Fanfic su attori > Cast Glee
Segui la storia  |       
Autore: ChandersonLover    06/02/2013    2 recensioni
Ship: Grant Gustin - Nuovo Personaggio
TRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
"Se non fosse che io sia distesa per terra, nel bel mezzo di un’autostrada, ricoperta di sangue e con la vista annebbiata, nel punto più vicino alla morte di quanto io non abbia mai raggiunto, potrei persino essere felice.
Lui.
La persona per la quale io per ben 4 anni sono stata ossessionata.
Colui per il quale non ho quasi avuto vita sociale, se non tramite manufatti elettronici. Colui che ha reso la mia adolescenza un vero delirio…
E’ qui, mi tiene la testa, cercando di fermare il fiume di sangue che parte dalla mia tempia e… Sta piangendo.
Lui sta piangendo per me.
Grant Gustin.
Grant sta piangendo per me. "
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Grant Gustin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                             Capitolo 5
 
 
 
“Eh no, questa volta non scappi”
 
 
Per un’infinita manciata di secondi la mia mente ripeteva soltanto “Stai sognando, apri gli occhi e ti ritroverai sul pavimento della tua camera”.
 
“Ehy?” mi chiamò Grant, mollando la presa, guardandomi confuso.
Sbattei confusamente le palpebre, provando a mettere a fuoco lo spettacolo che mi si parava davanti e mi strinsi nelle gambe, provando a mantenermi in equilibrio.
Lo squadrai convincendomi che no, non era un sogno.  Solitamente nei miei sogni non era così vestito, al massimo gli lasciavo tenere i calzini.
Arrossii ai miei stupidi pensieri e alzai lo sguardo, riuscendo finalmente a puntarlo in quelli di Grant e mi sentii finalmente… bene.
 
Forse era stupido, forse stavo realmente sognando, ma incrociare il suo sguardo sembrò così naturale che mi resi conto che avevo smesso di tremare. Come se io fossi destinata a guardare quegl’occhi, prima o poi… e la cosa strana era che io sapevo che sarebbe successo. Doveva succedere. Avrei anche dovuto aspettare altri 20 anni, ma sarebbe successo.
 
“Hey” risposi scioccamente, rinsavendo.
“Dove stai andando?” chiese, come se fosse una domanda che mi avesse sempre rivolto.
“Mmm a casa, credo” risposi, improvvisamente tranquilla.
 
Cosa diavolo stava succedendo? Ero davanti Grant Gustin e improvvisamente mi sentivo… tranquilla?
 
Scossi la testa riconvincendomi che fosse soltanto uno stupido sogno, ancora… ma invece mi resi conto che mi stava guardando con quegl’occhi verdi e luminosi e mi stava scrutando, analizzandomi con attenzione. Ed io mi sentivo sicura sotto quello sguardo.
Come se lo conoscessi da sempre. Ed ecco perché mi sentivo tranquilla.
In un attimo analizzai ogni mia paura e risi di me stessa.
Insomma era un ragazzo come altri, okay più conosciuto di altri, ma era sempre una persona ed io mi ero comportata da stupida, insicura.
 
Io avevo paura di lui.
 
Avevo paura di un suo giudizio ed ero un idiota perché la prima cosa che ho amato di Grant era il fatto che lui non avesse mai né giudizi né pregiudizi.
Aveva svariati amici gay, la sua migliore amica non era né famosa, né perfetta, portava a spasso il cane almeno due volte al giorno, fregandosene di foto e paparazzi e amava passare il tempo con la sua famiglia. Insomma non era uno di quei soliti vip, pompato  e fortemente convinto della sua popolarità, semplicemente viveva la vita come qualsiasi altra persona sulla terra, con la differenza che era ricco sfondato, famoso e amato da mezzo mondo. Ma … questi sono dettagli.
 
“Così presto?” chiese, ancora accigliato provando a capire cosa mi passasse per la testa.
“Mmm si, sono stanca. Sai… la fiera è sempre lunga da morire.” Mentii ancora incredula di questa improvvisa chiacchierata faccia a faccia col mio sogno.
“Lunga? Lo sarebbe stata se fossi rimasta fino alla fine” disse in un inglese molto banale, per farmi capire bene a cosa stesse alludendo.
 
Lo aveva notato? Grant Gustin aveva notato la mia assenza?
 
“Perché stavi piangendo?” chiese improvvisamente, notando che io continuavo a stare lì ridicolamente in silenzio.
“Non stavo piangendo” dissi subito, sbarrando gli occhi.
 
Ok lì stava succedendo qualcosa di strano. Perché Grant continuava a parlarmi?
 
Aveva un locale pieno di sgualdrine pronte per lui e stava lì fuori a dire cose inutili… a me?
 
