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Autore: Allie__    05/02/2013    1 recensioni
La situazione, la tensione, vederlo così.. gli aveva fatto salire il sangue al cervello e quella che lei, aveva interpretato come gelosia, aveva fatto venire a galla la sua, che aveva represso per anni.
«Io..» non riuscì a dire altro, che il resto delle parole le morirono in gola.
«Tu come al solito non finisci le frasi. Ma sai una cosa, non abbiamo più 3 anni..» la guardò per un attimo «..direi che tu non hai più bisogno di me e io penso di aver più nessun bisogno di te» e così dicendo uscì sbattendo la porta.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 2.



 

 
Era tornata a casa serena e felice di aver combinato qualcosa di buono quel pomeriggio, ma ora che si trovava da sola in quell'appartamento, stesa sul divano a fissare un punto sul muro davanti a se, tutto era svanito.
La sera prima aveva fatto un salto indietro nel tempo, riaprendo certe ferite che non dovevano essere riaperte. Era masochista, se lo ripeteva sempre e sempre ne era più convinta.
Si, la sua ferita non sarebbe mai guarita, lasciava che iniziasse a formarsi una leggera crosticina e poi la toglieva, sopportando il dolore che ciò provocava, restando poi di nuovo in attesa che il dolore scemasse, per poi ricominciare tutto da capo.
E ora si ritrovava con mille pensieri per la testa, ma il centro di tutto quel turbinio di parole, di se e di ma era lui.
Erano 2 lunghi anni che andava avanti così, un momento sembrava che li fosse passata la tristezza della sua mancanza e l'attimo dopo si ritrovava a rovistare tra quei ricordi, che ormai gli apparivano come se fossero stati solo dei semplici sogni.
Le risa, le serate dove esistevano solo loro.
Quella mattina però era cominciata decisamente meglio, si era decisa di andare a cercare un lavoro o entro poco tempo si sarebbe ritrovata senza un tetto sopra la testa e senza cibo da mettere sotto i denti e nello stomaco. Questi pensieri l'avevano distolta dal pensare a tutto il resto per qualche ora, almeno.

Aveva dovuto girare per tutto il giorno, entrando e uscendo da negozi a bar e in qualsiasi altro posto potesse offrigli lavoro.
Solo quando stava per perdere le speranze aveva trovato un'altro negozio, l'ultimo che gli mancava e lei, che non era mai stata credente,pensò che forse qualcuno li sopra esisteva veramente, perchè per sua grande fortuna la proprietaria aveva appena perso una commessa e lei era arrivata a fagiolo.
Ammetteva che negozi di alta moda non gli erano mai piaciuti, perchè li riteneva solo per gente snob, ma il bisogno di soldi era tanto e chi era lei per rifiutare un lavoro, che aveva assolutamente bisogno, così ben pagato solo perchè odiava i clienti? Sono proprio una ragazza che ha bisogno di soldi pensò fra se e appena si era sentita dire la paga mensile, il "quando devo cominciare?" gli era uscito dalle labbra da solo, senza che lei mandasse il comando al suo cervello o che pensasse di aprire bocca.
Era sul lastrico e in Germania non voleva tornare per nessuna ragione, quindi aveva poca scelta se voleva restarsene ad Atlanta.

Il pensiero di lui, che era riuscito a tenere lontano per tutto il giorno,si era fatto vivo nella sua testa, ora che ormai il cielo era diventato scuro e la luna aveva preso il posto del sole al centro del cielo, l'unica cosa che riusciva a pensare era a solo a lui.
Aveva scelto Atlanta, rinunciando al suo sogno di Los Angeles solo perchè aveva paura di incontralo. Ammetteva che in 2 anni che lui non la vedeva, era cambiata molto e con ogni probabilità non l'avrebbe neanche riconosciuta e questo non sapeva esattamente se dovesse ritenerla una cosa positiva o no.
Forse lui si era pure dimenticato di lei, d'altronde non sarebbe stato poi molto improbabile come cosa; aveva molti impegni per via della vita che aveva scelto, altri amici, troppe cose insomma, per potersi ricordare di lei, che l'aveva deluso e chissà cos'altro.
Afferò il cellulare che si trovava sul tavolino di vetro davanti a lei e aprì la galleria, cercando tra una moltitudine di foto, una in particolare.
Appena la trovò un sorriso di felicità, solitudine,nostalgia si impossessò di lei, vedendo lei abbracciata a quell'amico che era stato la sua unica ancora di salvezza per tanti anni.
Si, era davvero stata la sua ancora e se ne era resa conto forse solo un po’ troppo tardi di quanto contasse per lei la sua presenza, di quanto senza di lui fosse caduta in basso e di quanto la sua vita fosse andata in rovina.
Spense il cellulare, riponendolo sul tavolino e alzandosi, si diresse in camera da letto, infilandosi sotto le coperte e si impose di dover dormire almeno qualche ora.
Il giorno dopo avrebbe dovuto presentarsi a lavoro, il suo primo giorno di lavoro e tutto quello che non voleva era arrivare tardi o presentarsi con la faccia stravolta.











