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Autore: darkronin    05/02/2013    0 recensioni
4^ classificata e premio originalità al contest “La Ballata delle Emozioni” di phoenix_esmeralda sul forum di EFP
Dasa e Danjal. Qualcosa li lega. Lei non sa in cosa consista questo legame e lui le sembra troppo aggressivo: al punto da aver ordinato la sua segregazione in una bellissima villa di campagna.
Cosa rende così nervoso Danjal? Qual è il suo segreto? E quale quello di Dasa che lui cerca di nasconderle?
"Lui era l'unico, veramente, vestito come lei. Insieme non sembrava più essere fuori dal tempo. Insieme sembrava che fosse il tempo a essere nel momento sbagliato."
Genere: Generale, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4ͣ^ classificata e premio originalità al contest “La Ballata delle Emozioni” di phoenix_esmeralda sul forum di EFP

Salve a tutti, questa è una storia che avevo in testa da tempo. Voleva essere una long ma non avevo abbastanza tempo e voglia per sistemarla ma ho usato l'idea di base per questo Contest.
Per chi fosse curioso (e volesse spoilerarsi il finale, perché, lo ammetto, so essere abbastanza incasinata da far demordere il lettore) i dettagli dei giudizi saranno a fine pagina (la prima parte è inerente ai refusi davvero idioti di cui mi sono accorta anch'io leggendo ora -a distanza di mesi, però, a conferma che ho bisogno di molto tempo per non scrivere porcherie- o a tutta la punteggiatura di fine frase che purtroppo dimentico per strada e che mi è costato un bel 6.5). Non apporterò le modifiche che mi avrebbero permesso un punteggio maggiore per questione di correttezza.
A voi, come alla giuria, la storia così come è stata presentata. Solo sarà scaglionata perché è lunga 18 pagine...
E chissà, magari in futuro la riprendo e vi spiegherò tutte le cose che non vi dico :)
Buona lettura



“UNA BAMBOLINA DI CARATTERE” di DarkRonin

Emozione: disprezzo
Frase: “Sono quello che chiamavi se piangevi ogni sera, sono quello che un po’ odi e che ora un po’ ti fa paura.”

GIUDIZIO Khika Liz:
- Grammatica: 6.5/8
- Stile e Lessico: 7.5/8
- Originalità e credibilità della trama: 7/8
- Caratterizzazione dei personaggi: 7/8
- Sviluppo dell’emozione: 4/5
- Utilizzo della frase: 4/4
- Gradimento personale: 6/6
TOT: 42/47 punti