“Io… è meglio che vada.” Dissi poco sicura di ciò che volessi realmente dire.
“Ti faccio così paura?” chiese, stupendomi.
 
Annuii sinceramente, senza pensare che mi stessi rendendo ridicola.
 
Rise di gusto, facendomi sentire una perfetta idiota. Ma perché ero ancora lì, invece di scappare e rinchiudermi in un pozzo per il resto della mia vita?
 
“Dai, vieni con me, ti offro da bere. Te lo devo” disse, continuando a sorridere, prendendomi un braccio, facendomi tremare… di nuovo.
 
“Co-come?” chiesi incredula. Voleva entrare in quel locale… con me?
 
“Mi hai fatto un favore e io devo ricambiare. E il minimo che possa fare è offrirti un drink, o hai paura che c’infili qualcosa dentro per ucciderti?” scherzò prendendomi in giro, facendomi ridere, scuotendo la testa.
 
Non più convinta di voler andar via, lasciai semplicemente che mi trascinasse all’interno.
 
Passammo davanti al mio tavolo e si fermò a salutare Liam, visto che conosceva anche lui e Ludovica che aveva gli occhi rossi, mi squadrò, restando a bocca aperta davanti lo spettacolo che aveva avanti.
 
Aveva pianto, per colpa mia.
 
“Grant scusami un attimo, devo parlare con la mia amica” dissi, attirando uno sguardo accusatore da Mark che mi fulminò come volesse dire “Sai parlare in inglese adesso?”.
 
“Ti aspetto qui” disse, sedendosi al mio posto di prima. Ludo guardò la scena e pensai che realmente stesse per cadere dalla sedia, così andai da lei  e in silenzio le presi la mano, trascinandola di nuovo in bagno.
 
Mi seguì in silenzio e appena arrivate, si voltò verso di me e notai le sue lacrime.
 
“Ludo, scusami… perdonami ti prego ho detto delle cose orribili.” Le sussurrai sentendo di nuovo le mie lacrime riaffiorare. Avevo fatto piangere la persona più solare e che più mi voleva bene sulla terra, senza alcun motivo valido.
Scosse la testa singhiozzando. “No scusami tu, ho fatto tutto di testa mia e non avrei dovuto ma avevo bisogno di vedere quella luce” sussurrò, prima di allontanarsi da me, smettendo di piangere.
“Luce?” chiesi, confusa.
“Si, quella che avevi adesso, quando eri vicino a Grant e per la cronaca, perché eri vicino a Grant? O mio Dio, tu eri vicino a Grant!!” urlò, improvvisamente impazzita di gioia.
Risi di gusto arrossendo. “Bhè stavo andando via, mi ha visto e l’idiota di Mark gli ha detto che mi chiamavo Betta… ha fatto due più due e mi ha fermata. Ora si è messo in testa che deve offrirmi un drink per ripagare il favore che gli ho fatto” dissi ancora incredula della mia stessa storia.
 
Ludo iniziò letteralmente a saltare per il bagno e corse al lavandino a sciacquarsi la faccia.
 
“Oddio allora. Io ora prendo i due modelli e me ne vado, dico a Liam di trovare un’amica per Mark, tu resterai sola e devi Per Forza farti accompagnare a casa da Gra..”
“Ehy calma!! Ha detto un drink, non ha detto, vieni e sposami! Non mollarmi qui o giuro che mi arrabbio sul serio!” urlai seriamente preoccupata.
Magari Grant si era già stufato di aspettare e se n’era già andato a farsi un giro con qualche modella carina, che sedeva al bancone del bar.
Ludo prima strinse le labbra delusa, poi annuì. “Si però se ti chiede di accompagnarlo tu ci vai ok?” mi ordinò estremamente seria.
Risi, pensando che fosse realmente  impazzita. Un solo invito ad un bar e già pensava che potessimo essere la coppia dell’anno.
“Aspetta” disse prima di tornare dentro. Mi accompagnò allo specchio e mi sistemò il trucco colato per il pianto.
“Ecco. Te l’avevo detto che dovevi metterti il vestito!” si arrabbiò guardando i miei jeans poco eleganti.
Ruotai gli occhi, dandole anche leggermente ragione. “Non sarebbe cambiato nulla. Gonna o jeans sono sempre io e credimi Grant non vede l’ora di sdebitarsi e mollarmi qui con l’idiota di Mark!”
“Dai non è così idiota. Sembra davvero interessato a te!” controbatté, uscendo dal bagno.
Si forse era davvero così ed era seriamente carino quel Mark, ma sinceramente un modello di costumi non m’interessava, in quel periodo.
 
A parte Grant ovvio.
 
