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Autore: Enid    26/08/2007    1 recensioni
Due parole sulla trama: a Hogwarts c'è un nuovo arrivo, anche se tardivo: è Eleanor Caroline Riddle (appunto, ecco il titolo :P). Alcuni dei segreti che si nascondono dietro di lei, li ignora lei stessa, e sarà Eleanor a dover decidere cosa fare: nascondersi o lottare? Beh, credo che qualcuno di voi che frequentava Ioscrivo e FF.it già conosca questa storia, visto che l'avevo già postata in quei luoghi^^... beh, ora c'è anche in EFP, che oltretutto è un sito molto ben fatto^^... Ciao a tutti! Enid/Niobe/MammaCo
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

Grifondoro contro Corvonero.

 

Passarono i giorni e le settimane. Gennaio venne portato via da Febbraio, col suo carnevale, Febbraio, invece, passò talmente lentamente che ai ragazzi sembrò durare 56 giorni e non 28. Le squadre di Quidditch, dopo il maltempo, avevano ricominciato ad allenarsi. Harry aveva 4 allenamenti a settimana che nelle due settimane precedenti all’incontro divennero 5. Studiava, mangiava, si allenava e dormiva. Non c’erano storie: Angelina era quasi peggio di Baston per gli allenamenti. Era l’equinozio di primavera, Marzo era sul finire e la professoressa Cooman li aveva obbligati a venire tutti a mezzanotte in osservatorio per vedere i movimenti dei pianeti all’equinozio, un momento di “Grandi sconvolgimenti nella ruota del destino” come aveva detto lei (Parole testuali!).

Harry, in quel momento però, pensava a tutt’altra cosa. Dopo due giorni c’era la partita Grifondoro vs Corvonero e lui era rimasto ad allenarsi con la squadra fino ad un’ora prima ed era desideroso solo di dormire. Si era assopito in poltrona in Sala Comune, ma Ron l’aveva impietosamente svegliato. Hermione li aveva presi molto in giro per questo, ma poi aveva promesso loro che li avrebbe aspettati.

La Cooman la tirava per le lunghe e Harry minacciava di addormentarsi sulla poltroncina in osservatorio. Lo tenevano desto i pizzichi di Ron. Poi, finalmente, la Cooman fece fare loro quello per cui erano andati lassù: un’occhiata nel telescopio. Harry si mise in fila con gli altri, dietro Eleanor e Ron dietro di lui, a tenerlo sveglio a forza di pizzichi. Fu finalmente il turno di Eleanor. La ragazza si avvicinò al telescopio e lo mise a fuoco. Ma non vide le stelle, bensì un grosso occhio acciaio. Tutta la classe urlò e all’urlo Eleanor si staccò dal telescopio. Davanti a loro troneggiava un rapace con un becco diritto, appuntito e robusto. Atterrò sul telescopio, graffiandolo con le unghie appuntite e emettendo stridii. Era un falco nero, con i nastri viola. Stava lì, fiero, impettito e fissava Eleanor.

- E tu che ci fai qui? Non dovevi rimanere in Sicilia? – disse la ragazza. Uno stridio acuto le fece eco, in risposta.

- Che ha fatto, Lalla? Ti ha spedito qui? – altro stridio.

- Però tu potevi anche non venire! - sembrava proprio che la ragazza conoscesse il rapace e parlava come se si potessero capire. Tutta la classe si era dissolta fuori dell’aula alla sua prima apparizione, tranne che Harry e Ron, che, uno incuriosito, l’altro impietrito, la fissavano sorpresi.

- Ma perché ti ha spedito qui? – stridii variamente modulati. Eleanor sembrava capire perfettamente quello che diceva, annuendo.

- Nimoe ha avuto una premonizione e Laura ti ha mandato credendo che fossi in pericolo! È proprio da lei! Però sono contenta di vederti, Thanatos! – si avvicinò e accarezzò il becco dell’animale. Poi, finalmente, si voltò verso gli amici, increduli e sbigottiti.

