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Autore: TheNowhereGirlOfYesterday    04/02/2013    3 recensioni
La storia di un amore fatto di delusioni, illusioni, sorrisi falsi e sorrisi veri, che fanno dimenticare per un momento i problemi e le lacrime piante per nessuno.
Ma nessuno ascolterà ciò che quelle lacrime vogliono in realtà dire. L’amore è muto. La mente è vuota ma allo stesso tempo piena. Piena delle parole che dovrebbero essere dette. Il cuore è messo a tacere dalla mente, forse l’unico ostacolo che impedisce la dichiarazione.
L’amore trionferà. Forse sarà troppo tardi, o forse no. Ma a parere di Paul non è mai troppo tardi per fare qualcosa, vuole provarci, vuole essere lui a mettere a tacere la mente per una volta.
Ma alla fine, tutto può essere superato, tutto finisce, le cose si trasformano.
" [...]È come se non provassi più sentimenti, come se qualcosa in me si fosse spento.. il mondo perde tutto il colore che aveva, diventa in bianco e nero. Come la TV, come un film.
Magari fosse un film, potrei avere un lieto fine, potrei cambiare regista, cambiare la trama, avrei tutto in pugno. Cosa più importante, saprei che è tutta una finzione.
Invece, questa non è finzione, è realtà. È la tanto odiata realtà, quella che ti sbattono in faccia senza pietà [...]"
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh yes, wait just a minute mister postman
Wait, wait mister postman
(Mister postman look and see) oh yeah
(If there's a letter in your bag for me) Please, please mister postman
(I've been waiting a long long time)oh, yeah
(Since I heard from that gal of mine)
There must be some mail today
From my girlfriend so far away
Please mister postman look and see
If there's a letter, a letter for me
I've been standing here waiting mister postman
So patiently for just a card
Or just a letter
Saying she's returning home to me
Please Mister Postman





Rome, January 31 st  , 1959 
Caro Paul,
Come va lì a Liverpool? Qui a Roma va tutto bene a parte il fatto che mi mancate tantissimo.. ln particolare tu. 
Spero che tu stia bene. Grazie tante per la tua ultima lettera.. sei più dolce del miele, come al solito.
Sai, sono curiosa di rivedere tutto dopo quattro mesi.. Ed ho moltissime cose da raccontarti ma preferisco farlo di persona e tenerti sulle spine. Si, mi piace farti innervosire. Durante questi mesi non sono cambiata assolutamente! 
Se te lo chiedi, quella cotta che avevo per Robert non è passata nonostante il tempo.. ma in questo momento vorrei solo essere lì accanto a te per poterti riabbracciare e per poterti rivedere.

Ah, ho una notizia.. sta a te decidere se sia buona o meno. Tra una settimana tornerò a Liverpool.Sarò lì per le sei del pomeriggio. Probabilmente io arriverò prima di questa lettera ma spero sia il contrario.. ci tengo che tu la legga. Mi manca molto la mia vecchia vita.. fortunatamente mia zia Laura ha superato il trauma della morte di mio zio Luigi, credo di averlo superato anche io. Dopo tutto, me l’hai insegnato proprio tu che la vita va avanti e che dobbiamo essere forti, no?
Vorrei tanto scrivere altro ma ahimè non posso.. sai com’è il mio piccolo cuginetto Marco quando si mette d’impegno.. Vuole assolutamente leggere tutto, è un ficcanaso. Ha preso da me.. Beh ha otto anni, è giustificato.. vorrebbe giocare con le marionette. Com’è dolce..  Mi manchi tantissimo, la prima cosa che farò appena arrivata da voi sarà cercarti per abbracciarti e non ti libererai facilmente dal mio abbraccio caro Paul! 
Ti voglio bene, a presto! 
Con affetto,
                                                                                                                                                                                                        Mary McGill
        
 
Finita la lettera la imbusto e la metto nella cassetta della posta, poi vado a giocare con il mio cuginetto che impaziente continua a chiamarmi. 

