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Autore: LetMeCorrectIt    27/08/2007    10 recensioni
"Ormai ero l’unica rimasta sveglia, tutti gli altri miei compagni di Casa erano già a letto da un bel po’, ma io non riusciva a far meno di pensare. Pensare al mio ragazzo, Draco Malfoy, e al fatto che presto le vacanze natalizie melo avrebbero portato via per lungo tempo; che tristezza." Draco ed Hermione stanno insieme ma qualcosa e qualcuno si mettono in mezzo... come andrà a finire? ATTENZIONE: questo è il seguito di "Mezzosangue e Purosangue", vi consiglio di leggerlo prima di iniziare questa fic se volete sapere cos'è successo prima!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lavanda Brown, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tutto a posto?- chiese Ron, preoccupato.
Ero appena tornata alla Sala Comune, Draco mi aveva lasciata al ritratto e non appena avevo fatto il mio ingresso nella stanza i miei compagni di Casa mi erano subito venuti incontro, ancora scioccati dall’accaduto. Tra l’oro c’era anche Neville, forse era già stato informato perché sembrava anche lui turbato.
Annuii in direzione di Ron, togliendomi il cappotto bianco di neve e la sciarpa per poi appoggiarli sul divano più vicino.
Ginny mi saltò al collo -Oddio, Hermione!- strillò -Mi è preso un colpo quando ho visto la bacchetta della Parkinson! Quella è completamente bacata! Oddio!-
Per poco non mi strozzò con quell’abbraccio -Ginny… Ginny, sto bene, è tutto okay. Adesso mi lasci respirare, per piacere?-
Ginny lasciò la presa -Oh, si, certo scusa!-
-Dev’essere impazzita- disse Harry.
-No, è sempre stata una psicotica bastarda!- esclamò Ginny, con un cipiglio arrabbiato, scuotendo la testa rossa.
-Già, ma chi si sarebbe aspettato che facesse una cosa del genere?- disse Ron, che non mi staccava gli occhi apprensivi di dosso. Supposi che si era trattenuto dal saltarmi addosso come aveva fatto sua sorella.
-Ma… ma allora ti ha lanciato davvero un Avada Kedavra?- chiese Neville, incredulo. Evidentemente non aveva creduto del tutto alle parole dei compagni.
-Te l’abbiamo detto almeno un milione di volte, Neville!- esclamò esasperata Lavanda, che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
-Sì, sì, certo- borbottò Neville, mortificato.
-Per fortuna Draco se n’è accorto in tempo- dissi. Avevo l’impressione che anche loro, come lui, si fossero spaventati ancora più di me.
Harry, annuì, mesto -Ma tu… sei sicura di stare bene? Un’esperienza del genere deve averti provata parecchio, vuoi…-
Non gli lasciai il tempo di chiedermi se volevo una tazza di tè, di caffè, una cioccorana, sdraiarmi o quant’altro. Non volevo si preoccupassero troppo per me e non mi andava di fare la vittima. -Harry, sto bene. Davvero.- Era passato tutto ormai, potevano anche rilassarsi adesso; ma a quanto pareva non erano in grado di farlo, a parte Lavanda che si era ripresa fin troppo bene e che adesso si stringeva al braccio del suo ragazzo, il quale non la degnava di uno sguardo.
-Sentite, lo so che vi siete spaventati. Anche io, ovviamente. Ma non facciamone una tragedia, va bene? Sto bene, benissimo, mai stata meglio. Vi prego, non agitatevi!-
-Non facciamone una tragedia?!- ripeté Ron, incredulo -Ma… Hermione… potevi morire!- e si scrollò di dosso Lavanda.
-Ma non sono morta.- gli ricordai. Volevo solo non parlarne più, e sapevo che dopo lo schiaffo di Draco, Pansy non avrebbe fatto più niente di pericoloso. O almeno credevo…
-Secondo me dobbiamo dirlo a Silente!- disse Harry -Dobbiamo fare qualcosa, non puoi lasciare che quella pazza si aggiri indisturbata per Hogwarts! È da ricovero!-
-Si, è vero, ha davvero sorpassato il limite, ma credo che non farà più niente di avventato- dissi -L’umiliazione di essersi beccata un ceffone da Draco la terrà a cuccia… spero- e se invece fosse ancora più arrabbiata? No, Hermione, cosa vai a pensare?Si terrà alla larga… e poi adesso Draco ti starà particolarmente addosso, non corri nessun pericolo… ha agito d’impulso, era solo… era solo cosa, dannazione? Ha cercato di uccidermi, la stronza! E non devo rimproverarmi perché la chiamo stronza, lei è proprio una stronza e anche molto di più. Stava per uccidermi! Non è tanto innocua!
