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Autore: effieth    04/02/2013    0 recensioni
I suoi lunghi capelli tinti neri ricadevano a onde sul prorompente decolté poco nascosto dallo scollato vestito nero. Le sue mani accarezzarono provocanti la pelle beje del divanetto che faceva risaltare le sue unghie rosse ben curate. Sembrava una pantera; una bellissima pantera che, sensuale, attirava a se la sua preda per poi poterla addentare. La sua preda ero io.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - prima parte;




30th June, 1985.
 
I suoi occhi color oro schizzavano da una parte all'altra scrutando il nuovo ambiente.
Sì, era in un posto completamente nuovo e sconosciuto che solo Dio sapeva quante disgrazie poteva portarle o meglio, le avrebbe sicuramente portato.
Accavallò le gambe mostrando svariati centimetri di bianca e liscia pelle delle sue cosce.
I suoi lunghi capelli tinti neri ricadevano a onde sul prorompente decolté poco nascosto dallo scollato vestito nero.
Le sue mani accarezzavano provocanti la pelle beje del divanetto che faceva risaltare le sue unghie rosse ben curate.
Sembrava una pantera; una bellissima pantera che, sensuale, attirava a se la sua preda per poi poterla addentare. La sua preda ero io.
Il suo sguardo si puntò su di me e l'angolo destro della sua bocca si sollevò in un ghigno soddisfatto. Un serpente; un serpente in grado di avvertire cosa le accadeva intorno solo grazie alle onde che emanavano i corpi degli altri. Il mio sicuramente emanava imbarazzo seguito da un'insicurezza palpabile.
Le sue piene labbra a forma di cuore si posarono sul vetro del bicchiere. Quanto avrei voluto essere quel bicchiere solo per poter sfiorare le sue labbra e donarle quell'emozione inebriante che poteva donarle quell'alcolico,  il quale ora scorreva veloce nel suo corpo. Nel suo perfetto corpo.
« Una gioventù bruciata, non è vero? »
Mi girai preso alla sprovvista.
« Oh ehm.. si.. si.. no, di cosa stai parlando? »
Lionel si sedette sul divanetto di fronte al mio e appoggiò pesantemente i pugni sul tavolo di vetro.
« Smettila Michael, sai di chi sto parlando »
Ribattè fecendo un leggero cenno con la testa.
« L'hai guardata fino adesso e lei sembra ricambiare con tutta se stessa. Proprio tutta. »
La scrutò con l'occhio sveglio e le sorrise per non farsi notare.
« Sembra una.. »
« Non cominciare con le tue similitudini, almeno non prima di essere ubriaco marcio »
Scherzò ridendo fragorosamente Lionel.
Scrollai le spalle e abbassai il cappello sugli occhi. Era così incredibilmente imbarazzante tutto questo, eppure la mia mente era seduta accanto a lei, era sopra di lei, era dentro di lei; e anche il mio corpo confermava questa mia fantasia, specialmente l'ultima.
Il liquido verde scendeva a cascata nel mio bicchiere e sembrava non fermarsi mai. Vodka. Un enorme bicchiere di vodka riempito fino all'orlo era quello che mi ci voleva per distrarmi.
I suoi occhi mi sfioravano la schiena, le spalle. Cercava la mia attenzione e io l'avvertivo. Sentivo il bisogno di guardarla ancora una volta.
Rilassai i muscoli affondando nel divanetto.
'Forza Michael'.
« Ehi, la tua dea si sta avvicinando »
Tolsi gli occhiali e mi sollevai. La sua presenza era forte come se un'aura bianco puro si fosse illuminata attorno alla sua anima racchiusa in quello snello ed agile corpo.
Si muoveva sinuosa scivolando tra un tavolo e l'altro. I suoi passi erano leggeri ma allo stesso tempo faceva tremare le pareti. Il suo sguardo era innocente e focoso. Passione. Desiderio. Pietà. Forse sentimento. Macchè, puro sesso nei suoi occhi.
Il suo tacco risuonò un'ultima volta prima di piantarsi di fronte al nostro tavolo. Abbassai la testa lasciando che il cappello facesse ombra sui miei occhi terrorizzati. Un sapore agrodolce esplose nella mia bocca. Era il suo profumo che enigmatico inebriò il mio corpo. Enigmatico come lo era lei.
La sua mano si posò sulla mia e le sue unghie graffiarono le mie dita come per invitarmi a ribellarmi, come per chiedere attenzione proprio come fa un gatto quando ha fame.
Una sensazione di calore si espanse in me come il primo sorso di un alcolico. Quello era il primo e sicuramente non ultimo assaggio che lei mi avrebbe dato quella notte; quella notte ad Hollywood.
La sua mano si allontanò dalla mia e con gesto elegante, prese tra le dita il mio bicchiere prendendone un grosso sorso.
Si sfiorò i denti con la lingua prima di svanire nel nulla. Con il mio alcolico.
« Cosa ci fai ancora qui te?! »
Lionel era scandalizzato. Ma che scandalizzato, di più.
Non capivo se era per lei o perchè io ero ancora qui seduto con la mano piantata sul tavolino e ancora quella sensazione di calore che si impossessava sempre meno di me.
« Vai subito a cercarla! »
Annuii incerto. Sì, la mia mente era incerta ma a quanto pare il mio corpo non lo era affatto perchè, mentre con la testa ero ancora al tavolo, mi ritrovai al centro della sala a spintonare gente che sicuramente conoscevo ma che non avevo ne la voglia ne il tempo di salutare.
Le mie orecchie fischiavano e il respiro era carente. Era sicuramente vicina.
Sospirai e cominciai a correre.
Il suo profumo. Il suo corpo. I suoi occhi; sensuali occhi che mi avrebbero trascinato verso il basso, verso le viscere dell'inferno.
« Michael! »
Una voce acuta mi perforò un timpano. Mi sollevai dritto con la schiena e mi girai.
Diana Ross.
« Diana! Ciao.. »
« Oh carissimo! E' dai tempi di Thriller che non ci sentiamo più, sbaglio? »
Sorrisi nervosamente e mi sorpresi a torturare il mio freddo orologio.
« Non sbagli affatto! Guarda, sono davvero dispiaciuto ma devo and.. »
« Quanto tempo! T r o p p o! Coraggio, raccontami un pò di te! »
« Diana, cosa devo raccontarti? Sai tutto, e poi io devo andar.. »
Le sue lunghe e rugose dita afferrarono il mio braccio trascinandomi su uno di quegli squallidi divani beje.
« Coraggio, ci son tante cose di te che mi piacerebbe sentire »
« Oddio, senti? »
Diana sbarrò gli occhi e chinò la testa vicino alla mia tasca.
Con un gesto veloce portai la mano sulla tasca e sorrisi.
« Il telefono! Devo andare a rispondere »
Dissi alzandomi in piedi e ridendo in modo tanto finto che mi sorpresi del fatto che lei non si accorse di niente.
« Chi ti cerca Michael? Mi stai nascondendo qualche ragazza? »
Rise.
Mi bloccai e trattenni il respiro. Non stavo nascondendo niente; forse avevo la faccia di uno che nascondeva?!
Feci scrocchiare le noche e sussurrai
« No, è solo mia madre »
  
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