*6 GIORNI DOPO* 

“Zia! Dov’è il mio cappotto nero?” 
“Mary, è sulla ringhiera del letto!” 
Guardo la ringhiera e ridendo dico “Oh.. scusami zia, è che sono molto felice di tornare a Liverpool. Verrò qui altre volte. Oh e se ti fa piacere, Paul mi disse che avrebbe tanto voluto vedere Roma. Il viaggio lo affascina molto..”
Mia zia viene da me e sorridente dice “Vi aspetto a braccia aperte.. Ma è Paul quel ragazzo abbracciato a te in foto?” per poi indicarmi la foto sul comodino alla mia sinistra. 
Mi giro verso il comodino, prendo la foto in mano e dico “Si è lui..” 
“Oh beh, è davvero un bel ragazzo.. mi stupisce che non ti piaccia.” Dice sorridendo. 
Arrossisco un po’ e abbassando lo sguardo dico “Zia! Paul è un mio amico.. e poi, a me piace Robert.” 
“Bah, Mary.. credo che Paul provi davvero qualcosa per te. E non è un semplice sentimento d’amicizia. Basta solo pensare alle sue lettere..” 
“No zia, non credo.. Lui è sempre stato un ragazzo dolcissimo ed altruista.. beh in particolare con me..” 
“Vabbè Mary.. sono ormai le 5 pm.. il tuo volo parte fra mezz’ora. Dai ti accompagno all’aeroporto. Oh e ricordati di prendere il regalo che hai comprato a Paul!“
“Si, spero gli piaccia..” dico prendendo la busta con il regalo. E’ molto grande, dato che è una chitarra.. l’ha sempre desiderata, e purtroppo si è dovuto accontentare di una sgangherata.. quindi ho pensato di prendergliela. Mi aveva anche indicato il modello, quando ero a Liverpool. 
Mia zia mi accompagna all’aeroporto, prima che salissi sull’aereo mi abbraccia e dice “Abbi cura di te, e salutami tutti. Aspetto sia te che Paul a braccia aperte!”
Annuendo dico “Certo, ora devo andare.. Ti scriverò, tranquilla. Ciao!” mi volto e salgo sull’aereo. Raggiunto il posto l’assistente di volo mi aiuta a mettere i bagagli ed il mio regalo nel ripiano superiore e in seguito spiega tutte le norme, il che mi fa annoiare molto dato che sono la tipa che detesta avere istruzioni. Dopo quell’interminabile serie di regole ripetute centinaia di volte mi allaccio la cintura di sicurezza e lentamente cominciamo a decollare. 
Il mio sedile fortunatamente è accanto al finestrino quindi guardo fuori tutto il tempo, impaziente di tornare a casa. 

*INTANTO A LIVERPOOL*
*RACCONTA PAUL*


Cavolo, sono tre settimane che le ho mandato la lettera.. quando mi risponde? Forse se n’è dimenticata.. No, ma le lettere ci mettono una settimana per andare dall’Inghilterra all’Italia.. Si, è solo questione di tempo..posso farcela. Magari arriverà, tra poco, domani, tra due giorni.. o tra una settimana, o ancora tra un mese.. 
Sono settimane che aspetto di vedere il postino fermarsi a casa mia per lasciare una lettera.. Ma no! Non si ferma mai.. non ce la faccio più.. Sono arrivato al punto di fermarlo e gli ho anche chiesto di controllare bene se ci fosse una lettera per me.. Ma niente.
“PAUL! SCENDI GIU’!!” urla mio padre dal piano di sotto. Che cavolo, ero così comodo sul mio letto.. ci tornerò molto presto. 
Un po’ scocciato scendo giù e dico “Che c’è papà?” 
Guardando la posta dice “Paul, c’è posta per te.. è da Mary.”per poi porgermi la lettera. 
A quelle parole mi si illuminano gli occhi. Non aspettavo altro! Afferro subito la lettera e dico “Grazie papà!” . 
Salgo di corsa le scale, vado in camera mia e mi butto sul letto incurante del fatto che mio fratello Michael sta dormendo, vabbè non si sveglierebbe nemmeno se gli lanciassi delle bombe. 
Fisso la lettera per un po’ finché non mi decido ad aprila. La tiro delicatamente fuori e la comincio a leggere.. sono molto eccitato! 
Mary tornerà a Liverpool, è una notizia a dir poco fantastica! Ha ancora quella cotta per Robert, lo sapevo.. 
 Un attimo.. ma se la lettera è del 31 gennaio.. oggi è il 6 febbraio.. questo significa che torna oggi! Devo correre assolutamente a casa sua, magari l’aspetto lì.. o magari all’aeroporto! No.. potrebbe essere già arrivata. Meglio che vada a casa sua. 
Mi vesto, prendo il cappotto e corro giù. Apro la porta e prima d’uscire urlo “PAPA’! IO ESCO!”
“Va bene, Paul!” 
Esco e chiudo la porta dietro di me. Comincio a correre verso casa di Mary. 

