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Autore: Amily Ross    05/02/2013    1 recensioni
E se le cose fossero un pò diverse, se Holly, Benji e tutti gli altri fossero italiani anziché giapponesi? Cosa succederebbe se le loro vita fossero legate a quelle di calciatori famosi, e sarebbero leggermente cambiate? Riusciranno i nostri piccoli grandi eroi a realizzare il loro grande sogno? (I ragazzi sono imparentati tra loro, quindi non fate caso ai cognomi diversi che hanno alcuni di loro, l'ho fatto apposta, sia per "italianizzare" i personaggi, sia per legarli ai calciatori)
Genere: Generale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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15°capitolo: Tra scuola, allenamenti, e partite




Finita l’estate, eravamo pronti per tornare alla carica; affrontare la scuola, gli allenamenti e le partite. (Insomma, la nostra routine quotidiana).


Quest’anno ci trovavamo al 2° liceo, cominciavamo a diventare famosi, grazie anche al fatto che il preside ci aveva visto in campo, e ci aveva proposto di entrare a far parte anche della squadra scolastica.


Tutti ci chiedevano autografi, foto, le ragazze erano pazze di noi; cadevano ai nostri piedi, (e provocavano non poco le ire delle nostre ragazze, soprattutto di Patty e Jenny, le più “possessive” ).


Persino i professori, ed i bidelli ci chiedevano gli autografi, (devo dire che era bello essere diventati famosi, e soprattutto lo era ancora di più, per il fatto che lo eravamo diventati grazie al nostro impegno e talento, e non per via dei nostri cognomi).


Questo, sembrava essere l’anno più lungo e difficile, in quanto, la scuola diventava sempre più pesante ed impegnativa, in fondo eravamo al 2° liceo, l’anno di passaggio tra il 1° e d il 3°, quindi, se volevamo passare all’anno successivo, dovevamo impegnarci molto di più; senza però trascurare il calcio, anch’esso era importante soprattutto adesso che eravamo così vicini alla fama.


L’anno andava dunque avanti, tra: scuola, compiti, interrogazioni, allenamenti e partite. Le cose procedevano abbastanza bene, conducevamo la classifica. Però; sabato 17 aprile ci fu uno spiacevole evento, infatti, durante la partita mi sono rotto la caviglia sinistra. (La mia solita insomma. Stavo effettuando una parata, in elevazione, e sono caduto in un brutto modo concentrando tutto il peso del mio corpo sulla gamba.).


Eravamo appena al ‘30°minuto del primo tempo, quando mi condussero fuori dal campo in barella, mi portarono immediatamente all’ospedale; la diagnosi non fu per niente buona, infatti: mi ero rotto sia i tendini, sia i legamenti, e come ciliegina sulla torta, anche l’osso si era rotto per la seconda volta. Il mio campionato era finito, giocandomi così tutta la parte più bella della stagione.


Mi ingessarono il piede, e mi dissero che questa volta avrei dovuto essere operato. (Poverina la mia caviglia, da quando gioco a calcio ne ha viste di tutti i colori, considerando che questa è la seconda volta che me la rompo; ma di certo, non ha dimenticato di tutte le altre botte che ha subito).


Lunedì a scuola, l’attenzione era tutta concentrata su di me. Tutti mi chiedevano cosa mi era successo, perché avevo le stampelle, il gesso ecc...


La scuola continuava, eravamo quasi arrivati agli sgoccioli, il campionato era quasi finito. Improvvisamente le condizioni di Julian peggiorarono, il suo cuore era tornato a fare nuovamente i capricci; e li faceva ogni giorno di più.


Anche lui dovette abbandonare, temporaneamente , il calcio. Finalmente la scuola finì, e per fortuna fummo tutti quanti promossi; insieme a lei, finì anche il campionato, che concludemmo al 4°posto.


Il giorno della mia operazione, si avvicinava velocemente, diventando sempre più vicino. Julian entrava ed usciva dall’ospedale, continuamente, le sue condizioni si erano molto aggravate.


(Mi sa che questa volta, lo avevamo perso per sempre, forse per lui, era davvero giunto il momento di appendere gli scarpini al chiodo, e far diventare il calcio uno dei ricordi più belli della sua vita).

   
 
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