-Beh, Hermione, se io fossi in te starei attento, però- disse Neville, notai che erano ancora in pigiama.
Annuii. Aveva ragione. -Le starò il più lontano possibile!- li rassicurai. Sì, non sarebbe successo niente! Ricomincia ad essere ottimista -Ve l’ho detto, dopo quel ceffone…-
-Ehm…- disse Ron -Quei ceffoni-
Aprii la bocca incredula -Ron, tu… l’hai… l’hai schiaffeggiata?- Lui? Lui che non avrebbe picchiato nemmeno una Puffola?
Ron arrossì, come il suo solito -No… io… cioè in realtà volevo farlo… non sai quanto volentieri l’avrei presa a schiaffi… sì, voglio dire… l’avrei fatto… davvero…però… sono stato preceduto… ehm…-
-È stato Zabini- mi spiegò Harry, interrompendo i vaneggiamenti dell’amico.
Rischiavo di slogarmi la mascella a forza di spalancare la bocca in quel modo! Non ci potevo credere. Blaise Zabini aveva dato uno schiaffo a Pansy Parkinson perché mi aveva quasi uccisa? Il mondo stava davvero impazzendo? Mi sedetti sul divano su cui avevo appoggiato sciarpa e cappello -Zabini?- ripetei.
Ginny fece cenno di sì con la testa -Appena Draco si è allontanato con te l’ha colpita… e nemmeno lui ci è andato giù leggero. La Parkinson si è messa a piangere…-
-La Parkinson si è messa a piangere?- vabeh… ormai la mascella era ben che slogata.
-Dovevi vederla: è caduta in ginocchio, parlava con frasi sconnesse… si teneva la testa e aveva gli occhi tutti rossi!- disse Ron -Alla fine Zabini l’ha aiutata ad alzarsi e se ne sono andati con Tiger e Goyle-
Dovevo parlare con Blaise Zabini. Volevo capirci qualcosa. Mi aveva preso in simpatia o cosa? E dovevo ringraziarlo (non perché aveva schiaffeggiato Pansy, ma perché non era stato dalla sua parte). O forse no. Forse era meglio lasciar perdere. Se mi sarebbe capitato di incrociarlo per i corridoi ci avrei almeno scambiato due parole, però.
-Ah!- Ginny sembrò ricordarsi qualcosa, e corse verso una poltrona che aveva lo schienale rivolto verso di noi. Vidi Ron sbuffare. Ginny tornò indietro con un mazzo di rose rosse su cui era stato appoggiato un biglietto -Queste sono per te, Hermione-
-E da parte di chi?- le presi e aprii il biglietto. Ron sbuffò più sonoramente.

Ho saputo quello che è successo, devi essere stata terrorizzata. Quella Serpeverde dev’essere impazzita.
Mi dispiace dell’accaduto e mi dispiace di non essere stato presente; gliel’avrei fatta pagare, alla Parkinson.
Spero tu stia bene, ricordati che se hai bisogno di parlare o di sfogarti io sono qui per te.
Con affetto,
                                                                                         Justin

Lo rilessi più volte. Quel ragazzo era maniacalmente fissato con me, “ricordati che se hai bisogno di parlare o di sfogarti io sono qui per te”? Ma se lo ricordava che io un ragazzo, ce l’avevo? Questa volta fui io a sbuffare.
Ginny intanto aveva messo le rose in un vaso -Non le voglio, Gin!-
Ginny mi guardò incredula -Ma sono rose! E sono rosse!- protestò -Sono bellissime! Non posso mica buttarle via!-
-Non sono le rose che non vanno- mi lamentai -Ma il loro mittente-
Ron sorrise -Ben detto, Hermione! Tu hai già il ragazzo, quel Tassorosso deve lasciarti in pace! E quelle rose non sono gradite! Non hai sentito, Ginny? Buttale!-
-Posso tenerle io?-
Acconsentii e lei andò a metterle sul suo comodino, nel Dormitorio. Sospirai, pensierosa. Non volevo che le vacanze finissero, non volevo dar ripetizioni a Justin Finch-Fletchey! Per la prima volta nella mia vita non volevo che le lezioni ricominciassero. Per fortuna mancava ancora tanto tempo!
Ginny tornò giù con la faccia allegra -Su, adesso basta musi lunghi!- esclamò -Hermione è viva e vegeta! È quasi Natale! Nessuno si è fatto male! E io ho dieci rose rosse sul comodino! Non possiamo desiderare di meglio!!!-
La guardammo, dubbiosi -Io vorrei non avere uno spasimante indesiderato e vorrei che la Parkinson non esistesse. Allora sì che non potrei desiderare di meglio- borbottai.
-Concordo in pieno!- esclamò Ron.