- Lui è Thanatos, il falco della mia amica siciliana Lalla. È un animale fedele, e Lalla me l’ha mandato, evidentemente preoccupata per me. Come al solito si preoccupa per niente. – intanto, chiamata dagli altri studenti, fece il suo ingresso la professoressa Mc Granitt nella sua vestaglia scozzese.

- Riddle, Weasley, Potter! State bene? –

- Sì, professoressa, è un falso allarme. Conosco questo esemplare: si chiama Thanatos ed è della mia amica siciliana Laura. Me l’ha mandato perché era preoccupata per me. –

- Un falco? – chiese dubbiosa la professoressa.

- Già… non è l’unico animale strano che ha, gliel’assicuro. Potrei avere un parabraccio di cuoio? I suoi artigli sono sufficientemente letali. –

- Beh, credo… credo di sì. te li faccio portare? –

- Sì… ma dove lo porto. – si chiese, preoccupata, Eleanor.

- In Gufiera? – azzardò Ron.

- Se non litiga coi gufi… - disse la professoressa.

- Oh, no… vive con dei gufi! – la professoressa fece apparire un parabraccio di cuoio e Eleanor se lo infilò e poi porse il braccio a Thanatos, che vi salì senza troppi problemi.

Il becco appuntito del rapace era molto vicino agli occhi blu della ragazza, che lo fissava negli stessi con fiducia.

- Vieni, ho un posticino per te. – uno stridio che perforò i timpani agli altri fece capire a Eleanor che il piccolo aveva fame.

- Pure fame? Ma sei incontentabile! – rise – Avrei bisogno di un po’ di carne cruda, Harry, Ron potreste portarmene dalle cucine? – Harry e Ron annuirono senza parlare. Fissarono la professoressa Mc Granitt e questa annuì, dando loro il permesso di andarla a prendere. Intanto era sopraggiunta anche Hermione, attirata dal trambusto. Entrò e vide Eleanor con il falco sul braccio. Sussultò.

- Ciao Hermione. – disse Eleanor – Lui è Thanatos. Poi ti spiego. Mi accompagni in Gufiera? –

- Ma è un falco? –

- A dir la verità è un falchetto. È piuttosto giovane, e si è fatto tutta la strada fin qui in volo, dalla Sicilia. È affamato, ho mandato Harry e Ron a prendere un po’ di carne cruda. Vieni. – lo strano terzetto, Eleanor, Hermione e il falco Thanatos uscì dall’osservatorio e scese per le scale, sotto lo sguardo attonito della classe di Divinazione. Eleanor passò a testa alta, con il falco sul braccio che guardava tutti, incuriosito. Riuscirono ad arrivare in Gufiera, Eleanor trovò un trespolo abbastanza vuoto e ve lo posò. Giustappunto era lo stesso dove stava Edvige. La civetta bianca lo fissò, per un attimo, poi richiuse l’occhio. Arrivarono anche Harry e Ron con una ciotola di carne cruda. Eleanor ne strappò dei pezzi con le mani e, colando sangue, ne porse un pezzo al falco.

- Tieni, Thanatos, è buona. – il falco la guardò in tutte le angolazioni, poi la prese col becco appuntito. Non toccò nemmeno le dita di Eleanor, che continuò a dargliene finché non finì. E anche allora, sospettarono, ne avrebbe mangiato ancora se ce ne fosse stata.

- E adesso, Eleanor, puoi spiegare? – chiese Ron.

- Thanatos è il falco di Laura, o Lalla, la mia amica siciliana. L’ho conosciuta nel periodo in cui ero là. Ho visto Thanatos nascere e l’abbiamo cresciuto insieme. Perciò è un po’ mio e un po’ suo. –

- Eleanor, ma… Thanatos non era il dio Greco della Morte? – chiese Hermione, rabbrividendo per il freddo in Gufiera.

- Il fatto è che lui… beh, è un vero e proprio Killer. Ha ucciso più roditori lui in una settimana che il gatto in un mese. –

- Thanatos è proprio azzeccato. –

- Già… comunque se gli darò da mangiare io, non cercherà prede all’esterno. Così gli altri ragazzi stanno tranquilli. – Harry stava ciondolando.

