Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: roby_lia    06/02/2013    1 recensioni
In seguito agli efferati atti compiuti su Midgard, Loki viene spedito proprio su quell'infimo pianeta che aveva cercato di conquistare, mentre la sua famiglia spera che incontri qualcuno in grado di farlo cambiare, così com'era successo a Thor. E fin qua niente di nuovo.
Peccato che il biondo in questione non sia esattamente sprizzante di gioia al pensiero del suo fratellino consolato da una stupida midgardiana e per questo cerca di raggiungerlo sulla Terra, e mettersi a cercarlo in compagnia dei suoi allegri compari, i Vendicatori.
Ma Loki incontrerà la midgardiana in questione? Certo che sì, e a questo punto forse smetterete di leggere la storia, potendo già benissimo immaginare come andrà a finire.
Peccato che costei non sia né esattamente umana, né incline ad obbedire alle previsione del Fato, ma ha ben chiaro come vuole che vadano le cose... ma tanto sono cose che non v'interessano, vero?
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'inizio della fine
 
“Chiederti di restare qui è una perdita di tempo vero?” domandò Thor, sistemandosi le polsiere dell’armatura. Per tutta risposta il minore si limitò ad assicurarsi meglio alla cintura i pugnali che casualmente si era dimenticato di restituire a Natasha.
“Stai attento” si raccomandò ancora il biondo. Loki sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
“Mi credi davvero così idiota da rischiare la mia vita per chissà quale causa superiore non meglio identificata come fai tu e quella banda di pagliacci in calzamaglia?” Thor scosse la testa, ma con un sorriso ad illuminargli il volto.
 
Erano passate solo due settimane dal primo attacco. I chitauri iniziavano a prenderci gusto nell’essere malmenati a quanto pare.
Ma se nel primo scontro Loki aveva utilizzato le sue abilità di Jotun per puro istinto, in due settimane era riuscito ad affinare il suo controllo sul ghiaccio.
Per passare il tempo, in compagnia di Tony e saltuariamente di Bruce (quando i suoi nervi glielo permettevano e quando Tony e Loki non erano… erano meno… non avevano voglia di… oh insomma, quando limitavano i loro scherzetti idioti) aveva cominciato a studiare quella parte di se che fino  a quel momento aveva cercato il più possibile di dimenticare.
Ma doveva riconoscere che la sua natura Jotun tornava molto utile in battaglia. La pelle era più resistente e poteva rinforzarla ancora di più congelandosi direttamente addosso le molecole di acqua presenti nell’aria, stessa tecnica che poteva usare per ricavare pugnali, lance o qualunque altra arma volesse.
Quello, unito alla sua agilità, aggiungendoci una sana dose di furbizia e un piccolo pizzico di esperienza millenaria ne facevano un ottimo guerriero, com’era sempre stato dopotutto, anche se non aveva mai amato la guerra.
Seminare zizzania, quella sì che era un’occupazione nobile, rendere la vita un inferno agli altri, poteva andare, ma passare le giornate a rotolarsi nel fango per dimostrare la proprio forza era una cosa che non aveva mai approvato. Uno spreco di tempo che poteva benissimo essere occupato con qualcos’altro come un nuovo scherzo megagalattico o un incantesimo da migliorare.
Ma torniamo a noi, dove tutto questo non lo aiutò a non farsi cogliere alla sprovvista.
 
