Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Segui la storia  |       
Autore: MaxT    06/02/2013    2 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ad personam
 
Cara Scarlettheart, grazie per il tuo sempre gradito atto di presenza. 
Un grande grazie anche a Hera 85 per le numerse recensioni lasciate ai capitoli arretrati. 
 
Per quanto riguarda questo capitolo, è decisamente d'azione. Spero che il continuo passaggio dei punti di vista non renda difficile seguirlo. In effetti sono sei cartelle di Word, ma le azioni descritte durano pochi minuti. 

Buona lettura
MaxT
 
 
PROFEZIE

 
Riassunto delle puntate precedenti
 
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. La controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto.
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian.
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con le gocce a Midgale. 
A Kandrakar, Elyon viene costretta a rivelare che il colpo di stato di Vera era stato frutto di un loro accordo per far realizzare la profezia della tirannide nel modo meno dannoso possibile. Vera aveva assunto una pozione per dimenticare questo accordo, ma la sua memoria sarà ripristinata pronunciando in sua presenza una frase concordata, che comunica a Dora che viene rimandata a Meridian come messaggera.
Quando Elyon viene condotta al cospetto di Vera, questa rifiuta di tirarsi in disparte e ammettere pubblicamente la montatura, tuttavia mantiene la promessa di riportarla a casa, libera, in attesa del confronto finale.
Elyon scopre tragicamente di aver portato con sè la Corona di luce fasulla. Informato, l'Oracolo disapprova il suo piano di creare delle Nemesis a lei fedeli, e impone di concordare un piano con le Guardiane. Endarno, sfiducioso, incarica Orube di preparare una seconda squadra d'intervento.
Elyon sostiene il piano di Cornelia di usare il Potere della Terra per aprire una galleria nei muri e sorprendere Vera; in realtà non ha rinunciato al suo piano segreto di sorprendere la rivale creando tre Nemesis a lei fedeli, più una sosia di sè senza poteri da far catturare. 
Arrivato il grande giorno, Le WITCH e Elyon si teletrasportano alla periferia di Meridian, ma questa le lascia brevemente per iniziare il suo piano. Riesce a infiltrare le tre Nemesis a lei fedeli, che trasmettono a Vera di avere catturato Elyon, in realtà la sosia. Nel frattempo però, credendosi abbandonate, le WITCH si dirigono verso la città senza aspettare l'amica, che tornando indietro si scopre rimasta sola. 
Le false Nemesis con la loro prigioniera riescono a passare i pur severissimi controlli e arrivare al cospetto di Vera. Questa, leggendo dalla mente della prigioniera un piano fittizio cui era impreparata, decide di far distribuire ai soldati di guardia al palazzo una nuova arma non letale, gli 'anticorpi'. Nel frattempo le WITCH sono costrette ad entrare nel sotterraneo per sfuggire ai soldati in superficie.
Qui vengono localizzate dal sistema di sorveglianza ma riescono a sfuggire alle Nemesis; iniziano a scavare una galleria verso il palazzo, ma una crisi di claustrofobia di Hay Lin le costringe a rinunciare, e sono costrette a risalire in superficie.
Qui le loro tracce vengono notate dai militari, ma Caleb, travestito da soldato, riesce a depistare le ricerche. Poco dopo, però, una bomba ad anticorpi lanciata a caso da un'aquila colpisce Taranee, avvolgendola e rivelandola agli avversari.
Le WITCH si asserragliano in una casa per ripulire Taranee dagli anticorpi che le bloccano i poteri, ma l'operazione è lunga e vengono assediatenella casa dai soldati. Il vento provocato da Hay Lin fa schiantare una delle aquile; in collera per questo, Vera fa preparare le Nemesis per un assalto che rischia di essere sanguinoso, ma Theresion per impedirlo manipola la barriera e fa disperdere il gruppo d'assalto, e viene imprigionata. Le tre Nemesis di Elyon cercano di approfittare per aggredire Vera, ma falliscono e vengono catturate. Ora Vera ha perso la maggior parte delle sue guerriere, e nel frattempo le WITCH sono sfuggite all'assedio con un tunnel e, protette dall'invisibilità, stanno salendo la scarpata verso il palazzo reale, anche grazie all'azione di depistaggio di Caleb.
Nel frattempo, Elyon è riuscita a sostituirsi a Irenior incontrata nei sotterranei, ma anche lei viene investita dagli anticorpi appena uscita in strada. I militari, ingannati sulla sua identità, l'accompagnano a palazzo perchè si possa ripulire. Lei va nella stanza di Carol, dove la trova narcotizzata per ordine di Vera.
 
