rassegnato «Noi abbiamo bisogno di te e tu cosa fai? Vai a divertirti nel letto di qualche soave fanciulla» il moro fu ferito da queste parole, ma come poteva biasimarlo? Non potendo confessargli la verità e visti i suoi precedenti, era normale che avesse quella reputazione. Preferiva che lo disprezzasse piuttosto che fosse in pericolo.

«Come fai a essere sicuro che fosse un letto?» replicò mascherando dietro il sarcasmo i suoi veri sentimenti «Ci si può sdraiare in molti posti fratellino. E ci sono tanti altri modi per... »

«Lo so Damon. Non ho bisogno di lezioni sull'argomento» lo interruppe bruscamente e un po' imbarazzato il piccolo Salvatore. Damon era sorpreso, non sapeva che suo fratello avesse un interesse amoroso. A quanto pare non sono l'unico ad avere dei segreti pensò divertito.

«Davvero? E posso sapere chi sarebbe la fortunata?» gli chiese ammiccando.

«A differenza di certe persone io non mi vanto delle mie conquiste» arrossì facendo ridere il suo fratellone.

«Va bene Mr Gentleman, lasciamo perdere».

Stefan per paura che ricominciasse a fare congetture su quell'argomento usò la tecnica di famiglia: Cambiare argomento.

«Sono preoccupato per Caroline. Credi che resisterà fino a quando Jane Bennett avrà fatto l'incantesimo per impedire agli Originali di entrare in casa e vendicarsi su di lei?»

«Certo» tentò di rassicurarlo benché fosse anch'esso preoccupato per la ragazza, anche se per motivi differenti «In fondo è una Salvatore» disse ripensando alle parole di Liz Forbes, è vostra adesso.

«Non riesco a stare qui con le mani in mano. Dobbiamo fare qualcosa» gli confessò Stefan camminando avanti e indietro per la stanza.

«Ho già pensato a tutto» gli disse con lo stesso tono che usava quando, da bambini, voleva convincerlo a fare una marachella «Andiamo in perlustrazione».

 

* * *

 

Caroline si stava allenando con il signor Giles da ore ormai. Era incredibile come un uomo sulla cinquantina e un po' appesantito potesse essere così agile, preciso e veloce. Le aveva insegnato qualche mossa e adesso stavano combattendo con le spade.

«Ti stai ancora allenando? Non sei stanca?» le domandò Klaus entrando nella stanza.

La ragazza notando la sua presenza si distrasse quanto bastava per permettere al suo avversario di procurarle un leggero taglio alla mano destra. Il vampiro sentendo l'odore del sangue fece cenno all'umano di andarsene e questo, anche se dubbioso, obbedì.

Quando furono soli l'Originale le si avvicinò.

«Scusa non volevo distrarti» le disse guardandola addolorato. Non voleva che soffrisse a causa sua.

«Non fa niente» tentò di rincuorarlo notando il suo sguardo «è solo un taglietto» e per dimostrarglielo girò il palmo in alto verso di lui.

Alla vista del sangue Klaus sentì il cuore perdere qualche battito. La voleva in tutti i modi possibili, questo includeva anche quello dei vampiri. Prese la mano ferita e la avvicinò maggiormente al suo viso. Caroline realizzò che mostrare ad un non morto la lacerazione non era stata una mossa intelligente, ma come sempre quando c'era di mezzo lui non riusciva a ragionare.

Lui puntò i suoi occhi in quelli di lei scrutando ogni sua reazione e lentamente, con la punta della lingua, leccò via il sangue dalla sua mano. Quando assaporò la ragazza chiuse gli occhi, i canini si allungarono e le vene intorno agli occhi si gonfiarono rivelando la sua vera natura. La cacciatrice sapeva che avrebbe dovuto esserne disgustata e spaventata, ma tutto quello che voleva era continuare a sentire le sue carezze umide sulla pelle. Lui riaprì gli occhi temendo un rifiuto da parte della bionda. Per la prima volta si vergognò del suo vero volto, quello di un predatore. Ma come sempre lei non lo deluse, con uno sguardo lascivo piegò il collo di lato per permettergli un miglior accesso al suo collo. Voleva davvero che la mordesse? Lui lo desiderava con ogni molecola del suo corpo e lei si sentiva eccitata da quel gesto intimo e proibito che era donargli il suo sangue. Klaus cingendole la vita cominciò a baciarle quella porzione di pelle sotto cui la vena pulsava prepotentemente, la accarezzò con la lingua pregustandone il sapore caldo fluire nella gola.

«Toglimi le mani di dosso lurido succhia sangue» un urlo squarciò l'aria interrompendo quel momento perfetto. Il minore dei Salvatore si stava dibattendo contro una guardia dei fratelli Mikaelson che lo trascinava per il corridoio.

«Stefan» mormorò Caroline tornando alla realtà.

Dentro l'Originale montò una furia omicida, non solo quel lurido cacciatore era entrato in casa sua ma aveva anche interrotto il suo meraviglioso sogno che diventava realtà.