*RACCONTA MARY*

Scesa dall’aereo torno a casa, non c’è nessuno. I miei genitori, come immaginavo, sono a lavoro.. lascio le valigie e il regalo per Paul in camera mia ed esco per poi avviarmi verso casa sua. 
A circa metà strada abbasso un po’ la testa ed in quel preciso istante un ragazzo si scontra con me. Cado rovinosamente a terra, il ragazzo si blocca, si inginocchia subito e preoccupato dice “Oddio scusami tanto, sono uno sbadato! T-ti sei fatta male..? Scusami ancora.” Mi sembra di riconoscere quella voce.. 
Alzo la testa, lo guardo… è Paul. Appena mi vede si blocca, rimane a bocca aperta e lo stesso io.. in questi quattro mesi è cambiato tantissimo.. wow! 
Balbettando dice “M-Mary..? Ma sei d-davvero tu?!” sorridendo annuisco e dico “Paul, sei cambiato tantissimo.. mi sembra di non vederti da secoli! Ma dove andavi così di corsa..?” 
“Non ti avevo proprio riconosciuta! Se non fosse stato per quegli occhi nocciola e quei capelli ricci.. scusami ancora per esserti venuto contro.. venivo a casa tua..” dice mostrandomi la lettera poi sorridendo dolcemente continua “.. ci tenevi tanto, ed è arrivata prima di te. E tu dove andavi?”
“Venivo a casa tua.. non ricordi che nella lettera ti ho promesso che la prima cosa che avrei fatto sarebbe stata venire da te per abbracciarti? Lo stavo facendo.. Mantengo la parola.” Gli faccio l’occhiolino.
Mi sorride, mette il braccio attorno la mia vita e mi aiuta ad alzarmi. Appena in piedi mi volto verso di lui, lo abbraccio forte e gli bacio la guancia. 
In quel momento diventa completamente rosso e ridacchiando dico “Sembri una fragola!” dopo quelle parole diventa viola e dice “Non sono abituato a ricevere baci da ragazze belle come te.. chissà quanti ragazzi  ti hanno assediata a Roma..” 
“Oh beh.. grazie. Ma stai tranquillo che nessun assedio c’è stato laggiù a Roma. A dire il vero c’era un ragazzo di nome Gabriele che mi fissava.. si presentava spesso a casa mia con fiori e quant’altro.. “
“Non mi stupisco. Anzi, mi stupisce che solo  un ragazzo ti abbia assediata.. e alla fine? E’ successo qualcosa..?” dice arrossendo mentre camminiamo verso casa mia. 
“Il giorno stesso in cui ti ho scritto la lettera si è confessato.. ma non credo mi volesse davvero. Ho preferito tornare a Liverpool dato che non volevo avere problemi..” 
Visibilmente deluso dice “A-ah.. quindi sei qui per questo.” 
Vedendolo un po’ triste dico “No, no Paul. Questa è una ragione secondaria.. sono qui perché la mia vita è a Liverpool. Qui ho tutte le persone più importanti, tra cui ci sei tu..”
“Oh, va bene.” Dice sorridendomi. Nel contempo arriviamo a casa mia, apro la porta ed i miei non sono ancora a casa. 
Paul si blocca fuori alla porta ed io, un po’ perplessa dico, “Cos’hai?” 
“Ehm.. Non è che disturbo?” dice mettendosi la mano dietro la nuca. 
“Ma non dirlo neppure per scherzo! Dai, vieni che ho una sorpresa per te.” Lo prendo per il polso e lo porto nella mia stanza. Lo faccio sedere sul letto. 
Dall’armadio prendo il regalo, Paul curioso dice “Ma cos’è?” glielo porgo e dico “Dai, scartalo.”
