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Autore: Aquarius no Lilith    06/02/2013    3 recensioni
Questa storia è frutto di un sogno che ho fatto circa un anno fa e che ho voluto sviluppare.
La storia è ambientata in un ipotetico post Hades e vede tutti i gold saint tornati in vita, grazie alla dea Atena. La protagonista è Yume, cavaliere d'argento di Cassandra ed ex allieva di Saga dei Gemelli. Ella fa ritorno al Santuario dopo due anni passati a Delfi ad allenarsi alla fine dell'ultima guerra sacra. Si troverà così a dover affrontare la nuova guerra sacra contro la dea Artemide, che metterà a dura prova la sua fedeltà alla dea Atena e il suo amore per Milo dello Scorpione, minacciato da un lontano passato di cui lei non ha colpa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La maledizione dell' amore eterno'
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Ebbi l’occasione di potermi muovere liberamente e da sola per il Santuario, quando fu convocato dalla dea Atena un Chrysos Synagein, cioè una riunione straordinaria di tutti i cavalieri d’oro.
Come fui certa, infatti, che tutti i cavalieri d’oro fossero presenti nella tredicesima casa, mi avviai molto lentamente al luogo delle mie visioni.
D’altronde, nonostante ormai le ferite dello scontro contro Danae si stessero rimarginando, uno sforzo eccessivo o un movimento troppo brusco, avrebbero potuto farle riaprire.
Quando arrivai alla quinta casa, cioè quella del Leone, mi dovetti fermare un attimo, poiché ero molto stanca.
Mi sedetti così sulle scale che portavano alla quarta casa, cioè quella del Cancro e ammirai il panorama stupendo che si poteva osservare da lassù.
Infatti, come dalle altre case, si poteva vedere tutto il Santuario e il paesaggio circostante, oltre alla torre dell’orologio.
Oltrepassate le ultime quattro case rimanenti, mi avviai verso il bosco che circondava il Santuario e che era il luogo mostrato nei miei sogni.
Come vi arrivai, cominciai a guardarmi intorno alla ricerca  di quella figura incappucciata, già intravista nelle mie visioni degli ultimi giorni.
Dopo pochi minuti, che però mi erano sembrati un tempo molto più lungo, comparve finalmente la figura incappucciata.
Non ebbi tempo di proferire parola, che la persona appena comparsa tirò giù il cappuccio del mantello che la copriva del tutto, mostrandomi così il suo volto.
Era una donna che doveva avere quasi quarant’anni: i suoi capelli erano di colore marrone chiaro e aveva gli occhi della stessa tonalità di viola, dei miei.
<< Chi siete voi? >>, domandai io, cercando di rompere il silenzio che si era venuto a creare.
<< Possibile Yume, che tu non mi riconosca?
Sono tua madre Clelia >>, mi rispose con tono neutro.
Rimasi non poco stupita a quella risposta, ma cercando di non mostrarlo, le risposi: << Come potrei riconoscervi, se foste veramente mia madre?
Di lei non ricordo neppure il volto, poiché mi lasciò piccolissima in un orfanotrofio >>.
<< Dimmi allora, come posso convincerti che sono tua madre, Yume? >>.
Prima di risponderle pensai un attimo e mi venne subito in mente un’idea.
<< Un modo ci sarebbe.
Tempo fa ricevetti una lettera da mia madre e per questo voglio sapere da lei il luogo, dove la lasciò, a chi e il contenuto della lettera.
Se lei è veramente mia madre, saprà rispondere senza problemi >>.
Ella mi rispose subito: << Lasciai la lettera alla direttrice Clara dell’orfanotrofio della zona Mirafiori di Torino.
Nella lettera scrissi che quando avresti letto quella lettera avresti avuto quattordici anni e che saresti stata già investita con il titolo di silver saint e con l’armatura di Cassandra. Spiegavo poi che a causa del ruolo che ricopro, non ti ho potuta vedere crescere e neppure starti accanto.
Infine dicevo che un giorno, quando ci saremmo riviste, le circostanze non sarebbero state felici, poiché ti avrei raccontato qualcosa che riguardava te e la persona che ami di più al mondo.
E questa cosa avrebbe sconvolto la tua vita e la sua ... >>.
Non riuscivo a crederci...
Avevo finalmente davanti a me mia madre, dopo tutto quel tempo...
Poiché eravamo sole in mezzo al bosco, portai le mani al viso e mi tolsi la maschera.
<< Avete descritto perfettamente ciò che era stato scritto nella lettera, quindi mi avete dimostrato di essere veramente mia madre >>, le dissi, guardandola negli occhi.
Allora lei mi si avvicinò e mi strinse a sé ed io feci lo stesso.
Ero così felice, perché quello era un sogno che dopo anni finalmente si realizzava.