Una bambolina di carattere


Sembrava ieri. Eppure erano passate solo due settimane da che si era liberata della sua prigionia.
Alzò gli occhi al cielo, contemplando le nuvole bianche rincorrersi veloci su di in un prato azzurro. Di quando in quando, le scie degli aerei, dritte e inflessibili, si intromettevano nei loro giochi.
Le scie erano bizzarre: seguivano docili l'aeromobile; talvolta gli erano così affezionate da tralasciare subito il cielo azzurro per rincorrere la loro guida, a volte erano disobbedienti e lascive e si attardavano, languide, gonfiandosi alle spalle della loro guida nel tentativo maldestro di imitare una di quelle nuvole paffute che punteggiavano il loro viaggio, per poi arrendersi e dissiparsi in un ultimo tentativo di imitare la pesantezza dell'aria carica d'umidità che nascondeva la vista delle montagne. Quelle scie le ricordavano i lunghi bastoncini di legno che osservava danzare nelle bevande aranciate, leggermente alcoliche che, di quando in quando, le venivano servite prima di cena. Il liquido, come il cielo e come lei, si faceva un baffo di quella rigida intrusione e continuava il suo vorticare, deridendo l'austera figura che era convinta di imbrigliarne l'essenza.
Non ci aveva mai fatto caso ma era più che convinta che, prima della reclusione il cielo non avesse mai avuto simili interferenze. Ma doveva ricordare a se stessa che il mondo che aveva conosciuto era stato stravolto nel periodo in cui lei non l'aveva vissuto.
Non l'aveva detto a nessuno, temendo una punizione supplementare a quella per la fuga, ma aveva sbirciato, di sfuggita e del tutto casualmente, quella poca gente che aveva intercettato nelle sue lunghe camminate. Tanto per cominciare, le fogge degli abiti erano assolutamente scandalose e indecenti. Li trovava indecorosi lei, che aveva l'ardire di indossare un paio di vistosissimi bloomers. E i cocchi: erano completamente spariti, soppiantati in toto da strane automobili che nulla avevano a che vedere con i modelli più lussuosi che aveva conosciuto
E i treni! Se il cielo si era riempito delle scie bianche di numerosi stormi metallici si era ripulito di quelle nere della motrici a carbone e che ora vedeva sfrecciare, miracolosamente, in lontananza a velocità inaudite.
Eppure le terre che aveva imparato ad amare nel corso della sua adolescenza erano indubbiamente quelle.
Tante cose non le quadravano, constatò ancora una volta. Scappare e allontanarsi un po' ogni volta era l'unico modo per scoprire il mondo circostante. Ricordava la paura che aveva provato la primissima volta nel rendersi conto che qualcosa di grosso era avvenuto.
Vinta la paura, che le aveva impedito di tentare altre sortite nei giorni successivi, aveva cercato di analizzare la situazione, senza riuscire a trovarvi soluzione. Quello che la magione poteva offrirle, quanto a conoscenza, era già in suo possesso. Per tutto il resto, non poteva fare altro che attingere direttamente alla fonte.
Quindi, era scappata. Una volta sola. Poi un'altra. E un'altra volta ancora.
Probabilmente, in quel momento, i domestici la stavano cercando disperati. Ma, questa volta, lei aveva posto molta più distanza tra sé e i suoi nuovi carcerieri. Certo, erano gentili e servizievoli. E la prigione era più ampia, soleggiata. Ma era sempre una prigione da cui avrebbe dovuto esserle vietato uscire.
Sorrise. Lei era furba e scaltra. E non era certo docile e mansueta.
Chiuse gli occhi, del colore del cielo in tempesta e inspirò profondamente il profumo dei fiori di campo. Era diverso rispetto a quello a cui era abituata prima. Doveva essere stata la segregazione a cancellarle i ricordi olfattivi, pensò mentre il caldo sole di una giornata estiva, che si preannunciava afosa, le bagnava la pelle delicata come la neve.
Un improvviso, quanto fastidioso odore di zolfo, arrivò a coprire il tenue profumo dei fiori di campo. Si tirò a sedere, meccanicamente in allerta. Qualcosa di pericoloso, le suggerì la parte rettile del suo cervello, la stava per raggiungere. Tendendo l'orecchio, però, capì: un paio di persone stavano dando fuoco, manigoldi, a dei copertoni.
Se la memoria non l'ingannava, gli pneumatici vulcanizzati avevano al loro interno una qualche componente sulfurea che li rendeva più elastici. Ascoltò i loro traffici indistinti per qualche minuto, rapita dall'odore e dai rumori, finché i delinquenti non si allontanarono e lei tornò a rilassarsi, stendendosi nuovamente nell'erba. Impigrita, desiderosa di non tornare a casa ma nemmeno di allontanarsi ulteriormente, osservava minuziosamente i fiori attorno a sé, sperando che almeno quelli non fossero cambiati più di tanto.
Però, quando una campanula selvatica attirò la sua attenzione, avvenne qualcosa di strano: la sentì trillare. Era sicura fosse solo un'illusione, uno scherzo che le giocavano le orecchie non più abituate ai rumori. Allungò istintivamente la mano, guantata di pizzo nero, per cogliere lo strano fiore quando, ancora, ne sentì lo scampanellio.
Un terrore cieco, inspiegabile l'attanagliò. Una voce le riecheggiò in testa. Cosa diceva? Chi era che parlava? Qualcuno la stava mettendo in guardia. La voce di una donna, biascicata dall'età, si faceva strada, prepotentemente, tra i suoi ricordi.
Improvvisamente come era venuto, il panico si dileguò, lasciandola ansante e stordita.
Fissò l'innocuo e strano fiore con sospetto e curiosità, prima di imporsi di rimettersi in cammino.
Poi l'avvertì, alle sue spalle. Una presenza che prima, ne era sicura, non c'era. E non si trattava di un animale.
Si voltò lentamente e si trovò a osservare una persona che, in un certo qual modo, le sembrava di conoscere e di cui, tuttavia, aveva dimenticato ogni legame.
“Eccoti qui, finalmente” la sua voce era dura, tagliente. Sembrava infastidito
Era un uomo, dall'età imprecisata. Avrebbe benissimo potuto avere vent'anni come cinquanta. Il portamento era altero e fiero, quasi superbo. Indossava una semplice camicia appena coperta da una raffinata marsina nera lasciata aperta sullo sparato agganciato sotto il colletto. Le scarpe, delle Brogue Wingtips nere e affilate, tirate così a lucido che sembravano appena tirate fuori dalla confezione, sbucavano da sotto un paio di ghette bianche sotto un paio di braghe gessate, le cui righine burro erano così sottili da perdersi nei meandri delle pagliuzze del fondo color lavagna
La visione le procurò un tuffo al cuore: lui era l'unico, veramente, vestito come lei. Insieme non sembrava più essere fuori dal tempo. Insieme sembrava che fosse il tempo a essere nel momento sbagliato.
“Ci conosciamo?” domandò gentile, accennando un inchino a mo' di saluto, con l'educazione che le era stata impartita.
Lui l'osservò fermo. E pure, negli occhi, gli ballarono un vortice di emozioni diverse tra loro: paura e sollievo, rabbia e attrazione, sorpresa e perplessità. Alla fine le disse, sbrigativamente e semplicemente, di seguirla. E di non tentare scherzi “Saprei ritrovarti in capo al mondo”
Una frase che lei interpretò subito come minacciosa nonostante il contenuto in qualche modo romantico. Decise, non seppe neanche lei perché, di seguirlo docilmente. Camminarono in silenzio fino al limitare dei cancelli.