Loki aveva appena trapassato la gola di uno di quei lombrichi mal sviluppati quando sentì quello sguardo su di se.
Irrigidendo la schiena si voltò, per nulla sorpreso d’incontrare la figura incappucciata dell’Altro.
“E così ti sei deciso a tirare fuori il mostro che c’è in te?”
Il moro scrollò le spalle, senza staccare lo sguardo da lui “Che vuoi farci, ho scoperto che mi dona anche il blu” ribattè gelido.
“Cosa vuoi?” domandò poi, facendo apparire un altro paio di pugnali ricurvi tra le proprie mani, giusto per sicurezza s’intende.
“Eri stato avvertito”
Loki alzò un sopracciglio “Ancora con quella storie del “scoprirai cos’è il vero dolore”? Lasciatelo dire ma non stai facendo un buon lavoro”
Anche se non riuscì a vederlo, Loki percepì il ghigno della creatura “Oh ma io ho appena iniziato”
“Certo, attaccare Midgard… diciamo che non mi sento esattamente ferito nel profondo se devo essere sincero”
“Midgard… il regno che tuo Padre ha affidato a Thor. Ti sei ambientato piuttosto bene o sbaglia?” domandò poi, indicando con un cenno gli Avengers che continuavano lo scontro alle sue spalle.
“Cosa volete?- domandò nuovamente- Vendicarvi su di me? Bene, sono qui, portami da Thanos e facciamola finita”
“Oh ma non è così semplice… tutti sono in grado di sopportare il dolore. E tu sei abbastanza testardo da poter occupare molti tempo anche per i nostri standard. Ma non ti farebbe mai abbastanza male”
Il moro seguiva il suo discorso, tenendo gli occhi puntati su di lui mentre le mani erano serrate con forza attorno ai manici di ghiaccio dei pugnali.
“No, un corpo può guarire, rigenerarsi e sanarsi. È l’anima che va fatta a pezzi per essere certi che la lezione venga imparata. La prima regola è distruggere la mente, il resto viene da se vero? Basta perdere una sola certezza e il figlio più devoto si trasforma in un assassino a sangue freddo. Credi davvero di essere riuscito ad ingannarlo? Credi davvero che non si sia accorto della tua più grande debolezza?”
“Quello era prima” riuscì a ringhiare, nonostante avesse la bocca completamente secca.
“O vuoi dire che se decideremmo di attaccare Asgard tu staresti tranquillamente a guardare? Che non interverresti per cercare di salvare Odino, nonostante tutto? O forse bisognerebbe prima iniziare da Frigga…”
Loki riuscì a dipingersi sul volto il suo solito sorriso di scherno “Non riuscireste neanche ad avvicinarvi ad Asgard senza che vengano a sapere della vostra presenza”
L’Altro rise “Credi davvero di essere l’unico in grado d’ingannare Heimdall? Sei un bambino in confronto alla forza che hai deciso di sfidare!- gli urlò contro cinico, per poi calmarsi ma mantenendo un ghigno divertito sul volto- Comunque non credo che serva andare poi così tanto lontano quando abbiamo qui vicino dei così insistenti volontari… come Thor per esempio”
Gli ci volle tutta la sua volontà per non voltarsi a cercare con lo sguardo il fratellastro e accertarsi che stesse bene.
“Potrei portare lui da Thanos… quanto credi che potrebbe resiste? Dopotutto, tu sei abituato a sopportare di tutto. Ma lui, lui che ha sempre vissuto in una perfetta bolla dorata, dove la parola “dolore” non aveva neanche un significato concreto. Lui che non può neanche immaginare cosa vuol dire sentire la propria mente fatta a pezzi, l’anima ridotta a brandelli, senza avere più la certezza non solo di chi sei, ma neppure di cosa sei…”
“Smettila” sibilò, socchiudendo pericolosamente gli occhi rossi.
“Lui sarà anche forte fisicamente, ma sei stato tu a rinforzare la tua mente al posto del corpo. E sei tu quello che dovrebbe pagare. Ma dopotutto, visto che Thor vanta di essere un nobile guerriero scommetto che sarebbe molto fiero di sacrificarsi per salvar la vita al suo adorato fratellino… sì, mi sa che inizierò proprio da lui”
“Mi dispiace informarti che ho soltanto io il diritto di ucciderlo”
“Ucciderlo? No, sarebbe troppo facile, lo sai. Meglio distruggerlo fino al suo ultimo sprazzo di lucidità, fino a ridurlo ad una creatura vuota e fredda che non chiede altro che la morte. E ancora rifiutarsi di dargliela, oh quella è la mia parte preferita”
Lo Jotun voleva soltanto affondare un pugnale nel suo corpo e vederlo finalmente in faccia. Non tanto per curiosità, ma giusto per la gioia di scorgere la vita abbandonare il suo sguardo.
Ma proprio in quel momento, l’ignoto interessato lo chiamò, allarmato dalla presenza di quella strana creatura
“Loki!” si girò d’istinto al richiamo.
L’ultima cosa che vide fu Thor che gli correva incontro.
 
