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Autore: _SamanthadettaSam_    06/02/2013    8 recensioni
Maledetto, stramaledetto Alcool!
Eccomi di nuovo qua con la mia prima long sulla Jock *-*
Questa storia sono sicura che vi farà impazzire, ne sono certa^^
Buona lettura xD
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brick, Jo
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Maledetto Alcool! - Capitolo 9

Era ormai passato un mese. Jo stava rivalutando la proposta che le aveva fatto Brick. Un mese di convivenza le era bastato per capire che un anno intero, non avrebbe retto. Il ragazzo la trattava come una malata molto grave, costringendola a stare seduta a non far niente, mentre lui sbrigava le faccende. All’inizio era bello, era come avere un piccolo servetto, ma alla lunga la bionda si era scocciata di stare tutto il giorno seduta. Era il 20 Febbraio, e i due erano andati all’ospedale, per la consueta ecografia mensile. Il ragazzo era stranamente nervoso, e lo si poteva vedere da come era distratto al volante.
Attraversarono i lunghi corridoi dell’ospedale, fino ad arrivare alla porta, che Calamity aveva aperto molte volte. La ragazza si chiedeva se quella volta, dopo il litigio che aveva avuto con lei, la dottoressa Alice era lì ad aspettarla, magari mentre consultava una cartella medica.
Si fece coraggio ed entrò.
Con sua grande delusione non trovò Alice, ma un dottore. Alto, dai capelli grigi e gli occhi neri, che stava indossando il camice bianco.
- Buongiorno, lei deve essere la signorina Anderson. Sono il dottore Patrick Watts. –
Appena sentì quel cognome, la paura si impossessò del suo corpo.

NO!

Tra tutti i dottori esistenti al mondo, non LUI!

Cercando di non far notare la sua inquietudine, si sdraio sul lettino ed alzò il maglione.
Dopo che l’uomo le spalmò quel gel gelido sulla sua pancia, accese il macchinario. L’immagine dei bambini comparve subito, ma fu qualcos’altro ad attirare l’attenzione della bionda.
Brick aveva lo sguardo fisso sul monitor, gli occhi sgranati dalla meraviglia e il sorriso sul volto.
- Guarda Jo, mi ha salutato! – Esclamò il moro, girandosi verso Jo. Calamity notò una strana ma bellissima luce negli occhi del soldato.
La stessa luce che ebbe lei quando li vide per la prima volta, quando erano solo due piccoli fagioli.
- Non vorrei disturbare questo bel momento, ma devo dirvi che i bambini si stanno muovendo. Hanno fretta di nascere. Non vi preoccupate, posso prenotarvi il cesario dalla prossima settimana in poi. –
- NO! Voglio un parto naturale, nessuno mi aprirà la pancia! – Urlò la ragazza, alzandosi in fretta (per quanto le permettesse il pancione enorme).
- Jo ragiona, con il cesario hanno più possibilità di nascere senza altre complicazioni e… -
Il moro però, non riuscì a finire, perché venne investito dalle urla isteriche della bionda.
Dopo una buona mezz’ora di urla e proteste, Brick riuscì a prenotare la data per il cesario, mentre Calamity si dirigeva a passo di marcia fuori dall’ospedale, dentro la macchina.
Dopo poco più di cinque minuti, la portiera della macchina si aprì e il soldato entrò nella vettura.
- Mi vuoi spiegare per cortesia perché non vuoi fare il cesario? Sentirai meno dolore e il parto non subirà spiacevoli inconvenienti. –
La Recluta osservò attento l’espressione dipinta sul volto della ragazza.
- C’è un motivo ben preciso per quella sfuriata, vero? -
La bionda rimase in silenzio per un po’ finché, sfiancata dalle occhiate da cucciolo bastonato di Brick, parlò:
- Una mia amica della palestra ha avuto quel dottore quando era incinta. Anche lei aveva deciso il cesario ma, durante l’intervento, qualcosa è andato storto, e il bambino è morto dopo un paio di giorni. Non mi fido di quel dottore, non voglio perderli. – Si pentì subito di aver detto quell’ultima frase ad alta voce, e davanti al moro.
Il ragazzo le regalò uno sguardo dolce e, prendendola completamente alla sprovvista, l’abbracciò.
La cosa più sorprendente fu che la bionda non lo respinse, anzi, si accoccolò in quelle braccia e per un attimo, il suo orgoglio venne messo a tacere.
- Come vuoi chiamarli? – Chiese all’improvviso Brick, sciogliendo quell’abbraccio e accarezzando la pancia.
- Se sono maschi avevo pensato Mattew e… -
- Kevin! – Esclamò all’improvviso la Recluta, interrompendola.
- e Kevin. – Ripeté Jo.
- e se sono femmine? A me piacerebbe chiamarle Cassie e… -
- Samantha! – Esclamò questa volta Calamity.
- Il mio nonno adottivo si chiamava Sam…. –
- E allora vada per Cassie e Samantha se sono femmine; Mattew e Kevin se sono maschi. Non preoccuparti, non permetterò a nessuno di far del male ai nostri piccoli. – Disse il soldato, dando un piccolo bacio al pancione e accendendo la macchina, dirigendosi col sorriso sulle labbra a casa.

***

 

Jo non riusciva a dormire. Si rigirava tra le lenzuola spazientita, mentre dei forti dolori al basso ventre si facevano sentire. I bambini avevano deciso di non farla dormire quella sera. Un dolore, più acuto degli altri, la costrinse a sedersi e a massaggiarsi la parte lesa. All’improvviso un’altra fitta, la fece quasi urlare. Era un dolore lacerante, che le tolse il respiro per un bel po’. Accese immediatamente la lampada sul suo comodino, e quello che vide la fece precipitare nel panico più totale.
- Jo, che succede? – Chiese Brick, che si era svegliato per il semi urlo della ragazza.
La bionda indicò un punto ai suoi piedi, dove una grossa macchia d’acqua si stava allargando sempre di più.
Riuscì a proferire solo una parola, prima che un ulteriore fitta la colpisse.
- Brick, chiama l'ambulanza. ADESSO. –

Angolo dell'Autrice:

scusate per lo spaventoso ritardo e per il capitolo così corto, ma questo è un capitolo di transizione, nel prossimo ci saranno un bel po' di sorprese!
però dovrete aspettare, domani parto per Genova e torno sabato pomeriggio (ma dato che la settimana prossima ho tre giorni di festa, Otherkin e Maledetto Alcool! non mancheranno xD)
Ora vi lascio, devo andare a ninna altrimenti domani perdo il treno e addio vacanza -.-''
Un bacione:^.^:

Samantha detta Sam

   
 
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