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Autore: Lellax_    04/02/2013    0 recensioni
"è così strano come un click possa cambiare e stravolgere una cosa così semplice." -cap, one-.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Non capisco perché la gente continua a prendermi con la forza e portarmi fuori, io sto benissimo dentro casa, dentro il mio rifugio. Appena esco di casa sono costretta ad indietreggiare e ripararmi nel portone, una raffica di vento gelido si abbatte sul mio viso, unica parte scoperta del corpo, facendomi lacrimare gli occhi.

Le mattine d’inverno bisogna trascorrerle chiusi in casa sotto le coperte, al caldo. Sarà che in questo periodo ho una voglia matta di estraniarmi dal resto del mondo, mi chiamassero ‘emarginata’, che m’importa, ho sopportato etichette peggiori.

"Guarda c’è la puttana!"
"Hey Al, anche io devo parlarti dei miei problemi di cuore, se vuoi ce ne andiamo in un vicolo e parliamo!"


Per mesi si sono rivolti a me così, ho sbagliato, okay?! Smettetela di giudicarmi tutti e bruciate all’inferno!

“Oh Al, sei qui!” Kate è di un umore pazzesco.

Dovrà sicuramente raccontarmi qualcosa.. penso tra me e me sorridendo. Mi guarda con un’espressione confusa, le sorrido e la saluto con la mano.

Kate è un’amica, da tutta la vita ormai, ma non una di quelle a cui non vedi l’ora di raccontare tutto, è un carattere imprevedibile: un minuto sei la persona più importante della sua vita, quello dopo sembra guardarti con disprezzo, odio la gente così ma, è una specie di convivenza forzata ormai.

“Andiamo a fare colazione? Ho fame”  Dice, credendo di fare una proposta, non rendendosi conto però che per me il suo tono risuonava come un ordine.

 Annuisco e inizio a camminare, seguita da lei troppo impegnata a scrivere un messaggio sul suo cellulare, dicendo a voce un po’ troppo alta quello che deve scrivere, pare che lei e il suo ragazzo oggi passeranno il pomeriggio insieme, come al solito.

Mi ricordo di aver buttato le cuffie in qualche parte oscura della mia borsa enorme, ho davvero bisogno di estraniarmi un po’. Scorro un po’ a caso la mia playlist e faccio partire una canzone, una qualsiasi, vanno tutte bene.

Non mi accorgo nemmeno di aver camminato così poco, saranno stati nemmeno dieci minuti, non ero qui, ero altrove, dove sto meglio.

Entriamo in un piccolo bar abbastanza accogliente, la cameriera ci saluta con un caldo sorriso perché questo è un bar che frequentiamo molto spesso, poco dopo la vediamo sempre tutta sorridente arrivare al nostro tavolino con due piccoli menù: the e tisane, cioccolate calde e caffè. Io prendo il primo e la mia amica l’altro. Sfoglio con lentezza le poche pagine di quel menù, conoscendolo ormai a memoria. Ho voglia di cambiare un po’, il solito the mi ha annoiata, penso che proverò una tisana. Scorro tutte quelle tisane non badando alla descrizione dei loro effetti, tranne per una ‘effetto diuretico’ e sorrido. Quanti litri di quella tisana ho bevuto in passato, credendo che potessero sistemare un po’ la situazione del mio corpo ma ovviamente non servirono a nulla. Vado avanti e ne scelgo una rilassante, niente di meglio. Pochi minuti dopo torna la cameriera a prendere le ordinazioni, dovrebbe chiamarsi Barbara o Beatrice, non ricordo bene.

“Ieri sera sono stata con lui e mi ha portata a cena con i genitori” dice Kate appena la cameriera di allontana.

“Con i genitori? Non è stato imbarazzante?” chiedo, cercando di sembrare il più incuriosita possibile.

“Tanto, ma sono così gentili, che dici, dovrei invitarlo anche io?” domanda numero 1.

“Se vuoi, non sei mica costretta..”

Dopo che la cameriera è venuta a portarci i nostri ordini noto nel suo viso una strana espressione.

Ecco la richiesta, la sento.

“Hai da fare oggi?” mi chiede con il sorrisetto che conosco ormai troppo bene.

Si, voglio solo tornare a casa, rimettermi a letto e magari leggere un libro, penso.