Quando Loki riaprì gli occhi la prima cosa di cui si accorse era l’atroce emicrania che gli martellava la testa. Seguita a ruota da un nausea tremenda e un senso d’angoscia non meglio identificato.
Sospirando tornò a chiudere gli occhi, cercando di riorganizzare le idee.
Poi, come una valanga tutto gli tornò in mente. Lo scontro, l’Altro, le sue minacce a Thor e Thor, Thor…
“Thor!” si rese conto, e non curandosi del mal di testa si alzò a sedere. Si guardò attorno con gli occhi spalancati cercando un indizio che gli facesse capire che andava tutto bene, che il piano dell’Altro non era riuscito che-
Era nella sua camera, alla Stark Tower.
“Mi hai chiamato?” domandò il biondo uscendo dal bagno, con i capelli ancora umidi per la doccia.
“Thor” ripetè con un sospiro di sollievo, rendendosi conto che sì, andava tutto bene. Prima che il suo stesso cervello avesse qualcosa da ridire, Loki si alzò sulle ginocchia per arrivare alla sua stessa altezza e gli gettò le braccia al collo, nascondendo il volto contro il collo del fratello adottivo.
Il biondo sbattè per qualche istante gli occhi, confuso e sorpreso, ma poi ricambiò la stretta del minore, nascondendo il sorriso tra i suoi capelli neri.
Loki respirava a pieno il suo odore così famigliare, com’era famigliare quell’abbraccio che lo stava avvolgendo.
Aveva sbagliato. Non doveva lasciarsi andare per così poco. Era un misera minaccia di morte! Niente di che dopotutto!
Eppure al solo pensiero che potesse avverarsi si ritrovò a stringersi ancora più spasmodicamente al maggiore.
Thor gli accarezzava la schiena, cercando di farlo rilassare.
“Loki sei sicuro di stare bene?” domandò divertito, notando che il minore non sembrava intenzionato a lasciarlo tanto presto.
“Sta zitto!” bofonchiò contro il suo collo.
Avrebbe dovuto chiedergli una spiegazione, non tanto per quel gesto, ma per quella strana creatura che l’aveva colpito.
Avrebbe dovuto ma era da davvero troppo tempo che Loki non gli dimostrava affetto in quel modo. Ok, era davvero troppo tempo che non dimostrava affetto e basta.
Per una buona volta Thor si decise a seguire il consiglio del fratellino, godendosi l’abbraccio in silenzio.
 
I giorni che seguirono furono pressoché tranquilli (per quanto possa essere definito tranquillo vivere in compagnia di due assassini, un soldato degli anni 40, il dio dei tuoni, uno che quando s’arrabbia assume una malsana colorazione verdognola,  un genio pazzo e l’ex dio del caos che ha appena scoperto di poter essere nocivo anche senza la magia).
Di comune accordo fu deciso di fingere l’inesistenza dello spiacevole incidente di Loki con quell’inquietante tipo incappucciato a favore di un quieto vivere.
Almeno finchè Loki non tentò di scappare s’intende.
 
Loki si muoveva furtivo, certo che tutti stessero dormendo.
Purtroppo non aveva tenuto in considerazione il litigio che Clint aveva avuto proprio quel pomeriggio con Natasha, litigio che finì con l’arciere che dormiva sul divano naturalmente.
“Per curiosità cosa credi di fare?” domandò, continuando a star disteso sul divano con gli occhi chiusi.
“…Ho avuto un incubo, vado a fare quattro passi” rispose Loki, suonando poco convincente perfino alle proprie orecchie.
“E immagino che non sia tua intenzione rubare il Tesseract e sparire nel nulla vero?”
“Chi, io? Un pensiero del genere non potrebbe mai passarmi per la testa” Clint si mise a sedere, fissando l’altro con occhi socchiusi.
“Cosa volevi fare?” domandò di nuovo, seriamente sta volta. Il moro spostò lo sguardo sulle vetrate.
“Se ci tieni alla vita di Natasha lasciami andare”
L’altro sollevò un sopracciglio “E quella storia che ti servono ancora le mie frecce? Non mi hai detto per cosa”
“Lasciami andare e non mi serviranno” Clint lo fissò ancora per qualche istante
“Lasciami andare”
“… Jarvis sveglia tutti. Sì, anche Tony e no, non m’importa se è abituato ad alzarsi alle due di pomeriggio”
 