Mi venne da piangere come una bambina e stemmo in quella posizione per un po’, godendoci entrambe lo stupendo momento.
Dopo alcuni minuti ci separammo e ci andammo a sedere su un tronco caduto lì vicino, che era usato da tutti, per sedersi.
Io avevo mille cose da chiederle, ma non sapevo veramente da dove iniziare.
<< Yume so già che quello che sto per raccontarti su di me, non ti piacerà per nulla >>, esordì mia madre.
<< Che cosa intendi dire, mamma? >>.
<< Forse è meglio che inizi dal principio.
Io sono nata più di trent’anni fa a Torino in Italia.
Poco tempo dopo però mi trasferii in Giappone con i miei genitori e lì crebbi come una bambina normale fino al giorno del mio settimo compleanno, infatti, quello stesso giorno si mostrò per la prima volta la mia capacità di vedere il futuro.
Non passarono nemmeno tre giorni che arrivarono a casa mia delle donne vestite da guerriere, che dopo aver parlato con i miei genitori, mi portarono via con loro.
Non riuscirò mai a dimenticare i visi distrutti dal dolore dei miei genitori…
Allora non capii, perché quelle donne mi stavano portando via da casa mia e lo capii solo dopo, quando arrivammo alla nostra destinazione finale, cioè il Santuario della dea Artemide a Delo.
Lì incontrai la dea Artemide in persona e fui addestrata, per diventare una sua sacerdotessa.
Grazie alle mie innate capacità divinatorie, diventai all’età di soli sedici anni la prima sacerdotessa della dea.
Fu allora che conobbi tuo padre Massimo…
Lui era uno dei pochissimi guerrieri uomini della dea e il nostro fu un colpo di fulmine immediato.
Il nostro amore però teoricamente non era permesso, poiché io come sacerdotessa, avrei dovuto finire la mia vita immacolata.
Lottai con tutte le mie forze contro i sentimenti che provavo per tuo padre, ma alla fine vinsero loro.
Siamo stati insieme per due anni circa, anche se il nostro rapporto purtroppo non si poteva vivere alla luce del sole e siamo stati felici…
Un giorno però, poco dopo aver compiuto i miei diciotto anni, scoprii di essere incinta e, quando cercai tuo padre per avvertirlo, mi fu detto che era partito per una missione in Turchia e che non sarebbe tornato almeno per due mesi.
Io così rimasi a Delo per due mesi, per aspettarlo e parlargli, ma il giorno prima del suo ritorno programmato, giunse la notizia che era morto, ammazzato da un cavaliere sconosciuto.
In quel momento rischiai veramente di morire interiormente, per il dolore che mi aveva straziato il cuore.
Quando il suo corpo fu riportato a Delo, per essere seppellito, non potei neppure dare sfogo al mio dolore, piangendo sulla tomba, poiché avrei rischiato molto.
Chiesto il permesso alla dea Artemide di potermi assentare dal Santuario per un po’, previa imposizione che se ci fosse stato bisogno di me sarei dovuta subito tornare, partii per il Giappone, sperando di riuscire a ritrovare i miei genitori.
La nostra casa però era deserta e, quando chiesi che fine avessero fatto i vecchi proprietari, mi fu detto che erano tornati a Torino, in Italia.
Giunta lì cominciai a cercarli, ma non li trovai, però riuscii a mettermi in contatto con una mia cugina da parte di madre e che aveva due anni più di me.
Ella mi disse che i miei genitori, dopo la mia partenza, erano caduti in un profondo stato depressivo e che per questo si erano completamente isolati dal resto della famiglia e di loro non si era più saputo nulla.
Mia cugina mi ospitò presso di sé e sei mesi dopo, ti diedi alla luce, in un freddo giorno di dicembre.
Potrei giurare di aver visto lo spirito di tuo padre che ti accarezzava, quando ti presi in braccio la prima volta.
Passai con te ancora un po’ di tempo e poi dovetti tornare a Delo.
Poiché a mia cugina non era possibile tenerti con lei, ti portai in un orfanotrofio, gestito da una persona che, secondo mia cugina, era affidabile e, infatti, non si sbagliava >>.
Le parole di mia madre furono come una pugnalata al cuore…
Lei era la prima sacerdotessa di Artemide e quindi una mia nemica…
Come potevo fare?
E poi lei riprese, dicendo: << So che quello che ti ho appena raccontato ti ha sconvolta, però era giusto che tu sapessi finalmente la verità su di me e tuo padre.
Questa purtroppo non è l’unica verità di cui ti devo informare, infatti, ne esiste un’altra ancora più terribile … >>
A quelle sue parole rimasi ancora senza parole…
Cosa mai poteva esserci di peggio dello scoprire che la propria madre fosse dello schieramento opposto a quello di cui fai parte?  