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Ciao a tutti, rieccomi qui.
Come detto nell'introduzione, avrei voluto sviluppare la storia come una long.
Invece, non avendo abbastanza idee ne ho approfittato per usarla per un contest.
Per ora finisce in modo un pò tronco...
ma chissà, magari un giorno la riprenderò.
Never say never.
E intanto, al prossimo capitolo.








Commento:
Ti segnalo, intanto, alcuni errori.
• Se dici "sembrava ieri", allora non puoi mettere "erano passate solo", altrimenti non c'è coerenza. È più corretto dire "erano passate già due settimane"
• "Non ci aveva mai fatto caso ma era più che convinta che, prima della reclusione [,] il cielo non avesse mai avuto simili interferenze"
• "Chiuse gli occhi, del colore del cielo in tempesta [,] e inspirò profondamente"
• "Un terrore cieco, inspiegabile [,]l'attanagliò"
• "Improvvisamente [, così] come era venuto, il panico si dileguò, lasciandola…"
• Nella descrizione delle scarpe dell'uomo ci sono un paio di ripetizioni "Tirate a lucido"-- "tirate fuori" , "un paio di ghette" -- "paio di braghe"
• “Il leggero bussare del maggiordomo[ senza la virgola,] spezzò la tensione e..”
• “a qualcosa che, a sua volta[,] era legato allo stemma”
• "Quindi, sigillò la porta con un giro di chiave che si infilò nel taschino[.] “Dasa?” chiamò, distraendola"
• "cercò di ignorare la sensazione sgradevole che ciò le comporta[va].
• "Ma lei, a differenza della principessa persiana, non aveva la lingua lunga e tagliente [,] né era abbastanza colta per.."
• "Al di là della soglia si estendeva un ambiente magnifico che le [che le ricordò] ricordarono, ancora, le sue letture esotiche.."
• "E un'idea fantastica arrivò in suo aiuto[.]"
• "scamosciata e che, a colpo d'occhio[,] simulava l'effetto di un vero bustier.."
• "non è stato un buon maestro” lo schernì lei, sprezzante[.]"
Più in generale, fai attenzione ai punti a fine frase e alle virgole, perché fondamentalmente sono state il tuo problema più grande. Poi le frasi molto spesso risultano ridondanti, pesanti, sia alla vista che alla lettura e comprensione. Un’altra cosa. Alla fine dici “fregandosene” che non c’entra nulla con il linguaggio che invece hai usato prima.
La trama è molto originale e sinceramente all’inizio non ci stavo capendo nulla lol poi alla fine, con la data, ho realizzato il tutto e sì, ottima idea. Alcune cose comunque non mi quadrano (come per esempio come faccia lui ad essere ancora vivo) e sono domande che hai posto e a cui non hai risposto e io sto morendo di curiosità. Ecco. Una cosa che ho apprezzato moltissimo sono stati gli accenni al femminismo, penso che sia stato con quelli che mi hai totalmente conquistata. Per il resto, una buona storia, la frase usata benissimo e l’emozione abbastanza presente. I miei complimenti!