“M-ma è gigantesco!” lo prende e lo apre. Aperta la scatola rimane a bocca aperta. Gli si illuminano gli occhi alla vista di quella chitarra. 
Mi guarda con un sorriso enorme stampato in viso e quasi non riesce a parlare dalla felicità; con un filo di voce dice “G-grazie Mary! E’ davvero stupenda!” poi posa la chitarra sul letto e mi abbraccia riempendomi di baci sulla guancia.
Dopo tutto ciò, ridacchio e dico “Posso dedurre che ti è piaciuta..?” 
“Grazie a te questa giornata è diventata spettacolare, sei tornata a Liverpool e mi hai anche portato la chitarra che ho sempre desiderato.. Ma io ti adoro alla follia, Mary! Sposami!” dice ridendo. 
“Certo Paul, fissiamo la data ed invitiamo gli amici più stretti!” dico ridendo. 
Ci guardiamo negli occhi e torniamo un po’ più seri, abbracciandomi dice “Mi sei mancata tantissimo.. cosa dovevi dirmi?”
“Ah, allora … Ti ricordi quando mi dicesti che ti sarebbe piaciuto vedere Roma?” Paul annuisce e mi fa segno di continuare ed io così faccio “Bene, mia zia ha detto che le farebbe molto piacere vederti e che quindi possiamo andare quando vogliamo.” 
Lui mi sorride e dice “E’ fantastico! Non vedo l’ora di andarci. C’è qualcos’altro?” mi chiede continuando a sorridere. 
“Beh.. all’aeroporto ho incontrato Robert, in quella settimana mi stava passando quella cotta ma appena l’ho rivisto è stato come se quella piccola pausa non ci fosse mai stata.. n-non riesco a non pensarlo..”
“Capisco … e t-ti ha detto qualcosa lì?” 
“Mi ha detto che gli ero mancata.. poi mi ha abbracciata.” Dico sognando, torno alla realtà e continuo “Nah, come può importargli di me?” 
Lui mi guarda attentamente e dice “Gli importa …”
“C-come fai a saperlo..?” chiedo un po’ perplessa. 
“Spesso al Cavern si siede con noi e .. beh, molte volte ti tira in ballo dicendo che vorrebbe passare del tempo con te.. questo è tutto.” Dice lui impassibile per poi accennare un sorriso quasi impercettibile e continuare “F-forse ha una cotta per te..”
“Nah.. non potrebbe mai avere una cotta per me. Meglio non illudersi.” 
“Apri gli occhi, ci sono tantissimi ragazzi che ti vorrebbero a fianco.. non provare nemmeno a pensare che nessuno ti vorrà mai. Non provarci nemmeno!” dice accarezzandomi la mano. 
Ridacchio un po’ e dico “Allora Paul.. vogliamo parlare di tutte le ragazze che ti circondano?” So che quello è il punto debole di Paul quindi appena lo dico lui diventa completamente rosso e, imbarazzato si copre il viso con le mani e dice “M-ma p-perché mi fai questo?” poi alza il viso e mi guarda “Dimmi la verità, vuoi farmi cuocere per poi mangiarmi!”  dice ancora rosso in viso. 
Lo guardo ridendo “Paul, ma sei tutto rosso! Sei adorabile!” dico tirandogli un pizzico alla guancia. 
Inizialmente mi sorride, poi torna serio “Davvero Mary.. sono certo che ha una cotta per te.. non faceva che parlare di te..”
“M-ma come mai ci tieni tanto a farmelo sapere?” chiedo un po’ perplessa. 
“Semplice.. perché tengo a te e voglio vederti felice..” poi abbassa la testa e continua “Robert non è un cattivo ragazzo.. e poi, se tu sei felice io lo sono per te.” 
Lo guardo dolcemente, lui alza la testa e mi guarda. 