 
 
Capitolo 82
Mostri fuori controllo


 

Camera di Carol
 
Elyon, sempre sotto le mentite spoglie di Irenior, è ancora seduta sulla cassapanca vicino a Carol dormiente. Guarda sconsolata le sue mani e le gambe imbrattate, dalle ginocchia in giù, da quella misteriosa poltiglia scesa dal cielo che ha annullato ogni suo potere paranormale. Il resto del corpo è stato un po’ protetto dal vestito, che ora giace sul pavimento impregnato di quell’orribile sostanza.
Nella sua depressione, ripensa a com’è successo: al contenitore che è caduto vorticando, poi allo scoppio di quella roba che le ha aderito addosso come obbedendo a una qualche volontà, coprendole occhi, bocca… le narici no. Chissà perché? Forse perché così l’avrebbe soffocata, ma questa misteriosa sostanza è con ogni evidenza un’arma non letale. Ma cosa c’è di diverso nelle narici che la respinge? Il respiro?
Prova a soffiarsi sulla mano imbrattata: in pochi secondi, la sostanza collosa si irrigidisce e si dissolve in fiocchi secchi simili a forfora, lasciando scoperto un piccolo tratto di pelle!
“Ci sono!!!”, grida sollevata, “E’ l’anidride carbonica del fiato!”. 
Comincia entusiasticamente a soffiarsi sulle mani, ma prima di averne completamente ripulita una, l’iperventilazione le provoca una sgradevole sensazione di capogiro. 
“Ahi…”, si siede per prendere fiato, boccheggiando di nausea, poi si alza barcollando un po’ e si appoggia al muro, guardando giù fuori dalla finestra. Tutt’attorno al palazzo è sempre più pieno di soldati che brandiscono nervosamente lunghe bacchette. C’è molta agitazione, in particolare vicino all'imbocco della strada che discende la scarpata. 
Scoraggiata, capisce di avere poco tempo per evitare una catastrofe. Troppo poco tempo, forse.
 
 
Al disopra della scarpata
 
Raggiunta la sommità della scarpata dopo essersi arrampicate sulla parete rocciosa per ottanta metri, le guardiane si siedono sull’erba per fare il punto. Sono protette dalla loro invisibilità e dall’insonorizzazione generata dalla Signora dell’Aria. Questa, pur essendo arrivata su levitando senza alcuno sforzo, si siede accanto alle compagne, riposandosi in un gesto di solidarietà.
Però, anche se si è affaticate o perfino semidistrutte come Irma, è difficile rilassarsi quando il soldato più vicino è a soli venti metri da loro, e passeggia agitando attorno a sé una lunga bacchetta. 
“Bene”, esordisce Will, contando sull’insonorizzazione, “Eccoci arrivati fin qua senza grossi inconvenienti”.
“Senza grossi inconvenienti!”, ripete acida Cornelia cercando di riattaccare il suo tacco; ma, senza la colla al cianoacrilato, non c’è magia che tenga. La sua bella gonna lunga sembra essere stata usata come zerbino di una baita di montagna.
Irma rantola, come agonizzante: “Acqua…”. 
Le altre si guardano, ma nessuna di loro ne ha con sé, e Will conclude: “Porta pazienza, berrai al palazzo”.
“Bene”, riprende Taranee, “Avevi parlato di trovare un punto non sorvegliato per fare breccia nel muro del giardino. Ne vedi qualcuno?”.
Will osserva il muro che ha sostituito la mortale siepe di rose nere volute da Phobos. Ciò che vede non le piace: quattro metri d’altezza, liscio come cemento. Soldati distribuiti uniformemente tutt’attorno al palazzo, in tutte le direzioni. La scalinata d’ingresso sarebbe il punto più debole di tutto l’assieme perché inizia all’esterno del muro e lo scavalca passando sopra un lembo di giardino. Peccato che sia sorvegliatissima dai soldati, compreso l’arco che si apre sotto la rampa, che era il punto debole sul quale contava di più. 
“Ora ci vuole davvero una buona idea”.
 