- Ragazzi, scusate, io vado a letto: sto morendo di sonno. –

- Sì, veniamo anche noi. –

- Fai il bravo, Thanatos, e sii bravo con i gufi, ok? – il falco diede uno stridio leggero, per dire di sì e Eleanor se ne andò soddisfatta.

- Harry? Sei sveglio? – il ragazzo la aspettava con tutti gli altri fuori dalla Gufiera, ma, appoggiato al muro, aveva gli occhi chiusi e l’aspetto sonnolento. – Su, andiamo, il letto ti aspetta. – Eleanor lo scosse e poi, aiutando Ron e Hermione, riuscirono a “trascinarlo” in dormitorio. Eleanor, in camera, dopo aver pettinato i capelli di Hermione ed esserseli fatti pettinare, si mise a letto.

- Eleanor. –

- Hermione, senti, credete di riuscire a chiamarmi Ellie? Non ne posso più del nome intero, mi sembra troppo formale! –

- Va bene, Ellie. Ma tu chiamami Herm, allora. –

- Ok! –

- Dimmi, Thanatos è docile? –

- Abbastanza, ma con me fa il bravo, perché sa che non lo temo. –

- E lo capisci? –

- Sì. Non so perché e ci riesco solo con lui, però lo comprendo bene. –

- Deve essere bello parlare con un esemplare come quello. –

- Beh, all’inizio era come parlava con un bambino… e a volte lo è ancora. Però è un animale fedele e intelligente, che capisce cosa gli si dice. 

- Che spettacolo. –

- Sì, è stupendo. Herm, Buonanotte. –

- Buonanotte e sogni d’oro. – le ragazze chiusero le tende e gli occhi. Harry non aveva nemmeno toccato il cuscino e s’era addormentato, da quanto era stanco. Ron lo aiutò a cambiarsi e poi si mise a letto anche lui. Erano stanchi e l’emozione della serata aveva contribuito abbondantemente a stremarli ben bene.

Posata la testa sul cuscino, Eleanor non poté trattenere un sorriso, amaro. Se Lalla le aveva mandato Thanatos, voleva dire che le carte l’avevano avvertita di qualcosa. Qualcosa di serio. Forse avrebbe fatto bene a farle anche lei, ma ci avrebbe pensato il giorno dopo, in quel momento era troppo stanca. Chiuse gli occhi, pensando che il giorno dopo era una giornata leggera e che sabato si sarebbe tenuta la partita di Quidditch. Si addormentò con una musica in mente, la ninna nanna della madre che risuonava nella stanza, perché aveva caricato il carillon prima di ficcarsi sotto.

Harry si rivoltò nel letto, il sonno agitato. C’era nebbia, davanti a lui, moltissima nebbia. Poi si diradava e vedeva Eleanor. La ragazza aveva il falchetto sul braccio, com’è che si chiamava? Thanatos? Sì, Thanatos. Eleanor guardava avanti a sé. C’era qualcosa, ma Harry non capiva cosa. Avanzò, avvicinandosi all’amica, ma non riusciva a staccare i piedi da terra, se non con grande fatica. Riuscì ad avvicinarsi abbastanza per starle accanto.

- Che guardi? – le chiese. Ma la ragazza alzò solo un braccio e indicò, col dito, un punto imprecisato nella nebbia. Nel punto che indicava, però, si cominciò a distinguere qualcosa. Stava per vedere cosa, quando…

- Harry! Harry! HARRY! – era Ron, aiutato da Dean Thomas, che lo stava svegliando perché sennò facevano tardi a lezione.

- Eh, sì, ho capito, sono sveglio! –

- Meno male! Su, cambiati, che è tardi! Ti devo ricordare chi abbiamo alla prima ora? La Mc Granitt. Lo sai che non apprezza i ritardi, su! –

- Sì, mi vesto e vengo. – si vestì velocemente, senza mettersi la divisa al contrario, però, e scese a far colazione.

Rapidamente e senza veramente assaggiarla, butto giù un po’ di porridge e di salsicciotti. Stava ripensando al sogno, era così strano. E poi era arrabbiato: non era riuscito a finirlo!