Avrò mai il coraggio di dirlo? No. Perché sono una debole. E perché odio vederla che fa l’offesa per farmi venire i sensi di colpa, sarà mica per colpa sua se sono così?

“No, perché?” chiedo, quasi esasperata.

“Ti aspetto a casa mia allora, stiamo un po’ insieme!” Dice e sfoggia un suo sorriso.

Devo dire che è davvero bella però.  Alta e magra, un piccolo viso chiaro dove spiccano due occhi di un verde strano, un sorriso splendido e bianchissimo, e tutto circondato da una lunghissima cascata di ricci castano scuro.

Eh …

“Va bene, verrò …” dico, non troppo convinta, cercando di sorridere anche io.

Passiamo una mezz’oretta abbastanza tranquilla, quando ad un certo punto le squilla il telefono e sullo schermo appare la scritta ‘Amore’. Ci affrettiamo a pagare e lei si precipita fuori a rispondere, le mie cuffie servivano proprio a questo.

Mentre le passeggia avanti e indietro parlando al cellulare, io mi siedo su una panchina incrocio le gambe sotto il mio sedere, non mi interessa molto mettermi composta.

Il vento di inizio gennaio è insopportabile, ormai mi sembra di non sentire più la punta del mio naso. Decido di tornare a casa, faccio cenno alla ragazza che è arrivata a non so quanti metri di distanza in pochissimo tempo e la saluto con la mano.

Camminando il freddo diventa quasi sopportabile, la stradina è piccola e ci sono case ovunque, è abbastanza riparata dal vento. Continuo a camminare, persa nel vuoto.

Improvvisamente sbatto contro qualcosa di morbido e caldo e subito dopo mi trovo seduta per terra. Quale idiota non guarda dove cammina?

‘Quale idiota cammina per strada guardando nel vuoto con le cuffie nelle orecchie?’ dice il mio buon senso, o coscienza, non so cosa sia. Ha ragione ma non voglio ascoltarla.

Alzo lo sguardo per vedere chi è questo idiota e trovo due grandi occhi verdi che mi guardavano male cambiare espressione, diventare improvvisamente dolci. Un sorriso enorme e bellissimo contornato da due labbra abbastanza sottili, di un rosa acceso che iniziano a muoversi.

Mi ricordo di aver ancora le cuffie, infatti non sento nulla di quello che dice, tolgo le cuffie e una calda voce mi circonda.

“Scusami, non ti avevo vista, ti sei fatta male?” dice, continuando a sorridere.

Sono incantata dai suoi occhi, credo di non aver mai visto prima niente di più bello prima d’ora. Mi guarda, confuso, forse dovrei rispondere.

“N-no, è c-colpa mia, scusa!” Odio la sensazione d’imbarazzo che sto sentendo, fa un effetto strano.

“Mi fa piacere!” dice, piegando la testa di lato facendo muovere i suoi capelli scuri che gli ricadono sulla fronte, e sfoggia un altro meraviglioso sorriso.

“Che dici, vuoi stare ancora molto lì seduta?”

In effetti sono ancora seduta sul suolo freddo. Abbasso poco lo sguardo e vedo che mi tende una mano, è grande e rossa, sarà per il freddo. La prendo e appena gliela sfioro sento qualcosa, come dei brividi percorrermi lungo la schiena, riscaldandomi tutta nonostante la sua era più fredda della mia. Sarà questo che ha generato quel calore? Freddo per freddo?

Mi aiuta a tirarmi su e noto che gli arrivo perfettamente all’incavo del suo collo.

E’ così bello.

Continua a sorridermi come un bambino. Avrà più o meno vent’anni, non di più.  Mi sento totalmente in imbarazzo e abbasso lo sguardo, puntandolo sul marciapiede dove fino a poco fa ero seduta.

“Perdonami ma ora devo proprio scappare, sono in ritardo. A presto, spero”  Posa una mano sulla mia spalla, scatenando di nuovo quella strana sensazione di calore e corre dall’altra parte della strada, si ferma davanti una grande macchina, sale al posto di guida e parte a grande velocità.

Resto ferma immobile lì per non so quanto tempo, immaginandolo ancora davanti a me. 

La vibrazione del mio cellulare mi riporta alla realtà, per l’ennesima volta oggi. 







Non chiedo molto, solo una piccola recensione, davvero cwc


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