 
Camera di Carol
 
Dopo aver soffiato via quello che poteva dalle mani e dalle gambe, Elyon si guarda in uno dei due grandi specchi in piedi nella stanza. La testa e il collo sono ancora impiastricciati alla grande, e non arriva a soffiarsi da sola in quei punti. Cerca affannosamente negli armadi e nei cassetti qualcosa che si presti a improvvisare un tubo flessibile, ma ogni ricerca è vana: Carol ha un guardaroba di tipo terrestre che farebbe invidia a una diva del jet-set, ma accanto a vestiti eleganti, scarpe e gioielli, in quegli armadi non c’è un tubo. Neanche uno.
Decide di svegliarla: non può fare a meno del suo aiuto. La scrolla delicatamente. “Carol, ti prego, dammi una mano”.
“… mpipalle…”, mugola la bella addormentata.
“Carol, presto, aiutami: se mi soffi addosso, questa roba se ne va da sola!”.
Apre un occhio. “Se soffio, te ne vai anche tu?”.
 
 
Al disopra della scarpata, all’aperto.
 
“Potremmo salire a piedi sulla balaustra dello scalone, percorrerla fino a superare il muro, e gettarci nel giardino”, propone Will.
“Solo cinque o sei metri di salto”, commenta sarcastica Taranee, “Sperando che non ci sia una vasca di piranha ad attenderci”.
“Sì, acqua! Tanta acqua!”, delira Irma con la bocca impastata.
“Ma la vegetazione….”, insiste la Guardiana del Cuore.
Hay Lin la scuote per attirare la sua attenzione. “Will, non mi piace come quel soldato sta guardando nella nostra direzione”. 
 
“Che c’è, Totros?”, chiede il sergente tozzo dai vistosi canini, “Hai visto qualcosa?”.
“Sergente…”, risponde il soldato, “Non vi pare che in quella zona l’erba sia stranamente schiacciata?”.
 
Cento metri più in alto, l’aquila Wanda nota lo scambio di battute, e intuisce subito i pensieri dei due. E’ vero, in quel punto l’erba è schiacciata. Forse le ha trovate. 
Al giro successivo, sgancia uno dei due ordigni ad anticorpi che trattiene nelle zampe. 
L’oggetto scende elegantemente mulinando, rallentato dalle sue alette da girandola, ma la sua traiettoria devia leggermente verso la città, e lo schianto avviene  più in basso, sulla strada che risale la scarpata.
Strano. Troppo strano. Che sia stato il vento, o colei che lo comanda? 
‘Allarme! Sospetto avvistamento, e sospetta deviazione della caduta di una bomba ad anticorpi. Ora faccio un secondo passaggio’. 
 
“Maledizione, ci hanno trovate!”, dice Cornelia. “Se devieremo anche la prossima girandola, saranno sicuri che non è stato solo un caso”.
“Tutti guardano verso qui”, aggiunge Taranee, “Hanno mangiato la foglia”.
“Spostiamoci con prudenza verso il palazzo”, decide Will, e tutte cominciano a camminare quatte quatte, cercando di evitare il grosso dei soldati che, senza alcun ordine, pian piano si stanno serrando in un gruppo compatto.
 
Dall’alto, gli occhi acuti dell’aquila Wanda e delle sue compagne percepiscono i movimenti dell’erba.
‘Contatto confermato. Si muovono. A tutte le aquile: venitemi dietro e sganciate sulla mia scia’. 
 
“Miseria, cinque girandole tutte assieme!”, grida Will, “Hay Lin, sbattile via!”.
“Subito”. La Guardiana dell’Aria suscita un vento di traverso molto forte, e tutte loro osservano con sollievo gli ordigni finire molto fuori bersaglio, oltre il ciglio della scarpata.
 
 
Sala operativa delle Nemesis
 
“Sono proprio lì!”, afferma Vera osservando l’immagine della scena dall’alto, visualizzata sullo specchio. “Adesso do ordine ai soldati di sputar loro gli anticorpi nei denti!”.
‘Capitano, usate gli anticorpi contro di loro’.
‘Altezza, cosa sono questi… anticorpi?’.
Con disappunto, Vera si ricorda che aveva fatto distribuire i coni bianchi solo alle unità schierate nel giardino, non a quelle all'esterno del palazzo.  Prima di trasmettere i nuovi ordini ai soldati, tuona: “Diciannove, avvia Tank Commander. Voglio cinque M1 Abrams schierati proprio davanti a loro per tenerle fuori”.
“Obbedisco”. Alla pressione di un pulsante, la console da videogiochi torna ad avviarsi; il conversore psicoenergetico sotto il tavolo emette un singhiozzo, poi riprende a consumare copiosamente la preziosa acqua luminescente.
 
