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Autore: Come with me    06/02/2013    7 recensioni
'L'ennesimo litigio coi manager,
l'ennesima volta che ci arrabbiavamo con noi stessi,
l'ennesima volta che avremmo preferito essere distesi nel divano di casa con mamma che ci portava tutto ciò di cui avessimo bisogno,
l'ennesima goccia da fare entrare in quel vaso che già aveva superato il limite,
l'ennesima volta che eravamo rimasti soli.
Solo noi.'
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In questa storia si fanno accenni anche a Larry Stylinson.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sperando che in tutta la vostra vita non vi accada nulla di tutto ciò.
So che voi sareste più forti di tutto questo, che soppravvivereste.
Dovete farlo, almeno per me, e per tutte quelle persone che vi sostengono.
Vi amo ♥






TORN, BUT WE ARE FOREVER 'WE'






L'ennesimo litigio coi manager,
l'ennesima volta che ci arrabbiavamo con noi stessi,
l'ennesima volta che avremmo preferito essere distesi nel divano di casa con mamma che ci portava tutto ciò di cui avessimo bisogno,
l'ennesima goccia da fare entrare in quel vaso che già aveva superato il limite,
l'ennesima volta che eravamo rimasti soli.
Solo noi.



In fin dei conti eravamo proprio NOI ad essere sempre forti, NOI che ci aiutavamo a vicenda, NOI che ormai non riusciamo a vivere distanti solo un giorno.

Però forse in quel momento non eravamo più tanto nemmeno Noi.

La Modest cercava di cambiarci, di far di noi le persone perfette.

Perchè? Esisteva davvero una persona perfetta? E se si, questa persona era davvero felice?

Eravano solo cinque ragazzi che volevano vivere, volevano divertirsi come tutti i loro coetanei, volevano essere normali, anche se sapevano che normali non lo sarebbero mai più stati.

Ma questa era l'ultima cosa, in fin dei conti loro amavano ciò che facevano e, cosa più importante, amavano farlo assieme.

Però volevano anche quella libertà di cui dei ragazzi hanno bisogno.

Non avevano bisogno di essere comandati a bacchetta o di essere sempre seguiti da qualcuno che si assicurasse non facessero nulla di sbagliato.

E perchè, mica erano dei bambini di quattro anni, erano grandi ormai, sapvevano come comportarsi.

E di che cosa avevano paura i manager, che la loro reputazione si rovinasse?

Quale reputazione? Quella che qualcun altro aveva creato per loro.

Troppe domande, troppe domande e nessuna risposta.

Tutto quello che avevano per la mente non osavano nemmeno dirlo.

Solo tra di loro.

Avevano paura che quelli della Modest avrebbero fatto loro qualcosa, ora che il contratto era stato prolungato per altri tre anni per di più.

Ma tre anni erano troppi, non potevano ancora sopportare questa tortura così a lungo.

Qualsiasi persona non ce l'avrebbe fatta, neanche quella dall'animo più forte.

Per questo dovevano trovare un modo per 'ricominciare' a vivere, lontano da quel posto, lontano da Quelle persone.

Ma non volevano abbandonare il palco, non volevano lasciare ciò che si erano sudati in quei due anni, non volevano e non lo avrebbero permesso a nessuno.

Eppure solo quella sembrava la soluzione.

Un posto lontano, dove tutto era migliore, dove gli angeli, anche loro erano così chiamati, sono nella pace e nella tranquillità. Un posto dove stare ancora tutti e cinque assieme.

Felici.

"So we can start it all over again?" intonò Niall in quel momento.

E un pensiero illuminò, se così si può dire, le loro menti.

Non si scomposero minimamente da com'erano, ma rimasero sorpresi anche loro del loro stesso pensiero. Ognuno pensava se anche gli altri quattro avevano pensato alla medesima cosa.

Si gurdarono.

Non esisteva nulla di più vero di quello sgurado in quel momento, si guardarono e  capirono che la risposta alla loro domanda era si, avevano pensato alla stessa cosa.

"No no, non possiamo pensare a queste cose, siamo dei pazzi!!" scattò Louis all'improvviso.

Louis, colui che sembrava spruzzare vitalità da tutti i pori della pelle, colui che aveva sempre il sorriso sulle labbra e che cercava di sdrammattizzare ogni cosa, anche se a volte non andava bene.

Gli altri quattro risero e Liam fece segno a Lou di schiacciargli il cinque.

E' vero.

Come caspita erano riusciti solo un secondo a pensare a quella possibilità?

Quella tremenda possibilità.