Andò a lezione con lo sguardo perso e la professoressa Mc Granitt lo riprese 2 volte perché era distratto. Usciti dalla lezione, Ron, stufo, gli chiese:

- Ma insomma, che hai? –

- Niente. – fu la laconica risposta di Harry.

- Niente? Niente? Hai una faccia che dice tutto tranne Niente! – ribatté l’amico.

- No, nulla, davvero. È solo che ho fatto un sogno che non so spiegarmi ed è tutta la mattina che ci rimugino su. –

- Ma dai, ma lascia perdere! Non era importante, no? Cioè, Tu-Sai-Chi e roba simile, no? –

- No, ma…-

- E allora lascia perdere e concentrati! Ora c’è Hagrid, e poi hai l’allenamento di Quidditch: Domani hai la partita! –

- Sì, sì…- Harry non era molto convinto, ma decise di dar retta all’amico, se non altro per preservare la sua sanità mentale (di Ron, non quella di Harry! quella era andata perduta col sogno^^) Durante la lezione di Hagrid non ci pensò più e nemmeno, figuriamoci, durante l’allenamento di Quidditch. La sera, poi, era talmente stanco, che crollò sulle scale mentre cambiavano e Ron e Neville lo dovettero trascinare fino in camera.

Era sabato mattina. Eleanor, ora che ci ripensavano, il giorno prima non s’era vista. Quando non era a lezione, stava seduta ad un tavolino di Sala Comune, a consultare i tarocchi.

- Eleanor, noi usciamo, vieni? – le aveva chiesto Hermione nel pomeriggio.

- Scusa, Herm, ma ora devo finire qui…-

- Va…va bene. – Hermione fece una faccia perplessa, ma lasciò perdere.

Alla mattina Harry si svegliò prestissimo, teso per la partita. Non aveva sognato, non quella notte. Si cambiò e controllò la Firebolt, che si era portato in camera la sera prima. La lucidò e la calibrò a puntino. Scese a far colazione presto e Sala grande era semi- deserta. Anzi, deserta del tutto! Gli altri componenti della squadra ancora dormivano, ed effettivamente di sabato mattina alle 7, il più mattiniero era lui. Non era, però, l’unico. La professoressa Riley era già lì a far colazione, quando Harry arrivò.

- Potter, mattiniero oggi, eh? – disse, avvicinandosi.

- Sì, professoressa. –

- Hai la partita? – Harry annuì, trangugiando un po’ di porridge.

- Sì. –

- Mmm…ti posso parlare in tutta franchezza? – chiese, sedendosi.

- Certo, professoressa. –

- Ti sembra che Eleanor abbia dei comportamenti…strani? –

- Strani? No…beh, se chiede a qualcun altro si sentirà rispondere che non c’è persona più strana di Eleanor, però per noi non è così. –

- L’opinione degli altri non mi interessa, conta solo quella delle persone informate di fatti. –

Harry annuì, mentre mandava giù le uova e il bacon.

- Capisco…- disse poi – Comunque Eleanor è sempre Eleanor (sì, e San Remo è San Remo…ndComy^^) – la professoressa si alzò.

- Potter…Harry. Eleanor è fortunata ad avere amici come te, Granger e Weasley. Solo, statele accanto. –

- Certo, professoressa. – Valenta Riley si allontanò dal ragazzo proprio mentre altri ragazzi entravano a fare colazione. C’era anche Eleanor.

- Buongiorno, Harry! –

- ‘Giorno Ellie. Come va? –

- Bene. – rispose la ragazza, sedendosi.

- Mi spieghi perché ieri sei stata tutto il giorno a leggere le carte? – chiese, senza mezzi termini.

- No, niente, è solo che se Lalla mi ha mandato Thanatos deve esserci un motivo. E allora ho consultato i trionfi. Mi indicano pericolo incombente, come sempre, d’altronde. – ripose con una mezza smorfia.

- Sempre così? –

- Già. –

- Hai fatto colazione? –

- TI sembra che abbia già fatto colazione? Sono qui apposta! –

- Effettivamente…-

- Allora? Sei sicuro di essere sveglio? –

- Sì, sono sveglio, sono sveglio. –

- Allora facci compagnia. – la voce veniva dalle sue spalle: era Ron, con Hermione.

