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Autore: Moon    03/08/2004    3 recensioni
Seguito di "The Birthday Gift". Alla fine di ogni storia siamo abituati ad immaginare che cosa accadrà quando i due protagonisti sembrano aver preso una direzione. Questa storia tratta appunto di questo. Saranno in grado due persone, che pur amandosi molto, di condividere una vita insieme? Un ragazzo e una ragzza dal carattere troppo simile e troppo orgoglioso, una serie di situazioni, alcune delle quale molte difficili, li metteranno a dura prova, basterà il loro sentimento a superarle? Oppure...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia è stata scritta per divertimento

NOTA: Come di prassi eccomi a ringraziarvi in queste ultime battute ^__^  GRAZIE Roy (tesorina miaaaaaaaaa son felice che ti sia piaciuto cosi tanto il cap! Spero che anche questo che leggerai sia di tuo gradimento ^^ t'ho pensata sai mentre lo scrivevo!) GRAZIE Conty (per il messaggino ^_^ ma come stella???? Non ti son piaciuti i pomodorini e i sottaceti come regalini alternativi?? ^o^ Non ci credo!!) GRAZIE Anjulie (Per prima cosa PERDONAMI! Domani ti mando una mail e poi tesora mia, magari conoscessi DAVVERO così bene l'universo maschile! ^_^ Potrei servirmi di tale vantaggio, che ahimè temo di non possedere e come sempre tu sei troppo generosa con me!) Per i regali per Orlando ... dico solo..... Buona lettura a tutti! ^_^

 

 

 

 

Capitolo quarantatre

 

 

Aylén era abbastanza stanca per il viaggio, e mentre sparecchiava in veranda le scapparono un paio di sbadigli un po’ sgangherati. Orlando che la stava aiutando rise. Era buffa quando sbadigliava in quel modo, sembrava il leone della Metro Golden Mayer, infatti glielo disse e lei, per tutta risposta gli fece una linguaccia.

In realtà Orlando più che buffa, quella sera, la trovava estremamente sensuale e desiderabile. Sarà stato per via che gli si era negata per diversi giorni, o perché era scalza, o perché quel dannato vestito le stava davvero maledettamente bene, ma lui la voleva, la voleva proprio, solo che aspettava almeno un minimo cenno da parte sua. Ma quel cenno non arrivava e allora lui ebbe un’idea.

“Senti io vado in camera a fare una cosa” disse con aria vaga, poi aggiunse “Ti aspetto lì, tanto mi sa che hai bisogno di dormire”.

“Va bene, oltretutto ti devo dare anche delle cose quando salgo…” gli rispose distrattamente Aylén.

“Cosa?” chiese subito Orlando curioso come non mai.

“Poi vedrai…” fece lei sorniona e Orlando prese a corsa su per le scale.

Quando Aylén salì in camera lo trovò a braccia conserte che l’aspettava impaziente.

“Fila in terrazza!” gli intimò subito scherzosamente.

Lui obbedì, perché la sua curiosità era arrivata ai dei limiti indecenti. Sapeva, perché lo aveva intuito, che lei aveva in mente qualche sorpresa per lui dal quel sabato funesto, ma poi gli eventi lo avevano distolto da quel pensiero, fino a quella sera, e ora moriva dalla voglia di scoprire che cosa le avesse serbato la ragazza.

Aylén tirò fuori le famose buste dall’armadio dove le aveva nascoste, le dispose sul letto e poi lo chiamò.

Orlando fece capolino dalla terrazza con un sorrisino contento come un bambino la mattina di Natale sotto l’albero.

“Per te!” fece Aylén indicando le buste “Tutto ciò ti servirà soprattutto quando sarai lontano da me” aggiunse con aria seria.

Orlando aprì la prima busta e vide che conteneva tre magliette.

Una gialla con su stampato I’m the only one sexy nappettino.

Un’altra arancione con su scritto Yes, I’m the official Play Station’s champion 2004

Un’altra ancora fucsia con su scritto I’m divine… more ‘vine’ that ‘di’…

Le guardò una per una e scoppiò a ridere. Aprì poi la seconda busta e vide che conteneva più o meno una quarantina di paia di boxer di vari colori. All’altezza precisa dell’apertura di ognuno c’erano stampati vari segnali di divieto tipo: ‘Divieto d’accesso, rimozione forzata’, ‘Proprietà privata’, ‘Divieto di caccia’, ‘Attenzione pericolo, vietato toccare’ ‘Divieto di sosta, ma soprattutto di parcheggio’ ‘Alta tensione, pericolo di morte!’, ‘Zona militare, limite invalicabile!’. Gli prese il ridere in maniera spasmodica.