Passò del tempo, e ancora i giorni continuavano ad andare avanti, e ancora nuovi divieti dalla Modest, e ancora altri premi, altre canzoni, che, però, oramai hai ragazzi parevano aver poco di loro, sembrava loro che fossero l'ennessima costrinzione.

E questo pensavano che mai fossero riusciti a pensarlo, e ora ecco li.

Una mattina di primavera Liam si svegliò, con ancora la testa che girava dalla sera prima, ancora quella voglia di vomitare.

Era il primo giorno di primavera, la stagione in cui tutto rinasce, in cui ritornano i colori e la felicità.

Eppure a lui sembrava fosse sempre uguale, sempre la solita merda.

La sera prima si era ubriacato, per l'ennesima volta.

Ubriacato.

Voleva ubriacarsi finchè la sua vita non fosse finita, finche non fosse arrivato dove nasce la felicità.

Corse in cucina , evitò a balzi i cocci di vetro a terra e cominciò ad aprire tutte le ante degli scaffali.

Acqua, coca cola, vino, birra.

Nussun alcolico che lo soddisfasse, ma continuò nella sua ricerca.

Nell'ultimo scaffale trovò solo alcuni vecchi piatti, del sale e della candeggina.

Candeggina.

Ecco cosa sarebbe servito davvero.

Prese il primo bicchiere che li capitò sotto mano, ancora odorante di vodka alla pesca, abbandonato su quel lavandino da chissa quanti giorni.

Versò al suo interno la candeggina, color oceano, che gli ricordò tanto gli occhi del suo amico.

Aveva le mani che tremavano, ma buttò giù la prima bicchierata.

Subito si senti bruciare tutto, dalla gola allo stomaco.

I succhi gastrici gli risalirono e vomitò.

Si accasciò a terra, mentre avevo cominciato a tremare tutto, e riempì il secondo bicchiere.

Bevvè anche quello e ora gli parve di aver acceso una fiamma al suo interno.

Era la sua voglia di vivere, la sua anima, che ora però volevano solo la pace.

La testa cominciò a girargli e tutto si fece improvvisamente più scuro.

Riempì a fatica un terzo bicchiere, che con altrettanta fatica buttò giù.

Non era ancora il colpo di grazia però. Era accasciato a terra, che si contorceva dal dolore e ormai non ci vedeva quasi nulla.

Prese la bottigliettà quasi vuota e se la porto alla bocca, e con tutta la forza che gli era rimasta la alzò per permettere a quel poco di liquido di arrivare al suo stomaco, e finirla lì.

Fu accontentato immediatamente.

Una scarica lo prese su tutto il corpo, cominciarono a scenderli delle lacrime mentre si stringeva la pancia dal dolore e, pochi secondi bastarono, si ritrovò inerme sul pavimento, con l'anima che lo abbandonava.

Fu Niall, che arrivò qualche ora dopo, a ritrovare l'amico senza vita, con gli occhi sbarrati, e un bigliettino che diceva


Scusate amici, scusatemi tanto, non sono riuscito a resistere di più.

La mia anima mi avrà già abbandonato per quando mi troverete, ma ora è in un luogo felice, dove può finalmente trovare la pace e ricominciare a sorridere.
Niall, mi sono venuti in mente i tuoi occhi prima di uccidermi, spero di trovarne un paio tanto belli in paradiso.


Il biondo fu preso dal panico, ma si commosse leggendo l'ultima riga.

In qualche modo gli fece piacere che l'amico si fosse ricordato di lui anche in un momento del genere.

Piano si inginocchiò a lato di Liam e gli accarezzò la testa, senza nemmeno sbatterlo per provare a risvegliarlo.

Sapeva che era stata la sua volontà, e non poteva biasimarlo; anche lui era stanco, anche se sapere che ora quel ragazzo non sarebbe più stato con lui lo sconforto.

Cominciò a piangere lentamente mentre un senso di vuoto si impossessò del suo corpo.


Quando diede la notizia ai ragazzi, il più sconvolto fu Zayn.

Cosa sarebbe stato ora lui senza Liam, senza il suo migliore amico?

Come avrebbe fatto da solo ora?

Anche gli altri erano distrutti dalla notizia, certo, ma lui aveva appena perso la persona a cui forse teneva maggiormente.

Si rinchiuse in un piccola appartamento che aveva cominciato a puzzare di fumo e di alcool.

Un giorno finalmente decise di uscire, in maniche corte nonostante fosse il 15 dicembre, ma ormai il mondo non aveva più ne caldo ne freddo, non aveva colori ed aveva una sola stagione.