In pochi minuti tutti i coinquilini erano arrivati, chi più assonato chi meno.
L’ultimo fu Thor “Avete visto… Loki”  mormorò senza neanche bisogno di finire la domanda.
“Che succede?” chiese poi, rivolgendosi a Burton.
“Ha tentato di scappare”
“Cosa?!” esclamò Tony, mentre Thor si limitava a fissare deluso il minore.
Loki distolse lo sguardo dal fratellastro, non sopportando quell’occhiata, che gli ricordava fin troppo il modo in qui lo aveva guardato Odino per tutta la sua vita: un misto di delusione, rabbia e disgusto.
“Perché?” domandò alla fine il biondo, mentre gli altri preferivano rimanere al di fuori di quella conversazione.
“Che vuoi farci, le vecchie abitudini sono dure a morire. E per quanto possiate essere amichevoli, questa resta sempre una prigione per me” ribattè, gli occhi fissi sul tavolo.
“Quindi i continui attacchi dei chitauri non centrano niente? Neanche quell’incappucciato dell’ultima volta? Eppure non sembravate esattamente in ottimi rapporti” intervenne sardonico l’arciere.
Loki lo fulminò con lo sguardo “O più semplicemente non vi sopporto più”
“Obbiezione respinta, la logica di Clint è più logica” disse Tony che poi, borbottando qualcosa sul fatto di come gli venissero male le battute alle quattro di mattina, decise di avere proprio bisogno di un drink per svegliarsi fuori.
“Cosa sta succedendo Loki?” riprese la parola Thor, fissandolo con decisione. Il moro non riuscì a sostenere il suo sguardo “Niente” bofonchiò senza troppa convinzione.
“Centra la persona che ti ha insegnato il funzionamento del Tesseract? Cosa gli hai promesso in cambio?” Nel suo ostinato silenzio, Loki incrociò con rabbia le braccia attorno al petto, tenendo lo sguardo fisso sul tavolo.
“Loki rispondi! Chi è al comando dei chitauri?”
Il moro respirò rumorosamente, prima di sibilare “Thanos”
Thor spalcò gli occhi “Thanos? Thanos?! Sei completamente impazzito? Per gli dei, Loki! cosa diavolo ti passava per la testa?!”
“Non avevo altro da fare a quei tempi” rispose sfrontato, con un sorriso amaro sulle labbra.
“Saresti potuto tornare a casa!” gli urlò Thor.
Loki si alzò di scatto dalla sedia, per fronteggiarlo alla stessa altezza “Ci sono tornato, a casa” sibilò fissandolo con rabbia.
“Cosa?” mormorò sorpreso.
“Sono tornato a casa. Stavate banchettando, come vostro solito, come se non fosse cambiato niente. Ti ho sentito parlare con Odino, dirgli che era il padre migliore che si potesse immaginare, dopotutto mi aveva soltanto lasciato cadere nel vuoto senza fare nulla per salvarmi!”
“Loki ascolta-“ cercò di appoggiargli una mano sulla spalla, ma Loki continuò, allontanandolo da se con uno spintone.
“E tu! Tu sei andato da Heimdall, nell’esatto punto dov’eravamo quel giorno, e gli hai chiesto di Jane!”
“Ti credevo morto!”
“Ma non lo ero! E se tu mi avessi ascoltato anche una singola volta in cui ti ho parlato dei mie poteri avresti potuto capire che mi stavo nascondendo! La magia utilizza l’energia vitale, quante volte te l’ho ripetuto mentre tu mi chiedevi di fare trucchetti che mi avrebbero ucciso soltanto per divertirti?! Ci ho messo giorni a recuperare le forze dopo essere caduto, ma voi non mi avete neanche cercato!”
“Non… non avevo pensato…”
“Me ne sono accorto Thor!” ribattè, fissandolo con rabbia, gli occhi lucidi che sembravano ancora più grandi e brillanti del solito.
“Loki…” ritentò il biondo, ma lui l’ignorò distogliendo lo sguardo e tirando impercettibilmente su con il naso.
“Thanos vuole il Tesseract. Era questo il patto: io avrei usto il tesseract per impadronirmi della terra e a lui sarebbe rimasto il resto dell’universo. Inoltre, una volta conquistata la terra gli avrei…- esitò per un istante- … gli avrei rivelato i punti deboli di Asgard, così che potesse riuscire a uccidere Odino, uno dei pochi che forse può dargli filo da torcere”
Tony alzò un sopracciglio “Quindi adesso vuole giustamente farti fuori e già che c’è dare il via alla conquista dell’universo… che si fa? Tocca chiedere aiuto al paparino dormiglione?”
Loki si costrinse a dipingersi un sogghigno sfrontato sulle labbra “Ma anche no”
“No?”
“No, noi possiamo fare di meglio”
“Del genere?”
“Oh, semplice. Ci siete voi, i supereroi più forti della terra, ci sono io, esperto universale di come irritare le persone fino allo sfinimento e poi c’è un cubo d’energia altamente instabile. Fatti due conti e vedi cosa si può ricavare”
Tony sogghignò “Oh sì, mi piace proprio come suona tutto questo”
 