In un secondo Rebekah fa accanto a lui. Non avevano bisogno di parlare, si intendevano alla perfezione; lei avrebbe condotto l'umana nella sua stanza e lui sarebbe andato a ricevere i suoi sgraditi ospiti.

 

* * *

 

Quando Klaus entrò nel salone Elijah era comodamente seduto sul divano di fianco al camino intento a parlare con i fratelli Salvatore.

«Cosa succede?» gli domandò imperioso e infuriato.

«Sono stati catturati intorno alle mura, ma non vogliono dirmi cosa ci facevano lì» rispose suo fratello con la sua solita aplomb.

Riusciva a sentire Caroline urlare a Rebekah di lasciarla andare, che voleva vedere quei due umani senza valore.

«Lasciala andare lurido parassita» gli intimò Stefan quando sentì gli strilli della ragazza. Niklaus lo fulminò con uno sguardo omicida, apriva e chiudeva il pugno abbandonato lungo il fianco, gli tremavano le mani, non me la porteranno via, non voglio che me la portino via continuava a pensare.

«Calmo fratello» disse Damon al minore dei Salvatore notando l'agitazione del vampiro.

«Dovresti ascoltare il suo consiglio giovane cacciatore» lo ammonì Elajah che conosceva il carattere di Klaus.

«Ve lo chiederò solo per questa volta, quindi vi conviene rispondere» chiese quest'ultimo palesemente furioso «Cosa stavate facendo nella mia proprietà?»

«Volevamo solo assicurarci che avessi mantenuto la parola e che nostra sorella stesse bene» gli rispose Damon tranquillamente.

«Vi posso garantire che non potrebbe stare meglio» replicò sinceramente, non le aveva fatto niente che lei non volesse.

«Allora lasciacela vedere»

«No» non me la porterete via si ripetè il vampiro.

«Non essere così precipitoso» lo riprese Elajah. Da uomo virtuoso qual era era ancora fedele al Patto stretto con le famiglie Fondatrici e cercava di arrivare ad un compromesso «Ci date la vostra parola d'onore che una volta vista ve ne andrete?» domandò ai fratelli Salvatore.

Stafan stava per parlare ma il maggiore dei due lo precedette «Si»

«Niklaus?» questa volta il vampiro dai lunghi capelli si rivolse al suo iroso fratello.

Klaus non voleva accettare ma si ricordava troppo bene l'espressione che Caroline aveva avuto quella mattina al lago pensando a loro «Elijah vi accompagnerà nel giardino sul retro. Lì potrete vederla alla finestra» concesse.

«Come possiamo assicurarci che stia bene se non possiamo neanche parlarle in privato?» replicò il piccolo Salvatore.

«Avete chiesto di vederla, non di fare conversazione» gli disse il vampiro sbuffando.

«Questo è un raggiro bello e buono» continuò Stefan rischiando di far perdere il controllo all'Originale.

«Dovevate essere più specifici sulle richieste. O questo o niente» intervenne il maggiore degli Originali.

«Siete fortunati che non vi stacchi la testa» precisò Klaus.

«Potresti farlo è vero, ma poi lei ti odierebbe» non potè fare a meno di provocarlo Damon.

«Non vedo perchè dovrebbe importarmi» rispose l'altro alzando le spalle. Stava mentendo e in quella stanza lo sapevano tutti, tutti tranne Stefan che, vedendo il mondo o nero o bianco, non poteva concepire una tensione romantica tra la cacciatrice e il vampiro.

 

* * *

 

Caroline era affacciata alla finestra aspettando di vedere i fratelli Salvatore. Quando finalmente apparvero nella sua visuale fu invasa dalla gioia.

«Ciao» disse ad entrambi con un sorriso a trentadue denti.

«Ciao bambolina» le rispose Damon sorridendo di rimando. Stefan si limitò a guardarla tristemente.

«State bene? Siete feriti?» domandò lei preoccupata.

«Siamo illesi. E non devi preoccuparti per noi Care, sei tu che sei intrappolata nella casa di un mostro» sbottò il piccolo Salvatore amareggiato.

La ragazza non voleva che la pensasse in quel modo «Io sto bene Stef» più che bene si disse pensando a Klaus e alla sua amicizia con Rebekah.

«Presto ti libereremo Care devi stare tranquilla» continuò il cacciatore castano. Ma lei non era sicura di voler essere liberata.

«Non fate niente di stupido vi prego. Se vi succedesse qualcosa ne morirei»

«Tranquilla bambolina ci penso io a lui» la rassicurò il moro dopo averla osservata attentamente.

«Grazie Damon» gli mimò lei con le labbra.

«Cosa stai dicendo?» domandò Stefan incredulo «Anche tu vuoi che torni a casa» si sentiva tradito, inoltre l'idea di intrufolarsi lì era stata sua e adesso cambiava idea?

«No, io voglio che sia al sicuro e penso che per il momento qui lo sia» precisò suo fratello.

«Ti sbagli. Vi sbagliate, lui è un assassino, un essere immondo, un...»

«Smettila» proruppe la giovane senza riuscire a trattenersi, non sopportava che dicesse quelle cose del suo Originale perchè aveva paura che fossero vere.