    
Dopo pranzo io e Neville lasciammo Ginny ed Harry nel Dormitorio maschile e Lavanda e Ron in Sala Comune. Non avevano detto niente ma immaginavo volessero stare un po' da soli. Neville si sentiva completamente escluso, era l’unico a non avere ancora qualcuno; uscimmo dal buco dal ritratto per dirigerci non sapevamo nemmeno noi dove…
-Tra un po’ è Natale- commentai-
Neville annuì, un po’ abbattuto.
-Troverai anche tu la ragazza- cercai di fargli coraggio.
-E dove la trovo una che sia disposta a mettersi con me?- mi chiese, lui, scontroso.
-Ti sottovaluti!- esclamai -Ce ne sono di ragazze che si metterebbero con te, te lo posso assicurare!-
-Dimmene una-
-Ehm…- affrettai il passo per stargli dietro -Beh, la devi trovare…però…-
-Grazie Hermione, ma sono senza speranza e mi deprimo già abbastanza da solo-
-Scusa, è che...-
Neville mi sorrise con la sua faccia tonda -Non devi per forza rimediare a tutto. Sei davvero gentile, ma credo che… che il tuo ragazzo ti stia aspettando in fondo al corridoio-
Infatti Draco era in piedi di fronte a noi, e aspettava proprio me.
-Beh, vado a vedere se la professoressa Sprite ha bisogno di aiuto con le piante, l’ho vista alle serre prima. Ci vediamo, Hermione- cambiò direzione e si diresse verso le scale.
-Ciao Neville!-
-Non dovresti girare per i corridoi da sola- disse Draco, vendendomi incontro.
-Non ero da sola- puntualizzai.
-Ah, quell’imbecille è come se non esistesse, se qualcuno provasse a farti del male lui non riuscirebbe nemmeno a dire una lettera e sarebbe già a terra.
Scossi la testa infastidita e gli impedii di baciarmi -Per prima cosa, Neville è mio amico perciò non dargli dell’imbecille o della nullità o qualsiasi altra cosa del genere! E poi, secondo, io non ho bisogno della guardia del corpo: so difendermi da sola!-
-Si è visto, oggi- commentò lui e mi abbracciò i fianchi con le braccia.
Oh, no, adesso sarebbe stata dura fargli capire che io sapevo badare a me stessa; avrei strozzato Pansy.
-Solo perché oggi è successa quella cosa con la Parkinson non vuol dire che ad ogni angolo ci sia un malintenzionato che vuole farmi fuori- dissi -Non preoccuparti!-
Mi strinse a sé e non potei fare niente per fermarlo -Non posso non preoccuparmi, sono troppo egoista… non voglio perdere la mia Hermione-
-Non mi perderai- gli accarezzai i suoi bei capelli biondi.
Mi baciò e lo lasciai fare poi ci incamminammo lungo il corridoio.
-Dove stiamo andando?- chiesi.
Sorrise -Sai una cosa? Non ne ho la più pallida idea. Non so nemmeno dove siamo-
-Dovremmo essere vicini all’ufficio di Silente, credo…- ragionai, guardandomi intorno.
-Allora evitiamo gli atti osceni sulle scale- sogghignò lui, ma si contraddisse da solo spingendomi contro il muro e baciandomi con trasporto.
-Draco… non avevi detto…-
-Ho detto "sulle scale", e noi non siamo sulle scale…-
Un passo, un rumore, proprio dalla direzione dell’ufficio di Silente. Questa volta fummo più veloci e ci staccammo, aspettandoci di vedere il preside sbucare da dietro l’angolo con la sua lunga barba e gli occhiali a mezzaluna. Invece non fu Silente ad apparire dopo un attimo.
Sia io che Draco ci immobilizzammo dallo stupore. Lui impallidì fino a sembrare un lenzuolo, io non sapevo che fare…
-Draco- disse Lucius Malfoy. Mi guardò con disprezzo, come chiedendosi cosa ci facessi io lì, alla distanza di solo un metro da suo figlio.
-Padre…- Draco sudava freddo.
Lucius fece schioccare la lingua sul palato e fece qualche leggero passo verso di noi. I lunghi capelli così biondi di sembrare bianchi, il volto austero, gli occhi di puro ghiaccio, gli abiti neri come il suo cuore. Almeno non ci aveva visti mente ci baciavamo. Ma già il fatto che Draco stesse solo parlando con una Mezzosangue doveva turbarlo molto.
-Ero venuto a chiedere al preside il motivo del tuo mancato ritorno a casa, Draco- disse Lucius, con la sua voce lenta e annoiata, passandosi da una mano all’altra il suo bastone nero dal pomello argentato.
Come? Ma… allora non gli aveva detto niente? Non gli aveva detto che aveva una ragazza… mi aveva mentito.
