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Autore: Sallivergron    06/02/2013    3 recensioni
Per la prima volta nella loro queste due complete sconosciute si stavano lasciando alle spalle i problemi, prendendosi un po’ di tempo per se stesse. Nessuno sapeva cosa avessero in mente. Quella sarebbe stata un’avventura per tutti e chi lo sa, magari non avrebbero incontrato solo persone nuove in una città nuova.
Questa storia è ispirata al film "L'amore non va in vacanza" i personaggi principali sono: Naya Rivera e Dianna Agron, i secondari: Mark Salling, Chord Overstreet, Chris Colfer, Darren Criss, Lea Michele e Cory Monteith
Natale si avvicina ed io comincio ad avvertirlo, così ho deciso di avvantaggiarmi e cominciare a scrivere la mia storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chord Overstreet, Chris Colfer, Dianna Agron, Mark Salling, Naya Rivera
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Mark dobbiamo parlare di quella cosa- disse Naya sussurrando all'orecchio dell'uomo che faceva il solletico a Becca.
Non appena udì quelle parole, il padre di famiglia si alzò e seguì la mora. I due si sedettero sul divano. Lei aveva il capo abbassato e cercava le parole giuste da usare. Lui altrettando triste aspettava che lei alzasse la testa. 
Quando questo successe, Mark si accorse che la latina aveva le lacrime agli occhi. La donna guardò su per non farle scendere e dopo aver sospirato e preso le mani della persona difronte a lei, parlò.
-Abbiamo rimandato questo discorso per troppo tempo. La mia permanenza qui è quasi finita, tra due giorni dovrò essere a Los Angeles per dirigere il mio nuovo film e non c'è nessuno che possa sostituirmi. Non posso lasciare tutto e venire qui. Devo pensare a tutti coloro che lavorano per me, hanno delle famiglie e andarmene significherebbe licenziarli tutti e magari prima lo avrei fatto, ma durante il tempo che ho passato qui, ho imparato cosa significa avere una famiglia e ho visto quanti sacrifici faccia la gente per mantenerla. D'altra parte però non voglio lasciarvi. Non voglio lasciare l'Inghilterra, non voglio lasciare Becca e Melissa, mi sono affezionata troppo a loro, ma sopratutto non voglio lasciare te Mark. Mi sono innamorata come non mi è mai successo prima, forse prima di te non mi ero neanche mai innamorata, sento che sei l'unico che potrebbe mai rendermi felice e non voglio lasciarti- cominciò a dire mentre le prime lacrime, nonostante cercasse di trattenerle, cadevano lente sulle sue guance. 
-E allora non farlo!- esclamò lui stringendo le sue mani. Lei scosse la testa.
-Mark io non posso restare qui- disse lei tirando su col naso.
-Non sto dicendo questo. Parlo di una relazione a distanza, io ti verrei a trovare ogni qual volta mi fosse possibile e tu potresti fare lo stesso- propose lui
-Questa è un utopia. Pensa alle tue figlie. Non è facile per delle bambine stare senza te oppure essere sbattute di continuo da un continente all'altro e solo perché tu vuoi stare con me. Non voglio che ci vadano di mezzo loro. Hanno già perso la madre, non voglio privarle anche della presenza del padre- disse sinceramente la donna 
-E allora che vorresti fare eh? Lasciarci, non vederci mai più e se mai dovessimo incontrarci far finta di nulla?- domandò lui -Le mie figlie ti adorano lo sai e per loro sei diventata ormai una figura familiare. Non so come reagiranno quando te ne sarai andata, forse bene oppure male, ma se dovessero reagire in malo modo potrei sempre rassicurarle dicendo che potremmo venirti a trovare a volte. Invece se la chiudessimo qui tutto diventerebbe più complicato da spiegare. Con questo io non voglio costringerti a restare con me. Sei libera di fare ciò che vuoi per carità di Dio, ma voglio che qualunque cosa tu scelga di fare, la faccia con la mente, ma sorpattutto con il cuore. Questa è l'unica cosa che ti chiedo- esclamò Mark guardandola. -E ti prego non piangere, mi fai sentire in colpa- disse abbracciandola. 