«Smetterla? Cosa ti succede? Loro sono vampiri Caroline» adesso Stefan stava urlando.

«Lo so ma questo non implica necessariamente che siano malvagi» tentò di spiegargli, di convincerlo, di convincersi.

«Sei uscita fuori di senno? Ti senti mentre parli? Hanno ucciso migliaia e migliaia di persone per il loro divertimento. L'unica cosa che devono fare è morire»

«Basta Stefan. Questo non è né il momento né il luogo adatto per discuterne» lo ammonì Damon indicandogli le guardie che cominciavano a spazientirsi.

«Come vuoi» si arrese suo fratello alzando le mani in segno di resa e cominciò ad andarsene.

«Stef?» lo chiamò la ragazza bloccandolo «ci vediamo presto»

«Lo spero Care» le rispose lui girandosi verso di lei e donandole un sorriso un po' tirato. Poi andò via.

«Stai attenta Caroline» si raccomandò Damon.

«Anche tu» si sorrisero sinceramente e poi il ragazzo raggiunse suo fratello.

 

* * *

 

Due ore dopo Caroline era tornata davanti alla finestra della sua stanza. Nonostante indossasse la camicia da notte bianca e la vestaglia il vento che proveniva dalla finestra aperta la faceva rabbrividire. Avrebbe dovuto andare a letto, ma la conversazione con i fratelli Salvatore l'aveva turbata.

Klaus era appoggiato allo stipite della porta intento ad osservarla. Aveva seguito tutto il colloquio tra lei e i cacciatori grazie al suo udito sovrannaturale; ascoltare come lo aveva difeso lo aveva fatto sentire leggero come un aquilone. Lei era talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse di lui. Non si rese conto della sua presenza neanche quando camminò verso di lei fino a posizionarsi alle sue spalle. Le poggiò le mani sulla pancia e la spinse contro il suo petto.

«Vuoi volare via?» le mormorò nell'orecchio. Lei continuava a guardare fuori dalla finestra. Aveva ancora i brividi ma era sicura che non fosse colpa del freddo.

«Non puoi farlo» le prese il mento tra l'indice e il pollice girandole il viso in modo che lo guardasse negli occhi blu come la notte «Tu sei mia» le disse senza insicurezze o esitazioni prima di baciarla. Era un bacio pieno di possessione e disperazione. Non me la porteranno via continuava a ripetersi come un mantra. Lei gli afferrò la testa indecisa tra l'allontanarlo e l'avvicinarlo ancora di più a sè per confermargli che era sua. Una lacrima le scivolò sulla guancia, non si riconosceva più, non sapeva più chi era.

Lui accorgendosi che piangeva le asciugò delicatamente le lacrime con il pollice, le sfilò la vestaglia, la prese in braccio e infilò entrambi sotto le coperte. Erano sdraiati sul fianco, uno di fronte all'altro, le gambe intrecciate, le braccia di lui che le cingevano la vita e quelle di lei appoggiate sul suo petto, i nasi che si sfioravano.

«Se avessi saputo che vederli ti avrebbe turbata li avrei cacciati via» le disse accarezzandole la schiena.

«No. Sono contenta di averli visti» rispose lei stringendosi di più a lui.

«Allora perchè piangi?» le domandò cercando di capire. Vederla in lacrime l'aveva sconvolto, avrebbe fatto qualunque cosa per vederla sorridere. Questi sentimenti erano del tutto nuovi per lui.

«Sei malvagio?» rispose lei ponendogli un'altra domanda. Per rispondere alla sua questione prima avrebbe dovuto fare i conti con sé stessa e ancora non era pronta per quello.

«Non con te» replicò eludendo l'interrogativo della ragazza, era terrorizzato all'idea che lo lasciasse.

«Perchè lo sei con gli altri?»

«Esistono solo due categorie di persone, i dominatori e i dominati, e quando sei immortale devi imparare a difenderti» le spiegò Klaus dopo averci pensato un po' «Inoltre sono nato e cresciuto in un mondo dove la violenza non solo era all'ordine del giorno, ma normale» le accarezzò la guancia «sei molto giovane amore, praticamente una bambina, non sai come gira il mondo»

«Allora spiegamelo. Voglio capire» gli disse passando le dita sull'accenno di barba che aveva cominciato a crescere «Parlami di te». L'Originale avrebbe voluto farlo ma non era ancora pronto per questo.

«È tardi è meglio dormire adesso» affermò dandole un casto bacio sulle labbra. Poi, vedendo la sua espressione delusa, aggiunge subito con un sorriso «Ti racconterò tutto un altro giorno, abbiamo tempo»

«Lo prometti?» entrambi si domandarono che cosa dovesse promettere; di raccontarle di lui o che avrebbero avuto tempo?

«Si amore» la rassicurò promettendo entrambe le cose.

Si tennero stretti e rimasero in silenzio, semplicemente a guardarsi negli occhi, fino a quando vinti dalla stanchezza non si addormentarono.



Ecco il quarto capitolo vi è piaciuto? fatemelo sapere recensendo XD un bacione a tutti alla prossima.

  
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