 
All’esterno
 
“Miseria”, sfugge a Will alla vista dei cinque mezzi meccanici che si stanno rapidamente formando nell’aria davanti a loro.
“Ma… sono pazze?”, sbotta Irma con la bocca impastata. 
‘Zitte’, trasmette Hay Lin, ‘Siamo troppo vicini al nemico. Se qualcuno entra nella sfera del silenzio, ci può benissimo sentire’.
‘Ma perché non abbiamo fatto una bella galleria?’, geme Cornelia. ‘Hay Lin, se dovessimo mai sopravvivere a questo, te lo rinfaccerò per tutti i giorni che ci restano!’.
‘E io sarò contenta di poterti ascoltare... se dovessimo mai sopravvivere’.
Will osserva che ora i soldati si stanno ritraendo, più spaventati dai mostri meccanici che dalle avversarie invisibili. ‘Forse non ci possono vedere neanche questi. Ragazze, trafiliamo tra i carri armati!’.
 
 
Sala operativa
 
“Il contatto è molto discontinuo”, dice Nemesis Venti seduta alla console, indicando sullo specchio alcuni fili d’erba che si muovono. “Per me si sono divise”. Poi capisce: “Vogliono passare tra i carri!”.
“Aspettate”, dice la Diciannove armeggiando con i tasti, “Come cavolo si fa ad inserire la visualizzazione termica… Ah, ecco!”.  Sullo schermo al plasma davanti a lei, l’immagine dal visore principale del capocarro muta colori, fino a surreali tonalità di verde, giallo e rosso saturi. “Vittoria!”, grida trionfante, “Il visore termico vede qualcosa! C’è un’ombra in movimento… miseria, ha già superato il carro! E’ quasi arrivata al muro!”.
“Puntala”, ordina Vera, “Falle capire che ha finito di giocare al fantasma con noi!”.
 
 
All'esterno
 
Will sta quasi per sospirare di sollievo, dopo aver passato i carri armati senza suscitare alcuna reazione. Ora le mostruose apparizioni sono tra loro e i soldati, e… e si accorge che c’è poco di cui essere sollevati. Le torrette iniziano a girare rapidamente, e in pochi secondi si trova una bocca da fuoco smisurata puntata esattamente addosso.
‘Miseria!’ riesce a pensare, poi accade quello che non avrebbe voluto: vede Taranee scagliare qualcosa di simile a una sfera di fuoco sul carro che la punta. 
Appena colpito, il mezzo viene avvolto da una stranissima imitazione di fiamma a guizzanti pixel arancioni e gialli, e una colonna di piccoli quadratini grigi s’innalza nell’aria, ‘Ma… cosa…’.
In quel momento, le torrette degli altri quattro carri iniziano a brandeggiare velocemente verso il punto da cui è venuta la sfera di fuoco: Taranee.
 
 
Centrale operativa
 
“Maledizione, ho perso il carro capo plotone!”, esclama con disappunto Nemesis Diciannove davanti allo schermo, che mostra una visione velata da fiamme e fumo. 
“Ma dovrebbero essere indistruttibili!”, protesta Vera, “Quelle non sono fiamme vere, è il gioco che lo considera colpito e le genera. Presto, vai sui settaggi del gioco e spunta l’opzione ‘invulnerabilità’ ”.
“Come si… Ah…Forse cosi…Aspetta…”. 
Nemesis Venti indica l’immagine dall’alto trasmessa dalle aquile. “Guardate, gli altri carri si stanno muovendo da soli! E ora resistono alle sfere di fuoco!”.
“E’ l’intelligenza artificiale del gioco che li comanda!”, dice Vera preoccupata, “Presto, passa il controllo del plotone a un altro carro, prima che succeda un disastro!”.
“E come si fa?”, chiede Diciannove impanicata. Sullo schermo lampeggia sinistra la scritta 'you are dead'.
“Dovresti saperlo!”.
“E invece non lo so!”, strilla.
“Iiih!”, piagnucola Paochaion, seduta in un angolo, osservando nello specchio l’immagine dall'alto dei carri che si portano in posizione di tiro.
Vera si rivolge a Theresion, ancora prigioniera dentro la bolla. “Presto, rispondi! Come si fa a passare il controllo da un carro a un altro?”.
L’altra risponde solo con un mugolio. Vera si ricorda di averle cucito la bocca. Con un suo gesto, il viso dell’altra torna normale.
“Allora, come si fa?”.
“E perché dovrei dirvelo?”, risponde polemica questa.
La risposta arriva da sola, con una scarica di cannonate che fan tremare le finestre fin al tredicesimo piano.
“Guardate!”, esclama la Venti indicando lo specchio, “Le cannonate hanno aperto una breccia nel muro di cinta!”.
 