***

 
 










 

10 agosto 2012





 

L'oceano quella sera era calmo e scuro, illuminato solo dalla luce dalla luna che brillava in tutto la sua grandezza e bellezza sopra le loro teste. La calma quasi innaturale dell'oceano rendeva quasi impossibile distinguere il cielo da quella massa enorme d'acqua.
Ma non era un caso se quella sera, aveva deciso di comune accordo di dirigersi da soli sul quella spiaggia, poco trafficata.
Bill, non aveva proferito parola, quando suo fratello aveva espressamente rifiutato ogni invito a  party lussuosi o festicciole sulla spiaggia con i soliti amici e d'altronde anche lui aveva dovuto fare lo stesso, non che lui gliel'avesse chiesto, ma non avrebbe mai potuto accettare uno di quegl'inviti , lasciando  di conseguenza suo fratello da solo, non in quello stato, non in quella sera.

Non erano servite parole o gesti per fargli capire che sarebbe andato con lui, ovunque avesse voluto..

Il silenzio era quasi inquietante, ma era proprio c'ho che voleva Tom per quella sera.
Silenzio.
Nessun schiamazzo, gente che ballava e che si divertiva, quella sera come l'anno passato, aveva una strana repulsione per la gente e per il baccano, escluso suo fratello.
Con lui non aveva bisogno di esprimersi a voce, non aveva bisogno di spiegargli che gli passava per la testa in quel momento, lui sapeva e capiva, ma soprattutto non chiedeva e rispettava il suo voler restare nel silenzio più assoluto.
Si era steso sulla sabbia, portandosi le braccia dietro la testa e le gambe leggermente piegate, con lo sguardo rivolto a cielo.
Se avesse potuto avrebbe cancellato quel giorno dal calendario.
A dirla tutta non l'aveva mai entusiasmato il giorno di san Lorenzo, anzi la trovava una cosa anche stupida, stare con gli occhi fissi su quei puntini luminosi, sperando che uno di essi prima o poi , gli avrebbero dato la possibilità di esprimere qualche desiderio, che poi non si sarebbe comunque avverato.
Ma per lei aveva cominciato a starsene anche ore e notti intere in quella posizione, non proprio comodissima, ad osservare il cielo e quelle piccole lucine che sembravano diamanti appesi al cielo.. tutto questo solo per vederla felice e vedere il suo sorriso. Perchè si, a lei bastavano quelle poche cose per essere felice, si accontentava di poco e lui aveva sempre voluto dagli il più possibile lo stesso, solo per vedere quel sorriso accendersi sul suo viso.
Ora però tutto era diverso, non doveva far finta che quel giorno fosse emozionante o magari il modo per far avverare qualche sogno. No, lui aveva già tutto quello che desiderava avere, o quasi tutto..
Una scia di luce attraversò il cielo scuro per qualche secondo e senza rendersi conto si trovò a pensare queste parole ..

Quanto darei per vedere ancora quel sorriso.



Voltò quasi involontariamente, la testa di lato sperando di poterlo davvero vedere, ma purtroppo accanto a lui non c'era lei,
non c'era Evie.