GIUDIZIO DI phoenix_esmeralda:

- Grammatica e sintassi: 6,80/8 La grammatica è il buco nero di una storia che altrimenti, a mio parere, non ha nulla da invidiare ai libri che compro nei negozi. Purtroppo ci sono state parecchie sviste, imprecisioni e scivolate...non errori plateali, ma cosucce qua e là che andrebbero riviste. Essendo la tua storia mediamente molto più lunga delle altre che mi sono arrivate, ho tenuto conto di questo nel punteggio (non penso sia giusto valutare allo stesso modo storie di 2 pagine e storie di 20). Ti segnalo tutto quello che ho potuto notare, tra cui anche alcune frasi che risultano molto appesantite e rendono complicata la comprensione:
1) “contemplando le nuvole bianche rincorrersi veloci su di in un prato”: di in un prato.
2) “Le scie erano bizzarre: seguivano docili l'aeromobile; talvolta gli erano così affezionate da tralasciare subito il cielo azzurro per rincorrere la loro guida, a volte erano disobbedienti e lascive e si attardavano, languide, gonfiandosi alle spalle della loro guida nel tentativo maldestro di imitare una di quelle nuvole paffute che punteggiavano il loro viaggio, per poi arrendersi e dissiparsi in un ultimo tentativo di imitare la pesantezza dell'aria carica d'umidità che nascondeva la vista delle montagne.” = qui c’è un problema più che altro sintattico, la frase è molto pesante da leggere e difficile da seguire, il mio consiglio magari è di spezzarla in due.
3) “Non ci aveva mai fatto caso ma era più che convinta che, prima della reclusione il cielo non avesse mai avuto simili interferenze”: virgola dopo “reclusione”
4) E i treni! Se il cielo si era riempito delle scie bianche di numerosi stormi metallici si era ripulito di quelle nere della motrici a carbone e che ora vedeva sfrecciare, miracolosamente, in lontananza a velocità inaudite.” = dovrebbe esserci una virgola dopo “metallici” e dovresti togliere la “e” dopo “carbone”.
5) “Scappare e allontanarsi un po' ogni volta era l'unico modo per scoprire il mondo circostante” = dovresti cambiare il “per” con “di”, altrimenti risulta un po’ dialettale.
6) “La voce di una donna, biascicata dall'età, si faceva strada, prepotentemente, tra i suoi ricordi” = dovrebbe essere “biascicata per l’età” o “a causa dell’età.”
7) “e di cui, tuttavia, aveva dimenticato ogni legame.” = questa frase è proprio sintatticamente formulata male, nel senso... non puoi dimenticare il legame di una persona, ma il legame che hai con una persona.
8) “E pure, negli occhi, gli ballarono un vortice di emozioni” = il soggetto è vortice, quindi il verbo va al singolare: “gli ballò un vortice di emozioni”.
9) “Avrebbe voluto ridergli il faccia” = “in”
10) “Con uno scatto meccanico, che forse sentì solo lei, le rotelle del cervello completavano una parte del complesso puzzle” = completarono
11) “redingotte” = è “redingote”, con una sola “t”
12) “altre sì” = “altresì”, tutto attaccato.
13) “Danjal “Io ho creato – e sono quindi,” = ci vorrebbe un “ne” tra “e” e “sono”
14) “in paesi – che loro consideravano – arretrati” = ti consiglio, o di mettere la frase tra i trattini in una parentesi, oppure di lasciarla normale senza trattini. Così risulta quasi illeggibile.
15) “i giovani stavano lottando dispotismo e sessismo” : contro dispotismo e sessismo
16) “Se l'aveva iniziata alla libertà del corpo e della mente, come poteva, ora dirsi così contrariato?” : c’è una punteggiatura che rende la frase illeggibile. o_O Tra “poteva” e “ora” quella virgola non ci sta proprio.
17) “Era la prima volta che penetrava in quella parte della residenza e si guardava attorno con l'aria stupita” : “guardò”
18) “Al di là della soglia si estendeva un ambiente magnifico che le ricordarono, ancora, le sue letture esotiche” : “ricordò”, perché il soggetto è l’ambiente, non le letture.
19)“Senta...” disse appoggiandosi con le braccia al bordo della vasca “Ha qualche controindicazione per la brusca e la spugna?” = fino a qui, Dasa aveva dato a Danjal del “voi”. Da questo punto in poi, inizia a dargli del “lei”... °_°
20) “Le pareti erano completamente rivestite di superfici riflettenti. Sembra essere una pinacoteca privata adibita alla raccolta” : dopo il passato remoto, hai messo “sembra” al presente.
21) “Al centro della stanza stava un letto matrimoniale, grande e spartano, rispetto a quelli che ricordava.” = quella virgola dopo “spartano” non ci sta assolutamente.
22) “ Le lenzuola, dall'aspetto caldo e peccaminoso, erano di raso di seta nero” di seta o di raso? o_O
23) “La sua attenzione continuava ad essere calamitata su uno specchio gigantesco” : “da uno specchio”
24) “Sulla sua pelle bianca campeggiavano tre simboli” : si dice “capeggiavano”... non penso che i simboli fossero sul suo collo con la tenda! :D
25) “La verità è che tu sei...una mia creazione...sei un, cosiddetto Golem.” = cosa c’entra la virgola dopo “un”?
26) “Ho letto i diari di Ahimaaz ben Paltiel nei quali segnala le notizie, del nono secolo, relative al Golem” = quelle due virgole vanno tolte
27) “Tu, come tutti i servitori della villa, siete mie creazioni.” = il soggetto è “tu”, quindi “sei una mia creazione”
28) “Due settimane non sono tanti” = tante
29) “Ciò che disse la fece sentire così leggera, che neanche si era resa conto quando quella paura le aveva attanagliato le viscere “ Frase di difficile comprensione, l’ho dovuta rileggere 5 volte per capire cosa intendeva e guardare il pezzo successivo per darle il giusto significato. Prova a formularla in altro modo.