 
Camera di Carol
 
Quando l’onda d’urto dei quattro scoppi simultanei scuote i vetri, Irenior si porta alla finestra, quasi piangendo di disperazione. “Ancora questi capelli impiastricciati… Con questi, non ho l’ombra di un potere!”, si lamenta. “Devo ripulirmi subito, a ogni costo!”.
Carol si affaccia e osserva torpida la scena che s’intravede al di là della torre est senza comprenderla bene, poi torna a distendersi sul suo letto e chiude gli occhi. “Quando sarà il momento, dirò al giudice: Io non c’ero, o se c’ero, dormivo!”.
 
 
Interno del giardino
 
Will si guarda indietro, incredula. E’ riuscita a ripararsi dai detriti dello scoppio grazie al suo campo di forza e ha cercato riparo al di là del varco, nel giardino. E le altre? L’unica cosa che riesce a sentire è un fischio nelle orecchie degno di un allarme antifurto.
‘Ragazze…’.
‘Sono nel giardino!’ risponde Cornelia, ‘La prossima volta, o tunnel o niente! I miei poveri capelli…’.
‘Tara! Sei ancora intera?’, chiede Irma angosciata, guardandosi in giro.
‘Sì, levami le ginocchia dalla schiena’.
‘Io son qui…’, comunica Hay Lin calando dall’alto, ‘Attente che non è finita!’.
La brutta imitazione da videogioco del ruggito di un grosso motore a turbina le fa voltare. I carri hanno ripreso a muoversi verso il varco. Uno, all’esterno del giardino, sta puntando il cannone esattamente verso di loro, ma un altro, varcando il muro crollato, si interpone sulla linea di tiro.
 
Dall’alto, l’aquila Wanda ha capito la catastrofe che sta accadendo. Se solo i soldati con gli anticorpi si facessero avanti, potrebbero chiudere la questione in un attimo. Invece i vili stanno esitando all’ingresso del palazzo, al riparo dei robusti stipiti, trattenendo con sé le preziose munizioni. Si butta in picchiata verso di loro come un sasso, aprendo le ali per fermarsi solo alla fine della discesa. ‘Lasciali a me, vigliacco!’, vorrebbe gridare, ma dal becco esce solo un verso stridulo e minaccioso. Con le zampe, strappa due coni dalle mani di un soldato incredulo, poi con potenti colpi d'ala devia verso dove i movimenti dell’erba rivelano le avversarie. Loro sono sue, e nessun videogioco troppo cresciuto potrà farne carne tritata!
Con disappunto, si rende conto che i coni richiedono due mani per essere azionati, ma finché li tiene nelle zampe la loro influenza le impedisce di riprendere forma umana. Li lascia cadere sull'erba, e fa per prendere terra per trasformarsi. 
In quel momento, vede che il primo carro entrato nel giardino ha puntato la torretta verso di loro. Un gigantesco albero sta piegando la sua chioma come per avvolgerlo, e l’erba sta crescendo con velocità innaturale per chiudere la linea di vista. Ma non farà a tempo. 
‘A terra!’, grida col pensiero. 
Un crepitio secco copre ogni altro suono.
 
Le orecchie di Will non sono in grado di sentire niente se non un fischio continuo e assordante, ma il grido mentale scoppia drammatico nella sua mente. Si butta a terra appena in tempo.  Vede scintillii crearsi dalla mitragliatrice accanto al cannone, e una sventagliata di proiettili virtuali falcia la vegetazione ad altezza d’uomo.
Poi vede l’immenso albero deformarsi fino ad avvolgere con i suoi rami il primo carro armato e sollevarlo. Un suo ultimo colpo di cannone dilania alcuni dei rami mostruosi sollevando frammenti di legno e di fronde.
Un attimo dopo, tutti i carri si dissolvono in linee luminose. Il grande albero, privato del peso, oscilla restando piegato e ferito come un invalido di guerra. 
‘E’ finita?’, chiede Cornelia, ben schiacciata a terra col viso avvolto dai suoi bei capelli ormai intrisi di terriccio.
 
