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Autore: Pontomedusa    06/02/2013    2 recensioni
Quando la costruzione della piramide è solo agli inizi, qualcuno attira l'attenzione del Sacro Imperatore Souther. E' coraggioso, sadico e con un certo talento per l'omicidio...ed è una giovane donna.
Forse Souther ha trovato chi potrebbe fargli battere il cuore?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Raul, Souther
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Birds of a feather'
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Le prime linee della fanteria sembrano cavarsela discretamente; forse i miei uomini sono in meno, ma le loro mosse disordinate e imprevedibili stanno mietendo parecchie vittime tra le fila nemiche.

Noi siamo nelle retrovie, a cavallo, e abbattiamo i nemici a colpi di balestra. Non che sia un pic-nic; arrivano frecce e lance, è difficile tenere tranquilli i cavalli. Ma io e Elliott, in fondo, ci stiamo divertendo.

Finché una lancia non colpisce il baio di Elliott, che crolla a terra. È un attimo. Elliott non ha il tempo di capire cosa sta succedendo, cade lateralmente con il cavallo, un braccio incastrato nelle redini.

Elliott!”

Non mi risponde. Sembra privo di conoscenza, deve avere battuto la testa.

Come un vento, salto giù da Syrio e corro da lui. Per fortuna il cavallo non lo ha schiacciato, ma è davvero svenuto.

Elliott!”

Lo sollevo come posso e lo trascino fino a Syrio, ma non so proprio come fare a caricarlo sul cavallo. Gli altri ufficiali intorno a noi sono impegnati a mirare ai nemici ed evitare di essere uccisi, nessuno di loro mi può aiutare.

E incredibilmente, Syrio piega gli anteriori, quel tanto che mi permette di sistemare il corpo esanime di Elliott di traverso sull'arcione. Oh Syrio, l'ho sempre detto che sei più intelligente di tanti umani!

Monto in sella e prendo le redini con una mano, sostenendo Elliott con l'altra. Non che gli faccia bene essere sballottato in queste condizioni, ma devo portarlo in un luogo sicuro e non so come altro fare.

Le frecce volano ovunque. Una sibila vicinissima alla mia gamba, ma non sento dolore. Fortunatamente, mi ha mancata.

È quasi fatta!” grido all'ufficiale più vicino. “Stanno arretrando. Quando saranno intrappolati dietro la collina, attaccateli dall'alto con le armi da lancio! Io torno all'accampamento!”

E lancio Syrio al galoppo.

 

 

Quando arrivo all'accampamento, trovo tutti i miei ufficiali schierati ad accogliermi. Tutti, tranne uno.

Sono stato avvisato che la battaglia è stata vinta; sospinto in fondo a una collina, l'esercito di Raoh è stato massacrato con facilità dall'alto; i pochi superstiti si sono dati alla fuga. Non ho intenzione di ritirare le truppe, non ancora; dovesse esserci ancora qualche scaramuccia, non devono coglierci impreparati.

Ad ogni modo, l'atmosfera al campo è tranquilla, i feriti vengono medicati, i soldati mangiano e bevono, felici di avere vinto, di essere scampati alla morte.

Sì, il mio esercito non può che vincere.

Ma dove diavolo è Azusa? Non si sarà mica fatta ammazzare?

Cerco con gli occhi fra le tende, e ne scorgo una al centro, di una stoffa più fine, di un colore più brillante, decorata con gusto capriccioso. Fra tutti i miei luogotenenti, solo uno potrebbe volere una tenda così.

Uno degli ufficiali segue il mio sguardo.

Sì, lady Azusa è ancora lì dentro, mio Imperatore.”

Dunque non è morta. Peccato per lei, perché sarebbe stata l'unica scusa valida per non correre ad accogliere il suo Seitei.

Mi dirigo verso la tenda, che spicca come una caramella in mezzo a una manciata di sassi, quando sento delle urla provenire dall'interno.

Inarco un sopracciglio. Sono urla di un uomo. Forse ha deciso di dedicarsi al suo passatempo preferito senza invitare il suo Imperatore?

Per gli dei, ti prego, no!”

Ma piantala, non ti ho ancora toccato,” dice la voce della bambolina del male.

Mi avvicino alla tenda.

Te l'ho visto fare altre volte, per ridurre le lussazioni non hai talento!”

Tante volte, la paura del dolore è peggiore del dolore stesso,” sentenzia lei.