“Che c’è tanto da ridere?” lo riprese lei fingendosi seria e accigliata “Guai a te se non li indossi chiaro? Ne ho comprati in quantità industriale, così non hai la scusa di dire che  poi non hai fatto in tempo a lavarli. Le penso tutte io sai!”.

Orlando, intanto, non la smetteva di ridere senza ritegno.

“Per le magliette ti concedo di indossarle solo per dormire, mi rendo conto che indossarle in pubblico, forse sarebbe davvero pretendere troppo!” disse Aylén sorridendo contenta che quell’idea un po’ pazza gli stesse piacendo, divertendolo. “Ma i boxer li DEVI proprio indossare caro mio!” concluse fingendo di minacciarlo.

Orlando intanto continuava a guardare tutta quella roba e a ridere scrollando la testa. Si girò verso di lei e appena riuscì a frenare un po’ il riso le disse “Tu sei una pazza scatenata! Una vera *fenomena! Non lo avrei mai creduto, ma… cavolo! Sei più deficiente di me!”.

“Ah! Ma bene! Tutto quello che sai dire è che sono pazza e deficiente? Sono offesa a morte!” disse Aylén puntandosi le mani sui fianchi fingendosi offesissima, ma commettendo un grave errore, visto che da una mano le spuntava qualcosa.

“E lì che hai?” le chiese subito Orlando curiosissimo che aveva notato subito che lei tentava di nascondere qualcosa.

“Niente!” rispose lei fulminea nascondendo la mano incriminata dietro la schiena.

Il ragazzo si alzò in piedi e cercò in vano di afferrarle mano.

“Oh ma sei peggio dei ragazzi piccoli tu!” lo rimproverò Aylén che faceva una faticaccia a tenerlo buono.

“Ho un difettaccio, sono curioso come le scimmie!” rispose lui, poi facendo una faccetta implorante le disse “E dai! Mi fai soffrire, dammi quella cosina!”.

“Sì, ma stai fermino!” lo rimbrottò lei.

Allora Orlando si spostò appena e mise le mani dietro la schiena in segno di resa.

Allora Aylén con studiata calma tirò fuori una scatolina e gliela porse. Orlando se la rigirò un attimo tra le mani come per indovinarne il contenuto e poi l’aprì. Dentro c’era un piccolo ciondolo, un lucchettino a forma di cuore in oro bianco con tanto di serraturina.

Orlando cercò inutilmente di aprirlo e Aylén lo guardava divertita, poi decise di andargli incontro.

“E’ inutile, senza chiave non si apre” gli disse.

Lui la guardò perplesso “Quale chiave scusa? Qui c’era solo il lucchettino!”.

Lei sorrise ed estrasse dal collo la collanina dove aveva il ciondolino a forma di chiavina che gli aveva regalato lui, poi disse “Si apre solo con questa, l’ho fatto fare a posta, perché… diciamo, che la chiave del tuo cuore ha aperto anche il mio” e gliela porse.

Orlando prese la piccola chiavina e con un po’ di pazienza aprì il lucchettino. Dentro ci trovò una brevissima incisione, che manca poco non lo fece collassare dalla sorpresa e dall’emozione, perché tutto si sarebbe aspettato tranne quello.

Le parole incise erano poche, ma di un’importanza e di un valore enorme, ed erano semplicemente queste: Remember… it will be YES!

“E’ quello…? Cioè, sta a significare quello che penso io?” le chiese Orlando smarrito e quasi incredulo.

Lei annuì con la testa mentre le sue labbra si piegavano un sorriso amorevole, la faccia di lui era così strana e dolce nello stesso tempo, che s’era intenerita.

Orlando abbassò lo sguardo ancora una volta sul piccolo lucchettino a forma di cuore e si rilesse per l’ennesima volta quella frase. Era davvero emozionato e stordito.

“Questa è in assoluto la cosa più bella che mi potevi dire, più di mille ti amo, o di qualsiasi per sempre, e robe varie io… ” si interruppe un attimo perché aveva il fiato corto oltre che gli occhi lucidi, la felicità lo stava soffocando quasi, poi si riprese e disse tutto d’un fiato “Io, porca paletta! Se avessi il tempo materiale a disposizione per fare le cose come Dio comanda, te lo chiederei anche subito!”.

Aylén lo fissò con i suoi occhi neri e gli disse con molta calma “Non fare sempre l'esagerato! Quando vorrai e quando sarà possibile. Chissà… tra un anno… o due o forse tra dieci, come c’è scritto … sarà un sì!”.