 
Sala operativa
 
“Speriamo che sia finita”, dice Vera con la voce tremante, in piedi accanto ai frammenti della console da videogiochi schiantata sul pavimento. Sotto il tavolino, il tubo staccato del conversore psicoenergetico sta spandendo la preziosa acqua magica sul pavimento.
Sullo schermo al plasma ancora acceso, l'immagine immobile di fronde testimonia l’ultimo istante di un carro armato virtuale che non esiste più.
Abbandonatasi su una sedia, Nemesis Diciannove sta singhiozzando senza controllo. Grande e grossa, avvolta nella sua pesante tunica antiproiettile, è uno spettacolo penoso per le sue compagne. Ma se ha perso il controllo e schiacciato a caso pulsanti finché non si sono incastrati, è solo colpa sua.
“Ho perso il contatto con Wanda!”, grida concitata Nemesis Venti. “Era volata verso lo scalone esterno!”.  L’immagine sullo specchio si sposta sul giardino devastato, zoomando alla ricerca della loro capostipite. Una volta di più, si fissa su una grande aquila a terra tra il verde. Questa volta il sangue non è una goccina, ma un lago vermiglio.
“Oh, no! La mitragliatrice l’ha colpita”.
Ai singhiozzi di Diciannove si aggiungono anche quelli di Paochaion seduta in disparte. 
Ma non sa far altro che piangere, pensa Vera con disappunto. “Venti, recuperala, che cos’aspetti? Avete tutte il cervello in pappa?”.
 
Un istante dopo, quel che resta dell'aquila appare sul pavimento della sala, lordandolo di vermiglio. Il torace è schiantato da un proiettile, e un’ala è quasi staccata. 
Lo strillo di Pao si fa così forte da attraversare le orecchie da parte a parte.
L’orrenda visione dura solo un attimo. In un alone luminescente, il corpo di Wanda riprende la sua forma e integrità. Ma non si rialza da terra.
Vera si abbassa su di lei. “Wanda…”.   La vede subito pallidissima e sofferente.
“Acqua…”, chiede ansimando troppo velocemente.
“Maledizione! Shock emorragico!”, dice la regina, “Ha perso tantissimo sangue, e non ha un credito di massa da sfruttare per reintegrarlo”.
“Ci vuole una trasfusione!”, dice la Undici, rimasta finora in disparte a tener d’occhio le prigioniere.
Vera volge lo sguardo a lei, e poi alle tre fedeli di Elyon sedute dentro le rispettive bolle. “Il loro sangue andrà benissimo. Un po’ per una! Pensaci tu, Undici”.
Torna a guardare il grande specchio. “Allora, Venti, dove sono quelle streghe?”.
La  risposta le arriva inaspettata da un messaggio telepatico: ‘Altezza, sono il capitano Mopurk! Abbiamo trovato una porta sul giardino forzata! Le nemiche sono entrate all’interno del palazzo!”.
 
 
Camera di Carol.
 
“Proviamo se funziona così”, dice Elyon, , guardando allo specchio l’immagine di Irenior con i capelli e le sopracciglia rasati a zero.
“Così... come?”, chiede Carol distesa, aprendo appena una palpebra. Alla vista dello scempio dei capelli spalanca gli occhi, sobbalza e annaspa: “Tu… tu…”, finché non cade dal letto con un tonfo.
“Carol!”.
“Ahiiiii!”, si lamenta la bella ex-addormentata rialzandosi a fatica da terra, stringendo i denti in un’espressione sofferente e tenendosi le mani sul suo grazioso didietro. “Ma… Pazza! Perché l’hai fatto?”.
“Perché ora sento che ho ripreso il mio potere!”, risponde l’altra soddisfatta; si allontana dal vestito ancora impiastricciato sul pavimento e, in un alone luminoso, ripristina l’aspetto intatto e curato di Irenior.
“Grazie, amica mia, mi sei stata utilissima”, dice sparendo in un baluginio.
Carol, con la testa pesante come il piombo fuso e il didietro dolente, guarda sconcertata i vestiti e i capelli impiastricciati sul pavimento solitamente lindo della sua bella camera. “Ma chi era quella, in verità?”, si chiede assorta.
 
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: MaxT