E su queste parole, entro. Azusa è in piedi, apparentemente sana come un pesce, anche se scompigliata, in disordine, sporca di sangue e terra. Sul tavolo davanti a lei, è sdraiato un uomo, a torso nudo. Dalla piega innaturale del braccio, decisamente ha bisogno che qualcuno gli metta a posto la spalla. Oppure, visto che sta mezzo nudo nella tenda del mio confettino, gli si potrebbe staccare il braccio del tutto.

Entrambi alzano lo sguardo, con un'espressione stupita. Il tizio continua a fissarmi con sguardo bovino; Azusa invece mi sorride (un sorriso che pare sincero, una volta tanto) e poi approfitta della momentanea distrazione dell'uomo per tirargli il braccio verso di sé, provocando un urlo bestiale da parte della sua vittima, e portarglielo poi sopra la testa. Si sente un piccolo scatto.

Tante qualità nascoste, davvero.

Ecco fatto, come nuovo,” dice soddisfatta, e procede a bloccargli la spalla con un bendaggio.

Azusa, ma tu sei ferita!” dice l'acuto bovino, appena si rimette in piedi.

Dannazione, è vero. Avevo notato la macchia di sangue sui suoi calzoni, ma avevo pensato che fosse di qualcun altro. Invece, sta spillando fresco da una ferita alla coscia sinistra.

Acc...è vero. Ero convinta che quella freccia non mi avesse colpita. Adesso comincia a farmi un po' male, effettivamente.”

Fammi dare un'occhiata,” dice l'uomo. La scena scatena in me il desiderio di strappare le budella al manzetto e poi mangiarmele: la solleva come una piuma e la depone sul tavolo, poi con un coltello taglia parte dei pantaloni per esaminare la ferita.

Mi avvicino anch'io, di qualche passo. Il bulletto mi lancia un'occhiata in tralice.

Sacro Imperatore, mio signore,” dice Azusa, degnandomi finalmente della sua attenzione, “come vedete, non sono in condizioni di fare rapporto al momento. Inoltre, queste scene non sono adatte ai preziosi occhi del Seitei.” E mi fissa con aria canzonatoria.

Ritengo invece che la presenza del Seitei sia decisamente appropriata.”

Giusto per essere sicuro che il suo amichetto non decida di esaminarle tutto il corpo alla ricerca di ferite occulte.

Qui ci vogliono dei punti,” sentenzia il bovino, e di nuovo mi lancia un'occhiataccia. Se gli facessi cavare gli occhi, Azusa se ne avrebbe tanto a male? Potrei regalarle un pony, in cambio.

Bravo, e chi me li dà? Non mi farei toccare da nessuno dei macellai che ci sono qui. Avere spiccate capacità di rigenerazione spontanea porta il nostro amato Imperatore a risparmiare parecchio sul personale medico.” E mi scocca un'occhiata, a cui rispondo alzando un sopracciglio.

Te li do io, no?”

Bravo, con un braccio solo e i postumi di una botta in testa.”

Si dice commozione cerebrale. Vedi che me ne intendo anch'io? Tu tieni vicini i lembi della ferita e io cucio. Poche storie, facciamo in un attimo.”

Azusa sbuffa, ma si arrende. Il bulletto lava la ferita con un liquido disinfettante, poi comincia a cucire. Lei lo aiuta, ma si morde le labbra quasi a sangue. Sicuramente, deve fare male.

Ecco fatto, come nuova. Adesso ti bendo.”

Ma hai fatto dei punti larghissimi!”

Be', che pretendi, in queste condizioni?”

Mi rimarrà una cicatrice orrenda!”

Sai come diceva il capitano del mio plotone, tanti anni fa? 'Le cicatrici piacciono alle donne'.”

Questo ha senso dirlo a dei soldati uomini,” sbuffa, e mette il broncio come una bambina.

Oh, sarai bellissima lo stesso. Vado a cercare queste bende.”

È ufficiale: quest'uomo deve morire entro stasera. Dopo lunghe torture.

Azusa sembra finalmente tradire la debolezza dovuta alla perdita di sangue, e si sdraia del tutto sul tavolaccio, con un sospiro.

Mi avvicino a lei. Ora siamo a pochi centimetri di distanza.

Lei rotola sul fianco destro, e mi guarda. Sdraiata mollemente, i capelli scompigliati, i vestiti strappati in più punti. E sotto l'odore della battaglia, di sangue, sudore e polvere, un profumo. Di miele. Miele e cannella.

Seitei...” dice dolcemente. E non riesco a scacciare l'idea di lei messa nello stesso modo, che dice la stessa parola, ma sdraiata nel mio letto, dopo...

Sono stata brava, Seitei?”