Orlando prese il ciondolo lo richiuse con quasi religioso rispetto e lo mise subito al collo insieme agli altri che portava sempre con se, poi si avvicinò ad Aylén e prima di baciarla per dimostrarle tutto l’amore che sentiva le disse: “Sarò ripetitivo e noioso, ma ti amo da morire. Grazie!” e la baciò a lungo con tenerezza sfiorandole i capelli.

Ad un certo punto s’interruppe e le disse: “Ora però permettimi di occuparmi di te come si deve” e poi fissandola con lo sguardo velato di desiderio aggiunse “E come ho voglia di fare da quando ti ho vista”.

Aylén contraccambiò il suo sguardo con uno altrettanto eloquente, gli sorrise e lo ribaciò con slancio, poi a fior di labbra gli rispose “Non chiedo di meglio”.

Per prima cosa Orlando si sfilò la maglietta e la gettò a terra da qualche parte, poi attirò leggermente Aylén verso di sé e con entrambe le mani la cinse, afferrò la lampo del vestito e la tirò giù lentamente, poi glielo fece scivolare ai piedi mentre con la punta dei polpastrelli le carezzò delicatamente la schiena, inalando il suo profumo dal suo collo. Aylén si appoggiò a lui, sfiorando con il suo seno nudo il torace di Orlando che chiuse gli occhi e continuò a carezzarle la schiena e lunghi capelli, mentre lei gli sbottonava i jeans e gli dava piccoli baci sul collo e sulla spalla. Quando furono entrambe in mutande Orlando la prese per mano e la portò nel bagno. Aveva preparato già da prima la vasca dell’idromassaggio con acqua tiepida, olii emollienti e balsamici. Non facevano quasi mai il bagno, preferendo sempre la doccia e gli era parsa una buona idea. Si sfilò rapidamente i boxer e poi altrettanto rapidamente sfilò le mutandine ad Aylén, quindi con gesto della mano la fece entrare in vasca. Subito dopo entrò anche lui.

“Ho deciso di farti il bagno!” le disse ridacchiando impunemente.

Lei non gli rispose se non con un sorriso complice e gli si avvicinò cingendogli la vita con le gambe.

Orlando non perse tempo e cominciò a baciarla. Continuò a baciarla a lungo e nel frattempo le carezzava il viso. Poi passò a lisciarle i capelli. Quindi prese a sfiorarle il collo, le spalle, spostandosi poi su i seni, sfiorandola con delicatezza. Piano, piano prese a spostare le mani sempre più giù, carezzandole la pancia, le gambe, i glutei e ogni altro centimetro di pelle che riusciva a toccare, con calma e dedizione, senza stancarsi, guardandola con amore e desiderio. Aylén all’inizio lo lasciò fare inarcando leggermente la schiena e stringendo ancora di più le gambe intorno alla sua vita, rendendo ancora più intimo il contatto fra i loro corpi nudi immersi nell’acqua profumata e gorgogliante della vasca. Si lasciò completamente andare alle sensazioni violente che lui, e lui solo era capace di provocarle, regalandole emozioni e piacere, poi decise di contraccambiarlo dedicandosi a sua volta all’esplorazione minuziosa di quel corpo che amava, fino a lasciarlo senza fiato. Anche Orlando fu sopraffatto dal piacere e dalle sensazioni violente che lei sapeva bene come procurargli, del resto non avevano segreti l'uno per l'altra. Poi, ad un certo punto, quando l’urgenza era diventata insopportabile, Orlando l'afferrò saldamente per le natiche stringendola maggiormente a se e la guardò negli occhi: “Mi sei mancata davvero troppo” le sussurrò col fiato corto. Lei le carezzò i capelli umidi “Anche tu… non accadrà più!” gli rispose in un soffio, piegandosi e sfiorandole il lobo dell'orecchio con le labbra.

Allora i loro corpi si unirono muovendosi ad un ritmo lento e tenero che piano, piano accelerò fino a diventare quasi impetuoso, liberando tutta la passione repressa, lasciando che ogni sciocca inibizione, che aveva creato stupidi preconcetti, cadesse. Non c’era proprio niente di sbagliato in ciò che provavano, era tutto così giusto, naturale e infinitamente bello. Si amarono così, fino a raggiungere insieme l’acme del piacere che li lasciò entrambi esausti e tremanti, scossi dai brividi. Rimasero fermi un attimo ancora, abbracciati stretti l’uno dentro l’altra con la testa appoggiata lui sulla spalla di lei, e lei sulla spalla di lui.

Da quel momento ogni problema sembrò dissolversi come sciolto nell'acqua della vasca che li accoglieva.