Mi avvicino a lui, lo abbraccio baciandogli la guancia “Grazie Paul.. non so davvero come farei senza di te. Era già perfetta questa giornata più mi dai questa notizia e wow! Non ti ringrazierò mai abbastanza…”
Si sposta da me e sorride, non è un sorriso come quelli di prima. 
“Tutto okay, P-paul?” lui annuisce, poi si alza dal letto “Suppongo tu sia stanca.. f-forse è meglio che io vada..” 
“Ma no dai, rimani qui e magari cena con noi.. Se non vuoi però, non ti costringo..” 
“M-ma certo che vorrei stare con te.. era solo per non dar fastidio.” 
Mi alzo fino ad essere faccia a faccia con Paul “Quando capirai che non mi dai mai fastidio? Ti va qualcosa all’italiana?” dico sorridendo. 
Annuisce. Lo prendo per il polso ed andiamo in cucina, lì apro il frigo, do un’occhiatina e dico “Paul, ti va una pizza?” 
“Certo! Posso darti una mano?” dice sorridendo.
“Eccome se puoi, sai vorrei fare una sorpresa ai miei.. e poi in Italia ho imparato tantissime ricette, vorrei fartele assaggiare tutte!” 
“Hahaha mi farai diventare una botte! A Geo farebbe molto piacere.. ama la cucina italiana.” 
“Mmh.. significa che faremo una serata tutti assieme.” Dico facendogli l’occhiolino per poi continuare “Bene, adesso controlliamo se c’è tutto..” 
Abbiamo tutto l’occorrente, prepariamo sei pizze. L’impresa è stata abbastanza facile.. levando che ci abbiamo messo due ore, vabbè dettagli. 
Fortunatamente i miei genitori oggi hanno fatto ritardo quindi sono tornati alle nove piuttosto che alle otto, quindi io e Paul abbiamo avuto il tempo di sistemare tutto e di apparecchiare la tavola. 
Fatto ciò, lui sorridendo dice “Mado, mi sta venendo una fame tremenda.. fa attenzione che ti prendo a morsi adesso!” ed inizia a ridere.
“Faresti meglio ad iniziare a correre, se ho fame sarei capace di mordere un albero!” dico lottando con me stessa per restare seria.
Cala il silenzio e sentiamo il rumore della serratura, la porta d’ingresso si apre ed io e Paul ci avviciniamo ad essa. Poiché era chiusa solo con due giri di chiave, mio padre dice “Chi c’è?” a quel punto i miei genitori mi vedono. 
Mi  madre dice”Mary?! Come mai non ci avevi detto nulla del tuo arrivo?” 
“Oh beh .. volevo che fosse una sorpresa..” vengo interrotta da mio padre che dice “Hey, cos’è questo profumo?” 
“Papà, è pizza.. l’abbiamo preparata io e Paul.”
Perplesso mio padre dice “Paul..? Ma dove… Aaaah Ciao Paul!” 
Paul imbarazzato dice “S-salve…” sorpresa dico “Papà, ma come hai potuto ignorarlo?!” 
“Mary ero preso dai miei pensieri. Scusa Paul.”
“Ehm.. n-non si preoccupi Mr. McGill..” dice Paul sorridendo un po’ rosso in viso.
Gli sorrido, mi avvicino a lui, lo prendo per il polso e mi accingo a portarlo in camera quando mio padre dice “Dove andate voi due? Cosa nascondete?” 
“Andiamo in camera mia papà, Paul deve farmi vedere una cosa con la chitarra!” entriamo nella mia stanza ed io chiudo la porta dietro di me. 
“C-come mai mi hai portato qui?” 
Lo faccio sedere sul letto, mi siedo accanto a lui “Paul, stai calmo.. non agitarti. Nel caso dovessero fare domande imbarazzanti ed impertinenti, rimani calmo. Lo sai come sono, in particolare mio padre. Ma alla fine, siamo semplici amici.. no?” 