Per fortuna, la sua voce interrompe le mie fantasie, tuttavia per un momento non capisco.

Brava...?”

Abbiamo vinto, Seitei.” La sua voce è rilassata, quasi pigra. Non le ho mai sentito usare questo tono con me. A dire il vero, non gliel'ho mai sentito usare con nessuno. E ci mancherebbe altro!

L'esercito del Sacro Imperatore vince sempre.”

Perché lo comando io.” E ride, una risata bassa, come il gorgoglio di una cascatella.

È solo il tuo dovere rendere felice il tuo Imperatore.”

Oh...” E mi fissa negli occhi con uno sguardo di fuoco liquido, come se volesse rendermi felice in molti altri modi.

Vorresti...?

Potresti...?

Il tempismo del bovino è eccezionale. Compare e mi lancia un'altra occhiata irrispettosa, prima di procedere a fasciare la gamba di Azusa.

Guardami un'altra volta così, ragazzo, e ti faccio cavare gli occhi.” E se non smetti di sfiorarle la coscia con la scusa del bendaggio, ti faccio tagliare le mani.

Azusa si agita debolmente.

Non scherza, Elliott. Fammi la cortesia di comportarti bene, almeno adesso che sono malata.”

E mi lancia un'occhiata di profondo languore, prima di regalarmi uno dei suoi sorrisi maliziosi.

Insomma, hai finito lì sotto?”

Almeno, ci ha pensato lei a richiamarlo all'ordine.

Ho finito, ho finito.”

Allontana, finalmente, le sue manacce da lei.

Visto che sei tanto malata, confettino, torni a palazzo con me.”

Riesci a camminare, Azusa?”

Lei scende dal tavolo sorreggendosi al bulletto (deve morire, decisamente deve morire), e poggia i piedi a terra, con cautela.

...direi di sì.”

Zoppica un po', ma riesce a camminare senza bisogno di appoggiarsi al bisteccone, grazie agli dei.

Andiamo,” ordino. “Rientrerai con una macchina del mio seguito.”

Riporti tu indietro Syrio, Elliott?” chiede lei.

Neanche per sogno,” intervengo. Non esiste che questo tizio dorma a palazzo, stanotte, sotto lo stesso tetto di Azusa. “Visto che secondo Azusa sei tanto bravo nell'arte militare, ti lascio qui a fare le veci del mio comandante.”

Ma mio signore, con una spalla fuori uso!” Piccolo confettino, l'unica che osa discutere i miei ordini...

E cosa sarà mai? Non ho detto che deve combattere, si tratta solo di presidiare il territorio. Al massimo ci sarà qualche scaramuccia con gli ultimi sbandati dell'esercito di Raoh. Basta così.”

Azusa fa un gesto di rassegnata impotenza al manzo, che la prende con filosofia.

Sì, non c'è problema, resto qui. Agli ordini.”

Ma lo dice guardando Azusa, non me. Decido di soprassedere.

Il tuo cavallo lo riporterà uno dei miei uomini. Andiamo.”

E lasciamo la tenda. Il passo di Azusa è incerto e, quando siamo quasi arrivati alla macchina, incespica. Non ho il tempo di pensare; allungo un braccio e la sostengo per la vita.

Lei mi lancia uno sguardo di incredulità e...gioia? Le facce dei miei uomini, intorno, sono una maschera di stupore.

La lascio subito.

Attenta a dove metti i piedi, signorina.”

Lei mi guarda ancora una volta, poi a piccoli passi raggiunge la macchina.

Per me, è come se dal braccio che l'ha toccata partisse un fiume di fuoco che invade tutto il mio corpo.

 

Il pensiero di quello che è successo all'accampamento mi tormenta durante tutto il viaggio di ritorno, e anche a palazzo. Una sera, non riesco più a resistere e la faccio chiamare.

Arriva, col suo passo sinuoso ed elastico, e un sorriso malizioso sulle labbra, lavata, pulita, profumata. Evidentemente, la ferita alla coscia sta guarendo. Le faccio cenno di sedersi, e lei esegue.

Hai voglia di giocare, confettino? Giochiamo.

Ci vai a letto?”

Mi lancia un'occhiata tra l'incredulo e il divertito.

Prego?”

Con quel manzetto che ti sei portata dietro ai confini settentrionali.”

Oh...” Sorride. “Queste sono le domande standard che fate a tutti i vostri soldati?”

No. E adesso rispondi.”

Ora l'occhiata è sorpresa ma anche...lusingata?

No, non ci vado più a letto.”

Non ci vai più...quindi significa che ci sei stata?”

Socchiude gli occhi.

