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Autore: Ordinaryswan    06/02/2013    4 recensioni
Serena, non è la solita ragazza sfigata, è bella con un autostima sotto le scarpe. Passa i giorni a studiare per non deludere i propri genitori. Non si lascia andare mai. E' all'ultimo anno di liceo, tormentata per non aver mai avuto esperienze con un ragazzo. Beh, prima che non le si presenti alla porta di casa un odioso fratellastro.
-“A casa mia, tranquilla non c'è nessuno” Se ne uscì con il suo sorriso malizioso che mi fece perdere un battito. Non doveva avere quell'effetto su di me. Non poteva. Lui era solo uno stronzo, bello e stronzo come tutti, come tutti quelli, no come tutto il genere maschile. -
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Questo extra si colloca poco prima dell'epilogo. L'ho scritto di getto oggi e voglio condividerlo con voi :)
Mi mancavano tanto questi due e so che il capitolo non è niente di che ma già che l'ho scritto perchè non pubblicarlo? ...
Fatemi sapere se vi piace o meno, o se è proprio da cestinare. Grazie mille, Cri.


Extra

(giorno dell'esame)

 

Stavo per andare a sbattere contro un palo della luce, il secondo di oggi.

Camminavo ripassando ogni singola cosa fatta negli ultimi tre anni di liceo.

Perché mi ero svegliata quella mattina?

Perché non c'era Mattia al risveglio?... A questo avevo risposta, mia mamma mi aveva messa a letto alle nove con tanto di valeriana in corpo e nonostante tutto alle cinque mi ero svegliata per ripassare.

Stavo facendo gli ultimi passi verso la scuola, ripassando.

Tutte le mie azione avevano la funzione di ripassare.

Avevo l'orale e poi, poi era tutto finito.

 

Entrai a scuola e trovai già qualche compagno messo nella mia stessa situazione di panico.

Presi un respiro.

Mi trovai un angolino isolato e mi misi lì.

Un po' di musica ad accompagnarmi nell'attesa e chiusi gli occhi.

Sentii una mano sfiorarmi il collo e preferii non aprire gli occhi per non rendermi conto di essere a scuola nel giorno dell'esame.

Era Mattia. Riconoscevo benissimo il suo profumo. Lui aveva già fatto l'orale il giorno precedente. Era stato bravo ed io ero forte, con lui, nel sostenerlo. Quel giorno invece, non avevo la forza nemmeno di mettere un piede dopo l'altro.

C'è Francesca e poi tocca a te” mi disse calmo, lasciandomi un bacio sulla fronte.

Potresti non far entrare nessuno?”

Certo” mi rispose facendomi aprire gli occhi. Mi dovevo alzare e concentrare. “Io posso entrare?” mi chiese. Scossi la testa.

Lo sapeva che non volevo nessuno, infatti non si offese ma sorrise in una maniera maliziosa che non mi piacque affatto.

 

Mi chiamarono.

Presi le mie cose. Il violino. La tesina sulla musica.

 

Pov Mattia

 

Ridevo. Ridevo perché era così in ansia che non potevo far altro che ridere.

Prima di entrare sbatté la gamba contro un banco e fece cadere un paio di giubbotti.

Entrai poco dopo di lei.

Non me la volevo perdere.

Non volevo perdere la sua serietà, la sua voce sicura perché lei poi si dimostrava così davanti alla commissione, non volevo perdere i suoi discorsi contortamente filosofici.

Andò benissimo. Andò meglio di me.

La commissione le sorrideva come se fosse stata la più brava della giornata.

Le sorrideva perché quel giorno era davvero bella, si era messa una camicetta così stretta che anche in quel momento, di serietà, avevo voglia di prenderla su un banco.

Mi passai un braccio sulla fronte. Non dovevo nemmeno pensarci a quelle cose con 35° all'ombra.

Quando finì si girò per uscire dalla classe e mi vide.

Nel suo sguardo c'era sorpresa, soddisfazione, poi rabbia ed istinto omicida.

Appena fuori la presi in collo.

Brutta merda schifosa, dovevi stare fuori!” mi disse tirandomi leggermente i capelli. “Chi ti ha detto di entrare? Io? No di certo! Stronzo!” continuò con gli insulti.

Vuoi..” provai a parlare ma mi interruppe con un'altra serie di insulti.

Per fortuna a poche persone importava ciò che stessimo facendo.

Mi fai..” continuava ancora così fui costretto a tapparle la bocca, baciandola con irruenza e forza, la baciai fino a farle mancare le forze. La sentii pian piano scivolare dalla mia stretta e poggiare i piedi per terra.

Sei stata bravissima!” dissi appena la vidi senza forze per riprendere i suoi insulti.

Dici?”

Si, assolutamente e adesso andiamo a sballarci un po'” mi guardò malissimo finché non mi misi a ridere. Prenderla in giro era diventato un hobby, ma di quelli di cui non ci si stanca mai.

Scherzi a parte, ho prenotato” dissi.

Non collego, scusami” rispose. Lo studio le aveva danneggiato i pochi neuroni rimasti.
“So che eravamo abbastanza su di giri quando l'abbiamo detto, ma avevamo deciso di prenotare una piscina per una giornata e divertirci”

Pensavo che te ne fossi dimenticato” disse tornando a baciarmi.

 

Raggiungemmo la piscina privata che avevo prenotato grazie a vecchie conoscenze ero riuscito a non pagare quasi niente.

Ci buttammo in acqua.

Guarda che ancora non ti ho perdonato il fatto che tu sia entrato” ridacchiai.

Mmh, vediamo se ti propongo una notte con me ed il mio amico”

Non si risolve tutto con quello” mi disse con una linguaccia.

Tante rose rosse?”

Le odio”

Tanti baci?” provai ancora.

Mmh forse”

Baci e sesso a vita” provò ad aprir bocca ma la precedetti “non provare a ribattere, non c'è un'offerta migliore di questa tesoro e so che tu non vedi l'ora”

Stronzo” mi disse spingendomi sul petto, più lontano possibile.

Il senso dell'umorismo l'hai lasciato a casa?” annuì con una nota canzonatoria e infine rise.

Ma non ci dovevamo divertire?” domandò dopo qualche minuto.

Le feci allacciare le gambe alla mia vita e inizia ad baciarla con possessività.

Mi appoggiai al bordo della piscina per sostenermi meglio.

Si” soffiai roco sulle sue labbra. “Sei mia tesoro” e poi ci immergemmo in un bagno di sesso, amore e sospiri.

  
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