<< Non so veramente da dove cominciare, Yume… >>
<< Inizia dal principio, mamma >>, le risposi con tono deciso.
E lei, dopo aver fatto un lungo respiro, disse: << Cominciò tutto da colei, che era la capostipite della famiglia di mia madre…
Ella visse ai tempi del mito e fu una combattente fortissima, tanto che fu la prima guerriera della dea Artemide.
Il suo nome era Cassandra e l’armatura che tu ora indossi, era la sua… >>
<< Lo sospettavo da diverso tempo ormai, ma speravo di essermi sbagliata … >>
<< Come facevi già a sospettarlo?
Non dirmi che forse ti si sono risvegliati dei ricordi di alcune tue vite passate … >>
<< Sì, è accaduto questo, mamma.
Solo che sono stata costretta a bloccare il fluire dei miei ricordi per non rischiare di impazzire…>>
<< Capisco, Yume.
Non mi stupirei per niente se questo fosse accaduto durante la prova finale della Pizia di Delfi…
Infatti, solitamente accade sempre in quel frangente… >>
<< Che cosa vuoi dire, mamma? >>
<< Ogni volta che Cassandra si è reincarnata, i suoi ricordi si sono risvegliati dopo l’addestramento con la Pizia a Delfi…
Inoltre non puoi affermare di non aver mai visto te stessa nelle vite passate assieme a Milo, il tuo attuale amore… >>
<< Saranno semplici coincidenze, mamma >>, le risposi io convinta di ciò che dicevo.
<< Purtroppo non è proprio così, Yume.
Dietro tutto ciò c’è una storia che occorre che tu sappia, per comprendere meglio gli avvenimenti che accadranno tra poco… >>
<< Allora mamma, raccontami ciò che devo sapere >>, le risposi sempre più preoccupata, per il tono che stavano assumendo le sue parole.
<< La mia antenata Cassandra servì fedelmente la dea Artemide fino all’età di diciannove anni come amazzone e come suo primo cavaliere.
Un giorno, dopo che fu stipulato un trattato di alleanza e pace tra la dea Artemide e la dea Atena, ella venne mandata al Santuario di Atene come contatto tra le due dee.
Lì lei passò un lungo periodo durante il quale s’innamorò di un guerriero della dea Atena…
All’inizio, da brava guerriera amazzone, aveva evitato per quanto possibile gli uomini, ma quel cavaliere riuscì ad aprire una breccia nel suo cuore…
Quel guerriero era Endimione, l’allora cavaliere d’oro dello Scorpione… >>
<< E, allora cosa centrerebbe tutto questo con me? >>
<< La mia antenata Cassandra, in seguito alla terribile decisione di Artemide di rompere l’alleanza con sua sorella la dea Atena, distruggendo tutti i villaggi da lei protetti e ucciderne gli abitanti, tradì la sua dea, passando dalla parte della dea Atena.
Lo fece per rimanere fedele ai suoi valori e per restare accanto all’uomo che amava più di se stessa… >>
<< Ora si spiega ciò che mi disse Danae durante lo scontro a riguardo della mia armatura… >>
<< C’è dell’altro però, Yume.
Durante l’ultimo scontro tra Atena e Artemide all’epoca del mito, quest’ultima lanciò una maledizione su Cassandra, che si sarebbe ripercossa su tutte le sue future reincarnazioni… La maledizione fa in modo che alternativamente ad ogni sua reincarnazione colei che è la vera erede di Cassandra perda la vita, lasciando solo il suo grande amore o quest’ultimo muoia e lei sopravviva tormentata dal dolore per la sua perdita…
Tale maledizione si ripete da allora e in quest’epoca purtroppo toccherebbe morire a te… >>
<< No, non è possibile.
Non riesco ad accettare che il mio destino sia già segnato e che io non possa fare nulla per cambiarlo.
E cosa ti dice mamma che io sia proprio la reincarnazione di quella Cassandra? >>
<< A parte la somiglianza nell’aspetto fisico, voi due avete le stesse capacità combattive e siete entrambe molto fedeli al vostro ideale di giustizia.
Sul piano caratteriale inoltre siete identiche, a quanto si è tramandato sulla mia antenata e poi i ricordi che hai risvegliato riguardano lei e le tue precedenti reincarnazioni…
Un modo per rompere la maledizione ci sarebbe, ma non credo proprio che ti piacerà… >>
<< E quale sarebbe? >>
<< Dovresti uccidere con le tue mani la persona che ami di più, cioè Milo… >>
<< Non potrei mai fare una cosa del genere, perché lo amo troppo e lui rappresenta tutto il mondo per me… >>
<< Sapevo che mi avresti risposto così, d’altronde in nessuna delle tue precedenti reincarnazioni hai fatto una cosa simile.