- Stile e Lessico: 7.5/8 Il tuo stile denota una buonissima competenza a livello sia lessicale che descrittivo. Hai una gran padronanza del vocabolario, sai essere precisa e puntuale nel tratteggiare ambienti, vestiari, persone... su questo ti devo fare tantissimi complimenti!
In alcuni punti però ho notato delle ripetizioni, te le segnalo:
1) il cielo azzurro per rincorrere la loro guida, a volte erano disobbedienti e lascive e si attardavano, languide, gonfiandosi alle spalle della loro guida nel tentativo maldestro: “guida” e “guida”
2)“Le scarpe, delle Brogue Wingtips nere e affilate, tirate così a lucido che sembravano appena tirate fuori dalla confezione, sbucavano da sotto un paio di ghette bianche sotto un paio di braghe gessate,” = “tirate” e “tirate”; “sotto un paio” e “sotto un paio”.
3) “Ma lei calò la mano e tentò di aprire la porta. Stava già tentando di scuoterla un'altra volta” = “tentò” e “tentando”
4) “Puoi lavarti anche i capelli, se vuoi. Ma non sfregare sotto l'attaccatura dei capelli...lì versa solo acqua. E con molta cautela” la istruì lui.” = ripetizione di “capelli”
5) “su cui si affacciavano solo le porte di due stanze separate – che andava ad affacciarsi su un terrazzino traboccante ogni sorta di esemplare vegetale” = “affacciavano” e “affacciarsi”
6) “la camicia a collo alto era fermata sul collo da un bel fiocco rosa cipria” = ripetizione di “collo”.