-Papà perché Naya piange?- chiese Becca scendendo le scale e sedendosi fra i due. 
-Vedi tesoro- cominciò a dire lui facendola sedere sulle sue gambe
-Piango perché tra un po' devo tornare a casa mia, negli Stati Uniti- disse la donna intromettendosi e facilitando il discorso che l'uomo avrebbe dovuto fare alle sue bambine.
-E piangi per questo?- domandò Melissa sedendosi sulle sue gambe
-No solo tesoro, piango sorpattutto perché non voglio andar via di qui e lasciare voi- rispose la donna guardando la piccola che l'abbracciò stretta appendendosi al suo collo. Tutto questo fece sorridere la latina che ricambiò l'abbraccio.
-Allora non te ne andare!- esclamò Becca
-Vorrei non andar via, ma ci sono delle persone, delle famiglie, altre bambini come voi i cui genitori senza di me non potrebbero guadagnare i soldi per provvedere a loro- disse la donna
-Allora devi andare per forza!- affermò la piccola della famiglia
-Si, devo tornare per forza a Los Angeles- concluse la donna
-Questo significa che zia Dì tornerà?- domandò la figlia più grande guardando il padre che annuì. 
-Sai- disse lei guardando Naya -Zia Dianna mi manca tanto, lei mi porta sempre tanti regali e mi fa mettere di nascosto il rossetto- 
La donna sorrise ascoltando quelle parole. La piccolina stava cercando di cambiare argomento per sollevarle il morale. 
-Papà perché non andiamo noi dove abita lei?- chiese la piccola. In quel momento la latina guardò l'uomo che amava diritto negli occhi. Nessuno dei due disse nulla per qualche secondo.
 
A Los Angeles Dianna cominciava a preparare tutte le sue cose per tornare in Inghilterra. Il tempo passato negli Stati Uniti era stato incantevole. Quella vacanza "clandestina" l'aveva salvata dalla depressione, le aveva regalato una nuova vita e una nuova visione di se stessa. Aveva scoperto quanto valeva e che c'era qualcuno disposto ad amarla così come era, qualcuno che non chiedeva nulla in cambio. Aveva smesso di pensare solo agli altri e aveva cominciato a valorizzare più se stessa. 
Mentre riponeva le sue cose nella valigia pensò a tutto quello che aveva fatto durante le vacanze Natalizie e sorrise. Tutto sommato erano state delle vacanze grandiose. All'improvviso si sentì avvolgere completamente da due calde braccia. 
-Non riesco a credere che tu vada via- esclamò Chord poggiando il mento sulla spalla della ragazza, la quale si girò e lo baciò. 
-Non voglio andarmene- si lamentò lei
-E allora non lo fare- disse lui. In quel momento la bionda si voltò e rimanendo stretta tra le braccia del giovane che adesso le cingevano la vita parlò.
-Sai che vorrei rimanere qui più di ogni altra cosa al mondo. Ma ho degli amici, dei genitori, un fratello, due nipoti e un lavoro stressante!- sussurrò mettendo la sua fronte contro quella del biondo.
-E se io ti dicessi che potrei aver trovato una soluzione per noi due?- domandò lui
-E cioé?- chiese curiosa lei
-Beh come saprai essendo bellissimo e intelligentissimo ho molti contatti influenti qui no?- domandò e la bionda rise. 
-Scherzi a parte. William mi ha presentato un suo vecchio amico che è il proprietario del Los Angeles Journal e questo signore sarebbe disposto a farti avere un colloquio con uno dei suoi redattori qualora tu decidessi di rimanere a vivere qui- disse
-Davvero? Non ci posso credere!- esclamò la ragazza abbracciandolo e riempiendolo di baci
-L'unico problema è che non so come fare per la lontananza dalla tua famiglia- esclamò
-Oh i miei genitori capiranno, insomma è la mia carriera e poi ci sono le feste durante le quali potrei tornare a casa e mio fratello se la caverà anche senza di me, le sue figlie sono delle bambine educatissime e buonissime, non gli daranno problemi- disse lei e in quel momento il biondino fu finalmente felice e sereno.  
 
Nel frattempo Chris e Darren se ne stavano seduti sull'amaca in giardino ad osservare la gente passare con in mano una lattina di Diet Coke. 