Mi dovrò mettere l’anima in pace allora e vedere morire mia figlia ancora molto giovane.
Ora devo andare, perché sono venuta qui di nascosto dalla mia dea, per avvertirti di questi avvenimenti passati e non posso rischiare di essere scoperta.
Ciao e al nostro prossimo incontro, che sarà di certo su un campo di battaglia e allora saremo nemiche >>, mi rispose con tono calmo e mi abbracciò.
Io ero ormai incapace di proferire parola, a causa di ciò che mi aveva appena detto mia madre.
Prima che scomparisse però, trovai il coraggio di chiederle ancora una cosa: << Mamma, ma ogni volta che Cassandra si è reincarnata, ella si è sempre innamorata di uomini diversi dal suo primo amore o no? >>
<< Per quello che si sa a ogni reincarnazione, Cassandra si è sempre rinnamorata di colui che era stato il suo unico amore, cioè il cavaliere dello Scorpione… >>
Dopo aver proferito quelle parole, mia madre scomparve nel nulla, lasciandomi sola nella radura deserta.
Mi rimisi allora la mia nuova maschera, poiché non volevo correre il rischio di essere vista in volto da qualcuno del Santuario.
Non riuscivo quasi a crederci, perché tutto ciò che mi aveva detto mia madre, mi sembrava così assurdo…
Tutto ciò che mi aveva raccontato, anche se non lo accettavo mentalmente, il mio cuore invece diceva che dovevo accettarlo, anche se non di buon grado.
In più, poiché discendevo direttamente da Cassandra e ne ero la reincarnazione, dovevo farmi carico di ciò che lei mi aveva lasciato in eredità sia le cose belle sia le cose brutte… Poi un dubbio mi attanagliava la mente: che l’amore mio e di Milo fosse probabilmente legato a quella maledizione così antica…
No, pesai scuotendo la testa, non può essere così, perché il nostro è un amore vero che ha superato tanti ostacoli tra cui una lontananza di ben due anni.
Con questi e mille altri pensieri, mi avvia all’ottava casa, sapendo già che mi sarei beccata una bella romanzina da parte di Milo, per l’uscita non programmata.
Avevo però l’intenzione di parlargliene al più presto, poiché non volevo che lo venisse a sapere da qualcun altro.
Con molta difficoltà imboccai le scale diretta all’ottava casa, però arrivata alla quinta, incrociai Aiolia, Deathmask, Kanon, Aldebaran e Mu rivestiti delle proprie armature d’oro e diretti alle loro rispettive case.
Mi salutarono e dopo essersi informati sul mio stato di salute attuale, mi lasciarono continuare in solitudine il mio ritorno da Milo.
Passai senza intoppi la sesta casa, poiché Shaka si era rimesso nella sua solita posizione per la meditazione e mi aveva concesso il permesso di passare oltre, rivolgendosi direttamente alla mia mente.
Doveva aver notato che ero sconvolta, ma non mi fece domande, rispettando il mio silenzio.
Arrivata alla settima casa, incrociai il maestro Dokho, che rimase stupito nel vedermi lì.
<< Yume, non sei ancora guarita del tutto a quanto dice Milo, quindi dovresti stare a letto e muoverti il meno possibile >>, disse lui, preoccupandosi per la mia salute.
<< Lo so maestro, ma avevo una cosa molto importante da fare >>, gli risposi, cercando di non far trasparire la mia preoccupazione dal tono della voce.
<< Se lo dici tu...
Cerca di guarire il prima possibile però, poiché molto presto certamente ci ritroveremo a dover combattere di nuovo contro le guerriere della dea Artemide.
Inoltre spero che la storia non si ripeta di nuovo come duecentotrent’anni fa... >>
<< Che cosa volete dire, maestro Dokho? >>
<< Niente d’importante, Yume.
Ora vai perché Milo sarà certamente in ansia per te >>.
<< Certo e arrivederci, maestro Dokho >>, gli risposi e subito dopo mi avviai all’uscita della settima casa.
Come fui sulla soglia dell’ottava casa, presi coraggio ed entrai, sapendo che Milo sarebbe stato di cattivo umore.


Nota dell'autrice: ed ora è stato rivelato il grande mistero sulle strane visioni di Yume e sul suo antico passato.
Per quanto riguada la lettera citata da Yume, sappiate che fa parte di una storia extra che ho scritto tempo fa e che prometto di pubblicare il prima possibile, scuola permettendo.
Ringrazio come sempre coloro che hanno messo tale storia tra le seguite e le preferite e coloro che leggono soltanto.
Al prossimo capitolo,
Lilith.
 
 
 
  
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