 

 

***

 

Il venerdì seguente al suo rientro a Los Angeles Aylén insisté per uscire con Orlando e tutta la banda al completo. Il ragazzo sarebbe partito di lì a pochi giorni e se ne sarebbero andati anche Alejo e Reina. Ci voleva proprio una bella uscita tutti insieme.

Se ne andarono così a cena fuori e per il dopo cena optarono non senza qualche riserva per il Club Bahia, ma Aylén aveva insistito molto tenacemente e sapeva bene lei perché, sperava di cuore che ci fosse Elodie.

Orlando, invece era agitatissimo, lui sperava l’esatto contrario.

Il destino accontentò Aylén perché Elodie era proprio nel locale.

All’inizio andò tutto molto bene i ragazzi presero un tavolo e la ignorarono palesemente, mentre invece lei li fissava livida.

Aylén, impunemente e senza nascondersi, contraccambiava quegli sguardi, puntandola negli occhi con aria di sfida.

Era stata una decisione un po’ sciocca forse, ma lei ne aveva un bisogno quasi fisico, del resto era umana ed era stata anche fin troppo signora fino ad allora. Ora voleva la sua rivincita, ovviamente alla sua maniera, senza clamori e scenate.

Orlando capì quasi subito e all’improvviso gli fu tutto chiaro e lampante. Aylén doveva aver incontrato Elodie e lei, come aveva tentato di fare con lui, non solo doveva averle parlato di loro due, ma doveva averle detto che la loro relazione era basata solo sul sesso. Tipico! pensò con rabbia. Non gli era mai accaduto prima in vita sua, ma sentì il desiderio di picchiarla e si dette per la miliardesima volta di stupido cretino per aver fatto quell’errore madornale che poteva costargli davvero carissimo. Ebbe un moto di stizza e solo il buon senso gli impedì di andare da Elodie per cantagliene quattro come si deve. Ma ci pensò qualcun altro al posto suo.

All’improvviso Aylén senza dire una parola si alzò, e senza che nessuno la potesse fermare o dire qualcosa, si diresse spedita, proprio verso Elodie. Lo fece  portando con sé il suo Bloody Mary, che aveva appena ordinato. Tutti gli altri sette ragazzi rimasero sconcertati, Orlando compreso, guardandosi negli occhi non poco preoccupati.

Aylén raggiunse Elodie alle spalle, di sorpresa. Era seduta con un paio di persone ad un tavolo e poggiando una mano sullo schienale della sua sedia le si avvicinò all’orecchio, e le disse con un sussurro chiaro e fermo: “Ci hai visti vero?” l’altra sussultò appena colta alla sprovvista, e trattenne il fiato. Aylén intanto continuò imperterrita “Guardaci! E fallo bene! Spero che tu possa schiattare d’invidia, perché vedi, non ci sei riuscita, non hai neanche scalfito il nostro legame… anzi, dovrei ringraziarti perché lo hai addirittura cementato” quindi si fermò un attimo e poi le fece notare che teneva in mano un cocktail “Lo vedi questo? L’ho ordinato a posta per rovesciartelo in testa! Ma poi mi sono detta che non ne valeva davvero la pena, lo userò per brindare al tuo veleno, grazie al quale io e Orlando abbiamo capito di amarci ancora di più di quello che credevamo. Buona vita Elodie!” e con questa ultima frase se ne andò lasciandola lì attonita, incapace di rispondere e di reagire. Del resto i fatti parlavano molto chiaramente da soli. Elodie si sentì investire da un’ondata di fiele amaro, consapevole di avere perso su tutti i fronti.

Aylén si risedette al tavolo, soddisfatta e serena. Non le fregava nulla di essersi abbassata e di non aver fatto la superiore, aveva un bisogno quasi doloroso di quello sfogo e fu felice di esserselo concesso. Dopo aver sorseggiato il suo Bloody Mary guardò i ragazzi che erano ancora in silenzio e la osservavano frastornati, quindi disse loro: “Tranquilli è tutto a posto, anzi a dire il vero, non mi sono mai sentita meglio!”.

Orlando aprì la bocca per dire qualcosa ma lei le posò il proprio indice sulle labbra e gli disse “Non una parola, non per lei, non ne vale la pena. Per me non esiste più!”.

“Neanche per me” aggiunse solo Orlando, che si rilassò di colpo dopo aver decisamente temuto il peggio.

E finalmente, dopo quella sera, Elodie uscì per sempre dalla loro vite.

 

 

* tipica espressione alla "Conty" che la sottoscritta ringrazia, visto che se ne è impunemente appropriata, mettendola però in bocca ad Or'lendo... cosa che forse mi salverà in corner! :P Scherzi a parte GRAZIE Conty!

  
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