Camminò da solo per qualche minuto, nella fredda aria mattutina, finchè non arrivarono i bambini e i ragazzi che si dirigevano verso le scuole.

Assieme, con i loro migliori amici.

Camminò ancora per un poco, finchè non si lasciò la folla alle spalle e arrivò vicino ad un fiumiciattolo.

Non ricordava di essere mai stato li, ma aveva un pessimo senso dell'orientamento e quindi pensava di essersi perso.

Avanzò fino a metà del ponte di pietre costruito sopra il letto del fiume, era abbastanza grosso e fondo.

Prese quel po' di coraggio che gli rimaneva e si alzò in piedi sul bordo, allargò le braccia, e si buttò, come se volesse abbracciare l'acqua.

L'impatto fu terrificante, si sentì distruggere le costole e i polmoni.

Risalì qualche metro più in la, con l'acqua alla gola e poco respiro, e l'unica cosa che sentì fu un 'ti voglio bene amico mio, ti aspettavo' detto con la stessa voce dolce del suo migliore amico.



Questa volta nessuno trovò il ragazzo, così verso sera Harry chiamò la polizia dicendo che il lora amico era scomparso, e  per risposta si sentì dire che gli era appena arrivata la notizia che era stato ritrovato lungo la riva di un fiume a qualche chilometro di distanza da loro, e che era morto per annegamento.

Al riccio scivolò il telefono che caddè a a terra aprendosi a metà.

Gli altri due ragazzi si guardarono e Louis corse ad abbracciare il ragazzo che era rimasto sconvolto dalla notizia, che si mise rumorosamente a piangere sulla sua spalla.

Avevano capito senza nemmeno sentire, ma non volevano sapere come era successo.

Furono fatti anche i funerali di Zayn, a cui partecipò molta gente, fan, amici, e concittadini.

Per tutti però fu un trauma.

L'ennesimo trauma.



Passarono alcuni mesi, Harry e Louis avevano fatto coming out da qualche giorno, e già erano arrivate loro alcune minacce di morte, ma c'erano anche molte persone che stavano dalla loro parte.

Nonostante tutto quello che era successo, i One Direction non si erano ancora lasciati, e nemmeno la Modest li aveva abbandonati.

Solo che i due giovani avevano deciso di fare di testa loro, per essere felici almeno un po'.

Erano rimasti insieme all'irlandese e vivevano tutti nella stessa casa.

Un giorno in cui il sole scaldava i tetti di Londra, i ragazzi decisero di andare a fare un pic-nic in un parchetto vicino al loro appartamento.

Prima però vollero passare nelle case dove avevano abitato Liam e Zayn, che ancora non erano state vendute.

Erano scortati da alcuni uomini e insieme a loro c'era anche Paul. Non potevano di certo rimanere soli dopo tutto quello che era successo!!

Appena entrarono negli appartamenti un fortissimo senso di vuoto, misto a senso di colpa, si impossessò di loro, che cominciarono a piangere girando per le stanze.

Uscirono quasi subito per non farsi prendere dalla depressione che erano riusciti ad allontanare in quell'anno.

Si diressero verso il parchetto e mangiarono in tranquillità, ogni tanto anche risero.

Sembrava proprio che tutto si fosse sistemato ora.

Ma era servito che Liam e Zayn morissero perchè tutto fosse a posto?

Erano loro i problemi?

No. Certo che no, era la gente il problema.

Quando ebbero finito Louis e Harry annunciarono che loro sarebbero andati a prendere delle cose per la sera.

Niall rispose che lui sarebbe andato a casa e li avrebbe aspettati li con Paul, e che avrebbe aspettato gli ospiti, che erano Perrie e Danielle, anche loro distrutte dalla morte dei fidanzati.

I due ragazzi si diressero verso la macchina e Niall si fermò a guardarli partire salutandoli con la mano, e loro ricambiarono.

Quando Louis mise in moto la macchina questa saltò in aria sotto agli occhi del biondo e della guardia del corpo che tanto li aveva amati e protetti.

I due rimasero attoniti nel marciapiede, a fissare il punto in cui ora c'era solo polvere, fuoco e nubi di fumo.

Erano stati assassinati.

Loro non avevano deciso di morire, non lo avrebbero nemmeno più voluto.

Qualcuno finalmente ci era riuscito.

Come poteva un uomo essere così crudele?

Nell'aria ancora si respirava l'odore emanato dall'esplosione.

Niall caddè sulle sue gambe e si accasciò a terra, piangendo con tutta la sua anima e con ogni singolo pezzo del suo corpo.



Passò del tempo, Niall si ammalò dopo che anche i funerali di Louis e Harry furono celebrati.