Bill lo fissò per qualche istante e poi tirò un profondo respiro e si decise a dire qualcosa e distruggere quel silenzio.
«Tom..»sibilò appena, per paura di una qualche reazione negativa del fratello.
A contrario delle sue aspettative, Tom non lo guardò male o lo ignorò, ma si limitò a fargli capire che l'aveva sentito. «Mmh?» 
«Perchè non gli scrivi?»  azzardò, tenendo gli occhi fissi su di lui.
«Perchè mai dovrei farlo? Io non ho bisogno di lei e come hai potuto notare, anche lei per tutto questo tempo non ha avuto bisogno di me, quindi non ne vedo il motivo.»
«Sai a volte mettere da parte l'orgoglio non fa male a nessuno.»sentenziò Bill, alzandosi in piedi e sistemandosi i pantaloni.
Tom a sua volta, alzò lo sguardo verso il fratello. «Billi, non ha alcun senso cercare una persona che molto probabilmente si è dimenticata della tua esistenza.»
«Non fare il melodrammatico, ti stai arrampicando sugli specchi, solo perchè non hai il coraggio di farti sentire per primo.» si fermò un istante, abbassandosi sulle ginocchia e appoggiando una mano sulla spalla del fratello. «Se ti manca, non devi far altro che mettere da parte il tuo orgoglio e sappiamo entrambi che lei può essere peggio di te, per quanto riguarda il essere orgogliosi »
Tom sorrise appena alle parole del fratello e abbasso lo sguardo.
«Molto più orgogliosa di me e te messi assieme»
«Ecco, appunto e ricordati cosa ti ho sempre detto, per quanto io voglia bene a Ria, sappi che lei non può sostituire Evie.»
«Beh lei è incazzata a morte con me, perchè voleva passare questa serata insieme e gli ho rovinato i piani.» scrollò le spalle in segno di non curanza. «ma non me ne preoccupo sinceramente, tanto domani si sarà già calmata.»
«Se fosse stata Evie, l'avresti riempita di telefonate, finché non ti rispondeva e ti diceva che era tutto okay per l'esasperazione.» gli fece notare Bill ridendo, pensando  al fratello qualche anno prima, quando litigava con Evie.
«Era efficace come metodo» rise Tom, ricordando quante volte aveva dovuto ricorrere a quei metodi per farsi perdonare da lei.

Le risa scemarono quasi immediatamente e Bill si rivolse di nuovo a Tom, tornando in piedi e stirandosi le braccia.
«Seriamente Tom, pensaci bene, se metti da parte l'orgoglio ci puoi solo guadagnare in questo caso.»
«Ci penserò..» disse quest'ultimo, alzandosi anche lui in piedi e dopo essersi sistemato, segui il fratello verso l'auto.
«Anche se so che non farai niente, è già qualcosa» rise Bill , ricevendo un leggero pugno sulla spalla da parte di Tom.
«Ora muoviamoci, dobbiamo ancora finire di fare le valige, dopo domani si parte!»
«Che felicità!» disse sarcasticamente Tom.
«Oh avanti non fare il guastafeste, ci divertiremo.»
«Sai che divertimento, almeno potevi scegliere un luogo caldo»  mugugnò Tom, aprendo lo sportello dall'auto e salendo, seguito subito dopo da Bill al posto del passeggero.
«Per cambiare aria per una settimane, Atlanta è perfetta, fidati del tuo fratellino.»disse Bill tutto eccitato per il viaggio che li avrebbe portati ad Atlanta per una settimana di svago, lontano dal lavoro.
«Billi per cambiare aria avrei scelto di nuovo le Maldive, piuttosto che Atlanta!»
«Pure le Maldive non ti piacevano, perchè dicevi che ti annoiavi e ora ho scelto una città che vuoi di più?»
«La desolazione delle Maldive.»
sbuffò mettendo in moto l'auto e avviandosi verso casa.











Note: 
Salve a tutti e come promesso dopo una settimana rieccomi qui. Ho poco tempo quindi sarò breve u.u 
Ringrazio subito chi ha recensito il primo capitolo e spero che troviate ancora un attimino di tempo per lasciare il vostro giudizio anche al secondo :) 
Come noterete ho messo pure Ria, ma preciso che la situazione è vista a modo mio, quindi loro non sono fidanzati ma semplici amici (e a volte anche qualcosa di più tanto per capirci u.u). Per altre domande lasciate una recensione e risponderò ;) 
Baci a martedì prossimo. 
Allie.



  
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