- Buongiorno! – salutò Harry.

- Buongiorno! – risalutarono in rimando. –

- Suvvia, rimarrò a farvi compagnia. –

- Ecco,bravo, tanto mancano due ore alla partita. Ti sei allenato abbastanza? – chiese Ron.

- Certo…Angelina ci ha sfinito. –

- Dovete vincere. Non che Corvonero mi stia antipatico, ma altrimenti Serpeverde avrà la testa della coppa. –

- Già! – finirono di far colazione e poi Harry raggiunse la squadra in spogliatoio. Stringeva la Firebolt come fosse il suo più grande tesoro, mentre Angelina arringava i suoi compagni. Al fischio di Madama Bumb Corvonero e Grifondoro fecero il loro ingresso in campo. Il sole splendeva sul campo di Quidditch, anche se le nuvole s’avvicinavano da Ovest.

Madama Bumb fischiò ancora e i giocatori saltarono sulle scope. Cho Chang, Cercatrice di Corvonero, piaceva molto a Harry, ma le partite di Quidditch non erano il posto giusto per un corteggiamento.

In aria Harry sentì andar via dubbi e preoccupazioni. Ora l’unica cosa cui doveva pensare era il Boccino d’oro. Anche Cho cercava, gli occhi a fessura, cercando di discernere tra i bagliori di occhiali e orologi e il Boccino. Si spostavano in alto, come due sparvieri sulla preda, cercando il piccolo oggetto. Intanto, sotto, i Cacciatori di Grifondoro e Corvonero giocavano la Pluffa, scambiando, dribblando e evitando Bolidi. I Battitori si scambiavano Bolidi come fossero palle da Ping-Pong. Lee Jordan faceva la telecronaca, ma Harry non la sentiva più di tanto. Sugli spalti le tifoserie seguivano con grida e fischi le prodezze delle squadre. Quelli di Grifondoro, decorati dagli striscioni di Dean animati da Hermione, rifulgevano di Rosso e Oro. Eleanor fissava i 14 giocatori che volavano in alti, invidiando quasi il fatto che loro sapevano cosa dovevano fare, la loro sicurezza, sicurezza che lei non sentiva di avere. Era la figlia dell’uomo più temuto sulla faccia della terra, ma non gli apparteneva. Hermione, notando il viso pensieroso di Eleanor, le disse:

- Ellie? Tutto ok? –

- Eh? Ah, sì, Herm. Stavo solo pensando. Guarda! Harry è in picchiata! – si sporse dal parapetto.

Harry, infatti, era in picchiata. Una Finta Wronsky o aveva visto il boccino? Cho non lo sapeva e, nel dubbio, l’unica cosa che poté fare fu seguirlo. Mentre Eleanor fissava il Baleno rosso scendere in picchiata si rese conto che c’era qualcosa che non andava nell’aria. Un silenzio innaturale era sceso sul campo e s’accorse che i movimenti di tutti si stavano rallentando. Sembrava di essere in una di quelle scene al rallenty che si vedono nei film. Ma non era un film (era un libro…ndComy^^). Anche la folle discesa di Harry stava rallentando, fino a fermarsi completamente. Eleanor si voltò verso Hermione, che stava a bocca aperta come se stesse gridando qualcosa, ma non emetteva alcun suono. Rifissò il terreno e vide Harry a 50 cm dal suolo, con Cho molto dietro. Eleanor sembrava l’unica in grado di muoversi. In preda ad un’avvisaglia di panico, si voltò verso lo spalto dei professori, ma anche la Riley, la Mc Granitt e perfino Piton erano immobili. Sentì uno stridio, alla sua sinistra. Thanatos stava arrivando in volo. Eleanor, sollevata, tirò su il braccio e il falco vi atterrò, senza stringere troppo.

- Amico mio, che sta succedendo? Lo sai? – il falco stridette  in risposta, abbassando il capo.