Più e più volte. Pensavo sapeste che non sono nata ieri, Seitei.”

Certo, lo avevo immaginato, ma pensarla con quello mi stimola pensieri omicidi. Più del solito, per lo meno.

C'è solo una cosa da fare per cancellarmi dalla mente la dannata immagine di lei insieme a quell'idiota.

Spogliati.”

Cosa?!”

Una volta tanto, sono io che l'ho colta di sorpresa.

Hai capito benissimo. Spogliati.”

Mi lancia uno sguardo indecifrabile, poi si alza. Scioglie i lacci della blusa, la apre completamente e la lascia scivolare a terra. Scopro che la biancheria effettivamente la porta, una canotta di seta nera che le accarezza le curve senza aderire. Sfila gli stivali e i calzoni, mostrandomi che le mutandine sono dello stesso tessuto della canotta. Il taglio sulla coscia sinistra spicca, arrossato e in rilievo, attraversato dal nero dei punti, sulla pelle bianca e liscia.

Poi, si ferma e mi guarda.

Togliti tutto.”

Mi lancia un altro sguardo, poi incrocia le braccia sul petto.

No.”

No?!

 

 

No. Non esiste che io me ne stia qui davanti a voi tutta nuda, mentre voi avete ancora tutti i vestiti addosso.”

Infatti, adesso come adesso, non so se è più probabile che muoia dall'eccitazione o dalla vergogna.

Lui scoppia a ridere.

È giusto, confettino.”

Si alza, sfila il mantello, poi comincia a spogliarsi. In pochi istanti, è completamente nudo.

Completamente nudo.

Il sangue abbandona completamente la mia testa, per andare verso una certa altra parte del corpo, e io mi sento mancare. Mi appoggio alla sedia per non cadere. E in un attimo, lui è accanto a me, e mi sorregge contro il suo corpo.

Sulla faccia, ha quel sorriso crudele che mi fa impazzire. Mi sospinge di fronte allo specchio, e passa le mani sulla mia biancheria, che cade a terra, tagliata di netto in tante strisce. Un vantaggio della scuola di Nanto a cui non avevo mai pensato.

Mi vedo allo specchio, completamente nuda, e lui dietro di me, sempre con quel sorriso assassino sulle labbra. Sto in piedi solo perché lui continua a sostenermi. E come se mi avesse letto nella mente, lentamente, mi lascia andare, finché non finisco in ginocchio.

Si inginocchia dietro di me, e comincia a sfiorarmi. Inarcando la schiena, cerco di toccarlo anch'io, ma mi ferma.

Non toccarmi”, alita nel mio orecchio.

Rinuncio, e lui ricomincia a accarezzarmi, il seno, il ventre, . Il suo sorriso diventa ancora più crudele quando sente che sono già pronta per lui. Oh, Seitei, sono pronta per te dal primo giorno in cui ti ho visto.

Mi preme una mano sulla schiena, obbligandomi a mettermi a quattro zampe.

Dillo,” sussurra. “Di' che mi vuoi.”

Ti voglio, Souther.” Oh sì, ti prego. Se aspetti ancora un minuto, finirò per prendere fuoco.

Non hai il permesso di chiamarmi per nome.”

Gli piace il gioco di ruolo, o sta dicendo sul serio? Non mi interessa.

Vi voglio, mio Imperatore.”

E finalmente, entra dentro di me.

Comincia a muoversi con forza, e io non so più dove sono. Solo con chi.

Senza smettere di spingere dentro di me, mi fa sollevare il busto, la mia schiena contro il suo petto. Ricomincia a toccarmi, e quando arriva , ho il mio primo orgasmo.

Ma lui non ha ancora finito. Continua a spingere con vigore, la bocca sul mio collo, le braccia intorno al mio corpo, e quando finalmente viene (regalandomi il mio secondo orgasmo), mi stringe a sé con forza, quasi impedendomi di respirare. Ma non mi dispiace. Vorrei che mi stringesse più forte che mai, fino a fonderci in una cosa sola, per sempre.

Il suo respiro si fa più regolare, la stretta si allenta. Scivola fuori da me.

Sento il suo seme che comincia a scendermi lungo le cosce e, senza tante cerimonie, corro in bagno a lavarmi.

Quando rientro, si è già rimesso i pantaloni, e sta seduto guardando fuori della finestra. Nemmeno si gira verso di me.

Mi rivesto in fretta, rinunciando alla biancheria a brandelli, e scappo fuori.

E mentre percorro il corridoio verso la mia camera, mi rendo conto che non mi ha ancora mai baciata.

   
 
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