*RACCONTA PAUL*

Amici.. siamo solo amici, semplici amici. Nulla di più, magari qualcosa in meno. Rimango in silenzio e mi limito ad annuire all’affermazione di Mary che dice “Non ti vedo convinto..” 
Certo che non sono convinto! Nonostante la mia mente dica ciò io dico l’opposto “Ma certo che sono convinto. Lo sono eccome..” 
“Bene.. per mantenere la copertura della chitarra.. suoneresti una canzone?” 
“Oh.. ehm.. certo. Che canzone?”
“Beh, quella che vuoi.. dato che il tuo repertorio è molto vasto.” Mi dice lei sorridendo. 
Ci penso un po’, accordo la chitarra e comincio a suonare “Some other guy” nella speranza che capisca cosa significa.. e si renda conto che in questo momento è come se stesse andando via da me.. nonostante sia qui. 
Finita la canzone mi fa i complimenti. Non credo che il testo abbia avuto alcun effetto.. c’era da aspettarselo. 
Ci alziamo ed andiamo a mangiare, credo che mi sentirò molto a disagio.. non perché non sia abituato a stare con lei, bensì perché non saprei che reazione potrei avere se dovessero farmi domande varie.. si, vado anche in panico. Che bello. 
Arrivati a tavola, sorrido per far si che non mi facciano domande ma Mary si accorge di qualcosa.. 

*RACCONTA MARY*

Vedo Paul un po’ pallido, lo guardo ma lui ricambia lo sguardo con un sorriso. 
Mia madre dice “Paul, stai bene? Sei pallido..” 
“Si, si sto benissimo.. “Ricambia sorridendo. 
Finita la cena ci sediamo sul divano dove rimaniamo fino le dieci e mezza.. Ad un tratto Paul si alza e dice “Meglio che vada a casa..” 
“Hay Paul, ti diamo un passaggio se vuoi andare a casa.” 
“N-no.. non voglio dare più alcun fastidio..” dice abbassando la testa. 
Mi alzo dal divano, vado verso Paul, gli alzo il viso “Ascoltami, non mi dai fastidio. Io sono felice di stare con te, sono contenta di essere tornata.” 
“O-okay.. vado a prendere la chitarra..” 

*RACCONTA PAUL*

Vado in camera di Mary, prendo la chitarra e raggiungo lei e la madre. Quest’ultima mi accompagnerà in macchina. 
Mi siedo dietro, Mary si siede accanto a me. 
Non dico una parola, rimango a fissare fuori dal finestrino:
Il cielo da sul nero, con qualche sfumatura sul grigio dato che, come al solito, è nuvoloso. L’unica traccia della luna è un alone bianco che si intravede attraverso le nuvole. La strada è un po’ bagnata, in quelle quattro ore c’era stato un temporale che ha reso anche molto fredda la temperatura.
In giro non c’è nessuno. Ogni tanto si vede qualcuno che esce per fare il turno di notte a lavoro, o magari ch’è tornato da una serata con gli amici.. E poi, è la periferia di Liverpool.. West Allerton completamente deserto. Per non parlare della via in cui abito io! Ossia Forthlin Rd. 
Molti invidiano il mio quartiere dicendo che è il migliore ma io non sono della stessa opinione.. insomma, non c’è mai nessuno e ogni volta che sono costretto a tornarmene a piedi dal Cavern (Matthew St. Nel centro di Liverpool.), per lo più anche molto distante, devo ammettere che la maggior parte delle volte non mi sento sicuro..
Arriviamo a casa mia, pronto a scendere mi accingo ad aprire lo sportello e a salutare quando Mary mi abbraccia da dietro e dice “Mi concedi un abbraccio per salutarti e par darti la buonanotte?” 