-E così sei un mio fan?- domandò Chris 
-Esatto. Ho visto tutti i tuoi film e lasciatelo dire, sono uno più bello dell'altro- rispose l'hobbit
-Uhm... buono a sapersi- commentò il ragazzo. Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio il biondino ricominciò a parlare -La sai una cosa? Io in realtà quei film li trovo estremamente stupidi e banali. Non è il genere che piace a me. Però il lavoro è lavoro e bisogna farlo lo stesso- commentò
-Questo è vero, il lavoro è lavoro. Ma se non ti piace fare questi generi di film, perché non rifuiti? Insomma li trovo bellissimi davvero, ma tu no e a volte bisogna anche fare ciò che ci piace, altrimenti se cominciamo a mettere da parte le nostre preferenze, i nostri desideri, la tristezza invadrà le nostre anime e di noi che resterà? Solo un'inutile carcassa priva di sentimento. Se invece facessi ciò che desideri il tuo lavoro ti sembrerebbe più leggero e piacevole e farlo non sarebbe un problema. Io la penso così- esclamò Darren sorseggiando la sua bevanda. Chris lo guardò con ammirazione. Quel ragazzo cominciava ad incuriosirlo e tanto. 
-Hai detto una cosa bellissima- disse il latticino. 
-Ho detto solo quello che penso- concluse l'hobbit
-Qual'è il lavoro che ti piace così tanto e che fai?- domandò il più alto
-Io sono un poliziotto. Aiuto la gente ogni giorno. Amo il mio lavoro. Fin da bambino desideravo entrare nell'arma, mio padre, mio nonno e prima di loro il mio bis nonno, sono stati dei poliziotti. è un lavoro che mi permette di stare a contatto con le persone e poi come saprai noi lottiamo per rendere il mondo in cui viamo un posto più pulito per noi stessi e per gli altri. E così facendo assicuriamo una sopravvivenza tranquilla a quelli che saranno i nostri figli o i nostri nipoti. Ogni giorno prima di uscire di casa mi chiedo il motivo per cui lo faccio e quando ripenso a tutto ciò che mi ha spinto ad entrare nell'arma, sento di aver trovato lo stimolo giusto per cominciare la giornata. Così con un bel sorriso sulla faccia, consapevole di fare del bene, esco di casa e vado al lavoro- rispose Darren 
-Wow e io che credevo che fossi stupido!- commentò Chris guardandolo a bocca aperta
-Ma come? Credevi che fossi stupido?- domandò ridendo il moro
-O ritardato, non so mi guardavi in modo strano e sempre con una faccia da imbecille quindi c'erano solo due motivazioni- disse Chris
-E cioè?- domandò Darren
-Beh o eri molto stupido oppure talmente attratto da me da non poter smettere di guardarmi come un dio ogni volta- rispose -Allora qual era la tua motivazione Darren Criss che viene dall'Inghilterra e che io credevo fosse stupido?- 
-Beh se devo essere sincero, hai centrato la motivazione, certo non quella di me stupido- concluse l'altro bevendo un sorso della sua coca cola
Chris rimase sbigottito. Non sapeva che dire. Quella era una dichiarazione in piena regola. Il bel moretto difronte a se aveva appena confermato di essere innamorato di lui. La cosa non lo avrebbe dovuto stupire oiù di tanto, era abituato a maree di fan che gli urlavano di amarlo, ma mai qualcuno glielo aveva detto in quel modo, con tanta sempicità e serenità, come se amarlo fosse qualcosa di davvero molto naturale per lui. La questione era: Come si può dire di amare una persona che si conosce solo attraverso uno schermo? Chris sapeva bene di non essere uno dei tanti personaggi che aveva interpretato, lui era completamente diverso dal ragazzo che appariva nei talk show e nei reality. A lui tutta quella robaccia non piaceva, gli sarebbe piaciuto fare teatro e perché no qualche bel film interessante e non sempre e solo le solite commedie romantiche tutte uguali e prive di significato. Doveva ammettere che più passava del tempo con quel ragazzo e più si convinceva di quanto fosse interessante e piano piano nel suo cuore si insidiava un nuovo sentimento. 



  
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