-La tua lettera non era molto precisa al riguardo- scandì Lucius, ignorandomi del tutto, cosa che non mi dispiacque affatto.
-Io… io volevo dirti… però…- biascicò Draco.
-“Mi dispiace ma non posso venire a casa”? Penso che tu debba qualcosa di più di questo ai tuoi genitori. Tua madre era molto in pensiero e non ci hai nemmeno risposto al secondo gufo. Ora io mi chiedo… cosa c’è di tanto importante qui ad Hogwarts da non permettere a mio figlio di trascorrere con noi il Natale?- Il suo sguardo vagò appena su di me ma senza soffermarsi. Non sembrava sospettare niente, o forse non voleva sospettare…
-Io…-
-Il preside non mi ha saputo dire niente, mi ha gentilmente incitato a parlarne con te, Draco. Quindi… dimmi, cos’è successo? Non t’interessa più della tua famiglia?-
-No, io… io…- lo vidi prendere coraggio, e sperai che dicesse la verità. Stava cercando una scusa ma non la trovò, aprì bocca, la richiuse e poi la riaprì di nuovo -Ho una ragazza-
Lucius alzò lentamente le sopraciglia e inclinò il capo -Ma davvero?- disse -E non ti è venuta in mente l’idea di avvertirci? Di chiedere il nostro consenso? Avremmo potuto invitarla al maniero…- e guardò me, senza capire cosa ci facessi lì -E chi sarebbe la ragazza in questione?-
-Io- lo precedetti. Draco mi guardò, apprensivo, poi guardò suo padre.
Lucius mi guardò, perplesso, e si avvicinò ancora -Hermione Granger, se non erro- disse, cercando di controllare la furia che lo stava prendendo -Una Grifondoro, una Mezzosangue-
-Non chiamarla…-
Lucius lo fulminò con uno sguardo -Non dire a tuo padre cosa deve o non deve fare, mi hai capito?-
Draco non rispose.
-Sei un Malfoy, il tuo sangue è uno dei più puri che esista, tua madre è una Black, nobile e antica casata. Purosangue, Draco, Purosangue. E tu vuoi insozzare la tua famiglia in questo modo? Mettendoti con una Sangue Sporco?- la voce di Lucius Malfoy era ancora bassa ma il tono non era per niente tranquillo, indietreggiai di qualche passo. Non avevo paura di lui, non poteva torcermi un capello finché eravamo ad Hogwarts, ma avevo paura delle conseguenze per Draco.
-Non chiamarla in quel modo!- esclamò Draco, sembrò sorpreso dalla sua stessa audacia.
-Come osi rivolgerti a me con quel tono?- tuonò Lucius  -Puoi farti chi vuoi di nascosto, ma non permetterò al buon nome dei Malfoy di venire oltraggiato in questa maniera! Se una puttanella come lei…-
Draco sfoderò la bacchetta -Non insultarla!- tremava ma il braccio che reggeva la bacchetta era saldo.
-Punti la bacchetta contro di me?- Lucius, come me, non credeva ai suoi occhi. Padre e figlio si guardarono intensamente per qualche secondo -Molto bene- disse alla fine Lucius -Molto bene, ma ricordati che finché starai con lei non sarai più mio figlio-
Si voltò e se ne andò a passo spedito. Non appena sparì dalla nostra vista Draco cadde in ginocchio, aveva il fiato corto. Rimise al suo posto la bacchetta, guardando il vuoto. Accorsi da lui, mi accucciai e lo abbracciai –Mi dispiace- dissi.
-Cazzo- disse Draco -Cazzo!-
Non sapevo cosa fare, né cosa dire. Non avevo idea di come comportarmi. Inaspettatamente all’improvviso Draco mi afferrò e mi tirò verso di lui. Mi strinse forte e mi baciò approfonditamente, con impeto. Poi mi abbracciò, tenendomi la testa sulla sua spalla-
-Draco…-
Il suo nome cadde come se non l’avessi mai detto e ci ritrovammo seduti a terra, sul pavimento freddo, abbracciati uno all’altra, in silenzio.
Finché starai con lei non sarai più mio figlio. Il mio cuore fece un balzo. Doveva lasciarmi, doveva lasciarmi o non sarebbe stato più un Malfoy. Mi aggrappai a lui, frenando le lacrime. Chi avrebbe scelto? Me o suo padre?

SPAZIO AUTRICE
Rieccomi qui!
Nuovo capitolo ...et voilà!
Spero vi sia piaciuto anche questo!
Grazie 1000 a Katrin Kelly, stellina the best, monipotty e Shavanna per le recensioni!!!
Ricordatei che io vado avanti a recensioni perciò please scrivete ancora!!
Un bacione a tutti quanti
*Lizzie*
  
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