L’ora seguente passò tra spiegazioni, ipotesi e piani d’attacco (che per una volta non era uno stringato “Attacco”, per quanto d’effetto potesse essere una battuta del genere)
Una volta compreso che non sarebbero riusciti a ricavare altro a certe ore della mattina, decisero di recuperare almeno un po’ del sonno perduto. O almeno alcuni di loro.
Quando Tony rientrò in cucina trovò Loki e Clint intenti a discutere di qualcosa d’importante, all’apparenza.
“Ho interrotto qualcosa?” domandò beffardo.
“No, niente” rispose Loki, mentre l’arciere lasciava la stanza con un’occhiataccia e una scrollata di spalle.
Tony lo fissò con un sopracciglio alzato, in modo più che eloquente, ma l’altro fece finta di nulla, mettendosi alla ricerca dei biscotti al cioccolato.
“Quando credi di dirglielo?” si decise alla fine l’uomo.
“Dire cosa a chi?”
“Credo che tu gli debba delle spiegazioni. Hai visto la sua faccia prima?”
“Stai parlando da solo, te ne rendi conto vero?” Tony sbuffò, con una plateale occhiata al soffitto.
“Puoi essere riuscito a ingannare lui… e Steve forse. Ma per fregare noi altri devi inventarti qualcosa di più credibile”
Loki continuò a far finta di nulla, concentrandosi sui biscotti.
“Ok, se non vuoi parlare, parlerò io. Da dove vuoi che inizio? Dal fatto che non hai tentato di scappare fin d’ora nonostante ne avessi tutte le possibilità? O vogliamo andare più indietro? Ci hai pienamente dimostrato di essere sveglio eppure ti sei fatto fregare da Natasha come un pivello sull’Helicarrier. E come mai non hai usato i tuoi poteri per facilitarti la vittoria? Anzi analizziamo meglio la cosa: hai usato la magia due volte, una per sprecare tempo in un discorso del tutto inutile, ma che guarda caso ci ha fatto guadagnare tutto il tempo necessario per arrivare e fermarti. La seconda volta, per imprigionare Thor in quell’acquario e buttarlo giù. Ma secondo il tuo piani di lì a poco Hulk avrebbe dovuto tipo farci fuori tutti perciò-“
“Basta!” gli ringhiò contro, stringendo i pugni. Tony alzò anche il secondo sopracciglio, riprendendo imperterrito.
“Tiriamo le somme? Il piano per la conquista della terra faceva acqua da tutte le parti e non hai usato tutte le tue risorse per vincere. Quindi mi viene piuttosto spontaneo chiedere perché hai accettato la proposta di Thanos. Forse perché qualcun altro non avrebbe esitato ad uccidere l’erede di Asgard, che sarebbe corso a salvare il mondo da bravo eroe qual è?”
“Smettila!”
“Sai cosa credo? Due piccioni con una fava: hai protetto Thor, da bravo fratello, e hai lanciato un enorme “GUARDAMI” che non si sarebbe potuto ignorare neanche volendo”
“STA ZITTO!”
L’uomo lo guardò senza scomporsi “Puoi dire di odiarlo quanto vuoi, ma non è solo odio quello che provi per lui”
Loki strinse con forza i denti, serrando gli occhi.
Tony si versò da bere facendo finta di nulla “Dovresti dirglielo. Ti conviene. O glielo dici tu o mi toccherà intromettermi. Di nuovo”
L’altro sciolse i muscoli delle spalle, sospirando pesantemente “Ci penserò. Dopo che ci siamo liberati di Thanos”
Tony roteò gli occhi “Certo, prima andiamo a combattere contro una delle entità più forti dell’universo, poi dichiariamo i nostri tormentati sentimenti, logico… ti avverto, se vi mettete a fare una struggente dichiarazione con uno dei due in fin di vita non risponderò più delle mie azioni” lo minacciò, concludendo il tutto con un brindisi.
 