Ma Grant non era soltanto un modello. Grant sapeva cantare, recitare e fingersi interessato ad avere un qualsiasi tipo di avvicinamento con me, soltanto per confermare la sua indole da bravo ragazzo, che si occupa del suo fandom. Insomma era quel Grant che a me piaceva e non solo perché girava quasi nudo su una passerella.
Anche se alla vista, avrei potuto asserire che mi sarebbe bastato quello… Ma no, io mi ero “innamorata” di lui per la sua voce e non per i suoi addominali. Almeno credevo.
 
Tornammo a braccetto al tavolo e notai una strana espressione in Mark.
 
Guardai al mio posto e… Grant non c’era.
 
Ovviamente.
 
Mark sbuffò, attirando la mia attenzione. E tornai subito a pensare che fosse un idiota.
 
“Ti aspetta al bar” disse semplicemente, indicando il bancone dall’altra parte della sala.
 
Guardai Mark, sentendomi seriamente in colpa, scusandomi con lo sguardo e rimangiandomi tutti gli “idiota” col quale lo avevo catalogato, prima di raggiungere Grant al bar.
 
Mi affiancai, stupendomi della mia stessa intraprendenza e soprattutto della tranquillità della situazione e si voltò sorridendomi.
 
“Un Martini per me e per la signorina…”
“Vodka. Alla fragola” dissi, al cameriere.
 
Mi guardò stupito, avrà pensato che fosse una specie di gioco in cui l’uno parlava inglese e l’altra in italiano.
 
“Allora, quanto resti qui?” chiese, passandomi il bicchiere. Per un attimo, mi allungai a prenderlo e le nostre dita si sovrapposero, facendomi imbambolare davanti a quella vista.
 
Il modo in cui le mie dita magre, si poggiavano su quelle decisamente più lunghe di Grant sembrò quasi come se gliele stessi stringendo. Come se stessi tenendo la mano a Grant Gustin.
 
Scossi la testa vergognandomi al solo pensiero della faccia ridicola che avevo fatto e ritirai la mano, lasciando che lui mi passasse il bicchiere fino all’altezza della mia.
 
“Dovrei restare qui per entrambe le settimane…” risposi, leggermente ansiosa. Avevo ancora intenzione di tornamene a casa, dopo che ero seduta al suo fianco?
 
Non ne avevo idea. In fondo io sapevo di essere strana e sicuramente avrei preso la decisione sbagliata.
 
“Ma?” infatti chiese subito Grant.
 
Lo fissai, non sapendo cosa rispondere. In fondo… cosa mai avrei potuto rispondere?
 
Ho pensato di andarmene perché avevo paura che tu mi guardassi, perché sono una ridicola insicura del cazzo e anche adesso sembra che io non sia sicura di essere seduta al tuo fianco, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo?”
 
Semplicemente mi strinsi nelle spalle, insicura sul da farsi.
 
“Non è ciò che ti aspettavi?” chiese, provando ad interpretarmi.
 
No, Grant. Non mi aspettavo che soltanto il giorno dopo della mia permanenza milanese, mi sarei trovata al tuo fianco, senza nessun motivo realmente valido. No. Non me l’aspettavo.
 
“Di che parli?” chiesi, sperando di non aver capito la domanda.
 
“Mmm non so. La fiera, magari t’interessa altro. Non sembra il tuo stile la moda” suppose, sorseggiando il suo whisky.
 
“No, in realtà la moda mi piace eccome. Io vorrei scrivere, diventare redattrice… E’ solo che forse ho fatto male i conti”
 
“In che senso?”
 
“Bhè non so… Ho visto già abbastanza per la mia tesi di laurea e stare chiusa due settimane in quel capannone forse non mi sembra più così allettante. Insomma, forse ho perso già interesse o forse dovevo immaginarlo. Io voglio scrivere, non voglio partecipare ad eventi che forse non mi serviranno a molto, a parte qualche appunto” risposi stringendomi nelle spalle.
 
In fondo ero lì solo per Grant, ma la realtà, del resto, era vera. Passare due settimane a rincorrere Ludo che a sua volta rincorreva bei modelli a torso nudo, non era proprio il mio genere di divertimento.
 
“Bhè sei a Milano, la città della moda, potresti magari… fare shopping”
 
Mi scappò una risata talmente rumorosa, che dovetti portarmi la mano alla bocca, per non fare figuracce. Mi guardò stupito, pensando che io fossi pazza o che il pazzo era stato lui ad invitarmi per quel drink.
 
“Oddio scusa. Ma … mi hai guardato bene? Io sono quella che è seduta coi jeans, in un locale sciccoso. Insomma, shopping? Sul serio?” dissi facendolo ridere.
 
Mi squadrò come se stesse notando il mio vestiario per la prima volta e mi sentii avvampare sotto quello sguardo.
Avevo decisamente sbagliato a non ascoltare Ludo e i suoi sproloqui sui vestiti da indossare.
 