Restò in clinica per qualche settimana ma poi venne dimesso e gli fu detto di rimanere a casa controllato e a riposo.

Ora si che i One Direction si erano divisi, ma il biondo in cuor suo sperava che presto si potessero riunire.

Voleva morire.

Aveva una voglia matta di morire per ritrovare i suoi amici, per rivedere i loro occhi e i loro sorrisi.


Una mattina Niall si alzò dal letto, non seppe nemmeno lui con quale forza ci riuscì.

Si alzò che stava meglio degli altri giorni, e un senso di leggerezza percorreva il suo corpo.

Sorrise per la prima volta da tre mesi, mentre si asciugava la faccia ancora umida dopo la notte passata.

Andò verso la finestra e ci guardò fuori, respirando a pieni polmoni l'aria di primavera.

Erano passati due anni da quando Liam era morto, e tutto era cominciato.

Si diresse verso il bagno e con un sorriso straordinario prese la boccietta di pillole e se ne versò una sulla mano; la scrutò attentamente e dopo ne versò altre quattro, le ultime rimaste.

Le degluttì e si fisso allo specchio, non era più niente di straordinario, non era più quel ragazzo che tutte amavano, non era più bello, non era più perfetto.

Era distrutto.

Aprì l'anta davanti ai suoi occhi e prese le forbicine che vi si trovavano dentro.

Si guardò per un'ultima volta allo specchio, si sedette sul coperchio del water e fece scivolare velocemente la lama sul polso.

Rimase li seduto a fissare il proprio sangue che cadeva e macchiava il pavimento.

Si incise sul braccio la scritta "I'm coming", e si distese per terra, una mano sul cuore e l'altra lungo il fianco, ad aspettare che la morte venisse a prenderlo e lo avvolgesse nel suo freddo mantello.



Quando riaprì gli occhi Horan si trovò immerso nel bianco, poi piano piano i colori tornarono ai suoi occhi.

Finalmente potè vedere dove si trovava, solo che non riconosceva quel posto.

Si guardò il braccio ed era perfetto, nessun taglio, nessuna scritta, niente.

Allora capì.

Capì che finalmente ci era riuscito, che era arrivato dai suoi amici, e che presto i One Direction sarebbero tornati assieme per cantare di nuovo.

Ora bastava trovarli.

Si guardò attorno più attentamente e notò una piccola quercia dove sotte vi erano seduti quattro ragazzi.

Il suo sguardo si illuminò e sentì gli occhi diventare lucidi.

Finalmente!

Finalmente dopo due anni erano di nuovo li, assieme.

Corse a perdifiato finchè non arrivò nelle vicinanze dell'albero e si fermò per far entrare l'ossigeno nei suoi polmoni.

Liam lo vide e si alzò di scatto, andandogli incontro e stringendolo fra le sue braccia.

"Ho visto tanti occhi qui su Niall, ma nessun paio può essere paragonato ai tuoi" disse guardandolo dritto nelle iridi color del mare.

Anche gli altri tre li raggiunsero, e dopo la tanto lunga attesa, poterono finalmente riabbracciarsi, felici, di nuovo.

Assieme.

Loro cinque.

Loro che non si erano mai abbandonati veramente.

Si erano aspettati.

Ora quell'attesa era finita però, erano di nuovo li, per cantare.

Erano li per essere quelli di prima, di tanto tempo fa.

Per essere loro stessi.

Avevano pagato caro la felicità, con la vita.

Ma ora erano cinque migliori amici, ed erano li, dove nessuno poteva disturbarli.

E allora presero una chitarra e incominciarono a intonare una canzone che fa



"Let's dance in style, let's dance for a while
Heaven can wait we're only watching the skies
Hoping for the best but expecting the worst
Are you gonna drop the bomb or not?

Let us die young or let us live forever
We don't have the power but we never say never
Sitting in a sandpit, life is a short trip
Music's for the sad men

Can you imagine when this race is won
Turn our golden faces into the sun
Praising our leaders we're getting in tune
Music's played by the mad men

Forever young, I want to be forever young
Do you really wanna live forever, forever, forever?
Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever, forever, forever?

Some are like water, some are like the heat
Some are a melody, some are the beat
Sooner or later they all will be gone
Why don't they stay young

It's hard to get old without a cause
I don't want to perish like a fleeing horse
Youth's like diamonds in the sun
And diamonds are forever

So many adventures couldn't happen today
So many songs we forgot to play
So many dreams swinging out of the blue
We let them come true

Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever, forever, forever?
Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever, forever, forever?

Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever, forever, forever?
Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever, forever?"





  
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