Loki entrò di soppiatto nella camera, ben deciso a prendersi un libro e rifugiarsi a leggere il più lontano possibile da Thor.
Il fratellastro lo stava aspettando, appoggiato contro il muro e con le braccia incrociate attorno al petto.
Quando sentì il minore rientrare distolse lo sguardo dal panorama fuori dalla finestra, per fissarlo tristemente.
Loki lo ignorò. Con quell’espressione da cane bastonato gli faceva solo venire più voglia di picchiarlo, preferibilmente a sangue.
Una volta afferrato il libro, cercò di darsela a gambe ma Thor iniziò a parlare prima che riuscisse a guadagnarsi la fuga.
“Ti ho sognato ogni notte” Loki sbuffò seccato, eppure non uscì.
“Buon per te. Senza dubbio devono essere stati sogni piacevoli”
Thor sorrise leggermente “Alcuni sì. Eravamo di nuovo bambini o ragazzi, e come nostro solito ci ficcavamo nei guai. Ma la maggior parte delle volte sognavo quel momento… sul Bifrost…” le parole gli morirono in gola ma poi scosse la testa, riportando l’attenzione sul moro.
“Ma a volte sognavo che tu mi svegliavi, mi dicevi che era stato solo un incubo e che avremmo sistemato tutto. Quando mi svegliavo sul serio mi sembrava di stringerti ancora tra le mie braccia”
Loki si morse l’interno guancia “Sì, bene, non sono Freud quindi-“
“Avevo bisogno di certezze, Loki- lo interruppe- Per tutta la mia vita ciò di cui ero più certo eri tu. Sapevo che qualunque cosa sarebbe successo tu saresti stato al mio fianco. A consigliarmi, a… a dirmi quant’ero stupido, a… a essere mio fratello” cercò di spiegarsi, incontrando i suoi occhi.
“Quando ti ho perso- riprese soppesando attentamente le parole- non sapevo più cosa fare. Mi serviva qualcosa a cui aggrapparmi”
“E un passatempo per cancellare i sensi di colpa”
“Non riuscivo a cancellare dalla mente il tuo volto mentre cadevi! Improvvisamente n-non riuscivo più a ricordare il tuo sorriso, i-il suono della tua voce, il modo in cui i tuoi occhi s’illuminano quando leggi qualcosa che t’interessa! Sentivo soltanto le tue urla di quella notte, la tua espressione…- sospirò pesantemente- Il fatto è che, per tutti questi anni io…io ti ho dato per scontato. Ero assolutamente certo che le cose sarebbero andate come le raccontava padre: io al trono e tu al mio fianco, a consigliarmi. Ma da quando sei caduto, da quanto ti ho perso, non sono più sicuro di niente. Non so se voglio il trono, non riesco più a fidarmi di padre dopo quello che ti ha fatto, non so più niente. So soltanto che non mi posso permettere di perderti di nuovo.”
“Thor basta” mormorò, in un tono più dolce di quello che avrebbe voluto, ma il maggiore non se ne accorse.
“Facevo di tutto, mi allenavo finchè non crollavo al suolo esausto, mi ubriacavo…cercavo di distrarmi con qualunque cosa per non pensare a te, a ciò che avevo perso. Dovevo farlo sennò mi sembrava d’impazzire. Ogni volta che andavo sul Bifrost io-“
“Thor è inutile rimpiangere ciò che si è fatto. Non puoi cambiare il passato e cercare d’impietosirmi con questo tuo discorso non funziona”
“Io sto cercando di sistemare le cose tra di noi, ma tu continui a respingermi” per dimostrare le sue parole, Thor si accostò all’altro, che prontamente alzò un braccio per non farlo avvicinare.
“Vedi?”
Loki sospirò, passandosi una mano tra i capelli. “Ci penseremo dopo. Prima sistemiamo Thanos, poi penseremo a… questo” rispose incerto.
Thor annuì stancamente.
 
Nei giorni che seguirono per Loki fu sempre più difficile restare lontano da Thor.
Respingerlo ogni volta era diventato era diventata una guerra interiore.
Per questo fu con sollievo che ricevette la notizia dell’ennesimo attacco dei chitauri.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Ed eccoci di nuovo qua. Che dire, ormai manca poco alla fine di questo supplizio a qui sarebbero preferibili le pene dell’inferno u.u
Comunque la prossima settimana mi trascinano a sciare (se vedete un’impedita che s’intraula sui suoi stessi sci, bene sono io) quindi dubito di riuscire ad aggiornare prima di sabato.
Bene, come sempre ringrazio tutti i coraggiosi che arrivano fin qua e se volete dire la vostra vi ascolterò volentieri ^^
 
Ciao ciao
roby_lia
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: roby_lia