“Mmm bhè se non ti piace assistere alle sfilate, potresti occupare il tempo facendomi da guida.”
 
“Cosa?” urlai sbarrando gli occhi, arrossendo per l’orrendo tono di voce che avevo utilizzato. Il mio cuore iniziò a tremare e pensai di essere destinata all’ospedale. Stavo letteralmente per morire.
 
“Sì, mi piace Milano, ma i miei amici l’hanno già vista e comunque sono impegnati in fiera tutto il giorno e da solo mi annoio. Sempre se non hai più paura di me. Come hai visto… non ti mangio” disse ridendo, parlando però seriamente.
 
Grant Gustin seriamente mi stava chiedendo di accompagnarlo a fare un giro per Milano.
 
 Lo guardai non riuscendo a dire assolutamente nulla. Stavo solo cercando di non sembrare troppo pallida, pronta ad uno svenimento repentino.
 
Mi guardò sbattendo le palpebre per un istante, prima di scuotere la testa, vedendo la mia espressione di completo panico.
 
“Scu-scusa ho esagerato. Insomma non mi conosci ed io ho sempre quest’idea che chi come te mi ha, sì insomma, seguito da tempo, possa fidarsi di me… Ma mi rendo conto che è un’idea assurda e faresti bene a non accettare perché in fondo non mi conosci ed io non conosco te, ma mi sembrava…”
 
“Va bene” dissi stupendo me stessa e lui in un solo colpo, bloccando il suo sproloquio.
Si stava preoccupando che io potessi aver timore di uscire con qualcuno che in realtà non conoscevo. E realmente io non conoscevo l’uomo seduto davanti a me e forse non conoscevo neppure me stessa. Dopo cinque anni, ero seduta al bancone con l’attore che mi ha fatto impazzire da ragazzina, causando pianti e inutili crisi adolescenziali, e addirittura lui stava trovando piacevole la mia compagnia, almeno al punto di non dover scappare, stare ancora al mio fianco e chiedermi di accompagnarlo per Milano. Ma poi, io che diavolo ne sapevo io di Milano?
 
“Va bene?” chiese, arcuando un sopracciglio.
 
Mi strinsi nelle spalle, e annuii subito prima che cambiasse idea e ritirasse l’invito.
 
“Ma sappi che sono una pessima guida. Non conosco Milano e potresti perderti in meno di cinque minuti” dissi ridendo di me stessa e della mia goffaggine. Avrei sicuramente fatto una figuraccia.
 
“Bhè correrò il rischio e poi se ci perdiamo in due, è più semplice ritrovare la strada no? Se mi perdo da solo, rischio di restare a dormire sotto qualche ponte non sapendo dire una sola parola d’italiano”
 
“No dai… Sai dire ‘Ciao’ e ‘Grazie a tutti’. Non è male come inizio.” Dissi prendendolo in giro, facendolo ridere.
 
Per un attimo, smisi di sorridere pensando che io stessi prendendo in giro, scherzando come se lo facessi da sempre, con… Lui. Era una sensazione appagante perché in fondo, sapevo che io e Grant ci saremmo trovati bene, in fondo. E’ alla mano e non mette in soggezione, anzi. E’ riuscito a farmi parlare più del belloccio che mi aveva rifilato Ludo, seduto prima al mio fianco.
Rabbrividii pensando che forse non mi ero sbagliata. Non avevo sognato.
 
Stavo vivendo un sogno ma era così giusto nella sua follia che mi resi conto che potevo smettere di aver paura e soprattutto di sperare.
 
Il mio sogno era iniziato, ma questa volta non mi sarei più svegliata. 



CORNER 

MI SCUSO PER IL RITARDO MA VEDETE LA PROTAGONISTA QUI PRESENTE E' IN PUNIZIONE E IO SENZA LA SUA PRESENZA NON RICEVO LA GIUSTA ISPIRAZIONE HAHAHA
MA MI FA PIACERE PERCHE' LA STORIA SEPPUR SIA STRETTAMENTE PERSONALE AD UNA PERSONA REALE COME BETTA, E' COMUNQUE SEGUITA DA ALTRE PERSONE E VI RINGRAZIO.
ATTENDO IL RITORNO DELLA PAZZA E POSTO IL PROSSIMO, SPERO PRIMA POSSIBILE.
INOLTRE MI SONO IMPELAGATA IN TRE FF, COMPRESO QUESTA, E NON HO TEMPO MATERIALE PER VIVERE, VISTO CHE LAVORO 8 ORE AL GIORNO HAHAHA
UN BACIO A TUTTI, GRAZIE PER LE SEGUITE, RICORDATE E PREFERITI E LE RECENSIONI 
BETTA THE BEST I LOVE YOU ♥
VALE
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Glee / Vai alla pagina dell'autore: ChandersonLover