Questa cosa mi ha lasciato un po’ senza parole.. n-non credevo lo facesse, mi aspettavo un semplice ‘Ciao’ magari accompagnato da una ‘Buonanotte.’ Però.. mi fa molto piacere.. diciamo che credo di essere diventato rosso come mio solito. 
Mi volto verso di lei e l’abbraccio, mi bacia la guancia e dice “A domani Paul e Buonanotte.” 
“Buonanotte Mary, buonanotte Mrs. McGill.. grazie mille del passaggio!” dico loro sorridendo.
Mrs. McGill dice “Di niente Paul, in ogni caso non ti avremmo mai lasciato venire da solo.. fa freddo ed è peggio di un deserto qui.” Sorrido, esco dalla macchina e prendo la chitarra. La tengo stretta.
Mentre mi avvio verso la porta di casa mi volto e le saluto facendo un cenno con la mano. Allungo il passo poiché ho davvero freddo. 
Apro la porta di casa ed entro silenziosamente, trovo mio fratello Michael seduto sul divano mentre legge un libro. Alza lo sguardo e dice “Ciao Paul.” 
“Ciao Mike..” 
“Hey, dove hai preso quella chitarra? E’ a dir poco favolosa!” 
“Beh.. me l’ha regalata Mary.” Dico sorridente. 
“Mary? Ma non era a Roma con sua zia?” dice perplesso. 
“E’ tornata oggi pomeriggio.. mi aveva mandato una lettera” 
“E perché non mi hai detto nulla??” dice con tono arrabbiato.
“Perché, caro Michael, quando è arrivata la lettera tu eri nel tuo letto a dormire.. e vedi di russare di meno, che sembri un treno a vapore! Altrimenti dormi qui in soggiorno.” 
“Perché non ci dormi tu qui se ti do tanto fastidio?” 
“Pur di non sentirti farei di tutto.” Poi vado verso le scale per andare in camera. 
“Ah, Paul! Papà è arrabbiato con te.” 
“C-cosa.. cosa ho fatto? Mi ha detto che potevo ritirarmi quando volevo.. ed è anche presto..” dico preoccupato. 
“Non so il perché, ma è arrabbiato e anche molto.. Non so quanto ti convenga andare in camera ti aspetta lì..” 
“O-okay..” mi butto sulla poltrona e poso la chitarra a terra “Perfetto, perfetto! So già che mi giocherò una settimana a casa.. perfetto!” 
“Dai, non credo.. “
“F-forse dovrei andare da lui.. altrimenti rischio di peggiorare le cose..” mi alzo dalla poltrona e metto il piede sul primo scalino appoggiandomi alla ringhiera “..Michael.. se non dovessi tornare, sappi che ti ho voluto bene. In qualche strano e mai manifestato modo, ma te ne ho voluto..” salgo le scale, apro la porta della mia stanza. 
Vedo mio padre seduto sul mio letto, appena si accorge che la porta si apre alza lo sguardo e mi guarda minacciosamente.. sono finito.. lo so. 
“C-ciao Pa..” non mi lascia finire la frase e m’interrompe dicendo “Prendi quella sedia e siediti subito qui davanti! Veloce!” 
Divento completamente pallido, prendo la sedia, la metto davanti a mio padre e mi siedo. Lui rimane in silenzio.. sto morendo dalla paura, ma cos’ho fatto?! 

(Continua nel capitolo 2) 

***Spazio dell’autrice: Salve a tutti! Non vi siete liberati di me e mai succederà! Haha! 
Bene, spero vi sia piaciuto il capitolo d’apertura di questa nuova storia.. cosa più importante spero non mi abbandoniate lungo la via.. 
Vi ringrazio per aver deciso di aprire questa storia e leggerla, grazie tante. 
Cosa credete che abbia fatto arrabbiare così tanto il padre di Paul? Hehe è un mio clichè lasciarvi con la suspence! :’) 
Spero continuiate a seguire la storia! Credo di aver detto tutto.. 
Al prossimo capitolo lettori! Ancora grazie. 
xxx 
-TheNowhereGirlOfYesterday-
   
 
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