- No, eh? – Eleanor non era tranquilla. Scese dagli spalti cercando di guadagnare il campo, zigzagando tra i compagni immobili. Vide Harry vicinissimo al Boccino, anch’esso immobile. Harry tendeva una mano ad afferrare la piccola sferetta dorata. Un’ombra cadde sul capo e Eleanor alzò gli occhi al cielo. Lassù, in alto, centinaia di uccelli neri si erano raccolti fino ad oscurare il sole come una nube e, cosa più inquietante, formavano il Marchio Nero. Poi ruppero le righe e da dietro di essi scese un animale gigantesco, nero. Il bestione si lanciò in picchiata su Eleanor, afferrandola per le spalle con gli artigli e affondando le unghie nella carne, mentre Thanatos strideva e Eleanor gridava di dolore con tutte le sue forze. Bacchetta in mano, riuscì in ultimo a gridare:

- Tempus Scurre! – poi l’animale strinse di più, costringendola a mollare la presa. Il tempo ricominciato a scorrere, Harry afferrò il boccio per forza di completamento dell’azione. Poi s’accorse che c’era qualcosa che non andava. Mentre Lee Jordan proclamava la vittoria di Grifondoro, Harry si voltò e vide l’uccellaccio nero portare via una figura umana, seguito da un falco stridente con una bacchetta in mano. Fece 2+2 e si rese conto che la figura umana era Eleanor. Sentì Hermione gridare:

- Ellie! Eleanor! –. La professoressa Riley corse per gli spalti, bacchetta in mano, per tentare di schiantare l’animale, non riuscendoci per via dei movimenti della bestia.

Harry non pose tempo in mezzo. Mollò il Boccino, prese la bacchetta dalla maglia sotto la divisa da gioco, fece inchiodare la Firebolt e si lanciò a tutta velocità, appiattendosi sul manico per favorire l’aerodinamica, accelerando fino a diventare solo un’indistinta macchia rossa.

- HARRY! – gridò Ron. Fred e George salirono fino all’altezza degli spalti, caricarono Hermione e Ron  e seguirono il giovane Potter all’inseguimento della bestia.

Questa, accortasi di essere seguita, infilò nel fitto della foresta, ma Harry non mollava: era o non era il Cercatore più giovane da un secolo a questa parte? Riuscì ad arrivare sotto l’animale, a pochi centimetri da Eleanor. Vide il sangue inzupparle la divisa e gli schizzi macchiarle il volto. Era svenuta.

- Ellie! Eleanor! – chiamò Harry. Ma la ragazza non rispose. Si mise, allora, esattamente accanto a lei, le cinse la vita con un braccio e, tenendosi ben stretto alla Firebolt con le ginocchia, impugnò la bacchetta con l’altra e disse:

- Stupeficium! – ma la formula non ebbe effetto. Gli si fece incontro Thanatos, con la bacchetta di Eleanor. Sembrava offrirgliela. La prese e mise la sua nell’altra mano, ma il falco protestò. Harry, intuendo quello che voleva dire, afferrò entrambe le bacchette e:

- Stupeficium! – stavolta la formula ebbe effetto, anche se non del tutto. La bestia rimaneva comunque attaccata con una zampa a Eleanor. Stavano precipitando, e nel cadere Harry prese anche una botta al braccio dall’altra zampa. L’arrivo provvidenziale di Fred, George, Hermione e Ron li salvò, perché i 4 completarono lo schiantamento dell’animale, che mollò la presa cadendo a peso morto in una mezza radura, abbattendo anche un paio di alberi. Harry riprese quota, tenendo Eleanor. Se la sistemò davanti, per poterla tenere, e si mise le bacchette nella maglia.

- Harry, state bene? – chiese Fred, preoccupato.

- Io sì, Ellie no! È ferita gravemente, ha bisogno di cure. –

- Portala al castello, noi intanto leghiamo questo coso! – disse George. Rimanendo sui manici di scopa, Hermione, Ron, Fred e George lanciarono corde e catene per immobilizzare l’animale.

Harry, alla massima velocità possibile, fece ritorno al castello scortato da Thanatos. Scese dalla scopa al volo, e, presa Eleanor in braccio, attraversò quello che gli rimaneva del cortiletto ed entrò. Giustappunto nell’atrio c’erano la Riley, la Mc Granitt e Silente.

   
 
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