- Originalità e credibilità della trama: 8/8 Beh... sull’originalità non si può certamente obiettare! ^^ Tutti i miei complimenti per l’idea che hai avuto, per la capacità di svilupparla e di lasciare nel lettore quegli interrogativi che lo costringono ad arrivare fino alla fine. La credibilità ci sta tutta... certo, non ho potuto dirlo fino alla fine, perché finché Danjal non confessa la verità su Dasa... della trama si capisce poco o niente! Poi però tutto diventa chiaro e ben strutturato. Certo, tanti dubbi rimangono (ad esempio... come può essere lì Danjal ancora dopo un secolo? Chirurgia plastica estrema? Si è meccanicizzato pure lui... o che?), ma questo fa parte del tipo di storia che hai scelto: una di quelle che spiegano e non spiegano. Esistono in letteratura e se va bene per i super editori va bene anche per me! ;) Davvero brava!

Caratterizzazione dei personaggi: 8/8 La caratterizzazione dei personaggi è ben curata, hai dato particolare peso ai dettagli, alle sfumature, ai cambi d’umore. Non ho fatto nessuna fatica a immaginare Dasa e Danjal come persone reali, devo dire che da questo punto di vista hai fatto un ottimo lavoro!

- Sviluppo dell’emozione: 4/5 Lo sviluppo dell’emozione mi ha lasciata parecchio indecisa. Il disprezzo inizialmente c’è, sia di Dasa verso Danjal per come lui la tratta, sia di Danjal verso Dasa per motivi che a lei paiono incomprensibili. L’emozione inoltre ha anche un suo particolare sviluppo: Danjal alla fine accetta Dasa benché sia così diversa dall’originale e lei, scoperta la verità, smette di disprezzare lui e si limita a essere grata di esistere. Quindi 4 punti per l’emozione ci sono decisamente tutti, ma non ho potuto darti il massimo perché, rispetto ad altre storie, il disprezzo non la fa da protagonista come era l’obiettivo del contest. C’è, viene nominato, ma non è l’emozione portante e chi legge lo percepisce in superficie ma non riesce a condividerlo con i protagonisti. Per questo ti ho dato un punticino in meno.

- Utilizzo della frase: 4/4 L’utilizzo della frase è decisamente interessante, mi ha stupito il modo in cui sei riuscita a calare le parole nella trama. Inoltre la frase non è lasciata cadere così, tanto per fare, all’interno del contesto, ma ha una sua importanza centrale. Certo, non lo si capisce subito, ma una volta arrivati in fondo a tutti i misteri ci si rende conto del suo reale significato. Punteggio massimo ben meritato!

- Gradimento personale: 5.8/6 Il mio gradimento è stato indubbiamente alto, apprezzo il genere, lo stile, l’originalità, il finale... insomma, l’intera storia mi è piaciuta moltissimo e ti dico con sincerità che potrebbe tranquillamente confondersi con un libro già in vendita! ^^ L’unico problema che mi ha un po’ pesato nella lettura è che, fin quasi alla fine, uno va avanti a leggere senza capire niente... E’ ovvio che non sia chiaro il fattore dei “tempi diversi”, della prigionia, di lei che non ricorda... fa parte della trama; però andare avanti a leggere e non capire per svariate pagine, può diventare un po’ pesante. Questo è l’unico neo rilevato in una storia altrimenti splendidamente strutturata!
PS: ho trovato bellissimo il pensiero di Dasa quando, trovando Danjal vestito come lei, pensa che insieme non sono sbagliati per il tempo, ma è il tempo a essere sbagliato! ^^

- TOT : 44.10/47 punti


   
 
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